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Papa Benedetto XIV

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Papa Benedetto XIV, in latino: Benedictus


PP. XIV, nato Prospero Lorenzo Lambertini
Papa Benedetto XIV
(Bologna, 31 marzo 1675 – Roma, 3 maggio
1758), è stato il 247º vescovo di Roma e papa
della Chiesa cattolica dal 17 agosto 1740 (giorno
dell'elezione al 255º scrutinio)[1] alla sua morte.
Il suo pontificato, considerato uno dei più
significativi della storia del papato in età
moderna[2], attuò una serie di riforme pastorali
nello spirito dell'illuminismo cattolico di stampo
muratoriano[3].

Uomo politicamente realista e moderno


nell'affrontare i rapporti nei confronti degli atei e
dei non cattolici, Benedetto XIV mise in pratica
una serie di decreti volti a colmare le lacune
politico-amministrative lasciate dai pontefici
precedenti. Fautore di un mecenatismo non Pierre Subleyras, Papa Benedetto XIV
soltanto umanista, ma anche scientifico, papa (1741); olio su tela, 133x96 cm, Reggia
Lambertini mutò atteggiamento a partire dagli
di Versailles
anni cinquanta, quando si fecero sempre più
allarmanti le tendenze anticlericali 247º papa della Chiesa cattolica
dell'illuminismo, il quale vedeva come suo
principale antagonista l'ordine dei Gesuiti.

Oggetto di una vivace disputa storiografica,


divisa tra storici favorevoli al papa bolognese per
il suo spirito profetico nell'amministrazione
della Chiesa, e intellettuali critici nei suoi
confronti per la sua arrendevole politica Elezione 17 agosto 1740
concordataria, papa Lambertini è rimasto noto Incoronazione 25 agosto 1740
perlopiù al grande pubblico per la commedia Il
Fine 3 maggio 1758
cardinale Lambertini del bolognese Alfredo
Testoni, in cui il commediografo mise in risalto il pontificato
carattere "anticonformista" che Cardinali vedi Concistori di
contraddistingueva il Lambertini storico. creati papa Benedetto XIV
Predecessore papa Clemente XII
Successore papa Clemente XIII
Indice Nome Prospero Lorenzo
Biografia Lambertini
Origini e carriera ecclesiastica Nascita Bologna, 31 marzo
Famiglia e primi studi 1675
La carriera ecclesiastica e la stima dei Ordinazione 2 luglio 1724
pontefici sacerdotale
La rapida ascesa sotto Benedetto XIII: Nomina ad 12 luglio 1724 da
vescovo di Ancona e cardinale arcivescovo papa Benedetto XIII
Episcopato bolognese (1731-1740) Consacrazione 16 luglio 1724 da
Zelo pastorale e abilità politica ad papa Benedetto XIII
Mediatore politico arcivescovo
Esperto amministratore e Creazione a 9 dicembre 1726 da
protettore delle arti e delle scienze cardinale papa Benedetto XIII
Cura della pastorale Pubblicazione 30 aprile 1728 da
Committenze a cardinale papa Benedetto XIII
Considerazioni Morte Roma, 3 maggio
1758 (83 anni)
Pontificato (1740-1758)
Il conclave del 1740 Sepoltura Basilica di San
Lo spirito del papa Clemente Pietro in Vaticano
Elezione e insediamento
Vescovo di Roma e arcivescovo di
Bologna
La prima fase del pontificato: 1740-
1750
La politica estera
I concordati e le aperture
diplomatiche ai non cattolici
Tra Carlo VII e Maria Teresa
Le riforme economico-
amministrative
La riorganizzazione dell'Urbe
e la ridefinizione degli
incarichi pubblici
Liberalizzazione dei commerci
La riforma
dell'amministrazione e della
giustizia
La protezione dei poveri
Provvedimenti teologici e pastorali
L'attività missionaria
I provvedimenti liturgici
La nascita dell'Enciclica
moderna
I rapporti con gli ebrei
Il Giubileo del 1750 e san Leonardo
Il trattato De servorum Dei
beatificatione
La seconda fase del Pontificato (1750-
1758)
Irrigidimento dottrinale
La revisione dell'Indice dei libri
proibiti
Il declino, la morte e la sepoltura
Il patronato di Benedetto XIV
I contatti epistolari con credenti e non
credenti
La riqualificazione dei più importanti edifici
sacri romani
Bibliofilia, accademie e sviluppo culturale
L'impulso scientifico
Giudizi su Benedetto XIV
Tra XVIII e XIX secolo
Giudizi positivi
La gerarchia ecclesiastica
Gli immediati successori
I papi del XX secolo
La storiografia del XIX e del XX secolo
I critici dell'operato lambertiniano
Le posizioni del XX secolo
Benedetto XIV nella cultura di massa
Il cardinale Lambertini
Onorificenze
Encicliche
Genealogia episcopale e successione
apostolica
:
Concistori per la creazione di nuovi
cardinali
Beatificazioni e canonizzazioni del
pontificato
Opere di Benedetto XIV
Note
Esplicative
Bibliografiche
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia

Origini e carriera ecclesiastica

Famiglia e primi studi

Prospero Lorenzo Lambertini nacque a Bologna in via delle Campane, poi intitolata a suo
nome[4], il 31 marzo 1675 da Marcello Lambertini e Lucrezia Bulgarini, figlia di Carlo[5].
Prospero apparteneva, attraverso il padre, al ramo cadetto di un'antica famiglia senatoria
di Bologna[6][7], fino all'unità d'Italia la seconda città per importanza dello Stato
Pontificio[8]. Battezzato il giorno stesso della nascita da Carlo Evangelista Graffi, prevosto
della Cattedrale metropolitana di Bologna[9], il futuro pontefice rimase presto orfano del
padre (deceduto a soli 42 anni[10]), mentre la madre convolò a seconde nozze con Luigi
Bentivoglio, un conte[11], e morì il 21 novembre 1705[5].

Prospero apprese i primi rudimenti da Paolo Pasi e dal sacerdote Sante Stancari, per
essere poi trasferito nel convitto bolognese dell'Accademia degli Ardenti, detto Del
Porto[4][5]. A tredici anni fu infine mandato nel 1688 a Roma nel Collegio Clementino
diretto dai Padri Somaschi[12][13], ove si segnalò per vivacità d'ingegno fra i
condiscepoli[14].

La carriera ecclesiastica e la stima dei pontefici

Il giovane Lambertini fu notato nel 1691 da papa Innocenzo XII, il quale, dopo aver
ascoltato un discorso in latino redatto dallo stesso Lambertini sulla Santissima Trinità e a
lui dedicato, ne fu talmente stupefatto che gli assegnò un piccolo beneficio che rendeva
:
cento scudi d'oro[6][12], la prima delle gratificazioni ricevute dal pontefice nel corso della
sua vita antecedente l'ascesa al Soglio.

Nel 1694 si laureò in teologia e in utroque iure presso l'Università di Roma[13][15],


avviandosi presto e con molti apprezzamenti alla carriera curiale[14][16], che percorse in
tutti i suoi gradi e uffici divenendo nel 1708 Promotore della Fede, nel 1712 Canonico
della Basilica Vaticana con prebenda teologale e nel 1713 prelato[13], per poi divenire nel
1718 Segretario della Congregazione del Concilio[17]. Il Lambertini fu tenuto in grande
stima dal pontefice in carica, Clemente XI (1700-1721), il quale chiedeva consiglio al
prelato nelle questioni più gravi e onerose, quali quelle relative al diritto canonico, ramo
in cui il Lambertini eccelleva[12]. Il successore di Clemente XI, papa Innocenzo XIII, gli
offrì il posto di canonista della Penitenzieria Apostolica[12].

La rapida ascesa sotto Benedetto XIII: vescovo di Ancona e cardinale

Il Lambertini fu ordinato presbitero il 2 luglio 1724, all'età di quasi cinquant'anni, quando


era già all'apice della carriera curiale[18]. Grazie a papa Benedetto XIII, che lo teneva in
alta considerazione, salì rapidamente i gradi della gerarchia ecclesiastica, diventando
vescovo il 16 luglio dello stesso anno[19] e arcivescovo titolare di Teodosia nel 1725. Dopo
essersi servito dei suoi illuminati consigli nel Concilio della provincia romana del 1725,
papa Benedetto XIII lo creò cardinale (in pectore il 9 dicembre 1726 e pubblicamente il
30 aprile 1728[12]) e vescovo di Ancona[20] il 29 gennaio 1727[12]. Il concilio del 1725 fu
un'esperienza fondamentale e fu l'unico concilio al quale il nostro partecipò
effettivamente[21]. In questa sede il Lambertini mise in mostra le sue prime grandi qualità
umane e pastorali, curando i seminari e il rapporto diretto con i propri fedeli[22].

Episcopato bolognese (1731-1740)

Zelo pastorale e abilità politica

Mediatore politico

Papa Clemente XII, nel concistoro del 30 aprile 1731[14], nominò Prospero Lambertini
arcivescovo di Bologna[23], sua città natale, ove entrò il 29 maggio del medesimo anno[24].
Le capacità diplomatiche già dimostrate da Lambertini in occasione del Concordato con le
monarchie sicula e sarda (1727)[14], infatti, lo rendevano il candidato più adatto ad
affrontare con successo il Senato cittadino, con cui c'erano difficili rapporti che
caratterizzavano la forma diarchica di governo di quella città[25], riuscendo a normalizzare
i rapporti fra quest'organo e la curia diocesana[24]. Proprio per il suo zelo nel mantenere
buoni i rapporti, molti canonici e chierici bolognesi criticarono l'operato dell'arcivescovo,
in quanto andava a minare, nel contempo, i privilegi di cui essi avevano finora goduto. Il
Lambertini, per esempio, usufruì dei surplus di cui godevano gli ecclesiastici per attuare
lavori di pubblica utilità, quali la pavimentazione delle strade[26].
:
Esperto amministratore e protettore delle arti e
delle scienze

A Bologna Prospero Lambertini promosse le arti e la


scienza (costituzione dell'Accademia di pittura
Clementina, così chiamata in onore del papa regnante
Clemente XII; fondazione dell'Istituto di scienze[27]) e
ottenne che la seconda donna laureata al mondo,
Laura Bassi, insegnasse nell'Università di Bologna[28].
Tra le altre iniziative, si adoperò per l'archiviazione e
la sistemazione della biblioteca personale del
predecessore Gabriele Paleotti[27].

