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associazioneAlessandroBartola

studi e ricerche di economia e politica agraria

agriregionieuropa
Anno 5, Numero 16 Marzo 2009

Sommario
Editoriale Questo numero di Agriregionieuropa inaugura il quinto anno di vita della rivista. E’
stata fin qui una esperienza molto interessante che ha superato le più rosee
Quale capitale umano per l’agricoltura del 21˚ 1
secolo?
aspettative di chi, inizialmente, non senza timori e titubanza, ha partecipato alla
Elisa Montresor, Francesco Pecci definizione del progetto e alla sua realizzazione. Il sito Internet
www.agriregionieuropa.it, che abbiamo aperto due anni e mezzo fa, ha appena
Il tema
superato la boa dei 250 mila contatti. Il merito va alla estesa rete di persone che
Capitale umano e produttività del lavoro 3 hanno prestato il proprio tempo e la propria intelligenza per la realizzazione di questa
agricolo nelle regioni dell’Unione Europea straordinaria opera collettiva.
Biagia De Devitiis, Ornella Wanda Maietta Naturalmente vorremmo migliorare ancora, in uno spirito di massima collaborazione e
Giovani e capitale umano in agricoltura 7 apertura nei confronti delle Istituzioni, del mondo dell’Università e della ricerca, e delle
Alessandro Corsi altre reti formali e informali. La collaborazione di coloro che, circa 250 al giorno,
Sviluppo rurale e donne: alla ricerca di nuovi 9 entrano nel nostro sito è preziosa e saremo particolarmente grati a chi ci fornirà
paradigmi di competitività suggerimenti, anche critici, per perfezionare il risultato.
Elisa Montresor, Mirko Bonetti La rubrica “Il tema”, curata in questo numero da Elisa Montresor e Francesco Pecci, è
dedicata al capitale umano in agricoltura. È sorprendente constatare come la politica
Sviluppo rurale e capitale umano 12
Francesca Giarè agricola concentri per tradizione risorse ingenti nel sostegno del reddito e del capitale
fisico, e dedichi inopinatamente poco impegno e fondi al capitale umano (così come
La conoscenza locale, una componente 13 al capitale sociale, che al primo si connette). È un errore madornale, specie
negletta del capitale umano nelle aree rurali
Maria Fonte
nell’agricoltura italiana, le cui possibilità di sviluppo sono nella competizione sul
terreno della qualità e dell’efficienza. Si approssima una inevitabile riorganizzazione di
Le politiche per il capitale umano nei Psr delle 15 tutto il sistema agricolo nazionale, connessa alla fuoriuscita dei troppi agricoltori
Regioni italiane vecchi e alla necessità di adeguare l’offerta a nuovi mercati e nuove funzioni. La crisi
Valentina Cristiana Materia
economica, d’altra parte, offre anche delle opportunità e impone di adeguarsi ai nuovi
L’attività della Regione Emilia-Romagna nella 18 scenari che ad essa seguiranno. Investire in ricerca, formazione, servizi alle imprese,
formazione del capitale umano in agricoltura assistenza tecnica e gestionale, conoscenza è fondamentale per rompere
Paola Botta
l’isolamento delle imprese e l’asimmetria informativa che ancora troppo spesso
Formazione permanente e frontiera evolutiva 20 condiziona l’agricoltura. Serve una redistribuzione delle risorse dunque ma non basta.
delle professioni: i dottori agronomi e forestali Occorre, anche, entrare nel merito di come oggi si realizza la politica per il capitale
Marcellina Bertolinelli umano, rompendo le incrostazioni del passato, favorendo la sperimentazione e
E-learning per l'agricoltura: l'esperienza 23 premiando la professionalità e l’innovazione.
Agriregionieuropa Questo numero contiene anche un Forum sul futuro della PAC dopo l’Health check e
Antonello Lobianco nella prospettiva della Revisione di Bilancio e del dopo-2013. Diversi esperti hanno
La sfida della Rete rurale nazionale: ampliare 24 accolto l’invito al dibattito lanciato nel numero scorso. Di seguito presentiamo i risultati
la partecipazione e superare l’isolamento del sondaggio sugli stessi argomenti che abbiamo lanciato in dicembre. La diversità
settoriale delle opinioni raccolte testimonia la necessità di ulteriori approfondimenti, che questa
Alessandro Monteleone, Camillo Zaccarini Bonelli rivista sollecita e non mancherà di ospitare.
Tra impresa e filiera: il ruolo strategico della 26
formazione nell’azione Coldiretti
Giacomo Bertolini

Forum Quale capitale umano per l’agricoltura del


Health check e la PAC dopo il 2013
Antonio Cioffi, Alessandro Corsi, Fabrizio De Filippis,
28 21˚ secolo?
Angelo Frascarelli, Luca Salvatici, Margherita
Scoppola Elisa Montresor, Francesco Pecci
Approfondimenti
I risultati del sondaggio Agriregionieuropa 34 Il tema di questo numero di Agriregionieuropa è quello del capitale umano
sull’Health check e sulla PAC dopo il 2013
Franco Sotte
nell’agricoltura italiana. L’obiettivo è fare il punto sulle sue principali specificità,
nonché sulle problematiche e le priorità che dovranno essere affrontate nel futuro, in
Gli effetti distributivi della politica agricola 37 uno scenario ricco di complessità ed eterogeneità. A questo scopo sono qui raccolti
comunitaria in Italia diversi contributi di autori che appartengono al mondo accademico, agli enti di ricerca,
Benedetto Rocchi
alle Regioni, agli ordini professionali, alle organizzazioni professionali agricole, alla
Globalizzazione, qualità e standard di 41 Rete rurale nazionale.
certificazione Profonde sono state le trasformazioni che hanno interessato in tempi recenti
Maria Angela Perito
l’agricoltura italiana: nuovi rapporti tra proprietà e impresa, nuove organizzazioni della
La sfida della governance nella politica di 43 produzione e del lavoro, più stretti e diversificati rapporti con i mercati, nuove forme di
sviluppo rurale imprenditorialità. Queste trasformazioni, ancora più rilevanti a livello territoriale,
Renata Lizzi dipendono dai mutamenti economici, sociali e demografici che hanno investito le
La politica agraria svizzera: il dilemma fra 46 diverse aree del paese. Conoscere le caratteristiche del capitale umano agricolo, e
tradizione e competitività valutare gli strumenti potenzialmente disponibili per la sua crescita, è di cruciale
Gianluca Giuliani importanza per affrontare le sfide future.
[segue] ►
agriregionieuropa
Sommario [continua]
Un distretto della IV gamma? Il comparto 50 Le ragioni della scelta di questa tematica sono numerose. La principale è
che “vende tempo libero”
Lucia Baldi, Dario Casati rappresentata dal fatto che il capitale umano ha un ruolo decisivo nello sviluppo
economico. In questa direzione vi è una concordanza di opinioni a livello teorico, fin
I prodotti alimentari tradizionali dal punto di 52 dagli anni Sessanta, quando nel modello di crescita di Solow è stato introdotto il
vista del consumatore: un’indagine in sei capitale umano con lo scopo di aumentarne la capacità esplicativa, e più
paesi europei
Michele Contel, Maria Luisa Scalvedi recentemente nelle teorie della crescita endogena, che hanno stimolato una vasta
letteratura di studi empirici, tesi a verificare il suo reale contributo.
La strategia futura dell’ortofrutta italiana 55 Sulla relazione tra capitale umano e livello di produttività del lavoro in agricoltura si
Gaetana Petriccione
colloca il contributo di Biagia De Devitiis e Ornella Wanda Maietta. Indagando la
Aspetti del dibattito sulla “filiera corta” 57 dotazione di capitale umano presente nelle agricolture delle regioni europee dell’UE
Maria Paola Sini a 27, in funzione del titolo di studio dei conduttori agricoli, emerge che la metà delle
Analisi del mercato italiano dei vini Syrah 62 regioni italiane si colloca nella parte inferiore della distribuzione, con livelli di
Antonio Seccia, Gianluca Nardone, Antonio Stasi istruzione significativamente al di sotto della media europea. Ciò sottolinea la
Esperienze necessità di investire nella formazione e indica un percorso alle istituzioni pubbliche
e private, che intervengono in tale ambito.
L’uso del Business plan nelle procedure di 66 La seconda ragione per affrontare questa tematica è rappresentata dal fatto che un
finanziamento del Psr 2007 - 2013 della settore che ha più capitale umano, ha anche più capitale sociale. Questo è
Regione Lazio
Luca Ceccarelli, Gabriele Dono
rappresentato da reti informali di relazioni fra le persone che completano le
istituzioni e le infrastrutture a presidio del funzionamento dei mercati, e facilitano la
Schede trasmissione e la condivisone dei valori. La crescita del capitale umano si coniuga
Il futuro della PAC dopo l’Health Check 68 con l’innovazione organizzativa, contribuendo a modificare i rapporti consolidati che
Fabrizio De Filippis intercorrono tra gli attori, pubblici e privati, e condizionando lo sviluppo del sistema
agro-alimentare italiano. Ciò presuppone che il sistema di trasferimento delle
Agricoltura sociale: quando le campagne 68
coltivano valori conoscenze debba sempre più oltrepassare il limite delle sole conoscenze tecniche
Francesco Di Iacovo e scientifiche e abbracciare nuove tematiche, quali il più generale rapporto che
intercorre oggi tra agricoltura e società e, a livello locale, il ruolo dell’agricoltura nello
Annuario dell’agricoltura italiana Vol. LXI, 69
sviluppo territoriale sostenibile.
2007
INEA In questa direzione si pone l’intervento di Alessandro Corsi, che analizza le ragioni
dei provvedimenti della UE a favore dell’insediamento di giovani agricoltori,
Il mercato della carne bovina 69 indispensabili nella realtà italiana, in cui il livello di invecchiamento dei conduttori
Daniele Rama
agricoli ha raggiunto punte drammatiche (nel 2000, oltre l’82% dei conduttori aveva
Il risveglio del Tocai 69 più di 55 anni). Ciò apre la strada anche ad una riflessione sul ruolo del capitale
Vasco Boatto sociale. Se i giovani sono preferibili per le decisioni di investimento, soprattutto a
Le trasformazioni dei paesaggi nel territorio 69 lungo termine, in quanto hanno prospettive certe di riceverne i benefici, a differenza
rurale: le ragioni del cambiamento e possibili dei conduttori anziani, nel caso della valorizzazione delle specificità locali, dove
scenari futuri sono indispensabili competenze che travalicano quelle tecniche e scientifiche, si
Patrizia Tassinari pone la necessità di trovare forme adatte di trasmissione delle conoscenze alle
Rapporto 2006 - 2007 sulla cooperazione 70 nuove generazioni. Soprattutto quando vi è la mancanza di successori all’interno
agricola italiana della famiglia agricola, gli attuali assetti organizzativi della formazione in agricoltura
Osservatorio nazionale sulla cooperazione agricola non sembrano essere efficaci.
italiana
Sul ruolo della conoscenza locale si pone anche l’intervento di Maria Fonte, che
Finestre descrive come la sua rivalutazione rappresenti una tappa fondamentale per la
sostenibilità dello sviluppo rurale, in quanto può favorire nuovi percorsi di
Finestra sulla PAC 70 valorizzazione delle risorse specifiche per la conservazione della diversità culturale
Maria Rosaria Pupo D’Andrea
e biologica, con il coinvolgimento delle persone che ne sono portatrici e del loro
Finestra sul WTO 71 capitale umano.
Giulia Listorti L’analisi delle principali caratteristiche del capitale umano è successivamente
Prima della pubblicazione, tutti gli articoli di ampliata sotto un profilo di genere dal contributo di Elisa Montresor e Mirko Bonetti.
AGRIREGIONIEUROPA In Italia, in maggior misura rispetto agli altri paesi della UE, si assiste ad una
sono sottoposti crescente femminilizzazione del settore agricolo. L’indagine mette in luce come da
ad una doppia revisione anonima
un lato esista un’imprenditoria in rosa con connotazione positive, a cui vanno
Realizzazione e distribuzione: indirizzate misure specifiche per il sostegno, dall’altro vi sia un’ampia quota di
Associazione “Alessandro Bartola”
conduttrici anziane nelle aree marginali e in aziende destrutturate. Poiché i dati
Studi e ricerche di economia e di politica agraria
evidenziano un capitale umano femminile in continua crescita, sembra sempre più
In collaborazione con necessario valutare attraverso quali misure sia possibile favorire l’accesso di giovani
INEA - Istituto Nazionale di Economia Agraria donne alla conduzione agricola, fornendo così una risposta sotto differenti profili:
SPERA - Centro Studi Interuniversitario sulle
produttivo, ambientale e paesaggistico, al perdurare di una forte disoccupazione
Politiche Economiche, Rurali ed Ambientali
giovanile, soprattutto nel Sud.
Periodico registrato presso Una seconda parte dei contributi è dedicata la ruolo delle istituzioni, pubbliche e
il Tribunale di Ancona n. 22 del 30 giugno 2005 private, nella formazione del capitale umano.
ISSN: 1828 - 5880 Il punto di partenza è senz’altro rappresentato dagli obiettivi di sostenibilità fissati dal
Consiglio europeo di Göteborg e dalla strategia di Lisbona, che pone l’accento, tra
Direttore responsabile l’altro, sull’istruzione e sulla formazione, sulla ricerca e sull’innovazione. Queste
Franco Sotte
priorità sono state recepite negli Orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo
Comitato di redazione: rurale per il periodo di programmazione 2007-2013 (Decisione del Consiglio
Alessandro Corsi, Angelo Frascarelli 2006/144/CE) e, a livello nazionale, dal Piano strategico nazionale.
Francesco Pecci, Maria Rosaria Pupo D’Andrea, Successivamente sono state riprese con varie modalità dai Piani regionali di
Cristina Salvioni
sviluppo rurale.
Segreteria di redazione: Le risorse ad oggi stanziate per la formazione e l’assistenza tecnica nei Psr 2007-
Andrea Bonfiglio, Giulia Listorti, 2013, non sembrano però favorire il raggiungimento di questo obiettivo; esse
Valentina C. Materia rappresentano una percentuale molto bassa degli stanziamenti. Il contributo di
Editing:
Lucia Scocco, Eleonora Tramannoni
Anno 4, Numero 15 agriregionieuropa Pagina 3

Valentina Cristiana Materia è illuminante in questa direzione:


alla formazione e all’assistenza tecnica è riservato il 5,6% dei Capitale umano e produttività del
finanziamenti totali e il 50% di questi è destinato all’assistenza lavoro agricolo nelle regioni
tecnica; agli interventi reali di formazione sono destinate dunque
solo le briciole. L’autrice si chiede se, di fronte ad un così scarso dell’Unione Europea
apporto finanziario, non sia opportuno che siano gli stessi
agricoltori ad indirizzare l’offerta di formazione attraverso una Biagia De Devitiis, Ornella Wanda Maietta
loro, ancorché minima, contribuzione, per poter sfruttare al
meglio le risorse disponibili. Ciò implica un ulteriore quesito: le
Regioni sono in grado di predisporre gli strumenti necessari per
individuare la reale domanda di formazione? Introduzione1
A questa domanda risponde il contributo di Paola Botta, con il
modello di formazione predisposto dalla Regione Emilia- La qualità e la produttività dei servizi di lavoro che un individuo
Romagna, che pone al centro di questo processo il “catalogo offre, sinteticamente denominati stock di capitale umano,
verde”, che si basa sull’effettiva domanda e sulla derivano da attributi personali, quali forza fisica, abilità innata,
compartecipazione finanziaria degli imprenditori agricoli, che da salute, istruzione, formazione professionale ed esperienza
“fruitori del sapere diventano soggetti attivi nel processo di lavorativa (Antonelli e Guidetti, 2008).
generazione delle conoscenze”, in quanto la decisione sugli La letteratura economica e, in particolare, i modelli di crescita
strumenti da utilizzare è effettuata dall’imprenditore stesso. endogena, assegnano al capitale umano il ruolo di motore della
Alessandro Monteleone e Camillo Zaccarini Bonelli illustrano la crescita, cui va essenzialmente attribuito il circolo virtuoso che
sfida che la Rete rurale nazionale intende affrontare nella endogenamente alimenta il processo di crescita. In tali modelli,
programmazione 2007-2013, ampliando la partecipazione e il processo di sviluppo è considerato quale risultato di forze
superando l’isolamento settoriale. Nella direzione di ripensare gli endogene molteplici e interrelate, operanti all’interno di un
interventi già effettuati, si colloca invece l’intervento di sistema economico. Fra tali forze, il capitale umano assume un
Francesca Giarè, in base all’esperienza Leader+ nel periodo ruolo prioritario attraverso gli effetti di spillover sulla produttività
2000-2006. Nella precedente programmazione spesso è delle risorse impiegate nel processo produttivo.
mancato un approccio al capitale umano in base al quale al Schultz (1961) è il primo studioso ad evidenziare il contributo
centro del processo di apprendimento/cambiamento fossero del capitale umano al processo di crescita e di sviluppo
collocate le persone coinvolte e il contesto in cui le stesse economico nel contesto degli studi di contabilità della crescita.
persone si trovano ad operare. La formazione dovrebbe infatti Successivamente, a partire dai contributi seminali di Lucas
costituire l’output di un processo di apprendimento dove gli (1988; 1993), il capitale umano, sia quello accumulato nel
aspetti culturali, organizzativi e contestuali, ne rappresentano le corso del processo produttivo che quello accumulato nel
condizioni di realizzazione. Sarà necessario dunque un percorso educativo formale, è descritto come fonte endogena
cambiamento radicale di prospettiva nelle nuove iniziative, in cui di progresso tecnico, sia esso attuato intenzionalmente dalle
il fattore interno (il soggetto con le proprie esigenze) diventi imprese o non intenzionalmente causato da esternalità (Carillo
preminente rispetto al fattore esterno (l’innovazione). e Zazzaro, 2001; Carillo et al. 2008).
Se le istituzioni pubbliche, soprattutto le Regioni, sono Più precisamente, il capitale umano produce due effetti: uno
fondamentali per la crescita del capitale umano, altri importanti interno, di aumento della produttività del lavoro, derivante dalla
agenti operano in questa direzione. Un ruolo fondamentale è accresciuta abilità ed efficienza del lavoratore più istruito; il
svolto senz’altro dalle associazioni sindacali e dagli ordini secondo è un’esternalità che consiste nel miglioramento della
professionali. Giacomo Bertolini illustra il percorso di Coldiretti, produttività media di tutti i lavoratori coinvolti nell’attività
che per affrontare le sfide contenute nella strategia di Lisbona, produttiva. Questo effetto indiretto di spillover rende tutti gli altri
assume la questione formativa come elemento strategico della addetti più produttivi, a seguito dell’accumulazione di capitale
filiera. In questa direzione, negli interventi formativi è compresa umano che un singolo individuo utilizza nella produzione; tale
una dimensione sia economica per lo sviluppo dell’impresa, sia effetto comporta un aumento del livello medio del capitale
territoriale, nonché una dimensione civile per la coesione sociale umano esistente ed è non intenzionale nel senso che dipende
e una culturale per uno sviluppo sostenibile dei territori. Su un dal modo in cui il lavoratore istruito interagisce con coloro che
altro versante, Marcellina Bertolinelli fornisce indicazioni per le gli operano intorno. Lo spillover è tanto più forte quanto
iniziative formative degli ordini professionali, che qualifichino e maggiore è il differenziale di capitale umano tra lavoratore
giustifichino nel contesto attuale la permanenza del sistema istruito e coloro con cui interagisce (Weir e Knight, 2000). A
ordinistico. livello aggregato, tali sinergie danno luogo a rendimenti di
Infine, Antonello Lobianco descrive le recenti esperienze dei scala crescenti (Lucas, 1988) e generano un processo di
corsi e-learning di Agriregionieuropa, mettendone in luce crescita endogeno.
l’efficacia rispetto alle tipologie formative precedenti. Il successo L’evidenza empirica conferma il ruolo dell’accumulazione di
di partecipazione raggiunto nei corsi organizzati sembra capitale umano nella crescita economica delle regioni italiane
rappresentare senz’altro un nuovo e valido supporto per la centro-settentrionali ma non di quelle meridionali (Mattana e
crescita del capitale umano. Piras, 2008).
Verifiche empiriche dell’effetto del capitale umano sulla
produttività delle risorse impiegate nell’agricoltura italiana sono
state già effettuate (Maietta, 2004). E’ noto come il livello di
capitale umano nell’agricoltura italiana sia basso, in assoluto e
associazioneAlessandroBartola rispetto a quello di altri settori, e come ciò possa ritardare la
studi e ricerche di economia e di politica agraria domanda di innovazioni altamente competitive per la
produzione di alimenti ma anche di energia e di servizi. Per
fornire un rapido esempio, dai dati dell’ultimo censimento
Le procedure e la modulistica per diventare socio dell’agricoltura, risulta che solo l’1% delle aziende agricole
dell’Associazione “Alessandro Bartola” possiede attrezzature informatiche; è altrettanto noto che sono
sono disponibili sul sito state esigue le risorse destinate a favorire il ricambio
www.associazionebartola.it generazionale in agricoltura e, indirettamente, un aumento del
livello di istruzione dei conduttori di aziende agricole (Finuola et
al., 2006). D’altro canto, le competenze professionali richieste
agli imprenditori agricoli dai mutati scenari di politica
Pagina 4 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

comunitaria sono molto complesse, comprendendo non solo La numerosità delle osservazioni non consente una lettura
conoscenze tecniche ma anche la capacità di acquisire agevole della figura; per tale motivo, non sono stati riportati i
rapidamente nuove conoscenze o di attivarsi per produrle, nomi sovrapposti e sono state separate le osservazioni
analogo discorso vale per le competenze professionali dei “estreme”, ossia le regioni che rientrano nella coda superiore e
consulenti aziendali, privati o pubblici, molto spesso obsolete o nella coda inferiore della variabile di istruzione, code individuate
incomplete per la funzione di trasferimento tecnologico sommando e sottraendo rispettivamente al valore medio della
richiesta a tale figura professionale. variabile di istruzione la sua deviazione standard.
In questo lavoro, dopo aver descritto la localizzazione del La prima coda (Figura 2) è formata dalle regioni con una
capitale umano nell’agricoltura delle regioni europee e maggiore dotazione di capitale umano (con valori della variabile
verificato la posizione delle regioni italiane a tal riguardo, si considerata uguali o superiori al 60%), in cui risiedono l’11%
analizzerà la relazione tra capitale umano e produttività del degli addetti agricoli dell’Unione Europea, quasi il 5% di aziende
lavoro agricolo. In particolare, utilizzando i dati, agricole e il 16% dei conduttori istruiti; inoltre, il rapporto tra
prevalentemente di fonte EUROSTAT, riferiti alle regioni livello agricoltori giovani (meno di 35 anni) e anziani (più di 55 anni) è
NUTS2 e relativi all’anno 2005, sarà effettuata una regressione in media di 1 a 4. Si tratta, prevalentemente, di regioni
per isolare l’effetto di questa variabile da altre suggerite in appartenenti alla Germania (32), ai Paesi Bassi (12), alla
letteratura. Francia (10) ed all’Austria (3).

Figura 2 – Le regioni europee nella coda superiore della distribuzione


dell’istruzione dei conduttori di aziende agricole
Il capitale umano nell’agricoltura delle regioni
dell’Unione Europea 100

La variabile utilizzata per esprimere la dotazione di capitale


Berlin
umano nell’agricoltura delle regioni dell’UE 27, è la percentuale Flevoland
di conduttori di aziende agricole in possesso di titoli d’istruzione, 90
secondaria o terziaria, specifici per il settore. Analizzando la istruzione Düsseldorf
tabella 1, si evince che in media il 35% dei conduttori delle
aziende agricole nelle regioni europee possiede un livello di Leipzig
Weser-Ems
Istruzione

istruzione specifica secondaria o terziaria; si osserva, tuttavia, 80


un’elevata variabilità passando da regioni quali Berlin e Brandenburg - Südwest
Flevoland, con valori uguali o superiori al 90%, a Malta del tutto Nord - Pas-de-Calais Hannover
priva di conduttori con titolo di istruzione secondaria o terziaria. Rheinhessen-Pfalz
70 Utrecht Noord-Brabant
Tabella 1 - Statistiche descrittive della percentuale di conduttori di aziende agricole Trier
in possesso di istruzione secondaria o terziaria nelle regioni europee Koblenz
Unterfranken
Statistica %
Media 35.2 60 Darmstadt
Deviazione standard 23.8
Massimo 92.1
Minimo 0.0 0 10 20 30 40 50 60
Regioni
N. osservazioni 266 - Fonte: Farm Structure Survey, Eurostat Fonte: Eurostat
regioni
Un’analisi più approfondita della variabile è consentita dalla
figura 1, in cui sulle ascisse sono riportate le regioni ordinate in
La seconda coda (Figura 3) è formata dalle regioni con livelli di
senso crescente di livello di istruzione e sulle ordinate le
istruzione al di sotto della media europea (valori uguali o inferiori
rispettive percentuali di conduttori in possesso dei titoli di
all’11%). In tali regioni risiedono il 45% degli addetti in
istruzione suddetti.
agricoltura, il 55% delle aziende ma solo il 20% di conduttori
Figura 1 - La percentuale dei conduttori di aziende agricole in possesso di istruiti; inoltre, il rapporto tra agricoltori giovani e anziani è, in
istruzione secondaria o terziaria nelle regioni dell’UE media, di circa 1 a 10 (per la precisione i giovani sono l’8%). Si
tratta di diverse regioni appartenenti ai nuovi Stati membri che,
100 come è noto, sono caratterizzati da condizioni socioeconomiche
Flevoland Berlin meno fortunate. In particolare, ci si riferisce ad alcune regioni
della Bulgaria (6), della Romania (8), dell’Ungheria (2), a Malta e
Mecklenburg-Vorpommern a Cipro. Rientrano, inoltre, in questa frangia diverse regioni della
80
Thüringen
Spagna (15), della Grecia (12), dell’Italia (10) e del Portogallo
Zeeland
(5), oltre a due regioni della Francia e del Regno Unito.
Nello specifico, le regioni italiane che rientrano in questa frangia
istruzione

Saarland
60 Pays de la Loire
Rhône-Alpes
sono: Liguria, Lazio e Marche (con il 9% di conduttori istruiti),
Kassel seguite da Basilicata, Campania e Sicilia (8%), Umbria (7%) e
Istruzione

Dolnoslaskie
infine Puglia, Molise e Calabria (con valori, rispettivamente, pari
40 Prov. Vlaams-Brabant Pomorskie
a 6%, 6% e 4%) (Tabella 2).
Vzhodna Slovenija Vorarlberg Dalla lettura della tabella appare evidente che la presenza,
Lancashire East Anglia relativamente recente, di facoltà di Agraria nelle regioni
20 Cumbria meridionali, che avrebbero dovuto assicurare un forte legame
Andalucía
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste con il territorio, non abbia avuto un effetto significativo sulla
Attiki percentuale di conduttori di aziende agricole con titolo
Kozep-Magyarorszag
0 d’istruzione superiore.
Malta
0 50 100 150 200 250 300

regioni
Regioni
Fonte: Eurostat
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 5

Tabella 2 - Conduttori di aziende agricole in possesso di istruzione secondaria o L’analisi della tabella 3 evidenzia che i valori medi della
terziaria nelle regioni italiane
percentuale di conduttori agricoli con diploma o laurea
Regioni/province % presentano un andamento decrescente man mano che si
Provincia Autonoma Bolzano 33 aggiungono altri stati; viceversa, il livello di istruzione nell’intera
Emilia-Romagna 27
economia non è fortemente dissimile tra i vari aggregati
Friuli-Venezia Giulia 22
Lombardia 21
esaminati. Tale evoluzione, che può risultare coerente con le
Piemonte 17 aspettative relative all’aggiunta dei paesi PECO, quindi nel
Provincia Autonoma Trento 17 passaggio da UE-15 a UE-25 e a UE-27, sembra suggerire che
Valle d'Aosta 16 la maggiore redditività dell’agricoltura comunitaria, assicurata
Veneto 16 dal sostegno pubblico, abbia consentito di trattenere capitale
Sardegna 15 umano nel settore primario o almeno di limitarne la fuoriuscita.
Abruzzo 14
L’interpretazione proposta è supportata dal confronto con
Toscana 12
l’andamento del livello di capitale umano relativamente a tutta la
Liguria 9
popolazione: la distanza tra il livello di istruzione in agricoltura e
Marche 9
Lazio 9
quello dell’intera economia regionale è minima per i paesi
Campania 8 firmatari del Trattato di Roma e si amplia progressivamente, al
Basilicata 8 ridursi dell’appartenenza della regione all’UE. Il grado medio di
Sicilia 8 ‘capitalizzazione’ umana nelle aree rurali delle nazioni firmatarie
Umbria 7 del Trattato è, quindi, relativamente alto: ciò spiega il valore
Molise 6 inferiore della percentuale di adulti che seguono corsi di
Puglia 6
formazione professionale rispetto agli altri aggregati territoriali
Calabria 4
considerati.

Figura 3 - Le regioni europee nella coda inferiore della distribuzione dell’istruzione


La relazione tra capitale umano e produttività
12
Sud-Est
del lavoro agricolo nelle regioni dell’Unione
Kentriki Makedonia Europea
Andalucía
10
Região Autónoma dos Açores Galicia In questo paragrafo vengono riportati i risultati di un’analisi di
Castilla-La Mancha Vest regressione della produttività del lavoro sugli indicatori di
8 Ligu capitale umano e sulle variabili, le cui statistiche descrittive sono
istruzione

Nord-Est Guadeloupe
riportate nella tabella 4. La produttività del lavoro è espressa dal
Istruzione

Severoiztochen Centru Sud - Muntenia Basilicata


6 valore aggiunto per unità lavorativa annua (ULA), deflazionato
Yugoiztochen Voreio Aigaio con un indice di prezzi in base 2000, così come il valore dello
Umbria stock di capitale fisico.
Ipeiros Yuzhen tsentralen
4
Ionia Nisia Cantabria Tabella 4 - Statistiche descrittive delle variabili utilizzate nella regressione
Calabria
Attiki Peloponnisos
2 Varabile Media Dev.standard Minimo Massimo
Dytiki Ellada
Produttività del lavoro
0.029 0.03 0.001 0.28
0 Malta (mln € a prezzi 2000/Ula)
Capitale fisico per addetto
47.36 37.90 0.74 301.66
0 10 20 30 40 50 60 (ml € a prezzi 2000/attivi)
Percentuale di pascoli sulla
regioni
Regioni 31.10 22.57 0.00 98.10
Sau regionale
Fonte: Eurostat
Percentuale di grandi imprese
dei conduttori di aziende agricole 14.41 15.45 0.00 63.60
(>= 50ha) sul totale
Percentuale di occupati
Infine, appare interessante esaminare l’evoluzione delle variabili nell'industria alimentare sul
relative al capitale umano in agricoltura e nell’intera economia in 39.22 20.24 3.47 98.68
totale degli occupati del
funzione dei successivi allargamenti dell’Unione Europea. Nello sistema agro-alimentare
specifico, oltre alla percentuale di conduttori di aziende agricole Percentuale di area agricola
51.32 18.79 1.08 86.91
con istruzione secondaria o terziaria, le variabili utilizzate per su superficie regionale
analizzare la dotazione di capitale umano sono la percentuale di Percentuale di occupati nel
65.81 11.01 26.89 90.70
adulti (25-64 anni) che frequentano scuole e corsi di formazione settore terziario
nelle aree rurali e la percentuale di adulti in possesso di diploma Infrastrutture turistiche
85.40 102.76 5.94 690.47
o di laurea. (n. letti/1000 ab.)
Crimini contro la proprietà
Tabella 3 – Valori medi del livello di capitale umano per i diversi aggregati dell’UE 3.04 2.53 0.11 12.29
(n./100 ab.)
Aggregato Variabili di capitale umano
Anni di appartenenza all'UE 26.62 20.16 -2.00 48.00
% adulti che fre-
% conduttori agri-
quentano scuole e % adulti con diploma o
coli con diploma o Dicotomica per aree
corsi di formazione laurea 0.23 0.42 0.00 1.00
laurea prevalentemente rurali
nelle aree rurali
Valori medi
Fonte: Cambridge Econometrics, Eurostat, Oecd
UE-6 51.4 7.9 70.6
UE-9 44.9 10.7 71.0
I regressori, sono variabili utilizzate nella contabilità della
UE-10 41.7 10.0 69.4
crescita: lo stock di capitale fisico e umano per addetto, lo
UE-12 39.6 10.4 66.6
UE-15 37.6 10.5 67.3
stock di capitale pubblico, lo stock di capitale tecnologico
UE-25 36.5 9.6 69.8
(R&S) e quello di capitale sociale. A queste sono state
UE-27 34.9 9.2 70.1
aggiunte variabili connesse alla struttura agraria e al grado di
Fonte: Eurostat
Pagina 6 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

sviluppo economico, importanti ai fini della determinazione agricolo.


della relazione tra capitale umano e produttività delle risorse In generale, la distanza tra il livello di istruzione in agricoltura,
impiegate in agricoltura (Maietta, 2004). Tra le variabili di approssimato dalla percentuale di conduttori di aziende con
sviluppo economico regionale sono state verificate in diploma o laurea, e quello dell’intera economia, approssimato
alternativa, il prodotto interno lordo pro-capite, la spesa per dalla percentuale di adulti con diploma o laurea, è minima per i
consumi familiari pro-capite e il grado di terziarizzazione paesi firmatari del Trattato di Roma e si amplia
dell’economia. Solo quest’ultima variabile è risultata progressivamente, al ridursi dell’appartenenza della regione
significativa; per caratterizzare meglio il grado di all’UE. Rispetto alle altre regioni europee, la dotazione di
terziarizzazione dell’economia regionale, è stata, quindi, capitale umano in agricoltura è bassa nelle regioni dell’Italia
aggiunta anche la variabile relativa alla ricettività turistica. Non meridionale e media in quelle dell’Italia centro-settentrionale.
sono risultate significative le variabili di capitale tecnologico, Un’interpretazione compatibile con l’evidenza fornita è che la
approssimato sia con l’intensità regionale in R&S che con il maggiore redditività dell’agricoltura comunitaria, assicurata dal
numero di brevetti, relativi al settore agricolo, così come la sostegno pubblico, abbia consentito di trattenere capitale umano
variabile di capitale pubblico, rappresentato dalle infrastrutture nel settore primario delle regioni con strutture agrarie più forti. In
fisiche; tali variabili sono state omesse nella specificazione quelle con strutture agrarie più deboli, lo stesso sostegno
finale per evitare di perdere osservazioni a causa dei dati pubblico ha comunque consentito la sopravvivenza di
mancanti. Per lo stesso motivo, tra le variabili di capitale un’agricoltura incapace di accumulare capitale umano.
sociale sperimentate, è stata riportata solo quella risultata L’importanza del contesto istituzionale è confermata dai risultati
significativa. Infine, è stata aggiunta una dicotomica per le aree della regressione che mostrano una relazione positiva e
prevalentemente rurali2. considerevole tra produttività del lavoro agricolo ed anni di
I risultati della regressione sono riportati nella tabella 5. La appartenenza della regione all’Unione Europea, sebbene le
specificazione delle variabili è in logaritmi, ciò significa che è variabili con maggiore elasticità siano il grado di terziarizzazione
possibile leggere i coefficienti della regressione come elasticità dell’economia e il grado d’integrazione verticale del sistema
della produttività del lavoro rispetto alle variabili indipendenti. agro-alimentare.
La qualità statistica della regressione è buona a giudicare dal La relazione tra capitale umano e produttività del lavoro è
valore dell’R2; tutte le variabili sono altamente significative. anch’essa importante con un’elasticità positiva e paragonabile a
quella del capitale fisico e tale da annullare l’effetto negativo di
Tabella 5 - I risultati della regressione. Variabile dipendente Log(Va/Ula) una minore dotazione di capitale sociale.
Variabile Coefficiente I risultati ottenuti confermano l’importanza della formazione di
Costante -6.01*** capitale umano in agricoltura nell’offerta di appropriate
Log(Capitale umano) 0.11*** competenze a giovani imprenditori, preparati nella conoscenza,
Log(Capitale fisico per addetto) 0.13** pronti alla competizione internazionale e in grado di interagire
Log(Percentuale di pascoli) -0.11***
con enti di ricerca nella richiesta di innovazioni adatte alle
Log(Percentuale di occupati nell'industria alimentare) 0.36***
esigenze delle proprie aziende. Quanto detto vale, in particolare,
per le regioni meridionali, in cui nonostante l’abbassamento del
Log(Percentuale di grandi imprese) 0.18***
costo privato di investimento in capitale umano, dovuto alla
Log(Percentuale di area agricola) -0.31***
presenza di sedi universitarie regionali, il livello medio di
Log(Percentuale di occupati nel settore terziario) 0.64**
istruzione in agricoltura risulta ancora molto basso.
Log(Crimini contro la proprietà) -0.11***
Log(Infrastrutture turistiche) -0.001***
Log(Anni di appartenenza all’UE) 0.19***
Dicotomica per aree prevalentemente rurali -0.16**
Note
N. osservazioni 152 1
Si ringraziano vivamente Brunella Boselli, Beatrice Camaioni, Pol Marquer,
R2 aggiustato 0.85 Stefano Pascucci e Alberto Zezza, per l’aiuto fornito nella ricerca dei dati e
Francesco Pecci e i tre referee anonimi per i preziosi suggerimenti. Di
*** significativa all’1% ** significativa al 5% responsabilità delle autrici restano, ovviamente, eventuali errori od omissioni.
Sebbene il lavoro sia frutto di riflessione comune, B. De Devitiis ha scritto il
secondo paragrafo e O.W. Maietta i rimanenti.
Le variabili che presentano una maggiore elasticità sono il livello 2
Secondo la definizione dell’OECD, una regione è prevalentemente rurale se più
di sviluppo economico (0.64), colto dal grado di terziarizzazione del 50% della popolazione risiede in aree rurali (con una densità demografica
dell’economia regionale, e il grado d’integrazione verticale inferiore a 150 abitanti/km2) (AA.VV., 2007).
(0.36), rappresentato dal peso dell’occupazione nel settore
alimentare sul totale dell’occupazione nel sistema agro-
alimentare. Riferimenti bibliografici
Tra le variabili settoriali, risultano rilevanti il contesto
istituzionale, rappresentato dagli anni di appartenenza all’Unione • AA.VV. (2007), Rural Households’ Livelihood and Well-
Europea (0.19), e la struttura aziendale: in particolare, la Being, United Nations, New York.
presenza di grandi imprese (0.18), il grado di capitalizzazione • Antonelli G., Guidetti G. (2008), Economia del lavoro e delle
fisica (0.13) ed umana (0.11). risorse umane, UTET, Torino.
Tra le variabili di segno negativo, sono significative il peso • Carillo M.R., Moro B., Papagni E., Vinci S. (2008), Dualismo,
dell’area agricola sul territorio, la percentuale di pascoli sull’area
nuove teorie della crescita e sviluppo del Mezzogiorno, Il
agricola, il livello di criminalità contro la proprietà, che
Mulino, Bologna.
probabilmente coglie anche il recente diffondersi della criminalità
organizzata in agricoltura, la dicotomica di area prevalentemente • Carillo M.R., Zazzaro A. (2001), Istituzioni, capitale umano e
rurale e la ricettività turistica, che denota una più spiccata sviluppo del Mezzogiorno, Edizioni Scientifiche Italiane,
vocazione turistica regionale. Napoli.
• Finuola R., Giarè F., Marotta M. (2006), “Gli aspetti qualitativi
del capitale umano in agricoltura”, in Vieri S., Prestamburgo
M., Marotta M. (a cura di), L’agricoltura italiana. Sfide e
Conclusioni prospettive di un settore vitale per l’economia della nazione,
INEA, Roma.
Scopo di questo lavoro è stato di verificare la localizzazione del
capitale umano nell’agricoltura delle regioni dell’Unione Europea • Lucas R.E. (1988), “On the mechanics of economic
e la relazione tra questa variabile e la produttività del lavoro development”, Journal of Monetary Economics, 22, 3-42.
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 7

