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STORIA DELLO SVILUPPO ECONOMICO

6cfu (+Sociologia 3cfu – Cugno) Claudio Bermond → claudio.bermond@unito.it

Libro: Lo sviluppo economico moderno - Dalla rivoluzione industriale alla crisi energetica, Angelo Toninelli
(editore: Marsiglio)

24/02/2021

Temi che verranno trattati: demografia (cruciale perchè ad oggi l’economia occidentale è in decrescita
demografica, mentre prima all’epoca della rivoluzione industriale era in crescita), composizione popolazione
(oggi importante per la pandemia), l’energia e l’uso di risorse, ambiente e impatto che tutto questo ha
sull’ambiente, aspetti relativi a moneta e credito (rientrano nella finanza), evoluzione dei sistemi finanziari
che hanno governato l’occidente, tecnologica (e suo ruolo nello sviluppo economico), trasporti e
comunicazioni, formazione dei mercati e ruolo del commercio, agricoltura (tema oggi meno frequentato
perchè nei paesi industrializzati il sistema agricolo occupa il 5/6% della produzione sul totale di quel Paese),
capitale umano (lavoro e organizzazione di fabbrica), istruzione e formazione del capitale umano, impresa e
sue organizzazione e evoluzione, ruolo dello stato nell’economia, come nel tempo i fattori politici, culturali,
religiosi ed etici hanno inciso nel modellare lo sviluppo economico dei paesi occidentali. Con queste
tematiche si riprende la storia economica dell’occidente dalla rivoluzione industriale ad oggi, declinandola
non in termini cronoligici ma in termini tematici.

Modalità operative: circa 30 ore di lezione tradizionale (mercoledì e giovedì dalle 14 alle 16), circa 15 lezioni
+ , per arrivare a 48 ore, 2/3 interventi (approfondimento su argomenti della lezione, potrebbero non essere
temi d’esame, ma più che altro per una nostra cultura personale) su un tema oggi rilevante che riguarda la
finanza, settore dell’economia che negli ultimi 30 anni ha acquisito grande peso nella realtà economica,
sociale e politica nei paesi occidentali. Ambito attualmente di grande peso, in passato più basso, che vogliamo
capire che peso avrà in futuro perché forse declinerà per dare un peso maggiore all’economia reale,
industriale ed agricola. Vederla in una prospettiva di lungo periodo, più culturale e meno tecnica.

Seminario: Avviare anche dei seminari da sviluppare (in gruppi da 3) con delle letture che porteranno ad una
relazione che si potrà esporre (ai compagni) per via telematica per cui lui darà un voto (che varrà 1/3
dell’esame finale): chi non vuole fare questo seminario, dovrà leggere un ulteriore libro. La relazione del
seminario (10-12 pagine: 2000/2400 caratteri), poi esposta, dovrà essere fatta verso il termine delle lezioni,
quindi prima dell’esame finale-orale. Tematiche relative al seminario. Sviluppo economico dell’Italia, in
particolare del 900, e gli argomenti potrebbero essere: economia del fascismo (nel ventennio nacque
l’economia pubblica con la fondazione dell’IRI o dell’IMI, enti pubblici che raggrupparono quasi metà
dell’industria italiana che era entrata in crisi con la crisi delle banche miste: il titolo potrebbe essere “la
nascita dell’economia pubblica”, “l’economia pubblica degli anni del miracolo economico”; perchè questa IRI
rimase in vita anche negli 50/60 e fu poi messa in liquidazione negli anni 90; altro tema può essere la
privatizzazione degli anni 90 che fu un’operazione che si pensava che portasse al paese grandi risorse
economiche ma che nella realtà ne port abbastanza poche; quale fu l’idea negli anni del fascismo
dell’economia che normalmente si definisce col termine di corporativismo, dunque basi teoriche e operative
del corporativismo fascista); anni successivi alla seconda guerra mondiale, anni in cui l’economia del nostro
paese ebbe un grande sviluppo, e vedere le caratteristiche di questo miracolo economico (ad es quale fu il
modello liberale che sostenne il nostro paese: caduta del corporativismo, la ripresa del modello liberista,
gran parte di provenienza americana legata al keynesismo) e, nell’ambito di questo, vedere alcuni modelli
susseguiti ad es al livello industriale (modello abbastanza autoritario di fiat a Torino, modello molto più
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illuminato realizzato da Adriano Olivetti ad Ivrea di successo negli anni 50-60); tentativo in Italia per avviare
una programmazione economica di pianificazione dello sviluppo industriale che avvenne negli anni 60-70
soprattutto per opera del partito socialista che cercò di dare una direzione allo sviluppo industriale,
superando il modello liberale e cercando poi di pianificarlo; approfondimento su rilancio neoliberista che si
ebbe a partire dagli anni 80 quando negli Stati Uniti prevalse una linea di politica economica legata al
monetarismo ed effetti in italia (es avvio delle privatizzazioni per rilanciare un modello neoliberista che era il
monetarismo: quindi vedere le privatizzazioni come ad es, in campo industriale, la liquidazione dell’IRI,
vendita di grandi quote dell’azionariato di Eni nel settore degli idrocarburi ed Enel nel settore elettrico); quali
furono le privatizzazioni in campo bancario (perché fino agli anni 90 le banche d’Italia erano in gran parte
pubbliche e furono, negli anni 90, in gran parte privatizzate, portato a quei processi di concentrazione che
sono ancora in corso, come avvenuto pochi mesi fa da parte di Intesa San Paolo che ha acquisito da poco il
controllo della banca UBI: vedere storia privatizzazione del settore bancario); nascita delle fondazioni
bancarie (nate dalla riforma bancaria del 1990); processo di integrazione europea (trattato di Maastricht che
ha portato alla nascita di una realtà monetaria sempre più coesa che poi ha dato vita alla BCE, alla creazione
della moneta unica entrata in vigore nel 2002, l’euro); globalizzazione (che ha toccato quegli anni purificando
un po’ tutti i Paesi dell’Europa Occidentale); processo di sviluppo della Cina (che negli anni della
globalizzazione ha avuto un tasso di crescita molto elevato, che ha portato la Cina a diventare una delle
principali potenze al livello mondiale, ma con parecchi squilibri al suo interno); via della seta (tentativo della
Cina di presentarsi sui mercati occidentali); problema dell’abnorme crescita della sfera finanziaria che è
avvenuto negli ultimi 25/30 anni, negli anni della crescita dello sviluppo secondo il modello monetarista.
Anche economia del terzo settore o dell’associazionismo, ecc.

Frequentanti: preparazione esame attraverso appunti (o eventualmente attraverso il libro).

Esame: esame orale (dovrebbero essere 2 domande orali) + terza domanda integrativa dell’altro libro se non
si fa il seminario (se si fa il seminario: fare relazione + esposizione della relazione in gruppi da 3 durante le
lezioni)

Le tematiche affrontate partono dalla rivoluzione industriale ad oggi. La rivoluzione industriale dove emerge
l’energia inanimata dalla macchina a vapore e le fabbriche contemporanee. Rivoluzione fa riferimento allo
sconvolgimento radicale della vita economica, prima di allora vi era stata una trasformazione radicale ben
6000 anni prima quando nelle terre dell’Eufrate vi era stata la rivoluzione agricola o neolitica quando in questi
luoghi attraversati dal tigre e l’Eufrate. Analizzeremo processo di industrializzazione a livello mondiale.

RIFERIMENTI METODOLOGICI

Riferimenti metodologici ai quali si applica la storia: indicare la linea interpretativa che si propone.
Nell’interpretazione della storia si sono sviluppate nel corso del tempo delle metodologie/filosofie: es in Italia
una concezione della storia che ha avuto grande peso tra la fine dell’800 e la prima metà del 900 è stata
quella proposta da Benedetto Croce, che ha preso il nome di storicismo, concezione liberale della società in
cui si dava molto peso alla componente volontaristica/spiritualistica che poi, in una componente, è sfociata
nello spiritualismo fascista per opera di un allievo di Croce, ovvero Gentile. [Idealismo di Gentile: ha portato
una chiusura del dibattito del nostro Paese quando il fascismo prese il potere in Italia e questa linea gentiliana
prevalse. Furono emarginati ad esempio Croce, Einaudi (altro esponente della scuola crociana, più aperto alla
lettura economica), ... Lo stesso negli USA negli ultimi anni con Tramp che ha chiuso i dibattiti focalizzandoli
molto su questa teoria economica alla quale si rifaceva. In Russia ed in Cina, per esempio, c’è una lettura del
marxismo che è ancora l’impianto ideologico di questi due paesi, sia al livello storico che politico, piuttosto

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rigido.] Ha assunto un peso rilevante, dopo queste concezioni, la metodologia storica di tipo marxista
(derivante dal pensiero di Marx), per opera della riflessione che aveva fatto, negli anni del fascismo, Gramsci,
cui sono subentrati alcuni suoi eredi, ragionieri che hanno dato grande diffusione a questa interpretazione.
Nel secondo dopoguerra, interpretazione di tipo cattolico della storia ha avuto un grande rilievo grazie
all’interprete Amintore Fanfani (presidente del consiglio nel secondo dopoguerra), conosciuto per l’apporto
che diede alla storiografia. Interpretazione che ha basi in Francia si fonda su una scuola che ha esternato la
sua interpretazione attraverso la rivista Annales Les Analyse (annales d’histoire économique et sociale), una
scuola (Des Annales) che nasce negli anni ‘20 in Francia per opera di due storici, Marc Bloch e Lucienne
Febvre, i quali fondano la rivista con la quale criticano la storiografia liberale e quella marxista rifacendosi
allo strutturalismo che usa molte categorie della storiografia marxista dove però rifiuta, di questa storiografia
marxista, l’interpretazione politico-rivoluzionaria a cui il marxismo originario portava. A Bloch e Febvre si
aggiunge un professore di storia economica di Bruxelles Enrique Pirenne, maggior studioso di storia
economica medievale che ha fondato la storia economica medievale contemporanea. Punti fondamentali di
questa concezione di storia:

• Andare nel passato usando strumenti non solo tipici della ricerca storica, ma anche di geografia, sociologia
o antropologia culturale per creare un quadro più ampio possibile di quello che è stato il passato. Con questa
scuola si è ampliato di molto il quadro di osservazione del passato, uscendo da storiografia politica e religiosa
(componenti principali della ricerca storica) per ampliarla ai portati di geografia, sociologia e antropologia
culturale, e poi successivamente anche della psicologia.

• Dare molto peso alla storia degli andamenti strutturali, ovvero quelli profondi della storia, superando il più
possibile, senza eliminarli, la storia degli eventi, ovvero la storia di battaglie, trattati di pace e figura dei
sovrani. Questa è la storia degli eventi (events monsielles) per superarla e andare a evidenziare la storia della
struttura, cioè delle grandi tendenze di fondo della storia. Gli eventi non sono eliminati, ma passano in un
secondo piano per far emergere al primo le grandi tendenze di struttura. Nel passaggio dal Medioevo all’età
moderna si dà grande importanza a Scoperta America, ruolo che hanno avuto i regnanti di Spagna, ruolo
reconquista Spagna dai sovrani cattolici, la cacciata degli ebrei; qui invece si cerca di capire qual è stato il
ruolo dello spostamento delle attività economiche dal Mediterraneo verso l’Oceano Atlantico dove i regnanti
di Spagna, con tutte le iniziative per cui hanno svolto un ruolo importante, però si cerca di andare al di là per
capire i grandi mutamenti strutturali, passaggio da un’attenzione profonda dal Mediterraneo all’Oceano
Atlantico.

•Si cercano di vedere non i singoli avvenimenti uno collazionato all’altro, ma delle tendenze di lungo periodo
per capire come i fenomeni sono evoluti nel lungo periodo, al di là dei singoli accadimenti avvenuti di anno
in anno.

Questa visione fondata su questi 3 punti essenziali, hanno portato ad una rilettura della storia oggi molto
diffusa in Europa e sta passando dalle università verso le scuole medie, superiori e inferiori dando una lettura
più comprensibile della storia che non è solo una serie di battaglie, sovrani o trattati politici, ma è una serie
di strutture che cambiano nel lungo periodo: si capiscono così i fenomeni profondi senza mandare a memoria
una serie di situazioni politiche, dinastiche, di guerra che in passato si mandavano appunto a memoria.
Questa visione ha avuto un grande successo nel secondo dopoguerra (con Fernand Brodelle) che ha riflettuto
sui grandi cambiamenti avvenuti in Europa del passaggio dall’età medievale a quella moderna. È subentrata
poi una terza generazione che ha avuto come esponenti principali Jacque Le Goffe e Pierre Loraque che hanno
recentemente portato avanti questa storiografia. Interessante è che accanto a questo gruppo di storici, a
Parigi è nata anche una scuola di economisti, la scuola di economia di Parigi ( é cole d’ économie de Paris),
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che ha sviluppato una visione dell’economia legata a questa scuola di storici che ha come protagonista un
economista chiamato Thomas Piketty che ha scritto un libro “il capitale del ventunesimo secolo” tradotto da
Bruppiani in italia. Questa scuola parte da una revisione della storiografia per collegarsi ad una nuova scuola
parigina di economia che ha superato l’approccio neoclassico che caratterizza ancora l’economia moderna
per legarsi ad una visione più storica che questa scuola di economisti ha tratto da questa scuola Des Annales:
visione completa di un’analisi storica collegata ad un’analisi economica, alla base della scuola economica.
Rivoluzione Industriale: processo che ha trasformato in modo radicale l’economia britannica (in particolare
la parte meridionale della Gran Bretagna) nel corso del ‘700 e nei primi 50 anni dell’800. Quella che era
un’economia agricola e commerciale, nel ‘600, che per una serie di modificazioni interne origina un settore
nuovo della vita economica che fino ad allora non era mai esistito, nel mondo allora esistente, attraverso la
nascita dell’industria contemporanea, un comparto economico che si regge sulla produzione di energia
inanimata prodotta con delle macchine, mentre fino ad allora l’energia usata era un’energia naturale
(prodotta dall’acqua in caduta, dal vento, l’energia eolica, o dal lavoro di uomo e animali, 4 tipi di energia
sempre esistiti prima nella storia dell’umanità, in cui poi si aggiunge un quinto tipo: energia inanimata
prodotta dalla macchina a vapore). Contemporaneamente nascono luoghi in cui quest’energia è applicata a
delle macchine e nascono le fabbriche contemporanee, altro elemento costitutivo della Rivoluzione
Industriale, un luogo in cui ci sono molte macchine, persone, energia inanimata, e tutto questo permette la
produzioni di beni in grandissima quantità. Fino ad allora questi beni si producevano nelle botteghe artigiane,
ma in quantità piccole ed in modo molto ristretto: caratteristica della rivoluzione industriale che si manifesta
in un luogo ben identificato e localizzato, che è l’Inghilterra del ‘700 ed inizio ‘800. Perché si tratta di
rivoluzione industriale? In particolare, parliamo di rivoluzione perché si sconvolge in modo radicale la vita
economica. Prima di allora c’era stata una trasformazione altrettanto radicale, ma ben 7000 anni prima
quando nelle terre dell’Eufrate e del Tigri (Iraq) c’era stata la rivoluzione agricola o neolitica, cioè quando, in
questi luoghi attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate, popolazioni che si muovevano in modo nomade e si
appropriavano dei prodotti della terra che nascevano spontaneamente in queste zone irrigate da questi due
fiumi, ma vivevano anche di caccia e pesca, queste popolazioni capirono di poter diventare stanziali → da
nomadi a stanziali. Coltivando la terra e allevando animali in modo sistematico (dando vita all’allevamento e
non solo più alla caccia), fondarono le prime comunità di agricoltori e dunque una società di tipo agricolo
(manifestata dal 5000 a.C. in queste aree, sviluppandosi poi in altre aree della Terra portando alla nascita di
allevamento e agricoltura). Lenta fu l’estensione della civiltà agricola in tutte le aree del mondo (es. da
nomadismo ad agricoltura dei Pellerossa). Questa rivoluzione agricola segnò una tappa fondamentale
dell’umanità, e poi si estese a quasi tutte le altre società presenti sul pianeta, ed ebbe un’importanza così
radicale così come la ebbe la rivoluzione industriale che trasformò radicalmente il modo di produzione dei
beni economici usati dagli uomini, incidendo in modo profondo sulla civiltà, ma poi anche sull’ambiente. →
Modificazione radicale delle società e dell’ambiente fino ad allora esistenti. Ragioniamo a partire dalla
rivoluzione industriale che si manifesta prima in UK, ma che poi si estende in altre parti del planisfero
(dapprima, nel corso dell’800, in Europa toccando Francia, Germania, Belgio, poi anche Italia agli inizi del
‘900, nei primi 15 anni e dunque nel periodo giolittiano con la nostra rivoluzione industriale, per poi
travalicare l’Europa e negli anni 20-30 toccare anche USA, Russia e via via estesa in altre aree del mondo,
come Cina e Sud America negli anni 70, Giappone, ecc, coinvolgendo quindi le principali società al livello
mondiale per arrivare ad oggi dove l’industria è estesa ormai al 70/80% dei Paesi della comunità
internazionale). Rivoluzione industriale si manifesta dapprima in Inghilterra, ma perché? Le economie, ma
anche le società antiche, si erano sviluppate sul Mediterraneo (il Mar Mediterraneo era il centro di
riferimento delle civiltà antiche come quella egizi a che si sviluppa dal 4000 a.C. fino all’occupazione urbana
e dunque la venuta di Cristo e che contamina mondo fenicio e mondo greco, dal 1500 a.C. fino all’occupazione
urbana della Grecia nel 400 a.C., arrivando poi alla civiltà romana che farà del Mediterraneo il punto di
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riferimento dal 700 a.C. fino alla caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 d.C.); quindi tutto l’evo
antico ha come riferimento il Mar Mediterraneo e che continua anche dopo la caduta dell’impero romano,
durante le invasioni barbariche e continua anche con la nascita di questo grande impero al livello europeo, il
Sacro Romano Impero, fondato da Carlo Magno nel 700 d.C., che per quanto abbia come riferimento il
Mediterraneo, sarà però contrastato da una grande civiltà (nata nel 700 d.C) in Arabia e porterà la civiltà
araba a diffondersi in tutta la parte meridionale del Mediterraneo, ad occupare la Spagna, per tentare di
penetrare l’Europa dove verrà bloccata nel 726, nella battaglia di Poitiers, da Pipino il Breve (papà di Carlo
Magno). Penetrazione araba in Europa viene bloccata e si formerà in tutta la parte meridionale del
Mediterraneo, contrastando sempre in vari modi la civiltà europea rappresentata dal Sacro Romano Impero
(800-1200-1300) che vedrà il Mediterraneo a sud occupato dagli arabi ed al nord dal Sacro Romano Impero.
Questo equilibrio si romperà alla fine del 400 quando, per difficoltà di navigazione sul Mediterraneo e per la
cultura che aveva fatto dei progressi, si vede la possibilità di effettuare grandi navigazioni e di poter
raggiungere l’India, da cui si ottenevano molte merci, non più passando attraverso il giogo arabo che
occupava le cittadine del medio-oriente della Palestina e della Siria, ma navigando verso occidente e
circumnavigando la terra: nel 1492 parte così la spedizione di Cristoforo Colombo che, invece di trovare la
terra che si pensava al di là dell’Atlantico che era l’India, scoprì l’America con ampie risorse economiche e
che porta, nel corso del 500, a spostare l’attenzione economica dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico, su cui
si lanciano grandi potenze europee (spagnoli, portoghesi, francesi, olandesi, ma il ruolo che assunsero poi gli
inglesi fu determinante). Così, dalla metà del 500 all’inizio del 600, in ruolo inglese sul Mediterraneo
comprime le altre potenze che si erano lanciate alla conquista dell’America. Nasce in Inghilterra una civiltà
molto orientata al commercio marittimo, si ha una rivoluzione commerciale, che farà sì che le navi inglesi
pian piano sostituiscano le navi degli altri paesi europei e riescano ad attuare sull’Atlantico, che diventerà
l’Oceano nostro per gli inglesi, un processo di triangolare che vedeva navi inglesi che partivano soprattutto
da Londra, cariche di merci lavorate in Inghilterra, le portava a vendere merci su coste europee ed africane,
poi sulle coste africane caricare schiavi che portavano nel nord America e venduti a latifondisti americani che
coltivavano soprattutto il cotone, ma anche tabacco e altri prodotti coloniali quali cacao e tè, riportavano
questi prodotti in madre-patria in Inghilterra dove venivano lavorati, dando origine alle prime manifatture e
industrie (soprattutto in campo cotoniero), e poi producevano tele in cotone rivendute in Europa ed in Africa,
originando questa triangolazione alla base dell’arricchimento dei naviganti e dei proprietari delle navi inglesi
e che porterà ad un’accumulazione di ricchezze da parte di questi personaggi, che poi verranno impiegate
nell’agricoltura e nella nascente industria, avviando poi l’industria britannica. Rivoluzione industriale ha come
primo passo questa rivoluzione commerciale che portò gli inglesi a conquistare il dominio dell’Oceano
Atlantico, confinando sempre più gli altri Paesi nell’ambito dei loro territori: gli spagnoli con la grande
sconfitta avuta nel 1688 tentando con la inscindibile armata di occupare l’Inghilterra meridionale e con la
successiva sconfitta degli olandesi (a metà 600) in una battaglia di fronte a Rotterdam guidata da Oliviero
Cromwell (prima dittatore in Gran Bretagna); i francesi si autoeliminarono da soli e, così, gli inglesi assunsero
il dominio delle acque dell’Oceano Atlantico.

25/02/2021

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE

Cotone che era la principale risorsa arriva a Manchester e inizia ad essere lavorata

Come mai il cotone ha così fortuna i Inghilterra? Perché inizio 500 e fine 600 il cotone era poco conosciuto e
le fibre usate erano la lana con la quale si facevano i panni lana (lana tessuta, battuta nelle gualchiere, la lana
si infeltriva e veniva rivestito con catrame per renderlo impermeabile). Nei mesi estivi si usavano tessuti o di
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canapa o di lino che erano materie prime largamente diffuse nelle nostre campagne. I tessuti avevano dei
limiti intrinseci, la canapa creava prurito, il lino non tiene calo. Erano prodotti grezzi. Mentre il prodotto più
costoso perché non prodotto in occidente era la seta, proveniva da india e Cina. Alle fiere dello champagne
confluivano tutti i prodotti, dall’oriente le spezie, tabacco, cacao mentre i genovesi portavano le pellicce che
compravano sul Mar caspio, gli inglesi portavano il cotone. Manchester diventa da centro artigianale a centro
industriale. Così nasce la fabbrica moderna che si differenzia dalle fabbriche artigiane per il numero di
addetti. Produzione del cotone diventa lo stimolo all’avvio del processo di industrializzazione in Inghilterra
nell’area del proto di Liverpool e nella cittadina di Manchester. Lancashire prima distretto industriale mondo
dove per primo si passa dall’artigianato all’industria. Si passa dagli attrezzi manuali ad attrezzi e macchine in
metallo e per costruirle occorreranno impianti in grado di produrre ferro e acciaio in grande quantità. Passi
in avanti oltre al settore tessile anche nel settore metallurgico per l’Inghilterra. Aree Midland sud del vallo di
adriano-> area baciata da dio dove si concentrarono grandi quantità di ferro e carbone nel sottosuolo.
Carbone, la ghisa era un primo livello produzione del ferro ma molto friabile perché conteneva carbone dopo
30 anni avviene il pudellaggio : eliminazione carbonio dalla ghisa. Acciaio prodotto finale del pudellaggio e
prodotto tipico della rivoluzione industriali origini nella città di Birmingham nelle Midland.

Accanto al distretto industriale delle Lancashire nasce quello delle Midland dove viene prodotto l’acciaio.

Macchina a vapore: si cercò di trovare un’energia che non fosse più manuale o naturale, viene introdotta la
macchina a vapore inventata da James Watt. London society che concedeva borse di studio per studi
scientifici e tecnologici. Nasce poi per opera di Boulton la macchina a vapore che rende autonoma la
produzione di energia. Quindi nel Lancashire si perfezione questa triade di macchine tessili in metallo e
macchina a vapore alla fine del 700.

Steam ship: navi a vapore.

Altri due argomenti che partecipano alla rivoluzione industriale:

1. Rivoluzione agraria: Inghilterra nell’epoca in cui ha questo sviluppo in campo navale era anche
agricolo. Questa agricoltura che era statica per centinaia di anni subisce rilevanti trasformazioni:
- La prima viene nell’attrezzo per l’agricoltura. Aratro, si arriva nel 1730 ad avere un aratro di
Rotherham che rivoluzione l’agricoltura inglese che per la prima volta si ha un aratro di metallo
dove fa solchi più grandi e ampi.
- Scoperta che si fece in Inghilterra di un ammodernamento della rotazione triennale. Terre
coltivate a frumento potevano essere messe in coltivazione per due anni e un anno a riposo. Gli
inglesi scoprirono che nell’anno di riposo si poteva piantare l’erba medica, con il vantaggio di
nutrire la terra e di realizzare produzione di foraggio.
- Campo sociale, mettere a coltura molte terre che erano in gran parte non più coltivate e che
appartenevano alle terre comuni. Nel medioevo quando la terra fu rimessa a coltivazione le terre
erano dirette dai feudali e usavano per la terra le persone cosiddette i servi della gleba, abitavano
attorno al castello e protetti dal signore. Col tempo i servi riuscirono a ottenere terre attorno al
castello a loro uso esclusivo. Terre comuni che presero notevole estensione in tutta Europa. Nel
500-600 in Inghilterra le terre comuni erano diffuse ed erano in gran parte in disuso. Nuova
legislazione per soggetti terzi che qualora le terre sono abbandonate possono prenderle e hanno
l’effetto di aumentare produttività in Inghilterra e penalizzavano i servi favorendo l’espulsione
dei contadini dalle campagne che man mano andarono nelle fabbriche.

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- Campagne inglesi erano di proprietà dei signori feudali che dirigevano produzione la terra, e le
terre talvolta non erano coltivate. Nei porti inglesi quando arrivò una grande inflazione, i signori
feudali iniziarono ad impoverirsi e dovettero vendere loro terre a questi mercanti che abitano
nei porti e con esse anche titoli nobiliari. Parte rilevante delle terre passano in mano queste
persone. Questi mercanti che abitavano nei porti non andarono a coltivare le terre cercarono
collaboratori e li nominarono come conduttori della terra detti Farmers che apportando nelle
terre inglese le tecniche del commercio, tecniche marittime che migliorarono le terre attuando
la rivoluzione agraria delle campagne inglesi. Questi farmer per aumentare ricchezza e ruolo
sociale assunsero la lavorazione di alcune fasi della lavorazione del cotone soprattutto la filatura
entrando in contatto con il mondo cotoniero. Nuove figure che saranno alla base del tessuto
imprenditoriali provenienti dalle campagne. Tipica caratteristica dell’Inghilterra.
- A partire dal 200 dc fino al 1200-1300 molte aree europee agricole erano abbandonate perché i
barbari avevano sovvertito i territori. Nacque poi il monachesimo giovani che prendono i voti e
fondano abazie (luoghi spirituali) e luoghi dove si coltivavano terre dei luoghi abbandonati. I
sovrani per mettere a coltivazione di queste terre favorivano la formazione di queste abazie. Per
mettere a coltura queste terre si pensò ad una confisca di queste terre ecclesiastiche che poté
avvenire perché Enrico 8 decise di attuare uno Scisma e di creare chiesa alternativa a quella
cattolica fondando la chiesa di Inghilterra.

Accanto alla rivoluzione commerciale si accostò la rivoluzione agraria e ciò favorì la rivoluzione industriale.

03/03/2021

La dinastia degli Stuart, proveniente dalla scozia e regnanti per tutto il ‘600, succede ai Tudor (estinti con
Elisabetta I). Così come nel mondo feudale, vengono cercati i parenti più prossimi per succedere al regnante.
Viene chiamato Giacomo I a Londra ed incoronato Re d’Inghilterra, oltre che di Scozia (1603). In Scozia il re
governava con il consenso dei clan, che delegavano un capo che si rapportasse direttamente con il Re. La
Scozia era rimasta cattolica, a differenza dell’Inghilterra, dove c’era anche un Parlamento con il quale il re
doveva negoziare affinché le decisioni divenissero legge.

Giacomo I, e Carlo I, si trovarono in estrema difficoltà in Inghilterra, al punto da far scoppiare nel 1642 una
rivoluzione sanguinosa che vide contrapposti il partito del re ed i Tories (partito filomonarchico legato alla
nobiltà e alla chiesa cattolica) contro i Whigs (borghesia emergente, mercanti cittadini e farmers, ceto
medio). I whigs avevano una concezione molto più mercantile ed aperta al commercio internazionale, a
differenza delle posizioni conservatrici dei Tories. Da questa rivoluzione civile emerse la figura di Oliver
Cromwell, il quale divenne leader dei Farmers cattolici e organizzò delle truppe che sconfissero in più
occasioni le truppe reali, permettendo a Cromwell di entrare nel 1649 a Londra, instaurando una dittatura
con il titolo di lord protettore – non di Re. Siccome rappresentava gli interessi della borghesia emergente,
attuò una serie di riforme a favore del commercio (interno ed internazionale), come il Navigation Act, che
imponeva che tutte le navi che entravano ed uscivano dai porti inglesi dovessero battere bandiera inglese
(avocandosi alla marineria inglese l’attività di import/export ed escludendo gli olandesi, che fino ad allora
erano stati particolarmente competitivi nell’Atlantico). L’olanda dichiarò guerra all’UK 1656 – 1658, con
sconfitta degli olandesi.

Cromwell dette una grande spinta al commercio internazionale: comprò dai francesi il diritto di commerciare
sulla piazza di Dunquerque, al di là della manica. Penetrò anche nel mediterraneo, negoziando con gli spagnoli
la rocca di Gibilterra e tentando di occupare l’isola di Malta.

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Morì nel ’59 per influenza e gli succedette il figlio Riccardo, che venne sconfitto da Carlo II Stuart. Carlo tentò
di riportare la vita inglese all’antico ordine, ma morì dopo una decina di anni. Gli succedette Giacomo II, che
si scontrò con il Parlamento per un problema di imposizione delle imposte e scoppia una seconda rivoluzione,
pacifica, che prese il nome di glorious revolution.

Fu chiamata a sostituirlo la figlia Maria, data in sposa da giovane ad un regnante olandese, Guglielmo di
Orange. Maria aveva assimilato lo spirito liberale vigente in Olanda e quando salì sul trono accettò la proposta
fatta dal Parlamento di pubblicare the Bill of Rights nel 1689. Questo documento assume importanza nella
storia dell’EU e del mondo, perché fonda due principi fondamentali, che costituiscono il patrimonio del
liberalismo politico e del liberismo economico, frutto di un’ampia elaborazione culturale avvenuta nel corso
del 600 e che vide come esponenti di primo piano Thomas Hobbes e John Locke.

