Principio di funzionamento
In fisica, gli ultrasuoni sono delle onde meccaniche elastiche longitudinali
caratterizzate da lunghezze d'onda piccole e frequenze elevate. Le onde
hanno delle proprietà tipiche:
Non trasportano materia
Aggirano gli ostacoli
Combinano i loro effetti senza modificarsi a vicenda.
Suono e luce sono costituiti da onde.
Le onde sono caratterizzate da un moto oscillatorio in cui la sollecitazione
di un elemento si trasmette agli elementi vicini e da questi agli altri, fino a
propagarsi a tutto il sistema. Questo moto, risultante dall'accoppiamento
di moti individuali, è un tipo di moto collettivo, dovuto alla presenza di
legami di tipo elastico fra i componenti del sistema. Esso dà origine alla
propagazione di una perturbazione, senza alcun trasporto di materia, in
una qualsiasi direzione entro il sistema stesso. Questo moto collettivo è
chiamato onda. La propagazione degli ultrasuoni ha luogo nella materia
sotto forma di moto ondulatorio che genera delle bande alternate di
compressione e rarefazione delle molecole che costituiscono il mezzo.
Basti pensare a quando un sasso viene gettato in uno stagno e si avrà
chiaro il concetto di onda.
La lunghezza d'onda è intesa come distanza tra due punti consecutivi in
fase, cioè aventi, nello stesso istante, identica ampiezza e senso di moto.
La sua unità di misura è il metro, compresi i suoi sottomultipli. Il range di
lunghezze d'onda utilizzato negli ultrasuoni è compreso tra 1,5 e 0,1
nanometri (nm, cioè un miliardesimo di metro ).
La frequenza è definita come il numero di oscillazioni complete, o cicli,
che le particelle compiono nell'unità di tempo ed è misurata in Hertz (Hz).
Il range di frequenze utilizzate negli ultrasuoni è compreso tra 1 e 10-20
Mega Hertz (MHz, cioè un milione di Hertz) ed a volte è anche maggiore
di 20MHz. Queste frequenze non sono udibili dall'orecchio umano.
Le onde si propagano con una certa velocità, che dipende dall'elasticità e
dalla densità del mezzo che attraversano. La velocità di propagazione di
un'onda è data dal prodotto della sua frequenza per la sua lunghezza
d'onda (vel = freq x lunghezza d'onda).
1. basso costo
2. rapida esecuzione
3. innocua, e perciò più facilmente ripetibile
Va in ogni caso ricordato che gli ultrasuoni possono rompere la catena
della cromatina (del DNA delle cellule) ma, mentre con le radiazioni
ionizzanti (raggi X) la riparazione avviene con minore frequenza, in questo
caso essa si ha sempre. Ecco perché l'ecografia può essere utilizzata senza
alcun rischio per il monitoraggio della gravidanza (nei casi normali, 1 eco
ogni tre mesi, nei casi critici, 1 eco al mese).
Limiti
1. perizia dell'operatore
2. interpretazione in tempo reale dell'esame
3. artefatti di vario tipo
4. ostacoli all'esecuzione come meteorismo (gas) intestinale, struttura
del paziente (tessuto adiposo in eccesso per esempio), strutture
ossee.
Indicazioni
Iperparatiroidismo
Apparato muscolo scheletrico: malattie delle articolazioni (forme
iniziali), lacerazione della cuffia dei rotatori (spalla), protesi ossea
dolorosa.
Apparato gastrointestinale: sospetta patologia dell'intestino
tenue (per esempio malattia di Crohn), tumore del
pancreas (ecoendoscopia).
Apparato urogenitale e surreni: insufficienza renale
Senologia: valutazione dell'integrità di una protesi al silicone.
Traumi: trauma orbitarlo (lesione penetrante).
Tumori: laringe, stadiazione del tumore del pancreas
(ecoendoscopia).
Pediatria: dolori ossei localizzati, ittero neonatale persistente,
perdita ematica dal retto, infezione accertata delle vie urinarie.