• Lucas R.E. (1993), “Making a Miracle”, Econometrica, 61, produttivo quanto è più lungo l’orizzonte temporale entro il quale
251-272. può espletare i suoi effetti.
• Maietta O.W. (2004), “Crescita della produttività e capitale
umano nell'agricoltura italiana: un’analisi con dati provinciali
dal 1951 al 1991”, La Questione Agraria, 4, 105-140. Scolarizzazione e classi di età
• Mattana P., Piras R. (2008), “Il contributo del capitale umano
al processo di crescita: nuovi risultati per l’Italia da un panel La scolarizzazione può essere o meno produttiva per il settore
di dati regionali”, in Carillo et al, op. cit. agricolo a seconda delle situazioni economiche (Huffmann,
• Schultz T.W. (1961), “Investment in human capital”, 2001); in agricolture tradizionali, l’esperienza acquisita sul lavoro
American Economic Review, 51, 1-17. può essere maggiormente produttiva rispetto alla
scolarizzazione, ma in contesti economici caratterizzati dal
• Weir S., Knight J. (2000), “Education externalities in rural cambiamento e dall’arrivo continuo di nuove tecnologie, la
Ethiopia: evidence from average and stochastic frontier seconda ha un indubbio vantaggio. Le generazioni giovani sono
production functions”, Centre for the Study of African maggiormente scolarizzate di quelle più anziane, dato che con
Economies, Oxford University. la crescita del reddito, e con l’elevamento dell’obbligo scolastico,
la frequenza scolastica è cresciuta, così come la durata media
degli studi. La tabella 1 presenta alcuni dati illustrativi, tratti dal
Censimento dell’agricoltura del 2000 (sono relativi al Piemonte,
Giovani e capitale umano in ma la situazione non è probabilmente molto diversa nelle altre
regioni): è evidente come la presenza di laureati e diplomati sia
agricoltura maggiore fra i giovani e decresca con l’età. La stessa tabella
riporta la percentuale di conduttori che hanno seguito corsi
Alessandro Corsi professionali agricoli; in questo caso la percentuale sale
leggermente dalla classe di età sotto i 40 anni a quella 41-50
(chi ha terminato gli studi da pochi anni probabilmente non si
Nella politica agraria dell’Unione Europea sono da lungo tempo iscrive alla formazione professionale), ma poi scende. Nel
presenti provvedimenti a favore dell’insediamento di giovani complesso, questi dati indicano indubbiamente una crescita nel
agricoltori. In teoria, dovrebbero tendere a favorire l’entrata di tempo della scolarizzazione e della formazione dei conduttori
giovani nel settore; nell’applicazione pratica, spesso hanno il agricoli.
risultato di anticipare la sostituzione nella gestione aziendale dei
Tabella 1 - Conduttori per titolo di studio e classe di età (%) in Piemonte
figli che già lavorano in azienda (Carbone et al., 2005).
Qual è la ragione di questa preferenza dell’UE per i giovani? Ha Età Laurea Diploma Media Element. Nessuna TOTALE
Form.
un senso economico? Ci proponiamo con questa nota di Prof.
mostrare le ragioni che stanno al di sotto di questo indirizzo <40 2,6 30,3 60,3 6,9 0,0 100,0 12,2
dell’Unione Europea. 41-50 3,0 24,4 45,4 27,1 0,1 100,0 12,6
Una delle ragioni principali della crescita economica è l’aumento 51-60 2,5 15,6 23,9 57,6 0,5 100,0 8,4
dello stock di conoscenze. Nel passato, soprattutto in >60 1,2 6,8 9,6 79,3 3,1 100,0 4,4
agricoltura, queste derivavano principalmente dall’esperienza,
Totale 2,0 15,1 26,1 55,2 1,6 100,0 7,8
ed erano trasmesse attraverso l’apprendimento tradizionale, di
generazione in generazione. L’esperienza pratica era quindi una Fonte: ISTAT Censimento dell'agricoltura 2000
forma di accumulazione della conoscenza, il che spiega il
rispetto verso le generazioni anziane che era presente nelle
società tradizionali. Con lo sviluppo scientifico e tecnologico, la
conoscenza diventa in larga parte incorporata in fattori di Età, scolarizzazione e redditi
produzione, come i macchinari, le sementi selezionate, i
fitofarmaci. L’accumulazione della conoscenza si fa più veloce, Che l’età del conduttore abbia un’influenza sui redditi aziendali è
ed uno dei fattori di successo di un settore o di un’economia mostrato dalla tabella 2, che presenta le medie, per classe di età
diventa la prontezza con cui le innovazioni, che sono man mano del conduttore, del Reddito lordo standard (Rls) aziendale;
rese disponibili dalla ricerca scientifica e tecnologica, vengono quest’ultimo, come noto, è un indicatore della dimensione
adottate. Ed è sotto questo aspetto che gli agricoltori più giovani economica delle aziende. Il Rls diminuisce costantemente
diventano importanti per la crescita del settore. passando a classi di età maggiori del conduttore. Bisogna
tuttavia evitare di interpretare questi dati nei termini “chi è più
giovane guadagna di più”. Questa distribuzione è invece con
ogni probabilità il risultato di due tendenze: da una parte,
Orizzonte di investimento e giovani agricoltori restano in agricoltura i successori delle aziende più grandi e
redditizie (Corsi, 2006), che quindi hanno in media conduttori più
Una delle ragioni per cui i giovani sono considerati preferibili giovani delle altre; dall’altra, c’è un processo di “intrappolamento
nella gestione delle aziende riguarda le decisioni di in agricoltura” di conduttori anziani. In altre parole, rimangono in
investimento. Quando la decisione riguarda investimenti a lungo agricoltura conduttori che potenzialmente potrebbero avere
termine, risulta decisivo il tempo che la persona considera nel redditi maggiori in altri settori ma che, per le caratteristiche del
compiere la sua scelta. Un giovane che ha davanti a sé molti mercato del lavoro, non possono trovare un’occupazione se
anni di attività può tranquillamente effettuare l’investimento a superano una certa età, e quindi sono costretti a rimanere in
lungo termine, con una ragionevole sicurezza di poter riceverne i agricoltura con redditi limitati. In effetti, è relativamente più
benefici. Non altrettanto si può dire per un conduttore anziano, semplice lasciare il settore in età giovane che in età matura,
tanto più se non ha successori in azienda: difficilmente in queste come si constata anche nell’attività a tempo parziale: tutti gli
situazioni attuerà investimenti impegnativi, e questo ovviamente studi su questo argomento (ad es. Corsi e Findeis, 2000)
riduce il reddito del settore. L’altro aspetto altrettanto importante tipicamente trovano un andamento prima crescente e poi
riguarda gli investimenti non in beni materiali, ma in formazione: decrescente con l’età della probabilità di avere un lavoro fuori
anche questa, sia l’istruzione generale, sia la formazione azienda.
specifica o professionale, deve essere considerata un
investimento in capitale umano. Di nuovo, esso è tanto più
Pagina 8 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Tabella 2 - Reddito lordo standard medio aziendale per età del conduttore in tempo. La spiegazione sta nel fatto che l’adozione di una
Piemonte
innovazione poco “conosciuta” implica un investimento vero e
Età Rls medio proprio in informazione, e la scolarizzazione aiuta a effettuare
<40 25.572 queste scelte.
41-50 19.381
51-60 14.025
>60 8.354 Giovani e capitale umano specifico
Totale 13.998
Se quanto detto finora porta ad enfatizzare il ruolo della
Fonte: ISTAT Censimento dell'agricoltura 2000 conoscenza scientifica, acquisita attraverso la scuola, non va
per questo dimenticato che una parte importante di conoscenza
I rapporti fra titolo di studio del conduttore e redditi aziendali deriva comunque dall’esperienza sul lavoro. Anche se le
sono invece molto meno univoci. Come si può vedere dalla capacità tecniche sono sempre più basate, piuttosto che sulla
tabella 3, il Rls medio più alto si ha nelle aziende il cui conoscenza derivante dall’esperienza, sulla conoscenza
conduttore ha come titolo di studio la media inferiore, seguite da scientifica e tecnologica (che oltretutto cambia rapidamente
quelle con conduttore diplomato, e solo al terzo posto con rendendo obsoleto quanto appreso precedentemente), la
conduttore laureato. In effetti, la letteratura indica che i diversi scienza e le innovazioni tecnologiche devono essere adattate e
livelli di scuola possono avere effetti differenti sulla produttività applicate alle condizioni specifiche della zona e dell’azienda; la
del lavoro in azienda. L’educazione di base, centrata conoscenza di queste è quindi importante per la produttività
sull’alfabetizzazione, sull’aritmetica e sulla soluzione dei dell’applicazione stessa della scienza e della tecnologia.
problemi, ha generalmente effetti positivi sulla produttività del Inoltre, per sfruttare le specificità locali che sono alla base della
lavoro agricolo; la scuola secondaria presenta un vasto spettro differenziazione dei prodotti (DOC, DOP, ecc.), occorrono non
di preparazioni, che vanno dalle competenze specifiche alla solo conoscenze tecniche adattate alla località, ma anche la
preparazione dell’università, e la sua influenza sulla produttività capacità di commercializzazione e quella di aderire o addirittura
del lavoro agricolo può molto variare; il livello universitario ha creare l’azione collettiva dei produttori per la valorizzazione dei
effetti positivi nelle situazioni in cui è richiesta l’applicazione prodotti locali, tutte capacità che sono molto legate
della scienza e della gestione aziendale (Huffmann, 2001); ne all’esperienza. In questi casi, quando è importante la
segue che l’effetto della scolarizzazione sui redditi agricoli non è conoscenza specifica acquisita attraverso l’esperienza, i giovani
univoco. Questo è tanto più vero in quanto la scolarizzazione ha sono ovviamente in situazione svantaggiata. Sarebbe quindi
effetti contrastanti sulla scelta da parte dei giovani dell’attività desiderabile che le conoscenze acquisite attraverso l’esperienza
agricola rispetto a quella in altri settori. Da un lato, una maggiore siano trasmesse alle nuove generazioni; questo normalmente
scolarizzazione può migliorare la produttività del lavoro in avviene se la conduzione aziendale viene trasmessa all’interno
azienda, garantendo maggiori redditi e spingendo a scegliere della famiglia. La mancanza di successori familiari, che
questo lavoro; dall’altro, alza il salario che potenzialmente il interessa una parte notevole dell’agricoltura italiana, è quindi un
giovane potrebbe guadagnare in altre attività, inducendolo fenomeno preoccupante, anche se le aziende nelle quali sono
quindi a lasciare l’agricoltura. In generale, gli studi mostrano che rilevanti forme di conoscenza specifica o profili tecnici elevati
questo secondo effetto è più forte, col risultato di diminuire la sono relativamente meno colpite dal fenomeno. Sarebbe
percentuale di addetti con alta scolarizzazione in agricoltura e di comunque una buona politica quella di favorire la trasmissione
drenare dal settore una parte delle energie più brillanti. delle conoscenze specifiche alle nuove generazioni, anche
quando non coincidono con gli eredi dei conduttori; alcuni
Tabella 3 - Reddito lordo standard medio delle aziende per titolo di studio del
conduttore in Piemonte
suggerimenti in questo senso vengono anche da esperienze
francesi (Corsi et al., 2005).
Titolo di studio Rls medio
Le considerazioni svolte sui vari aspetti del capitale umano in
Laurea 15.539 relazione ai giovani nel complesso suggeriscono che l’intervento
Diploma 18.092 dell’UE che favorisce i giovani è giustificato da ragioni
Media 19.563 economiche, ma che non va dimenticato il ruolo delle
Elementari 10.448 conoscenze accumulate attraverso l’esperienza, di cui andrebbe
Nessuna 5.544 favorita la trasmissione nei casi in cui questa non avviene per
TOTALE 13.998 successione familiare nella conduzione delle aziende.
Fonte: ISTAT Censimento dell'agricoltura 2000

Riferimenti bibliografici
Scolarizzazione e adozione delle innovazioni
• Huffman W. E. (2001) Human capital: education and
Ovviamente, questo non implica che favorire la scolarizzazione agriculture in B. Gardner e G. Rausser (eds.), Handbook of
degli agricoltori sia negativo. Anzi, una serie di studi mostra un agricultural economics, Elsevier, Amsterdam
effetto positivo del livello di scolarizzazione sull’adozione di
innovazioni. Questo si è dimostrato vero anche in paesi in via di • Carbone A., Corsi A. Sotte F. (2005) La misura giovani tra
sviluppo: ad esempio, l’adozione di varietà ad alta resa nuovo Regolamento sullo sviluppo rurale e prime evidenze
nell’ambito della Rivoluzione verde è risultata legata al dell’applicazione 2000-2003, AgriRegioniEuropa, n. 2, 12-16
completamento della scuola primaria (Foster e Rosenzweig, • Corsi A., Findeis J.L. (2000) True state dependence and
1995), come l’uso di analisi del suolo e fertilizzanti (Strauss et heterogeneity in off-farm labour participation, European
al., 1991), anche se in questi contesti l’esperienza sembra Review of Agricultural Economics, 27 (2): 127-151
ancora giocare un ruolo importante. Un buon esempio di velocità • Corsi A. (2006) Which Italian family farms will have a
di adozione in paesi sviluppati riguarda invece l’uso dei successor? Poster paper presentato alla 26° Conference of
computer nelle aziende agricole; diversi studi hanno mostrato the I.A.A.E., Gold Coast, Australia, 12-18 agosto 2006,
che l’adozione precoce dei PC era correlata con una educazione disponibile a: http://ageconsearch.umn.edu/
superiore. Più in generale, questo è risultato vero per • Corsi A., Carbone A., Sotte F. (2005) Quali fattori
innovazioni disponibili da poco tempo, la cui adozione era influenzano il ricambio generazionale?, AgriRegioniEuropa,
influenzata dal livello di scolarizzazione, mentre non risultavano n. 2, 9-12
effetti significativi sull’adozione di innovazioni disponibili già da • Foster A.D., Rosenzweig M.R. (1995) Learning by doing and
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learning from others: Human capital and technical change in in base al ciclo di vita, all’età, alla classe di reddito ecc. La
agriculture, Journal of Political Economy, 103: 1176-1209 prospettiva di genere non è però ancora riuscita a modificare
• Strauss J., Barbosa M., Teixeira S., Thomas D, Junior R.G. pienamente i più importanti ambiti decisionali dell’UE, soprattutto
(1991) Role of education and extension in the adoption of perché si scontra con un’ineguale distribuzione di potere
technology: A study of upland rice and soybeans farmers in gerarchico rispetto alle altre politiche; ciò si rileva anche per le
Central-West Brasil, Agricultural Economics, 5: 341-359 politiche agricole, al di fuori delle enunciazioni formali.

Le donne nell’agricoltura italiana


Sviluppo rurale e donne: alla
Secondo le rilevazioni censuarie del 20001, le donne presenti
ricerca di nuovi paradigmi di nelle famiglie agricole italiane a qualsiasi titolo e con qualsiasi
competitività impegno erano oltre 2,1 milioni (Tabella 1). Il 79% di esse erano
impegnate nelle attività aziendali, rispettivamente quasi il 37%
come conduttrici e il 35% come mogli, mentre il resto faceva
Elisa Montresor, Mirko Bonetti
parte del nucleo familiare in qualità di ascendenti, discendenti o
con altri legami di parentela, con un minimo apporto alle attività
agricole in forma saltuaria e stagionale.
Introduzione
Tabella 1 - Le donne nell’agricoltura italiana
L’analisi delle principali caratteristiche del capitale umano
presente nell’agricoltura italiana sotto un profilo di genere ha lo 2000 1990
Diff Diff
scopo di evidenziare il ruolo delle donne nello sviluppo rurale, 1990-2001 1982-1990
nonché di individuare alcune strategie per una piena
N. gg % gg N. gg % gg %gg %gg
applicazione delle pari opportunità per donne e uomini nel
complesso sistema agro-alimentare italiano. Conduttrici 796 36251 36,3 782 33592 24 0,8 -18,5
Le assunzioni alla base dell’indagine sono due. Da un lato, si
Mogli 1233 38658 38,7 1718 64000 45 -39,6 -34,5
assiste alla crescente femminilizzazione del settore agricolo,
soprattutto se l’ottica è quella dell’imprenditoria femminile; Altre familiari 123 13287 13,3 1528 22566 11 -41,1 -23,2
questo processo investe tutti i paesi dell’UE, ma in misura più Totale familiari
accentuata la realtà italiana. Su altro versante vi è invece la 2152 88196 88,3 4028 120158 85 -26,6 -28,6
donne
sostanziale assenza delle donne nella costruzione delle politiche Salariate a 999 1 1516 1 -34,1 -20,7
rurali e agricole ai differenti livelli, nonché nella attuazione dei
Salariate a
piani di sviluppo a livello locale, nonostante l’apprezzabile sforzo tempo determ.
10730 10,7 20175 14 -46,8 7
delle organizzazioni professionali e del Ministero delle Politiche
TOTALE 99925 100 4037 141848 100 -29,6 -24,9
Agricole Agroalimentari e Forestali nella creazione di istituzioni
ed osservatori per affrontare la questione femminile.
Da queste assunzioni discendono alcuni quesiti. Il primo Fonte: Censimenti dell’agricoltura
riguarda il reale ruolo delle donne nello scenario italiano, ricco di
complessità ed eterogeneità. Profonde sono state infatti le La quota maggiore di lavoro femminile agricolo era espressa
trasformazioni: nuovi rapporti tra proprietà e impresa, nuove dalle donne presenti nella famiglia (88%) Il lavoro femminile
organizzazioni della produzione e del lavoro, più stretti e familiare, oltre 88 milioni di giornate e oltre un terzo del lavoro
diversificati rapporti con i mercati, nuove forme di familiare totale, presenta una contrazione (-26%) rispetto agli
imprenditorialità. Queste trasformazioni, ancora più rilevanti a anni Novanta, in linea però con la diminuzione registrata per gli
livello territoriale, dipendono dai mutamenti economici, sociali e uomini. Le salariate, pressoché equamente suddivise fra tempo
demografici che hanno investito le diverse aree del paese. In determinato e tempo indeterminato, presentano la più elevata
questo quadro la crescente femminilizzazione del settore riduzione rispetto ai decenni precedenti, sulla cui reale entità
assume una connotazione positiva o deve essere considerato sorgono alcuni interrogativi. Il calo sembra collegarsi infatti solo
come un fenomeno residuale? in parte ai profondi mutamenti nei processi produttivi e da un
Il secondo quesito è legato alle profonde riforme istituzionali sempre maggiore apporto dei servizi di contoterzismo. Vi è
dell’UE. La multifunzionalità dell’azienda agricola, non più solo invece da chiedersi se questo dato non nasconda fenomeni di
produttrice di beni alimentari, ma in grado anche di fornire lavoro non dichiarato, soprattutto per le lavoratrici immigrate
servizi ambientali e paesaggistici, ricreativi e turistici, nonché di stagionali.
sicurezza e qualità degli alimenti per l’intera società, è stata Il dato complessivo del lavoro familiare nasconde alcune
posta al centro delle politiche agricole. Questo ampliamento di dinamiche di segno opposto. Mentre le conduttrici aumentano,
funzioni può consentire un miglioramento della posizione delle anche se di poco, sia nel numero sia nelle giornate lavorate, le
donne e delle loro opportunità di vita e di lavoro? In che misura altre figure femminili diminuiscono fortemente il loro apporto. In
e in quali contesti territoriali le donne possono concorrere a particolare, prosegue anche negli anni Novanta, in misura
trovare nuove modalità di competitività nel mondo rurale e nel ancora più consistente dei decenni precedenti, la drastica
sistema agroalimentare italiano? diminuzione dell’apporto delle mogli alle attività aziendali,
Su un altro versante, a partire dal 1996 (COM, n. 67 final) si è passando da oltre 1,7 milioni di unità a poco più di 1,2 milioni (-
affermato il principio del mainstreaming gender, una svolta 28%, con punte del -36% nelle aree montane). Soprattutto il loro
sostanziale nell’agenda politica della UE, ispirata fino a quel contributo lavorativo diminuisce in misura accentuata, con quasi
momento al principio di women’s perspective, in base al quale le il 40% in meno delle giornate lavorate. Se la contrazione
donne rappresentavano un gruppo svantaggiato nella società, al numerica può essere legata anche alla diminuzione delle unità
quale riservare iniziative particolari. Il nuovo approccio riconosce aziendali soprattutto nei contesti più svantaggiati, le dinamiche
invece che l’adattamento della società deve avere lo scopo di in atto nella società sembrano aver mutato significativamente le
introdurre significativi miglioramenti nella vita sia degli uomini, strategie di queste figure nei confronti dell’impegno aziendale.
sia delle donne. A ciò si accompagna un altro concetto, cioè che Solo il 60% delle mogli dichiarano un apporto nelle attività
le donne non devono più essere considerate come un gruppo aziendali e questo valore decresce nelle aree di pianura.
omogeneo, ma che occorre tenerne presenti le differenziazioni, Purtroppo non esistono informazioni disaggregate per sesso per
il lavoro prestato al di fuori dell'azienda dai singoli componenti.
Pagina 10 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Alcune considerazioni possono essere dedotte dai dati Tabella 2 - Tasso di femminilizzazione delle imprese agricole attive per
circoscrizione
complessivi, dato che i coniugi al femminile rappresentano il
75% del totale. Se consideriamo che i coniugi prevalentemente RIPARTIZIONE Agricoltura caccia e Pesca e servizi
TOTALE
o esclusivamente presenti in azienda sono circa il 50%, mentre GEOGRAFICA silvicoltura connessi
quelli esclusivamente impegnati nel mercato del lavoro sono il Italia Nord – occidentale 28,2 8,1 21,9
16%, si può ragionevolmente supporre che una larga parte delle Italia Nord – orientale 23,4 16,1 20,7
mogli abbia preferito l'inserimento nel mercato del lavoro, anche Italia Centrale 31,6 8,0 24,7
in forma precaria, soprattutto nelle aree dove le condizioni dello Italia Meridionale 32,8 11,7 26,5
sviluppo offrono opportunità. A fronte di una sempre maggior Italia insulare 26,3 7,9 24,6
dipendenza delle famiglie agricole dai redditi monetari percepiti Media Italia 28,7 11,8 23,5
extra-azienda e ad una mancata riconoscibilità di uno status
professionale nell’azienda, molte di esse hanno preferito la Fonte: Rilevazioni Unionecamere, 2003
ricerca di un'identità specifica nel mercato del lavoro e la
percezione di redditi monetari, su cui forse possono detenere Tabella 3 - Le aziende agricole al femminile per zona altimetrica
meglio il controllo. Sulla reale entità dell’abbandono delle mogli
e delle altre componenti familiari, possono sorgere alcuni dubbi. Aziende SAU SAU Media
La flessibilità nel lavoro, che nell’azienda agricola non consente Zone Altimetriche
spesso di separare nettamente lavoro di produzione e di ri- N. % ha % Ha
produzione, tende a renderne invisibile l'impegno, in particolare Montagna 161 19,8 507 21,1 3,1
in presenza di ordinamenti altamente intensivi di lavoro e nei Collina 426 53,8 1.223 50,7 3,5
periodi di punta. Anche il rilevamento di un unico conduttore o
Pianura 208 26,4 680 28,2 3,0
capo azienda, di sesso maschile o femminile, conduce alla
sottostima del loro contributo alle attività aziendali, in cui spesso Italia 795 100,0 2.411 100,0 3,3
esplicano un ruolo di co-conduzione. Fonte: Censimento dell’agricoltura, 2000
Va tuttavia sottolineato che la presenza delle mogli sembra
fondamentale per la prosecuzione dell'attività agricola; gli Le imprenditrici rappresentano dunque una realtà ormai
imprenditori maschi continuano nel 89% dei casi soltanto grazie consolidata nell’agricoltura italiana, anche se sembra interrotto il
alla presenza di una compagna, indipendentemente dal fatto processo di forte crescita dei decenni precedenti. Tuttavia, se
che sia impegnata in azienda o meno, senza scarti territoriali tra l’incremento degli anni Novanta (1,7%) appare limitato rispetto a
montagna, collina e pianura. quello degli anni Settanta (4,7%) e degli anni Novanta (9,9%), si
Nulla possiamo invece conoscere circa la presenza di giovani tratta comunque di un processo in netta controtendenza rispetto
donne, non imprenditrici e non mogli, all’interno dell’azienda alla forte contrazione delle imprese maschili (-19,7%). La
familiare, che rappresenta la tipologia prevalente nella realtà disaggregazione a livello territoriale evidenzia come, a fronte di
italiana. Queste informazioni sarebbero state estremamente una netta contrazione nelle aree montane, le aziende in rosa
rilevanti per valutare se esista o meno un ricambio aumentano in pianura e in collina. Complessivamente la
generazionale al femminile nelle aziende. Il problema superficie agricola condotta è pari ad oltre 2.4 milioni di ettari
dell’invecchiamento dei conduttori agricoli in Italia ha raggiunto (18,5% del totale italiano).
punte drammatiche rispetto agli altri settori (con oltre 82% dei La maggior parte delle aziende in rosa (61%) è condotta da
conduttori con più di 55 anni nel 2000). Capire se è prevedibile imprenditrici anziane, con quasi il 53% della Sau (Tabella 4); le
un potenziale ingresso da parte di giovani donne, forse ora imprenditrici con più di 65 anni sono incrementate nel decennio
occupate altrove, forse impegnate in percorso scolastico, riveste Novanta, a dimostrazione di un processo di invecchiamento più
perciò un’importanza fondamentale per comprendere attraverso accentuato rispetto agli uomini. A fianco di questa imprenditoria
quali misure sarà possibile favorire un maggiore impegno delle anziana, di cui purtroppo nulla è possibile conoscere sulla
donne nel mondo rurale. collocazione territoriale, esiste una quota consistente di donne
tra i 24 ed i 54 anni, che conducono circa il 46% delle superfici
agricole al femminile. Le giovanissime rappresentano invece
Le imprese al femminile una realtà pressoché irrilevante, anche se le modeste superfici a
loro disposizione aumentano nel corso del tempo.
Il tasso di femminilizzazione delle aziende agricole italiane muta,
Tabella 4 - Le imprenditrici per classe di età
ma non in misura significativa, secondo la fonte utilizzata.
Secondo le rilevazioni di Unioncamere, le imprese agricole Variazione 1990- Variazione 1990-
N SAU
femminili attive al dicembre 2003 erano circa 280 mila (Tabella Anni /2000 /2000
2) e il rapporto tra imprese in rosa rispetto all’universo totale era % % % Ha %
pari al 28,5%, che scendeva al 23,5% con l’inclusione delle Fino a 24 0,5 0,8 -0,5 -14,1 5,8 28,6
imprese relative al comparto della pesca. I più elevati livelli di
Da 24 a 54 38,4 46,1 10,1 3,3 218,6 19,7
imprese femminili si rilevavano nelle regioni meridionali, in linea
con la “meridionalizzazione” delle strutture agricole italiane, Da 54 a 65 22,9 22,2 -23,7 -13 -41,3 -7,7
mentre nel Nord del paese solo un’impresa agricola su 5 era Oltre 65 38,2 30,9 27,6 9,1 69,1 9,3
condotta da donne. Totale 100 100 13,5 1,7 252,1 10,5
Secondo le rilevazioni censuarie, l’universo aziendale al
(migliaia) 795,7 2410,6
femminile risulta invece sovradimensionato. Le aziende in rosa
erano oltre 795 mila con un saggio di femminilizzazione solo Fonte: Censimento dell’agricoltura, 2000
leggermente superiore (30,9%) (Tabelle 3 e 4), con picchi più
elevati nelle aree montane (quasi il 32,5%). Su questi dati pesa Sotto un profilo familiare, le imprenditrici sono per quasi la metà
un limite di carattere più generale, sottolineato sia nella ricerca, donne sole, ma quando vi è la presenza di un coniuge, vi è un
sia dalle organizzazioni professionali, rappresentato dal fatto di impegno di quest’ultimo nell’attività aziendali nell’85% dei casi,
non operare in sede censuaria alcuna distinzione tra imprese e con scarse differenziazioni territoriali. Da un lato, vi sono dunque
aziende agricole. In questa direzione la definizione di impresa processi per molti aspetti scontati, cioè un'ampia quota di
agricola adottata nel Censimento del 2000, quella cioè che imprenditoria al femminile anziana, legata alla mancanza di un
intrattiene rapporti con il mercato anche se per importi compagno de jure o de facto, come effetto di maggiori
assolutamente irrisori, non sembra ancora sufficiente. probabilità di vita delle donne rispetto agli uomini, ed alla
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 11