Cura della pastorale


Anonimo, Laura Bassi. La celebre
Il futuro pontefice perseguiva la sua missione
scienziata Laura Bassi, in
spirituale, innanzitutto, attraverso le visite pastorali.
un'incisione dell'epoca, fu docente a
Queste non solo gli assicuravano un contatto Bologna per volontà dell'allora
continuo con la diocesi, ma gli permettevano anche cardinale Lambertini.
sia di rendersi conto personalmente delle reali
situazioni locali del clero e del popolo dei fedeli, sia di
intervenire nel modo più opportuno nei singoli casi, dimostrando così una vocazione
profonda[29]. Quest'ultimo gesto era anche dettato dall'iniziativa di dare indicazioni e
disposizioni di carattere generale e, all'occorrenza, per riprendere e sanzionare un clero
spesso indisciplinato o semplicemente ignorante[29]. Nel corso dei nove anni di
episcopato, Lambertini operò una risistemazione economica e istituzionale di parrocchie,
confraternite, collegi per studenti per realizzare il Concilio di Trento e, pertanto,
sostenere il rifacimento della chiesa metropolitana e l'edificazione e stabilizzazione delle
entrate del seminario.[30]

Committenze

Il Lambertini fu anche mecenate,


commissionando la ristrutturazione di chiese o
edifici sacri: sovvenzionò la riedificazione della
collegiata di San Biagio a Cento[31] e della
cattedrale di San Pietro in Bologna (questa tra
il 1743 e il 1755[32]), donando a quest'ultimo
edificio sacro e al tempio bolognese di San
Petronio[33] preziose suppellettili sacre;
continuò inoltre la costruzione del santuario
Primo piano di Palazzo d'Accursio a
della Madonna di San Luca (avviata nel 1723 e
Bologna. Lapide (1750) in onore del papa
terminata nel 1757[26]).
bolognese Benedetto XIV.

Considerazioni
:
Il ventennio di episcopato lambertiniano (mantenne la carica fino al 1754[34]) viene
considerato, da parte della maggioranza degli storici, positivo per l'impegno e la
profusione che l'arcivescovo diede per incrementare la qualità della pastorale e della
stessa vita cittadina. Mario Rosa, per esempio, rimarca la maggior attenzione verso la
pastorale rispetto a quella puramente amministrativa, il che segnò una svolta nella
gestione della vita diocesana[35]; Alfeo Giacomelli rimarca il carattere unitario dell'azione
episcopale tra il 1730 e il 1754[36]; Umberto Mazzone (il cui libro è stato usato come punto
di riferimento per i dettagli dell'episcopato lambertiniano) ne elogia l'avvedutezza nelle
decisioni pratiche.

Pontificato (1740-1758)
Curia romana
Il conclave del 1740
Segretario di Stato: Silvio Valenti Gonzaga
(1740-1756), Alberico Archinto (1756-1758)
Lo spirito del papa Clemente
Camera Apostolica:
Il 6 febbraio 1740 papa Clemente XII, Camerlengo: Silvio Valenti Gonzaga (1747-
ormai infermo da molti anni, venne a 1756), Girolamo Colonna di Sciarra (1756-
mancare[37]. Il conclave che si aprì il 19 1758)
febbraio risultò uno dei più aspri di Tesoriere: Mario Bolognetti (1739 -
tutta la storia moderna: la fazione filo settembre 1743), Giovanni Battista Mesmer
franco-austriaca e quella filo-spagnola (settembre 1743 – aprile 1747), Giovanni
continuavano a scontrarsi e a non Francesco Banchieri (aprile 1747 – 26
trovare un'intesa su un candidato novembre 1753), Nicola Perrelli (1753 –
gradito a entrambi gli schieramenti[38]. novembre 1759)
Dopo la caduta delle candidature di
Neri Corsini e di Annibale Albani, il Congregazioni:
collegio cardinalizio cercò di trovare Inquisizione: Tommaso Ruffo (1740-1753),
un candidato nella figura di Pompeo Neri Maria Corsini (1753-1770)
Aldrovandi, ma questi non riusciva a
Riti: Carlo Maria Marini (1726-1747),
superare il quorum necessario per
Fortunato Tamburini (1747-1761)
essere eletto sommo pontefice. Il
cardinale Lambertini, che non era Indice: Angelo Maria Querini (1740-1755),
stato preso ancora in considerazione Francesco Landi (1755-56), Antonio Andrea
come candidato, cercò di smuovere le Galli (1756-1767)
acque dicendo ai cardinali, con quello Concilio: Antonio Saverio Gentili (1737-
spirito scherzoso che lo 1753), Mario Mellini (1753-56), Giovanni
contraddistingueva: «Volete un santo? Giacomo Millo (1756-57), Clemente
Scegliete Gotti. Volete uno statista? Argenvilliers (1757-58)
Eleggete Aldobrandini. Volete un Buon governo: Domenico Riviera (1737-
uomo onesto? Eleggete me»[39]. 1752), Giorgio Doria (1754-1759)
Vescovi: Giuseppe Firrao (1738-1744),
Elezione e insediamento Raffaele Cosimo de' Girolami (1744-1748),
Carlo Alberto Guidobono Cavalchini (1748-
Che sia vero o no questo aneddoto, i 1774)
:
cardinali convennero nel far Consulta: Silvio Valenti Gonzaga (1740-56);
convergere i voti sul neutrale Alberico Archinto (1756-58)
arcivescovo di Bologna. Questi fu Tribunali della Curia:
eletto al soglio pontificio il 17 agosto
1740, nonostante non desiderasse Penitenziere Maggiore: Vincenzo Petra
quella carica[40]. Al momento (1730-1747), Gioacchino Besozzi (1747-
dell'elezione, infatti, rivolse ai 1755), Antonio Andrea Galli (1755-1767)
cardinali le tre seguenti motivazioni, Prefetto della Segnatura Apostolica: Neri
che sancivano la sua pur riluttante Maria Corsini (1733-1770)
accettazione del soglio di Pietro:
Decani della Rota Romana: Carlo Leopoldo
Calcagnini (1734-1743), Tommaso Nuñez
«La prima: per non (1743-1744), Mario Mellini (1744-47), ...
dispregiare un vostro Vicario per la diocesi di Roma: Giovanni
benefizio; la seconda: per non Antonio Guadagni (1732-1759)
resistere alla volontà
manifesta di Dio, poiché tale
la ritengo non avendo mai io
desiderato così eccelsa
vanità; la terza: per finire
queste nostre adunanze che
credo servano di scandalo al
mondo per la loro durata.»

(Rendina-Quel conclave lungo)

Il Lambertini fu poi incoronato papa il 22 agosto[41][42]


dal cardinale diacono Carlo Maria Marini, prendendo
il nome di Benedetto in onore di Benedetto XIII, al
quale doveva la sua carriera ecclesiastica[14].
Pierre-Hubert Subleyras, Papa
Vescovo di Roma e arcivescovo di Bologna Benedetto XIV, olio su tela, 1746,
Metropolitan Museum, New York
Nonostante fosse divenuto vescovo di Roma,
Benedetto XIV decise di tenere per sé anche il titolo
di arcivescovo di Bologna, governando attraverso monsignor Giambattista Scarselli[43][N 1]:
troppo grande era l'affetto che nutriva nei confronti della sua diocesi. Mantenne questo
incarico fino al 17 gennaio 1754, quando nominò suo successore Vincenzo Malvezzi
Bonfioli[44]. Il legame con Bologna fu intenso e a varie istituzioni culturali ed ecclesiali
cittadine Benedetto XIV fece numerosi doni d'arte o strumenti di ricerca. In particolare, il
papa decise di donare all'Istituto delle scienze di Bologna (oggi Biblioteca Universitaria di
Bologna) la raccolta dei 25.000 libri che componevano la sua biblioteca personale e il
fondo archivistico con le carte di tutta la sua vita (oltre 500 capsule o volumi di carte) Cfr.
il catalogo on line [45][46].

La prima fase del pontificato: 1740-1750


:
I primi dieci anni del pontificato lambertiniano furono caratterizzati da una notevole
apertura nei confronti del mondo laico, dall'abbandono dei pregiudizi verso metodi di
governo e politiche religiose perseguite dai suoi predecessori[47]. Esponente
dell'Aufklärung cattolico[47], il Lambertini decise di perseguire una politica concordataria
nei confronti delle potenze secolari, abbandonando in campo ecclesiastico l'eccessiva
rigidità mentale tipica della prima Controriforma, pur mantenendone alcune
sfaccettature, quali le visite pastorali e i criteri per la canonizzazione dei santi[N 2]. Tale
apertura "moderata" si può constatare osservando nello specifico le linee guida
dell'azione benedettina.

La politica estera

I concordati e le aperture diplomatiche ai non cattolici

L'elezione del Lambertini al soglio pontificio avvenne


in un periodo di grandi tribolazioni, causate
principalmente dalle dispute tra le nazioni cattoliche
e il Papato. Benedetto XIV riuscì a rifiutare la
maggior parte delle richieste degli Stati nazionali di
nominare i vescovi, serbandone il diritto di nomina
alla Chiesa[49]. Grazie a diplomatici eccellenti, quali il
cardinale Silvio Valenti Gonzaga (segretario di Stato
dall'elezione del papa fino alla sua morte nel 1756),
Benedetto fu in grado di appianare le dispute della
Santa Sede con alcuni dei principali sovrani europei.
Per esempio, con Carlo Emanuele III di Savoia il papa
stipulò un concordato (5 gennaio 1741) in cui si
disponevano nuove misure da adottarsi riguardo
all'amministrazione dei feudi pontifici[N 3] in terra
sabauda[14][50]. Il 2 giugno del medesimo anno[49]
Pierre Hubert Subleyras, Ritratto del
Benedetto e il Valenti Gonzaga riuscirono anche a cardinale Silvio Valenti Gonzaga, olio
trovare un accordo con Carlo III di Napoli su tela, 1745 circa, Galleria Cini,
riguardante i benefici ecclesiastici della Santa Sede in Roma. Segretario di Stato dal 1740
quel reame, rinunciando a buona parte degli antichi al 1756, il Gonzaga fu uno dei
privilegi[50]. Altri accordi simili si trovarono nei principali collaboratori diplomatici di
confronti del Regno del Portogallo (1745) e del Regno Benedetto XIV, aiutandolo nella
di Spagna (1753)[49]. La nuova concezione moderna promozione della sua politica
del rapporto tra potestà laicale e potere temporale concordataria[48].
della Chiesa , secondo la quale era necessario
[51]

osservare in modo nuovo le esigenze degli Stati,


cercava di superare con animo conciliante le eventuali divergenze, per il bene supremo
delle anime[49]. Benedetto XIV riteneva infatti «...di vivere in un'epoca che richiedeva
assolutamente accondiscendenza verso i prìncipi temporali sul terreno civile per ottenere
in cambio mano libera in quello spirituale, da non confondersi, quest'ultimo, con la difesa
dei privilegi del clero»[52]. Con questo spirito, pertanto, Benedetto accettò la totale
indifferenza con cui fu trattata la delegazione pontificia in occasione della pace di
:
Aquisgrana, pace che sanciva la fine della guerra di successione austriaca (1740-1748): in
tale congresso internazionale, infatti, le potenze diedero a Filippo di Borbone i feudi
pontifici di Parma, Piacenza e Guastalla senza che il papa ne venisse informato[38]. Il
Rendina, addirittura, dà adito alle teorie per cui il pontefice intendesse abolire
progressivamente il dominio temporale dei papi in nome dell'assoluta preminenza del
carattere spirituale proprio del ministero pietrino[52]. Le lettere che Benedetto XIV scrisse
al marchese bolognese Paolo Magnani costituiscono una testimonianza preziosa di questi
primi anni di pontificato e della lettura che il papa diede della guerra di secessione e del
coinvolgimento della penisola come teatro di guerra. [53]

Nello spirito di tolleranza che lo contraddistingueva, il papa riconobbe Federico II come


re di Prussia e non più come semplice marchese del Brandeburgo[50][54]. La questione del
riconoscimento di questo titolo da parte di Benedetto nei confronti di un sovrano
protestante fu una vera e propria rivoluzione diplomatica: il Lambertini, con questo atto,
non soltanto differenziava le questioni politiche da quelle religiose, ma cercava anche di
assicurare ai cattolici residenti in quel regno dei diritti che fino a quel momento erano
stati negati dai papi precedenti[50][52]. Altro segno di apertura fu dimostrato verso i
protestanti austriaci: Benedetto XIV, infatti, «...permise all'imperatrice Maria Teresa di
tollerare nei suoi Stati i protestanti, pur raccomandandole di cercarne con cristiana
dolcezza la conversione»[54].