Fino ad allora vi era stata una monarchia con fasi in cui la monarchia era più autoritaria che fondava il suo
diritto di essere monarchia sul volere divino. Questo modello nasce in Occidente con la figura di Carlo Magno
(Sacro romano impero), il quale si appoggia sulla Chiesa per dare sostegno al suo impero, chiedendo al Papa
l’imposizione delle mani come segno di delega del potere divino per l’esercizio delle attività di governo sulla
terra: modello feudale che governa il medioevo. La prima frattura politica di questo modello si ha appunto
con il BoR, che non mette in discussione la figura del sovrano, ma sancisce un potere contrattualistico del
sovrano, anziché un potere assoluto (in questo dettaglio sta la differenza tra i due modelli). Il potere non
deriva più da Dio, ma dal popolo, che attraverso il parlamento riconosce al sovrano il potere di guidare il
Paese. C’è un capovolgimento del modello feudale, stabilendo un modello di governo liberale che ha resistito
dalla fine del ‘600 ad oggi.

a. Il potere deriva dal popolo attraverso un contratto che lega il popolo ed il sovrano
b. Il potere del sovrano non è assoluto ma va verificato dal Parlamento
c. Il sovrano cede parte dei propri poteri all’organo legislativo e a quello giudiziario (che è autonomo,
ed in casi eccezionali può sottoporre a giudizio anche l’operato del re).

Il BoR conteneva una frase “ogni individuo, abitante del regno, era autorizzato a svolgere liberamente
un’attività economica”. Prima di allora, gran parte delle attività economiche erano vincolate nel regime delle
corporazioni: le attività produttive venivano svolte nelle botteghe artigiane, dirette da un Capo Mastro e
concentrate nelle città e che si collegavano tramite le corporazioni, ossia enti di tipo politico, sindacale e
produttivo-operativo che tutelavano la produzione nell’ambito di un certo settore o in maniera generale,
difendendo le posizioni dei produttori all’interno di un territorio.

Queste corporazioni tutelavano i lavoratori dei vari livelli, impedendo che qualcun altro svolgesse attività
senza avere un’autorizzazione da parte della corporazione stessa, che quindi tutelava un mondo abbastanza
chiuso. Il sistema aveva vantaggi, quali la tutela di interessi corporativi, e garantiva la qualità dei prodotti.

L’abolizione delle corporazioni venne autorizzata dal BoR, sebbene non vi sia un’abolizione legislativa vera e
propria, ma il regime corporativo finirà nel corso di un secolo a causa del progressivo smembramento.

Excursus sul cotone > la mentalità puritana dell’epoca, retta da rigore morale estremo, prevedeva che i
profitti tratti dai lavoratori venissero reinvestiti nell’azienda – nascita del capitalismo. Le imprese iniziano
un’accumulazione interna attraverso l’autofinanziamento. Era impensabile che l’imprenditore spendesse
soldi in altro: l’etica del lavoro tipica del tempo, che fonda le basi nel protestantesimo, si basa su
un’accumulazione di capitale che permetta alle prime timide iniziative di raggiungere dimensioni
considerevoli.

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Queste prime realtà industriali realizzavano profitti elevatissimi, dell’ordine del 60% (non si pagavano le
tasse, che colpivano l’agricolo, ma non il nascente manifatturiero). Con tassi di profitto così elevato,
occorrevano anni per raddoppiare la struttura dell’azienda: gli imprenditori vivevano in maniera
estremamente parca, potendo così reinvestire la ricchezza accumulata.

Adam Smith incitava alla realizzazione del profitto, che era lo strumento con cui si creavano imprese, si creava
reddito e si usciva dal circolo vizioso di povertà delle imprese pre-industriali. Fare profitto è un fattore etico
importantissimo, per l’epoca, mentre oggi siamo riusciti a creare un benessere diffuso che permetta
un’interpretazione differente del concetto di profitto. Il processo di accumulazione continuerà
prossimamente attraverso la raccolta di capitali effettuata all’interno dell’impresa, inizialmente dai ricchi
mercanti che possedevano grandi capitali e poi tramite le società per azioni di tipo moderno.

In parallelo ci fu anche una rivoluzione culturale, ossia l’illuminismo, movimento che toccò tutta l’Europa
occidentale e le cui radici stavano nell’umanesimo rinascimentale italiano (c’era anche un rinascimento
economico, che finanziava le imprese artistiche).

Ci fu una grande rivoluzione anche nel campo dei trasporti. La macchina a vapore trova una grande
applicazione nelle ferrovie per risolvere il problema del trasporto del carbone dalla miniera ai canali/fiumi,
per essere caricato e portato verso le città industriali. Si applicò un ingegnere minerario, che aveva il
problema del trasporto esterno del carbone (il problema non si poneva all’interno della miniera, dove i
carrelli di carbone venivano trasportati dai minatori) che veniva precedentemente effettuato da animali.
Stevenson applicò a tale problema la macchina a vapore, che riusciva a far muovere il carrello, inventando
così la locomotiva, che venne dapprima utilizzata per trasportare i carrelli carichi di carbone e poi venne
incaricato di creare una ferrovia che coprisse Liverpool-Manchester (binari sopraelevati rispetto all’acqua che
invadeva i terreni). Costruì vagoni per il trasporto di merci e passeggeri ed inaugurò la prima linea ferroviaria
passeggeri/merci (1825). Da quel momento prenderà vita un’enorme diffusione delle ferrovie: ogni
industriale tenterà di collegare la propria fabbrica, generando problemi di gestione (creazione di ferrovie con
scartamenti di diversa dimensione, e già dal 1837 fu creata un’autority che disciplinasse in modo rigido i
criteri di costruzione in UK).

04/03/2021

Prime imprese nella rivoluzione industriale. Riccardo Gualino

Cominciano a nascere imprese di grandi dimensioni, dotate di più ciminiere che usano macchina a vapore.
All’interno di queste fabbriche gli uomini eseguivano lavori più pesanti, balle di fieno, trasportavano tessuti.
Personale che man mano assume una certa coscienza di classe, clima collaborativo in quanto vi era possibilità
di crescere professionalmente. Primi segnali 1816-1817 con fenomeno di luddismo (Ludd) che diventa una
protesta contro i padroni, proprietari e contro le macchine ciò porta alla distruzione di molte macchine, si
vedeva nel sistema di produzione come qualcosa che danneggiava il lavoratore. Il luddismo viene represso
dalla polizia ma mette in moto un movimento di tipo culturale che porta alla nascita di forme di resistenza
ma anche di organizzazione fraterna operativa (friendly society – chiamate in ita società di mutuo soccorso:
organizzazione operaie che cercavano di creare forme mutualistiche di assistenza di lavoratori con
versamento di piccole quote in caso di malattia. Grazie al ruolo delle friendly society migliorano anche le
condizioni salariale anche all’interno delle fabbriche a favore della classe operaia. Anni 50-60 molte di queste
friendly society incominciano a trasformarsi in trade union cioè in organizzazioni sindacali che chiedevano il
diritto di sciopero e la revisione delle leggi al fine di ridurre orario di lavoro, avere un permesso a settimana.
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Col tempo sia le trade union si organizzano a dare origine al partito laborista inglese che nasce appunto dalla
coesione di queste organizzazioni che si uniscono. Partito che non mette in discussione il modello britannico
ma chiede sempre di più a favore della classe operaia.

In Inghilterra si traferì per motivi di studi Karl Marx, perché aveva capito che fosse il cuore della
trasformazione. Ebbe la fortuna di incontrare il figlio di un imprenditore tedesco di cotoneria Federico Engels
che finanzio gli studi di Marx. Marx che poté scrivere il capitale, libro di economia politica, approfondì molto
la rivoluzione industriale inglese. Pertanto, non possiamo trascurare parlando della rivoluzione inglese i tre
capitoli de Il capitale. Le condizioni della classe operaia in Inghilterra, altro libro che ha lo scopo di mettere
in evidenza le condizioni drammatiche della classe operaia in Inghilterra. Popolazioni che abitavano nelle città
in pessime condizioni dette Proletariato, temine coniato da Engels ed altri. L’impatto del marxismo sulla
società inglese fu nullo perché la classe operaia inglese rimase legata all’industria britannica. Il marxismo
ebbe più fortuna nell’Europa continentale. In ita già nella metà dell’800 era diffuso il marxismo che fondo le
basi per creare partito sociale. Ma ebbe anche molta fortuna in Francia e Germania e nell’ottobre del 17
quando con il colpo di stato, rivoluzione sociale dei bolscevichi.

Questa rivoluzione industriale che fu accuratamente da Marx fu anche studiata altri studiosi che formano la
scuola classica di economia politica, primi autori che osservando in varie angolazioni la rivoluzione industriali
ne pongono le basi. Adam Smith, filosofo originario della Scozia che dopo aver scritto trattato di etica morale
scende in Inghilterra per vedere le trasformazioni in Inghilterra. Osserva e traduce tutto nel suo libro la
ricchezza delle nazioni, dopo di lui altri autori approfondiscono il pensiero di Smith, tra cui Davide Ricardo,
famiglia di banchieri ebrei che arrivava dalla spagna. Famiglia di Ricardo si trasferì in Inghilterra. Prestavano
denaro contro oggetti – prestito contro pegno, mentre la teologia cattolica vietava il prestito contro pegno
ed interesse, gli ebrei potevano. Per i cattolici vengono formati nel 1462 i cosiddetti Monti di pietà, primo
nato a Perugia forma di prestito contro pegno a titolo gratuito. Dopo il banco di Perugia il successivo nasce
nel 1472 e prese il nome di monte dei paschi di Siena. Per Torino invece ne viene formato uno nel 1569,
monte di pietà della compagnia di San Paolo. Monti di pietà che hanno avuto grande fortuna perché sono
stati costruiti in modo elastico e hanno saputo adattarsi col tempo.

L’usura porta alla rovina chi spesso per necessità deve far fronte alle spese. I monti di pietà nascono con
questo spirito fortemente sociale, di aiutare chi era in difficoltà. Oggi l’usura è molto diffusa, favorisce le
mafie e si sta pensando di dar vita ad organizzazioni simili ai monti di pietà.

Concludendo con i personaggi rilevanti nella storia del pensiero Thomas Malthus, sacerdote che viveva in
una parrocchia. Malthus, attento osservatore della realtà osservò che i nati erano più numerosi del passato
mentre i morti erano gli stessi. Si rese conto del forte aumento della popolazione, stava aumentando a causa
della rivoluzione agricola il benessere facendo si che morissero meno bambini nei primi anni di vita e
diminuiva l’età dei matrimoni. Questi due fattori combinati facevano si che il numero dei nati e i sopravvissuti
fossero superiori portando ad un incremento della popolazione. Malthus cominciò a domandarsi come
potessero tutti sfamarsi arrivando alla conclusione che se ciò si fosse protratto a lungo l’Inghilterra sarebbe
entrata in una grande crisi alimentare. Limite di Malthus è che non teneva in considerazione dell’apertura
dello scambio dei beni inglesi con l’estero. Quindi il pensiero nefasto di Malthus non si verificò. Trappola
malthusiana. Scuola neoclassica il cui fondatore Alfred Marshall ruppero con una tradizione classica.

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PANORAMA FRANCESE

Situazione francese è molto diversa dall’Inghilterra. Quest’ultima aveva saputo beneficiare dell’apertura che
avvenne nel corso del 600 e 700. La Francia è un paese molto più conservatore. Crearono due punti nella
penetrazione nell’America settentrionale una nella zona di Saint-Louis creando delle fortificazioni che ancora
oggi mantengono questi nomi cercando di inoltrarsi. Tentarono la penetrazione più a nord sulla costa
orientale il Québec senza grandi successi perché vi erano già presenti gli inglesi. Furono pertanto molto
contenuti. Tutti i benefici ottenuti dall’apertura per gli inglesi furono molto contenuti per i francesi. 1789 riv
francese che portò alla soppressione radicale dell’aristocrazia ed all’emergere di una classe borghese.
Napoleone 1801 divenne console, che governerà la Francia fino a soccombere dopo la spedizione in Russia.
1814 Battaglia di Lipsia, 1815 Battaglia d Waterloo→caduta napoleonica. Il ritorno dei Borboni si inserisce in
uno paese che aveva ormai posto le basi di una borghesia. Inizia una storia francese di imitazione del modello
liberale britannico che avrà la sua espressione precisa quando subentrerà un re di concezione liberale Luigi
D’Orleans 1830. Aveva viaggiato molto in Inghilterra e ciò favori lo sviluppo della nascente industria e delle
ferrovie. Sotto Luigi Filippo vi sarà il dibattito di una costruzione di una rete ferroviaria che doveva collegare
Lione con Marsiglia perché da Marsiglia arrivavano forniture di cotone provenienti dall’Egitto. Proprio per
cominciare a realizzare qualche forma di concorrenza all’Inghilterra. La situazione francese era diversa, non
vi erano le grandi imprese come in Inghilterra e quindi il finanziamento poteva essere solo in parte privato
così furono coinvolti le grandi banche che avevano sede a Parigi (le Haute Banque) per il finanziamento delle
ferrovie. 3 banche di origine ebraiche che operavano a livello europeo. Una di queste banche nata a
Francoforte detta Rothschild, che aveva aperto una filiale a Parigi. Banche che finanziarono a seguito di una
proposta della Francia di un fiorente tasso di interesse. Fu così realizzata la rete principale francese partendo
da Parigi fino a Lione e Marsiglia. Nella realizzazione rete ferroviaria vi era una penetrazione delle alpi fino a
Grenoble e Chambery. Il decennio 40 in Francia si conclude con i voti francesi del 48 e 49, che furono molto
violenti che portarono alla caduta di Luigi D’Orleans al quale vi succedette Napoleone 3. Fase dal 1852-53
che fu una fase di grande sviluppo che portò la Francia alla conquista di territori in Africa. Questa fase
prospera dell’industria francese si concluse nel 1870 quando ci fu una guerra franco tedesca e i tedeschi
riuscirono a vincere la guerra penetrando Parigi che chiamarono secondo impero secondo Reich
proclamandolo nella reggia di Versailles. La Francia uscì da questa guerra frustrata costretta a cedere l’Alsazia
e la Lorena (territori ricchi di carbone). Frustrazione economica della Francia fino a quando tutta l’Europa si
trova coinvolta in un secondo balzo tecnologico, scoperte che permisero una ripresa dell’industria francese
scoperte nel campo dell’elettricità, motori a scoppio, chimica. Tutto ciò portò al rilancio dell’industria in
questi settori. Nascita di Peugeot e Renault. Prima guerra mondiale porta nell’ambito del tessile e armi ad un
grande sviluppo favorendo ad una generale crescita dell’industria francese.

Diversità di sviluppo della manufatturiera del 700 francese rispetto a quella inglese

Mentre la manifattura inglese punta più sulla quantità che sulla qualità l’opposto è per la Francia perché lo
sbocco erano le classi signorili, le quali pretendevano prodotti di alta qualità. I francesi producevano sete
molto ricercate a Lione la cui materia prima derivava dalla pianura padana. Allevamento del baco in ita
meridionale non ha molto successo perché i gelsi attecchivano poco in ita meridionale, il baco trovò terreno
fertile nella Pianura Padana in quanto il gelso necessita di clima umido. Lavorazione sede molto importante
dove la sede era a Lione. Chi gestiva la raccolta delle sete delle campagne erano dei negozianti che col tempo
diventarono banchieri che misero la base per la banca piemontese lombarda.

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10/03/2021

PANORAMA TEDESCO

Panoramica del processo industrializzazione dell’800 con la rivoluzione industriale inglese per poi passare ad
uno scenario europeo. Oggi analizziamo l’esperienza tedesca. E nelle lezioni successive le esperienze italiane.
Francia Germania e Italia con qualche connessione svizzera e Belgio.

La Germania: paese che con la riforma religiosa del 500 è stata travagliata da guerre, l’appartenenza religiosa
era un pretesto che creava motivi di scontri tra sovrani per aumentare la loro potenza. Prima metà dei 600
guerra dei trent’anni che si conclude con la pace di Vestfalia. Germania suddivisa in una trentina di staterelli,
Prussia esercitava una certa egemonia sugli altri stati contrastata dagli Asburgo, sovrani degli imperi austro-
ungarica. 30 stati talvolta subalterni alla Prussia travolta all’Austria. Paese molto arretrato, nell’area
controllata dalla Prussia vi erano ancora i latifondi (Junker che esercitavano in modo assoluto la priorità
impiegando ancora la servitù della gleba). Grandi modifiche si hanno quando napoleone sale al trono metà
800. Si afferma contro i prussiani con la battaglia di Jena con il quale prenderà il controllo della Prussia. Viene
favorita riforma agraria che sul modello francese distribuisca la terra ai piccoli proprietari. Tutta la struttura
della parte orientale della Prussia verrà parte demolita e distribuita ai contadini i quali diventano proprietari.

Col 1815 e successivo trattato di Vienna tutti gli europei ritornano ad insediarsi sui troni, con una struttura
della Germania simile alla pace della Vestfalia circa 30 staterelli. Però uno stato il principato del reno nella
parte più occidentale della Germania aveva perso il sovrano e la famiglia che la governava si era estinte, i
parenti più vicini erano prussiani. I sovrani di Prussia famiglia degli Hohenzollen si trovavano sovrani della
Prussia e di questa provincia del reno. Cercarono di favorire i collegamenti commerciali tra queste due parti.
Prussiani si fecero parte attiva di una serie di riforme che dovevano collegare dal punto di vista economico i
vari stati della Germania.

Riforme:

1818→ legge comune ai trenta stati che porti ad una semplificazione delle procedure amministrative nel
momento in cui le merci attraversavano le dogane tra i vari stati.

1834→Riforma Zollverein aboliva le tariffe doganali nei trasferimenti tra uno stato e l’altro.

In contemporanea a queste riforme emerge in Germania una cultura molto favorevole alla sua unificazione
dello stato che ha alla base il movimento romantico. Finita l’era di napoleone vi è un ritorno degli antichi
sovrani e una nuova cultura romantica con molti risvolti letterari ed una forte spinta a livello politico diretta
ad unificare gli staterelli che erano divisi e che avevano perso la loro identità (come polonia che era occupata
da est i russi ed a ovest i prussiani). Germania diventa una delle realtà promotrici di questa cultura abbiamo
Goethe, Hegel che spingono molto verso la realizzazione dell’unità statuaria. Questa spinta tocca anche il
settore dell’economia all’ora era quella di carattere inglese con Ricardo, Smith pian piano si insedia una
cultura nuova la cultura della scuola economica tedesca con Federico Liest, Bruno Hildebrand i quali
criticarono duramente l’esperienza della scuola classica inglese sostenendo che quella andava bene per
l’Inghilterra ma che per la Germania essendo un paese continentale chiuso da altri stati non andava bene.
Proposero un’impostazione nuova fondata su:

- Unificazione territoriale dello stato


- Favorire la costruzione delle ferrovie che avrebbero unificato le comunicazioni e gli scambi
commerciali tra gli staterelli. 10 anni dopo ferrovia Manchester-Liverpool
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- Formare classe tecnici preparati attraverso sistema scolastico adeguato
- Creare barriere doganali per favorire la nascita di un’industria tedesca tessile, siderurgica e
meccanico settori fondamentali per avvio processo industrializzazione
- Intervento finanziario dello stato per favorire industria

Emerge dunque un modello tedesco molto differente da quello proposto dagli inglesi i quali sostenevano che
lo sviluppo economico si fondasse su libero arbitrio degli attori economici, senza intervento finanziario e
scolastico da parte dello stato in quanto sarebbe cresciuto in modo spontaneo dal settore industriale.

Modello tedesco → statalista

Modello inglese→ liberista

Parte dell’ambito dei vari stati un modello che va verso questa direzione.

La Prussia si fa sempre più protagonista della crescita dell’intera Germania e diventa uno stato potente dal
punto di vista militare, negli anni 60 entra in guerra prima vs Austria nel 1866 (anche l’Italia ormai unificati
1861 entra al fianco della Prussia) vittoria a Sadova sbaragliando gli austriaci ottenendo dei vantaggi dalla
pace, l’Italia poté annettere il veneto fino ad allora parte dell’Austria. I prussiani dichiarano poi guerra alla
Francia con la battaglia più importante a Sedan, i prussiani agli anzi del 1871 riuscirono ad insediare Parigi.
Tedeschi decisero di unificare lo stato nel 1871 nella reggia di Versailles proclamarono l’unione e la nomina
di Guglielmo 1 e viene proclamato il cosiddetto secondo reich. Il primo reich 800 con Carlo magno.

Dopo aver realizzato l’unificazione dello stato i tedeschi inizieranno a realizzare l’unificazione delle
comunicazioni implementando una grande rete ferroviaria. La Germania al pari dell’Inghilterra era un paese
con grande disponibilità di carbone e ferro, non mancavano le materie prime, puntarono molto sull’industria
siderurgica. Vi era necessità di trovare le risorse finanziare, parte di queste risorse vennero versate dallo stato
che decise di realizzare una moderna struttura di navigazione sia civile che militare (finanziamento di flotte)
la quale verrà prenderà il via verso lo stretto dello Jutland.

Un’altra entità che giocò un ruolo rilevante nel finanziamento fu il sistema delle banche miste. Banche che
raccoglievano i depositi dai risparmiatori o banche piccole sparse sul territorio e poi impiegavano i depositi
in parte per finanziare l’artigianato e in parte per l’industria a lungo termine, banche che favorivano molto la
crescita industriale. In caso di crisi economica però potevano avere problemi, infatti, con la grande crisi del
1929 quando i risparmiatori spaventati dalla situazione richiederò in restituzione i loro depositi che però le
banche non furono in grado di rendere in quanto avevano già investito tutto in imprese. Il ruolo delle banche
miste fu molto positivo per la crescita del paese. Permettendo una rete ferroviaria e una flotta sia civile che
militare, finanziamento volto anche allo sviluppo dell’industria bellica. Tra l’alleanza tra junker e monarchia
lo stato tedesco prese la decisione di favorire una crescita anche militare che vide la Germania a
intraprendere una notevole espansione coloniale. A fine 800 i tedeschi si lanciano alla conquista di alcuni
territori in africa, asia e isole nel pacifico (isole Marianne, isole Caroline, isole Bismark). Lo sviluppo
economico tedesco fondato sulla siderurgia che erano ancora settori industriali tipici della prima rivoluzione
industriale fu incrementato da un secondo balzo tecnologico che toccò i paesi di nuova industrializzazione
tra fine 800 e inizi 900. Primo balzo tecnologico si ebbe con la rivoluzione industriale, secondo balzo si ebbe
con fine 800 inizi 900. Ci sono stati altri due balzi: uno a cavallo Seconda guerra mondiale e uno in cui siamo
immersi ad oggi. 4 balzi totali.

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Il secondo balzo fu prodotto in Germania e USA ed ebbe effetti in Francia, Inghilterra ed Italia. I settori tipici
erano: settore della produzione su vasta scala dell’acciaio, nascita della meccanica di precisione, ambito della
chimica, settore elettricità, settore del motore a scoppio e settore fibre tessili artificiali.

1. Produzione su vasta scala dell’acciaio

in Inghilterra era stato scoperto l’altoforno da cui bocca venivano inseriti strati di carbone e ferro, tutta veniva
incendiato e si otteneva la ghisa allo stato liquido, fatta correre nei canali e raffreddata con getti d’acqua. La
ghisa era una prima forma di ferro lavorato ma era debole e si spaccava facilmente. Già nel 700 viene scoperta
una tecnica per eliminare il carbonio e trasformare ghisa in acciaio. Tecnica che consisteva nel far sciogliere
la ghisa e insufflare sulla ghisa dell’aria calda la quale favoriva l’evaporazione del carbonio. Acciaio riversato
nuovamente nei canali e poi era un acciaio ragionevolmente puro (livello purificazione 80-85%). In Germania
fine 800 vengono scoperte tecniche per purificare ghisa dal carbonio e questo si fa grazie a dei forni elettrici
nei quali si otteneva una purificazione acciaio intorno al 95%, il forno Bessemer (il forno più celebre). Questo
acciaio era molto resistente. Un impiego che trovò l’acciaio era quello della meccanica di precisione.

2. Meccanica di precisione

Sino ad allora era molto difficile fare pezzi di piccole dimensioni perché questi pezzi non erano
sufficientemente resistenti e dopo una certa usura si rompevano. Tutto il settore della meccanica di
precisione rea stato scarsamente sviluppato. Solo con la disponibilità di acciaio molto resistente cominciano
a nascere questi ambiti, uno dei settori che ne beneficò erano le macchine da scrivere. Nascono via via
imprese che realizzano macchine da scrivere. Negli Usa impresa Remighton che era divisione che acque
all’interno di fabbrica specializzata in armi. Anche in Germania ne nacquero e anche in Italia nel 1908 ad Ivrea
con Olivetti.

3. La chimica

La chimica era un’area scientifica che era nell’800 posto tra la filosofia e la ricerca scientifica perché molte
intuizioni si erano sviluppate nel medioevo e in età moderna prive di risultati. Ma nella metà dell’800 porta
ad una definizione sempre più definita. Settore della chimica che tocca ambiti quali: fertilizzanti per
l’agricoltura, una volta per la fertilizzazione venivano usati i concimi degli animali, ciò era un limite perché il
numero di animali non aumentavano così rapidamente limitando così anche le concimazioni. Fine 800 i
tedeschi riescono ad inventare i concimi chimici, prodotti legati all’azoto. I concimi chimici se da un lato
hanno il vantaggio di aumentare livelli prodottivi dall’altro inquinano le terre. Rilevante la chimica è anche
negli Esplosivi: nel 1866 un tedesco di origine svedese Alfred Nobel inventò la dinamite per facilitare la
penetrazione all’interno di miniere di ferro e carbone. Dinamite che trova poi largo campo in ambito bellico.
Nobel ebbe un grande ripensamento su come la dinamite venne usata in campo militare e creò una
fondazione per premiare tutti colore che si occupavano di missioni di pace. Coloranti sintetici: che si usavano
prevalentemente nei settori tessili, prima si usavano dei coloranti naturali derivanti da foglie, cortecce che
opportunamente trattate rilasciavano colore, attraverso impiego di sostanze chimiche se ne fa un largo uso
rendendo più vivace il mondo degli abiti. Ed infine l’invenzione della gomma sintetica, fino ad all’ora si usava
il caucciù. Negli anni 70 in Italia nacque una fabbrica di lavorazione della gomma la Pirelli.

4. Elettricità

Fenomeno che come la chimica era molto discusso a metà strada tra filosofia e ricerca scientifica in
particolare con gli studi di Volta che aveva dimostrato attraverso applicazioni l’esistenza di elettricità.

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Emersero due poli di questi studi uno in Germania a Berlino i fratelli Siemens i quali inventarono la dinamo o
generatore di elettricità (era una ruota metallica rivestita di fili di ramo fatta girare all’interno di una macchina
a vapore all’interno di un campo magnetico) studi di Siemens si concentrarono dapprima sull’accensione
delle lampadine, problema dell’illuminazione notturna. Nel 1883 fu illuminata piazza della Scala per far
vedere il progresso. Che orientò alla formazione di Edison, società produzione di energia elettrica. 1884 fu
illuminata piazza Castello a Torino. Le prime centrali erano termoelettriche. Altro scienziato Thomas Alva
Edison, il quale riuscì ad ottenere energia elettrica. Centrali dapprima termoelettriche e poi idroelettriche.
Scuola di meccanica di Torino → Galileo Ferraris, i suoi studi l’avevano portato a realizzare il primo motore
elettrico che era in grado di mettersi in moto da solo generando la forza motrice. Nacque così il motore
elettrico rotante. Questa invenzione mutò il panorama di molti paesi anche dell’Italia. In Italia eravamo poveri
di carbone e dovevamo importarlo dall’Inghilterra o Spagna settentrionale con prezzi molto elevati facendo
sì che i nostri prodotti costavano più rispetto a quelli degli altri paesi. 1884 nasce a Milano società Edison che
costruirà un grande impianto idroelettrica lungo il fiume Adda che fu la prima grande centrale che traeva
acqua da un fiume. Vicino a Torino nel 1896 fu creata una grande centrale idroelettrica a Pont Saint Martin
in valle d’Aosta che traeva acqua dalle principali valli.

5. Motore a scoppio

Motore a scoppio, scienziati tedeschi che negli ultimi anni 1887-1888 primo motore Otto, poi tre anni dopo
Diesel e agli inizi anni 90 vi fu un inventore Benz di un triciclo nel quale fu inserito il motore a scoppio di Otto.
Uno venne comprata dai francesi e fatti analizzare da due fratelli specializzati in bici i fratelli Peugeot, e su
questa prima vettura tedesca costruirono alcuni modelli che iniziarono a circolare. Azienda di candele
torinese di cera d’api che si recò a Parigi da vendere e rimase incuriosito e ne comprò una, i fratelli Celano
iniziano a trafficare su questa vettura Peugeot e nel 1895 producono la prima autovettura siglata in ita detta
vagonetta, ancora conservata ad oggi al museo dell’auto. Grazie ad Emanuele Cacherano che si appassionò
delle vagonette fondò poi la Fiat 1899 a cui fecero seguito altre imprese.

6. Fibre tessili artificiali

Fibre non più prodotte per via naturali, abbiamo visto lana, lino, seta e canapa. Grazie agli studi dei tecnici
tedeschi si scopre possibilità di trattare dei prodotti naturali con prodotti chimici ed ottenere lo
spappolamento del legno che potevano essere poi filati e tessuti: nasce il termine viscosa o rayon. Ebbe a
Torino una fortuna notevole perché un industriale biellese Riccardo Gualino nel 1918 realizza stabilimenti
per la produzione della viscosa. Negli anni 20 la viscosa ebbe una grande fortuna. Italia uno dei maggiori
produttori della viscosa.

Secondo balzo tecnologico che toccò meno l’Inghilterra in quanto era rimasta appresso alle loro ideologie.
Ne beneficiò molto la Germania. La Germania divenne terzo grande produttore nel mondo andando a
competere con Francia e Inghilterra, ponendo le basi con lo scontro della Prima guerra mondiale.

Sviluppo industriale USA e Giappone, che seppero recepire suggerimenti dagli inglesi. Così terminiamo il
processo di industrializzazione dell’800.

Suggerimento libro: Europa verso il mercato globale, Marco Cattini

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11/03/2021

PANORAMA AMERICANO

America settentrionale possedeva grandi metalli preziosi

Stretto rapporto commerciale metà 600 e 700 tra colonie americane e madre patrie. Presto i coloni prendono
conoscenza del loro stati e dei prezzi bassi delle materie prime e dichiarano indipendenza e i piccoli staterelli
americani dalla madrepatria. 1776 indipendenza e fine al 1883 si sviluppa guerra civile che porta alla vittoria
dei coloni e cacciata truppe inglesi. Verrà rilanciata costituzione molto avanzata che traeva ispirazione dal bill
of Right. Fine 700 e anni Venti dell’800 fu un periodo molto florido per gli americani, in Europa napoleone
dichiarò guerra, americani approfittarono di ciò per articolare produzione di cotone, iniziò a formarsi
un’industria di tipo cotoniero come Manchester. Quando nel 1815 si ristabilì l’istaurazione l’Inghilterra tentò
di prendersi le aree perse, 1825 in Inghilterra viene instaurata prima linea ferroviaria. A partire dal 1840 inizia
la costruzione della ferrovia degli stati uniti, tutti sulle coste orientali e al pari dell’Inghilterra fu attuata con
capitali privati. Nacque anche in usa una mania di realizzare linee ferroviarie che spinse i coloni a superare la
catena degli Appalachi e a penetrare l’interno per miniere di carbone e ferro.