marginalità dell'azienda e del contesto territoriale. Dall'altro accumulazione. A livello territoriale, il 65% delle imprese di
sembrano delinearsi alcune realtà molto interessanti piccola dimensione economica si rileva nelle regioni meridionali
caratterizzate da imprenditrici più giovani, forse più dinamiche2. e insulari; di segno contrario sono le dinamiche nelle aziende
La trasmissione dell’azienda agricola alla conduzione femminile professionali e di accumulazione, il cui peso, soprattutto
sembra per la quasi totalità avvenire all’interno della famiglia. nell’area della professionalità, aumenta nelle regioni
Interessanti a questo proposito risultano alcuni dati relativi settentrionali.
all’utilizzo della legge 215 del 1992 rivolta all’imprenditoria Sotto un profilo strutturale, le aziende al femminile hanno
femminile3, che emergono dal rapporto nazionale sulle imprese modeste superfici utili a disposizione, appena 3 ettari in media,
femminili, condotto dal Ministero delle Attività Produttive in senza scarti significativi tra montagna collina e pianura; in media
collaborazione con Unioncamere. Nei primi tre bandi le oltre l’87% delle imprese in rosa sono al di sotto dei 5 ettari. Va
domande per le quali era stata concessa un’agevolazione erano tuttavia sottolineato che il confronto con i dati censuari del 1990
soltanto 144, appena il 5% del totale, percentuale ulteriormente evidenzia un aumento di quasi il 10% delle superfici condotte e
scesa nell’ultimo bando (2,7% del totale), ma con notevole tale incremento si verifica soltanto nelle aziende dai 10 ettari in
aumento dell’agevolazione media concessa, da circa 26 mila su.
euro a oltre 44 mila euro. Ulteriori elementi di riflessione
emergono se si considerano le domande inattive per i primi 3
bandi, cioè quelle per le quali si sono verificate rinunce, revoche Alcune conclusioni
o il decadimento per il non ottemperamento dei requisiti
necessari. Per il settore primario le domande inattive La breve analisi condotta sul ruolo delle donne nello scenario
rappresentavano ben il 64% delle domande ammissibili, in agricolo e rurale consente alcune considerazioni finali, che non
misura nettamente superiore agli altri settori. Questi dati possono essere disgiunte da quelle di carattere più generale.
dimostrano come il provvedimento non sembri aver risposto alle La prima considerazione è legata ai profondi mutamenti
specificità del settore agricolo, ma anche il limitato ricorso istituzionali e di mercato che hanno investito il mondo agricolo e
all’intervento pubblico da parte delle donne per fare “impresa” in rurale Al tempo stesso il mondo rurale è stato oggetto di
agricoltura. A questo proposito sarebbe interessante poter mutamenti spesso indipendenti dall’intervento pubblico; fra gli
valutare in che misura le imprenditrici ricorrano alle misure altri possiamo ricordare quelli nella concentrazione demografica,
previste dai Piani di sviluppo rurale regionali. le trasformazioni sociali delle famiglie e la diversificazione del
Le informazioni sul livello di formazione (Tabella 5) evidenziano mercato del lavoro, l’introduzione delle nuove tecnologie della
un capitale umano femminile in continua crescita, anche se comunicazione. Questi mutamenti potranno risultare rilevanti per
ancora permane una quota di conduttrici senza alcun titolo di le donne, a qualunque titolo impegnate nel mondo agricolo,
studio (13%). La quota maggiore di laureate, anche nell'indirizzo siano esse conduttrici o mogli o figlie, in particolare nelle aree
agrario, si rileva nelle regioni meridionali, dove però si presenta con divari nello sviluppo (montagna, regioni meridionali).
una dicotomia: da un lato, una più elevata formazione, dall'altro, Nella costruzione dei programmi territoriali la sfida che si pone è
ancora un largo peso di imprenditrici prive di titolo di studio o duplice. Da un lato vanno senz’altro promosse le iniziative volte
con la licenza elementare. Interessante è sottolineare la al sostegno e all’ampliamento di quella parte dell’imprenditoria
partecipazione a corsi di formazione, che si mantiene in tutto il femminile già presente sui mercati, sia dei prodotti alimentari sia
paese, ad eccezione delle regioni nord-orientali. dei servizi turistici e ricreativi. Queste iniziative non potranno
essere disgiunte da altre azioni fondamentali. Queste donne,
Tabella 5 - Capi azienda donne per circoscrizione e titolo di studio
(valori in migliaia) che hanno un potere nelle loro famiglie, nelle loro aziende, nelle
loro comunità, non hanno spesso alcun potere strutturale nelle
Nord Nord
Titolo di studio
Ovest Est
Centro Sud Isole Italia istituzioni pubbliche e private. La costruzione delle politiche
Laurea o diploma universitario avviene quindi senza una loro sostanziale partecipazione e di
0,2 0,2 0,4 0,9 0,4 2,1
(indirizzo agrario) conseguenza gli interventi e le misure non tengono conto dei
Diploma di scuola media superiore loro reali bisogni e delle loro aspettative, che spesso non sono
0,8 1,3 1,6 4,0 1,5 9,2
(indirizzo agrario) solo legate agli aspetti economici, ma che investono la qualità
Laurea o diploma universitario 1,4 2,0 4,9 6,7 4,4 19,3 delle loro vite.
La seconda sfida, che è comunque strettamente collegata alla
Diploma di scuola media superiore 10,4 11,1 23,1 42,5 18,1 105,3
precedente, è quella relativa all’ingresso di giovani donne nel
Licenza di scuola media inferiore 16,6 17,6 27,6 68,1 26,8 156,6 mondo agricolo, siano esse figlie di famiglie rurali o provengano
Licenza di scuola elementare 37,0 49,8 67,4 142,5 55,1 351,8 dall’esterno. Nei prossimi anni, in particolare nelle aree montane
Capi azienda privi di titoli di studio 1,5 5,3 12,6 57,7 18,7 95,8 e collinari, un’ampia quota di territorio agricolo potrebbe essere
disponibile sul mercato per mancanza di un successore.
TOTALE 67,9 87,3 137,6 322,4 125 740,2
Valutare attraverso quali misure sarà possibile favorire l’accesso
Capi azienda che frequentano o
hanno frequentato corsi 2,7 4,6 3,4 4,0 1,6 16,2 di giovani donne alla conduzione di nuove imprese agricole,
professionali potrebbe rappresentare una risposta non solo sotto un profilo
produttivo, ambientale e paesaggistico, ma anche al perdurare
Fonte: Censimento dell’Agricoltura, 2000 di una forte disoccupazione giovanile, soprattutto nel Sud.
Questo percorso richiede però un forte impegno a livello
Larga parte delle aziende al femminile si concentra nelle più territoriale e regionale nell'individuazione di chiare linee guida
basse dimensioni fisiche ed economiche. Circa 30 mila aziende nei singoli contesti, valutando di volta in volta in quali aree sia
in rosa non intrattengono alcun rapporto con il mercato (circa il preferibile indirizzare gli interventi all’ammodernamento e al
4% del totale, percentuale nettamente più bassa rispetto sostegno dell’imprenditoria già esistente e in quali invece
all’universo totale). All’interno di quelle che sono definite debbano essere privilegiate le azioni di sviluppo rurale.
imprese ai fini censuari, quasi il 90% dichiarano un Rls al disotto
degli 8 Ude (9600 euro), importo in media inferiore ad un
trattamento pensionistico. Si tratta dunque di aziende accessorie Note
e marginali, spesso destrutturate, che non hanno rilievo sotto un
profilo economico, ma possono rivestire un ruolo importante da 1
Le informazioni statistiche provengono sia dal volume tematico relativo alle
un punto di vista ambientale. Solo 5,6% delle unità si collocano donne, pubblicato nel 2004, sia da quello dedicato alle caratteristiche strutturali
delle aziende. Nonostante il lodevole sforzo dell’Istat di mettere al centro la
nella fascia dell’agricoltura professionale (tra gli 8 ed i 40 Ude); questione femminile, la ricostruzione della presenza delle donne mostra ancora
infine appena l’1% appartiene alla tipologia delle imprese di alcune ombre. L’attenzione è soprattutto concentrata sulla donna imprenditrice,
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tralasciando maggiori informazioni sul resto delle componenti familiari. l’idea più originale e innovativa attorno alla quale sviluppare il
2
Nel 1990 le maggiori informazioni censuarie hanno consentito di evidenziare la
loro presenza soprattutto nelle regioni meno industrializzate e con notevoli ritardi
Psl, concentrando l’attenzione sugli aspetti tecnici del processo
nello sviluppo, evidenziando come di fronte all'impossibilità di trovare uno sbocco (cosa fare, quale innovazione) più che sul processo (come fare,
nel mercato del lavoro, la loro opzione agricola ha consentito loro trovare come aggregare i soggetti, come creare un gruppo coeso).
un'identità ed uno status.
3
Le agevolazioni previste potevano essere concesse per le seguenti attività: a)
avvio di attività imprenditoriale, b) acquisto di azienda preesistente (anche
mediante contratto di locazione); c) realizzazione di “progetti aziendali innovativi”
connessi all’introduzione di innovazioni di prodotto, tecnologiche o organizzative; c)
La formazione nel Leader+
acquisizione dei servizi reali.
Nell’esperienza di Leader+, la formazione è stata vista
essenzialmente come uno strumento accessorio ad altri
Riferimenti bibliografici interventi. Ad esempio, nel caso di Psl orientati allo sviluppo del
settore turistico, sono stati realizzati corsi di formazione per
addetti al turismo, animatori di villaggi, operatori di strutture
• Ministero Attività Produttive, Unioncamere (2004), Impresa in turistiche, esperti in cucina tradizionale del territorio di
Genere, Roma, 2004 riferimento, ecc. Nel caso di Psl orientati alla valorizzazione del
• Montresor E. (1997), “Le donne nell’agricoltura italiana; luci patrimonio ambientale e culturale, sono stati organizzati corsi
ed ombre”, La Questione Agraria, n. 68 per operatori ambientali, coordinatori di attività di protezione
• Montresor E. (2000), "L'articolazione aziendale a livello civile, guide al patrimonio ambientale, ecc. Le attività formative
territoriale nell'agricoltura italiana", in R. Fanfani, E. sono state strutturate in maniera tradizionale con relazioni/
Montresor, L’agricoltura italiana verso il 2000, Franco Angeli. lezioni di esperti – spesso esterni al contesto territoriale – su
• Montresor E. (2005), “Imprese al femminile”, Sviluppo, n. 10 argomenti tecnici, stage e/o tirocini, uso di dispense e/o altro
materiale cartaceo o digitale.
Anche le modalità di valutazione della formazione sono state
generalmente quelle utilizzate nella formazione professionale
Sviluppo rurale e capitale umano tradizionale: numero di domande e numero di partecipanti ai
L’esperienza Leader corsi, grado di soddisfazione degli stessi, ecc.
Insomma, la formazione è stata vista in maniera funzionale,
Francesca Giarè indirizzata al potenziamento delle competenze individuali, con
l’obiettivo di fornire ai partecipanti un maggior grado di
Istituto Nazionale Economia Agraria occupabilità nel territorio anche in relazione agli altri interventi
predisposti. In molti casi, è bene chiarirlo, si è trattato di
interventi ben costruiti e ben realizzati, che hanno dato buoni
risultati e sono stati considerati positivamente dagli stessi
Introduzione partecipanti.
E’ però mancato, nella maggioranza dei casi, un approccio più
L’Iniziativa comunitaria (IC) Leader+, come noto, costituisce la elevato alla formazione e soprattutto un diverso approccio al
terza fase di un intenso intervento comunitario sullo sviluppo capitale umano. L’impostazione seguita rispecchia infatti
rurale, caratterizzato dal cosiddetto approccio dal basso (bottom l’approccio socio-economico che sta alla base dell’IC e
up), dalla necessità di operare in partenariato per la dell’elaborazione dei Psl, risentendo della mancanza di quella
realizzazione di Piani di Sviluppo Locale (Psl) che presentino cultura formativa che invece negli anni si è andata costruendo
elementi di innovatività e trasferibilità nei territori rurali. Tali anche in Italia, secondo la quale la centralità di ogni processo di
elementi sono stati oggetto di studi e riflessioni, in parte condotti apprendimento/cambiamento deve risiedere nelle persone
sulla base di dati quantitativi rilevati nel corso delle tre edizioni coinvolte e nel contesto in cui le persone si trovano. In altre
dell’IC, in parte sulla base dei dati qualitativi forniti da interviste, parole, la formazione costituisce l’output di un processo di
materiale documentale, esperienze raccolte. apprendimento che coinvolge gli aspetti culturali (le conoscenze
La prospettiva di analisi che si vuole adottare in questo breve e le competenze delle persone, il sistema dei valori e delle
contributo è quella del capitale umano e sociale. Se, infatti, il tradizioni, le motivazioni, le aspettative, ecc.) e gli aspetti
paradigma dello sviluppo locale endogeno si basa sulla organizzativi e contestuali, che ne costituiscono le condizioni di
determinazione locale delle opzioni di sviluppo, sul controllo realizzazione.
locale del processo di sviluppo e sullo sfruttamento in loco dei Secondo tale approccio, il corso è solo uno dei modi di fare
benefici dello sviluppo stesso (Slee, 1992), il ruolo del capitale formazione e di incidere in maniera significativa sul capitale
umano e sociale dovrebbe diventare il nucleo fondamentale di umano (e su quello sociale); sarebbe invece opportuno –
ogni intervento e di ogni conseguente valutazione dei suoi quando si parla di adulti e di contesti organizzati – operare in
risultati. Per attivare processi di bottom up nelle aree marginali termini di lifewide learning, cioè dell’insieme degli apprendimenti
rurali, dovrebbero essere presenti in teoria almeno tre tipi di formali, non formali e informali che si realizzano nel corso della
risorse: un capitale umano competente e altamente qualificato, vita. Ogni intervento dovrebbe dunque essere inserito in una
una rete coesa di soggetti, una leadership capace di mediare tra cornice più complessiva di iniziative, in cui può trovare spazio
le diverse esigenze e portare a conclusione il processo stesso. Il anche la formazione tradizionale – meglio se a domanda e
focus su tale aspetto, dunque, sembra doveroso. individualizzata – a patto che sia accompagnata da altre azioni,
Come è stata affrontata la questione nell’IC Leader? Fin da altre tipologie di formazione come la formazione a distanza, il
dall’inizio è stata messa in evidenza l’importanza del fattore project work, l’action learning, e dalla costruzione di progetti reali
umano e l’esigenza di coinvolgere la popolazione nei processi di e realizzabili di innovazione e cambiamento organizzativo e
sviluppo da attivare nei territori rurali; tuttavia, le modalità produttivo.
proposte nelle tre edizioni e le pratiche adottate non sembrano
essere state sempre coerenti con le premesse. Il partenariato
(rete coesa di soggetti), ad esempio, è stato imposto come
presupposto formale della partecipazione all’IC, la leadership è Innovazione e apprendimento
stata delegata in molti casi alla sfera politica per quanto riguarda
la presidenza dei partenariati (leadership formale) e alla sfera Il cambiamento di prospettiva che dovrebbe interessare le
tecnica per quanto riguarda la gestione operativa dei Psl iniziative sul capitale umano negli interventi di sviluppo rurale,
(leadership tecnica). L’accento sulla leadership, inoltre, è stato dovrebbero – in sintesi – ripercorrere il percorso fatto nell’ambito
inteso come importanza di individuare il soggetto o i soggetti con delle innovazioni in agricoltura. A tal proposito, occorre notare
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come anche nel campo dello sviluppo agricolo e rurale


l’attenzione degli addetti ai lavori si sia progressivamente La conoscenza locale,
spostata dalle innovazioni ai contesti, riconoscendo ciò che le una componente negletta del
teorie dell’apprendimento già da tempo andavano affermando: il
fattore interno (le conoscenze, le motivazioni, gli interessi, ecc. capitale umano nelle aree rurali
del soggetto) incide sul cambiamento in maniera decisiva e
molto più incisiva del fattore esterno (l’innovazione, Maria Fonte
l’informazione, il contenuto, ecc.). Per tale motivo l’accento si
pone più di frequente sul modo in cui un’innovazione viene
proposta e adottata in un determinato contesto, sugli elementi La società della conoscenza e il mondo rurale1
che caratterizzano il contesto stesso, sugli stili aziendali dei
soggetti che rielaborano e introducono l’innovazione, piuttosto La conoscenza è considerata oggi la risorsa più importante nello
che sull’innovazione in sé (Van der Ploeg, 2006). La difficoltà è, sviluppo economico. La strategia di Lisbona (marzo 2000),
nel nostro specifico ambito di intervento, di operare una elaborata dal Consiglio europeo, si pone l’obiettivo di
similitudine tra quanto riguarda l’introduzione di un’innovazione trasformare l’Unione Europea nell’economia della conoscenza
tecnica e un’innovazione che riguarda piuttosto le relazioni e le più dinamica e competitiva entro il 2010.
modalità di lavoro. Se, infatti, lo sviluppo locale endogeno deve Tuttavia, negli approfondimenti sulla società della conoscenza,
far leva su una rete coesa di soggetti competenti (che nei si lascia sempre intendere che a sostenere lo sviluppo
contesti marginali manca) e su una leadership capace di tecnologico e il benessere delle nazioni siano le conoscenze
determinare e controllare un processo in loco, occorre offrire sviluppate nel milieu innovativo urbano per eccellenza delle
l’opportunità alle persone del territorio di formarsi lavorando grandi università e dei grandi centri di ricerca, in particolare nel
insieme, magari con il supporto di forme di consulenza e campo dell’informatica, delle telecomunicazioni e dell’ingegneria
supervisione specifiche nell’ambito di contesti organizzativi ben genetica. Come già nell’età industriale, il processo di
definiti, in modo da produrre al termine dell’intervento come modernizzazione è considerato nella società post-industriale il
risultato l’apprendimento e il cambiamento. portato della conoscenza scientifica incorporata nella tecnologia.
Per evitare di far pensare a una completa lontananza Nessuna o poca importanza è attribuita alla conoscenza locale
dell’esperienza Leader da questi presupposti, occorre dire che nelle sue varie forme ed espressioni. In questo contesto il
comunque in alcuni casi nelle tre edizioni dell’IC si sono avuti contributo, in termini di conoscenza, che le aree rurali
interventi che nel complesso hanno tentato un approccio più potrebbero dare alla società sembrerebbe molto povero. La
articolato e complessivo allo sviluppo delle risorse umane e valenza cognitiva dello sviluppo rurale si fonda, infatti, sulla
sociali di quello prima sommariamente descritto. Un esempio è il conoscenza locale e sul suo legame con il territorio.
Gal Maiella Verde (http://www.maiellaverde.sangroaventino.it), Vari filoni di studi, in campo sociologico e antropologico,
che ha tentato nel corso degli anni di porsi come soggetto mettono tuttavia in discussione questa visione riduttiva (IAASTD
attivatore di risorse non solo finanziarie ma soprattutto umane e 2009). Da un lato appaiono sempre più evidenti i limiti della
sociali attivando iniziative e progetti anche al di là del conoscenza scientifica, dall’altro lato emerge l’importanza della
finanziamento Leader e costruendo una rete di relazioni solida conoscenza locale per la costruzione di un nuovo modello di
nel territorio, con l’obiettivo di imparare facendo insieme con sviluppo basato sulla sostenibilità.
altri. Il GAL Maiella Verde ha realizzato anche una serie di
attività formative indirizzate a soggetti diversi con l’idea di fondo
che lo sviluppo avviene se tutti i soggetti di un territorio
(imprenditori, giovani, famiglie, scuole, ma anche amministratori Le critiche al modello di sviluppo tecnocratico
locali e funzionari), si muovono nella stessa direzione. E’
importante allora, con forme e su contenuti diversi, coinvolgere In questa direzione la sociologia della scienza mette in risalto i
tutte le persone che operano e vivono in una data area, fare, rischi collegati ad un modello di sviluppo tecnocratico, che si
cioè, una formazione a tutto campo, non necessariamente lascia guidare prevalentemente dal sistema delle conoscenze
finalizzata all’acquisizione di una competenza tecnica scientifiche, da sempre associate alla capacità di rappresentare
direttamente spendibile sul mercato del lavoro, anche perché in modo oggettivo e fedele la realtà. Due critiche emergono oggi
questo, eventualmente, è compito del sistema formativo a questa visione. Da una prospettiva metodologica, gli studi
nazionale e regionale. sulla scienza e la tecnologia mettono in risalto l’insufficienza di
un metodo rimasto ancorato prevalentemente al positivismo e al
riduzionismo, in un mondo che diventa sempre più complesso e
Riferimenti bibliografici nel quale i fatti scientifici sono sempre più incerti (Funtowich e
Ravetz, 1993): si pensi al dibattito sul cambiamento climatico o
sugli effetti degli organismi geneticamente modificati sulla
• Comunicazione CE (2000/C 139/05) del 14 aprile 2000
biodiversità, argomenti sui quali gli scienziati non trovano ancora
• Slee B. (1992), Endogenous development: a concept in un accordo definitivo. Dalla prospettiva dell’analisi sociale, si
search of a theory, Seminario Camar, Chania evidenzia come la produzione scientifica è sempre
• Sortino A. (2007), L’inquadramento teorico del paradigma contestualizzata, legata cioè a uno specifico contesto
dello svilippo rurale endogeno, Agribusiness Paesaggio e economico e sociale e influenzata, quindi, da elementi di
Ambiente vol. X (2006): pp. 144-152 soggettività e da interessi economici (Jasanoff e Martello 2004,
http://mpra.ub.uni-muenchen.de/7151/ Nowotny e Gibbons 2001).
• Van der Ploeg J. D. (2006), Oltre la modernizzazione. D’altra parte, gli studi sullo sviluppo hanno da tempo richiamato
Processi di sviluppo rurale in Europa, Rubettino, Soveria l’attenzione sulle conseguenze negative e distruttive che la
Mannelli (CZ) diffusione delle tecnologie moderne ha avuto in particolare
sull’ambiente, sulla biodiversità, sulla diversità culturale così
come sulle condizioni di vita e sulle conoscenze locali delle
popolazioni rurali. L’applicazione top-down di progresso tecnico
e scientifico in agricoltura non ha sradicato completamente la
fame e la povertà, non ha garantito la riproduzione delle risorse
naturali impiegate nei processi produttivi, né livelli di vita
adeguati a tutti gli agricoltori, non ha risolto i problemi di equità
sociale e di genere (IAASTD 2009).
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Le diverse forme della conoscenza locale La conoscenza locale nelle aree rurali in Europa
L’attenzione per la “conoscenza locale” è oggi ravvivata dal Nelle iniziative e nei progetti di sviluppo rurale dei paesi europei,
dibattito sulla biodiversità e sulle conoscenze tradizionali ad queste conoscenze tecniche locali non sono tenute in debito
essa associate. È questo un tema sollevato sia dall’estensione conto. Forse si ritiene che, nei paesi dell’Unione Europea, la
della protezione brevettuale alle innovazioni biotecnologiche e, cosiddetta conoscenza locale non esista più, soppressa dalle
più in generale, a quelle relative alla materia vivente, sia tendenze omogeneizzatici della modernizzazione. Eppure in una
dall’applicazione della Convenzione sulla biodiversità. Il dibattito recente indagine sul ruolo della conoscenza nello sviluppo rurale
rende evidente che le conoscenze locali tradizionali, basate condotta in dodici paesi europei (Corason 2004-2007) emerge
sull’esperienza di molte generazioni e sull’interazione con i chiaramente che
luoghi di produzione, per quanto incomplete e controverse • nei paesi “marginali” (i paesi mediterranei o anche alcuni dei
(proprio come le conoscenze scientifiche, del resto), hanno una paesi ex-socialisti) e nelle aree marginali di alcuni paesi
loro validità, soprattutto nella gestione delle risorse naturali e, in considerati centrali (la Norvegia, ad esempio), quelle cioè
qualche modo, propongono una sfida alla conoscenza scientifica solo perifericamente investite dall’industrializzazione
dominante. fordista, resiste un grande patrimonio di conoscenze locali,
Il dibattito recente sulla conoscenza locale è giunto a spesso ingessate e statiche, ma non per questo meno
differenziarla in due componenti principali (Tovey e Mooney degne di essere recuperate, mobilitate e valorizzate come
2007, Fonte 2008): la conoscenza “tacita” e la conoscenza capitale umano;
“tecnica” locale. Nella letteratura economica la conoscenza • nei paesi dove un tale patrimonio di conoscenze locali in
locale si associa tout court alla conoscenza tacita, la quale, campo agroalimentare non esiste più, perché distrutto da
creata attraverso il normale processo di socializzazione, decenni di sviluppo agroindustriale orientato dal progresso
riguarda il modo specifico di interagire tra le persone. Essa è tecnico e scientifico dell’agricoltura industriale (Irlanda,
differenziata a seconda delle specifiche forme culturali delle Svezia, Scozia, Germania), è diffusa l’esigenza di una
“comunità” o dei gruppi di persone (non solo rurali) che hanno ricostruzione della conoscenza locale, necessaria per
tra loro relazioni frequenti, di lunga data e relativamente chiuse. accompagnare le iniziative di ri-localizzazione dei sistemi
La conoscenza tacita è minacciata da una cultura globalizzata agro-alimentari in funzione di obiettivi di sviluppo rurale
che tende a spazzare via ogni differenza di comportamento tra sostenibile.
le diverse culture. Oltre che un valore sociale, ha un valore Alcuni dei casi discussi dal gruppo italiano della ricerca
economico in quanto genera fiducia, che è la pre-condizione Corason, che riguardano iniziative di sviluppo rurale realizzate
delle transazioni economiche (Granovetter 1985). Secondo una nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte, mettono in
visione sociologica classica, la conoscenza tacita (spesso luce importanti problemi rispetto alle conoscenze locali
identificata in parte o totalmente con il capitale sociale) è un tradizionali. Esse sono state soggette ad un lungo processo di
patrimonio diffuso nelle aree rurali, luogo privilegiato delle erosione, derivato dalla marginalizzazione delle comunità rurali
comunità. locali nello sviluppo economico; in tanti casi hanno smesso di
La conoscenza “tecnica” come componente importante della evolversi, giustificando così un uso del termine “conoscenze
conoscenza locale è una conoscenza che attiene invece al tradizionali” come sinonimo di conoscenze statiche, vecchie,
rapporto degli uomini con le cose, «con “la realtà oggettiva”, il inadeguate ad affrontare situazioni e problemi nuovi in un
mondo materiale, le connessioni pratiche causali», o con la mercato globalizzato.
visione di “come funzionano le cose” (Tovey e Mooney 2007). Tuttavia, con i loro limiti e con le loro caratteristiche, queste
Sono forme di conoscenza empirica «riferite alla biodiversità o conoscenze hanno custodito la biodiversità nei campi coltivati e
all’ecologia, alla gestione delle risorse naturali, alla salute e alle hanno permesso la sopravvivenza di risorse specifiche e culture
malattie, all’educazione e all’urbanizzazione» (Bicker, Sillitoe e locali, ivi comprese le espressioni musicali, le lingue quasi
Pottier 2004: xi), che non possono essere apprese attraverso il scomparse e i prodotti alimentari o artigianali tipici. Molte delle
processo normale di socializzazione, “ma sono insegnate da nuove iniziative di sviluppo rurale si propongono di valorizzare
alcune persone ad altre persone o acquisite tramite particolari queste risorse. La valorizzazione è spesso un processo
circostanze esperenziali” (Bruckmeier e Tovey 2007), tramite controverso perché implica in ogni caso una trasformazione:
pratiche di apprendimento condivise, non formalizzate e non come si può salvare una lingua in via di estinzione, che ha
standardizzate. La mancanza di formalizzazione e codificazione smesso di evolversi da secoli; oppure come valorizzare la
le rende “legate ad un luogo specifico”. In questo modo esse musica grecanica, che sopravvive nei paesi della Calabria greca
contribuiscono a creare nelle persone un attaccamento ai piedi dell’Aspromonte, senza snaturare il suo carattere
particolare al luogo che abitano, “un senso del luogo”, che è originario intimamente legato alle occasioni di vita quotidiana?
parte anche se non coincide totalmente con l’identità territoriale Nel caso dei prodotti alimentari tipici, la valorizzazione è spesso
(Bruckmeier e Tovey 2007). Il legame ad un luogo specifico è accompagnata da processi di formalizzazione e
anche alla base della non trasferibilità delle conoscenze standardizzazione, che possono avere effetti molto ambigui, a
tecniche locali e della loro inamovibilità, che conferisce loro un seconda degli obiettivi che si perseguono e del ruolo e dello
grado minore di status e di potere rispetto alla conoscenza status che gli attori locali riescono a conquistarsi nel processo di
scientifica, che è formalizzata e codificata, e che quindi, come valorizzazione. Il processo di certificazione ad esempio è
tale, è mobile. necessariamente selettivo, riguardo a quali pratiche specifiche
Le conoscenze tecniche locali sono oggi oggetto di grande includere nei disciplinare di produzione. Se tale processo di
attenzione da parte della scienza ufficiale. Si pensi alle selezione non è gestito in modo appropriato, la mercificazione
spedizioni di bioprospezione che i grandi centri di ricerca e le del prodotto tipico avviene a scapito della sua “autenticità”, della
grandi imprese farmaceutiche organizzano presso le comunità sua capacità, cioè di incorporare, interpretare, rispettare e
tradizionali per acquisire conoscenze relative alle caratteristiche valorizzare l’identità, le abilità e le conoscenze dei produttori
e alle proprietà delle diverse specie di piante e di animali, locali (Tovey e Mooney 2007).
spedizioni che talora conducono ad atti di biopirateria, ossia di La rivalutazione della conoscenza locale è tuttavia una tappa
appropriazione indebita da parte di enti pubblici o imprese fondamentale per la sostenibilità dello sviluppo rurale, in quanto
private delle conoscenze tradizionali (Fonte 2004). può portare a nuovi percorsi di valorizzazione delle risorse
specifiche, alla conservazione della diversità culturale e
biologica, al coinvolgimento delle persone che ne sono portatrici
e del loro capitale umano nelle nuove pratiche dello sviluppo.
Allo stesso tempo, alla sostenibilità di un percorso di sviluppo
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 15

rurale, può contribuire non tanto una ricostruzione artificiale o


una estrema codificazione della conoscenza locale, quanto il Le politiche per il capitale umano
restituire ad essa capacità evolutiva e di adattamento, nei PSR delle Regioni italiane
rimettendola in movimento, ricostruendola e rendendola capace
di dialogare, incorporare e confutare le altre forme di
Valentina Cristiana Materia
conoscenza scientifica, per la creazione di una nuova cultura
della conoscenza meno gerarchica e più rispettosa della varietà
del capitale umano nelle aree rurali.
Introduzione1
Un adeguato investimento nella formazione e nella gestione
Note delle risorse umane è oggi il necessario obiettivo di ogni politica
1
Quest’articolo riprende dei temi trattati anche in Fonte (2007).
e intervento finalizzati a rispondere alle sfide che la competitività
e il cambiamento strutturale lanciano a tutti i paesi
economicamente e socialmente più evoluti. In particolare, per i
Paesi dell’Unione europea la scommessa è quella di far divenire
Riferimenti bibliografici entro il 2010 l’economia dell’Unione l’economia basata sulla
conoscenza più dinamica al mondo, così come stabilito dal
• Bicker A., Sillitoe P. y Pottier J. (2004) Investigating Local Consiglio di Lisbona (2000). L’obiettivo va perseguito secondo
Knowledge: New Directions, New approaches, Ashgate, un principio che veda l’azione pubblica finalizzata a migliorare
Aldershot. non solo la capacità tecnico professionale degli imprenditori, ma
• Bruckmeier K. e Tovey, H. (2007) Dinámicas del anche la capacità di orientarsi in un mercato sempre più aperto
conocimiento, identidad territorial y desarrollo rural e di valutare al contempo le opportunità che possono derivare
sostenible en la Unión Europea, in M. Fonte e C. Ranaboldo da tale crescente apertura.
(a cura di), Desarrollo rural, territorio e identidad cultural. Obiettivo di questo articolo è offrire una panoramica generale
Perspectivas desde América Latina y la Unión Europea, delle azioni previste all’interno della politica di sviluppo rurale, al
OPERA, Universidad Externado de Colombia. fine di raccogliere le nuove sfide di competitività e rispondere
• CORASON (2004-2007) A cognitive approach to rural con strumenti che pongano particolare attenzione allo sviluppo,
formazione e promozione del capitale umano.
sustainable development: the dynamics of expert and lay
knowledge, ricerca finanziata dal VI Programma Quadro
dell’Unione Europea, www.corason.hu
• Fonte, M. (2007) Lo sviluppo rurale nella società della Il percorso normativo comunitario e nazionale in
conoscenza, Verde Ambiente anno Xxiii, n.2. tema di promozione del capitale umano
• Fonte M. (2004), Organismi Geneticamente Modificati.
Monopolio e diritti. Franco Angeli, Milano. Al fine di migliorare e rafforzare la competitività del settore
• Fonte, M. S. Grando, V. Sacco (2007). Aspromonte. Natura agricolo e forestale, l’Asse 1 della politica di sviluppo rurale,
e cultura nell’Italia estrema. Donzelli istituito dal Reg. 1698/2005, contempla una serie di misure
finalizzate alla promozione della conoscenza e allo sviluppo del
• Funtowicz, S., Ravetz, J. R. (1993), Science for the Post-
capitale umano (Pilati, 2006). Si tratta nello specifico di azioni
Normal Age. Futures, 25:735-755.
nel campo della formazione professionale e dell’informazione,
• Granovetter, M. (1985), Economic Action and Social inclusa la diffusione delle conoscenze (misura 1.1.1), della
Structure: the Problem of Embeddedness, in «American consulenza per imprenditori agricoli e detentori di aree forestali
Journal of Sociology »91, 3. (misura 1.1.4), nonché di azioni volte all’avviamento di servizi di
• IAASTD (2009) International Assessment of Agricultural gestione delle aziende agricole, di sostituzione agli imprenditori
Knowledge, Science and Technology for Development, agricoli e forestali nella gestione delle aziende agricole e
http://www.agassessment.org/docs/ forestali e di assistenza (misura 1.1.5). A queste misure può
• Jasanoff S. e M.L. Martello (2004) Eartly Politics. Local and aggiungersi anche la misura relativa agli interventi di assistenza
Global in Environmental Governance. Massachusetts tecnica (AT) che, sebbene esterna ai quattro Assi, contempla
institute of Technology tuttavia interventi che mirano a sostenere l’attuazione pratica
• Nowotny, H.P. Scott e M. Gibbons (2001) Re-thinking della politica di sviluppo rurale, anche attraverso la realizzazione
Science. Knowledge and the Public in an Era of Uncertainty. di attività di informazione e comunicazione.
Cambridge, Polity Press. Il citato Reg. 1698/2005 sottolinea la necessità di un “adeguato
• Tovey, H. e R. Mooney (2007). A cognitive approach to rural livello di formazione tecnica ed economica, comprendente
sustainable development - the dynamics of expert and lay conoscenze specialistiche nelle nuove tecnologie
knowledge. Rapporto Finale. Progetto finanziato dall’Unione dell’informazione, nonché un’adeguata sensibilizzazione in
Europea, VI Programma Quadro (contratto n. 506049). Co- materia di qualità dei prodotti, risultati della ricerca e gestione
ordinatrice Hilary Tovey, Trinity College, Dublino, disponibile sostenibile delle risorse naturali”. Gli Orientamenti strategici
sul sito www.corason.hu. comunitari (Osc) recepiscono tale indirizzo e individuano, tra le
priorità dello sviluppo rurale, proprio il miglioramento della
competitività dei settori agricolo e forestale. A tal fine,
Invito a contribuire ad incoraggiano gli Stati membri a sostenere azioni chiave che
comprendano la ristrutturazione e modernizzazione del settore
agriregionieuropa agricolo, l’agevolazione dell’innovazione e l’accesso alle attività
di ricerca e sviluppo (anche attraverso nuove forme di
collaborazione), l’incoraggiamento all’adozione e alla diffusione
Chi lo desideri può contribuire con un proprio articolo o commento ad di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (per
articoli già pubblicati. Il relativo file va inviato all’indirizzo e-mail: ovviare ai ritardi soprattutto delle piccole imprese
redazione@agriregionieuropa.it, scrivendo nell’oggetto del
agroalimentari).
messaggio “agriregionieuropa”. I contributi valutati positivamente dai
revisori anonimi e dal comitato di redazione saranno pubblicati nei Sulla base degli stessi Osc, ogni Stato membro ha redatto il
numeri successivi della rivista. I lavori vanno redatti rispettando le proprio Quadro strategico nazionale (Qsn), che rappresenta per
norme editoriali pubblicate sul sito www.agriregionieuropa.it. l’Italia la cornice strategica entro cui le Regioni e Province
Pagina 16 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

autonome hanno provveduto alla stesura dei Programmi azioni formative e informative volte al miglioramento della
operativi regionali (Por) che disciplinano gli interventi finanziati competitività e dell’efficienza delle imprese (Asse 1), sia azioni
dal Fesr e dal Fse (Camaioni, Sotte, 2009). Il Qsn 2007-2013 funzionali al miglioramento della gestione ambientale del
italiano, in particolare, sottolinea come l’esperienza della territorio (Asse 2); il tutto attraverso l’adeguamento della qualità
programmazione 2000-2006 indichi alcune direzioni su cui delle risorse umane e il miglioramento delle conoscenze e delle
ancora occorre lavorare. Per accrescere l’efficacia degli competenze professionali degli imprenditori agricoli e forestali
interventi appare necessario “[…] definire, in complemento allo (Materia, 2009).
sforzo sull’istruzione, la direzione e l’entità degli interventi per la Nell’ambito della programmazione 2007-2013, la misura riceve
copertura degli utenti della formazione iniziale, […] infine chiarire circa 214 milioni di euro, ovvero l’1,3% della dotazione
il quadro della programmazione territoriale pubblica per fornire complessiva dei Psr regionali.
maggiori indicazioni e certezze alle attività dei soggetti che Articolata in diverse azioni, la misura mira a sollecitare il
operano sul territorio ed estendere a tutte le aree del paese gli coinvolgimento degli operatori agricoli, forestali e dell’industria
approcci più innovativi sperimentati”. agroalimentare, assicurando uno stretto raccordo con le
Analogamente, per gli imprenditori agricoli e i detentori di aree esigenze concrete nel campo della programmazione e gestione
forestali si offre l’opportunità di ricorrere a servizi di assistenza delle attività aziendali e della materiale esecuzione dei compiti.
alla gestione aziendale e di consulenza, nonché di sostituzione; Nonostante ogni Regione mantenga una propria specificità
in questo modo, essi possono migliorare la gestione sostenibile quanto alle azioni che decide di intraprendere in questo ambito,
delle aziende, valutarne il rendimento e scegliere le migliorie da elemento comune a tutte queste azioni è lo strumento adottato
apportare, compatibilmente con i criteri di gestione obbligatori e per attuarle: per le azioni relative alla formazione si prevedono
le norme comunitarie in materia di sicurezza sul lavoro. In specifici finanziamenti destinati a corsi formativi da attuarsi con
particolare, simili servizi aiutano a rendere più redditizie le diverse modalità, inclusi strumenti innovativi quali l’e-learning;
imprese, grazie ad un migliore utilizzo del potenziale umano per gli interventi informativi, invece, si impiegano generalmente
occupato nel settore agricolo e forestale. mezzi di comunicazione di diretto e immediato impatto quali la
In base agli Osc dello sviluppo rurale, ciascuno Stato membro è televisione, la radio, la stampa e così via, fino all’utilizzo del
chiamato ad elaborare la propria strategia nazionale di sviluppo web.
rurale attraverso la definizione del Piano strategico nazionale Riguardo ai beneficiari degli interventi di formazione, si distingue
(Psn) che costituisce, quindi, il quadro di riferimento per la tra due tipologie di soggetti a seconda dell’obiettivo dell’azione
preparazione dei Programmi di sviluppo rurale (Psr). Il Psn proposta: da un lato, erogare servizi e organizzare attività di
stabilisce difatti che gli interventi dell’Asse 1 vanno articolati formazione sull’intero territorio regionale di appartenenza;
secondo delle priorità settoriali e/o tematiche in relazione alle dall’altro accedere ai servizi offerti.
problematiche e ai fabbisogni individuati in ciascun Psr. In Nel primo caso, sono beneficiari dei fondi dedicati tutti gli enti e
particolare, le relazioni individuate tra gli obiettivi dell’Asse e le organismi specializzati (nonché accreditati presso la Regione di
priorità comunitarie sono identificate dal seguente schema: appartenenza) che presentino un progetto formativo/informativo
in risposta ai bandi pubblici emessi. Ogni offerta deve
Schema 1 - Relazione tra gli obiettivi dell’Asse 1 e le priorità degli Osc comprendere una chiara descrizione del servizio previsto, gli
eventuali prodotti, la durata, il personale impiegato, la
Promozione
dell’ammodernamento e Modernizzazione, localizzazione e il costo del servizio. Ciascuna Regione effettua
dell’innovazione nelle innovazioni e qualità nella una selezione delle proposte ritenute congrue e corrispondenti
imprese e dell’integrazione catena alimentare agli obiettivi operativi, e procede alla concessione dei
delle filiere
finanziamenti previsti per la misura. Permane, tuttavia, una
Consolidamento e sviluppo costante verifica del mantenimento dei requisiti di competenza
della qualità della per tutta la durata della fornitura del servizio.
produzione agricola e
forestale
Trasferimento delle I beneficiari di questi servizi sono quindi gli operatori agricoli,
conoscenze
ASSE
OSC forestali e del settore agroalimentare e soprattutto i giovani
1 Potenziamento delle
dotazioni infrastrutturali imprenditori agricoli che si insediano per la prima volta in
fisiche e telematiche azienda. Sono generalmente esclusi dagli interventi citati i
tecnici appartenenti agli stessi settori.
Miglioramento della
capacità imprenditoriale e
Quanto agli interventi relativi all’informazione, invece, oltre alla
professionale degli addetti Investimenti in capitale Regione (che per lo scopo può mettere a disposizione le sue
al settore agricolo e fisico e umano stesse strutture) e agli operatori precedentemente citati, si
forestale e sostegno del aggiungono tra i beneficiari gli attori territoriali operanti all’interno
ricambio generazionale
delle filiere produttive.
L’importo dell’aiuto concesso può arrivare fino al 100% delle
Fonte: Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale
spese ammissibili sulla base dei costi sostenuti: costi di
realizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento realizzati
Il Psr rappresenta pertanto lo strumento attraverso il quale ogni
in presenza e/o a distanza (costi di organizzazione, personale
singola Regione disciplina la politica di sviluppo rurale in
docente e non docente, supporti e sussidi didattici, altre spese
relazione agli obiettivi citati di promozione e sviluppo del capitale
strettamente connesse all’attuazione dell’intervento), nonché
umano.
costi relativi al personale qualificato, alle strutture, al
Di seguito si tratteranno più diffusamente le singole misure
coordinamento organizzativo di seminari, conferenze e sessioni
previste nel campo della promozione del capitale umano nei Psr;
divulgative per le azioni di informazione. Il sostegno non
in particolare, si tenterà di delineare i caratteri tipici di ogni
comprende, tuttavia, i corsi o i tirocini che rientrano in
misura, come recepiti da una lettura congiunta dei diversi Psr
programmi o cicli normali dell’insegnamento agro-silvicolo medio
regionali 2007-2013.
o superiore.