Tra Carlo VII e Maria Teresa

Ciononostante, Benedetto commise un errore di valutazione nell'approvare l'elezione a


imperatore del Sacro Romano Impero di Carlo VII di Baviera, avvenuta a Francoforte sul
Meno nel febbraio del 1742[55], quale successore di Carlo VI d'Asburgo. Difatti, il nuovo
pontefice misconobbe l'elezione a imperatore di Francesco Stefano di Lorena, marito di
Maria Teresa d'Austria, figlia di Carlo VI. Quando però nel gennaio del 1745 Carlo VII
morì e Maria Teresa, attraverso un accordo con suo figlio Massimiliano III di Baviera,
ottenne per il marito il titolo di imperatore (settembre del medesimo anno), la posizione
della Santa Sede si trovò immediatamente vacillante. Nonostante nell'agosto 1746
Benedetto inviasse agli imperiali consorti delle fasce benedette per il battesimo del futuro
Giuseppe II d'Asburgo-Lorena[56], la Santa Sede non riacquistò la piena fiducia di Maria
Teresa. Anche per questo motivo, le trattative pontificie, durante la pace di Aquisgrana
del 1748, risultarono un fallimento, vista la vittoria degli Asburgo sui Wittelsbach.

Le riforme economico-amministrative

La riorganizzazione dell'Urbe e la ridefinizione degli incarichi pubblici

Non appena ascese al trono papale, il Lambertini trovò una situazione economica
disastrosa. Cercò quindi di riorganizzare le finanze e di tutelare la sicurezza pubblica,
ordinando la ridefinizione dei confini dei rioni nei quali era suddivisa la città di Roma e
affidando all'architetto Giovanni Battista Nolli da Como l'incarico di disegnare una pianta
accurata della città, cosa che avvenne nel 1748[57]. Già prima di quell'anno, però, il
:
Lambertini provvide ad identificare i rioni con delle apposite targhe e ad incaricare
Gregorio Roisecco della stesura della prima guida turistica dell'Urbe, edita nel 1745 in tre
volumi dal titolo Roma antica e moderna[58].

Sul piano più strettamente amministrativo Benedetto XIV individuò, come causa
principale del dissesto finanziario dello Stato Pontificio, la cattiva amministrazione di una
curia cosmopolita e corrotta. Il Papa intese quindi favorire, attraverso la
nazionalizzazione delle cariche civili, le famiglie romane che conoscevano i problemi dello
Stato e che avevano interesse a garantirne lo sviluppo e la buona amministrazione[59]. Per
questo, con la bolla Urbem Romam, promulgata il 4 gennaio 1746, papa Benedetto istituì
un albo del ceto nobile romano[60], in cui vennero inserite 180 famiglie romane. Tra
queste famiglie vennero scelti 60 capifamiglia, i cosiddetti "LX Patrizi Coscritti", il cui
insieme costituì il patriziato romano (che derivava in gran parte dalla nobiltà senatoria
dell'Impero romano)[61].

Liberalizzazione dei commerci

Già nel 1746 Benedetto si occupò di rivedere le politiche economiche dei suoi immediati
predecessori, cercando, aiutato in questo dal suo segretario particolare Giovan Angelo
Braschi (il futuro Pio VI), di rivitalizzare lo stato penoso in cui versava l'economia dello
Stato della Chiesa[62]. Per quanto riguarda strettamente i commerci, il motu proprio
Pensando noi continuamente al comodo del 29 giugno 1748 liberalizzò i commerci negli
Stati Pontifici, eliminando le dogane interne e permettendo una diminuzione dei prezzi
dei manufatti artigianali[14]. Grazie a queste misure il papa riuscì a risanare buona parte
delle finanze pontificie.

La riforma dell'amministrazione e della giustizia

Benedetto avviò immediatamente anche un'opera di riforma del clero, a cominciare dai
dignitari ecclesiastici a tutti i livelli, a Corte, in Curia, nel governo delle diocesi e delle
province, cercando di controllare e correggere gli ecclesiastici indegni e incapaci, spinti
dall'ambizione di carriera e di potere. Con le bolle Quantum ad procurandam (15
febbraio 1742) e Romanae Curiae (21 dicembre 1744) Benedetto tentò di migliorare
l'efficienza della Curia romana, cercando di semplificare il sistema interdicasteriale della
Curia[62]. Il successo di questa sua opera riformatrice non mostrò immediatamente i suoi
frutti, ma fu basilare per il miglioramento della qualità del clero nelle epoche
successive[14]. Assai intensa fu anche la sua attività a favore del sistema penale e
giudiziario, grazie al motu proprio Dopo aver noi (30 settembre 1747) e con la bolla
Rerum humanarum (15 dicembre 1747)[62].

La protezione dei poveri

Altri provvedimenti di carattere economico-amministrativo riguardarono la limitazione


delle spese in favore dell'esercito e della corte pontificia: Benedetto volle favorire i più
bisognosi concedendo, per esempio, «ai poveri contadini di spigolare in tutti i campi dello
Stato della Chiesa in barba ai proprietari che volevano impedirlo, con un'ammenda di 30
:
scudi per i contravventori da distribuirsi tra gli stessi poveri»[38]. Sempre per alleviare le
pene delle classi meno abbienti, il Moroni ricorda che il papa «soppresse sette pesanti
tributi sulla seta cruda, sull'olio, sul bestiame e sopra altre derrate»[63].

Provvedimenti teologici e pastorali

Benedetto XIV ebbe, sotto il profilo strettamente


religioso, un pontificato estremamente attivo. Nella
prima fase del pontificato dimostrò una volontà
riformatrice nei vari provvedimenti teologici e
pastorali, avvicinandosi al clima dell'Aufklarung
(illuminismo) cristiano[64] espresso dalle posizioni di
Ludovico Antonio Muratori e del cardinale Pierre
Guérin de Tencin, con cui il pontefice era in contatto
epistolare[14]. Seguendo il modello di Carlo Borromeo
il pontefice richiamò i vescovi a risiedere nelle loro
diocesi, non allontanandosi da esse per un periodo di
tempo troppo lungo (costituzione Ad universae
christianae reipublicae, 3 settembre 1746)[65].

L'attività missionaria

Innanzitutto, nel 1741 emise la bolla Immensa Des Neiges, Pierre-Paul Guérin
Cardinale de Tencin, dipinto ad olio,
Pastorum principis contro lo schiavismo nelle
XVIII secolo, Trésor de la Primatiale
Americhe, chiedendo ai vescovi portoghesi di
de Lyon, Lione. Il Cardinale de
difendere i diritti umani degli Indios. Nonostante la
Tencin fu il colto porporato francese
presa di posizione in favore delle popolazioni con cui Benedetto XIV ebbe una
indigene, Benedetto si dimostrò invece risoluto nel proficua corrispondenza.
mantenere la purezza rituale anche nei contesti extra-
europei. Il Lambertini promulgò a tal
proposito le bolle Ex quo singulari (11
luglio 1742) e Omnium solicitudinum
(12 settembre 1744)[66], ove denunciò
l'adattamento del cristianesimo ai
modelli culturali locali,
estensivamente utilizzato dai gesuiti
nelle loro missioni in Cina. Per
esempio lo status degli antenati -
l'onore tributato agli antenati da parte
della cultura cinese - doveva essere
considerato «adorazione degli
antenati» o qualcosa di simile alla
Placido Costanzi, Arbitrato di papa Benedetto XIV, olio
venerazione cattolica dei santi. su tela, 1751-52, Museo dell'Accademia Carrara,
Condannata questa pratica cultuale Bergamo
con la Ex quo singulari, colla
Omnium solicitudinum Benedetto
:
promosse la stessa linea intransigente nei confronti dei riti malabarici dell'India. Sempre
in Asia, Benedetto accettò l'invito di alcuni sovrani tibetani ad inviare, in quel Paese,
alcuni frati cappuccini per la predicazione del Vangelo[55].

I provvedimenti liturgici

Il Pontefice, desideroso di promuovere una religiosità


semplice e improntata alla purezza del rito, ordinò
nel 1740 che non venissero utilizzate le trombe
durante la celebrazione eucaristica, e nel 1746 chiese
ai vescovi dello Stato Pontificio di porre sempre il
crocifisso sugli altari e di controllare la devozione
verso i santi, nel tentativo di regolarizzare e
uniformare la devozione popolare[67]. Nel contempo,
il papa tentò di porre al centro della celebrazione
eucaristica la musica sacra, depurandola dagli abusi e
cercando di riportarla alla purezza originaria, V. Azzola, Ludovico Antonio Muratori,
secondo i dettami del Concilio di Trento[67]: così viene incisione presa dagli Annali d'Italia,
raccomandato nell'enciclica Annus Qui Hunc (1749), Vol. 1, edizione del 1843. Insigne
pubblicata anche in occasione dell'imminente studioso dell'età dei lumi, versatile in
giubileo[68]. In base a quanto richiesto dal Muratori, teologia, in storia e in letteratura, il
Benedetto XIV ridusse nel 1742 i giorni di precetto in Muratori fu tenuto in grandissima
tutta Italia, per poi estendere tale decreto anche alle considerazione da Benedetto XIV,
restanti zone d'Europa tra il 1748 e il 1754[14]. Sempre tanto che il Papa ne seguì alcune
in questo spirito, il pontefice si accinse, già dal 1741, indicazioni di carattere pastorale e
ad attuare una riforma generale del breviario, opera liturgico.
che però non riuscì a completare a causa della
mancanza di collaboratori che l'aiutassero in tale
proposito[67].
Riuscì invece a portare a compimento la decisione di attenuare la proibizione della
traduzione della Bibbia in italiano. Il 13 giugno 1757 modificò la regola precedente, che
risaliva a Pio IV, "permettendo la lettura delle versioni in volgare approvate dalla Santa
Sede o pubblicate sotto la sorveglianza dei vescovi"[69]. L'abate Antonio Martini,
recependo il desiderio del pontefice di una traduzione della Bibbia in italiano, realizzò la
traduzione completa della Sacra Scrittura dalla Vulgata (1769-1781)[70].

