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Ecografia

L'ecografia è una tecnica diagnostica che si serve degli ultrasuoni. Questi


ultimi possono essere utilizzati nell'esecuzione di un'ecografia semplice,
oppure abbinati a una TC per ottenere immagini di sezioni corporee (Tc-
Ecotomografia), oppure ancora per acquisire informazioni e immagini del
flusso sanguigno (Ecocolordoppler).

Principio di funzionamento
In fisica, gli ultrasuoni sono delle onde meccaniche elastiche longitudinali
caratterizzate da lunghezze d'onda piccole e frequenze elevate. Le onde
hanno delle proprietà tipiche:
Non trasportano materia
Aggirano gli ostacoli
Combinano i loro effetti senza modificarsi a vicenda.
Suono e luce sono costituiti da onde.
Le onde sono caratterizzate da un moto oscillatorio in cui la sollecitazione
di un elemento si trasmette agli elementi vicini e da questi agli altri, fino a
propagarsi a tutto il sistema. Questo moto, risultante dall'accoppiamento
di moti individuali, è un tipo di moto collettivo, dovuto alla presenza di
legami di tipo elastico fra i componenti del sistema. Esso dà origine alla
propagazione di una perturbazione, senza alcun trasporto di materia, in
una qualsiasi direzione entro il sistema stesso. Questo moto collettivo è
chiamato onda. La propagazione degli ultrasuoni ha luogo nella materia
sotto forma di moto ondulatorio che genera delle bande alternate di
compressione e rarefazione delle molecole che costituiscono il mezzo.
Basti pensare a quando un sasso viene gettato in uno stagno e si avrà
chiaro il concetto di onda.
La lunghezza d'onda è intesa come distanza tra due punti consecutivi in
fase, cioè aventi, nello stesso istante, identica ampiezza e senso di moto.
La sua unità di misura è il metro, compresi i suoi sottomultipli. Il range di
lunghezze d'onda utilizzato negli ultrasuoni è compreso tra 1,5 e 0,1
nanometri (nm, cioè un miliardesimo di metro ).
La frequenza è definita come il numero di oscillazioni complete, o cicli,
che le particelle compiono nell'unità di tempo ed è misurata in Hertz (Hz).
Il range di frequenze utilizzate negli ultrasuoni è compreso tra 1 e 10-20
Mega Hertz (MHz, cioè un milione di Hertz) ed a volte è anche maggiore
di 20MHz. Queste frequenze non sono udibili dall'orecchio umano.
Le onde si propagano con una certa velocità, che dipende dall'elasticità e
dalla densità del mezzo che attraversano. La velocità di propagazione di
un'onda è data dal prodotto della sua frequenza per la sua lunghezza
d'onda (vel = freq x lunghezza d'onda).

Per propagarsi, gli ultrasuoni hanno bisogno di un substrato (il corpo


umano per esempio), di cui alterano transitoriamente le forze elastiche di
coesione delle particelle. A seconda del substrato, quindi a seconda della
sua densità e delle forze di coesione delle sue molecole, ci sarà una
diversa velocità di propagazione dell'onda al suo interno.
Si definisce come Impedenza Acustica la resistenza intrinseca della
materia ad essere attraversata dagli ultrasuoni. Essa condiziona la loro
velocità di propagazione nella materia ed è direttamente proporzionale
alla densità del mezzo moltiplicata per la velocità di propagazione degli
ultrasuoni nel mezzo stesso (IA= vel x densità). I diversi tessuti del corpo
umano hanno tutti una impedenza diversa, ed è questo il principio su cui
si basa la tecnica ecografia.
Per esempio, aria e acqua hanno bassa impedenza acustica,
grasso fegato e muscolo ce l'hanno intermedia e osso ed acciaio ce
l'hanno altissima. Inoltre, grazie a questa proprietà dei tessuti, l'ecografo
talvolta riesce a vedere cose che la TC (Tomografia Computerizzata) non
vede, come per esempio la steatosi epatica, cioè l'accumulo di grasso
negli epatociti (cellule del fegato), gli ematomi da contusione (stravaso di
sangue) e altri tipi di raccolte fluide o solide isolate.
Nell'ecografia gli ultrasuoni vengono generati per effetto piezoelettrico ad
alta frequenza. Per effetto piezoelettrico si intende la proprietà,
posseduta da alcuni cristalli di quarzo o di alcuni tipi di ceramiche, di
vibrare ad alta frequenza se collegati ad una tensione elettrica, quindi se
attraversati da una corrente elettrica alternata. Questi cristalli sono
contenuti all'interno della sonda ecografia posta a contatto con la cute od
i tessuti del soggetto, chiamata trasduttore, che emette così fasci di
ultrasuoni che attraversano i corpi da esaminare e che subiscono
un'attenuazione che è in rapporto diretto con la frequenza di emissione
del trasduttore. Dunque, maggiore è la frequenza degli ultrasuoni, e
maggiore è la loro penetrazione nei tessuti, con una maggiore risoluzione
delle immagini. Per lo studio degli organi addominali si utilizzano di solito
frequenze di lavoro comprese tra 3 e 5 Mega Hertz, mentre frequenze più
alte, maggiori di 7,5 Mega Hertz, a maggiore capacità risolutiva, vengono
utilizzate per la valutazione dei tessuti superficiali (tiroide,
mammella, scroto ecc.).
I punti di passaggio tra tessuti con impedenza acustica diversa vengono
chiamati Interfacce. Ogni volta che gli ultrasuoni incontrano
un'interfaccia, il fascio viene in parte riflesso (torna indietro) ed in
parte rifratto (cioè assorbito dai tessuti sottostanti). Il fascio riflesso viene
chiamato anche eco; esso, in fase di ritorno, si dirige nuovamente al
trasduttore dove eccita il cristallo della sonda generando una corrente
elettrica. In altre parole, l'effetto piezoelettrico trasforma gli ultrasuoni in
segnali elettrici che vengono poi elaborati tramite un calcolatore e
trasformati in un immagine sul video in tempo reale.
È possibile perciò, tramite l'analisi delle caratteristiche dell'onda
ultrasonora riflessa, ottenere informazioni utili per differenziare strutture
con diversa densità. L'energia di riflessione è direttamente proporzionale
alla variazione di impedenza acustica tra due superfici. Per significative
variazioni, come per esempio il passaggio tra l'aria e la cute, il fascio
ultrasonoro può subire una riflessione totale; per questo è necessario
l'uso di sostanze gelatinose tra sonda e cute. Esse hanno lo scopo di
eliminare l'aria.
Modalità di esecuzione
L'ecografia può essere eseguita in tre modi diversi:

A-Mode (Amplitude Mode= modulazioni di ampiezza): è attualmente


superato dal B-Mode. Con la A-Mode, ogni eco viene presentato come
una deflessione della linea di base (che esprime il tempo necessario
all'onda riflessa per ritornare al sistema ricevente, cioè la distanza tra
l'interfaccia che ha provocato la riflessione e la sonda), come un "picco" la
cui ampiezza corrisponde all'intensità del segnale che lo ha generato. È il
modo più semplice di rappresentare il segnale ecografico ed è di
tipo monodimensionale (cioè offre un'analisi in una sola dimensione).
Essa dà informazioni sulla sola natura della struttura in esame (liquido o
solido). La A-Mode è ancora usata, ma solo in oculistica ed in neurologia.

TM-Mode (Time Motion Mode): in essa, il dato A-Mode viene arricchito


dal dato dinamico. Si ottiene un immagine bidimensionale in cui ogni eco
è rappresentato da un punto luminoso. I punti si spostano
orizzontalmente in relazione ai movimenti delle strutture. Se le interfacce
sono ferme, anche i punti luminosi rimarranno fermi. è  simile all'A-Mode,
ma con la differenza che viene registrato anche il movimento dell'eco.
Questa metodica è tuttora usata in cardiologia, soprattutto per le
dimostrazioni della cinetica valvolare.

B-Mode (Brightness Mode o modulazione di luminosità): si tratta di una


classica immagine Ecotomografica (cioè di una sezione del corpo) della
rappresentazione su un monitor televisivo degli echi provenienti dalle
strutture in esame. L'immagine viene  costruita convertendo le onde
riflesse in segnali la cui luminosità (tonalità di grigio) è proporzionale
all'intensità dell'eco; i rapporti spaziali fra i vari echi "costruiscono" sullo
schermo l'immagine della sezione dell'organo in esame. Offre anch'essa
immagini bidimensionali.
L'introduzione della scala dei grigi (diverse tonalità di grigio per
rappresentare echi di diversa ampiezza) ha maggiormente migliorato la
qualità dell'immagine ecografia. Così tutte le strutture corporee vengono
rappresentate con toni che vanno dal nero al bianco. I punti bianchi
stanno a significare la presenza di un' immagine
chiamata iperecogena (per esempio un calcolo), mentre i  punti neri di un'
immagine ipoecogena (per esempio i liquidi).
In base alla tecnica di scansione, l'ecografia B-Mode può essere statica (o
manuale) o dinamica (real-time). Con gli ecografi real-time l'immagine
viene costantemente ricostruita (almeno 16 scansioni complete al
secondo) in fase dinamica, fornendo una rappresentazione continua in
tempo reale.

 Eco di superficie: si usano sonde ad alta frequenza (7,5-15 MHz).


 Eco transrettale: usata per esaminare la prostata.
 Eco transvaginale: per esaminare utero, ovaie, vescica.
 Eco transuretrale: attraverso l'uretra, per esaminare prostata e
vescica.
 Eco per-endoscopica: attraverso l'inserimento di un tubo
endoscopico. Per esaminare organi
interni come  esofago e stomaco.
 Eco intravascolare:all'interno dei vasi sanguigni, per studiarli.
 Eco endoscopia: consente di studiare la dissezione di un aneurisma
dell'aorta toracica ed anche di studiare il tumore dell'esofago.
 Eco intraoperatoria: vede il 95% delle metastasi al fegato prodotte
dai tumori dell'apparato digerente, soprattutto del pancreas
endocrino.
 Ecocardiografia: per esaminare il cuore.
 Biopsia ecoguidata: l'ecografia, in questo caso, è uno strumento
molto utile per localizzare delle masse liquide o solide sospette e
poterne eseguire dei prelievi tramite una siringa con ago sottile.
 Ecocolordoppler
Vantaggi

1. basso costo
2. rapida esecuzione
3. innocua, e perciò più facilmente ripetibile
Va in ogni caso ricordato che gli ultrasuoni possono rompere la catena
della cromatina (del DNA delle cellule) ma, mentre con le radiazioni
ionizzanti (raggi X) la riparazione avviene con minore frequenza, in questo
caso essa si ha sempre. Ecco perché l'ecografia può essere utilizzata senza
alcun rischio per il monitoraggio della gravidanza (nei casi normali, 1 eco
ogni tre mesi, nei casi critici, 1 eco al mese).
Limiti

1. perizia dell'operatore
2. interpretazione in tempo reale dell'esame
3. artefatti di vario tipo
4. ostacoli all'esecuzione come meteorismo (gas) intestinale, struttura
del paziente (tessuto adiposo in eccesso per esempio), strutture
ossee.
Indicazioni