Si venne a creare scontro tra industriali del nord e contadini del sud, nel nord si preferiva una manodopera
salariato mentre al sud era basato su schiavitù. Gli stati del sud si separarono e iniziò guerra di secessione.
Dal 61 al 65, dopo fasi alterne prevalsero gli stati del nord che nel 65 li occuparono. Periodo di penetrazione
dei coloni nelle terre dell’ovest con scontri sempre più rilevanti, le guerre contro gli indiani portò ad un
genocidio introno ai 2 milioni di pellerossa. Da un punto di vista industriale a partire da anni 80 e 90 vi sono
innovazioni tecnologiche che hanno permesso il secondo balzo tecnologico. 1918-1920 Usa sostituisce
Inghilterra in termini di industrializzazione. Primato inglese che nasce nel 700 si conclude nei primi anni del
900 a favore di una nuova potenza.

PANORAMA GIAPPONESE

1904 scoppiò guerra tra Giappone e Russia per il controllo di alcuni territori. La Russia aveva una piccola flotta
distrutta dal Giappone. Il Giappone in modo quasi occulto era divenuto un paese industriale, fino metà 800
era avvolto dal feudalesimo, sotto la monarchia dei Tokugava che cadde per scontri interni nel 1868 e fino
ad all’ora il paese era rimasto chiuso in se stesso. Solo negli anni 50 gli americani avevano tentato di
instaurare rapporti con Giappone e un comandante americano era riuscito ad imporre ai giapponesi
un’apertura commerciale con l’America 1858. Dinastia dei Meji, monarchia non più di tipo agrario ma di tipo
burocratico amministrativo, il Giappone comincia ad aprirsi sia da un punto di vista commerciale e della pesca
e dei contatti con Usa e Cina che era suddivisa in vari stati. Avviano attività di cotone in particolare in
Manciuria che era ricca di miniere di ferro, i giapponesi lavoreranno con cotone, ferro e carbone di cui erano
molto floridi nel territorio stesso. Fine 800 flotta civile e militare che sarà in grado di fronteggiare flotta russa
in riferimento alla guerra del 1904. Giapponesi diventano esportatore di cotone, seta (grande tradizione
centenaria nella produzione dei bachi) così economia industriale giapponese decolla con grande sviluppo con
sbocchi di vendita verso Cina ed Europa. Patto d’acciaio, entrare guerra con Usa e ha dimostrato di essere
una forte potenza.

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PANORAMA ITALIANO

Congresso di Vienna 1815, l’Italia risulta articolati in una decina di stati, viene riconosciuto ai savoia la
sovranità sul regno di Sardegna (Piemonte, valle d’Aosta, savoia, contea di Nizza, Liguria). Da un punto di
vista economico, la realtà italiana era totalmente agricola e scarsamente aperta al commercio internazionale
fatta eccezione al Piemonte, il quale per la sua collazione territoriale aldilà delle alpi erano in corso di grandi
trasformazioni e molti piemontesi viaggiavano e capivano che stava nascendo un mondo nuovo molto
distante rispetto al mondo piemontese. Da noi si allevavano i bachi da seta. A Lione avveniva fase della
tessitura e tintura. Si produceva seta anche nel Lombardo veneto. Altro prodotto importante che
caratterizzava economi Piemontese era il riso, coltivato prevalentemente nel vercellese con abbondanza
acqua perché riso alimento molto completo. Importante anche era il vino che veniva accompagnato alle
carne. Piemonte caratterizzato da queste produzioni agricole che davano reddito perché erano oggetto di
esportazione. Attività manufatturiere agli inizi degli 800 erano poco ricorrenti. Miniera di Khon e vicino al
gran San Bernardo sopra il paese di Etroubles, ferro che veniva estratto e portato a fondo vallo da Aosta,
dove veniva lavorato e veniva realizzato il Massello. Inizia ad apparire in Piemonte industria cotoniera, vi era
una piccola produzione a Chieri, produzione contenuta. Intorno anni 30 impianti produzione di cotone
distribuiti ai piedi delle alpi nascono a torre Pellice. Nel 35 prima fabbrica a torre Pellice e nel corso dell’800
tutta l’area della provincia di Torino che insiste su Pinerolo e dintorni vide nascere molte imprese cotoniere.
Nel dicembre del 52 e rimase in carica fino ad aprile del 1861 un mese dopo la proclamazione del regno di
Italia avvenuta nel marzo del 1861, Camillo Cavour prese in mano le redini dello stato. Dal 1853 lo
stabilimento di Genova prende il nome di Ansaldo. Oggi l’Ansaldo è uno stabilimento specializzato in varie
produzioni ad alta tecnologia quali centrali nucleari ma lavora anche nel settore della produzione di treni ad
alta velocità e settori navali. Alla fine del periodo cavouriano l’economia piemontese si è trasformata in
maniera radicale: rimane ancora prevalentemente agricola ma vi sono sviluppati dei poli industriali che
guardano all’Inghilterra nel settore laniero, cotoniero, siderurgico e meccanico.

Descrizione trasformazione economia piemontese con Cavour.

17/03/2021

Banca centrale: banca nazionale stati sardi 1849 per iniziativa pubblica. Esistevano in Piemonte molte casse
di risparmio che prestavano denaro. Monti di pietà prestavano denaro alle classi più povere. Fine regno di
Sardegna e nascita regno di Italia. Proclamazione regno di Italia nel 17 marzo 1861 quando il parlamento del
nuovo stato che fu riunito a Torino nel palazzo Carignano proclamo costituzione del regno e chiamo a
ricoprire carica di sovrano Vittorio Emanuele 2. Fu anche proclamata figura di Camillo Benso di Cavour. 23
marzo fu costituito il governo presieduto da Cavour, il quale 3 mesi dopo a causa di un’improvvisa malattia.
Grande uomo che portò il paese ad una modernizzazione e morì. Nuovo presidente del consiglio: toscano,
Bettino Ricasoli. Cavour e i suoi successori imposero amministrazione burocratica del Piemonte. Il Piemonte
era l’unico stato che adottava un sistema metrico decimale sul modello francese. Sistema decimale era di uso
ed impiego molto più facile rispetto a quegli degli altri stati. Impose uso della moneta che era la lira
piemontese, sistema che si reggeva su equivalenza tra oro e argento. Piemonte aveva un cc, codice di
commercio e penale realizzato sul modello dei codici francese andando ad annullare tutti i codici presenti
degli altri stati ed infine il Piemonte impose un modello bancario sabaudo. Banche centrali formati ben da 6
istituti: 2 banche toscane, 2 banche del mezzogiorno (banco di Napoli e Sardegna) ed infine quando regno di
Italia occupò lo stato della chiesa, la banca viene chiamata a formare la 6 banca. 1883 il sistema delle banche
centrali fu unico in un’unica banca: la banca di Italia. Ci fu quindi un’imposizione dei modelli sabaudi in tutti

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i settori. Brigantaggio: guerra civile di opposizione a questi modelli provenienti dal nord e imposti
pesantemente sulle popolazioni meridionali.

Altra problematica: di tipo finanziario. Quando ci fu unificazione si cercarono di unificare anche i bilanci dei
dieci stati prima dell’unificazione. Operazione complessa e che giunse a termine nel 1864 quando al ministero
delle finanze si era insediato Quintino Sella. Con un grande sforzo diede vita al primo bilancio consolidato del
nuovo stato unitario. Emerge un grande deficit per il 1864, e anni avvenire e un grande debito pubblico.
Adotto quindi la politica della lesina: grande risparmio

1. Vendita dei beni ecclesiastici: abazie. Fransoni che abbandonò la città e non vi rientrò più fino
all’unità in segno d protesta.
2. Vendita delle ferrovie: prima dell’unità erano stati creati 1200 km di ferrovia in gran parte di
proprietà pubblica. Tutto ciò che era pubblica venne venduta a 4 società private alcune delle quali (3
su 4) composte da capitalisti stranieri, in particolare da austriaci e francesi.
3. Introduzione della tassa del macinato: tassa iniqua ma di sicura applicazione perché veniva applicata
dai mugnai nel momento in cui i contadini portavano il grano a macinare.
4. Introduzione di misura che colpiva la moneta. Introduzione del corso forzoso 1866, sempre realizzata
fa quintino Sella. All’ora le banche centrali che emettevano biglietti di banca e lo facevano avendo
garanzia dei lingotti d’oro in grande quantità. I biglietti di banca che circolavano erano convertibili in
oro. Dal 1866 al 1883 periodo di inconvertibilità, non si poteva più convertire biglietti di banca in oro.
Finalità: poter far si che il governo in caso di necessità potesse ottenere quantità maggiore di biglietti
di banca se il corso fosse stato libero e non forzoso.

Con queste misure Quintino e altri riuscirono a far fronte alla situazione e riequilibrare la situazione facendo
si che il bilancio dello stato fosse in pareggio o addirittura in attivo e debito pubblico gestito.

- 1866 quando Quintino Sella prese misure drastiche il deficit era di 800 366 milioni
- 1876 deficit ridotto a 300 milioni
- 1880 avanzo di 103 milioni
- 1883 fu abolito il corso forzoso e si ritornò ad un corso libero.

Anni 80, nuovo equilibrio e il paese fu in grado di ripartire. Proprio quando stava per ripartire, arrivò la crisi
agraria, attività prevalente ancora nel nostro paese.

Prima crisi andò a toccare la produzione della seta grezza che coinvolgeva la pianura padana portata da
Pebrina, insetto che colpiva il baco da seta quando questo costruiva intorno a sé il bozzolo.

1884 fu realizzato canale di Suez che metteva in collegamento oceano Indiano con Atlantico. E quindi
agevolando il trasporto seta.

Altra malattia che colpì il settore vitivinicolo, Fillossera malattia che colpiva radice della vita portando alla
morte della pianta. Ciò colpì duramente campagne italiano. Introduzione poi del verderame sulla vita,
soluzione immediata: piantare viti provenienti dall’America di cui la Fillossera non aveva appetito.

Terza causa: importazione del grano e del grano turco dagli USA a prezzi molto bassi. Fine guerra di
successione, vi era stata massiccia penetrazione dei coloni nel west. E i coloni quando occupavano terre si
dedicavano a coltivazione di grano e grano turco e allevamento dei bovini. Iniziano così a esserci grandi
produzioni e grazie allo sviluppo delle ferrovie, queste produzioni potevano essere elargite. Invasero col
basso prezzo l’Europa.
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Tutto ciò causa grande difficoltà nei coltivatori che li costrinse ad emigrare a favore dell’America
settentrionale e meridionale che portò alla formazione di grandi colonie di emigranti italiani soprattutto in
Brasile, Uruguay ecc.

Brusco cambiamento quadro politico. Mentre prima prevaleva il modello cavouriano della destra storica. Ci
fu il crollo destra storica e nacque sinistra storica che non credeva più nello sviluppo dell’agricoltura e puntava
ad una crescita dell’industria. Elezioni del 1876 che portarono alla caduta della destra storica e all’emergere
della sinistra storica e cambiamento della linea della politica economica.

Si cercò di favorire lo sviluppo industriale:

- Creare un secondo polo siderurgico nel paese. Il primo era quello di Genova, si creò un secondo
polo nella cittadina di Terni in Umbria molto ricca di acqua, adatta quindi al raffreddamento della
ghisa ed era posto nella Italia centrale e quindi in caso di occupazione, terni sarebbe stata
raggiunta con più difficoltà. Fu costruita linea ferroviaria che da Civitavecchia andava a terni.
- Flotte che erano antiquate. Da quel momento si costruirono flotte dotate di scafi in metallo e
macchine a vapore. Moderna flotta militare.
- Riacquisto della rete ferroviaria: ci si era resi conto che la proprietà privata e soprattutto
straniera andava a svantaggio di una distribuzione equa su tutto il territorio nazionale. In quanto
costruivano ferrovie nelle aree più ricche, lasciando ai margini le aree più povere.
- Si decise di contenere penetrazione grandi dall’America, introducendo tariffe protezionistiche.
Diritti doganali elevati raggiungendo il 25 e 30 %, per proteggere produzioni italiane. Tariffa
estesa anche ai prodotti area cotoniera e siderurgica meccanica.

Diviene così un paese protetto dal punto di vista delle importazioni.

Politca coloniale che emerse nel nostro paese: fino ad all’ora non emerse una politica coloniale di rilievo, i
governi della sinistra cercavano di imitare ciò che avevano fatto i governi inglesi, francesi e tedeschi. Cioè
occupare territori africani, asia e america per trasferire l’eccedenza di manodopera ma anche per poter avere
materie prime a prezzi più bassi ed esportare in quei paesi i prodotti italiani. L’attenzione si focalizzò su africa
occidentale posta lungo il mar rosso che poteva essere facilmente raggiungibile attraverso il canale di suexz.
Attenzione su etiopia in quanto in un porto etiope Assab una società di navigazione genovese la rubattino
aveva acquistat una sorta di concessione per creare una base nella quale transitavano i vapori che andavano
verso india e Giappone. Questi si fermavano ad Assab per caricare acqua, carbone e cibo. Era diventato il
porto di transito delle navi italiani per l’oriente. Pertanto, si decide di penetrare Assab, l’eritrea e iniziare
penetrazione in Etiopia. Etiopia era un grande stato molto montuoso, povero di prodotti naturali e quindi
non di particolare interesse di francesi, tedeschi ed inglesi. 1885 campagna militare che portò occupazione
dell’altro porto che c’era in Eritrea chiamato Massaua e poi inizia penetrazione all’interno. Ci furono molti
problemi a livello militare, penetrazione che si rivelò non così proficua e molto sanguinosa. 1895 ad Adua
battaglia nella quale gli italiani ne escono sconfitti. Sconfitta che ebbe eco molto pesante portando alla fine
delle nostre ambizioni coloniali. Il governo in carica in Italia cadde e iniziò periodo di protese da parte di classe
operaia che 1895 era nato partito socialista italiano e così dal 1896 a fine secolo sono anni molto burrascosi.
1903 sale al governo Giovanni Giolitti, politico originario di Mondovì, il quale riesce a ricomporre e a dare un
modello di sviluppo industriale.

Basi su cui si muove Giolitti:

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Vi era una classe operaia molto combattiva ma dall’altro lato vi era un ceto sociale che si stava rafforzando,
ed era possibile tra classe operaia e ceto sociale trovare un accordo su un modello di industrializzazione che
giovava ad entrambi. Modello di dialogo tra le forze sociali. Coinvolge il partito liberale e socialista li coinvolge
in un processo di modernizzazione attraverso processo di deindustrializzazione. Modello giolittiano che sarà
molto positivo per il nostro paese che riuscirà a comporre gli scontri sociali e indirizzarli in modo positivo.
Accanto ai liberali e socialisti si collocheranno anche i cattolici. Che diventa il partito italiano blocco formato
da liberali, cattolici e socialisti.

Giolitti punta molto su creazione di nuovi poli siderurgici attorno ai quali se ne formarono anche altri. Ne
nacque uno anche a Napoli, a Bagnoli che aveva lo scopo di rilanciare occupazione nella città di Napoli. Favorì
anche la nascita di imprese meccaniche nelle città principali del nord. Si vede emergere così il triangolo
industriale (Milano, Genova e Torino) nelle quali si concentrarono maggior numero di imprese. Genova:
vocazione siderurgica, Torino andò a configurarsi come città produttrice di auto e mezzi di trasporto. Stimolo
di Michele Lanza che frequentando Parigi aveva portato a Torino una Peugeot rivista dai fratelli Cerano
producendo la Vagonette, vettura mista italo-francese. Alcuni giovani borghesi ne comprarono alcuni modelli
dando vita nel 1899 grazie ad Emanuele Cacherano di Bricherasio, Giovanni Agnelli, Emanuele Ferrero di
Ventimiglia, banchiere Carlo Deslex (fondatori Fiat) ad un’impresa costruendo stabilimento in corso Dante,
vicino al parco Valentino (museo aziendale della Fiat) producendo vetture.

Fiat e le altre fabbriche utilizzarono per movimento delle macchine e produzione dei vari pezzi una nuova
forza motrice. Fase positiva per Torino che permetterà nascita stabilimenti auto quali la Itala.

Milano ebbe un maggior successo in campo tessile, soprattutto cotoniero. Perché soprattutto nella Brianza
era una zona ricca di acqua provenienti dalle alpi. Si specializza inoltre in produzione di locomotive, nacque
la Ernestobreda e nacquero tante imprese meccaniche per la produzione di attrezzi agricoli, Milano si afferma
così nel settore della meccanica pesante.

Tutto ciò permise al nostro paese di inserirsi nell’esportazione. I nuovi mercati furono ricercati nell’oriente e
sud America dove le comunità italiane avevano costituito un importante mercato di sbocco.

Processo interrotto bruscamente da Prima guerra mondiale. Grande dibattito se l’Italia doveva entrare o
meno. Trentino, alto Adige e Venezia giulia compresa Istria ed alcune città come Zara. Nel luglio 1814, noi
entrammo solo nel 1815, a fianco dell’Inghilterra, Francia e Russia contro imperi centrali Germania e Austria
Ungheria. Nell’ottobre del 18 approfittando debolezza imperi centrali riuscimmo a vincere la guerra, uscendo
dalla guerra vincitori. 1919-1920-1921 periodo travagliato della vita economica.

Durante la guerra la Russia fu toccata da una rivoluzione sociale nel 1917 che portò nell’ottobre del 17 ad un
colpo di stato da parte di una minoranza bolscevica e prese il potere allontanando lo Zar Nicola dallo stato. I
bolscevichi iniziarono la nazionalizzazione di tutte le imprese industriali sia interne che di proprietà straniera
e procedettero alla nazionalizzazione delle banche e dell’agricoltura. Gli echi di questa rivoluzione furono
enormi.

In italia, dal 1920-1921 erano andati in scadenza i grandi contratti tra imprenditori e lavoratori, e alla
rivendicazione degli operai il padronato aveva risposto in modo negativo ragion per cui i lavoratori avevano
proceduto con l’occupazione delle fabbriche e gli imprenditori chiusero le fabbriche. Quadro di questi anni
molto travagliato. Il governo si dimostra incapace di riportare pace sociale attraverso serie di iniziative. Si
hanno molte crisi governative e si succedono nel giro di 2 anni 4-5 presidenti del consiglio. Tra la fine del 21

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ed inizio del 22, autunno del 22 emerge Benito Mussolini il quale aveva dato vita al partito i fasci al
combattimento. Marcia su Roma.

18/03/2021

Avvento del fascismo. Con marcia su Roma conclusa nel 1922, Mussolini era riuscito a farsi nominare dal re
primo ministro, in sostituzione del deputato pinerolese Luigi Facta. Mussolini diede vita ad un governo che
aveva al suo interno membri che arrivavano dalla marcia su Roma e altri per dare impressione all’esterno che
il suo fosse un governo di destra però che fosse un governo pluralista. Solo nel 24 con le elezioni politiche,
Mussolini presentò un listone ovvero lista chiusa nella quale la maggioranza era di simpatia fascista. Vi furono
molti brogli e questo listone risultò vincente. Prima riunione che ci fu alla camera, ci fu un deputato socialista,
Matteotti, il quale denunciò questi brogli. La lira sterlina a piano piano è diventato il punto di riferimento
degli scambi internazionali e le singole monete venivano rapportate tutta alla lira sterlina. Viscosa prodotto
all’avanguardia del nostro paese. Le imprese che producevano viscosa, come la famosa Snia viscosa di Torino
che era di proprietà di Riccardo Gualino, vi erano altre aziende importanti di viscosa come la Soie De Chatillon,
tutte queste imprese subirono una drastica riduzione della loro produzione che le mise in difficoltà. Come
anche nel settore automobilistico a Torino per la Itala, succedette per altre aziende che operavano nel campo
tessile che producevano tessuti di seta, di cotone di qualità. Tutte queste imprese entrarono in difficoltà
facendo si che il sistema industriale italiano rallentasse e questo rallentamento avvenne tra il 26 e il 27, pochi
anni prima che si affacciasse sulla scena internazionale la crisi del 29 con la caduta molto rapida dei corsi
delle azioni delle aziende quotate a Wall Street. Rallentamento dell’economia che con questa crisi che
scoppiò in America e che arrivò da noi nel 1930-1931, mise in serie difficoltà tutto l’apparato industriale
dell’Italia. Circa il 42% dell’apparato industriale, era controllato da 4 grandi banche miste: banca commerciale
italiana di Milano, credito italiano di Milano, banco di Roma, banca agricola italiana che aveva sede a Torino
di proprietà in parte di Gualino. Nel 34 nacque questo grande ente pubblico che andò ad acquisire circa il
42% del capitale azionario delle imprese italiane. Operazione di nazionalizzazione di grande rilievo che
permise alle imprese industriali di evitare il fallimento. E hanno evitato anche alle banche il fallimento perché
la banca d’Italia comprò da altre banche queste partecipazioni industriali. La banca di Italia che prima aveva
difficoltà a finanziare le banche miste come fece a effettuare l’operazione? Vi fu un’operazione grazie per cui
la banca d’Italia fu autorizzata ad emettere biglietti di banca per questa enorme cifra distribuendo il carico di
questa emissione sul bilancio dello stato per una durata di 20 anni dal 34 al 54. 1943 quando cadde il governo
Mussolini, il paese si divise in due e il regno del sud e la repubblica sociale dall’altra, continuavano ad
emettere biglietti di banca senza più avere un coordinamento preciso ed un controllo. I tedeschi a loro volta
emisero altre lire e un’azione analoga fecero anche le truppe alleate. E quindi alla fine della guerra ci si trovò
con una massa monetaria enorme che fu poi posta sotto controllo da Luigi Einaudi, nel 1947 quando bloccò
1/3 della circolazione attraverso il blocco dei depositi bancari. Manovra dura di tipo deflazionistico.
Incominciavano ad arrivare gli aiuti sia del piano Unrra, sia del piano Marshall e tutto ciò poteva avvenire se
il nostro sistema monetario fosse tornato in equilibrio.

Tornando al Liri, 1934 questa operazione finanziaria per mettere a posto i conti della contabilità pubblica e
Liri poté cominciare ad operare dapprima ci fu una ristrutturazione che cercò di accorpare le imprese
acquisite in alcune holding che presero il nome di finelettrica per le imprese elettriche. Molte imprese
elettriche erano entrate nel portafoglio Liri tra cui la Sip (società idroelettrica Piemonte), ci fu un
accorpamento dei cantieri navali, accorpamento linee di navigazione e poi ci furono ancora altri
accorpamenti proprio prima dell’inizio della guerra: tra cui il più rilevante all’interno delle imprese

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siderurgiche, all’interno della finsider perché diventava strategica per la produzione di acciaio e sostenere
un’economia di guerra.

Contemporaneamente creazione del Liri, siccome una parte rilevante delle industrie rimanevano di proprietà
privata circa il 58%, occorreva che vi fosse una nuova banca che svolgesse attività di finanziamento industriale
e per far ciò fu creata nel 31 ma poi divenne operativa qualche anno più tardi l’Imi (Istituto Mobiliare Italiano).
Banca pubblica con obiettivo il finanziamento industriale che veniva sottratto alle banche private o anche
pubbliche e veniva accorpato nell’Imi. Tra le due più importanti vi erano l’istituto bancario di Torino che era
un vecchio Monte di Pietà nato nel 1500 e il Monte dei Paschi di Siena, anch’esso Monte di Pietà nato nel
1472. Ricordiamo anche il Banco di Napoli nato dall’accorpamento dei Monti di Pietà del mezzogiorno.si
configura così questo sistema bancario che andrà avanti inalterato fino alla legge bancaria Amato Carni che
fu emanata nel 1990 in ottemperanza anche alla seconda direttiva dell’Ue che stava cercando di omologare
funzionamento sistemi bancari all’interno dell’Ue.

Ci troviamo così alla soglia della Seconda guerra mondiale, alla quale vi arriviamo zoppi dovuta sia al sistema
bancario industriale fatta da Beneduce tra il 34 al 36 ma anche perché Mussolini aveva avuto l’idea di
rilanciare nel 35 la politica coloniale del paese che era miseramente crollata nel 1896 con la battaglia di Adua.
Mussolini spinto dalla disoccupazione del nostro Paese, pensò che una via per rilanciare l’occupazione
potesse essere quella delle conquiste coloniali e della collocazione dei lavoratori italiani in questi paesi.
Ripartì l’idea di riconquistare l’Etiopia che però faceva parte come l’Italia dell’istituzione della Società delle
nazioni con sede a Ginevra e che era nata con la finalità di far sedere in modo permanete attorno ad un tavolo
i vari paesi affinché dialogassero ed evitassero le nuove guerre. Mussolini però non prese in considerazione
gli inviti pressanti della Società delle nazioni di evitare la guerra. Così la spedizione bellica partì e nel giro di 9
mesi riuscimmo a prendere il controllo dell’Etiopia. La società delle nazioni impose sanzioni verso l’Italia tra
cui importanti il divieto per i paesi che aderivano alla società delle nazioni di esportare verso l’Italia i prodotti
che potevano a servire per costruire armi. Tutto ciò mise in difficoltà il nostro paese, ma Mussolini ebbe l’idea
di rilanciare un progetto sostitutivo della economia autarchica, ovvero un’economia che riduceva la sua
esposizione verso l’estero e produceva all’interno le materie prime e i prodotti che servivano al
funzionamento della propria economia. Si seminò così il cotone in Sicilia e Sardegna, si sfruttò le miniere
sarde e dell’Istria per il carbone con grande difficoltà. Poi si cercò di fabbricare prodotti sostituivi tipo benzine
che non usavano più petrolio ma prodotti agricoli distillati. Si fabbricavano lane artificiali il Lanical prodotto
dai derivati dell’agricoltura. Prodotti che funzionarono poco e l’economia entrò in una fase recessiva. L’unico
paese che non applicò le norme della società delle nazioni fu la Germania, così l’Italia che fino al 37 era critica
nei confronti della Germania nazista perché capiva che era un paese che stava valorizzando la propria
economia attraverso una corsa agli armamenti che eludevano prima o poi lo scoppio della guerra, da quel
momento per poter continuare ad avere rifornimenti di carbone, ferro ed acciaio si legò in modo stretto alla
Germania e iniziò l’alleanza dapprima commerciale e poi politico-militare con la Germania di Hitler, che portò
l’Italia ad entrare in guerra nel giugno del 40 contro la Francia ed Inghilterra alleata alla Germania Hitleriana.
71-72 l’Italia si colloca come uno dei paesi più industrializzati al mondo (al sesto posto). Nel corso dell’800,
periodo Cavouriano vi era stata una rincorsa all’industrializzazione e lo vivemmo in modo difficoltoso con la
crisi degli anni 30.

IL CORPORATIVISMO FASCISTA

Il corporativismo fu una visione dell’economia e della società che emerse durante il fascismo in particolare
dopo la crisi del 29 nel tentativo di trovare una terza via allo sviluppo economia e crescita economica che non
fosse rappresentata né dal liberismo classico inglese narrato da Smith né il socialismo quale si era realizzato
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nell’unione sovietica. I principi del comunismo consistevano nella totale nazionalizzazione e gestione da parte
dello stato, delle imprese industriali, del sistema bancario e dell’agricoltura. Ci fu un’elaborazione per la
ricerca della terza via che portò a riscoprire gli antichi modelli artigianali e corporativi che erano in vigore
prima della rivoluzione industriale in Inghilterra e Rivoluzione francese e quindi si cercarono di raggruppare
le imprese presenti nel paese all’interno di raggruppamenti sindacali-politici che presero il nome di
corporazioni e ne vennero create in Italia 38. Queste avrebbero poi dovuto avere una rappresentanza anche
a livello politico attraverso la camera delle corporazioni che avrebbe dovuto sostituire la Camera dei deputati.
Rappresentazione non solo economica ma anche politica. All’interno delle corporazioni vi era poi la
rappresentanza sia dei datori di lavoro che dei lavoratori. Mentre i datori di lavoro erano rappresentanti da
Confindustria che avevano fatto un patto di non belligeranza con il partito nazionale fascista. I lavoratori
invece erano rappresentati dai sindacati fascisti, tutti i sindacati liberi erano stati soppressi con un emanato
del 25-26, era stata soppressa anche tutta la stampa libera che non era stata regimentata dal regime.
Apparato che fu pensato a lungo ma che divenne operativo solo nel 37-38, ma poi arrivò la Seconda guerra
mondiale che bloccò il decollo. Viene istituito il Cnel (consiglio nazionale economica del lavoro) che doveva
essere un terzo organo rappresentativo in cui si trovavano tutte le componenti economiche sindacali.

Il tema di questa terzia via è un tema cruciale della storia del pensiero economico e politico occidentale. Ha
trovato altre forme di espressione ad esempio nel laborismo britannico, nella social democrazia tedesca e in
Germania nell’economia sociale di mercato che ha sostenuto l’attività politica dei partiti di ispirazione
cristiano-democratici in Germania. Ci sono stati almeno altri 3 tentativi di trovare una terza via che da un lato
componesse in modo meno conflittuale i rapporti tra capitale e lavoro e dall’altro lato riuscisse a realizzare
una programmazione nell’ambito dell’economia di mercato in cui si potessero trovare interventi dei privati
anche con lo scopo di preservare le economie occidentali dalle grandi crisi che le hanno travagliate.

Forse vi è una quarta via che in passato ha avuto meno fortuna ed ora sta emergendo un po’ di più che è
quella della dottrina sociale della chiesa, ovvero del pensiero sociale del mondo cattolico.

COSA ACCADDE ALL’ECONOMIA ITALIANA NEL SECONDO DOPO GUERRA?