La nascita dell'Enciclica moderna

Benedetto cercò, in quest'opera di riforma, una forma di colloquio con l'episcopato. Non
poteva il solo papa, infatti, promuovere i suoi propositi senza che i vescovi e il clero non
ne fossero partecipi. Pertanto, poco dopo la sua ascesa al papato, il Lambertini promosse
la diffusione di lettere pontificie indirizzate alla cristianità cattolica (le encicliche
appunto) in cui si esponevano le direttive pontificie in materia dottrinale[71]. La prima
delle encicliche (Ubi Primum) fu indirizzata ai vescovi il 3 dicembre del 1740, tramite la
quale chiedeva ai vescovi di rispettare le norme disciplinari del Concilio di Trento e di
esaminare attentamente i candidati al ministero sacerdotale[14].
:
I rapporti con gli ebrei

Molto meno tollerante si presentò la politica di Benedetto XIV nei confronti degli ebrei.
Già tartassati e vilipesi dalle nazioni cristiane in generale per l'infamante accusa di
deicidio, il popolo ebraico era oggetto di particolari persecuzioni nello Stato della Chiesa.
Essendo uno stato teocratico, lo Stato Pontificio era particolarmente severo nei confronti
della comunità ebraica, e tale situazione peggiorò nel corso del XVIII secolo, quando
Clemente XII, aiutato dal cardinale Petra, aveva edito nel 1733 un dettagliato manuale
antiebraico[72], imponendo inoltre una serie di provvedimenti restrittivi nel resto del suo
pontificato[73].

Papa Lambertini, nonostante l'apertura culturale e psicologica dimostrata in varie


occasioni, non si discostò dalle posizioni tradizionali della Chiesa cattolica, rinnovando
nel 1746 il sovracitato codice promosso dal suo predecessore[72]. Nel corso della seconda
fase del suo pontificato, papa Lambertini rincarò la dose con la bolla Beatus Andreas
(1755), con la quale egli prestò attenzione alla questione del cosiddetto omicidio rituale
dando al clero severe e precise istruzioni su come procedere nei confronti di tali
pratiche[74]. Bisogna però ricordare che questi documenti erano rivolti contro gli ebrei
adulti. Riguardo al battesimo forzato degli ebrei infanti, invece, Lambertini fu invece
molto più tollerante: stabilì che non dovessero essere battezzati contro il consenso dei
genitori e che si potesse procedere al battesimo qualora il bambino fosse stato
abbandonato dai genitori[56].

Il Giubileo del 1750 e san Leonardo

«Quale maggiore felicità può provare un Cristiano che vedere la Gloria della
Croce di Cristo nel sommo grado di splendore, in cui riluce sopra la terra, ed
osservare con i propri occhi i monumenti della trionfale vittoria con cui la nostra
Fede ha superato il Mondo? Qui potrete vedere l'altezza del secolo umiliata ad
ossequiare la Religione, e quella che fu la Babilonia terrena, mutata in foggia
d'una nuova e celeste Città»

(Estratto dalla bolla Peregrinantes a Domino (http://www.totustuustools.net/magistero/b14pereg.htm


;))

Benedetto XIV, con la bolla Peregrinantes, promulgò per il 1750 il Giubileo[77].


Quest'ultimo fu improntato ad un profondo clima spirituale (il papa chiamò san Leonardo
da Porto Maurizio a predicare[78]), senza però quelle teatralità che davano alle funzioni
religiose un'aura di bigotteria[79] in base allo spirito di riforma liturgica che stava
promuovendo in quegli anni. Il Pontefice curò ogni singolo dettaglio dell'anno santo,
stabilendo le principali iniziative spirituali (tra cui anche l'unità dei cristiani[79]),
organizzando le strutture ricettive (l'ospitale della Trinità accolse, su disposizione del
papa, per tre giorni i pellegrini poveri[38]) e accogliendo lui stesso i pellegrini che
giungevano nella città eterna[38].
:
Strettissimo fu il rapporto che ebbe con il già citato
san Leonardo: già presente a Roma nel luglio del
1749 per tenere dei sermoni sulla penitenza e sulla
conversione del cuore, il predicatore francescano si
recava ogni domenica dal Papa[78]. Benedetto,
secondo il suo stile consueto, era solito sbalordire
partecipando lui stesso agli incontri che teneva il
frate. Sempre sulla spinta di San Leonardo,
Benedetto fu il primo pontefice a istituire la Via
Crucis (pratica quotidiana per la vita spirituale del
frate[78]) al Colosseo, monumento che Benedetto volle
preservare dallo smantellamento progressivo (veniva
utilizzato come cava di marmo) consacrandolo in
quanto luogo di martirio dei primi cristiani[66]. A
Nicolas de Largillierre, Ritratto di segno di questa consacrazione (la Via Crucis si tenne
François-Marie Arouet, detto Voltaire, il 27 novembre dell'Anno Santo[78]), il Papa pose
olio su tela, dopo il 1724-1725, nell'arena una croce con 14 edicole della Via Crucis,
Museo Carnavalet. Filosofo di spicco che verranno tolte nel 1874. La sola croce verrà
del movimento dei lumi, critico
ripristinata nel 1925[78].
severissimo contro tutte le
superstizioni (nonché contro la
religione cattolica), ebbe un rapporto Il trattato De servorum Dei beatificatione
più che singolare con questo
pontefice: apprezzato dal Lambertini Lo stesso anno del Giubileo il Papa pubblicò l'opera
per il dono del Mahomet e per la De servorum Dei beatificatione et beatorum
vivacità del suo ingegno[75], le opere
canonizatione[28], fondamento della procedura
di Voltaire furono poste nell'Indice dei
moderna di canonizzazione dei santi e beati, secondo
libri proibiti nel 1751[76].
la quale per essere elevati agli onori degli altari
bisognava essere stati autori almeno di un miracolo,
cioè di un evento sovrannaturale avvenuto tramite
l'azione divina. L'esame di tale miracolo deve essere affidata a una congregazione
cardinalizia che deve vagliare in modo attento e scrupoloso tale miracolo, unitamente alla
condotta di vita e alla fede del "candidato" alla santificazione. Alla regola si riconoscono
alcune eccezioni, come per il caso di Pellegrino Laziosi, riconosciuto dalla Congregazione
dei Riti sulla base del culto da tempo immemorabile (e non sulla base di un pur esistente
indulto pontificio) o, più in generale, per i casi di indulto pontificio[80].

La seconda fase del Pontificato (1750-1758)

Negli ultimi otto anni del suo pontificato Benedetto, pur mantenendo intatte alcune linee
riformatrici, cambiò rotta nei confronti dell'illuminismo e delle associazioni che erano
estranee alle linee programmatiche della Chiesa. Mario Rosa sottolinea che:
:
L'Indice dei libri proibiti del 1757.
L'edizione suscitò clamore per
l'assenza di alcuni trattati galileiani,
in quanto l'astronomo gesuita
Boscovich aveva dimostrato la
validità delle tesi astronomiche di
Galileo

(EN) (IT)

«This balance initially (at least) allowed «Questo bilanciamento [tra ortodossia
a dialogue at a distance with some of religiosa e apertura alla modernità]
the main exponents of the perlomeno inizialmente permise un
Enlightenment, but was nevertheless dialogo a distanza con alcuni dei
destined to break down soon before principali esponenti dell'Illuminismo,
the development of those ideological ma era ciò nonostante destinato a
lines which, in the eyes of the Roman rompersi presto prima dello sviluppo di
:
Curia and Benedict XIV himself, were queste correnti ideologiche che, agli
becoming more and more threatening, occhi della Curia Romana e dello
as the change in the 1750s was about stesso Benedetto XIV, stavano
to show.» diventando sempre di più minacciose,
come il cambiamento negli anni '50
doveva dimostrare»

(Rosa, Pope Benedict XIV, pp. 227-228)

Questo clima di cauta moderazione, che si altalenò tra concessioni alla libertà di pensiero
e restrizioni della medesima in difesa della fede, segnò l'inizio di quel clima di
conservatorismo dottrinale che si manifestò sotto i pontificati di papa Clemente XIII e di
papa Pio VI, segnando così la fine del clima di riforma iniziato a partire da Innocenzo
XI[81].

Irrigidimento dottrinale

Difatti il Papa, il 18 maggio 1751, rinnovò la condanna nei confronti della massoneria
(bolla Providas romanorum pontificum[14]) espressa già a suo tempo dal predecessore
Clemente XII; il 13 marzo del 1752 le opere degli illuministi furono condannate e messe
all'Indice[14]. Questo cambio di rotta fu dovuto con tutta probabilità al timore che il
Pontefice provava nei confronti delle critiche più aspre verso il cristianesimo e la struttura
gerarchica della Chiesa[14].

La revisione dell'Indice dei libri proibiti

Il discredito delle due Congregazioni del Sant'Uffizio e dell'Indice, che si occupavano della
censura preventiva e della proibizione dei libri, indussero Benedetto XIV a rivedere
attentamente tutta la delicata materia e a riformarne la legislazione, disciplinando con
rigore tutta la procedura nell'esame delle opere sospette, al fine di evitare arbitrii e abusi,
fino ad arrivare a una completa riforma dell'Indice[N 4]. Il primo documento papale
riguardante una riforma dell'Indice fu la costituzione Sollicita ac provida (9 luglio 1753),
con la quale il pontefice esortava a un controllo più attento e intelligente delle opere che
venivano selezionate dalla censura[82].

Secondo il Lambertini, infatti, il doveroso rispetto della legge e della tradizione dovevano
andare di pari passo con quello altrettanto doveroso verso tutto ciò che era ricerca ancora
in atto al livello degli eruditi[N 5]. Il 23 dicembre 1757[14], Benedetto pubblicò finalmente la
nuova edizione dell'Indice dei Libri Proibiti. In contrasto con l'irrigidimento dimostrato
verso il movimento dei Lumi, quest'edizione "destò scalpore"[14] per la sua liberalità nei
confronti delle tesi copernicane e galileiane, atteggiamento dovuto alle scoperte dello
scienziato gesuita Ruggiero Giuseppe Boscovich.

Il declino, la morte e la sepoltura


:
Il 1758 vide un rapido esaurimento delle energie fisiche dell'anziano pontefice, che aveva
raggiunto la ragguardevole età di 83 anni. All'inizio dell'anno fu afflitto da un attacco di
gotta, dalla quale sembrò essersi ripreso verso febbraio[83]. Verso la fine di aprile, però, si
ebbe il definitivo tracollo e il 3 maggio Benedetto XIV morì[83]. Al momento della morte, si
dice che egli abbia pronunciato la famosa frase latina:

(LT) (IT)

«Sic transit gloria mundi» «Così passa la gloria del mondo»

aggiungendo poi:

«Io ora cado nel silenzio e nella


dimenticanza, l'unico posto che mi
spetta.»

essendo consapevole che la sua opera


riformatrice non sarebbe stata compresa dai
suoi successori[84].