INDAGINE INDICATA DI ROUTINE


 Attacco ischemico transitorio (TIA) per ostruzione parziale delle
carotidi ad opera di placche di aterosclerosi.
 Tiroide: noduli, ingrandimento della stessa o tireotossicosi. Anche
come guida per l'aspirazione del materiale contenuto nei noduli.
 Masse espansive del collo di origine sconosciuta e come guida
per agoaspirazione.
 Ghiandole salivari: si chiama ecoscialografia. Per valutare le
ostruzioni dei dotti salivari e le lesioni espansive delle ghiandole
salivari.
 Osteomielite (infezione dell'osso) acuta.
 Massa neoplastica dei tessuti molli.
 Cuore: ecocardiografia. Eseguita per: dolore toracico acuto sospetto
di infarto del miocardio, versamento pericardico, malattia valvolare
sospetta od accertata (ecografia trans-esofagea se accertata),
peggioramento clinico dopo un infarto, ipertensione arteriosa,
sospetto di malattia del miocardio, cardiopatie congenite.
 Vasi: dolore toracico per dissezione acuta o cronica
dell'aorta (ecografia trans-toracica o trans-
esofagea), aneurisma dell'aorta addominale, sospetto di trombosi
venosa profonda.
 Mediastino: sospetto versamento pleurico.
 Addome: dolori addominali acuti, sepsi addominale (febbre elevata
di origine sconosciuta con dolore addominale), metastasi epatiche di
tumori insorti in altra sede, ittero (colorazione giallastra della
cute), affezioni biliari (calcoli, dolore post-rimozione
della cistifellea), pancreatite acuta o cronica, perdita post-
operatoria di bile, tumore del pancreas.
 Apparato urogenitale e surreni: insufficienza renale, sospetta colica
dell'uretra, calcoli renali in assenza di colica, massa renale sospetta,
nefropatia ed uropatia ostruttiva, infezioni urinarie degli
adulti, prostatite (infiammazione della prostata), massa o dolore
scrotale, torsione testicolare, controlli in gravidanza,
sospetta gravidanza extrauterina, probabile gravidanza non
vitale, emorragia post-menopausale (ecografia transvaginale),
sospetta massa pelvica, dolori pelvici (comprese sospette lesioni
infiammatorie pelviche e sospetta endometriosi), perdita di IUD
(spirale), aborti ripetuti, infertilità.
 Mammella: sospetto di tumore.
 Traumi: trauma chiuso o da arma da taglio, trauma addominale con
emorragia acuta gastro-intestinale, lesioni focali epatiche.
 Tumori: parotide (ghiandola salivare), tiroide (anche nel follow-up
postoperatorio), fegato (tumori primitivo o metastasi di altri
tumori), colon-retto (per stadiazione e follow-up), rene, prostata
(eco transrettale), testicolo, ovaio, utero.
 Pediatria: idrocefalo, torcicollo senza trauma, lussazioni,
invaginazione dell'apparato gastrointestinale, vomito a getto, massa
addominale e pelvica, perdita urinaria, criptorchidismo, diagnosi
fetale di dilatazione delle vie urinarie.
INDAGINE NON INDICATA DI ROUTINE

 Ictus: ecografia delle carotidi


 Soffio carotideo asintomatico
 Tiroide:  tessuto tiroideo ectopico (per esempio tiroidite linguale).
 Apparato muscolo-scheletrico: dolori al calcagno, fascite
plantare, sperone calcaneare.
 Vasi: ischemia degli arti inferiori
 Apparato urogenitale e surreni: calcoli renali in assenza di colica,
sospetto di gravidanza.
 Senologia: screening mammario in donne tra 40 e 49 anni e tra 50 e
69 anni, anamnesi familiare positiva per carcinoma mammario,
donne con età minore di 50 anni in trattamento ormonale,
donne asintomatiche sottoposte a mastoplastica additiva di età
superiore ai 50 anni, gonfiore generalizzato, dolore e senso di
tensione, retrazione del capezzolo da lungo tempo, dolore
mammario in rapporto al ciclo.
 Traumi: lesioni dei tessuti molli (corpi estranei come plastica o
legno), trauma renale.
 Tumori: vescica.
 Pediatria: zoppia, anca dolorosa, soffio cardiaco, trauma addominale
chiuso.
INDAGINE SPECIALISTICA

 Iperparatiroidismo
 Apparato muscolo scheletrico: malattie delle articolazioni (forme
iniziali), lacerazione della cuffia dei rotatori (spalla), protesi ossea
dolorosa.
 Apparato gastrointestinale: sospetta patologia dell'intestino
tenue (per esempio malattia di Crohn), tumore del
pancreas (ecoendoscopia).
 Apparato urogenitale e surreni: insufficienza renale
 Senologia: valutazione dell'integrità di una protesi al silicone.
 Traumi: trauma orbitarlo (lesione penetrante).
 Tumori: laringe, stadiazione del tumore del pancreas
(ecoendoscopia).
 Pediatria: dolori ossei localizzati, ittero neonatale persistente,
perdita ematica dal retto, infezione accertata delle vie urinarie.
 Interventistica: malformazioni artero-venose polmonari, biopsia del
mediastino.

Eco doppler ed Eco-color doppler permettono di individuare la presenza di :

1. Restringimenti e occlusioni arteriose, soprattutto dovute a placche di


aterosclerosi;
2. Trombosi venose profonde, soprattutto degli arti inferiori;
3. Varici (vene varicose) e reflussi venosi.
Gli apparecchi Eco-color doppler consentono di ottenere, simultaneamente ed in
tempo reale, informazioni su morfologia e struttura degli organi esaminati e sulle
caratteristiche di flusso nei vasi al loro interno, rappresentandole sotto forma di
punti variamente colorati. Ogni immagine color doppler, quindi, è il risultato di
processi diversi, avvenuti in momenti successivi.
L'ecocolordoppler aggiunge perciò il colore al segnale del flusso; in tal modo le
variazioni del flusso sono più facilmente individuabili.