Uscimmo devastati dalla Seconda guerra mondiale, sia dal punto di vista materiale ma anche da un punto di
vista più generale politico, sociale ed ideologico. Da tutto ciò emerse soprattutto con la guerra di liberazione
una generazione di politici ed imprenditori, emerse il desiderio di chiudere con questa esperienza del passato,
cercando di creare uno stato basato sui principi di solidarietà, partecipazione e democrazia. Tutto ciò si
realizzò nella carta istituzionale prodotta tra il 46 e 47 ed entrò in vigore il 1° gennaio del 48. Costituzione
ricca di contenuti e valori che sostenne la crescita sociale, cultura, e politica del paese per molti anni. Per
permettere un rilancio del paese che si intravedeva anche sullo sfondo perché le potenze alleate che vinsero
la guerra in particolare gli americani, durante gli anni 20-30 avevano sviluppato un’ampia riflessione su ciò
che era successo alla fine della prima guerra mondiale con il trattato di Versailles, che aveva pesantemente
penalizzato le potenze che avevano perso ed in particolare la Germania e l’Austria, al punto che questi paesi
non erano riusciti a ripartire in modo autonomo e gli Usa erano dovuti intervenire più volte a sostenere questi
paesi, ma nonostante ciò nel 32 e 33 dopo gli effetti della grande crisi emerse uno spirito che portò al potere
Hitler e la sua strategia di rimettere in moto l’economia attraverso una politica di riarmo ovvero una politica
che portava le imprese industriali a produrre gran parti armi sostenuti dalla spesa pubblica e comprimendo
consumi privati il tutto orientato alla produzione bellica. Lo sbocco di tutto ciò era stato la seconda guerra
mondiale, gli americani decisero di adottare una strategia diversa, così, conclusa la seconda guerra mondiale
gli Usa adottarono strategia diversa: dapprima spinsero le nazioni unite ad attuare un piano di distribuzione
di risorse alimentari in tutta l’Europa indipendentemente che i paesi avessero vinto o perso la guerra→ piano
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Unrra (united nation relief and riabilitation administration) che riversò grandi risorse alimentari in tutta
l’Europa. Accanto a questo piano di first aid, vi fu un piano di lungo periodo ovvero sostenere tutte le
economie dei paesi vincitori con degli aiuti affinché potessero riavviare le economie ma nella direzione di
economia di pace e non più di guerra (Piano Marshall o ERP) che inondò di risorse finanziare l’Europa con
l’obiettivo di rimettere in moto l’economia dei paesi. L’Italia ne beneficiò, queste risorse andarono anche alle
imprese private come Edison, Pirelli ecc ecc a cui si unirono parecchi aiuti da parte di banche. Classe
emergente di quel periodo che comprese che sul piano energetico l’Italia fosse arretrata, perché durante il
fascismo si era puntato molto sulla produzione di tipo idroelettrico. Negli altri paesi è molto avanzato l’uso
del petrolio non solo come carburante ma anche nell’impiego industriale. Quindi questa classe dirigente ebbe
il coraggio di creare un’impresa pubblica la quale si dedicasse alla ricerca petrolifera, al trasporto in Italia di
queste risorse e alla raffinazione. Nel 53 fu fondata Eni (ente nazionale idrocarburi), alla direzione fu posto
Enrico Mattei che era un partigiano con grande capacità imprenditoriali. Furono costruite raffinerie in Puglia,
Sicilia e Sardegna con obiettivo di creare poli di industrializzazione attorno alla quali potessero poi crearsi
delle PMI di servizio che avrebbero potuto decollare e creare nuovi poli industriali. In quel momento il polo
industriale in quel momento era sempre il triangolo industriale posto nel nord-ovest. Quindi ci fu una grande
spinta che ne beneficiarono le grandi imprese e che parteciparono a sostenere questa crescita: a Torino ci fu
il caso della Fiat, nell’anno 1970 la Fiat per metà era pubblica gestita dall’Iri e dall’Eni, per 1/4 dalla Fiat e per
l’altro quarto dalle altre imprese private. In quel momento questa concentrazione era positiva e riusciva a
sostenere in modo significativa lo sviluppo. La Olivetti di Ivrea, partita all’inizio del secolo con le macchine da
scrivere si era irrobustita nel secondo dopo guerra e grazie alle intuizioni di adriano Olivetti, questo Made in
Italy è sempre presente, pensò di costruire macchine che fossero molto efficienti e molto belle dal punto di
vista del design. Olivetti ebbe l’intuizione che l’epoca della macchina sarebbe presto finita e bisognava
puntare su una delle innovazioni del terzo balzo tecnologico: l’elettronica. L’elettronica dava la possibilità di
creare delle applicazioni di pace soprattutto in mansioni di calcolo. Serie Elea, di produzioni Olivetti,
calcolatori che andavano alla ricerca di metodi nuovi di calcolo. Olivetti morì nel 1960 per un infarto e chi gli
succedette sottostimò sull’elettronica, disinvestendo su questo settore.

Il tasso di crescita del PIL si aggirò sul 6-7% l’anno che rendeva l’Italia tra i principali paesi industrializzati.
Tutto ciò portò alla formazione di un grande benessere, diffuso tra le classi sociali. Ma questo meccanismo
venne ad interrompersi con l’inizio degli anni 70. CRISI ANNI 70 e che fu superata anche dall’Italia a partire
anni 80.

24/03/2021

Italia esce dalla Seconda guerra mondiale con pesanti distruzioni. Fase di ricostruzione perché avviene
attraverso vari aspetti: ricostruzione di tipi economico e sociale. Ricostruzione di tipo politico passa
attraverso necessità di porre al paese il problema se la monarchia meritava di continuare a regnare o si
doveva passare ad una repubblica. La monarchia negli ultimi anni aveva fatti molti errori:

- Autunno inizio inverno del 22 quando Emanuele vittorio 2 non si era opposto all’avvento di
Mussolini e si era piegato ai moti di piazza.
- 1938 aveva siglato leggi vs popolazioni ebraica che abitava in Italia, leggi che discriminavano chi
era di religione ebraica.
- Dichiarazione di guerra alle potenze alleata nel giugno del 1940, quando il grosso della
popolazione non aveva spirito bellico.
- Dopo aver destituito Mussolini dalla direzione del gran consiglio e dalla presidenza dei consigli
dei ministri non era stato capace di prendere in mano le redini del paese.
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Finita la guerra vi era nel paese disaffezione della monarchia perché si pensava che la monarchia si fosse
piegata troppo al fascismo mentre avrebbe dovuto essere più ferma. Si decise di indire un referendum
istituzionale e di avviare le elezioni, consultazioni per comporre un gruppo parlamentare che avrebbe dovuto
scrivere la nuova costituzione. Lo statuo albertino era ormai troppo vecchio e incapace. Nel giugno del 46 vi
furono le elezioni che da un lato espressero 53% a favore della repubblica, il re che aveva trasmesso i poteri
ad Umberto 2 che aveva assunto solo la carica di Luogotenente generale. Tuttavia, essendo la monarchia in
minoranza, Umberto 2 decise di lasciare e trasferirsi in esilio in Portogallo. Da un punto di vista politico
emersero varie forze politiche, si contesero i seggi in seno all’assemblea costituente: circa 30% voti andarono
al Partito Cristiano (espressione politica del movimento dei cattolici), 35-40% andò al partito comunista e
socialista che si erano alleati per la consultazione, un 15% al partito d’azione che si rifaceva ai principi
antifascisti portati avanti dai fratelli Rosselli e una serie di piccoli partitini che ottenere qualche voto ma non
significativi. Costituzione che fu conclusa nell’autunno del 47 ed entrò in vigore nel 1° gennaio del 48.
Costituzione moderna che si riferiva a quella francese e americana. Esperienza repubblicana che ad aprile del
48 portarono all’elezioni politiche. Democrazia cristiana ottenne 47% dei voti che formarono il governo con
il partito repubblicano Italiano, partito socialdemocratico italiano e partito liberale italiano che si rifaceva a
quello di Giolitti. Democrazia cristiana con questi partiti riuscì ad ottenere una maggioranza assoluta del 52%
detta centrista che governo fino al 1963. Quando si dovette costituire una nuova coalizione di centro sinistra
al quale si unirono anche i socialisti. Comitato di liberazione nazionale: comitato che aveva diretto la
resistenza vs fascisti e tedeschi: il primo presidente del consiglio era Alcide de Gasperi, leader del partito
popolare italiano, il quale dal 25 al 46 aveva svolto il ruolo di bibliotecario in vaticano. Dal vaticano aveva
diretto segretamente le attività dei vecchi popolare che avevano partecipato alla resistenza. Fu chiamato alla
presidenza del consiglio e a su volta chiamò Einaudi per redigere le finanze. I prezzi erano aumentati di 40
volte (4000%) un’inflazione galoppante che non era paragonabile alla grnade inflazione della germania del
22-23 e poi riprodotta nel 31-32. Quando vi è l’inflazione chi possiede immobili e imprese riesce più o meno
a salvare il patrimonio chi è salariato si trova in graned difficoltà. Questa idea di bloccare l’inflazione si stava
diffondendo tra i partiti politici il problema era come. Vi era poi il Piano Marchall (ERP) piano che comportva
trasferimento di grnadi aiut da parte di USA in Europa sia a chi laveva vinto la guerra e chi aveva perso (Italia
e Germnai) e includeva anche le banche le quali per i prestiti era richiesta una grande stabilità. Einaudi
nell’agosto del 1947 prima delle elezioni fece un intervento di stabilizzazione della moneta, con una tecnica
nuova bloccò il 30%dei depositi che i cittadini avevano fatto nelle banche dividendo i conti correnti in due
parti: conto corrente A dove rimaneva il 70% di denaro che rimaneva totalmente disponibile e conto corrente
B dove veniva accantonato il 30% del denaro e diventava indisponibile. Mise in atto una stretta monetaria
(manovra deflazionistica) con il quale bloccò l’inflazione. Le proteste furono molte soprattutto da parte con
le imprese e furono danneggiate soprattutto le piccole imprese o artigiani perché le grandi imprese
operavano già a livello internazionale. Manovra che portò il paese in una sostanziale stabilità che portò il
paese ad usufruire del Piano Marshall.

Problemi dell’agricoltura:

Nel nord, sulle montagne colline e sulla piana secca l’organizzazione produttiva avveniva attraverso piccola
proprietà contadina. Contando molto sull’autosufficienza nel senso che produceva una parte rilevante di beni
per uso proprio. Nella parte pianeggiante novarese e vercellese, zona detta pianura Irrigua che si distingua
dalla piana segua perché ricca di acqua per la presenza di fiumi ma anche per la presenza di resorgive (torrenti
d’acqua sotterranei che scendono a valle non all’aperto ma nelle fale profonde della terra e raggiunta la
pianura padana riemergono, perché la pianura padana ha un fondo di sabbia dando origine ai fontanili=acque
che emergono dalla parte interna del lago). Nella zona irrigua la proprietà era di dimensioni maggiori ed era

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gestita dagli affittuari mentre i proprietari abitavano nelle città. Siccome le terre erano redditizia c’era da
vivere sia per

Nel centro c’era la mezzadria: proprietario fondiario, una più famiglie che si occupavano la terra e a fine anno
al mezzadro spettava metà del prodotto. Nel sud il grosso delle terra erano del latifondo che lasciavano la
conduzione della terra a dei loro delegati (gabellotti) i quali gestivano la terra usando lavoro bracciantile.
Azioen americana di smantellamento del grande latifondo per consegnarlo ai piccoli contadini. 1950 i cnetristi
decisero di attuare riforma agraria che toccò quasi tutto il sud e parte area centrale portando alla
redistribuzione delle terre ai piccoli contadini che non erano altro che i braccianti che divennero piccoli
proprietari. In Francia la redistribuzione della terra era avvenuta dopo la rivoluzione francese, in germania
avvenuta agli inizi del 1900. La legge di riforma agraria in Italia fu incifs e portò allo smantellamento dei
grandi proprietari. Nella realtà ebbe segni positivi e altri negativi.

- Dove le terre erano fertili questa riforma ebbe successo perché si formò una nuova claasse che
inizia a risparmia e fecero decollare le terre soprautto attorno alla città di napoli dove le terre
erano fertili, ebbero successo nella zona di Catania e Palermo in Sicilia dove erano diffusi gli
agrumeti, la zona di Palermo zona dove vi era la coltivazione del vino Marsala.
- Coloro che si trovarono ad impradonirsi delle terre nella Sicilia centrale o nella Sardegna terre
che erano coltivate a grano e molto secche ebbero difficoltà a valorizzare le terre. Quando nel
nord ovest del paese l’industria riiniziò ad andare bene abbandonarono le terre per andare
nell’industria.

DAL 51 AL 52 FINO AGLI ANNI 70: ANNI DEL MIRACOLO ECONOMICO.

Miracolo che toccò le regioni del nord ovest del triangolo industriale. Cause:

- Dopo la guerra grazie al Piano Marshall ci fu una generale ripresa del commercio internazionale.
L’Italia aveva aderito ad un’opzione di rimanere all’interno del mondo occidentale e quindi di
entrare attraverso la Nato e il trattato di Parigi relativo alla nascita della CECA, questa opzione
fatta dai partiti centristi di aderire al blocco centrale , opzione che faceva capo al partito socialista
che volevano un legame con i paesi dell’Europa orientale che facevano capo all’Unione sovietica
e avevano dato vita ad un mercato comune detto Comecon (controparte dell’apertura
economica che avveniva con il Trattato atlantico). Con successo del governo di centro l’Italia si
inserì appieno nel blocco occidentale. Nel dopo guerra si creò clima favorevole all’apertura dei
mercati, inizi anni 30 per reagire alla crisi ogni paese aveva introdotto barriere doganali ridotte
poi nel secondo dopo guerra.
- In Italia esisteva struttura industriale rilevante che faceva capo all’Iri, e alcuni settori dell’Iri erano
stati rimodernizzati già durante il fascismo e nell’immediato dopoguerra. Uno dei settori
rimodernizzati era stato il siderurgico ed accorpato alla Finsider. Già prima della guerra i dirigenti
della Finsider (che facevano capo ad Alberto Sinigallia) avevano redatto un piano dell’intero
settore e per opera di un altro dirigine Agostino Rocca il settore era stato riorganizzato e divenuto
in grado di fornire ghisa e altri materiali ad imprese.
- Molte erano state le imprese idroelettriche finite all’interno dell’Iri: la più importante Sip (società
idroelettrica Piemonte), poi sempre nell’Iri vi era la Sade (società anonima di elettricità). L’Iri
attraverso una nuova finanziare costituita per la FinElettrica era in grado di pilotare fornitura di
energia elettrica vs imprese più bisogna. Fu costituita l’ENI per fornire idrocarburi. L’iri si poneva
al servizio attraverso la fornitura di acciaio ed energia. L’iri era così un grosso raggruppamento.

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Si lanciò poi nella creazione di infrastrutture con la costituzione delle autostrade con società
Autostrade. Altra realizzazione dell’Iri è stata la realizzazione del traforo del Monte Bianco
lanciato nel 1963-1964 da Dino Lora Totino, al quale l’Iri fornì finanziamenti. Fu anche realizzato
il traforo del gran San Bernardo sempre in quegli anni. Se le imprese dell’Iri operavano nella
fornitura di prodotti intermedi, infrastrutture, tutto ciò servì alle principali imprese del nord del
Paese che avevano beneficiato del piano Marshall. Ricordiamo la Ernesto Breda, la Fiat, la
Olivetti. Le principali imprese privati poterono godere delle materie prime ed intermedie
provenienti dall’iri ed aiuti dal piano Marshall. Così le imprese riuscirono ad entrare sul mercato
globale.
- Disponibilità di forza lavoro a basso costo del nostro paese, dapprima proveniente dalle aree
collinari del triangolo industriale e poi dal sud. Torino nel 1951 aveva 700 mila abitanti. Nel 1967
ne aveva 1 milione e 120 che proveniva gran parte del sud e fu detta la terza città con abitanti
del sud.

TERZO BALZO TECNOLOGICO

Le imprese riuscirono ad inserirsi nel 3 balzo tecnologico che si stava manifestando in quel momento.

- Innovazioni tecnologiche che ebbero tra la Seconda guerra mondiale e ventenni successivi
godettero di un 3 balzo tecnologico. Primo balzo nel 700, il secondo tra 800 e nacque
prevalentemente in Germania e Usa e questo terzo balzo che nasce soprattutto in Usa ma non
solo, per effetto delle ricerche che si effettuarono nella Seconda guerra mondiale. Un classico
settore del periodo fu l’elettronica che nacque durante la guerra per ad esempio individuare arei
nemici, sommergibili e radar e fu inventato il sonar per favorire comunicazioni via radio. Uno
strumento su cui la ricerca soprattutto in Usa i quai dedicarono più risorse fu quella
dell’elettronica che portarono alla realizzazione di piccoli calcolatori, il primo realizzato
nell’Università di Pennsylvania nel 1946 che prese il nome di eniac, primo calcolatore moderno
all’ora di grandi dimensioni. Mentre negli Usa altre società perseguivano come la Univac, IBM
anche in Italia non fummo da meno con Olivetti che varò 10 anni dopo l’Elea 9000. Notevoli
innovazioni nel campo della telecomunicazione: 1956 fu varata tv in Italia e della telefonia
- Altro settore fu quello delle fibre sintetiche. Nel secondo balzo tecnologico avevamo parlato dio
fibre artificiale facendo il caso della viscosa. In questo caso con fibre sintetiche derivano dalla
lavorazione del petrolio e suoi derivati provenienti dai poliesteri e micra (fibra sintetica ma
elasticizzata)
- Scoperta del PVC per opera di Giulio Natta che inventò il PVC agli studi di ricerca di Montecatini.
- Balzo dell’energia nucleare a fini civili. A partire anni 70 negli Usa si svilupparono progetti di
ricerca che portò a fine anni 60 alla costruzione delle prime centrali nucleari
- Settore aerospaziale, realizzazione iniziative aerospaziale la prima per mano dell’unione sovietica
che lanciò lo Sputnik, primo satellite artificiale. Nel 69 USA mandarono Apollo 11 vettore
mandato sulla luna.

Innovazione che ebbero ricaduta suole nostre imprese e nei settori con media tecnologia e a basso costo del
lavoro che permisero alle produzioni di essere in parte smerciate: settore elettrodomestici, industria
automobilistica ecce cc che si localizzavano nel triangolo industriale con qualche sconfinamento in Emilia e
Veneto. Nel 1970-1971 L’Italia rappresenta uno tra i paesi più industrializzati al mondo.

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FINE DEL PERIODO D’ORO

Questo periodo d’oro dell’Italia ebbe un rallentamento significativo a partire anni 70 perché la forza lavoro
che aveva salari molto bassi andò acquistando consapevolezza dei diritti e quando nel 67-68 ci furono i innovi
contrattuali dei settori meccanico, siderurgico ci fu una spinta sindacale per portare richieste salari più elevati
e richieste per avere migliori condizioni di vita. Nelle grandi città del nord vi era una concentrazione elevata
delle famiglie e le condizioni di vita erano molto pesanti, i servizi pubblici non erano cresciuto nello stesso
modo della popolazione, le scuole erano insufficienti. Dopo scontri si arrivò ad una soluzione di tipo sindacale
che scaricarono sulle imprese costi salariali. Documenti dei lavoratori: regole a cui i lavoratori si dovevano
attenere: l’azienda doveva su richiesta far partecipare all’operaio 150 ore di libertà per corsi che i corsi erano
a carico del governo. Alla fine, si trovò accordo ragionevole. 1975 in seguito ad una guerra che durò qualche
anno, tra israeliani e paesi arabi si assistette alla chiusura del canale di Suez effettuato dagli Egiziani. Aumento
energia che scaricarono sulle imprese industriali. Altro effetto che ebbe impatto, fino alla grande crisi era in
vigore il Gold Standard(20 min) le valute erano tra loro agganciate tra loro e manteneva stabilità rapporti di
cambio, nel 29 fu balzato questo sistema quando Usa si fecero promotori del Bretton Woods la lira sterlina
che era riferimento vene trasferito al dollaro valuta vincente dopo la seconda guerra mondiale quindi il
dollaro era convertibile in oro. L’Italia stabilì un rapporto di 626 lire per 1 dollaro. Questo nuovo sistema
derivante da accordi di Bretton Woods garantì stabilità dei cambi e favorì una ripresa del commercio. Gli USA
negli anni 50 e 60 nel quadro di difesa dei propri interessi entrarono i guerra prima con la Cina e la Corea
Nord, poi di nuovo con la Cina e il Vietnam del nord per difendere possedimenti in Vietnam sud. Nel 1970
Usa non furono più in grado di difendere la stabilità del dollaro con l’oro. 15 agosto del 1970 Nilsson dichiarò
l’inconvertibilità del dollaro-oro e segnando la fine del Bretton Woods. Ci furono tentativi di ricostituirli senza
successo creando instabilità nel commercio internazionale. In Italia agli inizi anni 50 aveva dato vita al
trattato della CECA in base alla quale i paesi più ricchi di carbone ed acciaio vendevano senza dazi doganali
all’Italia carbone ed acciaio e l’Italia vendeva senza dazi doganali i prodotti più ricercati nei paesi del nord.
Dall’accordo CECA nel 1957 nasce il mercato comune europeo che vedeva sempre questi 6 paesi coalizzati e
favoriva questo scambio di merci eliminando via via i dazi e si favoriva anche la movimentazione dei lavoratori
tra un pese e l’altro. L’Italia ne fu avvantaggiata perché aveva un’eccedenza di lavoratori e anche
Lussemburgo e Belgio che avevano tante miniere di acciaio e pochi lavoratori. Nel 70-72 quando si venne a
creare sparpagliamenti dei paesi i sei paesi europei seppero trovare soluzione di stabilità dei rapporti
monetari e diedero vita al serpente monetario (29). Dando origine al sistema economica monetaria. Altro
motivo di difficoltà del nostro paese fu la rottura degli accordi di Bretton Woods e adesione del serpente
monetario che però poi ne uscì e poi rientrò. Negli anni 70 grande difficoltà: prima soluzione di sopravvivenza
fu quella di cercare di redistribuire sul territorio italiano gli stabilimenti che erano concentrati, processo di
redistribuzione. Processo di delocalizzazione prese la via di Veneto e Emilia-Romagna imprese Milanesi,
quelle piemontesi andarono nel cuneese e astigiano nacque così il modello della terza Italia: decentramento
dal triangolo industriale. Ciò portò ad una riduzione del conflitto sindacale e ad una minore congestione delle
grandi città del nord. E avviò un modello di industrializzazione tipico anni 80 e 90.

Altra linea seguita fu quella di lanciare un processo di riorganizzazione interna delle imprese, a Torino era
stata fondata la prima scuola di organizzazione aziendale Ipsoa realizzata dall’Olivetti e Fiat. Anni 70 e inizio
anni 80 vennero inviati molti laureati negli Usa a formarsi in queste scuole di Management e diedero vita a
reparti di organizzazioni aziendali che puntarono molto su attività di organizzazioni. Iniziative (il
decentramento territoriale e riorganizzazione interna delle imprese) e così approfittando di un processo
inflattivo che si stava realizzando a livello mondiale in ita fu lanciato il processo di inflazione che toccò il paese
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dal 78 fino all’85 che certi anni toccò il 20% di inflazione, che permise alle imprese di recuperare margini di
produzione e ridiventare competitive sui mercati internazionali. Fine fasi di crisi. A partire 85 si assistette ad
una generale ripresa internazionale che portò ad una nuova fase di sviluppo abbastanza travagliata ma che
permise all’Italia di riprendersi.

25/03/2021

Situazione difficile in Italia che ebbe effetti anche sui salari. Fu messo a punto tra sindacati e Confindustria la
cassa integrazione: meccanismo grazie al quale i salari venivano rivalutati di circa l’80% della perdita che
subivano ogni sei mesi. Scala mobile varata intorno al 75-76 da Confindustria, Gianni Agnelli presidente che
insieme alle tre confederazioni sindacali varò questo meccanismo che assicurava l’80% del valore dei salari.
Inflazione che divenne rilevante che non avrebbe assunto in un caso nel passato dove non era possibile
garantire i lavoratori con questo meccanismo. Quando inflazione andò a stabilizzarsi, attorno all’84-85, ci fu
una nuova negoziazione tra Confindustria e i sindacati operai in base al quale il meccanismo della scala mobile
fu rivisto e ciò garantiva solo il 30-40 dei salari. Chi negoziò questa revisione di questa scala mobile fu il
presidente dell’Indesit, Vittorio Merloni, industriale marchigiano molto noto che godeva di grande prestigio.
Da allora il meccanismo della scala mobile è stato inserito nei contratti. 1983-1984 la crisi anni 70 andò
spegnendosi e ci fu una generale ripresa che partì soprattutto dagli USA, in USA era salito alla presidenza
nell81 Regan e aveva avviato una politica di tipo neoliberista. Il secondo dopo guerra era stato caratterizzato
da politiche economiche con impostazione Keynesiana. Keynes era giunto alla conclusione che la crisi del 29
aveva una base strutturale legata ala natura del capitalismo, il quale era un sistema che tendeva nel tempo
a mantenere bassa la domanda aggregata rispetto all’offerta aggregata. Tutti i sistemi economici funzionano
quando vi è una tendenza regolare a mantenere in equilibrio la domanda aggregata con l’offerta aggregata.
Keynes sostenne che i sistemi capitalistici che avevano questa tendenza allo schiacciamento della domanda
aggregata. Idea non nuova che era sostenuta anche da Jean Baptiste Say e inserita anche da Karl Marx.
Passata la seconda guerra mondiale la teoria Keynesiana si diffuse con un grande sviluppo negli anni 60 e 70
andando ad ingripparsi negli anni 70 perché questo sostegno della domanda aggregata che avveniva
attraverso sostegno della spesa pubblica aveva fatto si che gli stati occidentali avessero sviluppato dei deficit
di bilancio e debiti pubblici molto elevati che avevano messo in crisi per gli USA il modello di Bretton Woods
che dava stabilità ai rapporti di cambio di tutti i paesi occidentali. Era nata negli anni 70 del pensiero
keynesiano che era sfociata nel monetarismo che aveva il suo centro di elaborazione nella università di
Chicago con massimo esponente Milton Friedmann. 1981 sale al potere Regan, lui e il suo governo
adottarono le politiche di Friedman. Teorie che davano molto peso all’offerta aggregata, altra componente
dell’equilibrio macroeconomico, era centrale il rilancio dell’offerta complessiva perché solo in questo modo
si poteva superare la crisi anni 70 e rilanciare modello di crescita del capitalismo occidentale. Due punti erano
essenziali:

- ritoccando meccanismo progressivo imposte faceva si che le aliquote più alte venissero abbassate in modo
da far si che i ceti più ricchi potessero avere dei risparmi maggiori e reinvestirli nel rilancio dell’economia.

- siccome con il 1971 si era chiusa esperienza di Bretton Woods non vi erano più nei singoli paesi quei vincoli
di emissione di moneta legati alle riserve auree che ogni paese possedeva. Ogni paese così a suo piacimento,
tenendo conto dei vincoli posti dagli altri paesi, emettere liquidità. A partire dagli USA, che rappresentavano
una funzione di leadership nel mondo occidentale, gli usa, la federal reserve iniziò ad emettere carta moneta
senza più rispettare i vincoli di equilibrio con le riserve auree depositati nei suoi forzieri o di altre banche
federali.

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Questo sviluppo nuovo di tipo neoliberista, di tipo reaganiano fu finanziato prevalentemente con emissione
di nuova carta moneta e con i risparmi che effettuavano le classi piu agiate che versavano meno imposte e
avevano maggiori risparmi. In questa teoria vi era una parte di verità, tanto è vero che nella seconda metà
anni 80 si assiste ad una generale ripresa del ciclo economico dapprima in Usa e poi arriva in Italia. Dal 1983-
1988/89 il nostro paese al pari del mondo occidentale godette di una nuova ripresa che mise in tranquillità il
mondo imprenditoriale. Si era trovato un nuovo modo di rilanciare l’economia. Tutto ciò portò ad un
cambiamento di mentalità: l’Italia si trovava con un’economia mista cioè per metà (48-53%) era di proprietà
pubblica in quanto era fondata sulla proprietà dell’Iri, dell’Eni e poi nel 63 con la nazionalizzazione
dell’energia elettrica anche essa diventa parte dell’ente pubblico Enel. Più di metà industria era pubblica e
una parte rilevante era pubblico, costituito dalle ex banche miste ma anche dalle casse di risparmio che
costituivano rete di risparmio del paese di proprietà comunale, provinciale ma le nomine dei presidenti erano
in mano ai ministeri. Questo sistema aveva dato vita ad economia mista dove 3/4banche era di proprietà
pubblica. Nel mondo privato vi era un grande colosso Fiat che controllava circa il 25% delle imprese
industriali. Economia a metà strada tra economie occidentali (americana, francese) e etica quella cinese dove
gran parte dell’industria era in mano pubblica. Negli anni 80 dove si assiste alla nascita di questa economia
neoliberista emerge l’idea ampiamente sostenuta dai monetaristi che bisognasse privatizzare gran parte
proprietà pubbliche così inizio fase di privatizzazione di imprese e banche. La prima impresa privatizzata è
alfa romeo parte del gruppo Iri che nell’87 fu venduta a Fiat. Inizio la vendita di gran parte delle attività
industriali pubbliche. Nel nostro paese c’era una classe imprenditoriale residuale 25% che aveva una certa
disponibilità di capitali ma non tante e capacità ma non troppo sviluppate. Questa categoria acquisì via via
imprese pubbliche talvolta a prezzi equi, talvolta a prezzi bassi. Moda della privatizzazione, iri si sbarazzò
delle sue proprietà, fino a mettersi in liquidazione nel 2002. Vendita di molte società pubbliche come società
Autostrade che possedeva 90% delle autostrade italiane (autostrada del sole, adriatica, tirrenica). Società
venduta al gruppo Benetton, gruppo che proveniva dal settore tessile e fece questo acquisto in parte con
capitale proprio in parte con capitale bancario. Furono vendute molte quote di idrocarburi Enel e Eni, siccome
si consideravano in settori strategici, le quote non raggiunsero mai la maggioranza delle proprietà. Ancora
oggi è così. Come s decise di non vendere le ferrovie dello stato perché anch’esse considerate strategiche.
Non furono vendute le infrastrutture ma fu permesso ad aziende private di affittare i binari quale Trenitalia
di società pubblica. Italo, società del gruppo Montezemolo. Liberalizzazione del sistema bancario, grazie ad
una spinta di una direttiva europea che imponeva il cambiamento delle strutture delle banche. Noi avevamo
la struttura sancita dalla riforma di Beneluce del 36 in base alla quale le banche che operavano nel paese
erano banche commerciale che operavano nel breve termine. Esistevano solo alcune banche pubbliche come
l’Imi e altre che operavano nel lungo termine però finanziate dal governo e si finanziavano sul mercato
attraverso meccanismo di emissioni e in una situazione di crisi sarebbero sopravvissute.

Negli anni 80 emerge a livello europeo che questo sistema diffuso in Italia e Inghilterra ecc fosse un sistema
che rallentasse sviluppo e che bisognasse tornare alle banche miste dette universali o gruppi di banche
universali i quali potevano esercitare in contemporanea attività di raccolta a breve e attività di impiego sia a
breve che lungo termine. Nel 1990, vi fu la riforma Amato Carli, Amato presidente del consiglio e Guido Carli
governatore banca di Italia. Questi due designarono la riforma che portò ad una ridefinizione del sistem
bancario italiano rispetto a quello designato nel 36. Riforma che toccò gran parte delle banche del paese che
erano pubbliche e le categorie delle casse di risparmio e degli istituti di credito di diritto pubblico, due
categorie bancarie che avevano sostenuto l’economia italiana dal 36 al 90.

