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Relazione 1:
Strumenti utilizzati:
Procedimento:
Abbiamo misurato il tempo necessario a compiere 10 oscillazioni per 6 diverse lunghezze del filo
(l=40 cm; l=50 cm; l=60 cm; l=80 cm; l=110 cm; l=150 cm).
Quando parliamo di lunghezza del filo, intendiamo la distanza tra il perno del pendolo e il centro di massa.
Abbiamo fatto oscillare il pendolo con un ampiezza minore di 15 gradi per poter utilizzarela formula delle
piccole oscillazioni.
Abbiamo scelto di misurare il tempo di 10 oscillazioni per calcolare il periodo con un errore dovuto al
tempo di reazione ridotto di 10 volte aggiungendo inoltre l’errore strumentale.
Quindi abbiamo diviso per 10 i tempi misurati e ne abbiamo calcolato la media aritmetica e lo scarto
Poiché lo scarto quadratico medio è in tutti i casi minore della sensibilità del cronometro (errore di lettura)
A questo punto, una volta calcolati gli errori su T e su g per maggior chiarezza espositiva possiamo disporre i dati
all’interno di una tabella.
Tabella Dati:
(1)
l(m) Delta l(cm) 10T(s) Delta T g(m/s^2)
0.4 0.3 12.80 0,02 9.5
0.4 0.3 12.60 0,02 9.97
0.4 0.3 12.73 0,02 9.81
0.4 0.3 12.63 0,02 9.97
0.4 0.3 12.69 0,02 9.81
0.5 0.3 14.13 0,02 9.95
0.5 0.3 14.16 0,02 9.81
0.5 0.3 14.26 0,02 9.67
0.5 0.3 14.11 0,02 9.95
0.5 0.3 14.13 0,02 9.95
0.6 0.3 15.37 0,02 9.98
0.6 0.3 15.30 0,02 10.12
0.6 0.3 15.43 0,02 9.98
0.6 0.3 15.78 0,02 9.73
0.6 0.3 15.59 0,02 9.73
0.8 0.3 18.00 0,02 9.75
0.8 0.3 17.76 0,02 9.97
0.8 0.3 17.65 0,02 10.08
0.8 0.3 17.96 0,02 9.75
0.8 0.3 17.94 0,02 9.86
1.1 0.3 20.76 0,02 10.04
1.1 0.3 20.92 0,02 9.94
1.1 0.3 20.93 0,02 9.94
1.1 0.3 20.81 0,02 10.04
1.1 0.3 21.08 0,02 9.75
1.5 0.3 24.58 0,02 9.79
1.5 0.3 24.50 0,02 9.87
1.5 0.3 24.58 0,02 9.79
1.5 0.3 24.38 0,02 9.95
1.5 0.3 24.30 0,02 10.03
Al fine di avere una tabella più organizzata e più facilmente consultabile (inoltre abbiamo inserito i valori di g media
calcolata attraverso la media pesata e le varie incertezze) la riscriviamo in questo modo:
(2)
L (m) <Ti> (s) <T2> (s^2) δ T2 (s^2) <g> (m/s^2) δ g (m/s^2)
0.40 1,27 1,58 0,04 9,80 0,17
0.50 1,42 2,01 0,04 9,86 0,15
0.60 1,55 2,40 0,04 9,90 0,14
0.80 1,79 3,20 0,04 9,87 0,12
1.10 2,10 4,37 0,04 9,91 0,10
1.50 2,45 5,99 0,04 9,88 0,08
Una volta disposti i dati possiamo rappresentarli in un grafico, nel quale poniamo lungo l’asse x le lunghezze del
pendolo scelte e lungo l’asse y i periodi al quadrato delle varie oscillazioni, ovviamente abbiamo rappresentato i
dati con i rispettivi errori, ovvero δl=0,003 m e δT^2=0,04 s^2.
Ovviamente poiché l’errore sulla x è più di 10 volte minore rispetto all’errore sulla y, ed essendo inoltre l’errore
sulla y abbastanza piccolo, esso non è visibile all’interno del grafico.
Come è possibile osservare del grafico esposto in precedenza tra T^2 e la lunghezza del pendolo vige una
dipendenza lineare, proprio per questo motivo possiamo introdurre le rette di minima e massima pendenza che ci
permetteranno di stimare anche un valore per g.
Avendo calcolato i valori di mmax e mmin rispettivamente pari a 4,05 e 3,95 (espressi in s^2/m)
Calcoliamo m medio, esso è uguale a 4 ( m max+mmin/2)
A questo punto sfruttando la formula delle piccole oscillazioni:
4=( 4 π 2 ) / g
Allora g=π 2 =9,87 m/s 2
Per calcolare l’incertezza su tale valore calcoliamo g max e gmin sfruttando i valori di massima e minima calcolati in
precedenza, ottenendo così gmax=9,99 e gmin=9,75 utilizzando la semidispersione massima δg=0,1.
Possiamo notare inoltre che la discrepanza non è significativa, poiché in tutti gli intervalli di errore rientra il
valore considerato vero (9,81 m/s2), quindi le misure effettuate possono considerarsi accettabili ed il
risultato è soddisfacente (vedere ultime due colonne della tabella 2).
Un ulteriore metodo, utile in questo caso, per calcolare l’accelerazione di gravità è ricorrere alla linearizzazione
(infatti come abbiamo visto in precedenza la dipendenza tra T^2 e L è lineare).
Tramite la linearizzazione dei dati, è possibile ricondurre la discussione al semplice metodo dei minimi quadrati
applicato alla regressione lineare.
I valori del computer sono g_fit =9.890 e dG_fit 0.009,possiamo concludere che l’errore
stimato attraverso le rette di massima e minima pendenza (0.1 m/s^2) è più attendibile a livello
sperimentale rispetto a quello elaborato unicamente dal programma di calcolo; tuttavia i due risultati
sono concordi.
Infine, poiché il teorema del limite centrale in questo caso non può essere applicato, data la scarsità delle
misurazioni effettuate, per descrivere l’incertezza utilizziamo la distribuzione t-student.
in cui 0,08
(con tstud= 2.045 in base ai valori tabulati con 29 gradi di libertà perché: G.D.L.=30(num.di dati) -1(vincolo)).
Effettuando il calcolo otteniamo un errore di circa 0,08 m/s^2 tuttavia, poiché abbiamo eseguito un numero esiguo
di misurazioni un errore di 0,1 m/s^2 è più adatto al caso studiato.
Conclusioni:
I valori trovati per g, utilizzando i diversi metodi elencati sopra, risultano essere equivalenti tra loro e inoltre sono
tutti in comune accordo con l’accelerazione gravitazionale misurata a Camerino ovvero 9,802274 m/s^2.