PET
Applicazioni:
La PET è usata estensivamente in oncologia clinica[5] (per avere rappresentazioni dei
tumori e per la ricerca di metastasi) e nelle ricerche cardiologiche e neurologiche.
Metodi di indagine alternativi sono la tomografia computerizzata a raggi X (TC),
l'imaging a risonanza magnetica (MRI), la risonanza magnetica funzionale (RMF) e la
tomografia computerizzata a ultrasuoni e a emissione di singolo fotone.
A ogni modo, mentre gli altri metodi di scansione, come la TAC e la RMN
permettono di identificare alterazioni organiche e anatomiche nel corpo umano, le
scansioni PET sono in grado di rilevare alterazioni a livello biologico molecolare che
spesso precedono l'alterazione anatomica, attraverso l'uso di marcatori molecolari
che presentano un diverso ritmo di assorbimento a seconda del tessuto interessato.
Con una scansione PET è possibile visualizzare e quantificare con discreta precisione
il cambio di afflusso sanguigno nelle varie strutture anatomiche (attraverso la
misurazione della concentrazione dell'emettitore di positroni iniettato).
Spesso, e sempre più frequentemente, le scansioni della Tomografia a Emissione di
Positroni sono raffrontate con le scansioni a Tomografia Computerizzata, fornendo
informazioni sia anatomiche e morfologiche, sia metaboliche (in sostanza, su come il
tessuto o l'organo siano conformati e su cosa stiano facendo). Per sopperire alle
difficoltà tecniche e logistiche conseguenti allo spostamento del paziente per
eseguire i due esami e alle imprecisioni conseguenti, ci si avvale oramai
esclusivamente dei tomografi PET-TC, nei quali il sistema di rilevazione PET e un
tomografo TC di ultima generazione sono assemblati in un unico gantry e controllati
da un'unica consolle di comando. L'introduzione del tomografo PET-TC ha
consentito un grande miglioramento dell'accuratezza e dell'interpretabilità delle
immagini ed una notevole riduzione dei tempi di esame.
La PET gioca un ruolo sempre maggiore nella verifica della risposta alla terapia,
specialmente in particolari terapie anti-cancro.[5]
La PET è usata anche in studi pre-clinici sugli animali,[6] dove invece le indagini
ripetute sullo stesso soggetto sono consentite. Queste ricerche si sono dimostrate
particolarmente valide nella ricerca sul cancro, dove si registra un aumento della
qualità statistica dei dati e una sostanziale riduzione del numero di animali richiesti
per ogni singolo studio.
Una limitazione alla diffusione della PET è il costo dei ciclotroni per la produzione dei
radionuclidi di breve tempo di dimezzamento. Pochi ospedali e Università possono
permettersi l'acquisto e il mantenimento di questi costosi apparati e quindi la
maggior parte dei centri PET è rifornita da fornitori esterni. Questo vincolo limita
l'uso della PET clinica principalmente all'uso di traccianti contrassegnati con il 18F,
che avendo un tempo di dimezzamento di 110 minuti può essere trasportato a una
distanza ragionevole prima di essere utilizzato. Anche il 68Ga (ottenibile grazie a un
generatore) permette di ottenere traccianti in maniera più agevole, mentre il 82Rb è
a volte usato per lo studio dell'irrorazione del miocardio.

Uso della PET in neurologia


Lo stesso argomento in dettaglio:  PET cerebrale.

La PET cerebrale con FDG permette di valutare il metabolismo glicidico a livello


cerebrale ed è utilizzata nella diagnosi delle demenze e nella valutazione
del deterioramento cognitivo lieve (MCI Mild Cognitive Impairment).
Mediante ulteriori radiofarmaci è possibile anche eseguire l'imaging della
neurotrasmissione (In particolare del sistema dopaminergico. Tale argomento è
ampiamente trattato nella relativa voce) o mirato alla ricerca di depositi e placche
di beta amiloide nel sospetto di Malattia di Alzheimer.
Sono in studio inoltre dei traccianti specifici per la Proteina Tau (sostanza spesso
associata a molte patologie neurodegenerative).

Uso della PET in cardiologia[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio:  PET cardiaca.

La tomografia a emissione di positroni è una metodica utilizzata nello studio del


cuore (PET cardiaca). Mediante questo tipo di imaging è infatti possibile effettuare
sia studi di perfusione (utilizzando ammoniaca marcata con azoto-13, acqua marcata
con ossigeno-15 o il rubidio-82) sia di metabolismo (utilizzando
il fluorodesossiglucosio). Gli studi di perfusione consentono di localizzare aree del
cuore in cui è presente un deficit di irrorazione in seguito ad esempio a fenomeni
di arteriosclerosi (con un'accuratezza maggiore rispetto alla scintigrafia
miocardica perfusionale), mentre lo studio di metabolismo è utile per la ricerca di
miocardio vitale. Per quest'ultima indicazione la PET è considerata la metodica gold
standard.

Uso della PET in reumatologia, immunologia e nelle malattie


infettive[modifica | modifica wikitesto]
La PET con FDG è utilizzata ampiamente nello studio di queste patologie. In
particolare per:

 la sarcoidosi
 le osteomieliti dello scheletro appendicolare
 l'osteomielite vertebrale e la spondilodiscite
 la ricerca di foci infettivi in pazienti con febbre di origine sconosciuta o
con batteriemia ad alto rischio di infezioni metastatiche
 le vasculiti dei grossi vasi
 valutazione di cisti epatiche o renali potenzialmente infette
 sospetta infezione di device intravascolari (pacemaker e cateteri)
 infezioni associate all'AIDS o alla malattia di Castleman
 valutazione delle lesioni tubercolari

Uso della PET in oncologia[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio:  Utilizzo della PET in oncologia.

Captazione ossea dovuta ad artrosi (vedi puntatore)

Tessuto adiposo bruno visibile in una FDG-PET


Captazione dovuta a una gastrite

Captazione muscolare fisiologica in una FDG PET


La PET in oncologia ha le seguenti indicazioni:

 stadiazione e ristadiazione a fine terapia;


 monitoraggio delle terapie antineoplastiche;
 diagnosi differenziale fra benignità o malignità delle lesioni;
 ricerca di tumori primitivi occulti (tumori che hanno già dato metastasi, ma
che hanno origine sconosciuta);
 ricerca del miglior punto di una lesione da cui effettuare una biopsia;
 caratterizzazione metabolica delle lesioni neoplastiche;
 pianificazione di trattamenti radioterapici.
I traccianti utilizzabili in oncologia sono molti, ma il più diffuso è il
18fluorodesossiglucosio, cioè glucosio che in posizione 2, invece di un ossidrile,
presenta un atomo di fluoro 18 emettitore di positroni. Tale farmaco viene captato
di solito in maggior misura dai tessuti neoplastici in quanto sono metabolicamente
più attivi (le cellule neoplastiche possono avere un metabolismo fino a 200 volte
maggiore rispetto a quelle normali) soprattutto per il fatto che la loro principale via
metabolica per il sostentamento energetico è la glicolisi anaerobia.
La PET (con colina) è anche utilizzata in alternativa alla scintigrafia paratiroidea per
la ricerca di paratiroidi ipertrofiche o di adenomi paratiroidei nei pazienti affetti
da iperparatiroidismo.