La riforma amato/carli stabilì che nel giro di un paio di anni le banche dovevano scindersi in due parti: una
parte che era costituita dalle fondazioni bancarie diventava proprietaria delle banche mentre le banche

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diventavano autonome controllate da queste fondazioni bancaria. Scissione tra proprietà delle banche che
rimase in mano alle fondazione bancarie e le banche stesse che esercitavano il credito sotto la proprietà di
queste fondazioni. Esempio: Cassa di risparmio di Torino, 1991, si scisse in due parti, una parte fondazione
Crt la quale assunse proprietà totale delle azioni della banca la quale si trasformo in Spa e assunse tutta la
gestione creditizia. Quindi abbiamo fondazione Crt e la banca Crt. Nel 2002 nacque nuova entità Unicredit
nella quale erano confluite buona parte azioni di proprietà della banca Crt, della cassa di risparmio di Verona
e del credito Italiano. Operazione analoghe avvennero per altre banche istituo bancario san paolo di torino
che si diffuso con al cassa di risparmio delle province di Milano e altre piccole banche lombarde. Nel giro di
qualche anno si assistette alla formazione di grandi gruppi bancari e divennero l’ossatura del nuovo sistema
bancario del paese: il gruppo intesa San Paolo, Unicredit. Due gruppi principali a cui si accodarono Ubibanca
alla quale avevano aderito la cassa di risparmio di Cuneo e una banca lombarda, si aggregarono anche banca
popolari banca popolare di Novare piemontese e banca popolare milanese. Ubibanca è stata acquisita da
Intesa recentemente. Tutto ciò voluto dalla riforma amato carli perché si credeva fosse importante avere un
buon sistema forte. Dalla fine anni 80 ai 2005-2006-2007 non eravamo più economia mista ma neoliberista
con alcuni punti di forza ma molti di debolezza, non si era creata una classe abbastanza forte. Economia
liberista nella quale si formava sempre una maggior liquidità perché’ i principi liberisti favorivano liquidità.
Una parte andò nell’industria una parte andò ad incrementare crescita speculativa finanziaria. 2007 crisi dei
subprime: banche americane non riuscivano a collocare l’enorme quantità di liquidità. Lehman Brothers fallì,
governo americano capì che se non fosse intervenuto a salvare sistema bancario c’era il rischio che il sistema
finanziario bancario andasse in crisi. Negli anni successivi 2007 in America, 2008 in Italia quando arrivo crisi,
i governi hanno posto dei vincoli all’attività speculativa bancaria. Sono dovuti anche intervenire non
direttamente la banca centrale europea e federal reserve i sistemi economici occidentali attraverso
meccanismo di quantitive easing di iniettamento liquidità di sistema fatti dalle banche centrali. Tutto ciò ha
fatto si che la massa di liquidità che circola a livello occidentale è aumentata adi molto rispetto al passato.
nel 2015 massa di liquidità è paria 9 volte del PIL di liquidità di tutti i paesi. Liquidità che nei prossimi anni
andrà sotto controllo.

Modello di industrializzazione di Russia e Cina hanno seguito un modello diverso rispetto al modello
occidentale. Modello statalistico di tipo comunista. Paesi che sono riusciti ad industrializzarsi con risultatiti
abbastanza bene. Soprattutto Cina che negli ultimi 30 anni ha avuto crescita economica abnorme.

LA RUSSIA

Fine 800 inizio 900 paese arretratissimo in cui era ancora in vigore l’organizzazione feudale dell’economia.
Gran parte proprietà fondiaria era in mano ai grandi proprietari terrieri, e contadini in condizione di servitù
della gleba: concezione medievale. La Russia entrò nella prima guerra mondiale in quanto la <Russia era
alleata alla Francia, all’Inghilterra e quando ci fu l’omicidio di Sarajevo dell’Arciduca Ferdinando Giuseppe, e
la Serbia dichiaro guerra all’Austria Ungheria, la Serbia era alleata alla Russia, Francia e Inghilterra vs Austria
Ungheria e Germania. Ingresso in guerra maggio del 15. Esercito Russo non preparato e subì svariate
sconfitte. Marzo 1917 scoppiò rivoluzione prevalentemente borghese che faceva capo partiti collocati centro
desto il cui esponente più in vista era Kerenski. Emarginazione dello Zar sia dal comando dell’esercito sia dalla
direzione dello stato però non ebbe la forza di far cessare la guerra e nell’ottobre del 17 ci fu colpo di stato
portato avanti dall’ala più radicale del partito comunista con a capo Lenin che fece arrestare e deportare lo
Zar. Qualche mese dopo Lenin iniziò una serie di operazione che lo portarono a nazionalizzare le banche, le
imprese, le imprese straniere che operavano in Russia e statalizzare la proprietà terriera mantenendo in vita
la proprietà contadina e l’artigianato, creando degli ammassi obbligatori in cui tutti i contadini sia piccoli che
grandi proprietari erano obbligati a consegnare. Nel 1921: riforma di politica economica più organica ed
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attenta alle piccole realtà NEP ovvero nuova politica economica, aprendo accanto al discorso degli ammassi
un’area di mercato libera in cui prodotti agricoli ed artigianali potevano circolare, solo in questo modo si
poteva evitare evasione fiscale che andava a formare il mercato nero. Lenin morì nel 1923 e gli succedette
Stalin il quale fece retromarcia e collettivizzò tutte le piccole attività che Lenin aveva reso libere ed
indipendenti. Si arrivò ad un sistema completamente statalizzato con inefficienze rilevanti. Stalin decise che
per sviluppare industria che in Russia era scarsamente diffusa decise di attuare un piano di lungo termine per
rafforzare: piani quinquennali stabilivano che doveva essere sviluppata la siderurgia e industria pesante a
discapito dell’area alimentare e tessile e penalizzando molto agricoltura la quale doveva produrre grande
quantità di prodotti con pochi benefici che venivano trasferiti all’industria pesante. Modello alimentato dal
fatto che si pensava che prima o poi in Europa sarebbe scoppiata una altra guerra e quindi la Russia con le
armi doveva essere in grado di difendersi. Per opera dei tedeschi, del nazismo scoppiò guerra tra Germania
e Russia, nel 39 Germania occupano Polonia, e si suddividono la polonia, la parte occidentale ai tedeschi e
orientale a Russia. Nel giugno 41 inizia operazione Barbarossa invasione delle truppe tedesche della Russia.
Seconda metà 41-42 fu vincente per tedeschi perché avevano grane mobilità sulla terra grazie ai mezzi ma
questa capacità di penetrazione li portò fino a Stalingrado, raggiungendo il fiume Volta e il Caucaso (parte
meridionale Russia). Obiettivo tedeschi era di impadronirsi pozzi petroliferi del mar caspio. Mosca era stata
quasi raggiunta ma non ancora occupata, attorno a Stalingrado armata russa che bloccò tedeschi. Era
inverno, difficoltà rifornimenti, tedeschi non riuscirono ad andare oltre e dovettero arrendersi. Conclusione
campagna di Russia, maggio 45 in cui i Russi occuparono Berlino. Vittoria russa fu determinata
dall’armamento dei piani quinquennali, ma grazie all’aiuto determinate dei mezzi aerei e militari da parte
degli americani. Dopoguerra, in cui continua modello dei piani quinquennali fino al 1957 quando si capì che
l’occidente si era evoluto molto sul piano industriale e aveva lanciato un piano consumistico a seguito della
crisi del 29 e la Russia era rimasta arretrata sotto questo punto di vista. Viene lanciato un piano quinquennale
attento alla produzione dei beni di consumo. Meccanismo di pianificazione gran parte sostitutivo del mercato
che determinava la creazione di una classe burocratica che controllava tecnicamente la pianificazione e lo
scambio pianificato delle mercai tra imprese mercato e consumatori che stava divorando questa classe detta
poi nomenklatura che stava paralizzando con le sue posizioni di monopolio e di sottrazione dei beni che
venivano trasferiti a suo vantaggio, stava determinato il blocco del sistema di pianificazione. Tentativi di
riforma fino anni 70 e inizio anni 80, grande riforma nell’economia Gorbaciov, ma nonostante ciò il sistema
andò ad incancrenirsi da un punto di vista economico e politico che portò al crollo del governo e
all’abbandono del controllo militare dei paesi che erano stati conquistati durante la seconda guerra
mondiale, e crollo muro di Berlino che portò alla classe dirigente di spostarsi vero un’economia di tipo
capitalistico occidentale cioè ad aprire nuovamente gli scambi al mercato. A 72 anni dalla rivoluzione (del
1917) il sistema economico e politico che era stato realizzato in Russia crollò, portò alla nascita di un sistema
nuovo, attualmente in vigore simile a quello capitalistico.

LA CINA

Paese che è emerso nella sua potenza solo negli ultimi 50 anni. Cina è stata grande impero attorno al 1400,
poi nonostante grandi difese quali muraglia cinese subì le invasioni barbariche (dei mongoli) e tutto questo
impero crollò e da allora la Cina divenne paese prevalentemente agricolo con basso livello di reddito. Italia
incontra Cina nel 900 quando nel 1937 il Giappone che era diventata una potenza di tipo nazionalistico molto
vicino a Germania ed Italia, occupò una parte rilevante della Cina per materie prime. Dal 37 al 45 i Giapponesi
occuparono vaste aree della Cina suscitando guerra di liberazione condotta da: comunisti che facevano capo
a Mao Tsze Dong e nazionalisti legati più alla borghesia. Nel 45 riuscirono a cacciare i Giapponesi e appena
conclusa questa azione di liberazione scoppiò guerra civile interna che durò 4 anni e nel 49 si concluse con

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cacciata dei nazionalisti i quali abbandonarono il continente e si rifugiarono sull’isola di Formosa. Preso il
potere, il partito comunista si muove in una prima fase in modo diverso da come si erano mossi i comunisti
russi per opera di Mao il quale aveva osservato evoluzione del comunismo russo e pensava che sviluppo
società dovesse fonarsi sulla crescita contadina e puntare sull’autosufficienza del mondo contadino e solo
dopo puntare sull’industria quando nelle campagne si fossero risolti i problemi della salute, cibo ed
istruzione. Anni 60 e 70 la Cina si mosse in una direzione di valorizzazione della vita contadina. Quando morì,
la sua linea mutò radicalmente per opera di Deng Xiao Ping, il quale era convinto che lo sviluppo del paese
potesse avvenire riducendo la povertà ma anche valorizzazione dell’industrializzazione e tecnologia.
Rendendosi conto dell’arretratezza della Cina e dell’Unione sovietica Ping aprì la Cina all’ingresso di
imprenditori occidentali affinché portassero capitali e tecnologia dall’occidente. Modello che va avanti negli
anni 80, fino a quando Hu Jin Tao il quale avendo studiato in occidente era convinto delle potenzialità della
Cina ma che bisognasse aprire il paese e farlo uscire dalla nomenklatura che aveva avvolto economia cinese.
Lanciò modello dell’economia socialista di mercato fondato sulla presenza di imprese pubbliche, private, e
valorizzò le imprese collettive la cui proprietà erano presenti: stato, privati e regioni amministrative. Formula
vincente e dal 1993 fino al 2015, il PIL cinese è cresciuto costantemente ad un ritmo del 10-12% l’anno. Ritmo
particolare quasi mai realizzato in occidente. Fase di maggior sviluppo e di lunga durata che ha avuto un
paese nel corso della sua industrializzazione. Xi Jin Ping, attuale presidente ha continuato su questa linea
dell’economia socialista di mercato favorita dalla globalizzazione degli anni del neoliberismo, molte imprese
occidentali, americane soprattutto, si trasferirono andando a costituire un tessuto di imprese rilevante
portando benessere alla Cina. Ad oggi, meccanismo che sta entrando in difficoltà anche grazie alla pandemia
e si sta assistendo ad operazioni di rientro di reshoring, e stanno portando in alcuni casi al ritorno in occidente
un po’ per difficoltà pandemia un po’ per le condizioni di accoglienza ormai cambiate da parte dalla Cina.

FINE STORIA DEL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE DEI PAESI.

08/04/2021

PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE PER TEMI (capitolo 4 Toninelli)

TEMA RELATIVO ALLA DEMOGRAFIA

Nel corso degli ultimi 250 anni la popolazione è cresciuta in maniera esponenziale. Allegra dice: a fine 700 la
popolazione era composta da 1 miliardo di individui. 900 era 2 miliardi. Nel 2000 7 miliardi. Ad oggi abbiamo
superato i 7 miliardi e mezzo. Oggi l’Onu sta rivedendo in modo drastico l’aumento della popolazione
mondiale. Negli ultimi 15-20 anni è cambiato quadro generale dei problemi:

- Da un lato percezione della popolazione non sostenibile


- Discorso pandemia sta portando ad un ridisegno dell’ubicazione della popolazione. Prima si
pensava che le grandi città avrebbero permesso di assorbire maggior numero di persone, ad oggi
si nota come sta cambiando l’ubicazione della popolazione. Grandi città crescono sempre meno
e vi è una tendenza ad una redistribuzione del territorio e un ritorno alle campagne.

Inghilterra: alla fine del 400 era abitata da 4 milioni di abitanti dediti all’allevamento di pecore, produzione
lana grezza e coltivazione dei cereali. L’Inghilterra si inserisce sull’oceano Atlantico e a metà 700 con
rivoluzione industriale la popolazione è aumentata a 6 milioni. Nel 1851 quando fu fatto censimento la
popolazione era cresciuta a 18 milioni. Processo di industrializzazione favorisce crescita popolazione.

Fattori che prima rivoluzione industriale facevano sì che la popolazione crescesse poco:

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- Pandemie
- Carestie che erano prodotte da fattori di tipo naturale quali inondazioni, incendi, richiamo al
mondo biblico, diffondersi di sciami di insetti che divorano coltivazioni, guerre
- Bassa produttività derivante dall’agricoltura: problema fondamentale delle comunità

Con i cambiamenti che precedono rivoluzione industriale, l’agricoltura inizia ad avere maggiore produttività:
incominciano a costruirsi degli aratri con componenti in metallo, fino ad arrivare all’aratro di Rotterdam
completamente in metallo, accorpamento terree da parte di farmers per avere terre di maggiore dimensione,
migliore rotazione in agricoltura e corso metà 800 inizia a diffondersi concimazione chimica che porta un
aumento della produttività quasi verticale. Si rompe processo millenario che aveva mantenuto bassa la
produttività.

Reverendo Thomas Malthus, gestendo registri parrocchiali rivelò come la popolazione iniziò a crescere in
maniere significativa. Sviluppò le sue riflessioni nei primi anni 800 quando agricoltura si stava trasformando.

Da un lato si ebbe permanenza di individui nelle campagne ma dall’altro fuga perché nelle campagne non vi
erano beni da consumare per tutti.

Anche in Italia facendo un salto di paese nel momento in cui si cominciarono ad avere trasformazioni di
agricoltura e processo industriale si ebbe incremento della popolazione. All’unità ne 1861 era di 26 milioni,
dal 61 al 1920 nel periodo dell’Italia liberale, la popolazione aumento di 15 milioni di abitanti con incremento
di 260 mila abitanti per anno. Anche in Italia le risorse naturali non erano sufficienti per la popolazione e si
ebbe una emigrazione notevole, emigrati dal 61 al 1920 circa 5 milioni di abitanti, che andarono a popolare
stati del sud America e l’America settentrionale. Con l’avvento del fascismo ci fu blocco dell’emigrazione che
riprese successivamente in Eritrea ed Etiopia. Nel periodo boom economico, fuga popolazione verso Francia,
Belgio ed Olanda, dove in quegli anni grazie alla CECA siglavano accordi per trasferimento di lavoratori italiani
per miniere di ferro e carbone.

Fenomeni analoghi si ebbero anche in altri paesi. Germania decollo industriale nella seconda metà 800 che
dette vita flusso rilevante di emigranti verso America settentrionale.

APPROFONDIMENTO SUL TEMA EPIDEMIE:

gli storici economici l’hanno studiato perché studiando storia popolazione si sono resi conto che in passato
erano successi fenomeni rilevanti che hanno portato alla morte di numero rilevante di abitanti. Peso delle
pandemie nell’ultimo millennio.

Sui millenni precedenti, l’antichità, ricordiamo due casi rilevanti:

- Attorno al 400 A.C guerra rilevante tra Atene e Sparta, guerra che si concluse nel 404 ac con la
sconfitta di Atene e l’occupazione di Sparta, ebbe a fianco di sparta la peste che colpì duramente
Atene
- Pestilenza che toccò l’impero romando d’oriente che città principale era Costantinopoli, nel 500.
Storico Procopio da Cesareo che narra questa pestilenza l’impero romando d’’oriente. Nel 541
fu toccata da grande pestilenza che portò a morte imperatore Giustiniano, imperatore di grandi
vedute che non riuscì a fermare la pestilenza, la quali si diffuse in tutto il mediterraneo. Morirono
10 milioni di persone.

Entrando nel medioevo:


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- Conclusione delle crociate, fine 1200. Crociate che furono 8, partirono metà 1100 pe concludersi
negli ultimi anni del 1200. Quando luigi nono di Francia dette vita a due crociate che sbarcano la
prima in Egitto e la seconda in Tunisia. Tutte e due cessarono perché le truppe furono colpite da
tifo e colera, malattie che toccavano apparato digerente.
- Da quel momento iniziò periodo difficile, peste nera che si diffuse in Europa alla metà del 1300.
Portati da mercanti e soldati genovesi che provenivano dal Mar caspio dove Genova aveva
sviluppato colonie. In questa zona finite le crociate i genovesi avevano intrapreso rapporti. Peste
determinata dai batteri presenti dalle pulci dei topi. Peste che partì da Genova e si diffuse
nell’Italia settentrione e poi Europa che durò 10 anni. La peste divenne endemica in Europa. Ogni
5-10- anni emergeva in una data zona, questo per 4 secoli fino alla metà del 700. Quando colpiva
qualche territorio, si isolava al massimo le persone colpite ina ree porte al di fuori delle città
creando i Lazzaretti. E si procedeva alla disinfezione per fermare la peste. Metà 700 ci fu un
miglioramento costruzione delle case, furono creati i primi servizi, fu usata calce per ricoprire
pareti interne delle case, migliorò igiene pubbliche, Torino furono costruite le doire (canali che
finivano nel po e raccoglievano gli scoli delle case). La doira principale era quella da porta susina,
percorrendo via dora grossa e poi via po per andarsi a scolarsi nella zona dove oggi c’è piazza
vittorio Veneto. Miglioramento condizioni di vita nel corso del 700 nonostante guerra di
successione austriaca e successione spagnola ebbe un miglioramento tenore di vita della
popolazione
- Pestilenza di Torino del 98
- Milano del 1630, un milione di morti, che toccò tutta pianura Padana
- Londra nel 1666
- Marsiglia, nel 1720, con 80 mila morti in Provenza, con la quale il fenomeno pestilenziale andò
ad esaurirsi.
- Si imparò nelle campagne a costruire delle abitazioni rialzate per i topi. Popolazioni valser
(alpine), avevano inventato i rascar, costruzioni che si reggevano sui piloni che impedivano ai topi
di entrare nelle abitazioni.

CICLO DEL VAIOLO E DEL COLERA che occupa metà 700 e 800. Per arrivare poi grande pestilenza della
spagnola

Portatore della malattia: i topi. Inizia così la lotta vs topi. Si pensa che l’umanità europea avesse risolto il
problema quando emergono due malattie che provengono dall’oriente. Siamo a metà 700 quando notevole
flusso dall’oriente. Arrivò il colera che portò grandi problemi a livello intestinale e il vaiolo che veniva fuori
attraverso chiazze e pustole che con la rottura portavano a delle emorragie. Relativamente al colera
ricordiamo le grandi epidemie di Vienna del 1830 con 150 mila morti, e nel 1854 Napoli con 10 mila morti,
epidemie portate dall’esterno. Del colera si interessò molto il medico tedesco che viaggiò molto in Europa
per capire l’origine e a Londra scoprì che molte fontane di acqua pubblica, aveva le sorgenti nelle acque reflue
e quindi la base dei batteri era le acque reflue. Con questo lanciò campagna di sanità pubblica, che donò
ridefinizione di acque e permise a questo scienziato Robert Cock di individuare vaccino che poteva essere
iniettato. Fino 800 colera andò estinguendosi. Mentre l’altro virus Vaiolo proveniente dall’oriente fu studiato
da Edoardo Jenner, che nel 1796 individuò vaccino che mise fine al vaiolo.

Nel corso dell’800 tramite igiene pubblica revisione e invenzione vaccini, si andarono a debellare le principali
epidemie, compresa epidemia che colpiva i polmoni eliminata dal vaccino di Pasteur.

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Nel medioevo tutte le difficoltà di vita legate alle carestie, pandemie, bassa produttività avevano mantenute
basso la popolazione. Popolazione europea nell’anno 100 era costituita da 30 milioni, 1400 erano saliti da 65
milioni, 1700 90 milioni, negli anni 2000 510 milioni (popolazione attuale europea).

Elevata mortalità del periodo medievale ed epoca moderna era più facilmente accettata di quanto veniva
oggi perché allora vi era una visione per cui la vita e la morte erano strettamente legati, non vi era separazione
così marcata come oggi. Opera di Dante, espressione significativa tra vicinanza di vita e morte (paradiso,
purgatorio e inferno). Vi era un continuum mentale, questo è visibile non solo nell’opera di dante ma anche
nelle espressioni artistiche nelle aree alpine. Cappella realizzata e dipinta intorno al 1400 da pittore belga
Klemer paese nella val Maira, paese Elva. Qui si vede, come le persone che vivevano per terra avevano uno
scambio continuo con chi abitava nel cielo. Scambio tra angeli, e uomini che salivano verso il cielo, scambio
continuo che rappresentava questa epoca tra vita e morte. O ingresso cimitero situato vicino a Monginevro,
detto settecentesco, prier pour nous, penser a vous.. giansenismo cattolico che nasce nella Francia del 700
che spingeva a questo rigidissimo rigore morale che manteneva rapporto stretto tra presente ed aldilà.

Arrivando alla pandemia, ci si domanda se si è riusciti a pensare ad un modello più equilibrato. Che si
riequilibri la ricchezza, problemi ambientali e legati al consumismo.

PROSSIMA LEZIONE -CAPITOLO QUINTO Toninelli, legato all’energia, le risorse e l’ambiente.

L’energia è stato un fattore che ha profondamente determinato le città. Man mano che la tecnologia, la
riflessione umane ha portato ad individuare nuove forme energetiche ha permesso alla città di crescere e
svilupparsi. Analisi della sequenza di fonti energetiche e per ognuno li analizzeremo.

14/04/2021

L’energia

Nella scorsa lezione abbiamo visto i problemi demografici, relativi alla popolazione.

Altra tematica di grande rilievo tocca il discorso dell’energia e dell’ambiente.

L’energia: fonti con cui si svolge il lavoro con cui si muovono le macchine. Da sempre fattore molto
importante.

Nell’era agricola, l’energia veniva fornita prettamente dall’uomo e con l’addomesticamento degli animali
vengono impiegati muli, asini per il traino degli aratri o per il trasporto delle merci. Traino di mezzi con l’arrivo
della ruota. Nel tempo si fa anche impiego della legna per produrre calore che serve nella vita domestica ma
anche lavorazione dei metalli: rame e bronzo per scaldarli e fonderli occorreva il calore derivante dal
bruciamento della legna.

L’uomo impara poi a sfruttare l’acqua in caduta che con una ruota permette di creare energia. O dove vi era
abbondanza di vento vengono creati i mulini a vento.

Nel mondo preindustriale si fa già uso su larga scala di energia prodotta nei metodi tradizionali descritti che
fanno perno dall’energia umana o animale oppure legate alla natura.

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Sistemi che vengono perfezionati piano a piano, l’idea di fondo rimane la stessa. Fino alla rivoluzione
industriale, quando nel 700 in Inghilterra, grazie alle scoperte in parte già descritte, grazie all’impiego su larga
scala del carbone, risorsa nuova, nasce la macchina a vapore che è uno strumento che utilizzando il carbone
e l’acqua riesce a produrre energia. Grande salto di qualità, l’uomo inventerà via via macchine più
perfezionate per produrre energia staccandosi dall’energia umana e animale.

La macchina a vapore rompe per la prima volta gli schemi creando grandi possibilità. Macchina a vapore fu
inventata quasi sottoforma di giocattolo nel 1775 da Watt e perfezionata dal cognato dove questo prototipo
trovò prima applicazione industriale. Venne ampliata su grande scalata con grande cisterna e caldaia che era
in grado di produrre vapore che fuoriuscendo da un canale muoveva una ruota la quale trasportava energia
alle macchine in fabbriche. Prima applicazione produzione forza matrice delle macchine poste all’interno di
una fabbrica.

Successivamente troverà molte applicazioni: ferrovie, con la costruzione di una locomotiva e poi troverà
applicazione in campo navale (Steam ship)

Macchina a vapore diventa uno degli elementi caratterizzanti della rivoluzione industriale. La macchina a
vapore aveva dei vincoli: legati alla notevole disponibilità di carbone e nacque non a caso in Inghilterra perché
era un paese ricco di carbone. Altrettanto succedeva in Belgio, in Germania e anche in Francia. La Francia era
ricca di carbone nella Lorena e aveva giacimenti a Lione (non come in Inghilterra però). Verso gli anni 60-70
dell’800, nell’ambito del secondo balzo tecnologico, avanzano progetti di ricerca in un campo nuovo: il campo
dell’elettricità. Erano stati fatti molti esperimenti, con risultati molto contenuti, Alessandro Volta diede
importanti contributi. Gramme, studioso belga il quale ebbe intuizione di costruire una prima dinamo:
macchina in grado di produrre piccole quantità di energia. Il lavoro di Gramme fu importante ma di scarsa
ricaduta pratica. Ma chi dette una svolta erano i fratelli Siemens, i quali ripresero Gramme e crearono la
prima grande dinamo o generatore di elettricità. Macchina all’inizio mossa da una ruota perché era rivestita
da rame. Tutto ciò permetteva di illuminare sebbene con luce fioca, i locali e le case. Thomas Edison riesce a
studiare sistema di creazione elettricità analogo ai Siemens.

Da quel momento inizia storia moderna dell’elettricità, dapprima indirizzata verso l’illuminazione, interna ma
anche esterna. Perché le tecniche per illuminare città all’ora erano molo arretrate che si fondavano su lumini
ad olio e gas, e quindi questo indirizzo dell’illuminazione esterna ha subito grande successo. Anche in Italia
appena pochi anni dopo l’invenzione dei Siemens si hanno esperimento:

- 1883 con esperimento di illuminazione della piazza del Duomo a Milano


- poi piazza Castello a Torino
- ma anche ad Aosta.

Nella fase iniziale, l’energia, il movimento della dinamo, era fornita dalle macchine a vapore ma pian piano
su suggerimento di Edison in USA si comincia ad usare energia idraulica (fiumi ed acque in caduta). Questa
forma di energia nuova ottiene grane successo soprattutto nei pesi dove non vi era grande disponibilità di
carbone ma grande disponibilità di acqua (carbone bianco). Noi italiani avevamo una scarsa disponibilità di
carbone, ed erano carboni molto ricchi di zolfo e poco adatti a bruciare all’interno delle caldaie. Così
importavamo carbone da Inghilterra o Spagna settentrionale con costi molto elevati. Quando arrivava a
destinazione era molto costoso. Elettricità ebbe subito un notevole successo, nel giro di pochi anni si creano
delle centrali idroelettriche.

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La prima fu costruita a Crespi d’Adda sul fiume Adda (tra Milano e Bergamo) e questa centrale fu creata nella
parte bassa di questo canyon.

La seconda fu creata a Pont Saint Martin, in Aosta dove si incrociavano acque provenienti da Monte Bianco
con quelle provenienti da valle laterale dal Monte Rosa. Dotata di notevoli potenze e energia fu avviata verso
Torino e Biella, questa energia viene risolvere una grande carenza di forza motrice che solo in parte era stata
coperta dal carbone importata via Genova. Arsenale di Borgo Dora era destinato in origine alla fabbricazione
degli affusti e dei carriaggi, all’opificio. L’arsenale militare di Borgo Dora nel 1854 fu distrutto da una grande
esplosione di polvera nera e poi venne ricostruito nel fine 800 ed oggi è sede del Sermig.

Molte altre centrali vengono costruite in Veneto e dopo annessione del Trentino e Alto Adige molte di queste
centrali vengono edificate anche in quelle due regioni. Grandi società elettrica nata a Torino la SIP che stava
accorpando via via tutte le centrali di produzione, costruì una centrale sul lago di Santa Massenza e riuscì a
portare l’energia addirittura a Torino (più di 480 km).

Fascismo puntò molto sull’energia elettrica, si continuò anche nel secondo dopo guerra anche se
incominciarono ad arrivare in Italia gli stimoli di un nuovo ambito energetico che aveva avuto la sua fortuna
negli USA e in Inghilterra e aveva trovato una sua strada d sviluppo. Il settore petrolifero.

Il settore petrolifero

Mentre in Italia si continuava ancora alla forza motrice legata ai canali, negli USA cominciava a prendere
luogo questo settore, nato quando supero gli Appalachi i coloni erano entrati in Pennsylvania. In Pennsylvania
i coloni trovarono alcuni laghetti che non erano costituiti da acque ma erano dei laghi costituiti da sostanza
sconosciuta detta petrolio. Vi erano falde nel terreno che hanno permesso al petrolio di emergere. Così si
cominciò ad usare il petrolio per finalità prevalentemente di illuminazione. Si capì che il petrolio bruciava e
dava luminescenza buona. Siamo nel 1859. Così questa disponibilità allo stato nativo del petrolio generò
corsa di molti coloni i quali cercano di accaparrassi questi laghetti e alcuni capirono che perforando il terreno
si poteva ottenere in superficie altro petrolio. Corsa anni 60 e 70, meno diffusa rispetto alla corsa dell’oro ma
portò numero rilevante di coloni a costruire dei pozzi. Nacque industria primordiale di estrazione e raccolta
del petrolio che sviluppò subito grande concorrenza fino a quando si decise di creare il consorzio che
calmierasse il prezzo del petrolio. Uno dei promotori che gestiva il consorzio era Rockfeller, il quale dapprima
portò avanti questa sorta di consorzio operativa poi capì che c’erano spazi di vantaggio proprio e cominciò a
comprare dai pionieri dei giacimenti andando a fondare azienda di sua proprietà di dimensioni rilevanti. A
fine 800 Rockfeller diventa principale proprietario dei pozzi della Pennsylvania. Nel frattempo che avveniva
questo processo di concentrazione produttiva e commerciale, stavano avvenendo rivoluzioni importanti con
il petrolio per il funzionamento dei motori. Nel 1886 in Germania viene inventato da Otto il motore a scoppio,
qualche anno più tardi fu invento il motore a nafta da Diesel. Motori collocati da Benz sui tricicli che danno
vita alla prima autovettura che per muoversi usando soprattutto motore a scoppio impiega un combustibile,
la benzina, la quale è un raffinato del petrolio. Così la domanda, prevalentemente orientata sull’illuminazione
trova altra forma di attivazione ovvero il motore.

Domanda di petrolio inizia ad aumentare, Rockefeller diede vita alla Standard oil la più grande azienda
estrattrice, produttrice e distributrice in USA. Siccome è praticamente l’unica che opera in condizione
monopolistiche in USA, le leggi antitrust obbligano Rockefeller a scindere nel 1911 la società a scinderle in
4. Scissione che avverrà nuovamente con l’intento di smantellarla sempre di più. Le vicende in questo settore
assumono dimensione rilevante, è un settore che si presta facilmente alla creazione di monopoli.