Le azioni nel campo della formazione L’utilizzo dei servizi di consulenza: la misura
professionale e dell’informazione: la misura 1.1.4
1.1.1
La consulenza aziendale è stata introdotta con i Reg. 1782/2003
La misura ha una rilevanza strategica trasversale al primo e al e 1783/2003 che hanno disposto l’istituzione in ogni Stato
secondo Asse della politica di sviluppo rurale in quanto attiva sia
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 17

membro, entro il 2007, di un sistema di consulenza per rurali sotto il profilo sociale, con il miglioramento al contempo
sostenere gli agricoltori nell’applicazione della condizionalità. In della qualità della vita, l’incremento delle opportunità di lavoro
seguito, con il citato Reg. 1698/2005, il concetto di consulenza è per giovani e donne, l’organizzazione di un sistema di servizi di
stato riproposto attraverso l’ampliamento del campo di azione sostituzione degli imprenditori agricoli e forestali che assicuri
anche ai servizi di miglioramento della competitività aziendale, professionalità, efficienza e continuità ai piani di sviluppo
allo sviluppo del potenziale umano nonché all’applicazione della aziendali.
normativa in materia di sicurezza sul lavoro. È concesso un sostegno a copertura dei costi per l’avviamento
La misura concorre direttamente all’obiettivo specifico di di servizi di assistenza alla gestione (anche di tipo contabile),
“accrescere la professionalità degli agricoltori e delle altre sostituzione e consulenza per le aziende agricole, di cui alla
persone coinvolte in attività agricole e forestali”, garantendo un misura 1.1.4 del Psr, forestali ed agroalimentari erogati da
adeguato livello di conoscenze tecniche ed economiche, e una associazioni, società, consorzi, cooperative ed altre strutture.
integrazione tra le componenti di informazione, formazione e
consulenza in un unico sistema della conoscenza, a supporto
sia dell’obiettivo competitività, sia di quello della gestione del L’assistenza tecnica
territorio e dell’ambiente.
La misura riceve nell’ambito della programmazione 2007-2013
Pur non afferendo all’Asse 1, la misura relativa all’assistenza
circa 242 milioni di euro, l’1,5% della spesa complessiva
tecnica promuove anch’essa interventi volti al potenziamento del
prevista dai Psr regionali.
capitale umano, sebbene obiettivo precipuo della stessa sia
Con l’espressione “servizi di consulenza” si intende far
piuttosto favorire l’implementazione della politica di sviluppo
riferimento in particolare a prestazioni e servizi forniti
rurale. A tal fine, sono previsti interventi volti a sostenere
all’imprenditore agricolo da parte di un soggetto che, scelto e
l’attuazione del Psr, il suo funzionamento, le attività di
selezionato da ogni Regione, li eroghi con l’obiettivo di
sensibilizzazione ed animazione, nonché di informazione
migliorare il rendimento globale dell’azienda nel rispetto
(secondo il dettato normativo dei Reg. 1698/2005 e Reg.
dell’ambiente, della salute, del benessere animale e della
1974/2006) e a potenziarne le strutture coinvolte. In particolare,
sicurezza del lavoro, con un’ottica di innovazione e
prevede interventi le cui spese siano relative, fra l’altro, alla
ammodernamento ambientale, di competitività e valorizzazione
predisposizione delle postazioni di AT, alla formazione dei
delle potenzialità dell’azienda.
soggetti coinvolti nell’attuazione dei Psr, ai loro studi, indagini e
Sono beneficiari della misura gli imprenditori (singoli o associati)
ricerche, ed alla predisposizione dei bandi di attuazione.
delle aziende agricole della regione di riferimento, i detentori di
I Psr regionali destinano all’assistenza tecnica quasi il 3% della
aree forestali e boschive, nonché i giovani che intendono
spesa complessiva prevista (circa 430 milioni di euro).
insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola. In un insieme
Un elemento di innovazione nella gestione del programma è
coordinato di altri interventi, infatti, la misura contribuisce anche
costituito indubbiamente dalla scelta strategica di utilizzare al
all’obiettivo di favorire il ricambio generazionale in agricoltura.
meglio le opportunità offerte dalle tecnologie dell’informazione e
Come nel caso della precedente misura, i soggetti responsabili
della comunicazione per realizzare un sistema informativo di
della fornitura dei servizi sono selezionati attraverso procedure
gestione a supporto di tutte le fasi di attuazione e dei processi di
di evidenza pubblica, finalizzate al loro accreditamento presso
cooperazione tra i soggetti coinvolti. In tal senso, la misura mira
gli assessorati competenti e al loro inserimento in uno specifico
a garantire adeguati livelli di efficienza ed efficacia degli
elenco regionale.
interventi dei Psr, nonché a stimolare la partecipazione e il
Il sistema di accreditamento adottato richiede che questi
coinvolgimento della popolazione locale e rafforzare le attività di
soggetti assicurino adeguate risorse in termini di personale
monitoraggio e di valutazione dell’impatto territoriale del
qualificato, adeguati mezzi tecnici e amministrativi, esperienza e
programma.
affidabilità nella prestazione di consulenze (Reg. 1974/2006).
A livello operativo, l’obiettivo della misura di assistenza tecnica è
Inoltre, condizione indispensabile per poter operare nei servizi di
fornire da un lato gli strumenti tecnici di supporto all’ente
consulenza aziendale è quella di non gestire direttamente fasi e
responsabile della gestione dei Psr, dall’altro gli strumenti tecnici
procedimenti connessi con l’erogazione di aiuti e sussidi nel
adeguati ad una corretta informazione e diffusione della stessa.
settore agricolo: le incompatibilità non devono essere presenti
Possono accedere alla misura quei soggetti qualificati che
né a livello di organismo/soggetto, né per il personale impiegato.
forniscano idonee garanzie economiche e tecniche al fine di
Il supporto può riguardare l’introduzione di tecniche innovative
offrire il servizio di assistenza tecnica adeguato. La procedura
produttive, il corretto utilizzo dei fattori di produzione, il risparmio
per l’affidamento del servizio prevede una gara d’appalto che
energetico e la produzione di energia in azienda, la qualità dei
come atteso viene vinta dall’offerta economicamente più
prodotti e la certificazione, fino alla gestione globale
vantaggiosa.
dell’impresa.

L’avviamento all’utilizzo dei servizi di Considerazioni conclusive


consulenza: la misura 1.1.5 Le misure analizzate raccolgono all’interno della
programmazione nazionale dello sviluppo rurale soltanto una
La misura è coerentemente inserita nel contesto degli obiettivi piccola quota di finanziamenti, nonostante l’importanza
del Psr, proponendo interventi in grado di accrescere la riconosciuta non solo a livello nazionale, ma anche comunitario,
competitività del settore agricolo e forestale e di migliorare ai servizi di formazione, consulenza e assistenza tecnica.
l’ambiente e la qualità della vita nelle aree rurali. In particolare, Tra tutte, è l’assistenza tecnica a convogliare una maggiore
per perseguire i nuovi modelli di sviluppo del settore agricolo e quantità di fondi rispetto alle altre misure analizzate: il 2,6% sul
forestale fondati su competitività, multifunzionalità e sostenibilità totale Psr in Italia, contro l’1,3% della misura di formazione e
ambientale, attraverso la misura si intende guidare e sostenere informazione, l’1,5% della misura relativa all’utilizzo dei servizi di
le imprese agricole, forestali ed agroalimentari attuando un consulenza e lo 0,2% della misura relativa all’avviamento degli
sistema di servizi di assistenza alla gestione e di consulenza. stessi servizi di consulenza. Si tratta comunque di importi
La misura riceve solo lo 0,2% della spesa complessiva destinata piuttosto irrisori se paragonati alle altre misure sia dell’Asse 1,
dai Psr regionali (30 milioni di euro). Ciò non desta meraviglia se sia dell’intera politica di sviluppo rurale.
si pensa che solo 7 Regioni e Province Autonome su 21 la Alla luce di un così limitato apporto finanziario per le misure
prevedono. riguardanti la valorizzazione ed il potenziamento del capitale
Obiettivo principale è la promozione dello sviluppo delle aree umano (in termini di formazione, informazione, consulenza e
Pagina 18 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

assistenza tecnica), sembra quasi opportuno che sia la


domanda degli agricoltori a giudicare se il servizio offerto è L’attività della Regione Emilia-
sufficiente e sia utile di fronte ai reali bisogni della società. Romagna nella formazione del
Sembra auspicabile cioè che non vi sia solo una autorità
centrale (ad esempio la Regione o lo Stato) che destini risorse capitale umano in agricoltura
per simili servizi, ma che anche gli agricoltori siano chiamati a
contribuire, seppure in minima parte, affinché vi sia da un lato la Paola Botta
definizione di precise e mirate direzioni da seguire, dall’altro un
più coerente modo di sfruttare le risorse, per quanto scarse,
convogliate per l’obiettivo. In quest’ottica sarebbe opportuno
indagare con maggior dettaglio come ogni Regione sia in grado Introduzione
di dotarsi degli strumenti ideali per affrontare le concrete
necessità degli agricoltori, su quali canali puntare La Regione Emilia-Romagna, in sintonia con la politica agricola
maggiormente, come riuscire a lavorare su un piano europea, già da alcuni anni ha individuato un percorso di
complessivo che veda un insieme combinato di misure sviluppo per le imprese agroindustriali che, affiancandosi alle
finalizzate allo sviluppo rurale. politiche di sostegno dei redditi, investe sul capitale umano e sul
futuro. Tale percorso si basa sui fattori cardine dell’innovazione,
della conoscenza e dello sviluppo, nella consapevolezza che in
un sistema politico ed economico fortemente dinamico e
Note globalizzato come quello attuale, l’unica arma per affrontare le
1 sfide del futuro è lo sviluppo delle conoscenze e delle capacità
Il presente articolo anticipa alcuni contenuti di un capitolo scritto dall’autrice e in
corso di pubblicazione nell’ambito di una analisi dettagliata dello stato attuale dei degli imprenditori. Innovazione, conoscenza e sviluppo sono,
Psr delle Regioni italiane, diretta da Franco Sotte tra le attività del Gruppo 2013 tradizionalmente, gli obiettivi di elezione dei servizi di extension,
(Materia, 2009). attraverso gli strumenti della formazione, dell’informazione e
dell’assistenza tecnica.
Oggi questi strumenti tradizionali, potenziati e modificati, devono
Riferimenti bibliografici garantire una migliore accessibilità e una maggiore integrazione
ed efficacia; gli obiettivi sono la creazione e il trasferimento della
• Camaioni, B., Sotte, F. (2009), “I Psr in Italia. Stato di conoscenza e dell’innovazione, in modo da favorire un utilizzo
avanzamento e realizzazione”, in via di pubblicazione, imprenditoriale diretto e tangibile, finalizzato sia al rendimento
Gruppo 2013 dell’impresa, sia alla compatibilità ambientale e al rispetto del
patto socio-ambientale con la società. In quest’ottica, la Regione
• Decisione del Consiglio n. 144 del 20 febbraio 2006 relativa
Emilia-Romagna sta operando per far evolvere il sistema dei
agli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale
servizi di sviluppo verso un vero e proprio “sistema della
(periodo di programmazione 2007-2013)
conoscenza” che ne integri i diversi elementi e consenta il
• INEA, Quaderno Informativo n. 8: La formazione come passaggio delle competenze al sistema produttivo, permettendo
risorsa per lo sviluppo rurale. L’esperienza Leader un rapido feedback verso chi produce innovazione. Questo
• Materia, V.C. (2009), “Le politiche della formazione e nuovo sistema intende inoltre avvalersi di un modello
dell’assistenza tecnica”, in via di pubblicazione, Gruppo 2013 organizzativo più orientato al mercato, basato sull’effettiva
• Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale (2007- domanda e sulla compartecipazione finanziaria, dove gli
2013), Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, imprenditori siano soggetti attivi, partner del processo di
approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 1 agosto 2007 generazione delle conoscenze e non più semplici fruitori/
• Pilati, L. (2006), “Politica della conoscenza e competitività ricevitori del sapere.
dell’agricoltura italiana”, Rivista di Economia Agraria, LXI (4),
pp. 455-477
• Programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni e PA italiane Gli strumenti attuativi del “sistema della
• Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di conoscenza” in Emilia-Romagna
sviluppo 2007-2013, Ministero dello Sviluppo Economico,
approvato dalla Commissione Europea il 13 luglio 2007 Il sistema della conoscenza si basa sull’integrazione delle
• Regolamento 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre componenti storiche dei servizi di sviluppo: creazione
2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo dell’innovazione (ricerca e sperimentazione) e diffusione della
europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) conoscenza e dell’innovazione (informazione, formazione e
• Regolamento 1974/2006 della Commissione, del 15 consulenza). Gli strumenti di attuazione, che la Regione Emilia-
dicembre 2006, recante disposizioni di applicazione del Romagna ha da tempo attivato e utilizzato per favorire la
regolamento CE n. 1698/2005 del Consiglio sul sostegno allo creazione del sapere e la fruizione dei servizi sono molteplici e
sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo vanno dai programmi finanziati con fondi europei agli strumenti
sviluppo rurale (FEASR) attivati in base a leggi regionali. Tutti questi strumenti prevedono
l’utilizzo di risorse prevalentemente pubbliche.
• Regolamento 1782/2003 del Consiglio, del 29 settembre
Negli ultimi anni si è assistito a un generale e progressivo
2003, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di
ridimensionamento delle risorse pubbliche disponibili. È dunque
sostegno diretto nell’ambito della politica agricola comune e
fondamentale, accrescere la produttività degli strumenti attuativi,
istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori
ricercando sinergie operative e finanziarie e perseguendo una
• Regolamento 1783/2003 del Consiglio, del 29 settembre maggior ricaduta delle risorse impegnate. Occorre inoltre
2003, che modifica il regolamento 1257/1999 sul sostegno passare dall’utilizzo tradizionale di questi strumenti, basato su
allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo di un modello lineare, in cui ogni segmento ha una funzione a sé
orientamento e garanzia (Feaog) stante e interagisce poco con altri, a un “sistema circolare”, nel
quale le varie componenti (ricerca-sperimentazione-consulenza-
formazione-informazione-produzione-ricerca) si integrino e
interagiscano fra loro.
La complementarità tra fondi, intesa come ricerca
d’integrazione, di sinergie e di coerenza programmatica e
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 19

finanziaria tra le azioni finanziate sul territorio con fondi diversi, è forestali e agroindustriali della Regione. Il progetto tiene conto
uno dei principi della nuova politica comunitaria che esige però della particolarità del lavoro di tali soggetti e deve garantire un
la definizione di criteri di demarcazione certi. In particolare nel trasferimento rapido e continuo delle innovazioni normative e
campo della formazione, nella nuova programmazione 2007 - tecnologiche e un collegamento costante con il modo della
2013 è stata prevista una forte complementarità tra gli strumenti ricerca.
dello sviluppo rurale e delle politiche di coesione. Il terzo ambito prevede la formazione e l’aggiornamento degli
addetti del settore agro-industriale con l’utilizzo delle procedure
e dei canali di finanziamento propri della formazione
La formazione professionale agricola in Emilia- professionale (Fse e fondi interprofessionali).
Per migliorare, integrare e completare l’offerta di formazione e di
Romagna informazione, si prevede inoltre di attivare azioni trasversali, di
supporto al sistema della conoscenza. In particolare, potranno
La formazione professionale, intesa come attività finalizzata allo essere attuati brevi interventi di informazione e divulgazione,
sviluppo delle risorse umane, attraverso la formazione degli diffusi sul territorio, con il duplice obiettivo da un lato di fornire
operatori, la manutenzione delle conoscenze, il loro costante un adeguato livello conoscitivo anche alle aziende piccole o
adeguamento e miglioramento, la generazione di nuovi saperi marginali, per le quali potrebbe risultare ostico o dispendioso il
da applicare ai contesti produttivi, costituisce sicuramente un sistema del catalogo verde e, dall’altro, di sensibilizzare e
potente strumento di sviluppo di ogni settore economico. Gli diffondere informazioni riguardo a tematiche di pubblico
obiettivi che attualmente la Regione e le Province perseguono interesse, quale la salvaguardia dell’ambiente, il miglioramento
nel campo della formazione professionale agricola, possono del paesaggio, il risparmio energetico, ecc.
essere così sintetizzati: Infine, con la misura 3.3.1 del Psr “Formazione e informazione
• garantire la qualità, la pluralità e la completezza dell’offerta degli operatori economici” si intende promuovere e
formativa, anche rendendo sempre più fluida e veloce la accompagnare progetti legati alle multifunzionalità del settore
trasmissione delle innovazioni e dei risultati della ricerca agli primario, con l’obiettivo di diversificare l’economia locale e
organismi e ai tecnici preposti all’erogazione di servizi di promuovere servizi sociali locali in un’ottica di promozione
formazione, informazione e consulenza; trasversale della competitività dello spazio rurale.
• valorizzare le persone e innalzare il loro livello culturale e
professionale; nello specifico, per persone già occupate,
supportare la loro capacità di adeguarsi a nuovi processi Il “catalogo verde”: opportunità per le aziende e
produttivi o a nuove attività lavorative e rafforzare ed
accrescere le capacità imprenditoriali; scommessa per il sistema
• promuovere l’aggiornamento professionale, l’animazione e Il “catalogo verde” consiste in un elenco di offerte di servizi
la messa in rete dei soggetti che operano nel sistema dei
concernenti tematiche tecniche, gestionali, ambientali, sociali,
servizi, tenendo conto degli elementi di complessità,
normative e finanziarie, tra cui ogni imprenditore può scegliere lo
incertezza, interazione e responsabilità che caratterizza il
specifico servizio di cui necessita e acquistarlo, anche con il
loro lavoro;
contributo finanziario previsto nel Psr dalle misure 1.1.1 e 1.1.4.
• garantire attenzione a target aziendali che per dimensione o La decisione su quali strumenti/servizi attivare transita dunque
struttura socio-economica, abbiano difficoltà ad utilizzare gli dall’ente pubblico, cui era storicamente affidata, e ricade
strumenti formativi attivati; direttamente sull’imprenditore che, consapevole dei propri
• sperimentare la diffusione di nuove modalità di formazione, bisogni, disegna il proprio specifico percorso di sviluppo e
di nuovi strumenti e tecnologie (e-learning, digitale terrestre rinnovamento. L’impegno della Regione è volto a garantire la
e simili). qualità, la pluralità e la completezza dell’offerta, anche rendendo
Il modello organizzativo che la Regione e le Province si sono sempre più fluida e veloce la trasmissione delle innovazioni e
date per intervenire nel campo della formazione per il settore dei risultati della ricerca agli organismi e ai tecnici che poi
agricolo discende dalle scelte effettuate nella programmazione offrono i servizi di formazione, informazione e consulenza. Le
2007-2013 dei due fondi europei dedicati: Fondo sociale offerte di servizi contenute nel catalogo sono presentate sotto
europeo (Fse) e Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale forma di proposte di contratti, che devono essere stipulati tra un
(Feasr), e prevede quattro principali ambiti di intervento. fornitore che intende vendere il suo servizio e un imprenditore,
Per le aziende agricole e forestali lo strumento principale che lo acquista.
d’intervento è il Programma di sviluppo rurale che per il periodo Nel Catalogo verde si trovano dunque proposte contrattuali che
2007-2013 riserva alle attività di sviluppo della conoscenza oltre possono riguardare attività di:
31 milioni di euro. In particolare con la misura 1.1.1 ”Formazione • formazione professionale: corsi, seminari, viaggi di studio,
professionale e azioni di informazione” integrata con la misura esercitazioni, formazione a distanza;
1.1.4 “Consulenza aziendale” si intende supportare la • informazione: convegni, mostre, materiali stampati,
competitività di aziende vitali attraverso l’erogazione diretta
abbonamenti, software;
all’imprenditore beneficiario di un contributo a rimborso delle
spese sostenute per l’acquisto di servizi (singoli o integrati) • consulenza multidisciplinare, specialistica, in presenza,
formativi, informativi e di consulenza, scelti all’interno di un telefonica.
apposito catalogo telematico di offerte, denominato Catalogo Sono possibili anche offerte di servizi integrati e misti, che
verde (consultabile nel sito Internet della Regione Emilia- prevedano cioè un mix di strumenti diversi (ad esempio un corso
Romagna all’indirizzo www.ermesagricoltura.it, dove è anche formativo, seguito da alcune ore di consulenza), così da
possibile reperire un’ampia documentazione). potenziare gli effetti degli strumenti e finalizzare meglio i risultati
Il secondo ambito di intervento, necessario a garantire il corretto alle effettive esigenze delle aziende.
funzionamento del sistema della conoscenza, è l’aggiornamento La scelta della Regione Emilia-Romagna di adottare il Catalogo
professionale dei tecnici agricoli e dei soggetti che operano nel verde e il modello “a domanda” come unico tipo di intervento
sistema stesso. Il mantenimento e il miglioramento della pubblico per tutta la formazione, l’informazione e la consulenza
professionalità dei tecnici garantisce un buon livello qualitativo destinata alle imprese agricole e forestali, se da un lato
dei servizi offerti al mondo produttivo. Si prevede di attivare un garantisce un utilizzo delle risorse pubbliche a supporto delle
progetto complesso, comprendente azioni di aggiornamento, reali e specifiche necessità delle imprese, costituisce però uno
animazione e messa in rete dei soggetti che forniscono servizi di “strappo” rispetto al passato e una scommessa sul futuro.
consulenza, informazione e formazione alle aziende agricole,
Pagina 20 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Il modello a domanda richiede che tutto il sistema si impegni in 4. la formazione meta-professionale (oltre i 40 anni) orientata
un notevole sforzo di cambiamento per poter evolvere: da una alla gestione dei rapporti e dei processi;
parte, gli enti fornitori devono imparare a gestire un’attività a 5. l’eventuale riqualificazione, che interviene quando, a
mercato, proporre offerte basate sull’analisi dei fabbisogni e specializzazione già attuata, il professionista decide di
predisporre contratti invece che progetti; dall’altra, gli orientarsi completamente verso un altro settore.
imprenditori devono assumere un ruolo attivo e, dopo aver In generale vi è una tendenza all’unificazione delle fasi nella
maturato la consapevolezza di un problema o di un bisogno, traiettoria tanto che non sono più distinguibili tra loro e i
scegliere il proprio percorso, caricandosi anche di una parte dei riferimenti temporali possono essere anche molto diversi. A
costi. Si tratta dunque di una scommessa, per la quale la differenza di un tempo, la quinta fase (quella dinamica) è
Regione ha puntato sulla crescita e la responsabilizzazione del sempre più importante e frequente al punto che molti
sistema. I risultati del primo periodo di attuazione (mille offerte professionisti tendono a riconoscere dei veri e propri cicli di
presenti sul catalogo e oltre tre mila domande presentate da sviluppo e rallentamento circoscritti a specifiche attività, cui
parte delle imprese), pur con la consapevolezza che occorrono segue la riqualificazione per dedicarsi a temi professionali
aggiustamenti e miglioramenti, fanno sperare che la scommessa collaterali o addirittura diversi, in una costante evoluzione
si possa ancora vincere. dell’impegno e della responsabilità professionale. In molti casi
questo deriva da una tendenza al cambiamento – connaturata a
qualsiasi lavoratore, e particolarmente ai liberi professionisti, che
Formazione permanente e trova maggiori motivazioni in nuove attività non appena ritiene di
padroneggiare quelle che sta svolgendo – e alla volontà di
frontiera evolutiva delle raccogliere nuove sfide in una costante rincorsa di motivazioni e
gratificazioni.
professioni: i dottori agronomi e Un’ulteriore necessità di aggiornamento deriva dal cambiamento
forestali del contesto normativo e procedurale che coinvolge i processi
all’interno dei quali si collocano i saperi tecnici. In particolare, nei
campi applicativi dell’agricoltura e del territorio l’apporto tecnico
Marcellina Bertolinelli
scientifico è indissolubilmente legato alle procedure e alle
opportunità tracciate dalle norme.
I dottori agronomi e i dottori forestali sperimentano
Premessa un’evoluzione del proprio ruolo professionale da soggetto rivolto
alla soluzione dei problemi a soggetto dotato di abilità
Il tema della formazione permanente dei professionisti sottoposti fortemente orientate alla gestione e all’organizzazione della
a tutela e vigilanza della pubblica amministrazione, quali sono le conoscenza, capace di ampia flessibilità in rapporto al ritmo con
professioni intellettuali protette in Italia, è balzato all’evidenza cui incalza l’innovazione e che cerca di essere in linea con le
delle cronache sospinto da tre fattori principali: esigenze del mercato.
• l’oggettiva necessità di un continuo aggiornamento Per non parlare di quei campi di attività ove il fatto tecnico –
professionale di fronte alle conquiste della scienza e della tecnico-scientifico e tecnico-professionale –, pur importante, non
tecnologia; lo è meno del modo in cui ci si relaziona alle autorità deputate
• le attese della società, sempre più esigente, coerentemente ad approvarlo, autorizzarlo, validarlo.
con lo sviluppo dei livelli di civiltà;
• il tentativo di differenziare il “prodotto professionale”, sia tra i
soggetti che esercitano la stessa professione sia tra Aggiornamento delle competenze
professioni diverse che si rivolgono allo stesso campo di
attività e che presentano parziali sovrapposizioni delle L’evoluzione delle conoscenze tecnico-scientifiche ha come
competenze professionali. conseguenza l’inadeguatezza del concetto di competenza
Si tratta di un percorso evolutivo che affonda le radici molto professionale. Dal punto di vista giuridico la “competenza” é la
lontano. Senza scomodare le dichiarazioni propagandistiche del declaratoria di “ciò che compete a” un determinato soggetto; in
regime durante il quale hanno trovato statuto le professioni pratica corrisponde ai campi che possono formare oggetto di
intellettuali, gli ordinamenti professionali vigenti attribuiscono agli attività (esclusiva o meno) del professionista (per i dottori
Ordini il compito di curare l’aggiornamento professionale degli agronomi e dottori forestali, l’art. 2 della legge 3/1976 e ora
iscritti. In questo la legge che regola la professione dei dottori anche l’art. 11 del Dpr 328/2001).
agronomi e dei dottori forestali1 è particolarmente avanti in una L’individuazione degli ambiti di competenza, tuttavia, si
visione olistica del ruolo del professionista, un compito non solo accompagna alla scarsa flessibilità e alla mancanza di
tecnico e scientifico, ma più in generale culturale. tempestività nell’adeguamento degli stessi di fronte
Le spinte più recenti provengono dal diritto comunitario2 sulla all’innovazione. Mentre, al contrario, la società della conoscenza
base dell’idea che l’apprendimento “lungo tutto l’arco della vita” pone nuove domande e ha necessità di un aggiornamento
sia indispensabile per assicurare prestazioni professionali continuo delle “competenze” che, nella prassi, assumono il
“sicure ed efficaci”. significato di “capacità”. Si passa da una condizione oggettiva,
per cui la competenza giuridica è un “ambito circoscritto e
dettagliato”, a una condizione soggettiva che attiene alla
Traiettorie formative capacità di rispondere alla domanda di prestazione
professionale adeguando il comportamento alle necessità del
contesto in modo rapido ed efficace, cioè [in modo da] produrre
In effetti il rapporto tra vita professionale e formazione segue
una adeguata lettura e analisi del contesto per organizzare e
una traiettoria temporale3 nella quale si possono distinguere
gestire la propria conoscenza”.
quattro fasi principali, più una quinta eventuale:
Ne deriva che occorre integrare nel concetto di competenza la
1. la formazione di base di tipo universitario (fino ai 23-27
capacità del soggetto di produrre cognizioni e rappresentazioni
anni);
mentali nuove mediante un processo di assimilazione e di
2. la formazione di accesso che ha per obiettivo la
accomodamento, all’interno di un ambito. Poiché l’ambito
preparazione4 per l’esame di Stato (25-30 anni);
definito dalla legge è fisso per lunghi periodi, scaturisce la
3. la formazione di affermazione attraverso lo sviluppo di una
necessità di un meccanismo di riconoscibilità del processo di
specializzazione o comunque attraverso la delimitazione di
adeguamento dinamico delle capacità/competenze e questo
uno o più campi professionali, fino ai 35-40 anni;
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 21

processo può essere offerto dalla formazione permanente (cfr. l’attenzione sul piano professionale si sposta verso obiettivi di
oltre). Questa nuova condizione è per propria natura dinamica e comportamento (saper essere) ben più cogenti per un
si rifà a qualcosa che non é acquisito una volta per tutte nella professionista, all’interno dei quali collocare conoscenza ed
vita in quanto corrisponde a un processo di apprendimento che esperienza in posizione leggermente più defilata rispetto a
armonizza numerosi fattori in continua evoluzione, revisione e prima, senza per questo rinnegare traguardi di tipo applicativo
ristrutturazione. (saper fare) o i tradizionali obiettivi di tipo cognitivo (sapere).
Il primato dell’essere, del comportamento – che diviene
necessario precisare, comportamento etico7 –, è evidentemente
Campo professionale la forma più alta dell’espressione della professionalità del
lavoratore autonomo libero professionista perché coglie
La caratteristica che più differenzia i campi professionali5 é il pienamente l’aspetto trascendente della professione, nel
grado di autonomia e il diritto di ingresso. Attualmente superamento della mera applicazione del puro sapere tecnico-
l’autonomia si fonda su principi normativi e il diritto di ingresso é scientifico per attestarsi nell’impegno alla responsabilità:
misurato esclusivamente in termini scolastici (corso di laurea ed professare significa “parlare apertamente e pubblicamente di”,
esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione): rappresenta una professione di fede verso la verità – negli
nella società dell’apprendimento sono divenuti entrambi troppo interessi più generali della collettività che particolari del cliente –
deboli e sempre meno difendibili. L’autonomia non é un dato e, perciò, nella sua essenza profonda essa é libera.
acquisito, ma una conquista che va sempre rinnovata; il diritto di Sebbene l’eccezione possa sembrare un po’ sacerdotale va
ingresso, dato dal capitale tecnico-scientifico e dalla ricordato che le aspettative nei confronti delle professioni liberali,
predisposizione allo svolgimento6 delle attività professionali intese come attività economiche intellettuali, sono sempre più
maturati al momento della prova di accesso (l’esame di Stato orientate all’autonomia e alla responsabilità verso il singolo
per la normativa italiana) va integrato con il diritto alla utente e verso la collettività dei cittadini. Tanto è vero che agli
permanenza. Ordini spetta la tutela non già dei propri iscritti, ma della pubblica
fede dei cittadini cui si chiede di avere fiducia che gli iscritti
all’Ordine sono competenti, rispettano regole comportamentali
(deontologiche) e sono di specchiata moralità.
Il percorso didattico Nella vita recente della categoria dei dottori agronomi e dottori
forestali, ciò ha avuto due momenti particolarmente forti allorché
Mentre l’attività professionale evolve, anche l’Università cerca di si è voluto ribadire l’importanza di un atteggiamento che
accompagnare il cambiamento con una riforma dei cicli e del andasse al di là degli obiettivi deontologici8 sui due fronti che
sistema di misura dell’apprendimento. Senza soffermarsi sulle nelle epoche sono stati di punta:
ragioni della riforma (DM 509/99 e seguenti provvedimenti di
• il rispetto per l’ambiente9, in epoche in cui l’ambiente non
riordino) ciò che emerge è il sistema di comparazione dei livelli
era ancora utilizzato come copertura di comportamenti non
formativi basato sull’unità di misura, il credito formativo
sempre coerenti;
universitario (CFU), che registra l’avanzamento della formazione
raggiunta durante il corso universitario e permette di comparare • la modernizzazione della professione10, in una prospettiva di
– entro i limiti derivanti dalle diversità scientifico-disciplinari – profondo rinnovamento della stessa e degli accessi ad essa,
corsi di laurea diversi, pur rimanendo la valutazione del profitto in un momento in cui campagne mediatiche e iniziative
legata ai tradizionali metodi. legislative tendevano a ridimensionare il ruolo delle
La “trasparenza” del sistema di valutazione consente di professioni intellettuali, viste come retaggio di un passato
identificare le tre componenti del percorso formativo corporativo.
universitario:
• un percorso minimo corrispondente al titolo accademico
ambìto all’interno della stessa classe di laurea, pari al 50% Primi passi
di attività comuni alla classe;
• una formazione caratterizzante il singolo corso di studi; Nella riflessione metaprofessionale i dottori agronomi a i dottori
forestali a partire dal 200611 hanno iniziato a confrontarsi
• una formazione assolutamente libera – quest’ultima
fattivamente sulla necessità di dotarsi di un sistema di
residuale, ma comunque dell’ordine del 5-6% del totale su
formazione permanente e sui modi per strutturarlo.
base triennale e dell’8% per il biennio magistrale – che
Alcuni organismi territoriali (Ordini e Federazioni regionali)
consente un completamento secondo le più profonde
hanno abbozzato dei regolamenti; nel 2008 alcuni Ordini li
attitudini dell’allievo, anche in campi non strettamente
hanno adottati con lo scopo di sperimentare e avviare nella
correlati a quelli del corso di laurea.
pratica un maggiore impegno sia per l’istituzione ordinistica sia
Non è poca cosa nella prospettiva di un sapere non relegato ad
per i colleghi, costretti a riflettere su se stessi e sulle opportunità
ambiti compartimentati e chiusi allo scambio di conoscenze, ma
di un sistema di formazione permanente e a superare le
aperto alla contaminazione culturale, quindi attenti alla radice
resistenze ad agire.
più profonda del sapere di livello universitario.
Una formazione che si modula secondo le esigenze delle realtà
economiche, sociali e culturali locali – in questo favorita dalla
politica di “una università ogni campanile” – al punto da definire Il modello della formazione permanente
all’interno delle classi corsi differenti – e curricula differenziati professionale
fino al livello individuale di ogni singolo studente – è destinata a
un grande successo, a patto che siano rispettate due condizioni Dall’esame di queste (poche) iniziative e, più in generale,
essenziali: dall’esame di quanto quasi tutte le categorie professionali
• il percorso minimo deve essere improntato al strutturate in ordini o collegi hanno avviato, emergono le
raggiungimento di un elevato profilo di conoscenze di base caratteristiche comuni del modello necessario a comporre un
e un buon livello di conoscenze caratterizzanti il corso di sistema di formazione permanente. Queste dovrebbero essere
studi; le seguenti:
• gli studenti devono essere pienamente edotti di queste • attività formativa (numero di ore o di crediti formativi) da
opportunità. svolgere nell’arco di un certo periodo (un biennio, un
• Il primato del comportamento triennio);
In una chiave prevalentemente culturale della formazione • attività formativa minima annuale, per assicurare una certa
Pagina 22 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

