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La Creatività

Guilford nel 1950 pubblica un articolo dal titolo


“Creativity” in American Psychologist dove accanto al
pensiero convergente - verticale (logico – deduttivo),
che aveva caratterizzato la ricerca scientifica del
passato, individua un pensiero divergente o laterale
meno vincolato a schemi rigidi ed in grado di produrre
molteplici alternative.
• Erich Fromm: capacità di vedere e di
rispondere.
• Rollo May: processo che porta
qualcosa di nuovo nell’esistenza.

COS’E’ LA • Kahlil Gibran: avere idee è


raccogliere fiori, pensare è fare
CREATIVITA’? ghirlande.
• Umberto Galimberti: carattere Definire la creatività è
saliente del comportamento umano,
particolarmente evidente in alcuni riduttivo
individui capaci di riconoscere, tra
pensiero ed oggetti, nuove connessioni
che portano a innovazioni e
cambiamenti.
• Donald W. Winnicott: è un
universale, appartiene al fatto di essere
vivi.
• Carl Rogers: l’espressione più piena
di quella tendenza a realizzare se stessi
e a sviluppare in modi realmente
efficaci le proprie potenzialità, che
costituisce la molla stessa dell’esistere e
della crescita psicologica.
1- il cervello automatico 3- il cervello razionale
che presiede alla localizzato essenzialmente
regolazione delle nella corteccia, che copre
Il cervello lo si può funzioni fisiologiche di 2- il cervello emozionale
le rimanenti masse
che governa le reazioni
rappresentare come base (battito cardiaco, cerebrali come un
emotive e istintive e che
l’unione di tre strati respirazione, ecc..) e che deriva dai primi
mantello ricco di scissure e
sovrapposti: abbiamo in comune con i circonvoluzioni, e
mammiferi insettivori;
rettili (da qui la costituisce una formazione
definizione “cervello tipica dei mammiferi
rettile”); superiori.
Il cervello è diviso in due emisferi, L’emisfero sinistro (detto pratico- L’emisfero destro (detto magico- Usare le potenzialità di entrambi gli
sinistro e destro, che controllano scientifico) governa le funzioni che artistico), invece, presidia l’intuizione, emisferi fornisce un mix abilità efficaci
ciascuno la metà opposta del corpo. regolano le funzioni razionali. la sensazione, le immagini.
Noi viviamo in una società che predilige le funzioni logiche
dell'emisfero sinistro (processi secondari) mentre rifiuta in larga
misura quelle qualità spontanee, intuitive ed artistiche che sono
proprie dell'emisfero destro (processi primari).
Molti anni fa, ai tempi in cui un debitore insolvente poteva essere
gettato in prigione, un mercante di Londra si trovò, per sua sfortuna,
ad avere un grosso debito con un usuraio. L’usuraio, che era vecchio e
brutto, si invaghì della bella e giovanissima figlia del mercante, e
Edward De Bono, studioso propose un affare. Disse che avrebbe condonato il debito se avesse
della creatività, negli anni ’60 avuto in cambio la ragazza. Il mercante e sua figlia rimasero inorriditi
della proposta. Perciò l’astuto usuraio propose di lasciar decidere alla
ha coniato il termine lateral Provvidenza. Disse che avrebbe messo in una borsa vuota due sassolini,
thinking, ossia pensiero uno bianco e uno nero, e che poi la fanciulla avrebbe dovuto estrarne
“laterale”, per contrapporlo uno. Se fosse uscito il sassolino nero, sarebbe diventata sua moglie e il
debito di suo padre sarebbe stato condonato. Se la fanciulla invece
all’altra forma di pensiero da avesse estratto quello bianco, sarebbe rimasta con suo padre e anche in
lui definita “verticale” (De tal caso il debito sarebbe stato rimesso. Ma se si fosse rifiutata di
Bono, 1994, 5). procedere all’estrazione, suo padre sarebbe stato gettato in prigione e
lei sarebbe morta di stenti. Il mercante, benché con riluttanza, finì con
l’acconsentire. In quel momento si trovavano in un vialetto di ghiaia
del giardino del mercante e l’usuraio si chinò a raccogliere i due
sassolini. Mentre egli sceglieva, gli occhi della fanciulla, resi ancora
più acuti dal terrore, notarono che egli prendeva e metteva nella borsa
due sassolini neri. Poi l’usuraio invitò la fanciulla a estrarre il
sassolino che doveva decidere la sua sorte e quella di suo padre.
Usando il pensiero verticale la soluzione può:
- mostrare che la borsa contiene due sassolini neri smascherando così l’usuraio imbroglione;
- estrarre uno dei sassolini neri e sacrificarsi per salvare il padre dalla prigione.
Queste soluzioni non sono però utili alla soluzione del problema.
Usando il pensiero laterale:
- la ragazza prende un sassolino nella borsa e se lo lascia sfuggire dicendo che tanto basta
guardare dentro la borsa il colore di quello rimasto deducendo così che aveva scelto il
sassolino bianco.
Il pensiero laterale è il pensiero che si allontana dal noto e dall'atteso, soprattutto non è
utilizzato per dimostrare ipotesi precostituite. Apre a soluzioni alternative che spesso si
scoprono essere vincenti.
Il problema dei tre interruttori può aiutare a comprendere le differenze tra
pensiero laterale e pensiero verticale. In una stanza di un castello vi sono tre
interruttori, ma non si sa quale dei tre controlla la lampada di una altra stanza
non contigua. Le condizioni iniziali sono: i tre interruttori in posizioni off e la
lampadina spenta. Supponendo di poter accendere e spegnere gli interruttori
quante volte si vuole, ma avendo una sola opportunità di andare a controllare
lo stato della lampadina, è possibile stabilire con certezza quale interruttore
ne determina l’accensione? La risposta del pensiero verticale è no. La
soluzione sarebbe stata facile se gli interruttori fossero stati solo due
(accendere un interruttore a caso, andare a verificare nella stanza lo stato
della lampadina, se è accesa è quello l’interruttore determinante se è spenta lo
è l’altro). Nella situazione dei tre interruttori si può ancora accenderne uno a
caso, ma solo se si è fortunati (probabilità 33%) si troverà la lampadina
accesa e il problema risolto. Se la lampadina è spenta si potrà solo cercare di
indovinare (con una probabilità di successo del 50%) qual è l’interruttore
determinante. Il Pensiero laterale suggerisce di uscire dagli schemi (thinking
out of the box), in questo caso del pensiero binario (acceso o spento), e di
procedere nella seguente maniera: accendere due interruttori (es. 1 e 2),
lasciar passare 3 minuti, spegnere un interruttore (es. 2) e recarsi a controllare
lo stato della lampadina.
a) lampadina accesa: il collegamento è con l’interruttore N°1.
b) lampadina spenta, ma calda: il collegamento è con l’interruttore N°2.
c) lampadina spenta, ma fredda: il collegamento è con l’interruttore N°3.
In questo esempio il pensiero laterale ha consentito l’uscita dallo schema
"acceso e spento" utilizzando una ulteriore variabile risolutiva per il
problema: la temperatura della lampadina.
Quattro sono in fattori che descrivono il pensiero laterale
caratteristico della creatività.
Essi sono la fluidità, la flessibilità, l'originalità e l'elaborazione:
fluidità: è la capacità dimostrata da un soggetto di fornire il
maggior numero possibile di risposte ad una domanda data;
flessibilità: è il numero di categorie concettuali alle quali le
risposte del soggetto possono essere ricondotte;
originalità: è la facoltà di esprimere idee nuove e realmente
innovative;
elaborazione: è l'abilità del soggetto di dare una veste concreta
ed operativa alle proprie idee.