Il patronato di Benedetto
Pietro Bracci, Il monumento funebre di
XIV Benedetto XIV, Basilica di S.Pietro, 1763.

I contatti epistolari con credenti e non credenti


Lambertini, da uomo di grande cultura (amava dissertare di arte e poesia), mantenne
difatti contatti epistolari non soltanto con i cattolici più "illuminati" del suo tempo, da
sovrani come Francesco I, Maria Teresa d'Austria, Luigi XV di Francia, Giovanni V del
Portogallo[14] a intellettuali del calibro di Scipione Maffei, Antonio Genovesi, Girolamo
Baruffaldi, Ludovico Antonio Muratori, Pierluigi Moreau de Maupertuis[14][85], ma anche
con sovrani protestanti (Federico II) e con uomini dichiaratamente anticlericali, quali
Voltaire[N 6], con cui ebbe un rapporto singolare. Il filosofo francese giunse, infatti, a
dedicare il suo Mahomet al papa, esaltandolo con il seguente distico: «Lambertinus hic
est Romae decus et pater orbis, / qui mundum scriptis docuit, virtutibus ornat»[38],
suscitando non poco imbarazzo tra gli ambienti più conservatori del cattolicesimo[86].

La riqualificazione dei più importanti edifici sacri romani


Durante il suo pontificato, vennero realizzati i restauri di diverse chiese e basiliche.

Basilica di San Pietro: nel 1742 Benedetto chiese all'architetto Giovanni Poleni di
restaurare la cupola della basilica, in precarie condizioni di stabilità. Il Poleni, grazie
:
all'utilizzo della macchina divulsoria, rinforzò la struttura della cupola con sei cerchioni
di ferro, operazione che richiese cinque anni di lavoro (dal 1743 al 1748)[87].
Basilica di Santa Maria Maggiore: già sotto il
pontificato di Clemente XII, versava in pessime
condizioni. Il portico esistente minacciava di
crollare. Le già esauste finanze pontificie, però,
non permisero all'architetto Ferdinando Fuga di
procedere efficacemente. Ciò nonostante,
Benedetto XIV non desistette dall'opera, e
accolse le richieste dei canonici di Santa Maria
Maggiore, dando al Fuga il denaro necessario
La basilica di Santa Maria Maggiore fu
(ricavato tramite quell'oculata politica
oggetto di particolare attenzione da
economica prima ricordata) per procedere parte dei pontefici Clemente XII (1730-
prima al restauro della facciata (1743), mentre 1740) e Benedetto XIV, in quanto
i lavori riguardanti le navate proseguirono fino l'edificio presentava cedimenti strutturali.
al 1750[88].
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme:
Benedetto affidò agli architetti Pietro Passalacqua e Domenico Gregorini il compito di
restaurare la facciata della chiesa di cui era titolare quando era cardinale, dandole
l'aspetto odierno[89].
Chiesa di Sant'Agata in Trastevere: costruita sotto il pontificato di Clemente XI, il
Lambertini incaricò Giacomo Recalcati della sua ricostruzione[61].
Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro al Laterano: ricostruita completamente in
occasione del Giubileo[61].

Il papa s'interessò anche di altri monumenti romani.

Castel Sant'Angelo: nel 1746, dopo un concorso pubblico, affidò allo scultore
fiammingo Peter Anton von Verschaffelt la creazione di una nuova statua raffigurante
l'angelo a cui si deve l'eponimo all'antico mausoleo di Adriano. L'opera fu realizzata in
previsione del giubileo del 1750[90].
Fontana di Trevi: iniziata sotto Clemente XII, Benedetto inizialmente sospese i lavori
per l'ingente costo che prevedeva la sontuosa opera. Questi ripresero dopo che fu
riprogettata la fontana nel 1742, per poi essere inaugurata alla presenza del pontefice
nel 1744[61]. La fontana verrà definitivamente ultimata nel 1762, sotto Clemente XIII.

Bibliofilia, accademie e sviluppo culturale


Benedetto non trascurò la promozione della cultura, attraverso la fondazione di nuove
biblioteche e l'arricchimento di quelle già esistenti.

Fondò, già nel 1740, l'Accademia delle Romane Antichità (divenuta poi nel 1810
Accademia Romana di archeologia, oggi conosciuta come Pontificia Accademia
Romana di Archeologia), con l'aiuto dell'archeologo Johann Joachim
:
Winckelmann[14][91].
Incrementò la dotazione di quella Vaticana, per la quale acquistò il fondo ottoboniano,
e creò anche il Museo di antichità cristiane (con la bolla Ad optimarum artium, 30
settembre 1757[92]).
Rese accessibile la Biblioteca Corsiniana e diede impulso a molte biblioteche di ordini
religiosi o conventuali[14].
Arricchì le collezioni dei Musei Capitolini, attraverso la fondazione della Pinacoteca
nel 1748[14].
La riforma dell'Università La Sapienza. Lo Studio fu riordinato in base a due bolle,
Inter conspicuos ordines del settembre 1744 e Quanta Reipublicae obveniat del 14
ottobre 1748. Con il primo atto il pontefice sostituì la lettura di philosophia ordinarie
con un insegnamento di «fisica sperimentale»; in pratica il corso di fisica si sdoppiò in
due insegnamenti: uno teorico, l'altro basato sulla pratica dell'osservazione e della
sperimentazione dei fenomeni, che integrava l'insegnamento ex cathedra. Il secondo
provvedimento istituì una cattedra di chimica per la classe medica ed una cattedra di
matematica superiore (matematica sublime), da affiancare all'insegnamento di
geometria[93];
La riforma dell'Accademia dei Lincei. Convinto che «...il miglior servizio che si
potesse fare alla Santa Sede fosse di portare a Roma "uomini dotti e onesti"»,
Benedetto protesse la rinata Accademia dei Lincei grazie all'ausilio di Giovanni Paolo
Simon Bianchi (latinizzato in Janus Plancus), medico e scienziato riminese che, nel
1745, rifondò l'antica accademia voluta da Federico Cesi nel 1603. Sotto il patronato
lambertiniano, i lincei si occuparono principalmente di anatomia, storia naturale e
fisica[94].
La protezione dell'Università di Bologna. Nonostante fosse divenuto papa, il
Lambertini mantenne un forte legame con la sua città natale, interessandosi
dell'Università di Bologna, alla quale donò la sua biblioteca privata[95].

L'impulso scientifico
L'alacre attività culturale di Benedetto non si fermò soltanto al mero campo artistico e/o
umanistico, come fecero i suoi predecessori. Primo dopo molti secoli, Benedetto
comprese l'importanza dello sviluppo della scienza, perché potesse diventare strumento
per il miglioramento materiale dell'umanità[96]. Papa Lambertini continuò, inoltre, anche
il patronato nei confronti delle scienze mediche, fisiche e astronomiche già perseguite
durante il periodo in cui fu arcivescovo di Bologna[96]. Nel 1748, oltre alla Bassi, invitò a
insegnare a Bologna anche la matematica milanese Maria Gaetana Agnesi[28] e nel 1757
aprì nella sua città natale la prima cattedra di ostetricia in Italia, chiamando come
insegnante Giovanni Antonio Galli[28].

Giudizi su Benedetto XIV


:
Tra XVIII e XIX secolo

Giudizi positivi

«Dopo Marcello II, troppo presto tolto alla cristianità, nessun papa era salito al
seggio di Roma che per ingegno e per prudenza fosse con Lambertini da
paragonarsi. Trovò modo che per mantenere le ragioni, il miglior mezzo è il non
irritare gli avversari. Egli fu papa quale il secolo voleva. Le controversie con
Roma non furono più ostilità, ma discussioni, e l'incredulità che pur troppo
andava serpeggiando tra le generazioni, in cospetto di un papa amabile e
spiritoso s'arrestava.»

(Carlo Botta, Storia d'Italia, libro XLI)

Con queste parole Carlo Botta descriveva in poche righe la figura di Benedetto XIV. Lo
stesso Lambertini fu visto, da parte della storiografia di tendenza cattolico-liberale e da
quella liberale (come Simonde de Simondi) come il fulgido esempio di una Chiesa che si
intendeva rinnovare dal profondo[14]. Però, Benedetto non fu soltanto apprezzato dal
mondo cattolico. Come già ricordato prima, Papa Lambertini fu benvoluto dagli atei e dai
protestanti, per il suo atteggiamento conciliante e illuminato[96]. Infatti, all'indomani della
sua morte, lo scrittore Horace Walpole, figlio del primo ministro britannico Sir Robert
Walpole, fece erigere un monumento la cui epigrafe riportava la dedica da parte degli
anglicani "al migliore dei pontefici"[97]:

«Prospero Lambertini / Vescovo di Roma /


Col nome di Benedetto XIV / Quantunque
principe assoluto / Regnò tanto
innocentemente / Quantunque un D. / Egli
ristaurò il lustro della tiara / Con quelle arti
solamente / Colle quali solamente l'ottenne /
Colle sue virtù / Amato dai papisti / Stimato
dai protestanti / Un ecclesiastico senza
insolenza od / interesse / Un principe senza
favoriti / Un Papa senza nepotismo / Un
autore senza vanità / Un uomo / Che nè lo
spirito nè il potere mai / guastarono / Il figlio
di un ministro favorito / Uomo però che non
corteggiò alcun / principe / Nè venerò alcun
ecclesiastico / Offre in un protestante paese /
Joshua Reynolds, Ritratto di Horace
Questo meritato incenso all'ottimo / Dei Walpole, 1756-1757 circa, Olio su
romani Pontefici.» tela, National Portrait Gallery,
Londra.
(Horace Walpole, Epitaffio in Moroni, p. 49)
:
È assai significativo che in un Paese come il Regno Unito, dalla fortissima tradizione
antipapista, sia stato tessuto un elogio di tal genere. Il Moroni continua riportando le
reazioni degli altri Paesi protestanti:

«I giornalisti di Lipsia, d'Olanda, di Vittemberga [Wittemberg], di Londra e mille


altri protestanti unanime lode gli tributarono annunziando con riputazione le sue
opere. Il signor Pitt, parente del ministro d'Inghilterra dello stesso nome, si
procurò il suo busto, e vi fece scolpire sul piedistallo questa epigrafe:

GIOVANNI PITT / CHE NON HA MAI DETTO BENE / DI ALCUN PRETE DELLA
CHIESA ROMANA / HA FATTO INNALZARE QUESTO MONUMENTO / AD
ONORE DI BENEDETTO XIV SOMMO / PONTEFICE»

(Moroni, p. 49)

Oltre alle manifestazioni di simpatia nutrite da parte delle élite anglicane e protestanti più
in generale, il papato lambertiniano fu giudicato positivamente anche dagli storici di tale
confessioni religiose, quali l'inglese Thomas Macaulay.