Rischi
La scansione non è invasiva, ma implica l'esposizione a radiazioni ionizzanti. La dose
totale di radiazione è significativa, di solito circa 5–7 mSv (milli-sievert). Comunque,
nella pratica moderna, una scansione combinata di PET/CT è quasi sempre utilizzata,
e per una scansione PET/CT, l'esposizione di radiazione può essere sostanzialmente
attorno ai 23–26 mSv (per una persona di 70 kg, la dose è più alta per corpi di
maggiore peso).[7] Comparato al livello di classificazione per chi lavora nel campo
delle radiazioni nel Regno Unito di 6 mSv, si deve trarre che l'uso della PET necessita
di una giustificazione più che sufficiente. Ciò si può anche comparare con la
radiazione di fondo media annuale di 2.2 mSv nel Regno Unito, 0.02 mSv per una
radiografia X al torace e 6.5–8 mSv per una scansione del torace, secondo la
rivista Chest e ICRP.[8] D'altro canto secondo l'associazione IFALPA nel 1999 si
dichiarò che un operatore di volo riceverebbe una dose di radiazioni di 4–9 mSv per
anno.
ome Funziona
Quando un fascio di raggi X attraversa il corpo umano, subisce un'attenuazione diversa a seconda
della struttura anatomica colpita; in particolare, l'attenuazione di tale fascio è tanto più sostanziosa,
quanto più dense sono le parti del corpo attraversate.
Un apparecchio come la TAC è in grado di captare, attraverso i cosiddetti detettori, le suddette
differenze di attenuazione e, successivamente, mediante l'elaboratore, di ricostruire un'immagine
dettagliata, in versione tridimensionale, dei vari distretti anatomici attraversati.
A differenza della radiografia tradizionale, la TAC si avvale di un potente elaboratore matematico,
che riesce a valutare anche le più lievi perdite di intensità del fascio di raggi X e, di conseguenza, a
distinguere anche strutture con modesta differenza di densità.
È importante segnalare che, con i suoi raggi X, la TAC "colpisce" l'area anatomica di interesse da
più angolazioni differenti: questo aspetto è fondamentale per poter fornire un'immagine
tridimensionale ricca di dettagli.

Differenze tra TAC e la Radiografia Tradizionale


Nella TAC, il procedimento di ottenimento delle immagini è differente da quello utilizzato
dalla radiografia tradizionale (es: RX-torace); infatti, mentre la classica immagine radiografica è
il risultato della trasformazione analogica di una realtà tridimensionale in bidimensionale, nella
tomografia assiale computerizzata l'immagine è oggetto di una trasformazione di tipo digitale che
permette di mantenere la tridimensionalità del distretto osservato.
La radiografia tradizionale (es: RX-torace) produce immagini bidimensionali; la TAC, invece,
genera immagini tridimensionali.
Ciò è possibile grazie a un diverso meccanismo di creazione delle immagini.

Differenza tra TAC e Risonanza Magnetica


Sebbene il prodotto consista in entrambi i casi in immagini tridimensionali altamente
dettagliate, tra TAC e risonanza magnetica c'è una sostanziale differenza; infatti, mentre la TAC
sfrutta le radiazioni ionizzanti ed elabora gli effetti che queste hanno nel colpire un determinato
distretto anatomico, la risonanza magnetica (o RMN) si basa sull'impiego di campi magnetici e
sull'energia prodotta dal comparto anatomico osservato, una volta esposto ai suddetti campi.
Per approfondire:Differenza fra TAC e Risonanza Magnetica
Preparazione
Idoneità del paziente alla TAC: cosa deve sapere il medico?
Di norma, prima di prescrivere una TAC, un medico chiede al paziente se:

 Sta assumendo farmaci, in particolare la metformina (Glucophage);


 Soffre di una malattia di cuore, di una malattia della tiroide, di diabete, di asma o
di mieloma multiplo;
 Presenta un'allergia a farmaci e allo iodio;
 Soffre di una qualche malattia renale cronica (es: insufficienza renale);
 Ha sofferto di qualche disturbo particolare nell'ultimo periodo.
 Soffre di claustrofobia;
 Nel caso sia una donna, è o sospetta di essere in stato di stato di gravidanza.
L'esito della suddetta indagine è fondamentale per stabilire l'idoneità del paziente alla TAC (es: le
malattie di cuore, il mieloma multiplo, l'allergia allo iodio, l'insufficienza renale ecc. sono
importanti per l'idoneità alla TAC con mezzo di contrasto).
Preparazione alla TAC in caso di idoneità all’esame
In caso di idoneità alla TAC, in preparazione a quest'ultima, il paziente deve:

 Presentarsi all'esame privo di gioielli o indumenti con parti in metallo, in quanto questi


potrebbero interferire con il buon funzionamento dell'apparecchiatura diagnostica.
Nel caso in cui il paziente non rispetti tale norma, sarà invitato a farlo poco prima che abbia
inizio la procedura.
 Se è previsto l'impiego del mezzo di contrasto, presentarsi all'esame a digiuno completo da
almeno 6-8 ore.
Il mancato rispetto di tale regola comporta lo slittamento dell'esame diagnostico ad altra
data.
Importante!
Se il radiologo non esclude a priori l'utilizzo del mezzo di contrasto, il paziente è tenuto a rispettare
la norma sul digiuno completo, come se l'impiego del mezzo di contrasto fosse previsto.

Le contromisure in caso di Allergia al Mezzo di Contrasto?