costanza nel tempo; metodologico-giuridico secondo cui il ruolo degli Ordini è quello
• unità di misura della formazione, ad esempio il credito di tutela del pubblico interesse, in particolare la sicurezza, la
formativo professionale; salute e la pubblica fede, che la legge pone a carico degli Ordini
• eventuali esenzioni, per età, situazioni particolari, non tramite la fissazione di regole il cui corpus è soggetto al controllo
esercizio della professione; dell’organo vigilante (il Ministero competente).
È evidente che, in ogni caso, andranno valutate le cause e le
• riduzioni, per i giovani iscritti o, meglio, per i neolaureati; motivazioni che originano le inosservanze dell’obbligo, ma la
• possibilità di fare valere attività differenti orbitanti nell’ambito modulazione delle sanzioni sarà lo specchio del peso attribuito a
della formazione (docenze, partecipazione a convegni, questo carattere della professione e alla volontà di prendere atto
ricerca professionale, ecc.); di un’evoluzione e di un nuovo metodo di porsi nella società.
• materie obbligatorie (con un minimo annuale o di periodo); La ragion pratica della scelta risiede nell’insieme delle
• materie caratterizzanti e altre materie suscettibili di essere considerazioni sopra richiamate, in particolare nelle motivazioni
oggetto di formazione continua; di carattere socio-pedagogico – l’evoluzione della società come
• modalità di programmazione delle attività formative, che società dell’apprendimento –, scientifico-tecnologico – la rapida
attiene ai soggetti deputati a questo ruolo e alle potenzialità evoluzione delle conoscenze –, giuridico – l’inserimento tra gli
di interazione delle iniziative locali tra loro, fino a formare un obiettivi di tutela dei diritti dei cittadini europei nei riguardi degli
bacino unico formativo di livello nazionale; esercenti le professioni –, con la conseguenza che si tratterebbe
di trasferire nell’ordinamento professionale un principio
• accreditamento delle attività formative, ossia la valutazione
innovativo sì, ma non tale da rischiare di essere avulso dalla
per il riconoscimento dei crediti formativi, sia in termini di
realtà moderna.
procedura, sia in termini di soggetto/i abilitato/i a rilasciare
È evidente che ciò comporterà cambiamenti, ma sono proprio
l’accredito;
questi cambiamenti gli unici elementi in grado di giustificare la
• rilevanza deontologica della formazione continua; permanenza di un sistema – quello ordinistico – che altrimenti
• evidenza pubblica del raggiungimento degli obiettivi rischia di essere percepito esclusivamente come inattuale.
formativi dei singoli professionisti da parte degli Ordini.
Tra questi, gli aspetti che paiono di maggiore interesse – in
questo particolare momento – e che meritano di essere affrontati Note
per primi sono l’accreditamento e la rilevanza deontologica.
1
Legge 7 gennaio 1976 n. 3, e succ. mod., in particolare all’art. 13, co. 1, lett. n,
prevede che il Consiglio dell’Ordine curi “il perfezionamento tecnico e culturale
degli iscritti”.
L’accreditamento 2
A questo valga per tutti la direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche
I principi di fondo dell’accreditamento derivano dal fatto che professionali, in particolare l’art. 22, lettera b (secondo le procedure specifiche di
ciascuno Stato membro, la formazione e l’istruzione permanente permettono alle
questo deve essere riconosciuto sia all’interno che all’esterno persone che hanno completato i propri studi di tenersi al passo con i progressi
della categoria e che dovrebbe essere indipendente. professionali in misura necessaria a mantenere prestazioni professionali sicure ed
Sul ruolo dell’indipendenza, per cui potrebbe sembrare efficaci) e il precedente e collegato considerando 39 (data la rapidità
dell’evoluzione tecnica e del progresso scientifico, l’apprendimento lungo tutto
inopportuno che sia l’Ordine a valutare i risultati ottenuti dai l’arco della vita è particolarmente importante per numerose professioni. In questo
propri iscritti, si deve ricordare che anche in campo disciplinare contesto, spetta agli Stati membri stabilire le modalità con cui, grazie alla
l’Ordine è “magistratura” di primo grado nei confronti dei propri formazione continua, i professionisti si adegueranno ai progressi tecnici e
iscritti. Perciò non deve stupire che spetti agli Ordini il compito di scientifici).
3
Cfr. Pulina G., Bosu C., Chiappe I.M., Dimauro C., Indagine sulle esigenze
valutare i risultati raggiunti dai propri iscritti. L’Ordine potrà formative dei dottori agronomi e dei dottore forestali, Conaform, Roma, 2003.
eventualmente demandare alcune funzioni tecniche a livello 4
In realtà accade sempre più frequentemente che la prova di accesso sia
sovraordinato, soprattutto ove – come nel caso dei dottori prolungata oltre l’esame di abilitazione – che spesso viene sostenuto
immediatamente al termine del corso di laurea – e sia svolta come affiancamento
agronomi e dei dottori forestali – esistono strutture intermedie di nell’attività lavorativa.
livello regionale previste dalla legge. Resterà nel contempo in 5
Cfr. Pulina G., Bosu C., Chiappe I.M., Dimauro C., Indagine sulle esigenze
capo al singolo Ordine territoriale il compito di accertare le formative dei dottori agronomi e dei dottore forestali, Conaform, Roma, 2003.
6
eventuali violazioni di carattere deontologico. Vale la pena ricordare la finalità cui è rivolto l’esame di Stato di abilitazione
all’esercizio della professione di dottore agronomo e dottore forestale, così come
Di importanza strategica è la potenziale sinergia che si potrebbe statuita dall’art. 12 della legge 10 febbraio 1992, n. 152: “L'esame di Stato per
creare con l’Università. A partire dalla scelta dell’unità di misura l'abilitazione all'esercizio della professione di dottore agronomo e dottore forestale,
della formazione – il credito formativo professionale potrebbe previsto dall'articolo 1 della legge 8 dicembre 1956, n. 1378, è finalizzato
all'accertamento della conoscenza delle normative che regolano l'attività
essere uguale al credito formativo universitario12 – che professionale nonché ad una verifica delle capacità di uso del sapere tecnico
renderebbe più semplice ogni paragone, anche intertemporale, professionale e dell'attitudine all'esercizio della professione”.
è strategica soprattutto la possibilità di ottenere il doppio 7
Per “etica” si dovrebbe intendere un sistema normativo che regoli i rapporti tra gli
riconoscimento13, professionale e universitario, in quanto i crediti individui e i valori che ciascuno deve realizzare nel suo comportamento facendo
appello al sentimento di responsabilità nei confronti di qualcosa che va al di là
acquisiti con la formazione professionale potrebbero essere poi dell’individuale (cfr. Fabbri M., “Governo etico nei processi di trasformazione
impiegati, oltre che per assolvere agli obblighi stabiliti dalla territoriale”, Estimo e territorio, 12, 2004, p. 4).
8
categoria, anche per conseguire, al termine di un percorso Il codice deontologico, nella versione più aggiornata che risale al 30 novembre
2006.
concordato, titoli universitari (master, lauree magistrali, ecc.). 9
Cfr. Carta di Vieste, X Congresso nazionale dei dottori agronomi e dei dottori
forestali, Vieste, 12-14 giugno 1997.
10
Cfr. “Forum 2003: La modernizzazione delle professioni del sistema rurale,
dell’ambiente e dell’alimentazione”, Roma, 24-26 settembre 2003.
La rilevanza deontologica 11
Cfr. Forum di studio “Formazione continua, nuova frontiera di una professione
che cambia, Calvagese della Riviera (BS), 13 maggio 2006.
12
Assai più delicata e di maggiore spessore concettuale è la Il CFU è pari a un impegno totale di 25 ore che può essere suddiviso – a
seconda degli Atenei – in 8-10 ore di didattica frontale, 16-14 di studio individuale e
discussione sulla rilevanza deontologica dell’obbligo di una prova di grado; 16-20 ore di esercitazioni (o laboratori, visite di studio, ecc.), 8-
formazione permanente stabilito dall’articolo 5 del Codice 4 ore di studio individuale e una prova di grado; 25 ore di studio individuale.
13
deontologico dei dottori agronomi e dei dottori forestali. L’unità di misura, il credito formativo universitario, si presta bene anche per la
valutazione dell’attività formativa professionale, per cui potrebbe valere la
Richiamato il significato di “deontologia” come “complesso delle corrispondenza 1 cfu = 1 credito formativo professionale.
regole e dei principi che disciplinano particolari comportamenti 14
Cfr. Lega C., Deontologia forense, Milano, 1975, citato in Bergamini E., La
non di carattere tecnico del professionista, attuati o comunque concorrenza tra professionisti nel mercato interno dell’Unione europea, Editoriale
ricollegati all’esercizio della professione e all’appartenenza al scientifica, Napoli, 2005, p. 15
gruppo professionale14”, va altresì ricordato il principio
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 23

tradizionali, permette di lasciare a disposizione del discente i


E-learning per l'agricoltura: materiali (anche multimediali) oggetto di studio, con il vantaggio
l'esperienza Agriregionieuropa che il formato digitale ne consente una più facile ricerca e un più
facile recupero.
Antonello Lobianco
L’esperienza Agriregionieuropa
Vecchia e nuova formazione a distanza Nell’ambito di Agriregionieuropa si sono venute a creare delle
condizioni particolarmente favorevoli alla nascita di iniziative e-
In agricoltura, così come negli altri settori, la formazione a
learning.
distanza, intesa come formazione realizzata senza la presenza
In primo luogo l’argomento trattato dalla rivista (prevalentemente
fisica di un docente, non rappresenta certo un’innovazione.
rivolta all’analisi delle politiche agricole) è tipicamente soggetto a
Si trattava però finora di una formazione quasi unicamente
rapidi mutamenti tali da giustificare ampiamente una domanda di
esercitata individualmente attraverso il mezzo scritto, dove ogni
formazione continua. Inoltre, mentre ad Ancona, si andava
allievo era isolato dagli atri. Questo tipo di formazione era
formando un nucleo di docenti e di esperti con competenze in
prevalentemente limitata alla sfera della conoscenza, per di più
comunicazione a distanza e in e-learning, molte eccellenze
di tipo incrementale nella quale, su una base teorica
didattiche, così come il pubblico dei possibili utenti che si
prevalentemente acquisita dal discente, si andavano ad
intendeva raggiungere rimanevano sparsi per l’Italia, rendendo
aggiungere nozioni addizionali che ad essa facevano
impraticabile una attività formativa di tipo tradizionale.
riferimento.
Infine, dal punto di vista tecnologico, gli ultimi anni hanno visto la
Si pensi, ad esempio, al perito agrario che, formato nelle
nascita di soluzioni open-source economiche e facilmente
tecniche di estimo, acquisisca individualmente gli aggiornamenti
gestibili con risorse interne; nel contempo è cresciuto il numero
tecnico-economici dell’ultimo manuale.
di utenti dotati di una connessione internet sufficientemente
Difficilmente invece con la sola formazione a distanza era
veloce per la fruizione di contenuti multimediali.
possibile acquisire un intero sistema di conoscenze relativo ad
Da questo contesto sono nate due esperienze e-learning gestite
un certo argomento; tanto meno era possibile acquisire una
da Agriregionieuropa: il Corso e-learning per imprenditori agricoli
“competenza” (intesa come capacità di svolgere un determinato
e il Corso sulla Politica agricola comunitaria1. Le due iniziative
compito), in quanto questa richiedeva dei momenti di esercizio e
hanno beneficiato del sostegno di Legacoop agroalimentare e la
di esperienza che necessitavano del confronto relazionale con il
seconda anche della Commissione europea).
docente.
Entrambi i corsi, pur basati sull’utilizzo di piattaforme software
La “nuova” formazione a distanza, esercitata con l'ausilio degli
molto diverse2, offrono la stessa tipologia di servizi.
strumenti telematici (e-learning), permette invece di superare
In primis sono corsi gratuiti per gli utenti, che possono
queste limitazioni e di affrontare, ancorché a distanza, il rapporto
autonomamente iscriversi e accedere ad una ricca collezione di
dialettico con il docente e con gli altri discenti. Permette inoltre di
materiali multimediali sull’argomento del corso.
“provare” le proprie competenze tramite esercizi e simulazioni
Questo è diviso in sezioni dove, in aggiunta al corrispondente
che possono arrivare ad un elevato livello di realismo rispetto
materiale didattico, sono presenti vari test ed esercitazioni che
alle situazioni in cui tali competenze andranno poi realmente
permettono all'allievo di ricevere un feedback sulla propria
applicate.
preparazione, in maniera automatica (test a risposte chiuse) o
In altre parole, permette di ricreare le condizioni proprie della
attraverso l’intervento di un tutor (esercitazioni)3.
formazione tradizionale, ma rispetto a quest’ultima presenta un
Nella figura 1 viene riportato il contenuto di una sezione del
set aggiuntivo di vantaggi.
corso e-learning PAC. La lezione vera e propria viene proposta
Mentre tradizionalmente sussisteva una profonda divisione tra il
come filmato multimediale (il docente parla sopra uno sfondo
periodo della formazione (scolastica o universitaria) e il periodo
PowerPoint che avanza automaticamente) in modo da ricreare
dell’applicazione delle competenze acquisite all’esperienza
le condizioni di un’aula universitaria.
lavorativa, le mutate condizioni socio-economiche, nelle quali il
mercato del lavoro presenta indubbiamente un maggior Figura 1 - Contenuti di una sezione del corso e-learning PAC
dinamismo, hanno reso inadeguata questa impostazione.
Alla dicotomia scuola/lavoro (o formazione/applicazione) si sta
sostituendo un modello di formazione continua dove l’e-learning
si propone come soluzione flessibile e leggera, maggiormente
adattabile ai diversi tempi, ritmi, bisogni del discente.
E’ questi (e non la struttura proponente i corsi) che potrà quindi
scegliere gli orari e i tempi di fruizione, i contenuti e la loro
organizzazione sequenziale (non più necessariamente di tipo
seriale), le modalità e i mezzi di accesso.
La stessa scelta dei corsi (e dei docenti) risulta ampliata nel
contesto e-learning, venendo meno il vincolo della prossimità
spaziale. Specialmente nei contesti multidisciplinari tipici della
formazione in ambito agrario, l’e-learning permette di fruire
dell’insegnamento dei migliori esperti per ogni singola tematica,
indipendentemente dalla localizzazione geografica.
Per le organizzazioni fornitrici dei corsi, la perdita del monopolio
geografico significa una maggior competizione che si traduce in
corsi che devono essere di adeguata qualità, pena il loro Ogni lezione è introdotta da un test a risposte chiuse che
insuccesso. permette di avvicinare l’allievo ai temi trattati e viene seguita da
Rispetto all'editoria tradizionale, il corso (così come la singola un test che verifica il grado di preparazione raggiunto.
lezione) e-learning si adatta particolarmente bene anche alle L’esercitazione consente di prendere pratica con le tematiche
mutate condizioni; e l’informazione, anche grazie agli stessi trattate e di ricevere una valutazione da parte del tutor.
strumenti tecnologici alla base dell’e-learning, fluisce ad una A disposizione dell’allievo vengono poi proposti degli spunti per
velocità molto maggiore che in passato. letture di approfondimento (bibliografia), una versione
Infine anche l’e-learning, come i libri e le “dispense” nei corsi
Pagina 24 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

stampabile della lezione per una sua eventuale fruizione off-line ottenuto presso gli utenti. Le singole sezioni sono state valutate
e un questionario per la valutazione della lezione. in un intervallo compreso tra 7,90 e 9,26 su una scala da uno a
Un glossario dei termini tecnici della PAC ed una cronistoria dei dieci, mentre l'intero corso ha ottenuto una valutazione di 8,765.
principali avvenimenti inerenti la PAC e l'Europa completano il
corso.
L’aspetto relazionale (sia con i docenti che tra gli allievi) è stato Conclusioni
oggetto di particolare attenzione in entrambi i corsi attraverso
l’utilizzo di forme di comunicazione asincrona (forum, E-mail) e L'esperienza e-learning di Agriregionieuropa costituisce un
sincrona (chat room, messaggistica istantanea) e anche elemento di novità nel panorama formativo italiano riguardante
attraverso le valutazioni dei docenti sugli elaborati inviati dagli l'economia e la politica agraria. Attraverso la flessibilità tipica
studenti nell'ambito delle esercitazioni. dello strumento e-learning risponde ai bisogni di formazione
Infine, tutta l'attività svolta confluisce in un sistema di continua espressi da tutte quelle categorie di tecnici, insegnanti,
tracciamento e analisi che permette la doppia valutazione imprenditori, liberi professionisti, impegnati nel variegato mondo
dell'attività degli studenti da un lato e dei corsi dall'altro. dell'agricoltura.
E' quindi possibile verificare i contenuti visualizzati da un singolo L'ottimo riscontro ottenuto da questi primi corsi è tale da
studente, i suoi tempi di studio e i suoi risultati nelle varie attività ipotizzare una continuazione dell'esperienza avviata. In
formative (Figura 2) ma è anche possibile analizzare quali particolare AgriRegioniEuropa è disponibile a condividere le
contenuti risultino di maggior interesse per gli studenti o anche proprie esperienze e la propria base tecnologica alla luce di
di verificare in un test quali domande e risposte presentino le favorire la nascita di una “comunità didattica virtuale” in
maggiori criticità (Figura. 3). collaborazione con le Università ed i centri di ricerca attivi in
ambito agrario.
Figura 2 - Estratto del registro dell'attività di uno studente

Note
1
Corso e-learning per imprenditori agricoli
http://agriregionieuropa.univpm.it/elearning/corso_legacoop/presentazione.php
Corso e-learning sulla Politica Agricola Comunitaria
http://agriregionieuropa.univpm.it/epac.php
2
La piattaforma tecnologica alla base del corso per imprenditori agricoli è in fase di
migrazione verso la soluzione open-source utilizzata per il corso PAC.
3
L’interazione con il docente responsabile della sezione è garantita solo durante il
periodo di “apertura” del corso (solitamente, diversi mesi per corso).
4
Gli utenti “attivi” sono coloro i quali hanno svolto una qualche forma di attività
negli ultimi 120 giorni.
5
I dati provengono dai questionari a fine sezione e dal questionario di fine corso e
sono stati elaborati a partire da 402 risposte anonime degli studenti.

La sfida della Rete rurale


nazionale: ampliare la
partecipazione e superare
Figura 3 - Analisi delle risposte formulate dagli studenti in un test
l’isolamento settoriale
Alessandro Monteleone, Camillo Zaccarini Bonelli

Unità nazionale di animazione e coordinamento della RRN

La politica di sviluppo rurale assume sempre maggiore


importanza sia nel contesto della politica agricola comune, sia
nel complesso sistema di relazioni che si instaurano
progressivamente tra Amministrazioni centrali e regionali,
beneficiari e società civile. In questo contesto, la necessità di
migliorare la programmazione e la progettazione per garantire
qualità, efficacia e trasparenza sono ovviamente principi
fondamentali che il Mipaaf intende sostenere e promuovere.
In questa direzione “scambiare e capitalizzare le esperienze”,
“aumentare il dialogo”, “comunicare in modo nuovo e più vicino
ai cittadini” sono i principali messaggi che la Rete rurale
Una valutazione del corso e-Learning sulla PAC nazionale (Rrn) vuole diffondere a tutti i potenziali partner e ai
beneficiari diretti e indiretti della politica di sviluppo rurale e delle
Il corso e-Learning sulla PAC è iniziato in dicembre 2007 ed è proprie azioni.
tuttora liberamente disponibile on-line. E' formato da 12 sezioni, La Rete rurale nazionale è un programma nazionale inquadrato
11 lezioni (per complessive 16 ore), 29 test a domande chiuse all’interno della programmazione 2007-2013 per la politica di
ed 11 esercitazioni. sviluppo rurale, approvato con Decisione comunitaria e
A tutto febbraio 2009 si sono iscritti al corso 919 utenti; di questi cofinanziato dal Feasr. La Rete, attuata sotto la responsabilità
313 risultano attivi4. In totale il corso ha impegnato gli studenti del Mipaaf, è finalizzata, in particolare, ad “accompagnare”
con 5.451 ore di lezione. Questi hanno inoltre eseguito 9.968 l’implementazione dei 21 Programmi di sviluppo rurale (Psr) e al
test, 5.212 esercitazioni e 18.107 altre attività. Una tale perseguimento di tre grandi obiettivi:
popolarità, oltre ai caratteri di flessibilità tipici del mezzo
e-learning, può essere spiegata con l'alto indice di gradimento • il miglioramento della governance;
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 25

• il rafforzamento della capacità progettuale e gestionale; mondi diversi, portando a “far dialogare” realmente chi
• la diffusione delle buone prassi e delle conoscenze. proviene dalle istituzioni, il mondo imprenditoriale, chi
Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi la Rete avrà a sviluppa la ricerca scientifica, ma anche la società civile;
disposizione risorse pubbliche pari a circa 83 milioni di euro, il • la comunicazione degli obiettivi e dei risultati della politica
50% dei quali messo a disposizione dal Feasr e un insieme agricola comune.
complesso di azioni tra loro integrate. La strategia prevista Lo slogan “vogliamo realizzare una rete di reti” è in qualche
comprende: azioni di sistema e di supporto alle amministrazioni maniera sintomatico dell’ambizione di andare anche oltre,
regionali impegnate nella programmazione e attuazione dei Psr, rafforzata dalla convinzione che sia necessario superare la
per migliorare l’efficacia, efficienza e l’integrazione con altre visione “settoriale” della politica di sviluppo rurale e che nelle
politiche; azioni destinate al rafforzamento della capacità aree rurali agiscano un’estrema varietà di componenti: i diversi
progettuale e gestionale di tutti gli attori coinvolti nell’attuazione strumenti di politica economica, la diversa organizzazione
dei programmi di sviluppo rurale, con particolare riferimento ai istituzionale dei territori rurali, le diverse interrelazioni tra
Gruppi di azione locale (Gal); azioni di individuazione, analisi e istituzioni e componenti socio-economiche, ecc. Lo slogan
trasferibilità delle buone pratiche e delle innovazioni. La maggior rappresenta bene anche la volontà di non voler duplicare azioni
parte di queste azioni dovranno essere affrontate con lo spirito già realizzate in altri contesti e il desiderio di realizzare azioni
di assicurare il collegamento con un’analoga struttura istituita a volte a favorire l’integrazione e la complementarità, mettendo a
livello comunitario, la Rete rurale europea. sistema quanto già realizzato da altre Reti formali o informali.
Tutte le azioni, nonché l’organizzazione della Rete nascondono La Rete rappresenta, quindi, una grande occasione non solo per
degli obiettivi più ambiziosi di quelli strutturati secondo la logica migliorare l’efficienza e l’efficacia con cui la politica di sviluppo
dell’intervento pubblico comunitario. Infatti, si vuole in primo rurale viene attuata nel nostro Paese, ma anche per affrontare
luogo riuscire a “fare rete”, nella consapevolezza che tale azione nuove sfide che possano stimolare i diversi attori coinvolti a
debba essere finalizzata a massimizzare la partecipazione dei innovare le modalità e gli strumenti con cui si ricerca lo sviluppo
diversi attori, attraverso una forte integrazione tra: del settore agroalimentare e delle aree rurali italiane.
• lo scambio e la capitalizzazione delle esperienze nel L’organizzazione della Rete prova a rispondere a questa
governo e nella progettazione dello sviluppo locale, siano esigenza, prevedendo la costituzione di una serie di task force
esse maturate in ambito istituzionale, economico o sociale, tematiche al cui interno condividere obiettivi, esperienze,
nazionale o internazionale; riflessioni, strumenti e modalità di azione in ambiti ritenuti
strategici a livello comunitario e nazionale (vedi Schema 1).
• l’animazione della partecipazione dei rappresentanti di

Schema 1 - Strutture della Rete Rurale Nazionale

Unità di
Gestione e Coordinamento

Task force Task force TFT TFT TFT


Rete Leader Monitoraggio & Valutazione Temi strategici & Cooperazione Buone pratiche
Supporto ai Psr & Innovazioni

Risorse idriche

Ambiente &
Unità di supporto Condizionalità Suolo
orizzontale
Segreteria tecnica del
Tavolo permanente di partenariato e
dello “Osservatorio interregionale Cambiamenti climatici
Sull’evoluzione delle zone rurali” Foreste

Bioenergie
Staff comunicazione Paesaggio
ed organizzazioni Eventi
Biodiversità
Progettazione
Integrata di filiera
Staff
Legale
Integrazione fra
SR e altre
politiche
Staff
Traduzioni & Interpretariato

Giovani

Staff
Sistemi informativi
Pari opportunità

Staff Competitività
Segreteria
Pagina 26 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Le task force saranno formalmente costituite e potranno vedere Tale fase propedeutica all’avvio delle attività è culminata
la partecipazione di tutti quei soggetti che riterranno di poter nell’evento di lancio della Rete che è avvenuto a Treviso il 6 e 7
portare un contributo concreto alla crescita del sistema sviluppo ottobre 2008 nel contesto della Conferenza nazionale dello
rurale, con riferimento ai diversi temi, per la propria esperienza sviluppo rurale che ha segnato un momento privilegiato per fare
istituzionale, per il proprio ruolo nelle organizzazioni di settore e il punto sullo stato del negoziato sull’Health check, così come
nella società civile o per la propria esperienza nelle attività di per fare il punto in vista della Conferenza internazionale di Cipro
ricerca. sul futuro dello sviluppo rurale del 16 e 17 ottobre 2008.
Le attività delle task force dovranno essere caratterizzate da due E’ appena il caso di notare come proprio la dimensione
anime, la prima di carattere più operativo, finalizzata a internazionale della Rete rurale nazionale, in sinergia con la
supportare il sistema attraverso la realizzazione di analisi e Rete rurale europea, costituisca un punto di novità e di
studi, linee guida, seminari o workshop di approfondimento, particolare interesse specialmente in termini di occasioni e
visite di studio e qualunque altra azione possa favorire iniziative di cooperazione internazionale e scambio di buone
l’acquisizione e il trasferimento di esperienza e conoscenza a un prassi e innovazioni a livello transnazionale e interterritoriale.
numero più o meno ampio di soggetti. Superata, quindi, la fase di avvio si stanno progressivamente
La seconda anima, invece, è quella che potremmo definire di concretizzando le attività più tipicamente di Rete, tra questi il
networking, attraverso cui stimolare il confronto e lo scambio di Tavolo permanente di partenariato, che vuole dare seguito alla
esperienze, con lo stimolo di “contaminarsi a vicenda” e creare positiva esperienza avuta durante la definizione del Piano
un valore aggiunto alle rispettive attività. strategico nazionale. Il Tavolo riunitosi per la prima volta il 20
Tuttavia, lo sforzo da compiere da parte di tutti è quello di non gennaio scorso ha ampliato la sua composizione prevedendo la
vedere le task force come luoghi formali dove essere presenti partecipazione di nuovi attori non tipicamente coinvolti nel
per dovere di ufficio, con una composizione rigida o con processo di consultazione delle politiche agricole e di sviluppo
modalità e tempi di convocazione prefissati, ma come spazi rurale. Al di là della già stimolante discussione generatasi nel
flessibili e dinamici dove imparare a lavorare insieme. corso della riunione, importante sarà il contributo che verrà dal
Oltre alle task force, la Rete prevede anche la costituzioni di confronto su:
postazioni regionali, il cui ruolo è anche in questo caso tutto da • la revisione della strategia nazionale per lo sviluppo rurale a
costruire sollecitando il coinvolgimento delle Regioni. E’ certo, seguito dell’approvazione del pacchetto di regolamenti legati
tuttavia, che le postazioni regionali dovranno favorire il dialogo e all’Health Check;
lo scambio di informazioni tra livello nazionale e regionale e • la definizione delle attività prioritarie che saranno oggetto
viceversa, conoscere come i diversi attori si muovono sul del Piano di azione annuale della Rete.
territorio, nonché animare e stimolare la loro partecipazione a E’ indispensabile, infine, dedicare un piccolo spazio al portale
livello regionale. della Rete, consultabile all’indirizzo www.reterurale.it, che sta
Dal momento della approvazione del programma specifico per progressivamente diventando punto di riferimento importante
l’Italia della Rete rurale nazionale, avvenuto ad agosto 2008, il per una costante informazione sui temi strategici dello sviluppo
lavoro della Rete è stato intenso e ha privilegiato le attività rurale, strumento per una comunicazione meno istituzionale e
finalizzate a sistemare l’organizzazione interna del programma e più alla portata di tutti. Anche in questo caso, tuttavia, la Rete ha
quelle a supporto delle Regioni per garantire la piena operatività l’ambizione di offrire qualcosa di più; l’obiettivo, infatti, è quello di
dei Psr. creare uno spazio per agevolare la partecipazione degli utenti,
stimolando il confronto attraverso forum di consultazione,
comunità virtuali, spazi dedicati ai diversi membri della Rete.

sistema di imprese tra le imprese. La grande novità indicata con la


Tra impresa e filiera: il ruolo “rigenerazione” dell’agricoltura italiana, si è imposta anche attraverso la
strategico della formazione nell’azione crescita di una cultura “imprenditoriale” dell’impresa agricola e la sua
integrazione nei processi di valorizzazione continua dello sviluppo
Coldiretti territoriale e locale.
L’impegno politico ed organizzativo di questa strategia si va definendo
Giacomo Bertolini nella forma di una rinnovata “rappresentanza di interessi” che rende
possibile alle imprese, associate nel progetto di “rigenerazione”
opportunità reddituali, concrete e misurabili, insieme al riconoscimento
del loro apporto centrale alla “coesione sociale” delle comunità
Introduzione territoriali, alla valorizzazione delle dotazioni identitarie, ambientali,
storico/culturali e paesaggistiche del territorio.
In un contesto storico ad alta criticità e difficile leggibilità, è di notevole La qualità delle persone e la visione dell’innovazione al servizio
interesse osservare come alcuni elementi, quali l’attenzione alla dell’impresa e del suo arricchito rapporto diretto con il mercato, con un
cosiddetta economia “reale” o ancora di più i valori di una razionalità contatto ed una alleanza con il “consumatore” moderno, sempre più
comportamentale degli operatori, siano caratteristiche strutturali criticamente avveduto e responsabile, sono le risorse e gli strumenti di
dell’agire nell’impresa agricola. Agire che si esplicita nelle sue relazioni questa difficile e ambiziosa sfida. Sfida necessaria e concreta, che nei
con bisogni fondamentali di consumo e di qualità della vita delle nostri anni integra sempre di più il mondo agricolo nei territori e nel
persone. La cultura competitiva e la necessaria gestione imprenditoriale Paese e lo salda al futuro del made in Italy.
non possono indurre l’imprenditore agricolo a perdere di vista questi Nasce a questo livello l’esigenza di una rappresentanza di filiera. Una
valori strutturali e comportamentali. filiera che sappia traghettare i consolidati valori positivi degli agricoltori e
E’ con tale consapevolezza e senso di responsabilità che Coldiretti, negli dell’agricoltura fino al consumatore finale, rendendoli visibili e
ultimi anni, ha elaborato modalità adattative e innovative di riconoscibili.
rappresentanza, percorrendo strategie di modernizzazione entro un Un sistema agricolo così rinnovato deve essere accompagnato,
paradigma di “rigenerazione” dello specifico modo di essere necessariamente, dalla acquisizione di conoscenze e competenze
dell’agricoltura italiana. Coldiretti si è posizionata per sostenere la originali, capace di trasferire i valori dell’agricoltura al prodotto, generare
qualità dei prodotti e la competitività dei territori e del made in Italy, valore per le imprese, produrre vantaggi per il consumatore.
contribuendo a rendere l’agricoltura protagonista di un modello di In tale direzione è infatti sempre più forte l’attenzione strategica che
sviluppo basato sulla innovazione e sul rapporto con il territorio. Coldiretti sta dedicando alla qualità della propria organizzazione e dei
La Confederazione, che rappresenta oggi una moderna forza sociale, processi dell’impresa agricola, attraverso la formazione continua e lo
alleata nel Paese e nel territorio con gli attori dello sviluppo - a partire sviluppo di un raccordo forte con centri di competenza e di ricerca.
dai cittadini consumatori - ha costruito le premesse politiche, sociali e
legislative per riconsegnare all’agricoltura il diritto/dovere di essere
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 27

Una cultura d’impresa nel segno dell’agricoltura lavoro sia sempre più positivamente correlato con la competitività.
E’ nella ”persona”, portatrice di capacità, di apporti migliorativi e
territoriale competitiva attuazioni “originali”, che deve essere centrato l’investimento per il
cambiamento adattativo e creativo, per la produzione di valore
In linea con le politiche di intervento delineate dalla UE per il prossimo competitivo.
futuro, Coldiretti si colloca in coerenza con la visione espressa da
Lisbona e Göteborg, dentro i parametri della competitività fondata sulla
conoscenza e sulla qualità sostenibile del contesto territoriale.
Nella sostanza, le energie sono indirizzate verso la promozione e la
La “formazione continua” nell’Organizzazione e nelle
diffusione di una moderna cultura di impresa, che metta al centro imprese
l’integrazione impresa-territorio e si confronti con strategie di sviluppo
concrete, con progetti realizzabili, per rendere disponibile il potenziale di Le azioni di formazione continua vengono concepite e realizzate
innovazione che scaturisce dal valore distintivo del territorio e dalla dall’Area di Coldiretti dedicata alle iniziative di “Formazione, Ricerca e
razionalizzazione e integrazione delle filiere agroalimentari. Sviluppo” attraverso Inipa, ente di formazione che, dagli anni ’50
Di fronte alle sfide che le imprese agricole sono chiamate ad affrontare, presidia l’impegno formativo Coldiretti per l’agricoltura italiana. Queste
Coldiretti sta realizzando una riorganizzazione complessiva del proprio azioni di formazione affrontano dinamiche di acquisizione di competenze
assetto, investendo nel proprio patrimonio di persone, conoscenze e correlate alle esigenze del mondo delle imprese e allo sviluppo delle
competenze, nell’ottica di una forte rimodulazione e riorientamento della persone e hanno come missione lo sviluppo agricolo moderno e
rappresentanza e della modernizzazione dell’offerta di servizi alle competitivo, in coerenza con il movimento della società e dei suoi
persone, alle imprese e al territorio. E’ evidente comunque che il tema bisogni di coesione locale e di relazioni globali. Diverse sono le
centrale di una rappresentanza di interessi è quello della difesa e dimensioni e le tematiche affrontate dagli interventi formativi:
crescita della redditività delle imprese agricole, nel quadro di un • Dimensione economica – che comprende le competenze per lo
moderno e competitivo sviluppo territoriale e nazionale.
sviluppo dell’impresa e dell’attrattività dei propri prodotti nei mercati,
Questo tema, parte fondante della concezione di una agricoltura
servizi multifunzionali, logiche di investimento, redditività delle
“rigenerata”, sta peraltro traducendosi in profonde azioni di
scelte ecocompatibili;
cambiamento e in nuovi servizi alle imprese e alle rappresentanze
territoriali, quali: consulenza ai sistemi di relazione - partnerariato/ • Dimensione territoriale – che include temi di specifico valore
governance - con gli attori territoriali nelle politiche di programmazione e ambientale, culturale, locale, valorizzazione dei prodotti originali,
sviluppo; assistenza ed accompagnamento strategico e operativo presidio delle “qualità” identitarie del territorio;
nell’orizzonte di filiere del “cibo italiano”; supporti formativi alle decisioni • Dimensione civile – in cui sono compresi temi di valore per la
imprenditoriali sui processi produttivi; sviluppo di informazione / coesione sociale e la cittadinanza dei luoghi, di sicurezza del lavoro
conoscenza/competenza per il miglioramento del capitale umano; e dei prodotti;
consulenza e formazione sul rapporto con i mercati locali-nazionali- • Dimensione culturale – che riguarda le competenze per la
internazionali.
valorizzazione del carattere sostenibile e durevole dello sviluppo del
Lo sforzo è quello di valorizzare una agricoltura meno “protetta”, che
territorio, nonché l’ampliamento della propria visione attraverso il
deve essere messa in grado di fornire prodotti e servizi nuovi e
confronto con esperienze di successo.
innovativi, mantenendo e presidiando il vantaggio competitivo del made
La visione di riferimento nell’azione Coldiretti consiste nel valutare e
in Italy, puntando su produzioni d’alta gamma e prestigio che
considerare la questione formativa “agricola” come fattore di filiera, in un
rappresentano una vera specializzazione del nostro Paese e dei nostri
terreno su cui si attivano azioni e progetti per la realizzazione continua di
territori, a livello globale.
un “equilibrio” tra dimensione settoriale, che deve essere mantenuta
Si ha la piena consapevolezza che alcune condizioni generali, il
(rigenerazione agricola) e dimensione territoriale, da consolidare e
contesto delle politiche europee, alle cui linee di fondo Coldiretti ha
sviluppare (gestione e sviluppo sostenibile delle zone rurali).
fortemente contribuito, sono opportunità da cogliere per cambiamenti
La formazione, leva strategica delle politiche associative oltre che dello
strutturali, coerenti con una strategia “multifunzionale” dell‘impresa
sviluppo delle competenze individuali, è pensata come apporto
agricola. Queste opportunità possono essere colte attraverso una offerta
dell’agricoltura verso un Italian life style attrattivo e competitivo, in cui
di supporti organizzativi orientati a qualificare/valorizzare:
territori e prodotti del territorio ne siano la base. Non è possibile pensare
• il carattere “imprenditoriale” della cultura gestionale ed ad un Italian life style senza pensare alle bellezze territoriali del Paese e
organizzativa dell’impresa agricola togliendo qualsiasi alibi al all’offerta di genuinità dei prodotti. Ma sarebbe ingenuo pensare che chi
persistere di logiche di assistenzialismo e rendita; cura e produce questo valore non sia formato per farlo al meglio e in
• il riconoscimento del valore per lo sviluppo e la competitività di un modo consapevole, per saper fare le scelte economiche più opportune,
territorio che assume la funzione dell’impresa agricola; per saperlo valorizzare in un mondo globalizzato, in cui si stanno
imponendo nuove forme di comunicazione.
• la funzione di presidio delle identità di prodotti a denominazione di La formazione in Coldiretti risponde dunque ad un concetto di governo
origine, di saperi tradizionali accanto alla ricerca di nuove filiere di
integrato del territorio e delle sue risorse, che si allontana da una
produzione e commercializzazione di prodotti e servizi.
tradizionale visione economicistica, per saldarla con la valorizzazione
In un mondo che cambia ad un ritmo continuo, legare l’acquisizione di
dei territori e lo sviluppo della persona.
“competenze” e conoscenze al successo della competitività sottolinea
l’idea che acquisire input conoscitivi è il presupposto del saper innovare.
E’ in questa chiave di lettura che imprese e persone sono invitate a
porre la formazione continua come leva necessaria perché il fattore

Pubblicazioni Agriregionieuropa
Collana Tesi on-line
Andrea Borlizzi
La riforma dell'OCM Tabacco: un'analisi degli effetti sull'agricoltura della Provincia di Benevento
Numero 21 - Marzo 2009

Valentina Santinelli
La programmazione dello sviluppo rurale 2007-2013: Spagna ed Italia a confronto
Numero 20 - Marzo 2009

Le norme per l’accettazione delle tesi di dottorato e di laurea e la successiva pubblicazione sono disponibili on-line
PhD Studies: www.agriregionieuropa.univpm.it/phd.php
Tesi on-line: www.agriregionieuropa.univpm.it/tesi.php
Pagina 28 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Consiglio dei ministri dall’altro, ai quali, per effetto delle recenti