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Mentre negli Usa si cerca di contenere monopoli di Rockfeller, a livello mondiale, questi monopolisti
cercheranno di formare un trust che controlli distribuzione del petrolio. Proprio alla soglia della grande crisi
del 29 i principali monopolisti Americani e Inglesi e olandesi si trovarono a Achnachrry nel castello in Scozia
e formeranno un consorzio che controllerà produzione e distribuzione chiamato consorzio delle 7 sorelle che
ha a partire dal 1928 controllerà per una quarantina di anni il petrolio in tutto il mondo occidentale. Le
fortune di queste società saranno grandi anche nel dopo guerra negli anni 50 e alcuni paesi occidentali
promossero nascita di territori petroliferi in quanto erano in grado (35) di traportare petrolio e lavorarlo. In
Italia nacque nel 1953 una società pubblica ENI, la cui presidenza fu affidata a Enrico Mattei (milanese) aveva
dato vita nella Val D’Ossola ad una repubblica partigiana autonoma, gli fu affidato incarico di andare alla
ricerca di fonti petrolifere e di trasportare greggio in patria costruendo raffinerie per raffinarlo. Mattei partì
alla ricerca di queste fonti, andò in Persia e fece contratti con lo Sha di Persia, costruì società apposita la
Snam specializzata di estrazione e tramite canale di Suez portò petrolio al sud. Mattei fu anche in grado di
creare rete distribuita detta Agip. Nel giro di una decina d’anni ENI fu in grado di rimediare a questo grande
ritardo dell’Italia.

Analogo processo avvenne in Francia con società Total che dapprima estrasse petroli in una regione del sud
della Francia dove esistevano alcuni pozzi (non distante da Bordeaux), siccome capacità dei pozzi era ridotta
la Total puntò su colonie francese in Africa.

Dagli anni 50 anche in Europa il settore iniziò ad avere grande sviluppo come in Usa e Inghilterra andando a
scontrarsi con interesse del consorzio delle 7 sorelle al punto che alcune di queste società spinsero mafia a
mettere una bomba sull’aereo dell’ENI portando alla morte Mattei. I successi di Mattei cambiarono in parte
direzione. ENI ridusse la sua capacità di estrazione e puntò su settore chimico, lavorazione del petrolio →
settore petrolchimico, tralasciando settore di estrazione. Vennero create molte centrali termoelettriche che
non usavano più l’acqua in caduta ma usavano carbone o petrolio provenienti dall’esterno.

Il gas naturale

Mentre avvenivano questi processi soprattutto in africa settentrionale e in Russia mentre si svolgevano
ricerche in campo petrolifero si scoprirono strani giacimenti del gas naturale. Si forma con gli stessi
procedimenti del petrolio, solo che assumere forma liquida assume forma gassosa. Iniziò acquisto da parte
dell’Italia dei gas naturali dal nord africa (Libia) e URSS, attraverso la costruzione di gasdotti.

Il nucleare

Comparve all’orizzonte il settore nucleare, nato sulla fine della guerra nel 44-45 con finalità militare con
scopo di costruire bomba atomica che si riuscì a realizzare e fu lanciata nel mese di agosto nel 45 su Hiroshima
e Nagasaki per porre fine alla guerra mondiale che si era conclusa ovunque meno che in Giappone. Bombe
che costrinsero i giapponesi alla resa. Finita la guerra molti scienziati americani ebbero idea che l’atomo così
scatenato con bomba atomica potesse avere impiego in ambito civile. Venne lanciato un grande progetto
Atoms for Piece 1953 con scopo di diffondere conoscenze americane nel mondo occidentale favorendo
ricerca del campo nucleare ad uso civile. Inizio anni 70 cominciarono a nascere prime centrali nucleari a scopo
pacifico per la produzione di energia elettrica. Me vennero costruite molte in USA e paesi europei però dato
che uso dell’atomo e molto delicato, si verificarono grandi incidenti con fuoriuscita di sostante radioattiva. Il
primo a Three Miles Island nel 1979, la più grave avvenne in Russia in particolare in ucraina nel 1986 quando
esplosero due radiatori dalla centrale di Chernobyl. 10 anni fa, ci fu un altro grave incidente a Fukushima in
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Giappone nel 2011, a causa di uno Tsunami, la centrale fu distrutta e produsse grani quantità di sostanze
radioattive che in parte finivano in mare e in parte in laghi artificiali. A seguito di questi grandi incidenti si è
andati verso la chiusura di questa esperienza del nucleare civile. In Italia ne avevamo 4 che erano in
costruzione e che non giunsero mai a termine e furono via via riconvertite a gas naturale.

Oggi si sta puntando su nuovi paradigmi: il solare e mantenendo attive molte centrali idroelettriche.
Riusciamo a produrre il 40% di energia da fonti rinnovabili. Ad oggi, si sta procedendo allo sviluppo della
fusione nucleare

Testimonianza Dott. Martina

Dott. Luca Martina, professore di finanza. Esperto di finance e fixed income. Lavora in banca patrimoni e
gestisce il patrimonio dei clienti.

L’impatto della leva monetaria da una parte e la leva fiscale dall’altra che stanno prendendo piede negli ultimi
mesi anche a causa della recessione flash a causa della pandemia. Mostrare come banche centrali sono state
iperattive negli ultimi anni, ovvero le banche centrali per fronteggiare la grande recessione, abbiano
cominciato ad essere estremamente attive per evitare il sistema si bloccasse, ciò ha portato acquisto di
obbligazioni con tassi di interessi molto bassi. Ulteriore svolta è quella di fare punto su come le cose sia
cambiate a causa del fenomeno tragico dal punto di vista umano e sociale, la pandemia. Ha avuto un effetto
immediato deflagrante sui mercati finanziari. Conseguenze negative sui mercati finanziari comportando una
frenata incredibile da parte delle economie nel mondo. Nel primo trimestre nel 2000 abbiamo avuto cali del
PIL in doppia cifra. A luglio il ciclo economico era a V, a fine del 2000 l’Usa. il 2000 è finito con un calo del
10% più del doppio della media europea. Nel 2021 la fase di recupero sta proseguendo.

Oggi parleremo più degli USA. La leva negli USA è già attiva dal 2020. Gli USA nel 2000 hanno speso di più di
quello che pensano di spendere negli ultimi 6 anni. Si sono già mossi immediatamente in modo veloce e
importante dal punto di vista finanziario.

American Rescue Plan

Piano di Biden che fa affidamento su spese infrastrutturali (strade, ferrovie ad alta velocità). Con obiettivo di
portare America alla leadership di un tempo. Sarà un piano di lungo termine. American Rescue Plan
prevedono anche aggiustamenti dal punto di vista della fiscalità e tasse. La manovra va a toccare e due gambe
principali: quella personale e societaria di corporate

- Personal Tax: dal punto di vista personale aveva abbassato livello di aliquota sui redditi personali,
l’aliquota più alta era del 39% prima di Trump e dopo al 37%. Si pensa che con Biden si voglia
riportarla al 39%. Gli squilibri dal punto di vista patrimoniali non dipendono dalla fiscalità. Non
ci sono ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri a causa della fiscalità. Il ricco risparmia
di più, investe di più e avrà più entrate. La riduzione fatta da Trump non aveva cambiato molto
la situazione in realtà
- Corporate Tax: Usa erano un paese che si collocava tra coloro che avevano imposizione fiscale
elevata. Trump l’ha riportata sulla media globale a livello, ad oggi è il 27%, in Europa siamo
intorno al 20%. Negli USA oggi le imposizioni per le società è al di sopra della media. Con Biden
sarà aumentata e nuovamente andrà a toccare gli utili netti sulle aziende quotate.

15/04/2021
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Le problematiche essenziali:

- Ecologico: cioè della compatibilità ambientale dell’attività umana. Tema che non si è mai posto
nel corso della storia, e sta emergendo da una ventina-30 anni, a livello soft e oggi in modo
rilevante. Sembra che entro 10-15 anni si possa raggiungere un punto di non ritorno.
- Tema relativo alla dimensione che oggi ha raggiunto l’attività finanziaria rispetto a quella
economica che era di tipo produttivo, industriale, legata ai servizi. Tutto ciò continua ad andare
avanti ma è sovrastato da un enorme massa monetaria. Nel 1980 la massa monetaria era pari ad
un PIL di tutto il mondo calcolato una sola volta. Quando si crea una fattura tra quantità di
moneta e numero di transazioni reali cioè scambi, quando si viene a creare un eccesso di moneta
in genere partono grandi processi inflazionistici. Un caso del genere lo abbiamo avuto nella
seconda metà del 700. Questo ha scardinato le economie europee, le governance dello stato e
ha portato alla nascita della borghesia. Ad oggi la massa monetaria è maggiore rispetto a quella
di all’ora in rapporto alle transazioni.
- Tema dell’etica o della morale: quei valori morali che legano tutte le persone a prescindere dalla
legislazione, dai rapporti di tipo giuridici, regolati dalle leggi. I rapporti tra le persone sono
soprattutto regolati dai rapporti etici. Oggi si va un po’ a dimenticare l’etica a favore
dell’individualismo. Forse siamo giunti ad un punto molto alto di esercizio dell’individualismo che
ha portato frattura marcata nella nostra società. Parleremo delle fonti dell’etica: in occidente
stanno nel ruolo delle religioni, delle chiese e in misura minore ci sarà una base più laica.

L’ecologia

Rapporto che ci è sempre stato con l’ambiente fisico e con la natura. Nel corso degli ultimi 20-30 anni in cui
il tema è diventato cruciale a causa dello sviluppo industriale, si è cercato di porre alcune categorie per capire
la questione. Facciamo riferimento al periodo che va dalla rivoluzione agricola (4000-5000 a.C. sino ad oggi)
mezza luna fertile in Mesopotamia, si usa termine di era antropologica o antropocene. Periodo in cui l’uomo
in qualche modo è diventato protagonista sulla scena mondiale e i geologi, il periodo antropocene ha avuto
la massima accelerazione dalla metà del 700 in Inghilterra ad oggi.

A cosa è dovuta questa accelerazione? Le scoperte geografiche hanno posto oceano Atlantico al centro
dell’interesse europeo, dalla rivoluzione industriale. Importanza dell’illuminismo, corrente del pensiero che
ha invaso tutto l’occidente grazie a Cartesio (viveva in Olanda. Ha elaborato teoria generale della razionalità
umana e ha inserito al suo interno concezione particolare tra uomo e natura. Secondo Cartesio la natura era
un fatto esterno all’uomo e doveva essere conquistata dall’uomo. Emerge idea di conquista della natura che
viene fatta propria dal pensiero liberista in particolare da Smith. C’è un’idea di natura che si contrappone
all’idea di natura medievale. (11). L’espressione più conosciuta è quella rappresentata da Francesco D’Assisi,
il quale si comportava in modo paritario con natura fisica sia con natura animale. Caso particolare che mostra
come la progressione del pensiero deve andare spesso molto lontano, a ricercare radici del passato per
ritoccare tendenze del presente. Nei prossimi anni ci sarà una ripresa del diritto naturale e un superamento
del pensiero illuminista. Ciò non tocca solo pensiero occidentale ma anche il pensiero dell’economia orientali
(Cina, Russia) perché toccano Marx. Il pensiero marxiano si ispirava a Cartesio, e aderiva all’idea di conquista
della natura. Cosa che non avveniva ad esempio per Confucio. Il pensiero confuciano era più simile al diritto
medievale diffuso in occidente.

Altra questione rilevante oggi, riguardante al surriscaldamento globale, diffusione della plastica, CO2 e il più
delle persone è frastornato dalle info spesso enunciate in modo tecnico. Libro proposto dal prof che descrive

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in 150 pag. i fenomeni, scritto da Gemenne intitolato ‘Atlante dell’Atropocene’. Quindi circa il tema ecologico
bisogna fare uno sforzo per superamento teorico delle categorie che abbiamo ricevuto dalle culture.

La moneta e il credito

Torniamo ad un tema più classico, in una prospettica di lungo periodo, è il tema della moneta e il credito.
Partiamo da lontano, nelle società della rivoluzione agricola, società mesopotamiche, egiziane, fondavano
loro scambio dal baratto: scambio di beni. Ciò avveniva attraverso scambio di grano, pietre, che scambiandosi
permettevano alle single comunità di possedere dei beni che non possedevamo. Col tempo di capì che questi
Scambi erano facilitati se si usavano dei metalli preziosi (oro, argento). Solo nell’800 a.C quando inizia a
prendere corpo la civiltà greca, questa è una civiltà molto aperta ai traffici commercial ne Mediterraneo.
Qualche regnante comprese che per facilitare i commerci poteva essere utile se lo scambio possa venire in
qualche modo codificato in modo tale da renderlo uno strumento comune nello scambio e nei barati. Così
nasce la moneta, in asia minore nelle città greca (nella parte meridionale della Turchia, abitate da comunità
greche per esercitare attività di commercio). Prime monete sono pezzi di metallo in oro, argento e rame e
sono segnati da uno stampo fatto a caldo e certificano il peso di questo pezzo di metallo e la qualità del
metallo contenuto. Da quel momento, la moneta inizia a circolare nel mediterraneo orientale e quando i
romani occuperanno la Grecia, da buoni imitatori adotteranno la moneta e le daranno una dimensione
europea e mediterranea. con la caduta Impero Romano e la venuta di popolazioni barbariche si ritornerà al
baratto, con la ripresa della civiltà in Europa e la nascita del sacro romano impero con Carlo magno la moneta
riprese vita. Ci fu riforma monetaria che introdusse come unità centrale di moneta la famosa libra di argenti
a sua volta suddivisa in 20 soldi e in 240 denari. Questo sistema non più fondato sull’argento ma sull’oro è
rimasto in vigore in Inghilterra fino al 1971, quando cambiò questo sistema detto complesso (che aveva
varato Carlo Magno) con il sistema decimale per prepararsi ad una eventuale entrata in Europa.

L’Europa non era ricca d’oro ma d’argento ecco perché inizialmente veniva usato l’argento. Con l’inizio dello
sgretolamento dell’impero, ognuna delle entità sregolate cerca di darsi una moneta, in qualche modo legate
all’impero. Proprio per facilitare i commerci e gli scambi, ad esempio nelle città toscane che si specializzano
nel 1200-1300 nella fabbricazione dei panni lana, per facilitare i rapporti commerciali e gli scambi monetari i
toscani fiorentini inventano la lettera di cambio: una cambiale in base alla quale i commercianti che si
muovevano dalle campagne con grandi quantità di moneta, nel corso del trasferimento da Firenze a Reims
sovente erano derubati nell’attraversamento inventano la lettera di cambio nella quale si trasferisce un foglio
con il quale un commerciante di Reims si impegna a pagare il commerciante di tot fiorini entro una certa
data. Nascono così figure di banchieri, svolgevano opere di transazione che possono sembrare semplici ma
all’ora erano complesse. Svolgevano anche attività di cambio e sconto di lettere di cambio. Questi banchieri
toscani cominciano a fare qualche piccolo prestito a dei commercianti talvolta assoggettato di interesse
talvolta no. Poi passano a finanziare la città, o qualche comune vicino, i quali erano spesso impegnati in guerre
locali e avevano bisogno di denaro per finanziare acquisto di armi ecce cc. Nascono in Toscana dinastie note
come i Medici, i Pazzi. I Medici riusciranno a fare una sorta di colpo di stato e a prendere il controllo della
repubblica fiorentina e a diventare signori di Firenze. Grande evoluzione da parte di questa famiglia. Altri
banchieri privati nascono a Venezia e Genova. Genova inizi 1400, era una città aperta agli scambi e proprio li
nascerà una prima banca moderna (1404) su iniziativa di pluralità di banchieri chiamata Banco delle compere
e di San Giorgio avente il compito principale di mediare sullo scambio delle cambiali, concedere crediti alla
repubblica di Genova (molto indebitata). Alla metà del 400 emette addirittura dei biglietti di banca che
andavano a facilitare il movimento del numerario in sostituzione delle monete. A fine 600, la banca di
Inghilterra emetterà i primi biglietti di banca al mondo non faceva altro che copiare quelli emessi dalla casa
di San Giorgio di Genova.
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Attività bancaria cresce, sino ad arrivare alla rivoluzione agricola di fine 600 dove in Inghilterra circolava
lettere di cambio, quando uno studioso Wiliam Pitty, per primo colse importanza e scrisse del ruolo del
credito per favore crescita dell’economi e fronteggiare carenza moneta metallica che era presente in
Inghilterra e portava ad un processo deflazionistico (portava alla decrescita l’Inghilterra). Il credito secondo
lui favoriva crescita del commercio e dell’economia.

A fine 600 si capì che un modo per far crescere credito poteva avvenire attraverso emissione dei biglietti di
banca. Nella seconda metà del 600, il sistema bancario inglese si fondava essenzialmente su figura di
banchieri privati e molti di questi iniziano ad emettere biglietti di banca. Talvolta i banchieri si uniscono
facendo nascere delle forme societarie e si assiste ad una pluralità di soggetti che emettono biglietti di banca.

Fine 600 viene costituita la banca di Inghilterra, costituita con finalità di emettere biglietti di banca per
finanziare corona che stava entrano in guerra contro Francia e aveva bisogno di denaro contato. Nel 1742, di
fronte ad un sistema confuso, viene promulgata legge con cui diritto di emissione viene riconosciuto
esclusivamente alla banca di Inghilterra.

Qualcosa di analogo avviene in Scozia e Svezia per cui a metà 700 vi sono circa 3 banche di emissione che
operano a livello europeo alle quali si aggiungerà la banca reale di Francia, la quale aveva sopportato vicende
travagliate. Nel 700 la Francia aveva debito pubblico elevato, sia per spese di corte sia perché nel 700 la
Francia che aveva un sistema manifatturiero diffuso soffriva della concorrenza inglese e quindi per evitare il
fallimento, il ministro delle finanze Colbert decise di finanziare con finanziamenti pubblici il funzionamento
e sviluppo delle imprese più importante.

Nel 1716 si presentò John Law, il quale si offerse di stampare biglietti di banca dando a garanzia dei beni che
lui possedeva. Il re lo autorizzò. Il signor Law prese gusto a emettere biglietti di banca, i quali non avevano
copertura aurea adeguata. Diede a garanzia miniere anche in Usa che gran parte non erano esistevano e nel
1720 crollò il sistema di Law. E la Francia si accollò i debiti anche di Law.

Con emissione delle valute virtuali (le criptovalute) che non sono garantite da nessuno ma vengono emesse
da mittenti sconosciuti e non hanno coperture creditizie e auree, val la pena riflettere sull’esperienze di Law.

Vediamo come è proceduto sistema bancario europeo:

quello inglese molto solido fondato su banca inglese, definendo un rapporto preciso tra lira sterlina e l’oro.
A metà 700 vi è legge che circa 4 lire sterline valesse un’oncia d’ora. Questo valeva sia per sterlina-oro sia per
sterline che circolavano sotto forma di carta moneta. La lira-sterlina divenne valuta di riferimento in tutto gli
scambi mondiali perché la lira-sterlina dava questa stabilità e che mantenne da metà 700 fino al 1936 quando
per effetto della grande recessione questo sistema saltò. Nel secondo dopo guerra fu varato nuovo sistema
monetario di Bretton Woods alla fine del 44. Misero in atto un nuovo sistema monetario che durò dal 44 al
71 che riportò in riferimento al dollaro questa stabilità data prima dalla lira-sterlina. In Inghilterra si sviluppo
molto, con peculiarità di separare sistemi di credito per recuperare investimenti effettuati e le banche a lungo
investimento per impieghi a loro volta a medio-lungo termine. Anche queste banche erano in grado di
garantire equilibrio permettendo di restituire gli investimenti a lungo termine smobilizzandoli.

In Germania e in Italia nacquero banche miste prive di questo sistema di equilibrio.

Storia sistema bancario italiano

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In Italia il sistema bancario moderno nasce tardi, attorno metà 800 quando fu osservato quanto avveniva in
Inghilterra e Francia si cerca di varare un sistema bancario moderno. Prima di allora attività bancaria era
riservata ai banchieri privati, alcuni di estrazione cattolica altri ebraica e erano molto diffusi i Monti di Pietà:
istituzioni bancarie nate alla fine del Medioevo e raccoglievano depositi e concedevano prestiti diretti alla
gente comune, veniva concesso prestito per conto deposito di garanzia con oggetti personali di famiglia.
Quando il debitore era in grado di restituire denaro, recuperava l’oggetto dato a garanzia. Sovente i Monti di
Pietà di fronte al soggetto in difficoltà, veniva incontro non chiedendo interessi e chiedendo solo la metà del
prestito. Le prime banche moderne che nascono sotto forma di SPA compaiono nel Regno di Sardegna in
Piemonte agli inizi del 1840 (periodo del risorgimento). La prima nasce a Genova nel 1844, e poi nel 1847 ne
nasce una a Torino. Quando nel 48 fu varato lo statuto albertino, in Italia vigevano queste due banche che si
fusero nel 49 sotto il patrocinio del governo Piemontese che pensò di creare un’unica banca di emissione (su
modello di banca di Inghilterra). Nasce anche da noi una banca di emissione che prede il nome di banca
nazione del regno di Sardegna. Nel periodo successivo, nacquero tante piccole banche commerciali alcune
finanziate anche da banchieri francesi e inglesi. Panorama piemontese diventa ricco dal punto di vista
finanziario. Le principali banche che si diffusero dopo l’unità erano di origine piemontese. Negli staterelli
italiani erano nate delle piccole banche di emissioni: due in toscana, una nello stato della chiesa e due nel
regno delle due Sicilie. Ci si pose il problema se unificarle nella banca nazionale o meno. Si optò per lasciare
in vita queste banche che erano cinque più banche nazionali che divenne banca nazionale del regno di Italia.
Questo sistema non andò avanti perché agli inizi degli anni 90 ci fu crisi finanziaria legati a fattori interni e
nazionali e il banco di Roma che era quella che rimaneva come banca centrale dello stato della chiesa fallì.
Allora il governo decise di unificare tutte le banche di emissione all’interno della banca nazionale del regno
di Italia nel 1893 che prese il nome nella banca di Italia.

Per revitalizzare il governo in grave difficoltà, anche a Torino con il banco di sconto e di sete, Giolitti varò
questa legge del 93 che accanto alla nascita della banca di Italia prevedeva la nascita anche di banche nuove
che nascevano sul modello tedesco cioè di banche miste: potevano raccogliere depositi a breve termine e
poteva reinvestirli sia a breve che lungo termine reinvestendo il denaro a favore del paese. Modello tedesco
era molto agile che favoriva rapido modello di industrializzazione però quando glia affari andavano bene vi
era crescita ma talvolta emergevano notevole difficoltà.

Quando arrivò crisi del 29, queste banche entrarono in grave difficoltà. Banche che andavano bene in periodi
di espansione ma con la crisi del 29 entrarono in difficoltà sia banche italiane che tedesche che
austroungariche tutte costruite cin il medesimo modello. Intervento di salvataggio di queste banche: Banca
Commerciale italiana, il credito italiano, il banco di Roma e Banca Agricola Italiana di Torino (che faceva capo
Riccardo Gualino). Le prime tre furono acquisite dall’IRI, mentre la banca agricola italiana fu assorbita
dall’istituto San Paolo di Torino che non era altro che il monte di pietà di Torino. Banche miste entrarono
sotto il controllo pubblico, divenne anche pubblico circa metà dell’industria italiana con il 1934 quando fu
messa in piedi questa grande impresa di salvataggio dell’IRI, il sistema bancario fu gran parte pubblica e idem
l’industria. Periodo di economia mista tra quella occidentale (in mano ai privati) e quella sovietica (in mano
allo stato).

21/04/2021

Oggi terminiamo la spiegazione sul sistema bancario italiano.

Evoluzione banche partendo da lontano, partendo da mercanti banchieri italiani in tardo rinascimentale,
passando poi ai monti di Pietà e poi abbiamo visto lo sviluppo bancario inglese. Infine, siamo ritornati in Italia

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che si è sviluppo un nuovo sistema bancario: banche sottoforma di SPA la prima è la società di Genova, al
quale si unisce la banca di Torino, dando vita alla Banca nazionale del regno di Sardegna, prima banca di
emissione dello Stato (seguendo modello inglese). 1893, Giovanni Giolitti attua una riforma con la quale
unifica emissione della Banca nazionale del regno di Italia che cambia nome e diventa Banca d’Italia.
Coordinamento generale è contrato nella Banca d’Italia. In quegli anni crollano molte banche nate in
Piemonte e Giolitti vara la formazione di banche miste per favore sviluppi industriale. Crisi delle 3 banche,
fino a quando il governo decise di attuare salvataggio di queste banche. Operazione analoghe avvengono
anche in altre paesi sia in Austria ma anche in Germania e in Francia. Il fenomeno dei salvataggi bancari tocca
tutti i paesi.

In Italia il salvataggio avviene dando vita all’istituto pubblico IRI, divenne operativo il 1° gennaio 1934, nel
quale confluirono le partecipazioni industriali detenute dalle banche, mentre la banca agricola di Torino fece
confluire nell’istituto di San Paolo. All’interno dell’IRI viene confluita la proprietà delle 3 banche miste ma
queste banche furono trasformate in banche commerciali che potevano operare solo più nel breve termine.
Mentre la materia industriale fu definita con la costituzione dell’iri, la materia bancaria fu definita con legge
bancaria varata nel 1936. La legge bancaria stabilì:

1. Che sarebbe rimasta un’unica banca centrale (la banca d’Italia) mentre banco di Sicilia e Napoli che
avevano conservato prerogativa nel campo dell’immissione anch’esse vennero private di questa
funzione e divennero banche commerciale.
2. Siccome bisognava continuare ad effettuare il credito industriale che favoriva sviluppo dell’industria
venne creato istituto apposito IMI (istituto mobiliare italiano) di totale proprietà pubblica che
effettuava da un lato prestiti ad imprese di lungo periodo e dall’altro canto finanziava investimenti
attraverso emissioni di titoli obbligazionari (titoli di credito con i quali banca raccoglie denaro dai
risparmiatori impegnandosi a restituirglielo con varie scadenze nel lungo termine, ed era simmetrico
all’investimento iniziale). Questa tecnica varata già in Inghilterra permetteva d una banca di credito
industriale di mantenere un suo equilibrio simile alle banche di commerciale solo che qui le scadenze
erano poste di lungo periodo. Dopo Seconda guerra mondiale fu creata altra banca la Medio Banca
gestita con criteri privatistici e svolse ruolo importante nel secondo balzo dell’innovazione. Tutte le
altre banche furono chiamate banche di credito ordinarie che operavano nel breve termine.
3. Istituti di credito di diritto pubblico, alcune vecchie banche di proprietà pubbliche come l’istituto san
Paolo a Torino, vi era il vecchio Banco di Napoli e di Sicilia. Le banche miste vennero chiamate banca
di interesse nazionale: Banca Commerciale italiana, il credito italiano, il banco di Roma. Anche banche
minori come le banche popolari (quella di Novara) o le casse rurali, nate dal movimento cattolico per
aiutare lo sviluppo popolazione. Tutte erano banche di credito ordinarie .

Separazione tra banche operavano nel lungo termine e breve termine. In questo modo si pensava che in
presenza di una nuova crisi il sistema avrebbe mantenuto una nuova stabilità. Quando negli anni 70 ci fu crisi
generale del sistema industriale, il sistema italiano tenne, ci fu qualche piccola crisi di qualche banca minore
ma non generò nessuna preoccupazione.

Limite del sistema: era un sistema statico, non favorendo sviluppo industriale. Favorito dal sistema in
Germania con le banche miste, un sistema rischioso che ci ha portato alla crisi.

Arrivò spinta dall’esterno, dalla comunità europea che negli anni 80 varò una riforma (seconda riforma in
tema bancario: seconda direttiva) che imponeva a tutti i paesi aderenti (circa 14-15) di mettere in atto una
nuova riforma bancaria e si prepararono i nuovi principi della riforma direttiva europea. Punto culminante:

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venivano ricreate queste banche miste dette banche universali e potevano essere delle banche singole
(quindi la singola Spa) oppure un gruppo bancario. Seconda direttiva impose di attuare una nuova riforma
bancaria. In Italia nel 1990, e prese nome di Riforma Amato Carli. Questa riforma cambiò configurazione del
sistema bancario. Mantenne una banca centrale, di emissione che era la Banca di Italia, 8 anni più tardi perse
diverse prerogative perché nacque la banca centrale europea. Tutte le banche che esistevano nel nostro
paese dovevano trasformarsi: all’inizio 1992, diventano fondazioni bancarie e contestualmente il gg
successivo queste fondazioni bancarie assumevano controllo di una banca (affiliavano una banca). Cioè la
banca originaria originava fondazioni bancaria e gg successivo questa fondazione affiliava una banca che
aveva tutte attività bancarie presenti nella fondazione. Mentre la fondazione era proprietaria 100% delle
azioni della banca che aveva affiliato. Alcuni giorni dopo del 1° gennaio 1992 aveva da un lato fondazione e
dall’altro banca affiliata. Questa operazione faceva si che la banca affiliata (conferitaria) era in grado di
svolgere attività bancarie di una banca mista universale e le sue azioni potevano esser banche vendute in
parte dalla fonazione bancaria. Nel corso anni successivi del 92, molte fonazioni bancarie cominciarono a
vendere molte azioni che possedevano. Torino, banca più importante istituto san paolo di Torino il quale
dette vita di fondazione (compagnia di san paolo) e giorno dopo crea banca con nome di istituto San Paolo
di Torino, banca mista che poteva operare sia nel breve che lungo periodo. Nel corso degli anni successivi dal
92 fino ad adesso la compagnia di San Poalo ha via via venduto delle quote azionarie, oggi possiede solo 6%
delle azioni dell’Istituto bancario di Torino che si è fusa con Intesa dando vita a Banca intessa San Poalo.

Lo stesso succedette alla Cassa di Risparmio di Torino, creando la fondazione CRT e creò banca CRT, via via la
fondazione ha venduto azioni con la quale si è poi fusa poi con il credito italiano e la cassa di risparmio di
Verona dando vita ad Unicredit. Fondazione CRT controlla circa il 2% di Unicredit.

Nel giro di qualche anno il panorama è cambiato molto. Si è passato a banche di grandi dimensioni. Mentre
le banche sono diventate universali, le quali operavano in raccolta di breve e impieghi di breve e lungo
periodo, è bene sottolineare come le regole di controllo sono via via diventate sempre molto rigide. Queste
banche ogni due o tre anni sono sottoposte dalla BCE agli stress test, analizzate in profondità e solo quelle
che superano il test possono andare avanti. Sulle banche più piccole l’attività di controllo è affidata alla Banca
d’Italia. Anche le Banche Popolari, le casse rurali che erano banche più piccole che sono diventate banche di
credito di diritto pubblico sono tutte diventate banche universali.

Il sistema è profondamente cambiato diventando più agile, però con criteri di gestione e controllo più rigidi
di quanto avvenne negli anni della prima industrializzazione.

Capitolo 7 dedicato ai sistemi monetari

Noi adesso abbiamo visto i sistemi bancari a livello nazionale ci siamo ampliati parlando del sistema
monetario europeo che è stato varato nel 1989 con tratto Maastricht ed è diventato esecutivo con
introduzione euro nel 2002. Si è passato da sistemi bancari e monetari locali a sistemi internazionali che
coinvolgono 28 paesi membri dell’UE. 6 non hanno aderito all’unione monetaria però in quale modo si sono
legati fino a poco tempo fa quando Inghilterra è uscito.