Per gli individui con una comprovata allergia al mezzo di contrasto usato nella TAC, la soluzione a
tale problematica consiste nell'assunzione, a circa 12 ore dalla procedura, di appositi farmaci
steroidei, con effetto antiallergico.
La ritardata assunzione di tali farmaci è motivo di rinvio dell'esame diagnostico ad altra data.
Procedura
Come si Svolge la TAC?
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TAC all'Addome
Per tutta la durata della TAC, il paziente può contare sul supporto di un tecnico radiologo, il quale
ha il compito di fornirgli tutte le istruzioni utili al buon esito della procedura e rassicurarlo in caso
di eventuali timori.
Di seguito sono riportate, in ordine cronologico, le varie tappe dell'esame diagnostico in questione.
Preparativi
Per il paziente, la primissima parte della procedura di TAC prevede:
 La risposta a un questionario relativo alla sua storia clinica;

 Togliersi i vestiti, per indossare un camice fino al termine della procedura;

 Se non ha provveduto a farlo a casa, privarsi fino alla conclusione dell'esame di tutti gli
eventuali gioielli (es: orecchini) e altri oggetti metallici analoghi (es: piercing);
 Sottoporsi alla misurazione della pressione arteriosa e della temperatura corporea;
 Il riepilogo di quanto accadrà e a quali regole dovrà attenersi nel corso dell'esame.
Tra le regole da rispettare durante la TAC, merita una citazione particolare la completa immobilità,
in quanto anche un solo minimo movimento del corpo può pregiudicare il buon esito della
procedura diagnostica.
Nota importante sull'immobilità
Durante una TAC, l'invito alla completa immobilità include anche il trattenimento del respiro, in
quanto anche il movimento del torace durante l'atto respiratorio può falsare i risultati dell'esame.

Shutterstock
Mezzo di Contrasto per TAC

Posizionamento del paziente


Alla conclusione dei preparativi, è previsto il posizionamento del paziente sul lettino scorrevole,
che servirà, in un secondo momento, a introdurlo e posizionarlo nel gantry, l'unità di scansione;
normalmente, la posizione da assumere include l'estensione delle braccia dietro la testa.
È da segnalare che, per garantire il massimo confort del paziente, il tecnico radiologo mette a
disposizione del paziente un cuscino per la testa, una coperta per le gambe e un paio di tappi per le
orecchie (il cui impiego è giustificato dall'intenso rumore emesso dallo strumento, quando è in
funzione).
Somministrazione del Mezzo di Contrasto (se prevista)
Qualora sia in programma, la somministrazione del mezzo di contrasto è prevista al termine del
posizionamento del paziente.
Tale pratica spetta a un medico radiologo, il quale, in genere, si avvale dell'aiuto di un infermiere
professionale.

Una volta somministrato, il mezzo di contrasto ha bisogno di qualche minuto per distribuirsi nei
vari distretti anatomici del corpo umano.

Creazione e acquisizione delle immagini


Trascorso il tempo necessario al mezzo di contrasto per diffondersi dove è opportuno (se utilizzato),
seguono:

 L'introduzione del paziente nel gantry,


 Il trasferimento dell'intero staff medico in una stanza accanto, la quale ospita la console di
comando dell'intera apparecchiatura, e
 La messa in funzione del gantry. Con quest'ultimo passaggio avrà inizio la creazione delle
immagini relative al distretto anatomico d'interesse, e la loro acquisizione nella console.
È importante precisare che paziente e staff medico possono comunicare in ogni momento della
procedura diagnostica tramite un altoparlante; questo sistema di comunicazione è stato pensato per
dare la possibilità al paziente di riferire allo staff medico eventuali problematiche improvvise,
sviluppate nel corso della TAC.
Conclusione
Conclusa l'acquisizione delle immagini utili a una valutazione diagnostica, il paziente riceve tutto
l'aiuto necessario per uscire dal macchinario per la TAC e rimettersi in piedi.
Rivestitosi, quindi, può fare immediato ritorno a casa e alle sue attività quotidiane, salvo diversa
indicazione del medico radiologo.
Come si sente il paziente durante la TAC
Di norma, la TAC senza mezzo di contrasto è una procedura indolore, mentre la variante con mezzo
di contrasto tende a risultare leggermente fastidiosa; infatti, la somministrazione del mezzo di
contrasto per via orale comporta, a ingestione avvenuta, un temporaneo sapore sgradevole in
bocca; quella tramite iniezione produce un lieve senso di fastidio/dolore dove ha luogo
l'introduzione dell'ago e uno strano sapore metallico in bocca; quella tramite enema è fonte
di gonfiore a livello addominale.
È da segnalare che, a prescindere dall'utilizzo del mezzo di contrasto, i pazienti con difficoltà a
rimanere immobili o con problemi di claustrofobia potrebbero sviluppare, a procedura iniziata,
senso di malessere o disagio vero e proprio.
Quanto tempo dura una TAC?
Se si considera soltanto la parte di esame dedicata all'acquisizione delle immagini del corpo, una
TAC dura 5-10 minuti; se però si valuta l'intera procedura (preparativi, posizionamento del
paziente ecc.), dura circa 20 minuti, nella variante senza mezzo di contrasto, e circa 30 minuti,
nella varianti con mezzo di contrasto.
Vantaggi della TAC
 Creazione di immagini ricche di dettagli e di ottima qualità (specie nella variante con mezzo
di contrasto), il che consente di definire diagnosi molto precise;

 Dolore minimo e minima invasività;

 Grazie alla sua elevata capacità di rilevazione, potrebbe rendere superfluo il ricorso alla
chirurgia esplorativa o alla biopsia;
 Le immagini altamente dettagliate, che essa fornisce, sono di enorme aiuto in occasione di
eventuali interventi chirurgici successivi;

 Breve durata;

 Possibilità di individuare un gran numero di condizioni mediche;

 È meno sensibile ai movimenti del paziente, rispetto alla risonanza magnetica nucleare;


 Diversamente dalla risonanza magnetica nucleare, può eseguirsi anche se il paziente
presenta una protesi metallica;

 Fornisce immagini in tempo reale, quindi i chirurghi possono sfruttarla poco prima di un
intervento chirurgico d'emergenza.
Quelli appena elencati sono i principali vantaggi della TAC.
Cos’è la TAC o TC
La TC, una volta definita TAC,  è un esame diagnostico per immagini che consente di
esaminare anche le parti molli del corpo, mentre la radiografia vede solo le ossa.

