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Aspea e aspea…. E una sera, che era uno stellato fiissimo, Celso esclamò,
ammirato e rapito: — Sapere i nomi di tue le stelle!
Commosso a sua volta, il filosofo cominciò a nominargli e indicargli quella
dozzina che ne conosceva di vista; e si domandava dentro: — Come mai non ho
pensato all'astronomia? Eppure io gli vo sempre ripetendo che bisogna guardare
in alto!
Celso sbagliava i conti; senza calcoli non si fanno scoperte astronomiche.
Verissimo. Ma la contabilità delle aziende non è la stessa dell'astronomia: questa
è matematica pura; quella, impura. Dunque, avanti!
Fu disposto che di giorno studierebbero insieme il Flammarion e la sera
si eserciterebbero in escursioni pratiche per l'infinito. asi ci prendesse assai
gusto, il discepolo non discorreva più che di costellazioni, di nebulose e di pianeti;
sbigoiva la Cleofe istruendola intorno alle vicende e ai cataclismi dell'universo
e annunziandole la prossima fine della terra; sperimentava la potenza del can-
nocchiale prismatico, comprato dal conte, perlustrando dai tei le finestre della