Quanto più questi fattori sono presenti nell'individuo, tanto più


egli potrà sperimentare la capacità creativa che gli appartiene.
“Con il pensiero verticale, afferma De Bono, uno si muove solo se c’è
una direzione in cui muoversi; con il pensiero laterale uno si muove per
creare una direzione”.

Mosca o ape? Se mettiamo una bottiglia, con dentro delle mosche e delle api, in posizione orizzontale con il
fondo rivolto verso una finestra, noteremo che le api cercheranno ostinatamente la via di uscita in direzione
della finestra senza successo, mentre le mosche agitandosi in tutte le direzioni troveranno la via d’uscita
attraverso il collo della bottiglia.
DE BONO
Quando ci si trova di fronte ad una tematica, un problema, una decisione da prendere si è portati
contemporaneamente ad usare vari atteggiamenti di pensiero:

• Pensiero logico

• Pensiero creativo

• Pensiero emotivo

Questa sovrapposizione di pensieri genera facilmente confusione di pensiero perchè uno di questi
atteggiamenti tende a dominare sugli altri.
E' una metodologia creata dallo psicologo Edward De Bono
Questa metodologia è stata creata per chiarire le diverse
LA TECNICA modalità di pensiero utilizzate dalle persone nel contesto
della risoluzione dei problemi.
DEI 6 Ciascun cappello rappresenta un approccio comunemente