Interventistica: malformazioni artero-venose polmonari, biopsia del
mediastino.
PET
Applicazioni:
La PET è usata estensivamente in oncologia clinica[5] (per avere rappresentazioni dei
tumori e per la ricerca di metastasi) e nelle ricerche cardiologiche e neurologiche.
Metodi di indagine alternativi sono la tomografia computerizzata a raggi X (TC),
l'imaging a risonanza magnetica (MRI), la risonanza magnetica funzionale (RMF) e la
tomografia computerizzata a ultrasuoni e a emissione di singolo fotone.
A ogni modo, mentre gli altri metodi di scansione, come la TAC e la RMN
permettono di identificare alterazioni organiche e anatomiche nel corpo umano, le
scansioni PET sono in grado di rilevare alterazioni a livello biologico molecolare che
spesso precedono l'alterazione anatomica, attraverso l'uso di marcatori molecolari
che presentano un diverso ritmo di assorbimento a seconda del tessuto interessato.
Con una scansione PET è possibile visualizzare e quantificare con discreta precisione
il cambio di afflusso sanguigno nelle varie strutture anatomiche (attraverso la
misurazione della concentrazione dell'emettitore di positroni iniettato).
Spesso, e sempre più frequentemente, le scansioni della Tomografia a Emissione di
Positroni sono raffrontate con le scansioni a Tomografia Computerizzata, fornendo
informazioni sia anatomiche e morfologiche, sia metaboliche (in sostanza, su come il
tessuto o l'organo siano conformati e su cosa stiano facendo). Per sopperire alle
difficoltà tecniche e logistiche conseguenti allo spostamento del paziente per
eseguire i due esami e alle imprecisioni conseguenti, ci si avvale oramai
esclusivamente dei tomografi PET-TC, nei quali il sistema di rilevazione PET e un
tomografo TC di ultima generazione sono assemblati in un unico gantry e controllati
da un'unica consolle di comando. L'introduzione del tomografo PET-TC ha
consentito un grande miglioramento dell'accuratezza e dell'interpretabilità delle
immagini ed una notevole riduzione dei tempi di esame.
La PET gioca un ruolo sempre maggiore nella verifica della risposta alla terapia,
specialmente in particolari terapie anti-cancro.[5]
La PET è usata anche in studi pre-clinici sugli animali,[6] dove invece le indagini
ripetute sullo stesso soggetto sono consentite. Queste ricerche si sono dimostrate
particolarmente valide nella ricerca sul cancro, dove si registra un aumento della
qualità statistica dei dati e una sostanziale riduzione del numero di animali richiesti
per ogni singolo studio.
Una limitazione alla diffusione della PET è il costo dei ciclotroni per la produzione dei
radionuclidi di breve tempo di dimezzamento. Pochi ospedali e Università possono
permettersi l'acquisto e il mantenimento di questi costosi apparati e quindi la
maggior parte dei centri PET è rifornita da fornitori esterni. Questo vincolo limita
l'uso della PET clinica principalmente all'uso di traccianti contrassegnati con il 18F,
che avendo un tempo di dimezzamento di 110 minuti può essere trasportato a una
distanza ragionevole prima di essere utilizzato. Anche il 68Ga (ottenibile grazie a un
generatore) permette di ottenere traccianti in maniera più agevole, mentre il 82Rb è
a volte usato per lo studio dell'irrorazione del miocardio.
