DIRITTO PRIVATO
Docente: Alessandro Martini
a) Generalità
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l’intento di vincolarsi immediatamente, per effetto della sola dichiarazione, senza che sia
necessario il consenso del destinatario.
- atti tipici: esse non producono effetti obbligatori fuori dei casi ammessi dalla legge
(art. 1987 c.c.): la mera dichiarazione di volontà del debitore non accettata dal creditore
produce effetti obbligatori solo nei casi previsti dalla legge e le parti non possono dare vita a
promesse unilaterali atipiche; secondo alcuni le promesse unilaterali atipiche rientrano nella
previsione dell’art. 1333 c.c. norma dettata con riguardo ai contratti con obbligazioni a carico
del solo proponente, che non sono altro che negozi unilaterali rifiutabili, in quanto il silenzio
dell’oblato non ha valore negoziale di accettazione;
- negozi giuridici unilaterali consistenti nella dichiarazione emessa da una parte che si
obbliga ad una determinata prestazione e alle quali si applicano in quanto compatibili le norme
che regolano i contratti (art. 1324 c.c.).
- titolate se menzionano il titolo (il rapporto fondamentale) della promessa o del debito
riconosciuto; es.: ti prometto 100 se sarai promosso; riconosco di doverti 100 per il lavoro che
hai fatto.
- sono fonti di obbligazioni solo in senso lato: non determinano la nascita di una
obbligazione a carico del promittente o del dichiarante perché se l’obbligazione non esiste, la
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promessa e la ricognizione non è vincolante;
- comportano una astrazione processuale: esse operano sul piano non del diritto
sostanziale, ma su quello del diritto processuale in quanto «la promessa di pagamento o la
ricognizione di un debito dispensa colui a favore del quale e fatta dall'onere di provare il
rapporto fondamentale. L'esistenza di questo si presume fino a prova contraria» (art. 1988
c.c.): pertanto si ha una inversione dell’onere della prova ed una presunzione relativa
(fino a prova contraria) dell’esistenza del rapporto fondamentale;
c) La promessa al pubblico
- di chi si trovi in una determinata situazione; es. prometto 100 al primo nato nell’anno
2009;
- o di chi compia una data azione; prometto 100 a chi trova l’oggetto smarrito.
La promessa al pubblico:
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- il creditore acquista il diritto di credito alla prestazione promessa quando compie
quell’azione o si trova in quella situazione; se l’azione è stata compiuta da più persone
separatamente o se la situazione è comune a più persone, la prestazione promessa, quando è
unica, spetta a colui che per primo ne ha dato notizia al promittente (art. 1991 c.c.);
- è efficace e quindi vincolante, entro il termine stabilito dal promittente o in quello che
risulta se alla promessa non è apposto un termine, o non è desumibile dalla natura o dallo
scopo della promessa, il vincolo della promessa cessa, qualora entro l’anno dalla promessa non
è stato o comunicato al promittente l’avveramento della situazione o il compimento dell’azione
prevista nella promessa (art. 1989, 2° comma, c.c.).
- è revocabile, anche prima della scadenza del termine, purchè (art. 1990 c.c.),
- vi sia una giusta causa, ossia un accadimento sopravvenuto che renda inutile
l’attività dedotta nella promessa; es.: il divieto dell’autorità;
- la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma
equivalente; es. la revoca della promessa è pubblicata sullo stesso giornale in cui è
stata pubblicata la promessa stessa;
- non si sia già verificata la situazione o non sia stata già compiuta l’azione
prevista nella promessa.
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- il titolare non può pretendere una prestazione diversa da quella risultante dal
documento;
- titoli causali: sono quelli nei quali è menzionano il rapporto fondamentale; es. fede di
deposito e nota di pegno che vengono emesse per effetto della stipulazione di un contratto di
deposito di merce in un magazzino generale (artt. 1790 ss. c.c.);
- titoli astratti: sono quelli nei quali non è menzionato il rapporto che ha dato vita al
titolo; es.: gli assegni e le cambiali.
- titoli al portatore: sono quelli che si trasferiscono con la semplice consegna del titolo e
che legittimano all’esercizio del diritto il possessore del titolo in base alla sola
presentazione del titolo medesimo (art. 2003 c.c.);;
- titoli all’ordine: sono quelli che si trasferiscono mediante girata, ossia mediante una
dichiarazione scritta sul titolo e sottoscritta dal girante; e che legittimano all’esercizio del
diritto il possessore del titolo in base ad una serie continua di girate (art. 2008 c.c.); es.: gli
assegni e le cambiali;
- titoli nominativi: sono quelli che si trasferiscono con la girata e con l’annotazione del
nuovo beneficiario-creditore sui registri dell’emittente; e che legittimano all’esercizio del diritto
il possessore del titolo per effetto di una doppia intestazione a suo favore contenuta nel
titolo e nel registro dell’emittente; es.: le azioni di una società di capitali.