CAPPELLI usato per il Problem Solving. Ha l'obiettivo di far riconoscere


ai partecipanti, grazie al suo simbolismo, le modalità di
riflessione che utilizzano, e quindi capire meglio i loro
processi mentali.
“INDOSSARE” uno dei sei cappelli significa scegliere di
orientare il proprio pensiero in una sola direzione.
"Sei Cappelli per pensare" propone un buon esercizio per
affrontare i problemi da ottiche differenti. In pratica in una
riunione, in un corso, in un dibattito ciascun interlocutore
dovrebbe assumere ruoli definiti allo scopo di: dichiarare le
sue posizioni, uscire dai suoi pregiudizi, considerare punti
di vista alternativi; naturalmente per stimolare l’ampiezza
delle soluzioni e delle critiche è auspicabile che in una
discussione ciascuna persona accetti di indossare cappelli
(ruoli) diversi.
Il bianco è un colore neutro: il cappello bianco
riguarda quindi fatti e dati oggettivi. È il colore
della RAZIONALITÀ e della NEUTRALITÀ.
1.Quando pensi con il cappello bianco: sei come un
computer, ragioni per fatti e dati, non dai giudizi
personali, non interpreti.
Il cappello 2.Come ti comporti: lo pensi tu o è successo? Quali
informazioni abbiamo a disposizione? Quali dati?
bianco Quali informazioni ci mancano e come possiamo
averle? Una ricerca di mercato dice che… Vediamo
in sostanza come stanno le cose etc.
Quando formuli domande per ottenere delle
informazioni devi essere certo di indossare tu stesso
il cappello bianco. Devi essere convinto di voler
comprendere meglio i fatti senza avere già in mente
un’idea che vuoi confermare.
Il rosso ci ricorda tutte le emozioni forti. L’entusiasmo,
l’amore, la simpatia ma anche l’irritazione il nervosismo
la rabbia… Per questo motivo il cappello rosso fornisce
rappresenta l’EMOTIVITA’.
Quando pensi con il cappello rosso: ragioni per

Il cappello presentimenti, intuizioni, impressioni, non ti giustifichi e


non hai bisogno di spiegare i motivi.

rosso
Come ti comporti: Formuli frasi come: Non chiedermi
perché. Questa faccenda non mi convince, puzza. Questa
idea non funziona, sarà un fallimento. Cosa ti preoccupa?
Perché ce l’hai con me?
Il cappello rosso permette di cercare delle emozioni
connesse a una certa situazione e ad esprimere dei
sentimenti e dei pensieri che normalmente non
potremmo esprimere in una zona neutrale, non
giudicante, non conflittuale.
Il nero è il colore della negatività. Il cappello nero è quello
del pessimismo, del perché una cosa non può essere fatta.
È un pensiero logico e negativo, è l’avvocato del diavolo.
Quando pensi con il cappello nero: pensi alle cose che non
vanno, pensi agli errori e ai rischi, individui le conseguenze
negative, spieghi perché una cosa non funzionerà.
Il cappello Come ti comporti: Formuli frasi come: abbiamo sempre
fatto così, perché dobbiamo cambiare proprio ora? La mia

nero opinione è negativa, tocca a voi convincermi del contrario.


Perché questa idea dovrebbe essere migliore dell’altra?
Quando si analizza un’idea nuova, indossare il cappello
nero per primo significa non farla andare troppo lontano.
È chiaro che davanti a una novità, è più facile trovare i
difetti che i pregi. E una volta che orientiamo la nostra
mente in modo pessimistico sarà difficile trasformarlo in
ottimismo. Quando si ragiona in termini creativi, meglio
indossare prima il cappello giallo o verde!
Il giallo è un colore solare. Il cappello giallo è
quell’ottimista, di chi fa pensieri positivi e ragiona sul
perché una cosa andrà bene.
Quando pensi con il cappello giallo: ti concentri sui
vantaggi e le opportunità, sul pensiero fattivo e

Il cappello costruttivo, sei logico e realistico e allo stesso tempo


ottimista.

giallo
Come ti comporti: Formuli frasi come: cerchiamo di essere
costruttivi; quali sono le opportunità? Proviamo a
considerare questo aspetto positivo perché…;
A differenza del cappello rosso, l’ottimismo del cappello
giallo è motivato, razionale, ragionato. Il cappello giallo
valuta la fattibilità e la bontà di un’idea e, nel processo
creativo, va indossato dopo il cappello verde, perché
razionalizza in modo positivo un’idea, spiegando le ragioni
per cui potrebbe funzionare.
Il verde evoca l’immagine dell’erba e della crescita fertile e
abbondante. Il cappello verde rappresenta la creatività e
la nascita di nuove idee.
Quando pensi con il cappello verde: sei creativo, esci dagli
schemi, hai un pensiero laterale, un nuovo approccio ai
problemi, proponi alternative su alternative, sei portatore di