La gerarchia ecclesiastica

Gli immediati successori

Da parte della gerarchia ecclesiastica, però, l'opera lambertiniana non fu recepita dalla
maggior parte del clero[98], tanto che il suo immediato successore, papa Clemente XIII,
annullò gran parte dello spirito riformatore del Lambertini[99]. Ciò non fu dovuto soltanto
alla differenza di carattere tra i due uomini, ma anche a delle precise ragioni di governo
ecclesiastico. Come si è potuto vedere negli ultimi anni del pontificato lambertiniano, la
spinta innovatrice propugnata negli anni '40 scemò davanti all'aggressività e al sempre
più palese anticlericalismo di alcune branche dell'illuminismo radicale impersonate dai
vari primi ministri delle corti europee, tra i quali spiccava il Pombal del Regno del
Portogallo. I successori di Benedetto XIV, cioè Clemente XIII e Clemente XIV, erano
dotati certamente di una prospettiva ecclesiale meno aperta del Lambertini, trovando
perciò naturale consolidare l'irrigidimento politico del papato.

I papi del XX secolo

La sua figura fu rivalutata nel corso del XX secolo, quando Giacomo Dalla Chiesa assunse
il nome di Benedetto XV (1914), in onore del Lambertini che fu, come lui, arcivescovo di
Bologna prima di ascendere al soglio pontificio[100]. Nel 1958 papa Pio XII, in occasione
del bicentenario della morte, tenne un elogio di Papa Lambertini, riconoscendone le
qualità umane e l'azione pastorale:
:
«La ricorrenza due volte centenaria dell'anno di morte del Papa Benedetto XIV vi
ha qui adunati, Venerabili Fratelli e diletti Figli, col lodevole intento di tributare la
testimonianza della ammirazione e della gratitudine alla memoria di questo
Pontefice, il più grande del suo secolo, e al quale la storia della Chiesa
continuerà ad assegnare un meritato posto tra i più insigni Successori di Pietro.»

(Pio XII)

La storiografia del XIX e del XX secolo

I critici dell'operato lambertiniano

Nel corso del XIX secolo, quando la religione era posta


sulla difensiva a causa del liberalismo e
dell'indifferentismo religioso, il papato lambertiniano
non fu giudicato così entusiasticamente dagli storici di
matrice cattolica. Per esempio, Ludwig von Pastor[101],
benché ne sottolineasse la grandezza d'animo, si
dimostrò invece critico verso la sua politica
concordataria, in quanto arrendevole e priva di spirito
autoritario nella difesa dei benefici ecclesiastici.

Un altro storico e teologo cattolico tedesco, il cardinale


Joseph Hergenröthe (1824-1890)[102], giudicò
l'atteggiamento conciliante di Benedetto XIV come fuori
luogo per un pontefice, e che «si fosse lasciato trascinare
al di là di quel che sarebbe stato ragionevole e per
principio ammissibile»[103].
Ludwig von Pastor, in una
fotografia scattata da anonimo
Le posizioni del XX secolo nel XIX secolo. Cattolico
conservatore, apprezzò lo spirito
La figura di Benedetto fu ampiamente rivalutata nel umano e le iniziative culturali di
corso del XX secolo, sia dalla Chiesa (come riassunto Benedetto XIV, ma non la sua
poco sopra), quanto dalla storiografia e dal giornalismo politica estera.
vaticanista. Infatti, per la straordinaria modernità con cui
si rivolse al mondo secolare e per la bonomia di carattere,
tanto da definirlo come il "cardinale Roncalli del '700"[66] o come il «...modesto ma
convinto anticipatore della linea giovannea»[104], Benedetto XIV godette di giudizi assai
positivi. Nonostante ciò, come sottolinea il curatore della voce sull'Enciclopedia dei Papi
dedicata al Lambertini, lo storico Mario Rosa, manca ancora uno studio organico sulla
figura del pontefice[105]. Infatti, nonostante ci siano alcuni studi critici di qualità, come
quelli compiuti da Emilia Morelli sull'epistolario con De Tencin[106] o il congresso di studi
lambertiniani tenutisi a Cento nel 1981, la figura del pontefice nel corso del Novecento
non è stata studiata nella sua complessità: unica eccezione sono gli interventi artistici e
urbanistici effettuati a Roma[107], e il legame con gli ordini religiosi[14].
:
La storiografia degli ultimi anni non è però
totalmente concorde sulla validità dell'operato
lambertiniano. Gaetano Greco, in un recente
saggio[108], riconosce sì lo spirito d'apertura e la
grandezza del papa bolognese, ma ne sottolinea
contemporaneamente anche il carattere
conservatore, volto a far rispettare a tutti i costi i
dettami del Concilio di Trento, ad imporre una
visione del cristianesimo in chiave "europea" (in
relazione alla condanna dei riti malabarici e degli
antenati) e a mantenere la legislazione Giovanni Paolo Pannini, Carlo di Borbone
antiebraica[109][110]. Al contrario Gianvittorio visita il papa Benedetto XIV nella coffee-
Signorotto, davanti alle critiche portate da Greco, house del Quirinale, olio su tela, 1746,
invita a «tene[re] conto dell'ambiente in cui Museo di Capodimonte, Napoli
Lambertini si trovò ad agire, la Curia romana, e,
soprattutto, ricordando che la sua formazione era
profondamente radicata nella cultura della fine del Seicento»[95]. A moderare le due
posizioni, può essere utile la conclusione tratta da Luigi Mezzadri e Paola Vismara:

«In un bilancio complessivo, si può affermare che Benedetto XIV intendesse


favorire un rinnovamento della Chiesa su basi tridentino-muratoriane, mediando
tra tradizione e idee nuove; ma molte prospettive erano destinate a chiudersi per
i gravi problemi dall'esterno (politica giurisdizionalistica degli Stati, cultura
illuministica di matrice anticristiana).»

(Mezzadri-Vismara, p. 316)

Benedetto XIV nella cultura di massa

Il cardinale Lambertini
Benedetto XIV raggiunse il grande pubblico grazie al commediografo bolognese Alfredo
Testoni che, dopo aver studiato i documenti e le testimonianze storiche coeve
all'episcopato lambertiniano[111], ne diede un simpatico ritratto nella sua commedia Il
cardinale Lambertini, del 1906[112]. La rappresentazione teatrale, che ebbe un successo
assai significativo presso il pubblico degli spettatori (tra il 1906 e il 1921, ci furono più di
mille repliche[111]), fu poi portata con successo sul grande schermo nel 1934[113] da Ermete
Zacconi e successivamente da Gino Cervi, nel film omonimo del 1954 diretto da Giorgio
Pàstina[114].

Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo
:
Encicliche
Papa Benedetto XIV iniziò una nuova forma di corrispondenza con i vescovi,
sostanzialmente documenti di ampio respiro pastorale, per i quali coniò il termine di
Lettere encicliche[115]. Durante il suo Pontificato scrisse diverse encicliche tra il 1740 e il
1757.

Genealogia episcopale e successione apostolica


La genealogia episcopale è:[116]

Cardinale Scipione Rebiba


Cardinale Giulio Antonio Santori
Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
Cardinale Ludovico Ludovisi
Cardinale Luigi Caetani
Cardinale Ulderico Carpegna
Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
Papa Benedetto XIII
Papa Benedetto XIV

La successione apostolica è:

Vescovo Ottavio Ringhieri (1736)


Vescovo Giovanni Battista Scarselli (1740)
Cardinale Ludovico Merlini (1740)
Cardinale Giorgio Doria (1740) Alfredo Testoni, il commediografo che
Vescovo Pio Gallizia, B. (1741) scrisse e portò in scena Il cardinale
Lambertini, rendendo famoso il
Arcivescovo Ferdinando Romualdo Guiccioli,
pontefice bolognese presso il grande
O.S.B. (1741)
pubblico.
Vescovo Pierre François de Sales de Thorens
(1741)
Vescovo Giuseppe Filippo Porporato (1741)
Vescovo Giambattista Pensa (1741)
Vescovo Charles-François Cantoni (1741)
Vescovo Michele Vittorio Villa (1741)
Vescovo Carlo Felice Sanmartino (1741)
Vescovo Giuseppe Filippo Felissano (1741)
Vescovo Girolamo Curlo, C.R.M. (1741)
:
Cardinale Francesco Landi Pietra (1741)
Vescovo Joseph Maria von Thun und Hohenstein (1742)
Vescovo Silvestro Merani, O.S.A. (1742)
Vescovo Nicola Manciforte (1742)
Vescovo Giuseppe Gallarati (1742)
Vescovo Juan Mateo López Sáenz, C.R.M. (1742)
Vescovo Giuseppe Stella (1742)
Arcivescovo Michele Maria Vincentini (1742)
Arcivescovo Antonio Cantoni (1742)
Arcivescovo Giuseppe Palma (1743)
Papa Clemente XIII (1743)
Cardinale Giuseppe Pozzobonelli (1743)
Vescovo Felice Amato (1743)
Vescovo Gian Pietro Solaro (1743)
Vescovo Martín Barcia Carrascal (1743)
Arcivescovo Martino Ignazio Caracciolo (1743)
Cardinale Filippo Acciaioli (1743)
Cardinale Enrique Enríquez (1743)
Cardinale Luigi Gualterio (1744)
Vescovo Giuseppe Alfonso Miroglio (1744)
Vescovo Giovanni Francesco Cavallini (1744)
Cardinale Girolamo Spinola (1744)
Vescovo Alessio Ignazio Marucchi (1744)
Arcivescovo Paolo Francesco Giustiniani, O.F.M.Cap. (1744)
Vescovo Gherardo Antonio Volpe (1744)
Arcivescovo Antonio Marulli (1745)
Vescovo Ignazio della Chiesa de Rodi (1746)
Vescovo Pietro Cristiani (1747)
Vescovo Giovan Battista Minucci, O.F.M.Conv. (1747)
Cardinale Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze (1747)
Cardinale Giovanni Battista Spinola (1752)
Arcivescovo Giovanni Carlo Molinari (1754)
Cardinale Vincenzo Malvezzi Bonfioli (1754)
Patriarca Carlo Camuzi (1756)

Concistori per la creazione di nuovi cardinali


:
Benedetto nominò 64 nuovi cardinali nel suo quasi ventennale pontificato, durante sette
distinti concistori[116].