Forum sull’Health check e la PAC riforme istituzionale, si è aggiunto anche il Parlamento europeo.
dopo il 2013 Se queste sono le condizioni che hanno impedito e impediscono
una riforma della PAC che la metta in condizione di rispondere
meglio alle esigenze della società, eliminando tutte le distorsioni
Antonio Cioffi, Alessandro Corsi, Fabrizio De Filippis, Angelo
prodotte dall’originaria politica di sostegno, non c’è dubbio che
Frascarelli, Luca Salvatici, Margherita Scoppola
anche in futuro si produrranno forze che spingeranno verso
ulteriori modifiche della PAC. Allora può avere senso sviluppare
un esercizio che provi a ridisegnare anche in modo radicale la
Un editoriale di Agriregionieuropa, nel numero di dicembre 2008,
PAC, definendone obiettivi e strumenti ex-novo. La finalità di un
sollecitava una riflessione collettiva sulle conclusioni dell’Health
tale esercizio potrebbe essere quella di produrre un quadro di
check e sulle prospettive della PAC per il dopo-2013 (Sotte,
riferimento chiaro rispetto al quale individuare assetti
2008). La necessità di un confronto è particolarmente sentita,
desiderabili che potrebbero essere perseguiti, sia pure in modo
tanto che già anche in altre sedi sono stati raccolti utili contributi
parziale, con i futuri cambiamenti. Riprendendo un espressione
in argomento (De Filippis, 2009). In questo Forum raccogliamo
usata da Wright in uno studio monografico sulla politica agraria
le reazioni di sei eminenti economisti agrari, tra i massimi esperti
degli Usa, in un certo senso l’esercizio consisterebbe nel
in materia, e pubblichiamo di seguito un articolo di
riscrivere su un foglio bianco la PAC, come se fosse possibile
presentazione e commento al sondaggio sugli stessi temi,
ripartire da zero (Wright e Gardner, 1995). Il lavoro di Wright si
recentemente lanciato tra i lettori di Agriregionieuropa. La
concentrava sugli obiettivi attuali o potenziali della politica che
notevole diversità di opinioni, da un lato conferma la buona
venivano suddivisi in cinque categorie a seconda della loro
scelta di questa rivista di offrirsi per il confronto, dall’altro
realizzabilità, appropriatezza, grado di raggiungimento e
suggerisce di sollecitare ulteriori reazioni e commenti che
attualità.
volentieri accoglieremo nei prossimi numeri.
In linea generale, per l’analisi economica marginalista
l’intervento pubblico in economia è giustificato solo se esso è
finalizzato ad accrescere l’efficienza complessiva del sistema
Antonio Cioffi (Università di Napoli "Federico II") economico. In questa logica le politiche dovrebbero essere
indirizzate a correggere i fallimenti del mercato (le cosiddette
La PAC, con una serie di passaggi avvenuti prevalentemente politiche efficienti). Di rilievo per l’agricoltura sono i fallimenti
sotto la spinta degli accordi commerciali internazionali, è mutata derivanti da:
profondamente rispetto all’assetto che aveva quindici o venti • esternalità, particolarmente quelle connesse all’uso delle
anni fa. E’ stato un passaggio graduale e non privo di difficoltà, risorse naturali;
che ha eliminato gran parte delle distorsioni che la
caratterizzavano. Tuttavia, non si può negare che essa presenti • beni pubblici, con l’enfasi che viene posta sulla produzione
ancora oggi un insieme di aspetti largamente insoddisfacenti. di nuova conoscenza e informazione;
Nei fatti, nella sua articolazione ci sono varie incongruenze che • mercati imperfetti, per il trasferimento del rischio;
sono derivate in larga misura dal modo in cui è andata • informazione incompleta: legata all’asimmetria informativa e
evolvendo. Il percorso seguito ha fatto sì che da una politica di al rischio morale;
sostegno del prezzo e dei ricavi agricoli, con una protezione alla • forme di mercato non concorrenziali.
frontiera modulata in ragione dei differenti obiettivi e necessità Va osservato che le misure di politica agraria volte a rimuovere
che essa cercava di salvaguardare, si sia passati a una politica le inefficienze derivanti da situazioni quali quelle descritte sopra
che, in larga misura, offre un sostegno blandamente oggi rientrano tutte nella cosiddetta scatola verde definita
condizionato ai redditi agricoli e che, nel secondo pilastro, quello dall’Accordo Gatt sull’agricoltura del 1994. Fallimenti del
dello sviluppo rurale, stenta a decollare. mercato rientranti nelle cinque tipologie indicate sopra sono
Se non ci sono più le distorsioni interne ed esterne indotte dalla numerosi: compito dell’intervento pubblico è in primo luogo
garanzia dei prezzi, l’altro aspetto critico della vecchia PAC, individuarli e successivamente disegnare strategie e strumenti
connesso alla sua equità distributiva, è ancora oggi un nodo operativi idonei alla loro rimozione. Apparentemente, questo
irrisolto. Poiché l’attuale sistema di sostegno ai redditi è il frutto approccio potrebbe sembrare rigido e con una forte
della compensazione data agli agricoltori per la riduzione dei connotazione liberista, che non tiene conto degli aspetti anche
prezzi garantiti, oggi abbiamo ancora alcuni settori produttivi sociali connessi all’intervento pubblico in agricoltura. Nei fatti le
coperti da sostegno e da una forte protezione alla frontiera, altri cose non stanno esattamente in questa maniera: già oggi,
settori con un sostegno storico ma privi di protezione alla tenuto conto dei vincoli esterni esistenti sulle politiche, buona
frontiera e altri ancora privi sia di sostegno che di protezione alla parte dell’intervento in agricoltura ha prevalentemente una
frontiera. Inoltre, il forte richiamo a una nuova giustificazione connotazione “efficientista”.
dell’intervento a sostegno dell’agricoltura dell’UE, avviato con il Le politiche per lo sviluppo rurale, il sostegno alla competitività e
cosiddetto non paper di MacSharry e proseguito con lo Strategy alla gestione del rischio rientrano in questo ambito e
paper del 1995 e Agenda 2000 e, infine, sfociato nella riforma rappresentano una parte rilevante dell’intervento in agricoltura a
Fischler del 2003, appare oggi fortemente appannato, se non livello comunitario o nazionale. Il vero nodo è rappresentato dal
addirittura messo in secondo piano (gli obiettivi della PAC non sostegno disaccoppiato, che nei fatti, oltre a non essere
sono mai stati rivisti). classificabile nell’ambito prima definito, mantiene una
Le ragioni di questo stato di cose risiedono dalla cosiddetta path connotazione di scarsa equità distributiva, ed è difficilmente
dependecy delle politiche, e dagli effetti indotti dalla giustificabile in termini compensativi, tanto più che la
tarifficazione delle vecchie barriere non tariffarie, che erano condizionalità si è rivelata poco efficace.
anche formidabili strumenti integrati con l’intervento sul mercato Dunque, potrebbe essere quanto mai importante ridefinire gli
interno, poi sostituiti dal sostegno a carico del bilancio. La forte obiettivi che una politica agricola, alimentare e ambientale
resistenza a una revisione profonda e articolata della PAC dell’UE dovrebbe avere. Ancora oggi gli obiettivi sono quelli
deriva anche dagli interessi nazionali e dal fatto che, essendo la definiti dal Trattato di Roma del 1957 successivamente rivisti,
PAC il principale capitolo di spesa del bilancio comunitario, essa sia pure in una forma meno ufficiale, in vari documenti con
è anche uno strumento attraverso il quale gli Stati membri l’enfasi che si sposta da un aspetto all’altro a seconda delle
possono catturare risorse o riequilibrare il saldo fra i contributi circostanze. A partire dalla riformulazione degli obiettivi
versati al bilancio e le risorse finanziarie destinate al paese. In andrebbero individuate successivamente le politiche di
questo contesto, giocano un ruolo impostante le relazioni e i intervento. Rispetto a ciò va tenuto presente che il disegno delle
rapporti di forza tra la Commissione europea da un lato e il politiche può assumere forme differenti che possono implicare,
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da un lato, livelli di costo per l’intervento differenziati, dall’altro, sostegno dell’agricoltura e, soprattutto, al Pua nella sua forma
una capacità di perseguire gli obiettivi anch’essa diversificata. regionalizzata. A me pare che per avere forza, dovrebbe essere
Senza considerare il ruolo svolto dai vari portatori di interesse specificata e chiarita meglio. In economia ambientale, per valore
rispetto all’intervento stesso. di esistenza si intende la disponibilità a pagare per beni
Si può facilmente intuire la complessità del problema di scelta ambientali a prescindere dal loro uso presente e futuro; e non mi
che la politica ha di fronte, ma ritengo che il mondo della ricerca sembra questo il caso dell’agricoltura. Per valore di opzione si
debba interrogarsi e cimentarsi su tali questioni, per dare un intende invece la disponibilità a pagare per garantire la
conservazione di un bene ambientale in vista di un futuro
contributo utile verso futuri ulteriori cambiamenti.
utilizzo.
Quest’ultima accezione -che mi sembra più appropriata- si
potrebbe riferire, per quanto riguarda l’agricoltura, alla sicurezza
Alessandro Corsi (Università di Torino) dell’approvvigionamento alimentare: in altre parole, i contribuenti
potrebbero essere disposti a pagare per garantirsi la possibilità
L’invito di Franco Sotte alla discussione sul futuro della PAC è che in futuro -magari in presenza di una crisi alimentare- sia
quanto mai opportuno, perché –contrariamente all’impressione possibile ricorrere alla produzione interna. Se questo è il senso
di qualcuno dopo la conclusione dell’Health check - le che si vuole dare all’impostazione, il Pua non è affatto lo
prospettive della PAC a lungo termine non sono affatto chiare. strumento più adatto, neppure sotto la forma regionalizzata.
Il mio intervento riguarderà soprattutto il problema della Una impostazione come quella indicata richiederebbe infatti o la
legittimazione della PAC. Qualsiasi politica ha bisogno di costituzione di scorte alimentari, o il mantenimento in uno stato
obiettivi che la legittimino agli occhi dell’opinione pubblica; si può di vitalità economica di fasce di agricoltura che non
– e si deve - poi discutere se gli strumenti utilizzati sono adatti sopravvivrebbero alle attuali condizioni di mercato ma che
agli obiettivi, ma la definizione degli obiettivi deve venire prima. potrebbero essere utili in caso appunto di crisi alimentare; si
La crisi della PAC è anche, e forse soprattutto, un problema di dovrebbe allora trattare di una politica fortemente mirata a
poca chiarezza sui suoi obiettivi agli occhi dell’opinione pubblica settori specifici dell’agricoltura. Vale la pena ancora di notare
e, conseguentemente, di scarsa legittimazione. Non è un che il Pua generalizzato (regionalizzato) che talvolta viene
problema recente, ma si trascina da più di vent’anni, da quando indicato come strumento per raggiungere lo scopo indicato, non
l’obiettivo di assicurare approvvigionamenti alimentari è stato lo è affatto, neppure in forma inefficiente (di per sé, non sarebbe
ampiamente raggiunto. Alcune risposte che l’Unione Europea infatti necessario, per lo scopo precauzionale indicato,
ha finora fornito sono state chiare ed efficaci (l'obiettivo di sovvenzionare anche gli agricoltori che resterebbero comunque
riportare l’agricoltura a rispondere agli stimoli di mercato, che si sul mercato perché competitivi): un sussidio legato alla terra (e
può dire raggiunto), altre (l'obiettivo della multifunzionalità e del non a comportamenti o azioni) finisce inevitabilmente per essere
“modello europeo di agricoltura”) poco incisive, per non dire assorbito dalla rendita.
piuttosto vaghe. Vorrei quindi passare in rivista alcune idee che Dal punto di vista di politica sociale questo significa che prima o
sono circolate ultimamente sulle possibili motivazioni della PAC, poi questo aiuto si tradurrebbe in un trasferimento di reddito ai
per discuterne l’efficacia in termini di legittimazione agli occhi proprietari fondiari, una politica quindi nuovamente regressiva.
dell’opinione pubblica. Ma, soprattutto, un pagamento regionalizzato ad ettaro, non
raggiungendo l’obiettivo di trasferimento di reddito agli
La PAC come politica sociale? agricoltori, rischia di svuotare anche l’obiettivo di mantenimento
dell’agricoltura.
Quello della PAC come politica sociale, più che una proposta
precisa, è un discorso che continua a circolare nel mondo La PAC come produzione di esternalità
agricolo e che viene periodicamente riproposto come
giustificazione del sostegno al settore, sulla base di motivazioni Rimane, come giustificazione della politica agraria, la
(piuttosto vaghe) sulla debolezza strutturale del settore e quindi motivazione delle esternalità positive prodotte dall’agricoltura.
sulla necessità di difenderlo. Ora, una politica sociale è Questa è una motivazione veramente forte, sia che riguardi gli
essenzialmente una politica di redistribuzione del reddito, dalle aspetti di protezione del territorio, sia lo sviluppo rurale in senso
fasce più ricche a quelle meno abbienti. All’interno più generale, sia gli aspetti ambientali. E’ infatti chiaro che un
dell’agricoltura esistono, come in tutti i settori, redditi bassi e parte del dissesto idrogeologico potrebbe essere utilmente
redditi alti: non c’è ragione per privilegiarla come settore nel suo prevenuta da pratiche agricole appropriate; il presidio del
insieme; ed è molto discutibile usare una politica settoriale territorio, evitando lo spopolamento attraverso lo sviluppo rurale,
(quella agricola) per raggiungere scopi più generali (sociali). è un obiettivo generalmente condiviso dall’opinione pubblica.
Oltretutto, occorre considerare che una impostazione di questo Diversi studi mostrano che le persone manifestano una
genere implica il capovolgimento dell’impianto tradizionale della disponibilità a pagare, ad esempio, per il paesaggio agrario.
PAC ed implica soprattutto l’abolizione del Pua nelle forme Se quindi la motivazione per la politica agraria fosse quella che
attuali. La distribuzione attuale degli aiuti diretti è fortemente l’agricoltura produce effetti utili per la società nel suo complesso,
squilibrata (il 20% dei percettori -che non sono tutti gli potrebbe facilmente avere un sostegno da parte dell’opinione
agricoltori- ottiene l’80% degli importi); si tratta di una eredità pubblica. Questa era poi la base per la parola d’ordine della
della vecchia PAC, in quanto il Pua su base storica deriva dalla multifunzionalità; ma occorrerebbe riflettere sul perché questa
trasformazione degli aiuti ad ettaro o a capo, a loro volta derivati parola d’ordine non sia uscita dallo stretto ambito degli addetti ai
dalla politica dei prezzi minimi; questa era una politica che lavori dell’agricoltura, anche fra i quali, peraltro, è sempre stata
prelevava dai consumatori meno abbienti e dai contribuenti per oggetto di confusione. La confusione a mio parere deriva dal
ridistribuire in misura maggiore agli agricoltori più grandi e quindi fatto che, sotto lo stesso termine, erano comprese da un lato la
più ricchi. È allora evidente che una distribuzione così squilibrata produzione di esternalità in senso proprio (cioè benefici per la
non si può presentare come politica sociale, ed è difficilmente collettività non remunerati dal mercato), dall’altra processi di
difendibile in termini di equità. differenziazione dell’attività (agriturismo, artigianato, ecc.) che di
per sé possono trovare una remunerazione nel mercato stesso.
La PAC come garanzia del “valore di esistenza” o del La produzione di beni utili alla collettività e non pagati dal
mercato (compreso il motivo prudenziale rispetto a possibili crisi
“valore di opzione” dell’agricoltura? alimentari future) è quindi una motivazione molto forte, che
legittima pienamente una politica agraria, sia dal punto di vista
Anche questa è una idea che circola nel mondo agricolo, ed è dell’opinione pubblica sia -per quanto questo possa contare- agli
una impostazione che cerca di garantire una legittimità al
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occhi degli economisti, che in un’impostazione di questo tipo esattamente questo che gli economisti dicono quando
vedono un miglioramento del benessere collettivo. commentano le decisioni dei policy maker. Tuttavia, succede
Perché questa politica sia credibile agli occhi dell’opinione pure che talvolta i policy maker, magari per caso, prendano
pubblica (e degli economisti), occorre però che gli aiuti siano decisioni più sagge di quelle che gli economisti vorrebbero, e
davvero legati alle esternalità effettivamente prodotte; il che della cui saggezza ci si rende conto a posteriori: un esempio
significa che tendenzialmente gli aiuti devono essere molto pertinente in relazione al dibattito sulla PAC riguarda i
discriminanti rispetto a queste funzioni. Ad esempio, l’agricoltura fondi da destinare alle politiche di sviluppo rurale, per il cui
nelle aree di montagna probabilmente può produrre maggiori drastico aumento la maggioranza degli economisti si è sempre
esternalità che nelle zone di pianura, sia perché in generale ha molto spesa in modo quasi pregiudiziale: sia ai tempi della
minore impatto ambientale, sia perché può svolgere un maggior riforma Fischler, quando si discuteva della percentuale di risorse
ruolo nella difesa idrogeologica; ne conseguirebbe che i da spostare dal primo al secondo pilastro tramite la
pagamenti dovrebbero essere maggiori in montagna che in modulazione; sia in occasione del negoziato sulle prospettive
pianura, contrariamente a quanto accade a tutt’oggi. finanziarie 2007-2013; sia, più recentemente, ancora in
Idealmente, i pagamenti dovrebbero compensare le esternalità relazione alla percentuale di “nuova modulazione” da inglobare
prodotte. Non è ovviamente pensabile pretendere di valutare il nell’Health check. In tutti i casi le decisioni su questo fronte,
contributo in esternalità della singola azienda, ma sempre inferiori alle attese, hanno fatto storcere il naso a molti
un’impostazione coerente di questo genere richiederebbe per lo economisti: come se si fosse persa l’occasione di finanziare una
meno due cose: a) un tentativo di differenziare i contributi in serie di buone politiche, pronte all’appello e sperimentate, alle
base alla produzione potenziale di esternalità positive, e quindi quali mancavano solo le risorse per decollare. Sappiamo bene,
aiuti differenziati almeno a seconda delle zone e dell’indirizzo invece, che non è così; conosciamo le enormi difficoltà di
produttivo; b) un legame del sussidio con i comportamenti spendere – e soprattutto di spendere bene – le risorse
dell’agricoltore, ad esempio in base alle tecniche impiegate. finanziarie tutt’altro che trascurabili messe a disposizione dei
Si tratterebbe quindi, al contrario di quanto deciso nell’Health Psr, per cui non possiamo essere pregiudizialmente sicuri che
check, di un rafforzamento dell’eco-condizionalità, che peraltro aumentarle il più possibile sarebbe comunque un fatto positivo:
andrebbe vista non più come requisito per accedere al sussidio, in astratto è giusto rivendicare il passaggio di risorse da politiche
indiscriminate e rivolte al passato, quali quelle del primo pilastro,
ma in un’ottica contrattuale: l’operatore pubblico paga
a misure potenzialmente più selettive, come quelle del secondo
l’agricoltore se produce qualche cosa di utile alla collettività. pilastro; ma dovremmo anche chiarirci e chiarire che le politiche
Questo permetterebbe di evitare il rischio che gli aiuti siano potenzialmente più selettive sono anche le più difficili da
assorbiti dalla rendita: se gli aiuti sono legati ai comportamenti applicare in modo efficiente ed efficace, anche perché hanno
degli agricoltori, e non ad un determinato status, la rendita infatti bisogno di crescere in misura graduale, per dare il tempo alla
non può appropriarsene. platea di beneficiari di metabolizzarle ed alle amministrazioni di
gestirle bene. Anche questo è un aspetto della path dependency
ricordata da Sotte: se è illusorio pensare di cancellare con un
tratto di penna le vecchie politiche, specie quelle più distorsive,
Fabrizio De Filippis (Università Roma Tre) per la cui difesa si mobilitano interessi potenti, è altrettanto
illusorio pensare che, per attivare le nuove politiche, specie
Rispondo volentieri alle provocazioni di Franco Sotte, sia perché quelle più virtuose e selettive, bastino soldi e volontà di farlo. E
mi sento in parte chiamato in causa, sia perché sull’argomento in ogni caso è necessario prestare massima attenzione a gestire
ho appena scritto un contributo di valutazione dell’Health check bene quello che c’è, che per definizione è sempre una
e di riflessione sul futuro della PAC a cui farò qui ampio transizione tra il vecchio che resiste e il nuovo che ha bisogno di
riferimento (De Filippis, 2009). Inizio dai due principali obiettivi, tempo per affermarsi.
più o meno dichiarati, dell’Health check e richiamati in questi Invece sul secondo punto – preparare la PAC alla verifica di
termini anche da Franco Sotte (2008): bilancio e al dibattito sulle prospettive finanziarie dopo il 2013 –
• completare la riforma del 2003, consolidando i suoi elementi forse l’Health check poteva davvero fare di più, iniziando a
più qualificanti (primo fra tutti, il disaccoppiamento totale del discutere le implicazioni di lungo periodo delle scelte effettuate.
sostegno) come punti di non ritorno; Infatti, proprio la conferma “senza se e senza ma” del
• preparare la PAC alla verifica di bilancio e al dibattito sulle disaccoppiamento totale, che rimane il principale punto di forza
prospettive finanziarie dopo il 2013. dell’Health check, potrebbe in prospettiva rivelarsi un elemento
Sul primo punto, la missione dell’Health check mi sembra di vulnerabilità della PAC, perché ancora una volta è rimasta
pienamente compiuta: l’abbandono delle misure di mercato più nell’ombra la questione della motivazione a lungo termine dei
distorsive; la conferma del disaccoppiamento totale; la pagamenti agli agricoltori, questione tanto meno eludibile quanto
riaffermazione della modulazione; il tentativo di ampliare e più i pagamenti sono disaccoppiati.
razionalizzare il sistema dei pagamenti speciali previsto dall’Art. Come ho scritto nel contributo a cui mi sto qui riferendo (De
68, per qualificare in senso selettivo una parte della spesa del Filippis, 2009), due sono le motivazioni dei pagamenti agli
primo pilastro; la spinta verso la regionalizzazione, che agricoltori tradizionalmente tirate in ballo nel dibattito sulla PAC:
comunque non sarebbe stato possibile imporre la compensazione per beni e servizi pubblici e la condizionalità.
obbligatoriamente: tutto ciò va coerentemente nella direzione di Ma nel lungo periodo sono entrambe motivazioni deboli. La
completare in modo adeguato la riforma del 2003, evitando ogni prima, infatti, non giustifica generici pagamenti disaccoppiati,
tentazione di fare marcia indietro. poiché la compensazione per la produzione di beni e servizi
Si tratta di risultati importanti, che non erano per nulla scontati, e pubblici legati all’attività agricola non può che essere selettiva e
che anzi a me sembrano ben al di là di quanto si potesse mirata (e dunque, semmai, affidata anche a misure accoppiate).
realisticamente attendere, sotto presidenza francese, da quella La seconda motivazione è controversa ed è comunque in parte
che – a differenza di quanto avvenne nel 2003 – davvero non contraddetta da quanto è accaduto finora: la condizionalità non
voleva e non poteva essere nulla di più di una verifica di metà è stata certo uno degli elementi di maggior successo della
percorso. Su questo fronte, lo stesso Franco Sotte, che certo è nuova PAC e lo stesso Health check, nel tentare legittimamente
tra i più convinti sostenitori della necessità di accelerare il di semplificarla, corre il rischio di depotenziarla ulteriormente.
processo di riforma della PAC, mi pare dia un giudizio Si può allora provare a riflettere su una motivazione antica ma
complessivamente positivo. Naturalmente è sempre possibile oggi rivisitabile, in un contesto di disaccoppiamento e di
dire che si sarebbe potuto fare di più, e in genere – in una sorta maggiore orientamento al mercato: la necessità di compensare
di inconsapevole quanto collaudato gioco delle parti – è quello che il vecchio paradigma di politica agraria definiva lo
“squilibrio strutturale” a danno dell’agricoltura nei confronti dei
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settori a monte e a valle (De Benedictis, De Filippis, 1998); più Sotte condanna la “separatezza dell’agricoltura” che produce
in generale, per un’area del mondo quale l’Unione europea che “isolamento, mina le alleanze, fa saltare appuntamenti cruciali
tutto sommato se lo può permettere, la volontà di assicurare il per il futuro del settore” e invoca un approccio meno settoriale
presupposto per l’esistenza, nel lungo periodo, di un’agricoltura delle rappresentanze agricole ed una maggiore apertura del
capace di produrre beni privati in risposta ai segnali del mercato mondo agricolo al tavolo della Revisione del bilancio dell’Ue.
e beni e servizi pubblici in risposta all’intervento dello Stato. Sotte ha ragione a criticare le lobby agricole perché si sono
Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi anni ai mercati sempre schierate alla difesa dello status quo ovvero del vecchio
agricoli: nel 2007-08 i prezzi sono letteralmente esplosi, nel modello della PAC, basato sul protezionismo e sulla garanzia
2008-09 sono crollati, non è escluso che siano destinati a dei mercati e del reddito. Questo atteggiamento è molto diffuso
scendere ancora nel prossimo futuro, per poi risalire di nuovo tra nel mondo agricolo, se consideriamo che tutte le riforme della
qualche anno, magari in coincidenza con la fase decisiva del PAC - seppure quelle oggi valutate positivamente come il
negoziato sul bilancio dell’Unione europea. L’unica certezza è disaccoppiamento – hanno incontrato l’opposizione dei sindacati
che i prezzi agricoli saranno in futuro molto più variabili rispetto nazionali, salvo qualche eccezione illuminata, e della loro
al passato, specie per gli agricoltori europei, non più al riparo dei organizzazione europea (Copa). Con questo atteggiamento, i
vecchi meccanismi di sostegno e protezione che per mezzo difensori (o meglio, i presunti difensori) della PAC rischiano di
secolo hanno assicurato loro stabilità, sia pure a costo di pesanti essere i più potenti alleati del suo smantellamento perché,
distorsioni, inefficienze ed iniquità. difendendo un modello di PAC indifendibile, la mettono a rischio
Con un ragionamento del tutto provvisorio e tutto da verificare di sopravvivenza politica.
nelle sue implicazioni, in questo quadro di maggiore incertezza, Sin qui Sotte ha ragione, ma oltre questa critica – ampiamente
uno “zoccolo duro” di sostegno disaccoppiato, certo condivisa – ai rischi di “separatezza dell’agricoltura”, non si va
sensibilmente ridimensionato rispetto agli attuali livelli, oltre e, soprattutto, non si capisce quali strumenti di politica
tendenzialmente uguale per aree geografiche omogenee, agricola siano auspicati, ad eccezione del refrain del
ulteriormente ridotto a favore del secondo pilastro con la rafforzamento del secondo pilastro.
modulazione e a favore di misure selettive con i pagamenti Le argomentazioni di Sotte e le sue conclusioni sono intrise di
supplementari dell’Art. 68, potrebbe avere senso. Esso, infatti, soluzioni preconfezionate a favore della politica di sviluppo
servirebbe a pagare, nel lungo periodo, quello che ho rurale, che non favoriscono un dibattito scevro da
provocatoriamente provato a definire il “valore di esistenza” condizionamenti. Sotte ribadisce una scontata e arcinota critica
dell’agricoltura, e a mettere in condizione gli imprenditori al primo pilastro della PAC e il rammarico per il mancato
agricoli, nel breve periodo, di rispondere al meglio ai mutevoli potenziamento del secondo pilastro, nonché l’incapacità
segnali del mercato (De Filippis, 2009). dell’Health check di preparare la PAC al dibattito sulle
Nel dire ciò mi rendo conto di non andare oltre una prospettive finanziarie dopo il 2013.
provocazione vaga e imprecisa, che a molti colleghi apparirà Ancora Sotte auspica il “rafforzamento del secondo pilastro della
assimilabile ad una posizione vetero-ruralista di tipo ideologico; PAC a ritmi ben più spediti”, ma dovrebbe rispondere almeno ad
credo anche, tuttavia, che forse ancora più vago e ideologico sia una domanda: dove sono i risultati della politica di sviluppo
riproporre la solita ricetta vetero-liberista, secondo cui basta rurale? Oggi l’impatto dei finanziamenti del secondo pilastro è
affidarsi al mercato e rimuovere ogni distorsione indotta molto più deludente di quello del primo pilastro.
dall’intervento pubblico per dormire sonni tranquilli. Sappiamo La politica di sviluppo rurale non ha dimostrato di essere uno
che non è così: l’agricoltura è un settore molto complesso, strumento efficiente di politica agraria e anche la sua efficacia è
caratterizzato da forte carica inerziale, e le politiche che si del tutto discutibile. Mi spiego meglio. Il sostegno del secondo
rivolgono ad essa ne devono tenerne conto, specie quando si pilastro, dall’insediamento dei giovani agricoltori agli incentivi
trovano ad una svolta, come accade oggi alla PAC. L’obiettivo, alla formazione, dagli aiuti agli investimenti alle misure forestali
dunque, non è certo quello difendere a tutti i costi il sistema di alle indennità compensative e ai pagamenti agroambientali, non
pagamenti diretti ereditato dal passato, ma ridefinirne obiettivi e è esente dal generare situazioni di rendita e non sempre ha
motivazioni guardando al futuro, anche pensando a cosa favorito il raggiungimento di migliori livelli di competitività. Basti
accadrebbe in sua assenza e alla impossibilità di riattivarlo dopo pensare che gli aiuti agli investimenti hanno favorito l’aumento
averlo smantellato. del capitale agrario, in particolare di macchine agricole, che
La riforma Fischler del 2003 fu a suo tempo criticata da non hanno peggiorato le condizioni di competitività, oppure hanno
pochi economisti, ai quali non sembrò abbastanza coraggiosa: accresciuto le strutture agrarie, ad esempio la realizzazione di
oggi, a posteriori, la sua fortissima carica innovativa appare in nuove cantine nel settore vitivinicolo, creando un
tutta evidenza, tanto che un economista non certo sospetto di sovradimensionamento che oggi è un vero problema per il futuro
vetero-ruralismo, quale Johan Swinnen, l’ha recentemente riletta del settore. Anche gli aiuti all’agricoltura biologica non sono stati
in termini di “tempesta perfetta”, ossia come evento talmente esenti dal creare situazioni di rendita fondiaria, anche più
dirompente da risultare spiegabile solo da un insieme di distorsive del primo pilastro. Come non ricordare che – nella
circostanze irripetibili (Swinnen, 2008). Ma a prescindere dalle regione Marche, dove lavora Sotte – si è diffusa la coltivazione
circostanze che l’hanno resa possibile, certamente la riforma del coriandolo biologico, al solo scopo di accaparrare i sussidi
Fischler ha attivato, in questi anni, un laboratorio politico molto del secondo pilastro, visto che l’Amministrazione regionale
interessante, specie in riferimento alla nascita e alla gestione del aveva previsto alti pagamenti agroambientali ad ettaro per
principale strumento che essa ha generato, ossia il pagamento questa strana coltura. Come non ricordare che l’insediamento di
unico aziendale disaccoppiato: proprio per questo, prima di molti giovani agricoltori non è andato oltre il sesto anno, limite
affrettarci a invocarne la rottamazione come strumento non minimo per lucrare il relativo premio. Come non ricordare che
conforme ai dettami della teoria economica, proviamo a molte misure forestali sono state appannaggio delle Comunità
chiederci se esso – ovviamente ridimensionato e profondamente Montane, al solo scopo di pagare gli operai forestali, con scarsi
rivisitato – non possa essere ancora utile per la PAC del futuro. effetti dal punto di vista ambientale.
Ci si domanda, quindi, perché si critica aspramente il primo
pilastro fin nei minimi dettagli, mentre si assolve totalmente il
Angelo Frascarelli (Università di Perugia) secondo pilastro? Non può essere questo il punto d’inizio per un
dibattito sul futuro della PAC, che deve invece partire dalla
Il contributo di Franco Sotte sulla PAC dopo il 2013, appena risposta ad alcune domande decisive per affrontare l’argomento:
concluso l’Health check, ha un grande merito: quello di quali sono le motivazioni che giustificano la politica agricola?
sollecitare la riflessione sulle priorità dell’agricoltura europea e quali sono gli strumenti più efficaci ed efficienti?
sul ruolo della politica agricola. Nei testi universitari di politica agraria, si possono leggere le
motivazioni che hanno sempre giustificato l’intervento pubblico
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nel mercato agricolo e nella stabilizzazione dei redditi degli europea sarebbe coltivata e/o mantenuta in buone condizioni
agricoltori: agronomiche, a vantaggio del paesaggio e dell’equilibrio
• la bassa elasticità dell’offerta nel breve periodo e la idrogeologico, a tutela dall’erosione del suolo e della
conseguente incapacità di programmare l’offerta in funzione biodiversità. In altre parole si avrebbero una serie di effetti
della domanda, che genera frequenti crisi di mercato; positivi e desiderabili per la collettività.
• la struttura atomistica dell’offerta agricola e il conseguente Il sostegno disaccoppiato e omogeneo può assumere una
sfruttamento oligopsonistico da parte degli altri anelli della rilevanza diversa in territori diversi: nelle aree marginali il Pua si
filiera; giustifica maggiormente per il mantenimento dei terreni a rischio
di abbandono, nelle regioni più fertili per assicurare
• la rigidità della domanda e la sostanziale stabilità delle un’agricoltura meno impattante sull’ambiente. In entrambi i casi,
utilizzazioni dei prodotti dovuta alla saturazione dei bisogni
il sostegno favorirebbe la produzione agricola e dunque, in una
che essi soddisfano (un consumatore può mangiare una
situazione di aumento della domanda mondiale,
quantità massima di cibo giornaliera, e non più di questa,
l’approvvigionamento di derrate alimentari a prezzi ragionevoli
per limiti di natura biologica);
per i consumatori: anche questo è un effetto desiderabile per la
• la stagionalità dei flussi di produzione e il collegamento, collettività.
sempre condizionante e talora imprescindibile, tra la Per raggiungere questi risultati, qualunque altra politica sarebbe
possibilità di coltivazione di alcune specie e l’ambiente più costosa. Quale altro strumento di politica agraria
pedoclimatico. garantirebbe gli stessi risultati in termini di efficacia ed
Sono venute meno queste motivazioni? Sicuramente no, perché efficienza?
specialmente in un mercato in forte evoluzione questi problemi Oltretutto non bisogna dimenticare che la condizionalità non è
si confermano e queste specificità dell’agricoltura rimangono. un corpus di norme rigido e immodificabile: essa può essere
Queste motivazioni sono ben comprensibili alla collettività e rafforzata e plasmata nel tempo per raggiungere nuove finalità,
giustificano una dotazione importante di risorse finanziarie per la per affrontare nuove emergenze ambientali (ad esempio, la
politica agricola. Qualora il bilancio dell’Ue non dovesse far prevenzione degli incendi) o per rispondere a nuove aspettative
fronte alle necessità con una buona dotazione finanziaria per la dei cittadini europei (Frascarelli, 2007).
politica agricola, sono certo che sarebbero potenziate le Il Pua regionalizzato non risponde solamente agli obiettivi
dotazioni nazionali. La politica agraria è indispensabile, per cui ambientali e sociali, ma assolve anche la funzione di sostegno al
la PAC rimarrà importante anche nel futuro e, se non ci fosse reddito, che è fondamentale per il mantenimento dell’economia
una PAC, ci sarebbero tante politiche agricole nazionali. agricola.
Se la spesa per la PAC è ampiamente giustificata, il dibattito si Una tale politica non è, tuttavia, in grado di tener conto delle
sposta inevitabilmente sugli strumenti di politica agraria. Gli specificità e delle esigenze locali, per cui dovrà essere
studiosi di politica agraria ci insegnano che esistono una completata territorialmente con gli interventi del secondo
pluralità di strumenti, dagli interventi sul commercio estero (dazi, pilastro, tali da indurre o premiare comportamenti specifici, mirati
contingenti, sussidi all’esportazione, tasse all’esportazione) agli a soddisfare i fabbisogni territoriali con misure selettive, nella
interventi di stabilizzazione dei prezzi (prezzo minimo garantito, logica della sussidiarietà. Sarà quindi necessario accompagnare
deficiency payment, pagamenti anticiclici), dalle misure per la il sostegno disaccoppiato, con una politica di sviluppo rurale
gestione degli stock alle misure di aggiustamento della potenziata con maggiori risorse, ma anche più efficace
produzione (quote, set aside), dagli aiuti forfetari agli interventi attraverso strumenti meno farraginosi.
sulla filiera (marketing board, organizzazioni dei produttori), dalle In sostanza, il mio contributo vuole dimostrare che l’attuale PAC
misure di sviluppo rurale agli incentivi per la ricerca, l’assistenza è difendibile nel lungo periodo, anche dopo il 2013. Tuttavia c’è
tecnica e l’innovazione. da tener presente una variante. L’attuale crisi economica
Quali strumenti sono più efficaci e più efficienti nell’attuale condizionerà fortemente l’agricoltura e porterà ad una forte crisi
scenario politico-economico? dei prezzi, come dimostra la teoria economica sulla situazione
Dall’inizio della PAC fino agli anni ’90, l’Ue ha privilegiato gli dell’agricoltura nei casi di recessione economica. Pertanto non è
strumenti della politica dei mercati; infatti gli interventi sul escluso che si debba ritornare a qualche strumento della
commercio estero e sulla stabilizzazione dei mercati vecchia politica dei mercati, come la stabilizzazione dei prezzi
assorbivano in quegli anni il 90% delle risorse finanziarie della La PAC deve rispondere continuamente alle esigenze delle
PAC. Con la riforma MacSharry sono stati introdotti i pagamenti mutevoli condizioni economiche e sociali e gli strumenti della
diretti accoppiati, con Agenda 2000 è nata la politica di sviluppo politica agricola vanno valutati di volta in volta in funzione della
rurale come il secondo pilastro della PAC, con la riforma loro efficienza ed efficacia.
Fischler è stato introdotto il disaccoppiamento dei pagamenti
diretti e rafforzato lo sviluppo rurale, con l’Health check è stato
completato il disaccoppiamento, è stata lanciata la Luca Salvatici (Università del Molise)
forfetizzazione (o regionalizzazione) dei pagamenti diretti ed è
stato ulteriormente potenziato il secondo pilastro della PAC.
Raccolgo volentieri la sollecitazione di Agriregionieuropa a
Oggi le risorse della PAC sono destinate per il 74% ai
prendere spunto dalla conclusione dell’Health check per una
pagamenti diretti, per il 6% agli interventi di mercato e per il 20%
riflessione sulla PAC dopo il 2013 in quanto l’articolo di Franco
alla politica di sviluppo rurale (le risorse di quest’ultima politica
Sotte solleva un’interessante questione di metodo e non solo di
raddoppiano a livello nazionale per effetto del cofinanziamento).
merito. La questione riguarda quella che potremmo chiamare la
Questi strumenti sono adeguati in termini di efficienza ed
contrapposizione tra analisi di breve e di lungo periodo. Il breve
efficacia?
periodo fa riferimento all’interpretazione dell’Health check come
Il Pua assegnato con il criterio “storico”, fortemente legato alle
“messa a punto delle riforme del 2003” e molti concordano con il
logiche del passato, attrae molteplici critiche, ma nel lungo
giudizio di Sotte che tale obiettivo “sia stato bene o male
periodo, un pagamento disaccoppiato regionalizzato con importi
raggiunto” in quanto sono stati promossi “dei cambiamenti che,
anche inferiori rispetto a quelli attuali, a seguito di una
date le premesse e le proposte iniziali, possono pur apparire
modulazione più spinta, è ampiamente giustificato, per due
abbastanza soddisfacenti”. Si tratta di un giudizio ampiamente
ragioni.
condiviso che ha il grande pregio di basarsi su di una
In primo luogo, è un corrispettivo per la condizionalità, in
valutazione realistica del complesso sistema di obiettivi e vincoli
particolare per il mantenimento delle Buone condizioni
che caratterizza il processo decisionale comunitario.
agronomiche ed ambientali dei terreni (Bcaa). Il Pua
Tutti gli economisti riconoscono che ci troviamo in un mondo di
regionalizzato garantirebbe un livello minimo di presidio di tutto il
second best in cui non vengono rispettate molte delle ipotesi
territorio rurale dell’Unione Europea. Tutta la superficie agricola
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 33