In passato però sono nati dei sistemi monetari finanziari che hanno avuto la funzione di favorire gli scambi
commerciali tra i paesi che aderivano perché hanno cercato di mantenere costanti nel tempo la parità di
scambio tra le valute dei diversi paesi in modo tale da dare ai commercianti ed industriali una prospettiva di
stabilità di lungo periodo. Nel secondo dopo guerra nacque questo sistema varato a Bretton Woods nel 1944
in base al quale il dollaro diventava valuta di riferimento e tra il dollaro e ognuno di questi paesi si stabiliva
rapporto di parità tra le valute che rimaneva costante nel tempo. Questa parità che dava certezze agli
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operatori americani – italiani, durò fino al 1971. Ciò avvenne tra dollaro e lira e tra dollaro e un grande
numero di valute. Andando a creare rete di rapporti monetari estremamente stabili che ha favorito il grande
boom economico del secondo dopo guerra che ha toccato il mondo occidentale e non solo.

Qualcosa di analogo nacque per i paesi appartenenti al blocco sovietico. All’interno di quel trattato di
coesione economica il COMECON, si vennero a stabilire dei rapporti di parità rigidità tra le valute. In passato
questi sistemi non c’erano. Ogni valuta si rapportava con altra valuta. Ogni moneta si rapportava con un’altra
moneta. I valori erano teoricamente fissi, legati alla quantità d’oro che fiorino e sterlina contenevano.
Intervenivano spesso delle pratiche fraudolente, le monete venivano dosate, limate nelle parti laterali e
perdevano certa quantità d’oro che possedevano. Il rapporto di cambio tra moneta e l’altro poteva variare
nel tempo a seconda della tosatura fatte. Si cercò di bloccare la situazione: coniando le monete in modo più
preciso, tagliando i bordi, bloccando la situazione per dare certezza ai cambi delle valute. 1717, fu stabilito
rapporto di cambio tra sterlina e oro. L’oncia d’oro era pari a 31 g e valeva 4 lire sterline. Da quel momento
si posero le basi per sistema monetario prima locale e poi internazionale. Questo sistema venne estero alla
carta moneta perché la carta moneta era convertibile in oro. Questo sistema durò fino al 1931, quando fu
sovvertito dalla grande crisi perché l’Inghilterra varò che non riconosceva più questo sistema di cambio del
1717. Questo sistema fu molto importante perché dette certezza del rapporto di cambio.

In Italia si creò un sistema alternativo detto bimetallico in cui la base era fondata sull’argento che aveva
rapporto di cambio fisso con l’oro. Rapporto fisso tra oro e argento era di 15.5. si cercò di diffondere questo
sistema dall’Italia, alla Francia, svizzera alla Grecia ma questo sistema non funzionò così bene e nel 1900 si
chiuse.

Dal 31 al 44, quindicennio in cui rapporti tra le valute furono totalmente liberi. Tutto questo creò grande
instabilità nel commercio internazionale. Nel 38-39, si incomincia a pensare alla costituzione di un nuovo
sistema. La Germania occupò la Polonia, e si pensò di ritornare ad un sistema stabile solo quando apparve
chiaro che nel 1934 la Germania stava perdendo la guerra e si poteva pensare nel mondo occidentale un
nuovo sistema. Nuova conferenza di Bretton Woods, si decise che si sarebbe costituito sistema simile al Gold
standard ma valuta di riferimento sarebbe stato il dollaro, in quanto la sterlina aveva perso di prestigio a
livello mondiale. Il dollaro diventava il riferimento monetario a livello internazionale. Parità tra dollaro e oncia
d’oro in cui 35 dollari valevano un’oncia d’oro.

Appena finita la guerra ci furono riunioni a Washington dove furono stabilite le parità degli altri paesi che
desideravano aderire a questo nuovo sistema monetario. In ita viene stabilito rapporti di cambio di 1 dollaro
pari a 625 lire italiane.

Contrapposizione di blocchi: URSS che aveva via via sconfitto divisioni tedeschi e aveva occupato Berlino non
si era detta disponibile a favorire la nascita di un nuovo stato tedesco e aveva diviso di mantenere
occupazione della Germania dell’Est. Creazione di due blocchi. Con le elezioni dell’aprile del 48 e la vittoria
in termini relativi della democrazia cristiana che aveva optato per la scelta filoccidentale, l’Italia aveva
adottato questo filone.

Per dare stabilità ai rapporti tra le valute e far si che durassero nel tempo vengono creati due importanti
organi collaterali: fondo monetario internazionale e Banca mondiale

Fondo monetario internazionale: fondo a cui parteciparono tutti i paesi aderenti versando una quota che
andò a costituire la base finanziaria di questo fondo. Quando un paese aveva dei problemi di riequilibrio
dell’economia, il fondo interveniva con degli aiuti.
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Banca mondiale: quando i problemi diventavano più strutturali, il paese aveva una grande caduta, interveniva
Banca Mondiale che faceva prestiti della durata di 5-10-15-20 anni chiedendo agli stati di destinare una quota
finanziaria per finanziare questi investimenti di lungo periodo-

Tutto ciò durò bene fino al 1971, quando si verificò problema grave. Gli USA si erano finita la guerra impegnati
a sostenere alcune guerre locali, la prima tra il 49 al 51, in corea del sud che stava per essere invasa dalla
corea del nord e Cina. Poi i motivi di scontro si spostarono in Vietnam e Laos. Per finanziare queste guerre gli
USA spesero notevoli risorse portando ad un passivo della bilancia dei pagamenti ma che nel 71 risultò
fortemente passiva. Gli USA, il 15 agosto del 1971 per opera del presidente Nelson, dichiararono la forte
passività della bilancia dei pagamenti e di conseguenza che il dollaro non poteva più mantenere quei rapporti
di cambio. Così caddero gli accordi di Bretton Woods.

Nel 71 funzionava già la CEE, fondata tra il 51 e 53. Era stata perfezionata nel 57 con i trattati di Roma. Primo
nucleo di sei paesi: Italia, Francia, Belgio, olanda e Lussemburgo che avevano delle relazioni economiche
sostenute. Di fronte alla caduta di Bretton Woods nel 1972 diedero vita ad un accordo monetario, Serpente
Monetario, perché queste valute rimanevano agganciate tra di loro e si concedeva un margine di oscillazione.
Nonostante lo scetticismo a livello mondiale e l’uscita temporanea del Serpente monetaria, esso funzionò e
nel 1979 assunse nome di Sistema monetario europeo e nel 2002 nacque l’unione monetaria europeo con la
moneta unica.

22/04/2021

Tecnologia e sviluppo economico - Capitolo 8

Nel mondo preindustriale, le innovazione tecnologiche erano poche e diradate nel tempo perché i livelli di
accumulazione capitale era ridottissimo. Questo fatto stimolava poco la realizzazione di innovazioni.

Con la rivoluzione industriale e livelli rilevanti di formazione e accumulazione di capitale, ci sarà stimolo
maggiore. Queste innovazioni tecnologiche del mondo preindustriali erano poco e lente: partiamo da ruota
e aratro in legno che compaiono sia in Mesopotamia che nel vicino Egitto (mezzaluna fertile), vediamo poi le
prime navi a vela che compare sulla costa della Siria e Palestina intorno al 2500 a.C. attorno al 2000 a.C.
abbiamo lavorazione dei metalli e ferro per opera di Etruschi i quali erano di origine slava che si trasferisce
in parte via terra, in parte via maree si insedia in Italia centrale. Viene identificato grande quantità di ferro
sull’isola d’Elba, estrazione dell’ematite. Inizia la lavorazione del ferro adoperando tecnica del basso forno. I
romani quando nel 300-350 a.C. occuparono la Toscana e la Romagna, invaderanno gli etruschi
impadronendosi della tecnica delle lavorazioni del ferro. Questo darà alle truppe romane una maggiore
capacità di combattimento. I romani svilupparono molto l’architettura, avvieranno la lavorazione del riso e
sviluppano un sistema stradale molto ampio.

Con caduta impero romano sia d’occidente e poi d’oriente, la tecnologia che i romani avevano accumulato
nel tempo si perde, a causa delle popolazioni barbariche erano di origine nomade, portatrici di un livello
tecnologico più basso. Alcune di queste popolazioni diventarono più sedentarie come i longobardi che si
insedieranno dal 650 in poi acquisendo tecniche romane, le quali passeranno ai franchi che occuparono Italia
48
nel 700 permettendo un transfer tecnologico da ciò che rimaneva dal sacro romano impero ai franchi.
Avviando fase di civilizzazione dell’occidente.

Qui arriviamo al mondo del tardo medioevo e rinascimento, e noi italiani diventammo bravi nella lavorazione
dei tessuti e vetro, i punti di forza dei mercati europei. Siamo nel 1300.1400, quando con la venuta di Francesi
e spagnoli la città rinascimentale italiana decadde per ritornare una civiltà agricola. Gli inglesi colsero molte
tecnologie provenienti da Italia e altro paese Europeo.

Primo balzo tecnologico

Così con crescita generale della società, a partire da 1700 avviano il primo balzo tecnologico. Oggi siamo
all’interno del quarto balzo tecnologico. Le tecnologie che gli inglesi avevano acquisito gran parte sul
contenente europeo erano sostenute da una crescita del capitale, in quanto gli inglesi favorivano la crescita
del settore del capitale. Città di Liverpool e Manchester si perfezionano macchine tessile, in particolare
filatoio e telaio: peculiarità del primo balzo tecnologico. Filatoi e telai costruiti dapprima in legno, mossi in
gran parte da energia umana all’interno delle botteghe. Dapprima si lavorava la lana, gli inglesi avevano
grandi quantità di lana nel territorio, perché il clima favoriva la diffusione di pecore e ovini e man mano che
cominciano ad introdurre cotone da colonie nordamericane, nelle botteghe artigiane inizia lavorazione del
cotone. Man mano produzioni crescono, nelle Midland si inizia a lavorare il ferro e le macchine vengono
costruite in metallo. Si cerca di applicare a queste macchine la forza motrice dell’acqua. Prime fabbriche
costituite con questi sistemi localizzate a Manchester.

Fine 700, vi è l’introduzione della macchina a vapore non più posizione sui monti ma a metà tra Manchester
e Liverpool. Permettendo di muovere i telai e filatori da energia a vapore. Spoletta volante, una sorta di
mouse che passava tra un filo e l’altro in modo automatico attraverso un gioco di due parti di telaio che si
muovevano in mood coordinato. Così nasce una prima forma di automazione legata al telaio.

Dall’Inghilterra queste macchine tessili si distribuirono in Franca, Germania, anche in Italia settentrionale (ai
piedi delle Alpi) dove vi era abbondanza di acqua. Le prime macchine tessili possono essere realizzate in
metallo perché si stavano facendo progressi nella produzione del ferro, si passa dal basso all’altro forno. Il
primo altro forno fu realizzato nel 1709 nell’area di Birmingham che costruì questa torre di mattoni di cotto
che non era intaccato dal calore del carbone e buttandoci dentro strati di fero e carbone riuscì a realizzare la
ghisa. Questa ghisa era impura poiché conteneva carbonio e non era molto resistente. Tutto il 700 inglese è
una ricerca continua per cercare di depurare la ghisa. Un certo Court nel 1784, riesce a depurare la ghisa
attraverso la tecnica del pudellaggio. Si giunge con la fine del secolo alla realizzazione dell’acciaio. Prodotto
che andò a soddisfare le esigenze sia di allora che dei periodi successivi.

Accanto a questi due pilastri, apparve la macchina a vapore. Su invenzione di James Watt, uno dei primi
scienziati che si applicava agli studi dei liquidi il quale inventò l’alambicco di metallo che pieno d’acqua che
veniva sottoposta a pressione. Watt non capì molto l’importanza della sua invenzione sino a quando il genero,
un industriale di Birmingham chiamato Boulton dette una fabbricazione industriale a questa invenzione.
Quindi nasce macchina a vapore per la produzione di forza motrice industriale che cominciò a trovare
applicazione dell’industria nel tessile nell’area di Manchester e Liverpool.

Ci fu poi invenzione della locomotiva, carrelli mossi da uomini o animali, Stevenson li rese semoventi
applicando macchina a vapore che li fece muovere. Questa applicazione della macchina a vapore avvenne
anche alla macchina a vapore, con l’applicazione del vapore alle navi con lo scafo in metallo nascono gli
steamship che caratterizzano l’800. A fine 800 i velieri erano molto pochi.
49
Quindi abbiamo visto questo balzo tecnologico principalmente inglese, che poi gradatamente si diffonde in
Europa. Tocca anche l’Italia, il Nord Italia che era molto arretato. L’alto forno arriverà molto tardi a metà 800.
La macchina a vapore non tarderà ad arrivare. Le prime ferrovie nascono in Italia la prima è la Torino-
Moncalieri che proseguirà anche a Genova costruita nel 1853.

Il secondo balzo tecnologico

Si manifesta a cavallo di Germania e Usa, paesi che andavano ad industrializzarsi rapidamente, adottando
tecnologie nuove. Tra fine 800 e inizio 900 vediamo questo secondo balzo. E tocca alcuni settori come
elettricità, acciaio perfezionando ancora tecniche di pudellaggio, meccanica di precisione, motore a scoppio
e nascita automobile, nascita aeroplano e portò a grandi innovazioni nel settore della chimica sia per quanto
riguarda i fertilizzanti, i coloranti sintetici, il mondo degli esplosivi con invenzione di nitroglicerina e
invenzione gomma sintetica che andava a sostituire la gomma naturale. Infine, il grande passo del settore
delle fibre artificiali (Gualino, Snia viscosa).

Argomento elettricità l’abbiamo già visto, invenzione dei fratelli Siemens della dinamo, i fratelli erano
tedeschi. Avviene anche per opera di Thomas Alva Edison un’altra invenzione su suggerimento di un francese
vent’ anni prima che andò molto avanti nello sviluppo della dinamo. Utilizzo di elettricità non solo era
illuminazione ma anche della forza motrice. Ruolo importante nel favorire decollo industriale in realtà come
Torino Milano e Genova, nelle quali era molto costo l’acquisizione del carbone e che invece utilizzando
elettricità prodotta nelle centrali idroelettriche poste nelle valli alpine, si poteva ottenere facilmente. Grazie
all’elettricità in Italia si assiste al decollo industriale. Per decollo industriale si intende una sort adi rivoluzione
industriale come quella inglese che attiva i processi industriali non solo occasioni che tocca un solo settore
ma sono complessivi. Processo industriale che è in grado di attivare sistema industriale che proseguirà nel
tempo.

Acciaio

Settore che permette di produrre acciaio più fine. Attraverso dei convertitori ed utilizzavano energia elettrica
ed erano in grado di eliminare totalmente il carbonio dall’acciaio. Creando acciaio totalmente puro che
poteva essere lavorato in particelle molto fini che apriva la porta alla meccanica di precisione

Meccanica di precisione

Dapprima con la meccanica di prima generazione di producevano acciaio laminato, ruote dentate già di
buona qualità però non si andava nel dettaglio. Invece con convertitori vennero creati telai, macchine da
descrivere che lavoravano molto con precisione. Grande successo anche in Italia in particolare in Piemonte
con la nascita della Olivetti. Olivetti, laureato al politecnico di Torino e aveva materie elettrotecniche insieme
a Galileo Ferraris e aveva ottenuto borsa di studio alle General Eletric. Però si era appassionato di più a
Underwood che aveva incominciato a produrre macchine da scrivere. E quindi si era fermato negli USA a
seguire questo business e tornato ad Ivrea aprì questa azienda. Azienda che diventerà punto forte della storia
italiana industriale sia con Camillo Olivetti, sia con Adriano che gestì l’azienda fino al 1960. Punto di
riferimento perché vennero realizzate macchine dotate anche di notevole design che fecero conoscere il
made in Italy. Uno dei grandi meriti di Adriano è di avere realizzato uno dei più grandi calcolatori elettronici,

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poi in competizione con quelli di IBM. Con la morte di Adriano, fu venduta la divisione dei calcolatori a GE
non capendo l’importanza.

Il motore a scoppio

Con l’invenzione dell’automobile e l’esperienza torinese nel quale i primi modelli di autovetture si
insedieranno dando vita a grandi aziende come Fiat, Itala, Scat, che portarono Torino a diventare capitale
dell’industria dell’automobile

Aeroplano

Wright, fratelli che nel 1903 avviarono la storia di un settore nuove. Valorizzato durante la prima guerra
mondiale ma trovò anche a Torino un nucleo importante realizzato dall’Ansaldo di Genova e fu rilevato dalla
Fiat portandola ad essere leader nella prodizione di aeronautica.

Settore chimico

Innovazione radicale nella storia dell’industria. La chimica fino all’800 non si conosceva e portò alla
realizzazione dei fertilizzanti che fino a metà 800 erano stati di tipo naturale, e che da quel momento
potevano essere prodotti per via chimica. Modernizzazione dell’agricoltura. I coloranti sintetici prodotti per
via chimica usati per la colorazione delle fibre tessili. L’invenzione della dinamite nel settore degli esplosivi
che fece fare molti passi avanti nello scavo delle miniere e gallerie ai fini civili ma anche in campo militare.
Nobel pentito della sua decisione decide di investire ricavato nella fondazione svedese per distribuzione dei
premi della pace. E gomma artificiale.

Fibre tessili artificiali

Fino anni 60-70 del 1800 erano di origine animale o naturale. Ciò costituiva limitazione alla diffusione di fibre
tessile, invece con invenzione delle fibre tessili artificiali, la produzione aumentò di molto.

Nella prossima lezione analizzeremo il terzo e quarto balzo tecnologico.

Testimonianza Dott. Mario Deaglio

Professore che ha insegnato economia internazionale nella facoltà di Unito

La prima globalizzazione: dal congresso di Vienna alla Prima Guerra Mondiale

Si fa riferimento alla Globalizzazione inglese, successiva alla Rivoluzione Industriale.

Ci si chiede se non siamo stati noi ad aver inventato la prima globalizzazione ma in realtà di globalizzazioni
nella storia se ne sono verificate diverse, questo dipende dalla definizione che gli si attribuisce.

Per esempio, la globalizzazione romana aveva costituito un sistema politico, economico e militare unico che
comprendeva una grande parte del mondo.

Noi abbiamo una globalizzazione che deve ricomprendere territori, nazioni ed entità diverse tra di loro in
varie parti del mondo (e non per forza tutto il mondo nel suo insieme).
51
Allora la più importante globalizzazione dei tempi moderni è la globalizzazione inglese che si può far iniziare
dal congresso di Vienna e farla durare fino alla Prima Guerra Mondiale.

Si sceglie di farla iniziare dal congresso di Vienna perché questo avvia l’era napoleonica e stabilisce un nuovo
ordine mondiale, che è proprio sancito dal congresso, in cui si stabiliscono delle regole per la pace per evitare
ulteriori guerre -> cosiddetto equilibrio delle potenze: le potenze, dal punto di vista politico, possono allearsi
tra di loro ma ci deve essere un equilibrio che impedisca ad ogni singola potenza di cercare di dominare tutte
le altre. Dal punto di vista economico, ci sarà invece una potenza che domina le altre e che è identificabile
nell’Inghilterra.

In questo tempo il mondo ha vissuto una stagione di prevalente pace progressiva, di grandissimi progressi
tecnologici e di cambiamento completo dell’economia.

Le radici dell’economia

Si dice che l’economia comincia con A. Smith ma questo non è vero. Ma questa esisteva già da cento anni e
non era in mano agli anglosassoni o agli inglesi ma agli spagnoli.

Importante è la scuola di Salamanca: era costituita sostanzialmente da religiosi che si trovavano ad affrontare
sulla base del pensiero religioso di allora questo nuovo fenomeno del paese che si era espanso ed era andato
a conquistare l’America, che aveva generato un’economia che cambiava completamente e che vede entrare
di tutto -> tutti i punti di riferimento erano cambiati. Importante è anche la figura di Luis de Molina che arriva
all’affermazione che la grazia divina è efficacie solo con lo sforzo della volontà umana. Si individua
l’importanza della proprietà privata purché utilizzata per la crescita; quindi, una proprietà privata che viene
tenuta ferma non serve per creare il benessere collettivo.

L’altro grande episodio che hanno interfacciato è quello dell’arrivo dell’oro americano nel continente
europeo.

LA PRIMA GLOBALIZZAZIONE: LA PRATICA BATTE LA TEORIA

1807 - il Parlamento inglese abolisce la tratta degli schiavi, a larghissima maggioranza.

1834 – il Parlamento inglese abolisce la schiavitù in tutto l’Impero britannico

Su questa base di uguaglianza dei diritti è nato il contesto teorico della globalizzazione.

Le grandi vie di comunicazione mondiale rendono possibile il commercio globale

Gli inglesi si accorgono di possedere la marina più grande del mondo in un mondo dominato dall’acqua.

• 1814 – gli olandesi cedono agli inglesi la Colonia del Capo (compresa Capetown)
• 1824 – gli inglesi fondano la città di Singapore, nello stretto di Malacca.
• 1839 – Aden passa sotto amministrazione britannica.
• Guerra dell’Oppio, tra Regno Unito e Cina; gli inglesi fanno la guerra ai cinesi per commerciare la droga.
Gli inglesi occupano l’isola di Hong Kong.
• 1859- 1869 costruzione Canale di Suez.
• Verso la fine degli anni ’80 il mondo era coperto da una rete telegrafica completa, si poteva parlare per
tutto il mondo con il telegrafo. Si determina il completamento della rete telegrafica mondiale sotto il
controllo britannico.

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La supremazia della piazza di Londra rende possibile il circuito finanziario mondiale; tutto si concentra nella
piazza di Londra. Diventa possibile effettuare investimenti di carattere mondiale. I soldi cominciano a girare
sottoforma di ordini di spostare da un conto all’altro un certo ammontare di denaro.

IL SISTEMA GLOBALE DI META’ OTTOCENTO

Le navi mercantili – protette dalla marina britannica – trasportano materie prime da ogni parte del mondo
alla Gran Bretagna. Es. il cotone indiano viene mandato a Manchester dove è lavorato e i filati e tessuti che
ne risultano sono riesportati in India. Solo al tempo della Prima guerra mondiale gli indiani cominciano a fare
industria.

Le ferrovie permettono di avvicinare alle città le lavorazioni di beni di consumo che si consumano nelle città
(industria alimentare). Ferrovie transamericane, ferrovia transiberiana, ecc.. nella II parte del secolo. Le
ferrovie possono servire per portare grandi masse di materie prime (carbone, metalli e così via). Esistono
ferrovie di lunga distanza e di breve distanza (tramvie) la metropolitana di Londra nasce nel 1860 e questo
favorisce la nascita di quartieri operai.

L’illuminazione a gas cambia completamente la vita delle città.

L’elettricità all’inizio serve soprattutto per le comunicazioni telegrafiche, questo rende possibile, tra l’altro,
un mercato finanziario mondiale pressoché istantaneo (i movimenti dei capitali sono sostanzialmente liberi
e per i principali paesi del mondo).

INNOVAZIONI DI FINE OTTOCENTO

Questo diede vita a due ondate innovative:

• dopo la rivoluzione delle ferrovie e quella delle strade (con una forma primitiva di asfalto), a partire dagli
anni ’40
• alla fine del secolo, si verifica un’esplosione dei mezzi di trasporto (automobile, motocicletta e bicicletta,
anni 1880-90; aeroplano 1903).

L’EVOLUZIONE DEL PENSIERO ECONOMICO CLASSICO

Adam Smith, un olandese. Il quale scrive due libri fondamentali: “Teoria dei sentimenti morali” (1759) e “La
ricchezza delle nazioni” (1776).

• Solidarietà e interesse personale


• Vantaggi del commercio internazionale
• Sua frase celebre “meglio fare commercio che fare la guerra”

Vi sono 50 anni di guerra e dopo Waterloo gli inglesi diventano sovrani del mondo.

David Ricardo: “Principi di economia politica” (1817)

• Introduce concetti di manualità e profitto


• Introduzione del fatto della categoria dei lavoratori
• Suddivisione del valore dei prodotti tra salari, profitti e rendite
• Caduta tendenziale del profitto a favore della rendita e dei salari

John Stuart Mill: “Economia politica” (1848)


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• Commercio come vantaggio materiale
• Commercio come garanzia di pace
• Commercio come interazione tra gli individui -> importante l’incontro tra culture diverse, quindi il
commercio era il modo in cui le persone interagivano tra di loro

MARX E SCHUMPETER: LA GLOBALIZZAZIONE VISTA DALL’ESTERNO

Karl Marx: “Manifesto del Partito Comunista” (con F. Engels) (1848)

• Tratta di modi di produzione pre-capitalsitici (feudalismo ecc.., fedeltà personale)


• La borghesia introduce un nuovo metodo di produzione e si verifica una distruzione dei modi precedenti
• Nascita del proletariato e del conseguente sfruttamento
• Rivoluzione (“proletari di tutto il mondo unitevi”)
• Si apre la fase del comunismo

J. Schumpeter: “Teoria dello sviluppo economico” (1912) e “Capitalismo, socialismo e democrazia” (1942)

Vi è una società caratterizzata da onde lunghe (età del vapore e industria tessile, acciaio e ferrovie, elettricità,
chimica, meccanica e così via).

Questa evoluzione ha favorito la nascita di nuove tecnologie, nuovi metodi di produzione e una nuova
distribuzione dei redditi.

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Ci si trova con questi sviluppi che trova la premessa in un mondo che forse non esiste più.

28/04/2021

Facciamo riferimento all’ottavo capitolo del Toninelli.

Oggi parliamo del terzo balzo tecnologico posizionato a cavallo della Seconda guerra mondiale e il quarto in
cui siamo immersi oggi. Vedremo poi un altro punto importante che nel libro di Toninelli non è presente: i
grandi mutamenti politici ideologici avvenuti nel tempo che sono stati fondamentali per avviare le varie fasi
di industrializzazione susseguite negli anni. Grande economista Sergio Ricossa, con visione di grande respiro
affrontava spesosi i rapporti tra economia, politica e società.

Terzo balzo tecnologico

Rapporto consolidato tra tecnologica ed economia, enfatizzato dalla società odierna. Balzo fino agli anni 70.
Tutti gli stati hanno investito enormi risorse per produrre strumenti bellici e per far ciò hanno dato una forte
spinta alla ricerca tecnologica.

- Uno dei settori che ha avuto grande sviluppo è stato l’elettronica che attorno al 1940 era in una
fase iniziale ma sono stati fatti investimenti per cercare di produrre strumenti per finalità
belliche. In quegli anni è nato il radar che serviva per individuare navi e aerei, prima di allora ci si
basava su cannocchiali. Ma anche un altro strumento fu il sonar che serviva ad individuare con
impulsi elettronici i sottomarini. Furono fatti dei primi progressi che finita la guerra proseguirono
e in questo ambito nel 1946 negli USA, l’università di Pennsylvania costruì il primo calcolatore
elettronico, con dimensione enormi. Calcolatore chiamato Eniac e avviò la serie dei calcolatori
elettronici. Perché non erano ancora dotati di circuiti ma avevano valvole che erano presenti
anche in vecchie tv o radio e queste valvole richiedevano molto posto. Di qui ne si susseguono
via via degli altri prodotti da società provati, 1960 almeno quattro sono le società che producono
calcolatori: IBM, Univac, Siemens e Olivetti. Nel 1957 collegandoci con università di Pisa
costruisce il primo calcolatore della serie Elea 9001 ed era di grandi dimensioni (basato su
impiego di valvole di grandi dimensioni). Italia riusciva grade ad adriano Olivetti a porsi tra i primi
costruttori di primi calcolatori. 1960 adriano muore e dopo 3 anni le vicende dell’aziende
cominciano a decadere. Roberto il figlio non aveva grande capacità come il padre. Prevale una
linea che valorizzava un settore di elettromeccanica penalizzando settore elettronico perché i
nuovi attori entrati nel Cda non credevano nel futuro dei calcolatori. Obbligano la Olivetti a
cedere la sua divisione alla General Electric. Qualche anno dopo, 1977, Olivetti he continuava
essere in difficoltà, venne ceduta sia da parte della famiglia Olivetta sia da parte delle società
coordinate da Mediobanca a Carlo Debenedetti, focalizzandosi nel settore dei personal computer
fino a quando questo settore 20 anni dopo entrò in difficoltà, fino a quando Debenedetti decise
di entrare nel settore della telefonia.
- Settore delle telecomunicazioni cresciuto molto durante la Seconda guerra mondiale. Questi
sforzi emergono nel secondo dopo guerra quando si darà vita al nuovo settore della televisione
e al settore della telefonia. Settore della televisione fu affidato a Eiar (ente italiano audizione
radio) mentre la telefonia fu affidata in gran parte alla Sip (società idroelettrica Piemonte) la
quale creò delle società sub concessionarie. Sia la radio, la tv e la telefonia avevano sede a Torino.
Purtroppo gli sviluppi successivi hanno portato il trasferimento gran parte a Roma.
55
- L’altro settore importante è stato quello delle fibre sintetiche. A fine 800 inizio 900 si erano
sviluppate molto le fibre artificiale abbiamo trattato della viscosa. In questo balzo le fibre
sintetiche sono sempre legate al settore tessile ma nascono dalla lavorazione e distillazione del
petrolio. Il petrolio assume ruolo importante nel secondo dopo guerra, nasce l’Eni e con la nascita
del settore petrolifero nasce anche il settore petrolchimico. Società chimica del paese era la
Montecatini. Giulio Natta inventò il pvc (la plastica), da allora il settore plastico ha avuto grande
diffusione talvolta eccessiva. Dal settore fibre sintetiche nascono i famosi poliesteri (filati
sintetici) i quali andarono a sostituire i filati artificiali e così la viscosa. Anni 70, 80 vediamo la
caduta della viscosa.
- Poi vi è il settore nucleare affiliato ai fini civili. L’Italia cercò di entrare in questo settore, viene
creata una grande società consortile, Eni e poi la Sip in Piemonte, l’Ansaldo di Genova, per
cercare di sviluppare gli studi in questo settore. Anni 70 si progettarono delle centrali nucleari e
successivamente bloccate a causa del referendum a sfavore delle centrali nucleari. Ed infine un
settore importante che era nato anch’esso durante la guerra in quanto erano state effettuate
importanti ricerche nel settore metallurgico per alleggerire peso aerei e corazze dei carrarmati.
Ci si incomincia ad interessare dello spazio e così si puntò a lanciare dei satelliti che gravitassero
intorno alla terra. La spuntarono per primi i russi e nel 1957 iniziarono ad inviare il primo satellite
Sputnik. Questo satellite provocò molto gli americani che si sentirono messi da parte. Così
investirono molto risorse nella ricerca e nel 1969 riuscirono a mandare l’Apollo 11 sulla luna e i
primi due uomini sbarcarono sulla luna. Con questi settori si conclude questo terzo balzo che
traeva la sua origine dalle grandi ricerche ed investimenti fatti furante la Seconda guerra
mondiale. Anni 70 e 80 furono grandi travagliati per i paesi occidentali provocando la
diminuzione degli investimenti. Investimenti che ripresero a metà anni 80 quando andò a
configurarsi il quarto balzo tecnologico all’interno del quale siamo ancora collocati.

Quarto balzo tecnologico

Le innovazioni di questo periodo sono state rilevanti.