La TC, che potremmo definire una evoluzione tecnologica della radiografia, è comunque


una tecnica radiologica. Infatti anche quest’esame raccoglie dati utilizzando fasci di Raggi
X che vengono poi elaborati da un computer, grazie al quale si effettua una ricostruzione
tridimensionale.

A cosa serve la TAC o TC


Tramite questo esame è possibile studiare, oltre organi e tessuti, anche il sistema
vascolare, le arterie e le vene, attraverso un mezzo di contrasto iniettato solitamente via
endovenosa, oppure per via orale o rettale.
Utilizzando i Raggi X, è controindicato in gravidanza o in casi particolari in cui è consigliato
evitare l’esposizione, preferendo un’altro tipo di esame, cioè la risonanza magnetica.

Cos’è la Risonanza Magnetica


La risonanza magnetica, come la TAC (o TC), è un esame diagnostico per immagini che
non si basa sull’utilizzo dei Raggi X, ma di campi magnetici e onde radio, rendendola più
sicura per i pazienti.

A cosa serve la Risonanza Magnetica


È un esame diagnostico molto importante, che consente di visualizzare scheletro,
articolazioni e organi interni. Per questa ragione, è spesso impiegata in oncologia per
effettuare diagnosi su un eventuale tumore o per controllare in quale stadio della malattia
ci si trova. Inoltre è indispensabile per il monitoraggio del trattamento al quale il paziente
dovrà sottoporsi, sia durante che dopo.
In alcuni casi è richiesto l’iniezione di un liquido di contrasto per evidenziare le parti del
corpo da analizzare.

Chi non può fare la Risonanza Magnetica


Se da un lato la RM è più sicura perchè non utilizza Raggi X, l’uso di campi magnetici e
onde radio non consente di utilizzarla ai pazienti portatori di pacemaker cardiaco o
neurostimolatori, perché potrebbe danneggiarne il funzionamento.
Inoltre, non possono effettuare una RM pazienti che, a causa di interventi chirurgici,
presentino all’interno del corpo elementi metallici, come, ad esempio, chi ha subito gravi
fratture alle articolazioni. Anche il lavoro svolto (ad esempio carpentieri o fabbri), che
potrebbero, anche a loro insaputa, avere schegge metalliche nel corpo, devono segnalare
questa eventualità prima di sottoporsi all’esame.

Tiriamo le conclusioni, Tac o Risonanza Magnetica?


La principale differenza tra TAC e Risonanza Magnetica è, quindi, l’impiego, nel primo
caso, di raggi X, sostituiti nel secondo da campi magnetici e onde radio.
Quale e in che modo scegliere?
Sarà sicuramente il medico curante o lo specialista a indicare l’esame diagnostico più
adeguato alle esigenze del paziente. Capita anche che questi due esami vengano
prescritti insieme in modo da fornire altre informazioni utili alla diagnosi.
La TAC però non può venir considerato come esame di routine perché, come già
detto, a causa delle massicce dosi di radiazioni emesse durante l’esame può
causare problemi a soprattutto a donne in età fertile e a bambini. Per questo la
Risonanza Magnetica è l’esame più indicato per effettuare un check up.

RM
l principio di funzionamento si basa sul sottoporre il paziente ad un forte campo
magnetico statico. L'intensità del campo magnetico può variare dai decimi di tesla,
per piccole macchine dedicate allo studio delle articolazioni, a 3 tesla per le
macchine attualmente in commercio per scopi diagnostici. Alcune macchine per
la risonanza magnetica funzionale attualmente in commercio raggiungono campi di
7 T, mentre nell'ambito sperimentale sono in sviluppo dispositivi da 8 e 9 T.
Nel campo magnetico statico, gli spin dei protoni all'interno dei tessuti tendono ad
allinearsi alle linee di forza (in modo parallelo o antiparallelo); poiché gli spin
allineati in senso parallelo sono in numero superiore, i tessuti vengono a possedere
una leggera magnetizzazione totale. Questo allineamento non è mai totale, ma
piuttosto gli spin dei vari protoni incominciano a mostrare una precessione attorno
alla direzione del campo magnetico.
Questa precessione mostra una frequenza tipica detta frequenza di Larmor che si
trova nell'ordine dei MHz e quindi nel campo della radiofrequenza (per un campo di
1 T, la frequenza è di 42 MHz per l'atomo di idrogeno); se allora sul paziente viene
applicato un campo magnetico rotante a questa esatta frequenza e di energia
sufficiente, è possibile ruotare la magnetizzazione dei protoni di un angolo arbitrario
(detto flip angle) che dipende dal tipo di immagini che si desidera ottenere.
Il fornire questa energia alla stessa frequenza di precessione è il fenomeno che dà il
nome "risonanza" al metodo; si tratta dello stesso principio per cui fornendo la
spinta al momento giusto, si può aumentare l'ampiezza delle oscillazioni di
un'altalena, seppur nel nostro caso applicato a livello atomico.
Dopo l'impulso, gli spin dei protoni tenderanno a tornare al loro stato iniziale di
allineamento lungo il campo (fenomeno di rilassamento); tramite una bobina
ricevente viene misurato l'andamento della magnetizzazione nel piano
perpendicolare al campo magnetico principale (Free Induction Decay, o FID). Tale
rilassamento avviene con due costanti di tempo distinte: la prima, indicata con t1,
indica la rapidità con cui si ricostruisce la magnetizzazione diretta lungo la direzione
del campo principale, e dipende dall'interazione tra protoni e le molecole circostanti
(rilassamento spin-reticolo), la seconda, indicata con t2, indica la rapidità con cui si
distrugge la componente di magnetizzazione trasversale in condizioni ideali, e
dipende dall'interazione mutua di protoni vicini (rilassamento spin-spin). In
situazioni reali, la componente trasversa viene distrutta a causa della perdita di
coerenza di fase tra i vari protoni del campione osservato, con un tempo
chiamato t2* < t2. Essendo espressione di proprietà fisiche diverse, queste costanti
sono funzioni dell'intensità del campo magnetico e, in generale, indipendenti l'una
dall'altra.
In teoria, sarebbe possibile effettuare misurazioni rilevando il segnale emesso da
una grande varietà di nuclei atomici, come ad esempio il sodio, il fosforo,
il carbonio e l'idrogeno, impostando la frequenza di risonanza delle bobine a
radiofrequenza al valore appropriato. Tuttavia in campo diagnostico viene
attualmente usato quasi esclusivamente l'idrogeno come fonte di segnale.