Beatificazioni e canonizzazioni del pontificato

Opere di Benedetto XIV


Le principali opere di Prospero Lambertini[117]:

Raccolta di alcune notificazioni, editti e istruzioni, pubblicate per il buon governo della
sua Diocesi dall'Em.no e Rev.mo Sig. Cardinale Prospero Lambertini …, Bologna,
1733, 1735, 1740; Roma, 1742; Venezia, 1749, 1760, 1762, 1771, 1790; Torino,
1852; Traduzione latina sotto il titolo: Institutiones ecclesiasticae, Roma, 1747;
Ingolstadt, 1751; Bassano, 1760; Lovanio, 1762.
De servorum Dei beatificatione et de beatorum canonizatione, 1734-38.
Thesaurus resolutionum S. Congregationis Concilii, 1740 (dal quale sarebbero
derivate le Quaestiones canonicae et morales, 1767).
Annotazioni sopra le feste di Nostro Signore e della Beatissima Vergine secondo
l'ordine del calendario romano, 1740-49 (dalle quali sarebbe emersa come opera a sé
stante il De sacrosancto Missae Sacrificio, 1745, comparso isolatamente anche
nell'originale testo italiano nel 1772).
Bullarium Benedicti XIV, 1746-54.
Opuscula miscellanea nunc primum edita atque in unum corpus collecta, Bassano,
1767.
Casus conscientiae, 1747.
De Synodo dioecesana, Roma, 1748, completato e arricchito nella successiva
edizione del 1755; 1767; Ferrara, 1753, 1756, 1760; Padova, 1756; Parma, 1764;
Venezia, 1765, 1775, 1792; Roma, 1806; Magonza, 1842; Si trova in tutte le edizioni
delle Opera omnia.
Opera omnia, in tre edizioni:

S.S.D.N. Benedicti XIV opera in duodecim tomos distribuita, Romae, 1747-51;


Benedicti XIV Papae olim Prosperi Card. De Lambertinis opera omnia in
quindecim tomos distribuita Venetis, 1767, 1788, 1892;
Benedicti XIV Pont. Max opera omnia in tomos XVII distribuita, Prati, 1830-
1946;
A queste raccolte vanno aggiunti i seguenti volumi:

S.S.D.N. Benedicti Papae XIV … opera omnia in synopsim redacta, Romae,


1766
Benedicti XIV acta sive mondum pubblicata sive sparsim edita, nunc primum
collecta cura Rafaelis de Martinis, 2 voll., Nespoli, 1894
:
Benedicti XIV Pape opera omnia inedita, quae primum publicavit Fr. Heiner,
Friburgo, 1904
Cerimoniale Episcoporum Santissimi D.N. Benedicti Papae XIV iussu editum et
auctum, Roma, 1752

Note

Esplicative
1. ^ Fino agli albori del XIX secolo è accaduto che alcuni pontefici, in via straordinaria
rispetto alla prassi canonica ristabilita da Trento sul divieto di accumulare più benefici
ecclesiastici, compresi quindi i vescovadi (si rimanda al Capitolo I della prima
sessione del Concilio di Trento: Decreto sulla residenza dei vescovi e degli altri
chierici inferiori, Capitolo I, su totustuustools.net, totustuus. URL consultato il 9 settembre
2015.), abbiano deciso di mantenere in via eccezionale le diocesi originarie, come
fece, per esempio, Benedetto XIII con quella di Benevento (per cui si veda: De
Caro, Benedetto XIII.

«...l'arcivescovato di Benevento (di cui volle rimanere titolare anche dopo la


sua esaltazione...»

2. ^ In Rosa-Pope Benedict XIV, p. 226 si parla di "Tridentine Revival" per sottolineare


l'attenzione dimostrata dal Lambertini verso le visite pastorali e gli stilemi di santità
tipici della prassi controriformista. Per dimostrare il rapporto del pontefice tra cultura
moderna e rispetto della tradizione, Rosa scrive:
(EN) (IT)

«In fact, Benedict XIV, aware of the «Infatti, Benedetto XIV, consapevole
new role the Church would assume, del nuovo ruolo che la Chiesa voleva
with his openings and open assumere, con le sue aperture e la
tolerance, linked however to a sua aperta tolleranza, si legò
cultural sensitivity that was more comunque ad una sensibilità
receptive than profound, was culturale che era più ricettiva che
certainly not a "philosopher" in the profonda, non era certamente un
eighteenth century sense of the filosofo nel senso settecentesco della
word» parola»

(Rosa-Pope Benedict XIV, p. 226)

3. ^ La Chiesa Cattolica aveva varie comunità monastiche ed ecclesiali sparse nei vari
regni fedeli al Papa, regni in cui tali comunità erano dotate di benefici territoriali ed
economici; tali "anomalie" non soggette direttamente al potere regio ma a quello della
Santa Sede non erano più accettate dalla società illuministica, quindi si accesero
dispute giurisdizionali su tali territori. Si veda: Mola Di Nomaglio, pp. 199-201.
:
4. ^ Scrive il Lambertini al cardinal De Tencin in una lettera del 17 settembre 1749:
«Rispetto poi alla Congregazione dell'Indice, se Iddio ci darà vita, pensiamo di
stabilirvi alcune regole, senza le quali ci pare difficile il mantenere il di lei credito, e la
giustizia della condanna delle opere degli autori cattolici, particolarmente viventi» in
Morelli-lettere, II p. 200.
5. ^ Illuminante è una lettera scritta dal Lambertini al Muratori, in cui dichiara: «L'opere
degli uomini grandi non si proibiscono ancorché in esse si trovino cose che
dispiacciono e che meriterebbero, se fossero scritte da altri, proibizione» in: Salvatore
Baviera, Aspetti della pastorale a Bologna nel settecento, p. 242.
6. ^ Grande rilievo rivestono le numerose lettere al cardinale de Tencin, raccolte in tre
volumi da Emilia Morelli, in Le lettere di Benedetto XIV al card. de Tencin. Dai testi
originali.

Bibliografiche
1. ^ Bertone, p. 20.
2. ^ Rogier-Bertier-Hajjar, p. 71.

«Da uno dei più lunghi conclavi di questi ultimi secoli...è uscito il papa più
importante di tutto il secolo, e anche il più grande da Sisto V a Leone XIII...»

3. ^ Rosa-Verga, p. 395.
4. Marco Cecchelli, Benedetto XIV (Prospero Lambertini): Convegno internazionale di
studi storici, sotto il patrocinio dell'Archidiocesi di Bologna, vol. 1, Cento, Centro Studi
Baruffaldi, dicembre 1979, pp. 107-109, 0035-1423. URL consultato il 18 dicembre 2015.
5. Fantuzzi, p.64.
6. Fanti, p. 119.
7. ^ Marcelli, p. 255.
8. ^ Muzzarelli, p. 178

«[...] così avvenne anche nel caso di Bologna, che allora era per importanza
la seconda città dello Stato Pontificio...»

9. ^ Serie cronologica dei cardinali bolognesi, p. 63.


10. ^ Lombardi, p. 511.
11. ^ Novaes, p. 4.
12. Moroni, p. 21.
13. Fantuzzi, p.65.
14. Rosa, Enciclopedia dei Papi.
15. ^ (EN) Salvador Miranda, LAMBERTINI, Prospero Lorenzo, su fiu.edu – The Cardinals
of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 7 giugno 2015.
16. ^ Lombardi, p. 512.
:
16. ^ Lombardi, p. 512.
17. ^ Bertone.
18. ^ Bertone, p. 17.
19. ^ Rosa-Riformatori e ribelli, p. 50.
20. ^ Meluzzi, p. 58.
21. ^ Cfr. la monografia di Fiorani, 2 a proposito.
22. ^ Ceccaroni, p. 185.
23. ^ Lombardi, p. 513.
24. Mazzone, p. 168.
25. ^ Fanti, p. 178.
26. Mazzone, p. 174.
27. Mazzone, p. 175.
28. Agnoli, Benedetto XIV, la scienza a Bologna (e gli asili).
29. Bertone, p. 18.
30. ^ Cfr. M.T. Fattori, Lambertini a Bologna, 1731-1740, «Rivista di storia della chiesa in
Italia» 60 (2007)/2, pp. 417-461
31. ^ Benedetto XIV - Raccolta di alcune notificazioni, p. 3.
32. ^ Torreggiani Alfonso: interventi nella cattedrale di San Pietro, su
emiliaromagna.beniculturali.it, Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna. URL consultato l'8 settembre 2015.
«Dall'elenco di Alfonso Torreggiani, 1756*: "Compita d'ordine di N.S. Papa
Benedetto XIV, la Chiesa Metropolitana di S. Pietro con farvi la facciata di marmo,
memoria interna nel 1743; e nel 1755 terminata da me con li quattro coretti"».
33. ^ Mazzone, pp. 173-174.
34. ^ Cfr. poco sotto.
35. ^ Rosa-Settecento Religioso, p. 112

«...andava rivestendosi [il vescovado] di preoccupazioni pastorali e non


soltanto, come nel passato, prevalentemente burocratiche e giuridiche.»

36. ^ Giacomelli, p. 41

«Definisco età lambertiniana per Bologna, l'intero periodo che va dal 1730 al
1760 poiché tra i due pontificati di Clemente XII e Benedetto XIV non vi fu
sostanziale divergenza di indirizzi nella conduzione dei principali problemi
della legazione come, più in generale, dello stato e della Chiesa»

37. ^ Caracciolo.
38. Rendina, I Papi, p. 731.
39. ^ Borrelli-Benedetto XIV.
40. ^ Morelli-Uomo e pontefice.
:
41. ^ Moroni, p. 22.
42. ^ Benedetto XIV.
43. ^ Novaes, p. 6.
44. ^ Mazzone, p. 195.
45. ^ La donazione di papa Benedetto XIV alla biblioteca dell’Istituto delle Scienze -
Biblioteca Universitaria di Bologna - BUB, su bub.unibo.it. URL consultato il 13 gennaio
2020.
46. ^ Fattori, p. XIII-LIV. Il catalogo della biblioteca del pontefice è ora consultabile (https:/
/bub.unibo.it/it/collezioni-e-cataloghi/Benedetto-XIV/la-donazione-di-papa-benedetto-xi
v-alla-biblioteca-dell-istituto-delle-scienze%7Cora)
47. Rosa, Pope Benedict XIV, p.224

«His first decade had been characterized by an important opening up both on


the religious-ecclesiastical and cultural levels.»

48. ^ Leone, p. 76.


49. Lombardi, p. 529.
50. Rogier-Bertier-Hajjar, p. 72.
51. ^ Giacomelli, p. 876.
52. Morelli-Uomo e pontefice, p. 6.
53. ^ Lettere di Benedetto XIV al marchese Paolo Magnani (1743-1748), a cura di Paolo
Prodi e Maria Teresa Fattori, Roma, Herder, 2011.
54. Rendina, I Papi, p. 723.
55. Moroni, p. 28.
56. Moroni, p. 34.
57. ^ Bevilacqua.

«L'11 aprile 1748, nel corso di un'udienza personale, Nolli presentò al


pontefice Benedetto XIV, cui l'opera era dedicata, l'edizione completa della
Nuova Pianta di Roma»

58. ^ Pazienti, p. 109.