la sarcoidosi
le osteomieliti dello scheletro appendicolare
l'osteomielite vertebrale e la spondilodiscite
la ricerca di foci infettivi in pazienti con febbre di origine sconosciuta o
con batteriemia ad alto rischio di infezioni metastatiche
le vasculiti dei grossi vasi
valutazione di cisti epatiche o renali potenzialmente infette
sospetta infezione di device intravascolari (pacemaker e cateteri)
infezioni associate all'AIDS o alla malattia di Castleman
valutazione delle lesioni tubercolari
Rischi
La scansione non è invasiva, ma implica l'esposizione a radiazioni ionizzanti. La dose
totale di radiazione è significativa, di solito circa 5–7 mSv (milli-sievert). Comunque,
nella pratica moderna, una scansione combinata di PET/CT è quasi sempre utilizzata,
e per una scansione PET/CT, l'esposizione di radiazione può essere sostanzialmente
attorno ai 23–26 mSv (per una persona di 70 kg, la dose è più alta per corpi di
maggiore peso).[7] Comparato al livello di classificazione per chi lavora nel campo
delle radiazioni nel Regno Unito di 6 mSv, si deve trarre che l'uso della PET necessita
di una giustificazione più che sufficiente. Ciò si può anche comparare con la
radiazione di fondo media annuale di 2.2 mSv nel Regno Unito, 0.02 mSv per una
radiografia X al torace e 6.5–8 mSv per una scansione del torace, secondo la
rivista Chest e ICRP.[8] D'altro canto secondo l'associazione IFALPA nel 1999 si
dichiarò che un operatore di volo riceverebbe una dose di radiazioni di 4–9 mSv per
anno.
ome Funziona
Quando un fascio di raggi X attraversa il corpo umano, subisce un'attenuazione diversa a seconda
della struttura anatomica colpita; in particolare, l'attenuazione di tale fascio è tanto più sostanziosa,
quanto più dense sono le parti del corpo attraversate.
Un apparecchio come la TAC è in grado di captare, attraverso i cosiddetti detettori, le suddette
differenze di attenuazione e, successivamente, mediante l'elaboratore, di ricostruire un'immagine
dettagliata, in versione tridimensionale, dei vari distretti anatomici attraversati.
A differenza della radiografia tradizionale, la TAC si avvale di un potente elaboratore matematico,
che riesce a valutare anche le più lievi perdite di intensità del fascio di raggi X e, di conseguenza, a
distinguere anche strutture con modesta differenza di densità.
È importante segnalare che, con i suoi raggi X, la TAC "colpisce" l'area anatomica di interesse da
più angolazioni differenti: questo aspetto è fondamentale per poter fornire un'immagine
tridimensionale ricca di dettagli.
Se non ha provveduto a farlo a casa, privarsi fino alla conclusione dell'esame di tutti gli
eventuali gioielli (es: orecchini) e altri oggetti metallici analoghi (es: piercing);
Sottoporsi alla misurazione della pressione arteriosa e della temperatura corporea;
Il riepilogo di quanto accadrà e a quali regole dovrà attenersi nel corso dell'esame.
Tra le regole da rispettare durante la TAC, merita una citazione particolare la completa immobilità,
in quanto anche un solo minimo movimento del corpo può pregiudicare il buon esito della
procedura diagnostica.
Nota importante sull'immobilità
Durante una TAC, l'invito alla completa immobilità include anche il trattenimento del respiro, in
quanto anche il movimento del torace durante l'atto respiratorio può falsare i risultati dell'esame.
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Mezzo di Contrasto per TAC
Una volta somministrato, il mezzo di contrasto ha bisogno di qualche minuto per distribuirsi nei
vari distretti anatomici del corpo umano.
Grazie alla sua elevata capacità di rilevazione, potrebbe rendere superfluo il ricorso alla
chirurgia esplorativa o alla biopsia;
Le immagini altamente dettagliate, che essa fornisce, sono di enorme aiuto in occasione di
eventuali interventi chirurgici successivi;
Breve durata;
Fornisce immagini in tempo reale, quindi i chirurghi possono sfruttarla poco prima di un
intervento chirurgico d'emergenza.
Quelli appena elencati sono i principali vantaggi della TAC.
Cos’è la TAC o TC
La TC, una volta definita TAC, è un esame diagnostico per immagini che consente di
esaminare anche le parti molli del corpo, mentre la radiografia vede solo le ossa.
