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Questa storia inizia come molte altre.

C’è una casa modesta ed il fumo che esce da quel caminetto si vede già da lontano.
Il rumore di un carretto si avvicina ad essa ed i passi degli zoccoli di due anziani destrieri. Camminano senza
sollevare il terreno.

Benvenuti sul continente

Lei era bellissima.


Risoluta, invulnerabile e geniale.

La festa era già iniziata.


In tutte le strade nella città si crearono file di donne, uomini e bambini e tutti indossavano gli abiti migliori
che custodivano gelosamente nei propri armadi.
Sui loro volti c’erano le maschere e nessuna era mai uguale alle altre, poiché frutto dell’artigiana vanità
d’ognuno. Alcune avevano colori sgargianti, altre erano bianche ed altre ancora semplicemente magiche,
perché lì, nella città capitale di Evirya, non c’era limite a quello che potevi trovare o realizzare.

Su una vasta e fiorente pianura bagnata dalle rigogliose acque dell’oceano troneggiava la più fiorente città
di Glamia, un regno di legge e giustizia.
Robuste mura di pietra grigia disegnavano la forma di un pentacolo che si stendeva per molti chilometri in
ogni direzione, ed erano di una precisione millimetrica. Secondo la leggenda fu creata durante il Regno del
Caos dai primi custodi degli elementi e da allora difendono i sogni e le speranze dei suoi cittadini.
Ognuno di quei mattoni era saldo e robusto, oggi come un tempo, non aveva perduto nulla della sua
robustezza e non v’era mai stato nessun nemico che fosse riuscito a scolpirvi la propria furia.
I suoi cancelli stazionavano ad ogni punta della stella ed erano di solido acciaio nero, un materiale realizzato
dai migliori artigiani magici, conosciuto anche con il nome di Unitium Soil.
La loro forma non sfigurava affatto le alte mura, bensì le raggiungeva fino alla loro estremità
assottigliandosi come la punta di una lunga e gigantesca lancia. Neanche uno spiraglio poteva penetrare il
taglio centrale quando queste persistevano chiuse. Nessuna speranza per il nemico di trovarvi un punto
debole.

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