59. ^ Cfr. Giacomelli.
60. ^ Michele Franceschini, Vincenzo Frustaci ed Elisabetta Mori, Libro d'Oro della nobiltà
romana, su archiviocapitolinorisorsedigitali.it, Comune di Roma - Archivio Capitolino,
2008. URL consultato il 7 giugno 2015 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2015).
61. Benedetto XIV e Roma, su info.roma.it, Associazione culturale info.roma.it. URL
consultato il 7 giugno 2015.
62. Brunelli, p. 46.
63. ^ Moroni, p. 25.
64. ^ Venturi.
:
64. ^ Venturi.
65. ^ Fiorani-Settecento romano, p. 544.
66. Russomanno.
67. Rogier-Bertier-Hajjar, p. 74.
68. ^ Benedetto XIV, Annus qui hunc, su totustuustools.net. URL consultato il 7 giugno 2015.
69. ^ Una storia contrastata: la Bibbia in italiano, su wol.jw.org. URL consultato il 22 giugno
2018.
70. ^ Origine e diffusione della Bibbia in Italia, su missioneperte.it. URL consultato il 22 giugno
2018 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2018).
71. ^ enciclica, su treccani.it, Treccani, 2010. URL consultato il 10 agosto 2015.
72. I Ghetti - "L'Editto sopra gli Ebrei" - I "casi di oblazione", su morasha.it. URL consultato il
10 agosto 2015.
«...nel 1733, sotto il pontificato di Clemente XIII, il cardinale Petra prepara un
minuzioso codice antiebraico con nuovi pesantissimi obblighi e imposizioni».
73. ^ Calimani.
74. ^ Cusumano.
75. ^ Langone

«Il carteggio con Benedetto XIV è notevolissimo. Fra i due corre, a dispetto di
tutto, un'evidente stima reciproca.»

76. ^ Mezzadri-Vismara, pp. 315-316.


77. ^ I Giubilei, su www.scalve.it. URL consultato il 7 giugno 2015.
«1750: Benedetto XIV con la Bolla "Pellegrinantes" indice l'Anno Santo per il
1750».
78. Ravaglioli.
79. Benedetto XIV «...combatte certe teatralità nelle funzioni religiose e le proibisce in una
serie di notificazioni"...»
80. ^ De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione, II, 20.
81. ^ Potestà-Vian, p. 358.
82. ^ Fiorani-Settecento Romano, p. 543.
83. Moroni, p. 48.
84. ^ Rendina-I Papi, pp. 734-735.
85. ^ Tarcisio Bertone, Un predecessore illuminato, su 30giorni.it, vol. 5, 30GIORNI, 2005.
URL consultato il 10 agosto 2015.
86. ^ Gurrado:

«Ciò rende piuttosto significative le lettere che scrisse ai due Papi.


Le prime tre furono indirizzate a Benedetto XIV; causarono grande scandalo,
in particolare la risposta del Papa, e costituiscono un piccolo giallo. Nel 1742
Voltaire aveva infatti composto una tragedia, Le fanatisme ou Mahomet le
prophète, in cui criticava severamente la politica religiosa di Maometto; ciò
:
prophète, in cui criticava severamente la politica religiosa di Maometto; ciò
nondimeno i lettori capirono piuttosto presto che un obiettivo parallelo di
Voltaire era Gesù Cristo o meglio il cristianesimo. Temendosi scoperto,
Voltaire decise di dedicare la tragedia al Papa: Benedetto XIV, uomo colto e
cattolico illuminato molto stimato da Voltaire. Per andare sul sicuro spedì
tuttavia al Papa non Mahomet ma il Poème de Fontenoy, un testo più
innocente in cui celebrava la vittoria della Francia cattolica sulle potenze
protestanti dell'epoca. Il Papa rispose congratulandosi e Voltaire rese
pubblica la lettera, o piuttosto una sua versione emendata, in cui le parole "il
suo bellissimo ultimo poema" erano state cancellate e sostituite con "la sua
bellissima tragedia di Mahomet". Ciò che importa è che Voltaire avesse
cercato protezione presso il Papa, che Benedetto gli avesse risposto
favorevolmente, che il Papa avesse spedito "la benedizione apostolica al
diletto figlio Voltaire" e che Voltaire avesse con trasporto "baciato
umilissimamente i sacri piedi" del Papa. Fino al 1758, anno della morte di
Benedetto XIV, Voltaire si sentì rassicurato dalla presenza del Papa come
garante dell'equilibrio in Europa, e come persona colta che non avrebbe
mostrato eccessiva ostilità verso una classe di intellettuali, i philosophes, dei
quali Voltaire si sentiva il leader naturale – o, come amava definirsi, "il
patriarca".»

87. ^ Giovanni Marchesini, Enrico Bellone, Giulio Peruzzi e Sofia Talas (a cura di), Il
restauro della Cupola di San Pietro a Roma, su unipd.it, Università degli Studi di
Padova. URL consultato il 7 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
88. ^ Commento riguardo ai progetti per la facciata di S. Maria Maggiore, 1740/41, su
lineamenta.biblhertz.it:8080, Lineamenta. URL consultato il 7 giugno 2015.
89. ^ Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, su santacroceroma.it. URL consultato il 7
giugno 2015.
90. ^ Peter Anton Verschaffelt - San Michele Arcangelo, su
castelsantangelo.beniculturali.it, Ministero per i beni e le attività culturali, 2 luglio
2009. URL consultato il 10 agosto 2015.
91. ^ Pontificia Accademia Romana di Archeologia - note storiche, su cultura.va,
Pontificia Accademia Romana di Archeologia. URL consultato il 7 giugno 2015.
92. ^ Lega.
93. ^ Università e scienza. La «grande riforma» della Sapienza di Benedetto XIV, su
books.openedition.org. URL consultato il 13 febbraio 2019.
94. ^ Giovanni Paolo Simon Bianchi, su lincei-celebrazioni.it, Comitato Nazionale per il IV
Centenario della Accademia dei Lincei. URL consultato il 15 settembre 2015.
95. Miani.
96. Rogier-Bertier-Hajjar, p. 77.
97. ^ Rendina-I Papi, p. 734.
98. ^ Rogier-Bertier-Hajja, p. 77

«Nella curia, non ci si pritava di criticare questo scienzato divenuto papa che,
agli occhi di certuni, non era al suo posto sul trono di san Pietro, essendo
:
agli occhi di certuni, non era al suo posto sul trono di san Pietro, essendo
magnus in folio sed parvus in solio, grande scrittore ma mediocre uomo di
governo.»

99. ^ Cajani-Foa

«Per quanto riguarda la vita interna della Chiesa, il pontificato di C. XIII segnò
una battuta d'arresto del processo di rinnovamento che si era avviato sotto il
suo predecessore. Il papa Benedetto XIV, infatti, aveva avuto una chiara
visione della necessità di una riforma della Chiesa, e nelle dure polemiche
interne al mondo cattolico aveva cercato sempre di mantenere un equilibrio,
spesso difficile, per assicurare la pluralità delle voci nel dibattito. C. XIII
puntava, invece, ad una rigida difesa delle strutture tridentine, e dei gesuiti in
primo luogo, e si schierò decisamente contro giansenisti e cattolici illuminati.»

100. ^ De Rosa

«Giacomo Della Chiesa...che prese il nome di Benedetto XV in omaggio al


predecessore nella cattedra di S. Petronio e di S. Pietro, Prospero
Lambertini.»

101. ^ Pastor, pp. 461-462.


102. ^ Hergenröther.
103. ^ Rogier-Bertier-Hajjar, p. 79.
104. ^ Carlo Falconi, citato in Rendina-I Papi, p. 730
105. ^ Rosa-Enciclopedia dei Papi

«Manca una biografia articolata e completa su Benedetto XIV.»

106. ^ Rosa-Enciclopedia dei Papi

«Di grande importanza l'edizione de Le lettere di Benedetto XIV al cardinale


de Tencin, a cura di E. Morelli, I, 1740-1747, Roma 1955; II, 1748-1750, ivi
1965; III, 1751-1758, ivi 1984, che supera la vecchia Correspondance de
Benoît XIV (1742-1756), I-II, a cura di E. de Heeckeren, Paris 1912.»

107. ^ per esempio, Debenedetti, L'Architettura da Clemente XI a Benedetto XIV: pluralità


̀di tendenze.
108. ^ Greco.
109. ^ Scaraffia.
110. ^ Miani

«...per Gaetano Greco, dell'Università di Siena, Benedetto XIV è paragonabile


ai «sovrani delle riforme senza la riforma», come furono Vittorio Amedeo II di
:
ai «sovrani delle riforme senza la riforma», come furono Vittorio Amedeo II di
Savoia e Cosimo III di Toscana, fu «certo operosissimo, ma senza intaccare
la continuità dell'esistente» e «rimase ancorato alle carte su cui si era
formato».»

111. Poli.
112. ^ Debutta la commedia "Il cardinale Lambertini" di Alfredo Testoni, su
bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Salaborsa. URL consultato il 10 luglio 2015.
113. ^ Il cardinale Lambertini (1934), su IMDb.com. URL consultato il 7 giugno 2015.
114. ^ Il cardinale Lambertini (1954), su IMDb.com. URL consultato il 7 giugno 2015.
115. ^ Bertone, p. 12.
116. Cheney.
117. ^ L'elenco delle opere del Lambertini è tratto da: Tarcisio Bertone, Il governo della
Chiesa nel pensiero di Benedetto XIV, L.A.S., Roma, 1978, e da Lazzaro Maria De
Bernardis, Le opere giuridiche di Prospero Lambertini, in Benedetto XIV (Prospero
Lambertini): Convegno internazionale di studi storici, Cento, 6-9 dicembre 1979 - a
cura di Marco Cecchelli.

Bibliografia
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bolognesi, raccolte da Giovanni Fantuzzi, Stamperia di S. Tommaso d'Aquino, 1782.
URL consultato il 20 dicembre 2015.
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siècle, in Revue de l'histoire des religions, vol. 161, n. 161, Paris, Picard, gennaio
1962, pp. 107-109, 0035-1423. URL consultato il 22 aprile 2015.
Prospero Lambertini/Benedetto XIV, Raccolta di alcune notificazioni, editti, ed
istruzioni dell'eminentissimo, e reuerendissimo signor cardinale Prospero Lambertini
arciuescouo di Bologna, ora sommo pontefice Benedetto XIV, vol. 2, Venezia,
appresso Francesco Pitteri, 1740, SBN IT\ICCU\TO0E\030373. URL consultato il 28
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Benedetto XIV (Prospero Lambertini): Convegno internazionale di studi storici, 6-9
dicembre 1979, Cento, Centro Studi Girolamo Baruffaldi, 1981,
SBN IT\ICCU\UBO\0197638.

Voci correlate
Bologna
Conclave del 1740
Giurisdizionalismo
Illuminismo
Indice dei libri proibiti
Ludovico Antonio Muratori
Leonardo da Porto Maurizio
Pierre Guérin de Tencin
Ruggiero Giuseppe Boscovich
Silvio Valenti Gonzaga
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Collegamenti esterni

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