RM
l principio di funzionamento si basa sul sottoporre il paziente ad un forte campo
magnetico statico. L'intensità del campo magnetico può variare dai decimi di tesla,
per piccole macchine dedicate allo studio delle articolazioni, a 3 tesla per le
macchine attualmente in commercio per scopi diagnostici. Alcune macchine per
la risonanza magnetica funzionale attualmente in commercio raggiungono campi di
7 T, mentre nell'ambito sperimentale sono in sviluppo dispositivi da 8 e 9 T.
Nel campo magnetico statico, gli spin dei protoni all'interno dei tessuti tendono ad
allinearsi alle linee di forza (in modo parallelo o antiparallelo); poiché gli spin
allineati in senso parallelo sono in numero superiore, i tessuti vengono a possedere
una leggera magnetizzazione totale. Questo allineamento non è mai totale, ma
piuttosto gli spin dei vari protoni incominciano a mostrare una precessione attorno
alla direzione del campo magnetico.
Questa precessione mostra una frequenza tipica detta frequenza di Larmor che si
trova nell'ordine dei MHz e quindi nel campo della radiofrequenza (per un campo di
1 T, la frequenza è di 42 MHz per l'atomo di idrogeno); se allora sul paziente viene
applicato un campo magnetico rotante a questa esatta frequenza e di energia
sufficiente, è possibile ruotare la magnetizzazione dei protoni di un angolo arbitrario
(detto flip angle) che dipende dal tipo di immagini che si desidera ottenere.
Il fornire questa energia alla stessa frequenza di precessione è il fenomeno che dà il
nome "risonanza" al metodo; si tratta dello stesso principio per cui fornendo la
spinta al momento giusto, si può aumentare l'ampiezza delle oscillazioni di
un'altalena, seppur nel nostro caso applicato a livello atomico.
Dopo l'impulso, gli spin dei protoni tenderanno a tornare al loro stato iniziale di
allineamento lungo il campo (fenomeno di rilassamento); tramite una bobina
ricevente viene misurato l'andamento della magnetizzazione nel piano
perpendicolare al campo magnetico principale (Free Induction Decay, o FID). Tale
rilassamento avviene con due costanti di tempo distinte: la prima, indicata con t1,
indica la rapidità con cui si ricostruisce la magnetizzazione diretta lungo la direzione
del campo principale, e dipende dall'interazione tra protoni e le molecole circostanti
(rilassamento spin-reticolo), la seconda, indicata con t2, indica la rapidità con cui si
distrugge la componente di magnetizzazione trasversale in condizioni ideali, e
dipende dall'interazione mutua di protoni vicini (rilassamento spin-spin). In
situazioni reali, la componente trasversa viene distrutta a causa della perdita di
coerenza di fase tra i vari protoni del campione osservato, con un tempo
chiamato t2* < t2. Essendo espressione di proprietà fisiche diverse, queste costanti
sono funzioni dell'intensità del campo magnetico e, in generale, indipendenti l'una
dall'altra.
In teoria, sarebbe possibile effettuare misurazioni rilevando il segnale emesso da
una grande varietà di nuclei atomici, come ad esempio il sodio, il fosforo,
il carbonio e l'idrogeno, impostando la frequenza di risonanza delle bobine a
radiofrequenza al valore appropriato. Tuttavia in campo diagnostico viene
attualmente usato quasi esclusivamente l'idrogeno come fonte di segnale.
Trasversale
Sagittale
Coronale
A prima vista, un'immagine di risonanza è simile a un'immagine ottenuta
tramite tomografia computerizzata (TC). Esternamente le attrezzature per una TC e
per una risonanza spesso sono simili: la principale differenza è la lunghezza del tubo
in cui viene inserito il paziente, più piccola nel caso della TC, generalmente maggiore
nel caso della MRI. In entrambe il paziente, su un lettino motorizzato, viene inserito
in un anello. Nonostante questa sia la forma più comune per una macchina di
risonanza magnetica umana, altre geometrie sono possibili (a ferro di cavallo o
quadrata, ad esempio).