MRI dal punto di vista medico[modifica | modifica wikitesto]


Animazione RMN dell'encefalo in un caso di un glioblastoma prima dell'intervento,
un esempio di acquisizione su diversi piani anatomici

Trasversale
Sagittale

Coronale
A prima vista, un'immagine di risonanza è simile a un'immagine ottenuta
tramite tomografia computerizzata (TC). Esternamente le attrezzature per una TC e
per una risonanza spesso sono simili: la principale differenza è la lunghezza del tubo
in cui viene inserito il paziente, più piccola nel caso della TC, generalmente maggiore
nel caso della MRI. In entrambe il paziente, su un lettino motorizzato, viene inserito
in un anello. Nonostante questa sia la forma più comune per una macchina di
risonanza magnetica umana, altre geometrie sono possibili (a ferro di cavallo o
quadrata, ad esempio).
Il paziente non deve assolutamente indossare oggetti di materiale metallico
potenzialmente ferromagnetico, quali orologi, bracciali, catenine; particolare
attenzione deve essere posta per accertarsi che il paziente non abbia subito in
passato incidenti in seguito ai quali schegge metalliche possano essere rimaste
alloggiate nei tessuti, od operazioni chirurgiche che abbiano previsto l'impianto di
materiali simili. Oggetti di materiale ferromagnetico immersi in un campo magnetico
intenso subiscono forze rilevanti che possono provocarne lo spostamento con
conseguente danno ai tessuti, ad esempio nel caso delle schegge che si trovassero
vicino a vasi sanguigni; anche in assenza di tale rischio la presenza di materiale
ferromagnetico, alterando il campo elettromagnetico cui sono sottoposti i tessuti,
può causare un anomalo riscaldamento dei tessuti circostanti, con conseguente
possibile danno.
La presenza di protesi, clip vascolari, stent, stimolatori cardiaci o altri apparati
medico-chirurgici può, in molti casi, impedire l'esecuzione o la corretta lettura
dell'esame. Dagli anni 1990 vengono utilizzati sempre più spesso materiali RM-
compatibili,[5] ma l'aumentare della potenza degli apparecchi rende tale problema
ancora attuale: occorre per tal motivo conoscere, per ogni materiale utilizzato, fino a
che intensità del campo magnetico è da considerarsi RM-free.
Le immagini di risonanza magnetica hanno normalmente dimensioni da
256×256 pixel (immagini cardiache) a 1024×1024 pixel (immagini cerebrali ad alta
risoluzione) per una profondità di 16 bit/pixel. Questo comporta una risoluzione
spaziale intrinseca piuttosto bassa (particolari di 1 mm sono praticamente al limite
della visibilità), ma l'importanza di questo esame sta nel fatto di poter discriminare,
per esempio, tra un tessuto del fegato ed uno della milza (che rispetto ai raggi X
presentano la stessa trasparenza), oppure i tessuti sani dalle lesioni. I tempi di
scansione sono molto più lunghi rispetto alle altre tecniche radiologiche (un esame
completo di risonanza magnetica dura da 30 a 60 minuti), e la risoluzione temporale
è generalmente piuttosto bassa (qualche immagine al secondo per le risoluzioni
spaziali inferiori).
Una caratteristica fondamentale della risonanza è la possibilità di variare il tipo di
contrasto dell'immagine semplicemente modificando la sequenza di eccitazione che
la macchina esegue. Ad esempio è possibile evidenziare oppure sopprimere il
segnale dovuto al sangue, oppure ottenere informazioni di
carattere funzionale invece che semplicemente morfologico.
La risonanza magnetica è una tecnica di imaging multiplanare, in quanto si possono
acquisire immagini su piani assiali, coronali o sagittali e multiparametrica, in quanto i
parametri di riferimento utilizzabili sono sia la densità protonica che i tempi di
rilassamento t1 e t2.
Rischi per la salute[modifica | modifica wikitesto]
L'indagine di risonanza magnetica, in quanto non comporta l'assorbimento
di radiazioni ionizzanti da parte del paziente, è indicata rispetto alla tomografia
computerizzata quando non c'è necessità di avere un'altissima risoluzione spaziale.
Inoltre risulta più utile in caso di lesioni localizzate in tessuti vicini a strutture ossee,
che potrebbero non essere rilevabili attraverso i raggi X. Viene preferita
alla tomografia computerizzata anche in particolari categorie di pazienti (donne in
gravidanza, bambini) nei quali si preferisce evitare l'esposizione a raggi X per ragioni
radioprotettive.
Per quanto riguarda le misure di sicurezza per gli operatori, per i pazienti e per il
personale di servizio sono fondamentali le procedure di controllo su tutti i materiali
ferromagnetici.
Per gli operatori, non sono ancora stati dimostrati danni per la salute derivanti dalla
permanenza in campi statici, sebbene tutte le normative attuali ne contemplino il
rischio (vedasi il Decreto Europeo 35 - giugno 2013), indicando nel Datore di Lavoro
il diretto responsabile.
Esistono strumenti portatili (chiamati impropriamente "dosimetri") per il
campionamento a lungo termine del campo magnetico.

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