standard su cui si basa la teoria economica. Adattare i nostri assicurare agli agricoltori ancor oggi quel sostegno del reddito,
modelli interpretativi a questa realtà rende la discussione assai dal punto di vista del livello del sostegno e della sua
più concreta e rilevante, ma rischia anche di banalizzare il distribuzione tra territori, aziende e soggetti; un sostegno che
dibattito, in quanto le conclusioni raggiunte diventano continua a premiare lo status di agricoltore in quanto tale,
difficilmente refutabili. Da una parte, infatti, le valutazioni piuttosto che i suoi comportamenti.
teoriche delle inefficienze dell’attuale PAC potrebbero essere Lo stesso dibattito che c’e’ stato in occasione dell’Health check
considerate irrilevanti dagli attori coinvolti nel dibattito, visto lo ha mostrato come, anche a livello politico e istituzionale, non
scarso realismo delle ipotesi. Se però ci si “sporca le scarpe” sembra esserci stata fino ad ora davvero la consapevolezza “..
con la realtà, si può facilmente arrivare a convincersi che della necessità di nuove soluzioni”. Le uniche proposte che si
viviamo nel migliore dei mondi possibili, in quanto le inefficienze intuiscono riguardano uno spostamento molto più netto di
sarebbero spiegate (se non addirittura giustificate) dai vincoli risorse dal primo al secondo pilastro: ma anche questo, più che
esistenti: in altre parole, viene riconosciuto che siamo lontani un indirizzo strategico, appare per ora una parola d’ordine che,
dall’ottimo, ma dobbiamo accontentarci perché non si poteva data la sua sostanziale ambiguità, trova discreto consenso
fare di meglio. Personalmente credo che ciò sia in buona misura anche perché legittima agli occhi dell’opinione pubblica, in
vero con riferimento alla conclusione dell’Health check, ma mi misura maggiore forse del primo pilastro, la spesa per
preoccupa la difficoltà con cui si potrebbe criticare una tale l’agricoltura.
conclusione. Rischia tuttavia di rimanere una parola d’ordine e non un
A chi sostiene che l’esito dell’Health check è insoddisfacente, indirizzo chiaro di politica economica per l’agricoltura se non si
infatti, si può (troppo) facilmente rispondere che ciò è senz’altro chiarisce cosa si dovrebbe fare con le risorse aggiuntive nel
vero in teoria, ma che in pratica solo gli ingenui credono che secondo pilastro, considerando che le Regioni hanno già
sarebbe stato possibile fare di più o di meglio. Con un po’ di difficoltà a spendere le attuali dotazioni finanziarie e che spesso,
malizia suggeriamo che forse proprio per evitare tale critica, la anche per questa ragione, nella pratica implementazione delle
schiera degli “insoddisfatti”, a cui credo appartenga Franco politiche di sviluppo rurale prevale una logica puramente
Sotte, si rifugia nel lungo periodo discutendo i caratteri della distributiva.
PAC dopo il 2013. L’orizzonte temporale più lungo rimuove molti Per le numerose ragioni citate da Franco Sotte l’attuale PAC,
dei vincoli “realistici” e permette, per così dire, di disegnare la che ipoteca ancora circa il 70% delle spese destinate alle risorse
PAC che vorremmo senza preoccuparsi troppo della naturali per finanziare il pagamento unico aziendale (il Pua),
verosimiglianza delle conclusioni raggiunte. In questo caso le appare largamente insoddisfacente sotto il profilo della sua
conclusioni raggiunte sono direttamente verificabili sul piano efficacia. Il Pua è inefficace nel conseguire i numerosi obiettivi
teorico (quali sono i beni pubblici forniti dal settore primario? che l’UE ha dichiarato negli ultimi anni di assegnare alla politica
quanto valgono le esternalità positive? quali sono i costi?), ma vi agricola: tra gli altri, il sostegno del reddito, la tutela
è anche il rischio che il dibattito sia tanto appassionante per gli dell’ambiente, la qualità e sicurezza degli alimenti, la
economisti quanto irrilevante per tutti gli altri. competitività dell’agricoltura europea, il benessere degli animali.
Evidentemente c’è bisogno sia dell’analisi di breve che di lungo D’altro canto, e’ piuttosto difficile immaginare un unico strumento
periodo, ma nella descrizione che ho fatto ho volutamente in grado di perseguire in maniera efficace, ad esempio, obiettivi
estremizzato le caratteristiche dei due approcci per mettere in sia redistributivi che ambientali; il Pua costituisce perciò una
guardia contro i rischi di una possibile incomunicabilità tra i evidente violazione del principio base della politica economica
partecipanti al dibattito. Per evitare tali rischi, da una parte è (targeting principle), secondo il quale la soluzione di un
necessario che le analisi per così dire “congiunturali” facciano problema di politica economica richiede che vi sia un numero di
uno sforzo per migliorare l’analisi positiva esplicitando i vincoli strumenti almeno pari a quello degli obiettivi.
derivanti dall’assetto istituzionale e gli obiettivi suggeriti da un Un ripensamento a 360 gradi della PAC dovrebbe ripartire
approccio tipo political economy alla modellizzazione delle perciò, in primo luogo, da un chiarimento esplicito degli obiettivi
funzioni obiettivo dei decisori politici. D’altra parte, le analisi dell’UE in materia di agricoltura. E’ sorprendente notare come,
normative di lungo periodo dovrebbero resistere alla tentazione nonostante le diverse e consistenti modifiche apportate nel
della “pagina bianca” ovvero alla presunzione di poter disegnare tempo al Trattato di Roma, non siano stati cambiati gli obiettivi
le politiche agrarie senza tener conto della storia e della realtà in della politica agricola, nonostante molti di questi (quali, ad
cui esse devono essere calate. Sviluppare un’analisi economica esempio, l’autosufficienza e l’aumento della produttività)
che sia al tempo stesso rigorosa e rilevante non è facile, ma vengano oggi considerati da tutti come superati. Ma non
l’esperienza di Agriregionieuropa dimostra che è senza dubbio altrettanto si può dire per quanto riguarda il sostegno del reddito:
possibile. questo obiettivo è ritenuto ancora inviolabile da buona parte del
mondo agricolo, nonostante sia nei fatti stato superato dalla
avvenuta modernizzazione dell’agricoltura; con l’esclusione di
Margherita Scoppola (Università di Macerata) alcune circoscritte aree dell’Unione Europea i redditi agricoli non
sono oggi inferiori ai redditi extra-agricoli rurali e, diversamente
Come ci ricorda Franco Sotte nelle ultime righe del suo dai tempi in cui fu scritto il Trattato, i problemi sociali dell’UE non
editoriale, “.. non e’ da oggi che c’e’ consapevolezza in Europa si annidano in maniera peculiare in agricoltura. Inoltre, esistono
della necessità di nuove soluzioni…” in merito alla politica altre politiche volte ad aggredire il problema dei differenziali di
agricola dell’UE. L’analisi che egli fa sullo stato di salute della reddito: di tipo inter-personale (le politiche sociali) e inter-
PAC (e non della riforma Fischler) e sui fattori che la rendono in territoriale (le politiche europee di coesione). Sulla base di
prospettiva ingiustificabile, insostenibile ed inefficace è queste (condivisibili) considerazioni si è spesso sostenuto, sulla
largamente condivisibile e, credo, condivisa da buona parte scia del rapporto Sapir, che se la PAC è una politica
degli studiosi di politica agraria. redistributiva, allora dovrebbe essere ri-nazionalizzata, ovvero
Eppure il dibattito su quale dovrebbe essere la politica agricola ricondotta nel suo alveo naturale, cioè quello delle politiche
dell’Europa dei prossimi anni fino ad oggi ha stentato a sociali nazionali.
decollare, frenato anche dalle resistenze del mondo agricolo che L’agricoltura europea di oggi non deve invece continuare ad
tutt’oggi ha difficoltà a pensare che ci si debba lasciare alle essere considerata e a farsi considerare come un settore “a
spalle la PAC che tutti conosciamo; quella PAC tuttora ancorata parte”, che necessita di intervento pubblico finalizzato al
agli obiettivi del Trattato di Roma e dotata di strumenti che, sostegno del reddito dell’agricoltore in quanto tale. L’agricoltura
sebbene profondamente modificati - dalla politica dei prezzi, ai necessita piuttosto di essere reinserita nel progetto più ampio
pagamenti compensativi della Mac Sharry, fino all’epilogo della che si è data l’UE e che si snoda intorno ai tre indirizzi strategici:
riforma Fischler - sono legati però da un unico filo conduttore: competitività, ambiente ed energia. L’impegno dell’UE su questi
tre obiettivi appare cruciale non solo per il futuro economico e
Pagina 34 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

politico dell’UE ma anche per l’agricoltura europea. La questione • Frascarelli A. (2007), Il futuro della PAC: sostegno dei redditi
della competitività dell’agricoltura europea e dei suoi legami con e politica ambientale, Agriregionieuropa, Anno 3, n. 11.
il problemi ambientali ed energetici appare largamente • Sotte F. (2008), “Chiuso l’Health check, apriamo una
sottovalutata nel dibattito sul futuro della PAC. Il punto di riflessione sulla PAC dopo il 2013”, Agriregionieuropa, Anno
partenza per disegnare tale futuro dovrebbe essere una attenta 4, n. 15.
analisi dei fattori che limitano il contributo dell’agricoltura
europea ai tre obiettivi chiave che si è data l’Unione.
• Swinnen J. (a cura di) (2008), The Perfect Storm - The
Political Economy of the Fischler Reforms of the Common
Per scendere nel concreto, per quanto possibile in questa fase,
Agricultural Policy, Centre for European Policy Studies,
la nuova PAC dovrebbe perciò ripartire da alcuni punti fermi:
Brussels.
• la ridefinizione degli obiettivi della PAC nel contesto degli
obiettivi generali dell’Unione incentrati sul trinomio
• Wright B. D. e Gardner B. L. (1995), Reforming Agricultural
Commodity Policy. AEI Studies in Agricultural Policy.
competitività-ambiente-energia; ciò implica l’abbandono del
tradizionale obiettivo prioritario del sostegno del reddito
agricolo in quanto tale;
• la rimozione graduale, fino all’eliminazione, del Pua; I risultati del sondaggio
• l’individuazione di due (o più) set distinti di politiche a cui
assegnare due (o più) obiettivi. Agriregionieuropa sull’Health
In questa logica si potrebbe pensare a due set di strumenti. check e sulla PAC dopo il 2013
Le vecchie politiche del primo pilastro potrebbero essere
sostituite da interventi mirati a favore della competitività
Franco Sotte
dell’agricoltura. Come si è già accennato, il disegno di queste
politiche dovrebbe scaturire da un’attenta analisi dei fattori che
limitano la competitività dell’agricoltura europea. Potrebbero far
parte di questo nuovo primo pilastro le politiche per la creazione
Introduzione
e la diffusione delle innovazioni in agricoltura, soprattutto quelle
In concomitanza con le conclusioni dell’Health check,
volte a risparmiare energia e a rendere l’attività agricola più
Agriregionieuropa ha recentemente lanciato un sondaggio on-
compatibile con l’ambiente; i programmi di formazione e di
line tra i propri lettori. L’obiettivo era duplice: raccogliere una
assistenza tecnica alle aziende agricole; le politiche volte a
valutazione sugli aspetti salienti delle decisioni assunte e
rimuovere i vincoli strutturali delle aziende; le politiche per
conoscere le opinioni riguardo alle prospettive della PAC a
migliorare la qualità dei prodotti agricoli europei; le politiche per
medio-lungo termine, con riferimento alla Revisione di bilancio e
la gestione del rischio in agricoltura. Questo set di politiche -
al dopo-2013. Il sondaggio è ancora on-line ed è raggiungibile al
alcune delle quali potrebbero avere natura regolamentare -
seguente link: http://grecof2.econ.unian.it/survey/index.php?
dovrebbe essere disegnato a livello europeo per evitare
sid=87957&lang=it.
distorsioni della concorrenza e potrebbe essere finanziato
Complessivamente 113 lettori hanno risposto a tutte le domande
interamente dal bilancio europeo, sebbene con una dotazione
ed è su questi che si concentrerà l’attenzione. Altri 72 lettori
decisamente inferiore all’attuale primo pilastro;
hanno fornito risposte incomplete e ciò lascia supporre che, di
Un secondo set di politiche potrebbe essere costituito da
fronte ad alcuni dettagli tecnici dell’Health check o delle altre
pagamenti mirati agli agricoltori che offrono beni pubblici e
domande, i meno informati si possano essere trovati in difficoltà
producono esternalità positive (ambiente, paesaggio, tutela del
e abbiano preferito rinunciare; ciò contribuirebbe a rendere più
territorio ecc.) commisurati ai costi della produzione di quei beni
significativi i risultati raccolti.
oppure, ancor meglio, ai benefici sociali da essi generati. Questo
Dal punto di vista anagrafico, i rispondenti sono all’80% uomini e
genere di politiche, che potrebbero scaturire dal rafforzamento e
al 20% donne; per fasce di età, il 29% ha meno di 35 anni, il
miglioramento, all’interno delle politiche di sviluppo rurale, degli
28% tra 35 e 45, il 32% tra 45 e 55 e l’11% più di 55; pressoché
attuali pagamenti agro-ambientali, possono essere meglio
tutte le regioni sono rappresentate (il 37% dei partecipanti
disegnate e gestite a livello europeo laddove gli effetti sociali
risiede al Nord, il 38% al Centro e il 25% al Sud); per l’83% i
positivi hanno carattere trans-nazionale; viceversa, dovrebbero
partecipanti hanno una formazione che ha attinenza con
essere gestiti a livello locale laddove gli effetti hanno natura
l’agricoltura e, come si può osservare in tabella 1, la loro
locale. All’interno di una ampia griglia definita a livello di Unione
occupazione si distribuisce tra imprese, organizzazioni agricole
Europea, le regioni potrebbero perciò individuare le loro priorità.
cooperative o sindacali, amministrazione pubblica e scuola
Il reinserimento della politica agricola all’interno dei più generali
università ricerca con una certa prevalenza per quest’ultima
obiettivi dell’UE renderebbe legittima e giustificabile una spesa
categoria. Nel raggruppamento “altro” sono raccolti soprattutto i
agricola europea che, sebbene in prospettiva sarà
professionisti.
necessariamente ridimensionata, non dovrebbe però subire quei
tagli drastici che vengono spesso minacciati nelle sedi in cui si Tabella 1 - Organizzazione di appartenenza degli intervistati
discute sul futuro del bilancio dell’Unione. Affinché però ci sia un
cambiamento serio e credibile, è necessario fin da oggi fare lo risposte %
sforzo di “ripartire da zero” per disegnare il futuro della PAC Impresa agricola o agro-alimentare 14 12,7
scordandoci, una volta tanto, del passato. Organizzazione agricola cooperativa sindacale 23 20,9
Scuola università ricerca 41 37,3
Amministrazione pubblica 21 19,1
Altro 11 10,0
Riferimenti bibliografici Totale 110 100

• De Benedictis M., De Filippis F (1998), «L’intervento


pubblico in agricoltura tra vecchio e nuovo paradigma: il caso Il giudizio sull’Health check
dell’Unione europea», La Questione Agraria, 71.
• De Filippis, F. (2009), “L’Health check della PAC: uno Nella tabella 2 sono esposte le valutazioni sull’Health check e
sguardo d’insieme” in De Filippis F. (a cura), Il futuro della sulle sue più importanti innovazioni, in una scala tra 1 (minimo)
PAC dopo l’Health check, Quaderni del Gruppo 2013, e 5 (massimo). Il numero dei soddisfatti (giudizio: 4 o 5)
Edizioni Tellus, Roma. complessivamente supera quello dei non soddisfatti (giudizio: 1
• De Filippis F. (a cura), Il futuro della PAC dopo l'Health o 2), come attestano i valori medi ponderati presentati nell’ultima
check, Quaderni del Gruppo 2013, Edizioni Tellus, Roma. colonna (giudizio complessivo: 3,39).
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 35

Tabella 2 - Sintesi dei giudizi sull’Health check – Valori percentuali e giudizio appare particolarmente soddisfatto sull’art.68. Si potrebbe
medio
forse affermare che la rappresentanza agricola si sia fatta
Giudizio (1 min – 5 max) giudizio carico anche di obiettivi perequativi.
1 2 3 4 5 Totale medio
1. Modulazione • Il gruppo Ric si distingue soprattutto dagli altri per la
6,2 11,5 36,3 31,9 14,2 100 3,36 posizione meno soddisfatta in materia di art. 68 (forse
obbligatoria
2. Quote latte 8,0 8,8 28,3 34,5 20,4 100 3,50 ricordando come sia stato svilito nelle sue funzioni il vecchio
3. Misure di mercato 3,5 6,2 16,8 39,8 33,6 100 3,94 art.69 e considerando anche una certa ambiguità rimasta
4. Disaccoppiamento 9,7 8,0 21,2 30,1 31,0 100 3,65
nell’attuale soluzione per le tante - troppe? - opportunità
5. Regionalizzazione 18,6 17,7 26,5 23,9 13,3 100 2,96
6. Articolo 68 (ex art.
offerte) e soprattutto molto insoddisfatta in materia di
4,4 7,1 31,0 38,1 19,5 100 3,61 regionalizzazione. Sono le risposte del mondo della ricerca
69)
7. Altre misure 7,1 7,1 26,5 36,3 23,0 100 3,61 e dell’università che tirano in basso e rendono negativo il
8.Giudizio giudizio complessivo sulla regionalizzazione. E’ d’altra parte
1,8 10,6 35,4 51,3 0,9 100 3,39
complessivo
comprensibile che da quella parte venga una lettura più
attenta a considerazioni strategiche e meno contingenti.
I giudizi più favorevoli sono in ordine quelli espressi per le • La posizione del gruppo Amm si distingue infine da quella
seguenti misure: degli altri per il giudizio particolarmente soddisfatto in
• misure di mercato (3,94): abolizione del set aside, materia di modulazione. Questa constatazione può forse
abolizione o alleggerimento delle misure di intervento sul essere spiegata con il fatto che la modulazione riconduce al
mercato e passaggio dalle garanzie di mercato a misure di secondo pilastro che è il contenitore delle politiche che più
sicurezza in particolari condizioni di mercato; investono e coinvolgono le amministrazioni, soprattutto
• disaccoppiamento (3,65): per seminativi, grano duro, olio quelle regionali e locali, sostanzialmente bypassate dalle
d’oliva dal 2010, per carne bovina, riso, frutta in guscio, politiche del primo pilastro.
sementi, proteaginose entro il 2012, per trasformazione di
Figura 1 - Giudizi sull’Health check in base alla istituzione di appartenenza
foraggi essiccati, patate, lino e canapa dal 2012, nessuna
proroga al tabacco, solo pagamenti per le vacche nutrici e
ovicaprini;
• articolo 68 (3,61): potenziamento anche con fondi in modulazione
esubero del regime di pagamento unico, maggiore 4
flessibilità per gli aiuti specifici, aggiunta di nuove azioni,
possibilità di finanziamento di assicurazioni e fondi giudizio complessivo quote latte
mutualistici; 3
• altre misure (3,61): semplificazione della condizionalità,
aumento dell’aiuto massimo per il primo insediamento da 55
a 70 mila euro, “Aiuti transitori alla ristrutturazione” (nel 2° altre misure 2 misure di mercato
pilastro) se il Pua si riduce più del 25%, abolizione dei
pagamenti inferiori a 100 euro o con superfici inferiori ad 1
ha (in Italia anche 400 euro o 0,5 ha)
• quote latte (3,50): conferma dell’abolizione il 31 marzo
2015, aumento delle quote dell’1% all’anno dal 2009 al art. 68 disaccoppiamento
2013, aumento del 5% applicato subito in Italia dal 2009 e
aumento del superprelievo al 150% per superamento delle
regionalizzazione
quote maggiore del 6%.
Un giudizio sempre relativamente positivo, ma con una Tutti Impresa agricola-agroindustriale-agroalimentare
maggiore quota di scontenti è espresso per la modulazione organizzazione cooperativa-agricola-sindacale Scuola-Università-Ricerca
obbligatoria (3,36): cresciuta del 5% in 4 anni, con un prelievo Pubblica Amministrazione

aggiuntivo del 4% per pagamenti diretti superiori a 300 mila


euro, fondi trasferiti dal primo al secondo pilastro, con Le prospettive per il dopo-2013
cofinanziamento abbassato al 10% e 25% a seconda delle
regioni convergenza o competitività. Solo la decisione di rendere Nella seconda parte del sondaggio si chiedeva una valutazione
la regionalizzazione soltanto opzionale a scelta degli Stati sulle prospettive della PAC in relazione allo svolgimento in corso
membri dal 2010 in poi raccoglie un numero maggiore di giudizi della Revisione di Bilancio ed al dibattito già avviato, anche in
negativi che positivi e viene quindi, seppure per poco, bocciata relazione alle conclusioni dell’Health check sulla PAC più
(2,96). plausibile nel prossimo periodo di programmazione dal 2014 in
Entrando maggiormente in dettaglio, è molto interessante avanti e le relative nuove prospettive finanziarie. Il tema delle
svolgere l’analisi differenziando in base all’istituzione di risorse finanziarie a disposizione della PAC e del suo peso nel
appartenenza dei rispondenti (Figura 1): imprese (Imp), bilancio dell’UE è ovviamente al centro dell’attenzione. Il
organizzazioni agricole cooperative o sindacali (Org), campione in questo caso è stato sollecitato ad esprimere una
amministrazione pubblica (Amm) e scuola università ricerca propria previsione per il futuro.
(Ric). Seppure il giudizio complessivo significativamente In tabella 3 sono esposti i risultati relativi alla domanda su
converga per tutti i gruppi, si notano significative differenze nella quanta parte del bilancio UE sarà destinato alla PAC a regime
valutazione delle singole misure. Il gruppo Imp è relativamente dopo il 2013. Attualmente (2008) la quota del bilancio dell’UE
meno soddisfatto su modulazione, misure di mercato e art.68, destinata all’agricoltura è pari a circa il 42% (53,8 Miliardi di
mentre apprezza significativamente più degli altri le scelte euro). L’aspettativa di una contrazione della spesa per la PAC è
riguardo a quote latte (un vecchio nodo da risolvere) e, condivisa quasi all’unanimità dagli intervistati (la quota media è
soprattutto, regionalizzazione. Si può supporre che il peso degli stimata al 33,7%, il 20% circa in meno di oggi). Naturalmente
interessi contingenti in questo caso abbia ispirato posizioni più l’esercizio svolto ha comunque solo valore parziale, dal
conservatrici. momento che l’effettiva spesa per la PAC dipende anche
• Il gruppo Org, come Imp, apprezza poco le decisioni in tema dall’ammontare complessivo del bilancio UE. Se, ad esempio,
di modulazione ma, all’opposto, si esprime meno fosse seguita l’indicazione recentemente risollevata di ridurre la
positivamente su quote latte e regionalizzazione, mentre contribuzione degli Stati membri all’1% del Reddito nazionale
Pagina 36 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

lordo (rispetto all’1,045% del compromesso del dicembre 2005 rinazionalizzazione. Il tasso di cofinanziamento medio si colloca
che ha concluso il negoziato per le attuali prospettive finanziarie ad un livello di circa un terzo del Pua (36%).
2007-2013), la diminuzione assoluta potrebbe essere maggiore
di quanto non appaia in termini relativi. Tabella 6 - Come sarà finanziato il Pua a regime dopo il 2013?

risposte %
Tabella 3 - Quanta parte del bilancio UE sarà destinato alla PAC a regime dopo il
Come oggi tutto UE 23 20,4
2013 ?
Cofinanziato meno del 20% 52 46,0
Cofinanziato tra 20% e 50% 33 29,2
Cofinanziato per più del 50% 3 2,7
risposte % Rinazionalizzato e a carico dello Sm 2 1,8
Totale 113 100
Più del 42% 6 5,3
Tra 35 e 42% 44 38,9
Tra 30 e 35% 37 32,7
Come è noto, le decisioni finali dell’Health check hanno lasciato
Tra 25 e 30% 20 17,7 all’autonoma decisione degli Stati membri la valutazione sulla
Meno del 25% 6 5,3 opportunità di procedere alla regionalizzazione (o ad un
Totale 113 100 livellamento) dei Pua individuali. È particolarmente diffusa
comunque l’aspettativa di una redistribuzione del volume
complessivo di spesa a disposizione per i Pua tra gli agricoltori.
La tabella 4 presenta le risposte alla domanda sul rapporto tra
Alla domanda specifica, infatti, solo il 17,7% risponde di
primo e secondo pilastro in termini di spesa assegnata nel
prevedere che esso continui ad essere calcolato su base storica
periodo 2014-2020. Attualmente (2008), al secondo pilastro
come adesso. Quasi i due terzi degli intervistati pensa che sarà
sono assegnati 12,9 miliardi di euro a fronte di 40,9 miliardi di
regionalizzato all’interno del Paese e solo una parte minoritaria
euro attribuiti al primo. Un rapporto dunque pari a 24% contro
di intervistati prevede una redistribuzione tra Stati membri (che
76%. In base alle stime del sondaggio esso dovrebbe crescere
pure è stata già autorevolmente sostenuta soprattutto dal blocco
in media al 30,3%.
dei nuovi Stati membri dell’Europa centro-orientale)
Tabella 4 - Quale sarà il rapporto tra 1° e 2° pilastro nel periodo 2014-2020?
Tabella 7 - Come sarà distribuito tra gli agricoltori il Pua a regime dopo il 2013?
risposte % risposte %
Meno del 15% 3 2,7 Nessuna regionalizzazione, su base storica come adesso 20 17,7
Tra 15 e 20% 8 7,1 Regionalizzato sulla base di regioni omogenee, amministrative
70 61,9
o Stato membro
Tra 20 e 30% 44 38,9
Un pagamento per ettaro uguale per tutta l’UE 12 10,6
Tra 30 e 40% 42 37,2
Più del 40% 16 14,2 Un pagamento per altra unità di misura (diverso da ha) per
8 7,1
regioni omogenee, amministrative o Stato membro
Totale 113 100
Un pagamento per altra unità di misura (diverso da ha) per tutta
3 2,7
l'UE
Una domanda era volta a sondare le opinioni dei lettori sul livello Totale 113 100
del futuro Pagamento unico aziendale (Pua). I risultati sono
esposti in tabella 5. Oltre il 90% delle interviste prevede un calo L’ultima domanda interrogava il campione di lettori di
del livello del Pua. Gli intervistati si dividono sostanzialmente a
Agriregionieuropa sulla struttura della PAC dopo il 2013. La
metà tra chi prevede un abbassamento inferiore al 30% rispetto risposta a questa domanda è forse il risultato più inatteso e
ad oggi e chi, all’opposto, valuta che quella soglia sarà superata.
rilevante di tutto il sondaggio. Soltanto l’11,5% intravvede oltre il
Mediamente, la riduzione viene stimata di circa un terzo 2013 una PAC sostanzialmente invariata rispetto ad oggi,
(33,1%). Se si considera che il Pua medio a livello nazionale è
basata su due pilastri e con modeste variazioni. Un altro 40%
attualmente pari a circa 280 euro/ettaro, si prevede che scenda
circa di intervistati condivide l’opinione della permanenza dei
a 187 euro/ettaro.
due pilastri, ma ipotizza “molti cambiamenti”. Ma l’altra metà del
Tabella 5 - Fatto 100 l'attuale Pua, a che livello si posizionerà a regime dopo il
campione si esprime prevedendo una trasformazione radicale
2013? della PAC consistente sostanzialmente o nella unificazione dei
due pilastri in una unica politica (30,1%) o, addirittura, nel
risposte % passaggio della politica di sviluppo rurale alle politiche regionali
Più o meno
come oggi 10 8,8
e di coesione (16,8%) e quindi in un ritorno della PAC alla sua
tradizione di politica settoriale.
70-90% di oggi 46 40,7
50-70% di oggi 40 35,4 Tabella 8 - Qual è la tua previsione riguardo alla struttura della PAC dopo il
25-50% di oggi 15 13,3 2013 ?
Meno del 25%
rispetto ad oggi 2 1,8 risposte %

Totale 113 100 Due pilastri come adesso con poche variazioni 13 11,5
Due pilastri come adesso ma con molti cambiamenti 45 39,8
Unificazione dei due pilastri in una unica politica 34 30,1
Quanto alle previsioni riguardo al finanziamento del Pua, la La politica di sviluppo rurale affidata alle politiche regionali e di
coesione 19 16,8
tabella 6 mostra un risultato particolarmente interessante. Solo
un intervistato su cinque ritiene che il Pua potrà rimanere Altra soluzione 2 1,8
totalmente finanziato dal bilancio comunitario senza richiedere Totale 113 100
una compartecipazione a carico dei bilanci degli Stati membri.
Gli altri ritengono che esso sarà cofinanziato. In gran parte si Considerazioni conclusive
prevede che tale cofinanziamento sarà contenuto entro una
soglia inferiore al 20% o al massimo tra il 20% e 50%. È I risultati di un sondaggio, ovviamente, hanno valore relativo
sostanzialmente esclusa comunque l’ipotesi di una completa specie se, come in questo caso, il campione è costituito dai
lettori che, di propria volontà, hanno scelto di rispondere. D’altra
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 37

parte, bisogna tener conto che, mentre nella prima parte del scelte di produzione (Oecd, 2003; Rocchi, 2009).
questionario (valutazione dell’Health check) si dovevano La motivazione economica principale a favore dell’adozione di
giudicare delle scelte definitive dell’UE, in un quadro informativo politiche disaccoppiate si basa su considerazioni di efficienza
chiaro e definito (seppure complesso), nella seconda parte si (Harvey, 1997; Oecd, 2005; de Gorter et al., 2004). L’assenza di
chiedevano delle previsioni su di un futuro incerto e ancora politiche distorsive, infatti, spinge le scelte dei produttori agricoli
imperscrutabile, e che dipende ovviamente non soltanto dalle verso un maggiore orientamento al mercato e, in conseguenza
scelte sulla PAC, ma anche da decisioni relative al futuro di ciò, induce il settore agricolo ad una maggiore efficienza
assetto dell’UE e soprattutto alla struttura del suo bilancio. nell’uso dei fattori produttivi. Il risultato è un complessivo
Nell’interpretazione è quindi suggeribile un atteggiamento incremento della ricchezza prodotta e, in assenza di barriere agli
ispirato alla massima prudenza. Il quadro d’insieme comunque scambi, un maggior livello di benessere complessivo. Il
conferma la sostanziale valutazione positiva delle conclusioni passaggio a forme di sostegno disaccoppiato, tuttavia, è stato
dell’Health check pur se, come abbiamo osservato, con giustificato anche con l’eliminazione di una serie di distorsioni di
sfaccettature diverse sulle singole decisioni assunte, a seconda tipo distributivo.
della categoria professionale di appartenenza dei soggetti La presenza di una politica comune basata sul sostegno dei
intervistati. prezzi agricoli genera innanzitutto un riequilibrio nei flussi di
Quanto invece alle prospettive della PAC a medio-lungo scambio tra i paesi partecipanti che vede “vincitori” e “perdenti”
termine, pur nell’incertezza sul futuro, il sondaggio conferma una netti: in base a questo tipo di contestazione, il Regno Unito
diffusa aspettativa che per la PAC del dopo-2013 sarà soggetta: ottenne, all’inizio degli anni ottanta, una compensazione nella
• a tagli significativi alle risorse e, per quanto riguarda il Pua, distribuzione delle risorse del bilancio comunitario (Harvey,
al ricorso al cofinanziamento da parte degli Stati membri in 1997). E’ inoltre stata sottolineata più volte l’inevitabile tendenza
un quadro, comunque, di spinta verso la regionalizzazione; del sostegno dei prezzi e di altre forme di sostegno collegate
• a molti cambiamenti nella struttura della PAC, sia nell’ipotesi con la produzione a favorire maggiormente le aziende di più
che venga mantenuto l’attuale assetto basato sui due grandi dimensioni e con una migliore dotazione di fattori
pilastri (nel qual caso si aspetta un riequilibrio a vantaggio (Harvey, 1997; Tracy, 1997). Le forme di sostegno accoppiate
del secondo), sia nel caso, che molti considerano più con la produzione, infine, presentano effetti negativi nella
verosimile, di cambiamenti più radicali che minerebbero distribuzione del reddito ai fattori che si traducono in una minore
l’assetto attuale fondato sui due pilastri. efficienza nei trasferimenti di reddito verso quelli che dovrebbero
In una condizione del genere, pur nella varietà delle opinioni che essere i beneficiari della politica (Oecd, 2003).
nel sondaggio si confermano anche dalle risposte alle domande Molte di queste caratteristiche indesiderabili delle politiche del
aperte, si può concludere in un solo modo: sollecitando, come primo pilastro sono state in tutto o in parte superate con la
Agriregionieuropa ha già fatto, l’approfondimento scientifico e un riforma Fischler (mid term review) del 2003. Il passaggio ad un
confronto il più aperto possibile. I lavori preparatori per la pagamento unico che non comporta più obblighi di produzione,
definizione delle politiche europee del dopo-2013 sono già da infatti, ha sicuramente incrementato in modo significativo il
tempo cominciati, in particolare nel contesto della Revisione di grado di disaccoppiamento degli aiuti rispetto al regime
bilancio. Siamo già in ritardo. precedente. Rimangono tuttavia alcuni aspetti del problema
distributivo implicito nel sostegno dei redditi agricoli che devono
ancora essere considerati. Nella prima metà degli anni novanta
Gli effetti della Politica agricola l’Eurostat ha avviato una serie indagini nei paesi membri per
analizzare la composizione del reddito totale delle famiglie che
comunitaria in Italia esercitano attività produttive agricole. I primi risultati pubblicati a
livello europeo (Eurostat, 1996) mostravano come, per un’alta
Benedetto Rocchi percentuale di esse, l’attività aziendale costituisse solo una tra
molteplici fonti di reddito, e non sempre la principale.
L’evoluzione dell’agricoltura famigliare verso forme di part-time e
Il problema distributivo delle politiche di pluriattività che ha accompagnato lo sviluppo economico,
sostegno dei redditi agricoli mostrava i suoi effetti. E’ evidente, di conseguenza, che per
analizzare l’impatto della PAC, anche nella sua forma attuale,
A partire dalla riforma McSharry del 1992, le misure comprese non è sufficiente considerare la distribuzione dei soli redditi
nel primo pilastro della Politica agricola comune (PAC) hanno aziendali, come ad esempio quelli rilevati dalla Rica. Analisi più
assunto caratteristiche sempre più “disaccoppiate”. Si tratta di recenti basate su informazioni microeconomiche, hanno inoltre
una trasformazione coerente con un’agenda politica che, a mostrato che i pagamenti PAC hanno un effetto regressivo sulla
partire dall’accordo di Marrakech al termine dell’Uruguay round distribuzione del reddito tra le famiglie, sia che considerino i soli
del Gatt, ha sistematicamente favorito nei paesi sviluppati redditi aziendali (Allanson, 2007) che includendo nell’analisi le
l’adozione di forme di sostegno interno all’agricoltura meno altre fonti di reddito famigliare (Allanson e Rocchi, 2008). La
distorsive del commercio internazionale. Anche se sono possibili distribuzione osservata in presenza della politica agraria mostra
diverse definizioni (Oecd, 2005), in senso ampio si può indici di disegueglianza peggiori di quelli che si osserverebbero
considerare disaccoppiata una misura di sostegno che non ha in sua assenza. Non solo: con riferimento all’Italia è stato
alcuna influenza sulle scelte di produzione effettuate nell’attività rilevato come la quota principale dei contributi alla produzione
agricola (mix e quantità prodotte). erogati nell’ambito delle politiche agricole sia percepita da
In base a tale definizione è possibile immaginare un intero famiglie con un elevato livello di reddito (Rocchi e Pizzoli, 2007).
spettro di misure che va da forme totalmente accoppiate di Una recente analisi della serie storica dei redditi famigliari in
sostegno, come la garanzia illimitata del prezzo dei prodotti Italia dimostra come nel corso degli anni 2000 il reddito pro-
agricoli che ha caratterizzato per lungo tempo la PAC, a capite delle famiglie per le quali l’attività agricola è la prevalente
strumenti totalmente disaccoppiati, come potrebbe essere il fonte di reddito abbia superato la media nazionale calcolata
sistema dei bond negoziabili svincolati dalla prosecuzione includendo tutte le famiglie italiane (Ciaccia, 2008).
dell’attività agricola proposto da Swinbank e Tranter (2004). Il Questi esiti distributivi controversi sono legati a caratteristiche
Pagamento unico aziendale (Pua), erogato nell’ambito del strutturali dell’agricoltura in termini di relazioni esistenti tra
corrente assetto della PAC, si pone tra questi due estremi: pur diverse tipologie aziendali, con la relativa dotazione di fattori (in
essendo una forma di sostegno sicuramente più disaccoppiata particolare la terra) da un lato, e tipologie di soggetti istituzionali
di quelle che lo hanno preceduto, presenta ancora che gestiscono le unità di produzione stesse, seguendo finalità
caratteristiche che suggeriscono un suo possibile impatto sulle socio-economiche differenziate, dall’altro. Si tratta di
caratteristiche in grado di condizionare in modo significativo
Pagina 38 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