Il paziente non deve assolutamente indossare oggetti di materiale metallico
potenzialmente ferromagnetico, quali orologi, bracciali, catenine; particolare
attenzione deve essere posta per accertarsi che il paziente non abbia subito in
passato incidenti in seguito ai quali schegge metalliche possano essere rimaste
alloggiate nei tessuti, od operazioni chirurgiche che abbiano previsto l'impianto di
materiali simili. Oggetti di materiale ferromagnetico immersi in un campo magnetico
intenso subiscono forze rilevanti che possono provocarne lo spostamento con
conseguente danno ai tessuti, ad esempio nel caso delle schegge che si trovassero
vicino a vasi sanguigni; anche in assenza di tale rischio la presenza di materiale
ferromagnetico, alterando il campo elettromagnetico cui sono sottoposti i tessuti,
può causare un anomalo riscaldamento dei tessuti circostanti, con conseguente
possibile danno.
La presenza di protesi, clip vascolari, stent, stimolatori cardiaci o altri apparati
medico-chirurgici può, in molti casi, impedire l'esecuzione o la corretta lettura
dell'esame. Dagli anni 1990 vengono utilizzati sempre più spesso materiali RM-
compatibili,[5] ma l'aumentare della potenza degli apparecchi rende tale problema
ancora attuale: occorre per tal motivo conoscere, per ogni materiale utilizzato, fino a
che intensità del campo magnetico è da considerarsi RM-free.
Le immagini di risonanza magnetica hanno normalmente dimensioni da
256×256 pixel (immagini cardiache) a 1024×1024 pixel (immagini cerebrali ad alta
risoluzione) per una profondità di 16 bit/pixel. Questo comporta una risoluzione
spaziale intrinseca piuttosto bassa (particolari di 1 mm sono praticamente al limite
della visibilità), ma l'importanza di questo esame sta nel fatto di poter discriminare,
per esempio, tra un tessuto del fegato ed uno della milza (che rispetto ai raggi X
presentano la stessa trasparenza), oppure i tessuti sani dalle lesioni. I tempi di
scansione sono molto più lunghi rispetto alle altre tecniche radiologiche (un esame
completo di risonanza magnetica dura da 30 a 60 minuti), e la risoluzione temporale
è generalmente piuttosto bassa (qualche immagine al secondo per le risoluzioni
spaziali inferiori).
Una caratteristica fondamentale della risonanza è la possibilità di variare il tipo di
contrasto dell'immagine semplicemente modificando la sequenza di eccitazione che
la macchina esegue. Ad esempio è possibile evidenziare oppure sopprimere il
segnale dovuto al sangue, oppure ottenere informazioni di
carattere funzionale invece che semplicemente morfologico.
La risonanza magnetica è una tecnica di imaging multiplanare, in quanto si possono
acquisire immagini su piani assiali, coronali o sagittali e multiparametrica, in quanto i
parametri di riferimento utilizzabili sono sia la densità protonica che i tempi di
rilassamento t1 e t2.
Rischi per la salute[modifica | modifica wikitesto]
L'indagine di risonanza magnetica, in quanto non comporta l'assorbimento
di radiazioni ionizzanti da parte del paziente, è indicata rispetto alla tomografia
computerizzata quando non c'è necessità di avere un'altissima risoluzione spaziale.
Inoltre risulta più utile in caso di lesioni localizzate in tessuti vicini a strutture ossee,
che potrebbero non essere rilevabili attraverso i raggi X. Viene preferita
alla tomografia computerizzata anche in particolari categorie di pazienti (donne in
gravidanza, bambini) nei quali si preferisce evitare l'esposizione a raggi X per ragioni
radioprotettive.
Per quanto riguarda le misure di sicurezza per gli operatori, per i pazienti e per il
personale di servizio sono fondamentali le procedure di controllo su tutti i materiali
ferromagnetici.
Per gli operatori, non sono ancora stati dimostrati danni per la salute derivanti dalla
permanenza in campi statici, sebbene tutte le normative attuali ne contemplino il
rischio (vedasi il Decreto Europeo 35 - giugno 2013), indicando nel Datore di Lavoro
il diretto responsabile.
Esistono strumenti portatili (chiamati impropriamente "dosimetri") per il
campionamento a lungo termine del campo magnetico.