Il cappello
cambiamento.
Come ti comporti: Formuli frasi come: cerchiamo di essere
costruttivi, propongo di fare…; quali sono le opportunità?

verde Proviamo a considerare questo aspetto positivo perché…;


È evidente che di per sé il cappello verde non basta a rendere
le persone dei creativi. Ma almeno impone alle persone di
provarci, di dedicare del tempo alla creatività. All’inizio
probabilmente non sarò facile “produrre” idee creative, ma
con il tempo e con l’esercizio la creatività arriverà. È davvero
una questione di allenamento. Il cappello verde offre a chi
non ha mai pensato di provare a essere creativo, una sorta di
“motivazione artificiale”. “Ed è così che la creatività - come
dice De Bono - cessa di essere un “lusso per pochi”.
L’azzurro è il colore del cielo, che sovrasta il mondo. Il cappello
azzurro è il direttore d’orchestra nel percorso di organizzazione del
pensiero e nell’uso degli altri cappelli. Di fatto è chi conduce,
coordina gli altri e organizza i pensieri.
Quando pensi con il cappello blu: definisci qual è il problema, decidi
chi indossa quale cappello, fai notare quando l’utilizzo del cappello è

Il cappello errato, fai rispettare le regole del gioco, riassumi e organizzi i


pensieri fino ora emersi, controlli i risultati etc.
Come ti comporti: Formuli frasi come: come ci organizziamo? Cosa

blu emerge da questo aspetto? Quando iniziamo? Come cominciamo a


mettere in pratica questa idea? Che tempi ci diamo per metterla in
pratica? Chi fa cosa?
È il cappello blu che definisce gli obiettivi e controlla che durante la
discussione e lo scambio reciproco “non si esca dal seminato”. Il
cappello blu dovrà inoltre riassumere quanto emerso, proporre un
quadro complessivo e trarre delle conclusioni con le successive
“action”. Chiunque può intervenire nella discussione con commenti o
consigli da cappello blu, anche nel caso in cui il ruolo del cappello blu
sia stato specificamente assegnato a una singola persona.
Immagina che un’intera organizzazione o gruppo
di lavoro conosca e padroneggi il metodo dei 6
cappelli: “dai, togliti il cappello nero e dammi una
opinione da cappello giallo”, “qui potresti provare
a dire qualcosa da cappello verde…”… ogni
confronto potrebbe diventare più costruttivo e
creativo in un’atmosfera decisamente più
distesa!
“Quello che io sto facendo è di ricercare le “costanti” dei meccanismi fantastici, le leggi non
ancora approfondite dell’invenzione, per renderne l’uso accessibile a tutti. Insisto nel dire
che, sebbene il romanticismo l’abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una
specie di culto, il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel
che ne 11 consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti”
(Rodari, 1973, 195).
«L’errore creativo Da un lapsus può nascere una storia , non è una novità. Se, battendo a
macchina un articolo, mi capita di scrivere per , ecco scoperto un nuovo paese profumato e
boschereccio: sarebbe un peccato espellerlo dalle mappe del possibile con l’apposita
gomma; meglio esplorarlo, da turisti della fantasia. Se un bambino scrive nel suo quaderno
, ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito
suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo importantissimo, segnato anche
nella carta d’Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?»
Rodari
Il sasso nello stagno Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche

Gianni Rodari nel che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze
diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il
galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto
seguente proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita,
obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si

racconto illustra il propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita


smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni
molecolari, Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta oggetti
potere creativo e che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri
ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si

di liberazione che succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad aver tempo e voglia si
potrebbero registrare tutti, senza omissioni. Non diversamente la parola,
gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità,
può avere una provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta
suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che

parola (Rodari, interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è


complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla
rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere,
1973, 7) collegare e censurare, costruire e distruggere.

Ecco che una parola qualunque può funzionare come parola magica per
disseppellire campi della memoria che giacevano sotto la polvere del tempo.
Molte sono state, in seguito, le ricerche e gli
autori che si sono occupati di creatività, tra
questi, oltre al citato J.P. Guilford, vanno
ricordati: A. Osborn, G. Wallas, J.W. Gordon.
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