- Processo di digitalizzazione: dati che fino ad allora venivano trasferiti in maniera analogica si è
iniziato a trasferirli in maniera digitale. ICT, information communication Technologies che tocca
il settore dell’elettronica, delle comunicazioni e ha dato vita al nuovo settore della
comunicazione via internet. Ha stimolato anche innovazioni rilevanti nella produzione
industriale.
- Settore della smart factory o dei sistemi avanzati di produzioni che ha portato all’automazione
dei processi e alla robotica avanzata. Questo settore è anche detto dell’industria 4.0. La sigla 4.0
fa riferimento al quarto balzo tecnologico.
- Tecnologie informatiche cloud con l’archiviazione dei dati che non avviene più all’interno dei pc
ma vengono archiviati presso server esterni. Stanno nascendo dei sistemi informatici aperti
soprattutto nei sistemi bancari facendo si che la banca diventi un tramite nel trasferimento e
transazioni.
- Settore della big data analisi: analisi di grandi dati archiviati.
- Sta nascendo il settore delle startup, aziende di piccole medie dimensioni che sperimentano
innovazioni.
- Settore della didattica digitale, ancora non si sa dove si andrà.

Fattori politici e culturali (non presente sul libro di Toninelli)


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Fattori politici e culturali che hanno avuto grande rilievo nel determinare e far crescere lo sviluppo. Grande
importanza strategica dei fattori politici e culture nel determinare lo sviluppo economico. La storia
dell’industria parte dall’Inghilterra. Nel 600 in Inghilterra, sul trono nella parte meridionale si insediarono nel
1603 gli Stuart, i quali non erano ben voluti dalla prolazione inglese, erano di origine scozzese e quindi
portatore di valori molto diversi da quelli inglesi. La scozia era governata ancora secondo criteri antichi, non
vi era vita parlamentare come in Inghilterra. Poi gli inglesi a sud erano di gran parte di religione riformata
aderendo alla riforma di Enrico ottavo Tudor e a nord erano cattolici. Già subito dopo qualche anno iniziano
ad essere delle dimostrazioni vs regnanti che portano nel 1642 ad uno scoppio di una sanguinosa rivolta degli
inglesi vs sovrano e classe dirigente. Carlo primo viene ucciso e gli subentra Oliviero Cromwell, il quale per
15 anni governa l’Inghilterra con il titolo di Lord protettore. Egli varò grandi riforme a favore della borghesia
mercantile. Periodo di notevoli riforme. Cromwell morirà e gli succederà il figlio incapace a cui subentreranno
i sovrani. Ennesime rivoluzioni, ma pacifiche che portarono all’allontanamento del sovrano. Maria seconda
succedette al padre, gruppo dirigente della rivoluzione impone a Maria seconda il Bill of rights. Stretta
correlazione tra politica ed economica. Aprendo il discorso più in generale alla cultura: il bill of right nasce
nell’ambito alla cultura illuministica che stava prendendo piede in Inghilterra, franca ed Olanda. Stretto
rapporto tra cultura politica ed economica. L’illuminismo di quel periodo era una cultura molto connotata.
Una delle espressioni di questo periodo Cartesio, dette una sistemazione alla razionalità dell’epoca definendo
rapporto uomo-natura in modo diverso da quello concepito all’ora. Concetto della natura da conquistare.
Alla natura immutabile aristotelica si sostituisce un’idea di natura in trasformazione che si diffonde con
l’illuminismo che porterà alla rivoluzione pacifica nel 1689 in Inghilterra e 1789 alla Rivoluzione francese o
alla ribellione degli americani con gli inglesi. Rapporto stretto tra sviluppo economico, politico e culturale.
Tutti i cambiamenti economici che ci saranno avranno anche una connotazione politica. Andando avanti col
bill of rights, avremo la dichiarazione di indipendenza nel 1776 deli americani e la costituzione promulgata
avrà nuovi contenuti filosofici ed economici determinati da una ribellione politica. Proclamazione del secondo
Reich nella reggia di Versailles nel 1871, fatto politico militare che avvia lo sviluppo industriale. In Italia non
avremo dei fatti pregnanti come rivoluzioni ma avremo un personaggio come Giolitti che seppe collegare le
istanze della borghesia emergente con la classe operaia collegando la sua proposta con i collaboratori riuscì
a favorire il processo di industrializzazione attuando delle riforme. Ancora in Italia abbiamo avuto negli anni
del miracolo economico anni 50 e 60 il decollo economico si viene a formare una classe dirigente che sarà in
grado di favorire lo sviluppo economico attraverso collegamenti di classi dirigenti di altri paesi come la Francia
e gli Usa in grado di recepire i nuovi orizzonti dell’economia. Per l’Italia sia l’esperienza Giolittiana e del
secondo dopo guerra di De Gasperi, abbiamo avuto politici portatori di idee nuovi importanti per la crescita
economica del nostro paese.

In Russia successiva al 17, paese profondamente agricolo, poté avere il suo balzo industriale attraverso fasi
della pianificazione solo grazie alla rivoluzione politica del 17.

Cina, nel 49 si è attuata rivoluzione comunista si ebbe inizio di un balzo dal punto di vista economico che fu
rivoluzionata nel 1969 da Mao Tze Dong il quale cercò di eliminare i blocchi di potere creati nel partito
comunista rilanciando la politica e con essa l’economica.

Attraverso l’esamina storica si può sostenere che grandi balzi economici che ci sono stati nella storia hanno
avuti tuti come premesse delle radicali trasformazioni in campo politico e culturali che hanno assunto forme
diverse, talvolta delle rivoluzioni violente talvolta in forma più pacifica però non meno radicali come
l’esperienza italiana durante Giolitti ed esperienza de miracolo economico successivamente alla Seconda
guerra mondiale.

57
Concezione ideologica dello stato.

Nella concezione liberale e liberista lo Stato è presente ma in termini meramente legislativo. Dalla parte
opposta il fascismo aveva dello stato una concezione etica: lo stato era un ente al di sopra di tutte le istituzioni
e aveva il compito non solo di stabilire gli indirizzi ma anche di intervenire direttamente. Stato aveva un ruolo
importante di dovere nelle manifestazioni. Un ruolo analogo è presente nel comunismo presente in Cina in
cui lo stato non ha il ruolo etico, ma il ruolo etico lo ha il partito, mantenere un carattere autoritario che si
traduce in decisioni prese dall’altro che reprimono le forme di base che in un ambito liberale e liberista
cercano di essere valorizzate. Notevole diversità sia nella concezione che nella presenza dello stato nella vita
economica. Le società di ispirazione comunista hanno marcate connotazioni autoritarie.

12/05/2021

Rapporto tra stato e mercato

Attività bancaria era sostanzialmente libera, mentre le attività produttive erano svolte nell’ambito delle
corporazioni che vigilavano sullo svolgimento dell’attività artigiana, nomina e scelta dei responsabili delle
botteghe artigiani, attività di assistenza dei lavoratori e avevano anche un certo peso politico. La politica era
condizionata anche da un peso delle corporazioni.

Nel 500-600, non tanto in Italia perché era in difficoltà a causa delle occupazioni, si sviluppo un modello di
economia detta economia mercantilistica che si fondava su grandi commerci internazionali attuati dai
mercanti che organizzavano le grandi spedizioni ma anche dalle compagnie colonie nate sottoforma
societaria o mutualistica da parte dei mercanti. In questi mercati erano presenti le corporazioni che vennero
messero da parte in Inghilterra con il BoR. Il quale aprì un’altra via sullo svolgimento delle attività. Lo stato
all’interno del mondo mercantilistico venne ad assumere più poteri rispetto allo stato medievale. Si passava
dall’uso di lance all’uso di primi fucili di polvere nera, anche la stessa polvere nera doveva essere fabbricata
in questi stabilimenti. Ciò succedeva in Inghilterra, nel Ducato di Savoia, nel 1580 fu fondato a Torino il primo
arsenale militare. Lo stato da grande importanza agli equilibri monetari e fiscali, periodo dal 600 di grande
inflazione a causa di oro e argento proveniente da africa e America. Si cerca più possibile di mantenere una
certa stabilità monetaria. Forte presenza stato: Inghilterra, Francia e olanda e qualche stato italiano: lo stato
di savoia, rep di Genova, la rep di Venezia e lo stato toscano.

Visto che in Inghilterra si stava sviluppando questa ricca economia commerciale che ha dato visto a quella
agricola e in campo manifatturiero, la Francia di re sole, un suo ministro Colbert aveva ideato politica
economica che vedeva presenza massiccia dello stato nell’econo0mia anche finanziando le manifatture, le
quali dovevano fronteggiare la concorrenza inglese (con la prodizione in larga scala faceva si che i prezzi
fossero al ribasso). In Francia in campo economica presenza dello stato sempre più significativa. Los tesso
avverrà anche nel ducato di Savoia perché si ispirava ai modelli francesi.

In Inghilterra: con la fine del 600 e 700 il mercantilismo via via evolve, si liberalizza trasferendosi in quello
che è il modello tipico della politica economica inglese: il liberismo. Ruolo stato è sempre più ridotto e prevale
l’imprenditore privato. Abbiamo visto il cotone, l’acciaio tutto he viene al di fuori delle corporazioni. Modello
liberista che diventa modello di successo che permette di produrre beni in grande quantità, distribuirli e
aumentare reddito dei lavori.

In tutto il mondo occidentale si diffonderà poi nel secolo successivo il liberismo e andrà sempre più a
restringersi il vecchio modello mercantilistico nel quale era predominante il ruolo dello stato.

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Piano piano con la riv francese e caduta di napoleone scompare anche in Francia il ruolo dello stato.

Rimarrà un po’ più a lungo in Germania.

A partire dal regno di Sardegna, Carlo Alberto nel 48 concesse la costituzione e cominciò anche in itala a
formarsi economia liberista.

In Europa nel corso dell’800 si diffonde il modello liberista. Fu esaltato dagli economisti della scuola classica,
criticato da Marx, (vedi di Deaglio).

Questo modello attraversò anche la fine dell’800 e inizio 900 e andò avanti fino a quando nel 29 scoppiò
grande crisi. Si capì che questo modello capitalistico di tipo liberista aveva un grande limite sottolineato da
Marx e Jean Baptiste Say i quali avevano evidenziato che il meccanismo di crescita liberista era orientato alla
crisi perché mancava al suo interno un equilibrio tra offerta globale e domanda globale, e vi era in particolare
una carenza di domanda globale (domanda aggregata). Keynes, nel suo volume la teoria generale della
moneta e dello sviluppo sottolinea questi limiti del capitalismo liberale. Per rimettere in equilibrio il sistema
occorreva che lo stato intervenisse attraverso significative iniezioni di spesa pubblica. Secondo varie ideologie
gli stati del mondo occidentali si mossero in questa direzione, ispirandosi a Keynes che per merito del
presidente Roosevelt tra il 32 e 34 lanciarono il New Deals: lancio di un grande programma di interventi
pubblici di economia, finanziando costruzione di ferrovie, autostrade, spesa bellica, mettendo in economia
in grado di essere più concorrenziale facendo si che le banche si specializzassero. Iniziative del genere
vengono prese in modo più morbido in Inghilterra. Vengono riprese anche in Italia che si ispirava ai principi
di una economia corporativa che prevedevano una maggiore presenza dello stato. Tutto ciò avvenne con la
creazione dell’Iri e nazionalizzazione del settore creditizio.

In Francia si parla di Keynes e in Germania che nel 33 divenne cancelliere Hitler che importa una politica di
riarmo, ovvero un innalzamento spesa pubblica.

Queste politiche vennero avviate negli anni 30. L’economia keynesiana si diffuse ampiamente anche in
Germania e Italia le sconfitte della 2 WW.

Modello keynesiano fu modello che ebbe grandi esiti dal punto di vista crescita economia e sviluppo ma con
un limite: la dilatazione spesa pubblica che emerse in maniera significativa soprattutto in USA, avente bilanci
e bilancia dei pagamenti in rosso. Quando negli anni 70 vi fu un’altra crisi, USA e altri paesi ebbero difficoltà
ad intervenire in modo ampio per varare gli effetti.

Dopo qualche anno, fu abbandonata la teoria keynesiana degli aiuti di stato. Si sviluppo la teoria monetarista
sviluppata dall’Università di Chicago e dal professore Milton Friedman. Prese sempre pii corpora negli anni
80 di questa teoria monetarista. Bisognava invece di sostenere domanda aggregata, soprattutto offerta
aggregata (la produzione dei beni) attraverso una politica di tipo monetario, allargando la disponibilità di
moneta che vi era nel sistema (ciò che chiamiamo oggi la liquidità).

Entriamo in questa fase monetarista: attenzione alla domanda aggregata però era subordinata all’attenzione
dell’offerta aggregata e allo sviluppo della moneta e liquidità. Fino al 71 vi erano accordi di Bretton Woods
che legavano l’emissione di valuta alla quantità di oro, pertanto questo non poteva essere messa in atto
prima. Quando salta gli stati poterono emettere maggiori quantità di moneta e liquidità senza alcun vincolo.

Il messaggio tocca tuti gli stati, cercando di non eccedere con l’emissione.

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A partire metà anni 80 fino a crisi del 200 7 in Usa e 2008 in Italia e altri stati europei, quando si capì che si
era messa in circolazione troppa liquidità e che quindi questo meccanismo non vale più. Dal 2007-2008,
incominciano di muovo ad emergere le politiche di Keynes in versione nuova detta post-Keynesiana in cui vi
è maggiore attenzione alla spesa pubblica e ai deficit di bilancio e all’interno di questo quadro sta emergendo
sempre più il ritorno dello stato nella gestione della vita economica. I segnali sono molto chiari.

Novità rispetto al passato: maggiore presenza delle istituzioni della società civile. Istituzioni che fanno
riferimento al no profit e al terzo settore che stanno entrando sempre più nella vita economica e rispetto al
modello Keynesiano classico degli anni 30 (che ha permesso il superamento della grande crisi), i soggetti
presenti sono diventati 3: lo stato, le imprese private e il mercato e il terzo settore.

13/05/2021

Rapporto tra religione e sviluppo economico

Tema che sta ritornando

Rapporto tra religione e credito. Ruolo delle chiese nell’economia.

La crisi 2007 e 2008 e l’avvento pandemia hanno messo in discussione questo visone un po’ consolidata
dell’economia e finanza come in grado di risolvere tutti i problemi. Sta riemergendo nella collettività i temi
della comunità, sviluppo con un ritorno alla riflessione religiosa e cristiana.

Dopo concilio vaticano 2 negli anni 60 promosso da papa Roncalli, anche le chiese riformate stanno subendo
una profonda trasformazione, perdendo il senso di occupazione del potere accanto alle classi dirigenti e
stanno diventando sempre più chiese di base, sempre più vicino al popolo riprendendo la loro configurazione
iniziale dopo a venuta di Gesù.

Sta cambiando la fisionomia delle chiese sia di quelle cattoliche che riformate. Libro consigliato dal prof:
Barro Robert, Rachele Mac Raklerey, la ricchezza delle religioni. L’economia della fede e delle religioni.

Questa questione nasce introno al 33 dc quando Gesù in Palestina viene condannato, portato sul calvario,
crocifisso e stranamente risorge. I vangeli descrivono questi aspetti della risurrezione. Dopo alcuni gg
compare ai suoi discepoli. Incominciano a pensare che quanto lui aveva detto riguardante il rapporto con dio
fosse vero e nascono così le prime comunità cristiane. Pietro discepolo più affezionato a Gesù e paolo che si
converte, grazie a questi due si diffonde molto in tutto l’Impero romano e a Roma. Attorno al 200 dc, l’impero
cominciava ad avere dei travagli profondi sia dal punto di vista della gestione del potere sia dal punto di vista
dell’ideologia. Stavano arrivando molte proposte all’oriente di divinità sostitutive. Il cristianesimo arriva
insieme a queste proposte ma mentre le altre pian piano decadranno la proposta cristiana diventa sempre
più pregnante. L’imprenditore di quel periodo dovettero contenere il diffondersi del cristianesimo attraverso
l’uccisione dei cristiani. Persecuzione molto forte che durerà per 100-150 anni. Fino a quando un imperatore
romano, Costantino, propose al mondo romano che il cristianesimo diventasse religione ufficiale. Costantino
riuscì a sconfiggere Massenzio (il suo rivale) dopo aver pregato, 313 dc, ecco il perché di questa decisione,
editto di Milano.

Iniziano grandi problemi, prima i cristiani venivano uccisi ora potevano esercitare i loro culti e potevano
essere chiamati dall’impero per ricoprire qualche carica importante. Così si aprono ampi dibattiti che
andranno avanti per secoli, andando a costituite il primo nucleo della riflessione teologica: la patristica.

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Nucleo che va avanti dal 200 fino al 1000. Uno di più grandi studiosi di questo corpus è stato Michele
Pellegrino, che è stato anche nominato anche vescovo di Torino.

Arrivano le invasioni barbariche, ostrogoti occupano Roma nel 402 dc, dissoluzione dell’impero, un tronco
diventa impero d’oriente fino a quando Costantinopoli fu occupata dai Turchi ottomani e così il cristianesimo
andò a perdersi pian piano ci si converte all’islam.

In occidente, l’occupazione dei barbari a partire dal 402 dissolse completamente l’impero, la chiesa cristiana
fu l’unica realtà che mantenne qualche forma di aggregazione. Il suo prestigio divenne pressoché totale
essendo l’unica società che mantenne coesione all’interno dell’Impero romano d’occidente. Tutto ciò fino
all’800 quando con la venuta di Carlo magno, i franchi occupano pian piano anche l’Italia settentrionale e la
Francia meridionale e Carlo magno costituite il sacro romano impero e proclamato nel 800 dal papa. Sacro
perché Carlo magno crea questo impero su base cristiana. Cristianesimo come strumento di coesione dello
stato.

Carlo magno per cercare di dare coesione spirituale, morale e ideologia all’impero crea scuole di teologia che
vennero distribuite nell’impero, c’è ne fu una a Milano e la teologia che elaborata prese il nome della
scolastica. La scolastica a partire dall’800 va a sostituire la patristica. La scolastica è più compatta rispetto alla
patristica che è più basata sul dibattito.

Opposizione all’interno di questo irrigidimento che trova la base nelle abazie benedettine. Quando le
invasioni barbariche soprattutto per opera dei Longobardi che si insediano in Italia tra 600 e 700 e cessano
scorrerie tra vari gruppi barbarici provenienti da oriente, sorge il problema di rimettere in funzione tutta
l’attività agricola che con la caduta del mondo romano si era dissolta. Si incomincia a riprendere il lavoro
delle terre intorno al castello in cui il signore vigila sul funzionamento e offre protezione. La spinta però non
è sufficiente e da allora compare e si diffuse la proposta di San benedetto che nel 500 aveva fondato dei
monasteri dedicati alla preghiera (il monastero di Norcia e di Montecassino), dall’esperienza di Norcia e
Montecassino nascono altre esperienze che si diffondono sul territorio a questi monaci che uniscono alla
preghiera e al lavoro agricolo. Nasceranno in tutto l’occidente decine di abazie benedettine basate su
preghiera e attività di ripristino dell’agricoltura. Molte abazie tra cui quella a Leri nel vercellese che rilanciò
produzione del riso. Movimento abaziale che rimetterà a cultura quadi tutta l’Europa dopo invasioni
barbariche e continueranno quadi tutte fino alla Rivoluzione francese e al tempo di Napoleone quando
napoleone le abolirà totalmente e vendendo le terre per finanziare le campagne militari.

Il sacro romano impero riparte con scopo di rimettere a coltura le terre. Fatta dai signori feudali che usano i
servi della gleba, ma ruolo importante è ricoperto dalle abazie che permettono rilancio dell’agricoltura.

Impero carolingio va avanti per molti secoli fino a quando vi furono sgretolamenti, tra cui in Italia perché si
formeranno due centri di poteri alternativi: uno delle repubbliche marinare dove vi è una forte presenza di
commercio navale che non riconosce più il potere dell’impero perché voleva dire pagare tasse all’imperatore
e dare soldi alla Germania.

Nella pianura padana si specializzano città nella lavorazione dei panni lana, anche qui si formano delle
borghesie mercantili che sempre più sono insofferenti al pagamento delle imposte all’imperatore tedesco,
abbiamo la toscana, prato, Mantova e piacenza fino a lambire la città di Milano dove queste città che si
oppongono all’imperatore tedesco danno vita alla lega lombarda che sconfiggerà Federico barbarossa che
era sceso dalla Germania per riportare ordine e sottomissione.

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Città che acquisiscono sempre più un’autonomia commerciale e politica e avranno peso rilevante. Si
sviluppano sempre più le Fiere della champagne dove più paesi si incontrano per commerciare prodotti.

A ciò si affiancavano sempre più la figura dei banchieri che scambiavano monete d’oro e d’argento che
arrivavano da mercanti che avevano venduto le loro merci. Attività complessa nel riconoscere le monete per
far si che lo scambio fosse equo. Nasce questa categoria di banchieri che diventa sempre più potente,
nascono le famose lettere di cambio. Questi mercanti erano all’inizio di religione cristiana e questi danno vita
ad una diaspora e un numero rilevante si insedia nelle città italiane. Ci sarà una seconda diaspora ebraica nel
1300-1400 per opera della cacciata dei sovrani spagnoli. I banchieri ebraici affiancarono quelli cristiani. La
teologia che venne emergente nel medioevo successivo a quella scolastica elaborata da Tommaso d’Acquino
dando vita al Tomismo fondata dalla Summa Teologica, il quale vietava che il prestito fosse gravato da un
tasso di interesse. Questo perché la ricchezza allora avveniva ancora grazie all’agricoltura e quindi la ricchezza
non era molta. Si aprirà ampia discussione sull’applicazione dei tassi di interesse ai prestiti.

All’interno della chiesa cattolica che era divisa da una parte più vicino al popolo all’interno del quale si
sviluppa il movimento di Francesco D’Assisi che cercò di promuovere la povertà capendo che occorre
l’individuazione di uno strumento creditizio che possa consentire un prestito ai poveri senza tasso di
interesse. Dei suoi successori alla metà del 400 elaborano i monti di pietà: istituzioni dotata da un certo
capitale che proveniva o da dei lasciti dei nobili o dalle comunità locali, e questo capitale serviva ad effettuare
dei prestiti a chi ne avesse bisogno richiedendo però dei beni a garanzia, senza applicazione di interessi a
differenza dei banchieri ebraici.

1462, primo monte di pietà in toscana a Perugia, ad oggi non vi è più. Dieci anni dopo nasce quello a Siena
che vi è ancora oggi con il nome di monte dei paschi di Siena. Monte di pietà che nacque a Torino nel 1579 è
arrivato fino ad oggi con Intesa San Paolo.

In tutte le principali cittadine lombarde e venete nascono i Monti di pietà per prestare denaro ai poveri. I più
poveri ancora erano assistiti dalla carità religiose. La compagnia di San paolo dette vita all’Ufficio Pio che si
interessava di erogare la carità alle classi più indigenti della società che arrivano dalle azioni dell’intesa san
Paolo.

Nel medioevo e in età moderna, le attività creditizie venivano svolte in gran parte dai monti di pietà e dei
banchieri privati molti dei quali erano di organi ebraica. I monti di pietà diventano sempre più flessibili
facendo prestiti alle classi dei ceti medi e più ricchi, grazie al censo. Censo era un prestito che si faceva ad
una persona ricca e questo dava a garanzia un bene immobile e si impegnava a dare la somma ricevuta
attraverso il pagamento di rate, rate che erano gravate da tasso di interesse. I monti di pietà si trasformano
in banche più strutturate, ma attraverso a questa trasformazione riescono a sopravvivere tutto l’800. Sono
istituzioni creditizie molto flessibili che svolgono all’inizio un ruolo alle classi più povere e poi a quelle più
ricche.

Scena italiana: da un lato i Monti di pietà e a lato i banchieri ebraici che dovevano pagare una tassa al sovrano

In Inghilterra negli anni della rivoluzione industriale l’attività bancaria era attuata da banchieri privati che
prestavano denaro applicando tasso di interesse e appartenevano al ceto dei Wighs e avevano aderito alla
riforma attuata da Enrico 8 che aveva portato allo scisma della chiesa di Inghilterra dalla chiesa cattolica.
Whigs che vedevano il profitto come qualcosa di lecito a differenza di quanto previsto dalla chiesa cattolica.
Motivi economici e personali molto cogenti che portarono Enrico 8 allo scisma.

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1694: banca di Inghilterra, la quale effettuò dei prestiti all’erario, e per effettuare questi prestiti emise per la
prima volta dei biglietti di banca, non più sottoforma di banconota ma sottoforma di carta moneta. Storia
nuova della moneta che fino a quel momento aveva assunto la forma di moneta d’oro, d’argento e rame e
da questo momento nasce la forma della carta moneta e ad oggi inizia a dare qualche segnale di debolezza.
La banca di Inghilterra nasce con il principio che la realizzazione di profitto era qualcosa di moralmente
accettabile anzi auspicata.

Da quel momento con sviluppo rivoluzione industriale le banche avranno grande successo perché prestavano
denaro dapprima per attività di tipo commerciale ad imprenditori e poi cominciarono a fare investimenti di
tipo mobiliare a sostegno della crescita dell’industria e del commercio. Ci si rese conto che questo
meccanismo aveva lati deboli: imprenditori privati che non erano soggetti al controllo di nessuno ogni tanto
coglievano dei depositi e scappavano col bottino del denaro raccolto e i risparmiatori si trovarono
depauperati. Nacque così il movimento che portò alla nascita delle casse di risparmio: istituzioni che
nascevano a alto o del comune o parrocchia, per raccogliere risparmi e custodirli con la massima garanzia
data dal comune o parrocchia.

Casse di risparmio che ebbero molto successo da parte dei ceti più deboli che davano i risparmi a queste
istituzioni. Questo movimento delle casse di risparmio si diffonderà in Europa, sia in Francia, in Germania e
anche in Italia che portò alla nascita nel 1823 alla cassa di risparmio di Milano che cambiò denominazione in
Cassa di risparmio delle province lombarde. Da noi a Torino nacque nel 1827 la cassa di risparmio di Torino,
che nella recente riforma amato è stato protagonista per la nascita di Unicredit.

L’Inghilterra esisteva già all’inizio del 600 a Londra nella borsa per lo scambio delle merci. Una persona aveva
acquistato dagli USA una certa quantità di cotone e che non serviva, decideva di venderle ed era nata una
sorta di sala e cercava qualcuno a cui venderla, facciamo riferimento alla Royal Exchange. Pian piano questo
Royal Exchange inizia a trattare anche valori che potevano essere azioni, obbligazioni e lettere di cambio.
Incomincia a diffondersi l’attività di tipo borsistico. La borsa valori aveva un parquet e da quel momento si
uso la denominazione ‘ io vado al parquet a scambaire’ per indicare che si andasse alla borsa.

Sistema bancario totalmente diverso rispetto a quello italiano fondato sui monti di pietà, in Inghilterra il
sistema era orientato alla realizzazione di profitti. Questo sistema anglosassone si diffonderà col diffondersi
dell’industria e diventerà col tempo prevalente. Col diffondersi del liberismo economico questo trascina con
sé anche la diffusione del liberismo bancario.

In Italia quando con gli anni 1830-1840 il regno di Sardegna inizia ad avvicinarsi alla Francia e Inghilterra nasce
sistema bancario basato sul modello inglese: la banca di Genova 1841 e la banca di Torino 1847. Erano due
SPA, che avevano anche la funzione di banche di emissioni, potevano emettere anche biglietti di banca
mantenendo a garanzie dei forzieri dei lingotti d’oro. Nel 1849, scoppia prima guerra di indipendenza.si entrò
in una sorta di regime forzoso: i biglietti di banca emessi non hanno più una relazione con riserve auree. Finita
la guerra l’erario doveva rimborsare enorme somma a queste due banche non ce la fece e fondò banca
pubblica del regno di Sardegna nel quale l’erario si impegnò a restituire il denaro. Nasce in Piemonte questa
banca pubblica unica banca di emissione.

In toscana nasce la banca nazionale di credito e la banca toscana di credit; nelle due Sicilie abbiamo banco di
Napoli e banco di Sicilia ed infine il banco di Roma. Dopo l’unità questo modello piemontese si diffonde in
tutto lo stato italiano, nasceranno molte banche. 1883 grande crisi bancarie perché molte banche si erano
impegnate a sostenere lo sviluppo edilizio privato di Roma, ma questo sviluppo delle case si fermò. Vi è una
forte spinta a costruire ma quando si costruisce troppo non vi sono più acquirenti. Il governo varò nel 1893
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una legge bancaria da Giolitti. Il quale diede un assetto bancario, viene individuata una banca generale unica
e alle banche fu permesso di essere banche miste sul modello di quello tedesco. Modello che alla fine si rivelò
debole che entrò in crisi nel 29. Modello giolittiano, molto liberista che lasciava la possibilità alla banca di
effettuare molte operazioni, ma che si rivelò debole. Quando ci fu la ristrutturazione bancaria, con nascita
dell’Iri, contemporaneamente venne inserita nella legge bancaria che era quello relativo alla vigilanza
bancaria attraverso la richiesta di bilanci e ispezioni. Due erano le possibilità in caso di squilibri delle banche:
o si attuava un’amministrazione controllata, nomina di commissario con pieni poteri o procedere alla
liquidazione della banca stessa facendo intervenire banca d’Italia per coprire le perdite.

Questo sistema varato nel 36 andò bene fino a quando 50 dopo Italia dopo essere entrata nella comunità
economia europea si dovette assoggettare alle leggi approvate a livello europeo. 1887 fu approvata la
seconda direttiva che imponeva ai sistemi bancari l’adeguamento dei propri sistemi bancari a questa legge.
Questa legge andava a ricreare le banche miste: che raccoglievano a breve e prestavano a breve medio lungo
termine. Dopo lunga discussione prevalse modello tedesco e nel 1990 governo italiano abbiamo la legge
Amato-Carli che progettò riforma sistema bancario molto originale che andava a separare delle banche le
fondazioni che rimanevano proprietarie del capitale delle banche dalle banche operative che diventavano
delle Spa ed erano controllate dalle fondazioni. L’idea di amato-Carli era quello di privatizzare le banche che
erano di proprietà pubblica. Separazione tra fondazione e banche avvenne nel 1992 e nacquero 88 fondazioni
bancarie ed erano proprietarie al 100% delle banche dette conferitarie. Negli anni successivi le fondazioni
furono obbligate a vendere delle partecipazioni per renderle private. Un caso emblematico è la fondazione
San Poalo che detiene ancora oggi il 6% della banca Intesa San Paolo.

Le chiese soprattutto quella cattolica ha cambiato posizione rispetto al credito e dopo il Concilio Vaticano 2
è cambiata l’angolazione verso istituzioni bancarie ed economiche. Si chiede a queste istituzioni che siano
attente nella formulazione dei profitti e siano attente alla posizione dei lavoratori condannando le imprese
che ledono i lavoratori. Una posizione difficile da sostenere in una realtà liberista come la nostra.

ATTENZIONE: LE RIFORME BANCARIE SONO TRE


- 1893 Giolitti: accanto alla nascita della banca di Italia prevedeva la nascita anche di banche nuove
che nascevano sul modello tedesco cioè di banche miste
- 1936: Beneduce e periodo di Mussolini
- 1990: legge bancaria Amato Carni

Domande dell’appello di maggio:

- Quante e quali sono le riforme bancarie italiane?


- Descrivi il sistema monetario
- La demografia e la popolazione come cambia?
- Descrivere uno dei 4 balzi tecnologici
- La rivoluzione industriale inglese

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