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MONITORAGGIO PA: può essere eseguito con metodica Non invasiva e Invasiva.

I metodi non invasivi prevedono l’uso di un bracciale pneumatico che, a intervalli pre-
impostati dal professionista sanitario, è in grado di rilevare la pressione arteriosa,
visualizzandolo poi sul monitor. In particolare gravità può essere necessario ricorrere
a una metodica INVASIVA.

Il metodo invasivo prevede l’incannulamento di un’arteria tramite un catetere


arterioso connesso a un sistema di trasduzione che, collegato a un monitor, permette
la visualizzazione sia dell’onda di pressione, sia del suo valore numerico.

Le arterie più comunemente utilizzate sono: radiale, femorale, pedidia, brachiale.

Radiale: Di solito è la preferita, è l’arteria del braccio, considerata la migliore per la


possibilità di palpazione e presenza di un circolo collaterale (dove quindi se affetto da
trombosi non riporta gravi danni), si effettua la validità con il test di Allen, che ci fa
capire se usare in caso l’ulnare. Il test di allen si effettua comprimendo digitalmente
arteria ulnare e radiale fino a ischemizzare la mano, poi si allenta la presa e si vede se
in 6 sec. Ricompare il colorito normale. Puo essere più accurato usando un’ecografia o
con pulsossimetro sul pollice. La non comparsa del colorito o del polso dopo la
compressione indica che vi è appunto un’inadeguata circolazione collaterale.
L’incanulamento si effettua tenendo immobile la mano del pz e flessa in senso dorsale,
con il pollice premuto verso il basso, la puntura si effettua a circa 2.5 cm dalla piega
del polso.

Brachiale: decorre nel braccio come continuazione dell’arteria ascellare, si palpa


tramite bicipite, appena sopra la piega del gomito. In caso di blocco, di trombosi
questa non ha il circolo collaterale, infatti di solito si usa questa arteria solo quando
non si hanno alternative.

Dorsale del piede: non è molto usata, però è molto simile alla radiale, decorre come
proseguimento della tibiale, è un’arteria che rifornisce il piede. Anche qui si può fare il
test di Allen comprimendo l’unghia dell’alluce in diversi punti, per diversi secondi,
togliere la compressione e osservare il riempimento, comprimendo totalmente la
dorsale.

Femorale: di solito non si riesce a mantenere la sepsi qui, portando possibile


trombosi, emboli, necrosi e gangrena. Poco usata ma grazie alle nuove tecniche se
tenuta bene in sede e con il catetere abbastanza lungo permette la permanenza

Le metodiche per l’incanulamento: Metodo percutaneo (metodo di Seldinger, Si


utilizza un catetere arterioso e una guida sulla quale viene fatto scorrere il catetere
stesso), Metodo chirurgico (quando il percutaneo non è possibile usarlo, es.
bambini).

Le principali indicazioni sono: Controllo emogasanalitico nei soggetti con


insufficienza respiratoria sottoposti a ventilazione artificiale; Controllo emodinamico
nei pazienti sottoposti a terapia farmacologica cardiovascolare, per valutarne
rapidamente gli effetti; Controllo emodinamico invasivo durante e/o dopo l’esecuzione
di interventi chirurgici complessi, lunghi e con rischio di emorragia (per esempio
chirurgia toracica)
Materiale: spremisacca, kit per monitoraggio pressione, cavi di connessione al
monitor, catetere arterioso adatto, SOL. Fisiologica da 500 ml, siringhe, garze, guanti
sterili e non, dpi, antisettico

L’ago cannule sono di 18-21 G per l’adulto e 22-24 nel bambino. Dopo aver preparato
il materiale, individuato e scelta la sede, s’inserisce l’agocannula seguendo la direzione
del vaso con un angolazione del 30-45°.

Attenzione: Il circuito, prima di essere collegato, deve essere completamente lavato


e riempito di soluzione fisiologica, assicurandosi che non vi siano bolle d’aria, causa di
gravi aritmie e arresto cardiaco.

Allestimento set: aprire set con tecnica asettica, inserire la sacca nello spremi sacca,
collegare all’asta, collegare trasduttore all’albero all’altezza dell’atrio destro del pz,
clampare il deflussore e collegare alla sacca, riempire il gocciolatore.

Aprire il clamp del deflussore, girare valvola verso il basso, tirare il filo blu del
traduttore assicurandosi che la leva del rubinetto sia (verso il pz) su off, cioè chiusa;
l’acqua arriverà al tappino del rubinetto, girare nuovamente la valvola verso il tappino.

Permettere al liquido di scorrere aprendo il rubinetto più in basso, tenendo il filo blu.

Gonfiare la sacca a 300mmHG di mercurio, connettere il trasduttore al catetere

Inserito il catetere arterioso e dopo averlo connesso al sistema di trasduzione


/lavaggio, è necessario procedere all’azzeramento. L’azzeramento, altro non è che
una definizione di un punto di riferimento tra la pressione atmosferica (valore fisso) e
la pressione arteriosa (valore variabile), sfruttando la collocazione del trasduttore su
un punto preciso detto asse flebostatico.

Per effettuare l’azzeramento si deve: Porre il trasduttore a livello della linea che
interseca il IV° spazio intercostale (atrio destro pz) con la linea ascellare media del
paziente. Collegare i cavi al monitor, Aprire la valvola (cioè porla verso il basso),
togliere il tappino (o la siringa), mettendo in collegamento l’aria ambiente con il
trasduttore; Premere il tasto zero sul monitor; Attendere il messaggio o suono
dell’avvenuto azzeramento; Richiudere il tappo e osservare il valore che compare sul
monitor.

Iltest di risposta idonea sarà dato dal premere il filo blu e vi sarà un onda quadrata
piatta

Le complicanze: Ischemia; Occlusione dell’arteria; Formazione di trombi; Infezione;


Ematoma; Emorragie/dissanguamento per disconnessione accidentale. E’ importante
per prevenire questa complicanza valutare la tenuta del sistema (rubinetti e raccordi).

Il mantenimento/controllo/monitoraggio della PA sarà: aprire la valvola verso


l’alto, connettere una siringa al traduttore, tirare il filo blu in modo che la siringa si
riempia, girare la valvola verso il basso (sotto proprio), spingere la fisiologica
verificando la resistenza, girare verso la siringa la valvola

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