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e) La gestione di affari altrui
La gestione di affari altrui rientra tra i fatti giuridici idonei a produrre obbligazioni
(art. 1173 c.c.): quando il gestore per le più diverse motivazioni, assume in via di fatto, la
gestione di un affare altrui, da tale gestione sorgono a carico del gestore e dell’interessato
obbligazioni.
Oggetto della gestione può esser qualsiasi attività giuridica o materiale utile per il
patrimonio o la persona dell’interessato; sia di ordinaria amministrazione che di straordinaria
amministrazione quando tale attività sia utile e rivesta carattere di urgenza.
- la spontaneità dell’intervento del gestore che non deve essere obbligato alla cura
dell’affare dell’interessato (art. 2028, 1° comma, c.c.), perché, in tal caso, è tenuto ad
adempiere;
- l’utilità iniziale della gestione (utiliter coeptum) la gestione deve essere utilmente
iniziata (art. 2031 c.c.), e quindi non si deve aver riguardo all’esito finale della gestione, ma
occorre tenere conto dell’utilità iniziale della gestione per l’interessato; l’utilità si ha quando
l’intervento è idoneo ad incrementare il valore del bene o ad evitarne un pregiudizio e va
valuta obiettivamente, riferendosi alla valutazione che avrebbe fatto il dominus;
- la capacità di agire del gestore (art. 2029 c.c.), in quanto si è voluto impedire un
soggetto incapace assuma per legge obbligazioni; l’incapacità comporta l’automatica inefficacia
della gestione, tuttavia si ritiene che a favore del gestore rimangano fermi gli effetti a lui
favorevoli.
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Per quanto riguarda gli effetti, ossia le obbligazioni che derivano dalla gestione di affari
altrui:
- il gestore:
- l’interessato:
- deve adempiere verso i terzi agli obblighi che gli derivano dai negozi compiuti
dal gestore in nome dell’interessato (gestione rappresentativa);
- deve tenere indenne il gestore dalle obbligazione che questi abbia assunto in
nome proprio ;
- deve rimborsare al gestore le spese con gli interessi dal giorno in cui le spese
sono state sostenute (art. 2031, 1° comma, c.c.);
- l’actio negotiorum gestorum directa: è quella azione che spetta al dominus per
ottenere l'adempimento delle obbligazioni del gestore;
- l’actio negotiorum gestorum contraria: è quella azione che spetta al gestore per
ottenere l'adempimento delle obbligazioni del dominus.
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f) Il pagamento d’indebito
- una prestazione di dare una somma di denaro o di una quantità di cose fungibili;
- e, secondo alcuni, anche una prestazione di fare, in tal caso si può pretendere una
somma di denaro rapportata al valore economico del servizio prestato.
In tale ipotesi:
L’obbligo della restituzione viene meno se l’accipiens si è privato in buona fede del titolo o
delle garanzie del credito (art. 2036, 1° comma, c.c.); in questo caso è concesso al solvens la
surrogazione nei diritti che il creditore vantava nei confronti del debitore effettivo (art. 2036,
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3° comma, c.c.).
- è in buona fede è tenuto a restituire, oltre all’indebito, anche i frutti e gli interessi
moratori dal giorno della domanda giudiziale di restituzione (artt. 2033 e 2036 2° comma,
c.c.);
- è in mala fede, è tenuto a restituire, oltre all’indebito, anche i frutti e gli interessi dal
giorno del pagamento del ricevuto (artt. 2033 e 2036 2° comma, c.c.);
- ha ricevuto una cosa determinata è tenuta a restituirla nella sua identità (art. 2037,
1° comma, c.c.); l’ alienazione, il deterioramento ed il perimento della cosa indebitamente
ricevuta è regolata da disposizioni specifiche (artt. 2037, 2° e 3° comma, e 2038 c.c.);
- è incapace, anche se in mala fede, è tenuto alla restituzione solo nei limiti in cui ciò che
ha ricevuto sia stato rivolto in suo vantaggio (art. 2039 c.c.), ossia nei limiti della ragionevole
utilizzazione della prestazione tenuto conto dell’interesse e dell’autonomia di vita dell’incapace.
La persona a cui è restituito l’indebito ha gli obblighi tipici del proprietario reintegrato nel
possesso e deve rimborsare il corrispettivo delle spese e dei miglioramenti a norma degli art.
1149-1152 dettati in tema di possesso (art. 2040 c.c).
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g) L’arricchimento senza causa
Precisamente il Codice civile dispone che chi si arricchisce senza una giusta causa a danno
di un altro soggetto è obbligato, nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare colui che ha subito
la correlativa diminuzione patrimoniale (art. 2041 c.c.).
Tale principio trova applicazione in specifiche disposizioni normative, tra le quali quelle, già
viste, che prevedono:
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L'ingiustificato arricchimento comporta a carico dell'arricchito:
- un obbligo di indennizzo: determinato nella minor misura tra il valore del bene
perduto dall’impoverito e il valore del vantaggio conseguito dall’arricchito;
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