Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Sant'Antonio affronta il tiranno Ezzelino a Verona. Gian Antonio Corona, Scuola del Santo, Padova.
Proviene, come il fratello, da quella parte della corrotta terra italica tra Venezia e le sorgenti dei
fiumi Brenta e Piave da dove si leva il colle di Romano. Lei, Cunizza, si trova in Paradiso avendo
in vita subito l'influsso di Venere che l'aveva resa peccatrice. La sua letizia può apparire strana
agli uomini (ma non a Dio che, giudicando in modo diverso, ha disposto la sua salvezza).
Accenna poi alla luce, splendente come un gioiello, che le sta accanto, e dice che la sua fama
durerà almeno cinque secoli, grazie alla virtù della sua vita terrena: monito alla folla di coloro
che, nella Marca Trevigiana, continuano a vivere male, sebbene le sventure li abbiano già colpiti.
Ma ben presto i padovani tingeranno del proprio sangue le acque del Bacchiglione (sconfitti dai
Ghibellini nel 1314) e a Treviso l'arroganza di Rizzardo da Camino sarà stroncata (da una
congiura, nel 1312). Cunizza continua nelle profezie "post eventum" parlando di Feltre: il suo
vescovo consegnerà a tradimento ai ferraresi tre fuorusciti, per mostrarsi favorevole alla parte
guelfa. Conclude affermando che nell'Empireo i Troni sono le Intelligenze angeliche che come
specchi riflettono nei beati il giudizio divino. A questo punto tace e si riunisce al moto circolare
degli altri beati.
Il poeta si rivolge al beato cui prima Cunizza ha accennato e che ora risplende come un rubino,
esortandolo a parlare, dato che già conosce il desiderio di Dante. L'anima risponde con
elaborate perifrasi geografiche dalle quali si comprende che è nato a Marsiglia. Di nome Folco[1],
ricevette l'impronta determinante del cielo di Venere e visse con passione l'amore nella sua
giovinezza. Tuttavia di tale amore non prova pentimento, bensì gioia, poiché la provvidenza lo
orientò verso il bene.
Firenze, nata dal seme di Lucifero, produce e diffonde ovunque il "maladetto fiore", ossia il
fiorino, la moneta che suscitando l'ingordigia di ricchezza ha trasformato i pastori (gli
ecclesiastici) in lupi. I Vangeli e gli scritti dei dottori della Chiesa sono lasciati da parte, e si
studiano solo i Decretali, cioè i testi di diritto canonico. Papa e cardinali, pensando solo alle
ricchezze, hanno dimenticato Nazaret dove l'arcangelo Gabriele diede l'annuncio a Maria. Ma
presto i luoghi di Roma sacri per il martirio di San Pietro e dei primi cristiani saranno liberati da
tale profanazione.