l’impatto distributivo dalla PAC. valutata con un modello in grado di rappresentare in modo
Nel quadro economico attuale, il problema distributivo implicito completo il quadro macroeconomico. In primo luogo, perché il
in azioni di sostegno dei redditi, realizzate all’interno di una reddito distribuito ai fattori della produzione agricola attraverso il
politica settoriale come è quella agricola, dovrebbe costituire un consumo genera un effetto moltiplicatore in grado di modificare
importante parametro nella loro valutazione almeno per due a sua volta l’impatto distributivo. In secondo luogo, perché a
ordini di motivi. Il primo è di natura “interna” alla politica agraria. livello nazionale operano anche politiche fiscali di ordine
La prevalenza del cosiddetto “problema del reddito generale (sia sul lato della tassazione che della spesa) che, a
agrario” (Harvey, 1997) che ha giustificato la PAC fin dai suoi loro volta, influenzano in modo rilevante l’esito finale della
esordi, comincia ad essere messa in discussione: accanto al politica agricola da un punto di vista distributivo.
sostegno dei redditi degli agricoltori, infatti, i cittadini europei Caratteristiche particolarmente interessanti per tenere conto di
attribuiscono ormai alle politiche agricole altri obiettivi di tutti questi aspetti presentano i modelli basati sulla costruzione
importanza equivalente, come la produzione di alimenti salubri e dei matrici di contabilità sociale (social accounting matrix, Sam).
la protezione dell’ambiente rurale (Eurobarometer, 2007). Un Una Sam è una rappresentazione completa e disaggregata dei
secondo ordine di motivi riguarda la complessiva destinazione flussi all’interno di un’economia in un determinato periodo di
delle risorse del bilancio comunitario, nel quale la storica tempo, organizzata come una tabella quadrata a doppia entrata
prevalenza della spesa agricola è stata ormai più volte messa in (Round, 2003). Ogni coppia riga-colonna, infatti, rappresenta il
discussione, a fronte dei crescenti problemi di competitività e di “conto” di una determinata componente dell’economia, con le
sostenibilità sociale che l’Unione Europea allargata si è trovata entrate che possono essere lette sulla riga e le uscite sulla
ad affrontare. colonna. L’identità contabile tra totali di riga e di colonna
La grave crisi economica manifestatasi nel 2008, da questo esprime a livello disaggregato, le condizioni di equilibrio
punto di vista, rende ancora più probabile uno scenario di macroeconomico. Anche se la disaggregazione può essere
progressivo ridimensionamento delle risorse assegnate al primo anche molto differenziata nelle sue modalità (in questa
pilastro della PAC. Una valutazione degli effetti distributivi, sia in flessibilità consiste uno dei vantaggi di questa famiglia di
termini di efficienza nel targeting del sostegno dei redditi che in modelli), ciò che rende interessante l’uso di modelli basati su
termini di equità nella distribuzione del sostegno stesso, diventa Sam è la possibilità di disaggregare opportunamente i conti delle
perciò di estrema attualità. Nel resto dell’articolo verranno attività produttive (settori di produzione), dei fattori della
presentati i principali risultati di alcune analisi degli effetti produzione (terra, capitali, lavoro) e delle istituzioni (famiglie,
distributivi dei pagamenti PAC in Italia, effettuate utilizzando imprese, pubblica amministrazione).
modelli basati su matrici di contabilità sociale dell’economia Nei modelli utilizzati per l’analisi dell’impatto distributivo della
opportunamente adattate allo scopo. PAC in Italia, cui si fa riferimento in questo articolo (Rocchi et
al., 2005; Rocchi, 2008; Rocchi, 2009), la disponibilità di fonti di
informazioni specifiche, sia aggregate che di natura
La costruzione di un modello per l’analisi degli microeconomica, ha consentito da un lato di disaggregare il
impatti distributivi settore produttivo agricolo in base a tipologie aziendali
differenziate, dall’altro di classificare le famiglie italiane in base
Un modello per l’analisi dell’impatto dei pagamenti PAC deve al livello di reddito e alla loro relazione con le attività di
tenere presenti alcuni punti essenziali dai quali il problema produzione agricola. La natura di questi modelli dal punto di
distributivo emerge e trae le sue caratteristiche. In primo luogo è vista analitico (modelli lineari, fixed price) qualifica i risultati che
necessario considerare il legame ancora esistente tra se ne possono trarre come statici e di breve periodo. Imponendo
erogazione dei contributi e possesso della terra. Anche se la al modello uno shock esogeno che rappresenta la politica che si
riscossione del Pua non comporta alcun obbligo di produzione, intende valutare (in questo caso un pagamento, più o meno
essa è tuttora legata, in modo più o meno diretto, al possesso di disaccoppiato, verso le aziende agrarie) è possibile descrivere in
una determinata superficie “eleggibile”, la cui gestione deve modo accurato la composizione e l’importanza relativa degli
seguire criteri obbligatori e garantire il mantenimento delle impatti che ne conseguono sul reddito delle diverse tipologie di
buone condizioni agronomiche e ambientali. Analisi sia sul piano famiglia rappresentate nel modello. Un’analisi comparata degli
concettuale che empirico dimostrano che questo tipo di effetti di diversi scenari permette così una valutazione delle
condizionalità genera ancora un certo grado di accoppiamento opzioni disponibili dal punto di vista distributivo.
rispetto ad una ideale misura di sostegno totalmente
disaccoppiata (Oecd, 2005). Le modalità con cui, allo stato
attuale, vengono quantificati i diritti ad ettaro (premio storico) li Impatti distributivi dei pagamenti disaccoppiati
rendono fortemente legati all’esistenza di un’unità di produzione
attiva di cui tendono a favorire la continuazione, sia pure con Un primo gruppo di risultati permette di caratterizzare dal punto
minori vincoli alle scelte produttive. La struttura del settore di vista degli effetti distributivi il progressivo disaccoppiamento
agricolo in termini di ripartizione delle superfici tra diverse dei pagamenti aziendali. Ciò che emerge dalle simulazioni
tipologie aziendali, di conseguenza, è connessa al problema (Rocchi et al., 2005; Rocchi, 2009) è che, se si tengono in
distributivo e un modello per lo studio di quest’ultimo dovrebbe considerazione anche gli effetti indiretti ed indotti dei pagamenti
prenderla in considerazione. PAC che si generano nel flusso circolare dell’economia, i loro
Un secondo aspetto riguarda la natura delle istituzioni che impatti distributivi appaiono influenzati in modo significativo dal
gestiscono le attività di produzione agricole, in particolare delle grado di disaccoppiamento. Mentre l’impatto diretto dei
famiglie. I redditi dall’attività aziendale in molti casi vanno ad pagamenti PAC è, come ovvio, rivolto alle famiglie agricole,
aggiungersi ad una molteplicità di fonti di reddito alternative l’impatto indiretto è prevalentemente percepito da famiglie non
(lavoro extra-aziendale autonomo e dipendente, trasferimenti agricole (Rocchi, 2009). Non solo: la distribuzione degli impatti
sociali, redditi da capitale) all’interno di quella che potrebbe tra le stesse famiglie agricole, che nel primo round distributivo
essere una vera e propria “strategia di reddito” famigliare (pagamenti diretti) rispecchia la loro dotazione di terra
(Unece et al., 2007). Poiché gli aspetti di equità possono essere “eleggibile”, viene profondamente modificata dagli incrementi di
valutati solo con riferimento alla distribuzione del reddito nel reddito generati indirettamente dall’effetto moltiplicatore.
complesso dell’economia, il modello dovrà essere in grado di Un altro risultato interessante, che emerge dall’analisi
rappresentare la posizione relativa delle famiglie agricole comparata di simulazioni che assumono un diverso grado di
rispetto al totale del settore istituzionale delle famiglie. disaccoppiamento del sostegno dato all’agricoltura, indica come
In terzo luogo, anche se quella agraria è una politica settoriale, un maggior grado di disaccoppiamento sia in genere associato
l’analisi dei suoi effetti distributivi richiede che essa venga ad un migliore targeting della politica, ad una sua maggiore
capacità di concentrare gli effetti positivi (in questo caso,
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 39

l’incremento del reddito famigliare) su quelli che sono i entrata esplicitamente nell’agenda politica (European
beneficiari previsti. La configurazione del primo pilastro della Commission, 2008). Le proposte della Commissione, che hanno
PAC scaturita dalla riforma Fischler del 2003, di conseguenza, costituito la base del compromesso finale, prevedevano di
lascia ai policy maker maggiori margini di manovra in vista di mettere a disposizione dei governi una serie di strumenti e di
una ri-focalizzazione del sostegno verso particolari categorie di opzioni per raggiungere due principali obiettivi: una
beneficiari. Quest’ultima si renderebbe con ogni probabilità semplificazione delle procedure amministrative ed una
necessaria nell’ipotesi di una significativa riduzione delle risorse redistribuzione degli aiuti per correggere i principali squilibri. Con
a partire dalla prossima programmazione del bilancio finalità redistributive venivano riproposti i meccanismi di
comunitario (dal 2014 in avanti). Sarebbe infatti difficile, almeno regionalizzazione del Pua accanto alla nuova opzione dell’
nel caso italiano, non considerare lo squilibrio del’attuale “approssimazione” dei diritti esistenti all’interno di una
distribuzione dei diritti al pagamento unico a favore delle famiglie determinata regione; venivano inoltre proposti un meccanismo di
con redditi più elevati. modulazione progressiva dei pagamenti individuali e
L’analisi di una fonte di informazioni microeconomica specifica, l’introduzione di una soglia minima ai pagamenti individuali.
l’indagine Istat sui risultati economici delle aziende agricole La simulazione degli impatti distributivi dell’applicazione delle
(Rea), per il 2002 (anno compreso nel “periodo di riferimento” in diverse misure proposte in Italia ha messo innanzitutto in
base al quale sono stati determinati su base storica gli attuali evidenza l’esistenza di un trade off strutturale tra equità e
diritti ad ettaro del Pua) è rivelatrice (Rocchi e Pizzoli, 2007). I targeting nel sostegno dei redditi agricoli. La scelta di strumenti
contributi erano diretti in prevalenza verso aziende di grandi di applicazione che favoriscono una redistribuzione dei
dimensioni, gestite spesso da famiglie comprese nei quintili di pagamenti tra i beneficiari, infatti, migliora nel complesso
reddito più elevati. Tale distribuzione rispecchiava l’effetto l’impatto distributivo dal punto di vista dell’equità a prezzo però
consolidato di anni di sostegno attuato mediante politiche di un peggioramento del targeting della politica (crescita della
distorsive, che avevano reso possibile l’attuazione di vere e quota di effetti positivi sul reddito delle famiglie non agricole). Al
proprie strategie di rent seeking nella gestione aziendale. La contrario un’applicazione maggiormente orientata alla
tabella 1, che riporta il rapporto medio tra contributi alla semplificazione amministrativa appare più efficace nel dirigere
produzione percepiti e totale del monte redditi famigliare, gli incrementi di reddito verso le famiglie per le quali l’attività
evidenzia l’esistenza di un affetto distributivo avverso della PAC. aziendale è la fonte prevalente ma provocando un effetto più
Mentre nel caso delle famiglie agricole (reddito aziendale >50% regressivo sulla distribuzione globale del reddito.
reddito famigliare) il peso dei contributi diminuisce passando dai Questi risultati hanno una spiegazione fondamentalmente
quintili più bassi a quelli più alti, una tendenza opposta sembra strutturale: la parte maggiore dell’attività produttiva agricola in
manifestarsi nelle famiglie per le quali l’azienda agraria non è la Italia è gestita in aziende di grandi dimensioni da famiglie
fonte primaria di reddito. L’esistenza di strategie di ricerca della agricole incluse nei quintili di reddito della popolazione più
rendita è particolarmente evidente nel caso delle famiglie non elevati. Il grado di disaccoppiamento attuale dei pagamenti PAC,
agricole che gestiscono aziende di maggiori dimensioni che in qualche misura dirige ancora i pagamenti verso le
economiche (con potenzialità di sviluppo). aziende più che verso i soggetti, riduce i margini di manovra dei
policy maker nel perseguire obiettivi di equità. Se questi ultimi
Tabella 1 - Contributi percepiti per tipologia di famiglia e di azienda. Italia 2002 - dovessero diventare più urgenti in futuro, con il previsto
Percentuale sul reddito totale
ridimensionamento del primo pilastro, l’opzione di un ulteriore
Tipo di azienda
disaccoppiamento delle integrazioni di reddito potrebbe tornare
Tipo di Quintile di A Con
famiglia reddito Autoconsumo sviluppo potenzialità
Tot al centro della discussione.
limitato di sviluppo La valutazione degli impatti dei pagamenti PAC dal punto di
1 36.4 20.0 28.4 26.4 vista del targeting richiama anche un altro aspetto che in futuro
2 - 12.1 21.6 20.1 potrebbe tornare nell’agenda politica: quello della definizione dei
Famiglie
3 - 21.1 22.3 22.1
agricole beneficiari. Durante la trattativa in vista dell’Health check, la
4 - 23.7 20.1 20.5
5 - 22.8 14.1 14.5
Commissione ha espresso l’auspicio che i pagamenti possano
1 2.3 6.1 35.6 5.8 essere maggiormente diretti verso i “veri agricoltori” (real
Famiglie 2 1.2 2.9 9.6 3.2 farmers). Il problema, tuttavia, è quello di giungere ad una
non 3 2.3 3.8 14.4 5.7 definizione di questo gruppo che raggiunga un sufficiente
agricole 4 0.2 12.0 14.7 10.5 consenso. In tutte le simulazioni presentate fino a questo punto
5 1.4 3.3 23.2 16.7 è stata fatta l’ipotesi che i beneficiari intenzionali del sostegno, i
Totale famiglie agricole 36.4 20.2 17.8 18.3
Totale famiglie non
real farmers, fossero le famiglie agricole: quelle per le quali,
2.1 5.1 21.8 5.4 seguendo gli standard dei conti economici del settore agricolo
agricole
fissati a livello europeo, il lavoro autonomo agricolo costituisce la
Fonte: (Rocchi e Pizzoli, 2007) fonte principale di reddito (Eurostat, 1996). I risultati dipendono
strettamente da tale ipotesi. Definizioni alternative del settore
L’applicazione della riforma Fischler in Italia, adottando il istituzionale degli agricoltori potrebbero essere utilizzate, con
modello “storico” di quantificazione del Pua, ha di fatto ovvi effetti sulla valutazione della politica.
cristallizzato questo tipo di distribuzione degli aiuti. La Un ulteriore sviluppo del modello, attraverso l’integrazione di un
simulazione dell’impatto distributivo totale dei pagamenti modulo di micro-simulazione basato sul campione Rea dell’Istat,
disaccoppiati con un modello Sam (Rocchi, 2009) mostra come permette di valutare in che misura l’adozione di differenti
gli effetti indiretti che si generano nel flusso circolare definizioni del gruppo di soggetti che si vuole come beneficiari
dell’economia, vengano percepiti per la gran parte da famiglie della PAC, possa modificare il giudizio della sua efficienza in
non agricole e, tra quelle agricole, dalle famiglie con reddito termini di targeting. Nella tabella 2 viene posta a confronto la
totale più elevato. Nonostante il disaccoppiamento degli aiuti, distribuzione degli impatti sul reddito di pagamenti diretti verso
esiste dunque sia un problema di equità distributiva che un tre gruppi di beneficiari identificati in base a criteri alternativi. I
problema di efficienza nel targeting nel sostegno al settore valori riportati misurano l’impatto di aiuti erogati come nella PAC
agricolo. L’eventuale revisione dei criteri di assegnazione dei corrente mediante pagamenti aziendali. A seconda che i
diritti dovrebbe necessariamente tenerne conto. beneficiari vengano individuati nelle “famiglie agricole” (reddito
agricolo > 50%), nei “coltivatori diretti” (lavoro famigliare >50%)
I possibili effetti distributivi dell’Health check o negli “agricoltori professionali” (reddito lordo standard
aziendale > 7 Ude) il giudizio in termini di targeting si modifica.
Con la verifica dello “stato di salute” (Health check) della PAC, la
redistribuzione dei pagamenti tra i beneficiari è per la prima volta
Pagina 40 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Tabella 2 - Impatto diretto e indiretto del sostegno di diversi gruppi di beneficiari compromesso finale ha ridimensionato alcuni degli strumenti
attraverso pagamenti aziendali. Valori percentuali
proposti (in particolare quello della modulazione progressiva) ma
Impatto diretto Impatto indiretto Impatto totale ha sostanzialmente mantenuto l’impianto generale della
Fam. Colt. Agri Fam Colt. Agric Fam. Colt. Agric proposta. I governi nazionali di conseguenza hanno adesso a
agric diretti cprof agric diretti prof. agric diretti prof. disposizione maggiori gradi di libertà nel perseguimento di
1 9.0 12.1 2.9 0.1 0.9 0.1 4.6 6.8 1.3 obiettivi distributivi (equità, transfer efficiency) attraverso i
Famiglie
2 6.0 7.5 4.2 0.1 0.9 0.1 3.1 4.4 1.8 pagamenti PAC.
3 13.8 18.2 13.1 0.2 2.0 0.3 7.1 10.6 5.7 Un loro uso accorto potrebbe costituire un’ulteriore tappa verso
benefic.
4 22.7 21.2 25.2 0.3 0.8 0.3 11.6 11.6 10.9 una PAC che in futuro, per cause sia interne che esterne,
5 48.6 41.0 54.6 0.8 0.8 0.7 24.9 22.1 23.4
potrebbe fortemente ridimensionare le sue finalità di sostegno al
1 0 0.0 0.0 6.5 5.8 6.7 3.2 2.7 3.9
reddito. Nel frattempo, appare sempre più urgente una
2 0.0 0.0 0.0 11.3 10.5 11.6 5.6 5.0 6.7
Altre
3 0.0 0.0 0.0 16.4 14.5 16.9 8.1 6.9 9.8
discussione tra le diverse componenti del mondo della
famiglie produzione e le istituzioni nazionali e regionali intorno ad una
4 0.0 0.0 0.0 21.6 21.1 22.2 10.7 10.0 12.8
5 0.0 0.0 0.0 42.7 42.7 41.2 21.1 20.1 23.8 definizione dei beneficiari che sia maggiormente adeguata allo
Totale scenario economico che si va profilando. Tale confronto
impatti
100 100 100 1.4 5.4 1.4 51.3 55.4 43.0 consentirebbe infatti all’agricoltura italiana di partecipare alla
verso i Revisione del bilancio attualmente in svolgimento ed alla
beneficiari
definizione delle prospettive finanziarie del dopo-2013 con una
Fonte: (Rocchi e Pizzoli, 2007) posizione condivisa ed una maggiore forza contrattuale.
La concentrazione degli aiuti verso le sole aziende gestite da
coltivatori diretti mostra il più elevato indice di targeting totale,
con il 55.4% degli incrementi di reddito che “rimane”, dopo che i
Note
pagamenti hanno prodotto tutti i loro effetti moltiplicativi, nel 1
Le simulazioni sono state basate sulle proposte della Commissione. L’accordo
gruppo beneficiario. Viceversa l’adozione di un criterio di conclusivo ha in qualche aspetto ridimensionato tali proposte, con ovvi effetti sulle
“professionalità” nella definizione del gruppo beneficiario conseguenze distributive. Tuttavia le simulazioni servono a cogliere la “direzione”
degli impatti e i possibili effetti controversi. Nello scenario di redistribuzione i
comporterebbe il peggiore risultato in termini di targeting (43%). pagamenti sono stati ridistribuiti in proporzione agli ettari all’interno delle regioni
E’ interessante notare come siano gli effetti indiretti più amministrative tra tutte le aziende che gestivano seminativi, anche se non
favorevoli a far preferire dal punto di vista del targeting la ricevevano alcun pagamento PAC in precedenza; è stata introdotto un tasso di
definizione “coltivatori diretti” a quella di “famiglie agricole”. modulazione base a regime del 13%; il tasso di modulazione è stato incrementato
al 16, 19 e 22% per le aziende con diritti individuali superiori rispettivamente a 100,
Il modello di micro-simulazione consente una valutazione 200 e 300.000 €.
comparata in termini di targeting di diversi scenari d’applicazione 2
Nello scenario di semplificazione i pagamenti sono stati ridistribuiti in base alle
delle proposte della Commissione. Nella tabella 3 lo scenario superfici solo tra le aziende che percepivano già pagamenti PAC; è stato introdotto
un tasso di modulazione base a regime del 13%; sono stati azzerati i pagamenti
relativo al mantenimento dei premi definiti in base alla riforma individuali inferiori ai 500 €.
Fischler viene posto a confronto con uno scenario di
applicazione dell’Health check che si pone un obiettivo di
redistribuzione (regionalizzazione del premio e introduzione di Riferimenti bibliografici
un meccanismo di modulazione progressiva)1 ed uno scenario
che privilegia invece la semplificazione amministrativa • Allanson P. (2007) Classical horizontal inequities in the
(approssimazione dei premi esistenti e introduzione di una provision of agricultural income support. Review of
soglia minima dei pagamenti individuali)2. Agricultural Economics, 29: 656-671.
Tabella 3 - Targeting di scenari alternativi di implementazione del Pua secondo • Allanson, P. and Rocchi, B. (2008). A comparative analysis
diverse definizioni dei beneficiari Valori percentuali of the redistributive effects of agricultural policy in Tuscany
agricoltori
and Scotland. Review of Agricultural and Environmental
famiglie agricole coltivatori diretti Studies, 86 (1): 6-28. http://www.inra.fr/esr/publications/
professionali
total targeting cahiers/index.php
Riforma Fischler 39.1 47.5 35.2 • Ciaccia, D. (2008) I redditi delle famiglie agricole: obiettivi
HC redistribuzione 46.4 56.9 41.4
vecchi e nuovi degli utilizzatori istituzionali in ambito
HC semplificazione 48.3 56.4 44.3
indirect targeting
europeo. Comunicazione presentata al XLV Convegno si
Riforma Fischler 1.4 5.4 1.5 Studi SIDEA, Portici, NA.
HC redistribuzione 14.9 19.9 13.8 • Commission of the European Communities 2008. Proposal
HC semplificazione 14.0 18.5 13.2 for council regulations and decisions. COM (2008) 306/4,
downloadable at site http://ec.europa.eu/agriculture/
Fonte: (Rocchi, 2008)
healthcheck/prop_en.pdf.
L’attuale PAC, che vengano o meno applicate le misure previste • de Gorter, H., Ingo, M.D. and Ignacio, L. (2004). Domestic
dall’Health check, appare nel complesso meglio orientata verso support: economics and policy instruments. In Ingco, M.D.
il gruppo dei coltivatori diretti (valori dell’indice superiori nella and Nash, J.D. Agriculture and the WTO. New York, The
seconda colonna). In termini di targeting complessivo, inoltre, World Bank-Oxford University Press: 119-147.
entrambi gli scenari di applicazione dell’Health check mostrano • Eurobarometer, (2007). Europeans, agriculture and the
un miglioramento dell’indice, qualunque sia la definizione dei Common Agricultural Policy. Special Eurobarometer 276/
beneficiari adottata. Il confronto dei valori dell’indice di targeting Wave 66.3. Download at site ec.europa.eu/agriculture/
indiretto (valore percentuale degli impatti indiretti percepiti dal survey/index_en.htm.
gruppo beneficiario) individua nella minore dispersione degli • Eurostat (1996). Total Income of Agricultural Households:
effetti indiretti verso le altre famiglie italiane la causa di questa 1995 report. Luxembourg, Office for Official Publications of
maggiore efficienza nei trasferimenti di reddito. Soprattutto nel the European Communities.
caso dello scenario di redistribuzione, l’indice di targeting • Harvey, D. (1997). Extensions and political analysis of the
indiretto mostra un valore superiore qualsiasi sia la definizione CAP. In Ritson, C. and Harvey, D.H. (eds.), The Common
del gruppo beneficiario adottata. Agricultural Policy. Wallingford (UK): CAB International, 2nd
Questi risultati permettono di dare un giudizio tutto sommato edition, 163 – 186.
positivo delle proposte della Commissione per la revisione del • OECD - Organisation for Economic Co-operation and
pagamento unico nell’ambito dell’Health check. Come è noto il Development (2003). Farm household income: issues and
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 41

policy responses. Paris: OECD Publications. internazionale: da qui la necessità per gli operatori di cercare
• OECD Organisation for Economic Co-operation and nuove forme di governance al fine di rendere i propri prodotti
Development (2005).. Decoupling – Policy implications. “compatibili” sotto il profilo dei prezzi. Infine, le crisi alimentari
Working Party on Agricultural Policies and Markets, AGR/ che si sono susseguite in maniera abbastanza frequente degli
CA/APM(2005)22/FINAL. ultimi quindici anni (Bse, influenza aviaria, ecc.), le notizie a
• Rocchi, B. (2008). Targeting “real farmers” with reformed “tamburo battente” da parte dei mass media su continue frodi
CAP payments: an analysis for Italy. Paper presented at the alimentari, le paure legate al consumo di prodotti Ogm, hanno
109th EAAE Seminar, Viterbo (IT). http://ageconsearch.umn.edu/ fatto aumentare il livello di sfiducia da parte del consumatore
bitstream/44817/2/3.1.5_Rocchi.pdf verso l’intero sistema agroalimentare.
• Rocchi, B. (2009). The CAP reform between targeting and Guardando solamente all’ultima questione sopra indicata, si
osserva come il settore pubblico, ormai da alcuni anni, stia
equity: a structural policy analysis for Italy. In corso di
intervenendo al fine di dare garanzie specifiche ai consumatori
stampa su European Review of Agricultural Economics.
sulla qualità-sicurezza degli alimenti (un esempio su tutti è la
• Rocchi, B. e Pizzoli, E. (2007). La distribuzione del reddito regolamentazione sulla rintracciabilità dei prodotti). Il settore
nelle aziende agrarie italiane. In Brunori, G. (a cura di) privato (si veda ad esempio la grande distribuzione) si
Biodiversità e tipicità. Paradigmi economici e strategie riorganizza per rispondere alle stesse esigenze dei consumatori
competitive. Atti del XLII Convegno di Studi SIDEA. Milano, attraverso dei propri sistemi di certificazione della qualità-
Franco Angeli: 287-305 sicurezza dei prodotti. L’insieme dei suddetti fattori si traduce
• Rocchi, B., Stefani, G. and Romano, D. (2005). Distributive nella necessità per gli operatori di rendere i propri prodotti
Impacts of Alternative Agricultural Policies: A SAM-Based rispondenti sia a delle norme di tipo pubblico, cogenti e
Analysis for Italy. Cahiers d’Economie et Sociologie Rurales, volontarie, che di tipo privato.
77 (4): 85 – 112 Infatti i produttori agricoli -soprattutto nel rapporto con la grande
• Round, J.I. (2003). Constructing SAMs for development distribuzione, le imprese multinazionali e i grossi operatori della
policy analysis: lessons learned and challenges ahead. ristorazione collettiva- sono obbligati di fatto a sostenere l’onere
Economic Systems Research, 15(2): 161-183. di adeguamento del propri sistemi produttivi, così da poter
• Swinbank, A. and Tranter, R. (eds.) (2004). A bond scheme essere certificati con specifici standard privati di qualità e
for Common Agricultural Policy reform. London: CABI sicurezza degli alimenti. Il mancato adeguamento agli standard
Publishing. privati comporta di fatto l’esclusione dalla “lista” dei fornitori
• Tracy, M. (1997). Agricultural policy in the European Union riconosciuti (ormai provenienti da tutto il mondo) da parte degli
and other market economies. Genappe, (B): APS, 2nd operatori a valle.
edition.
• UNECE, Eurostat, FAO, OECD, World Bank (2007). Rural
households’ livelihood and well-being. Statistics on rural Il sistema agroalimentare e il global sourcing
development and agricultural household income. New York:
United Nations. Download at site www.fao.org/statistics/ Altro capitolo importante di discussione è la globalizzazione dei
rural/. circuiti di approvvigionamento (global sourcing). In particolare il
global sourcing sta via via interessando una crescente
letteratura descrittiva (Petrella, 1996;Friedland, 1994; Gereffi,
Globalizzazione, qualità e 1994). Di fatto, molti sono i fattori di complessità delle forniture
internazionali. In particolare, se si considera il solo aspetto
standard di certificazione culturale si può facilmente comprendere come ogni cultura
nazionale partecipi nei fatti alla determinazione di una cultura
Maria Angela Perito d’impresa (Perito, 2006). Il global sourcing crea, quindi, un
confronto lungo il canale di distribuzione tra forme culturali
Istituto Nazionale Economia Agraria (intese come insieme di codici di condotta e di comportamenti)
differenti. Prendendo in considerazione quindi gli acquisti
internazionali si comprende come questi possano complicare
ulteriormente le transazioni tra gli operatori lungo il canale di
Scenario di riferimento distribuzione e innalzare i costi di transazione (Williamson, 1975
e 1996). Infatti esse danno luogo alla predisposizione di nuove
Le filiere agroalimentari, a partire dagli anni Novanta, si specifiche attività tra le parti, in alcuni casi del tutto sconosciute
confrontano con due tendenze di fondo: da un lato, la crescente rispetto agli scambi realizzati nei confini nazionali, e ciò innalza il
apertura dei mercati delle materie prime a livello internazionale livello d’incertezza tra gli operatori e il rischio di maggiore
e, dall’altro, l’evoluzione dei consumi, principalmente nei paesi a opportunismo.
maggiore potere d’acquisto. In riferimento al primo aspetto, si In generale, la forte concorrenza presente nel corso degli ultimi
evidenzia come l’approvvigionamento di materie prime su scala anni sui mercati mondiali, con grosse aziende transazionali che
mondiale (global sourcing) sia diventato un dato di fatto anche lavorano con fornitori provenienti da tutte le parti del mondo, fa
nel sistema agroalimentare. In relazione, invece, al secondo sì che la scelta di uno specifico fornitore derivi da una sorta di
aspetto, si sottolinea un’attenzione crescente verso le qualità arbitraggio tra i prezzi da pagare per la fornitura -
specifiche dei prodotti sia in senso di tradizione-territorio (Dop, complessivamente, tenendo ovviamente conto dei costi di
Igp, prodotti della tradizione), attributi etici (ad esempio i prodotti trasporto necessari e dei dazi d’ingresso nei diversi paesi- e la
fair trade) e sostenibilità ambientale (prodotti biologici), sia più rispondenza di questi prodotti a specifiche richieste di qualità e
propriamente di caratteristiche sanitarie dei prodotti (standard di di sicurezza degli alimenti.
qualità e sicurezza). Per limitare il rischio derivante dallo svolgimento delle
Le imprese agroalimentari italiane, quindi, si relazionano con transazioni, i grossi operatori, nella scelta dei fornitori extra-
alcuni fattori di criticità, tra cui in primo luogo la disponibilità di nazionali, cercano di ottenere quante più informazioni possibili
mercati sostitutivi e/o complementari a quelli nazionali, e quindi (in termini anche di reputazione sul mercato locale) prima di
la necessità di resistere alla concorrenza internazionale, dare avvio al processo di partenariato, e successivamente
cercando di valorizzare i propri prodotti sotto il profilo della creano dei contratti ad hoc, includenti il rispetto di specifiche
qualità. D’altra parte, a fronte della crisi economica mondiale, la clausole per la salvaguardia della qualità e la sicurezza degli
leva della qualità potrebbe, da sola, non essere sufficiente ad alimenti, al fine di ridurre l’opportunismo della controparte. Per la
aiutare il sistema agroalimentare italiano a sostenere la sfida
Pagina 42 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

realizzazione della transazione, quindi, i grossi operatori a valle, sistemi che mirano al miglioramento delle tecniche di
che detengono maggiore potere di mercato, effettuano di volta in management. Questi standard inoltre si differenziano tra loro per
volta un processo di scelta tra ricorso al mercato, integrazione quanto riguarda il rapporto con il consumatore finale: la qualità
verticale o forme di relazioni intermedie tra queste due, ossia può essere comunicata al consumatore (rapporto B2C: business
contratti con scadenza periodica (forme ibride di governo). to consumer) o meno (B2B: business to business).
Conseguentemente all’evoluzione dei sistemi di certificazione i
grossi operatori a valle (grande distribuzione e aziende di
I cambiamenti di mercato e gli standard di trasformazione multinazionali), accanto alle strategie classiche
sicurezza e qualità degli alimenti di protezione della marca, hanno iniziato a sviluppare sistemi
sempre più specializzati per la sicurezza alimentare. In generale
La soglia di attenzione dei consumatori comunitari sui temi della la logica di fondo allo sviluppo dei sistemi di certificazione è
sicurezza e qualità degli alimenti, a fronte delle continue crisi stata guidata dalla logica della “ruota di Deming”, ovvero
alimentari, si è sensibilmente spostata in avanti. Questo ha un’impresa al fine di poter migliorare le proprie performance
portato ad un proliferare di standard di qualità e di sicurezza aziendali, introduce cambiamenti continui della propria
degli alimenti sia di tipo pubblico che privato (Grazia, Green, organizzazione aziendale (Deming, 1986).
Hammoudi, 2008; ). La ruota di Deming nasce sul finire degli anni Cinquanta in
In particolare, agli standard pubblici di sicurezza, sia cogenti che Giappone e ha, come filosofia di fondo, l’idea che per realizzare
volontari (la tracciabilità, l’Haccp, ecc.), si sono aggiunti dei prodotti di qualità non siano sufficienti collaudi ex post, ma che
sistemi di regolazione da parte degli operatori privati, collettivi e tutto il sistema sia coniugato con una serie di attività ex ante.
individuali. L’obiettivo di entrambi questi sistemi (pubblico- L’elemento innovativo della ruota di Deming consiste nell’idea
privato) è di rispondere, da un lato, alle preoccupazioni dei che, per riuscire a raggiungere il massimo della qualità, sia
consumatori (facendo fronte alle nuove richieste di questi ultimi necessaria (Figura 1) la massima interazione tra ricerca,
circa la sicurezza degli alimenti), dall’altro alla necessità per gli progettazione, produzione e vendita: solo una rotazione
operatori di affrontare in maniera sinergica le problematiche coordinata delle quattro fasi potrà portare al soddisfacimento del
legate all’alimentazione e alla salute umana, rispondendo in consumatore.
caso di crisi attraverso un sistema di “allerta rapido” di recupero
Figura 1 - Ruota di Deming
dei prodotti. Tutto ciò presenta un certo grado di complessità se
si pensa alla scala mondiale degli approvvigionamenti descritta La sequenza logica dei quattro punti ripetuti per un
precedentemente. miglioramento continuo è la seguente:
L’organizzazione di tale sistema passa necessariamente P - Plan. Programmazione.
D - Do. Esecuzione del programma, dapprima in
attraverso un complesso impianto di relazioni interaziendali, con contesti circoscritti.
un’organizzazione sempre più performante, il cui epicentro è un C - Check. Test e controllo, studio e raccolta dei
articolato sistema di piattaforme logistiche, gestite, anche e risultati e dei feedback.
A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare il
soprattutto, dalle imprese di trasporto. Tale organizzazione, processo.
quindi, oltre a consentire il controllo della sicurezza-qualità degli
alimenti, permette de facto la razionalizzazione dei costi
necessari all’approvvigionamento da parte degli operatori a valle
La grande distribuzione commerciale sta sviluppando sempre
(punti vendita della distribuzione moderna e “giganti” della
più standard di qualità e sicurezza. Il sistema distributivo è
ristorazione collettiva).
l’interfaccia con il consumatore finale dell’intera catena
Numerose sono le iniziative legate alla sicurezza alimentare e
dell’offerta. Il distributore è, quindi, in generale, il primo attore ad
che hanno condotto a una sempre maggiore diffusione di sistemi
essere interessato alle procedure di controllo della qualità dei
di certificazione di qualità. In Europa, ad esempio, si stanno
prodotti e del successivo richiamo, in caso di incidenti alimentari.
sviluppando in maniera sempre più intensa sistemi di
La responsabilità della grande distribuzione è naturalmente più
certificazioni - EurepGap, Brc, Ifs - richiesti come fattori
forte sui prodotti a marchio proprio, poiché essa è direttamente
discriminanti nell’acquisto dei prodotti agroalimentari dagli
responsabile della sicurezza di questa tipologia di alimenti, in
operatori a valle. Tali standard definiscono le condizioni uno scenario nel quale la percentuale di tali produzioni sta
commerciali circa i requisiti minimi di sicurezza e di qualità e, per
costantemente aumentando. Ciò spiega il motivo per cui i
poter essere messi in atto, richiedono la realizzazione, da parte distributori sono sempre più coinvolti nella creazione degli
degli produttori agricoli, di investimenti specifici in termini di
standard di sicurezza alimentari, specialmente in Europa: Safe
ammodernamento dell’organizzazione logistica e dei sistemi di Quality Food (Sqf) e EurepGAP (Engref-Fao, 2006), così come
scambio di informazioni con i clienti a valle.
l’inglese Brc (British Retail Consortium) e il franco-tedesco Ifs
In buona sostanza, tali standard possono essere considerati (International Food Standard). Alcuni di questi sistemi di
come dei pass di accesso su precisi mercati di sbocco. Di fatto,
certificazione della qualità (Qas), negli ultimi anni, sono rivolti
però, si osserva come non tutti gli operatori a valle utilizzino gli alla ricerca di una possibile armonizzazione tra i diversi sistemi.
stessi standard di certificazione: ciò comporta che i produttori
È il caso di Gfsi1 (Global Food Safety Initiative).
agricoli, inseriti in un determinato meccanismo di certificazione, Non meno complessi sono i sistemi di certificazione di qualità
risultino esclusi a priori da un differente meccanismo di
del settore industriale, a titolo di esempio infatti si evidenzia il
certificazione. sistema qualità di Nestlé (Nqs) e quello di Kraft (Qcms).

Alcuni esempi di standard di qualità e Quale ruolo possono svolgere gli standard di
certificazione qualità nell’ambito del commercio internazionale
Le imprese agroalimentari hanno iniziato a sviluppare su scala dei prodotti agroalimentari?
mondiale, a partire dagli inizi degli anni Novanta, specifici
sistemi di certificazione della qualità (Quality assurance La proliferazione ed evoluzione degli standard di sicurezza e
systems, Qas). Questi Qas hanno subito assunto una duplice qualità nei paesi industrializzati sta ricevendo un’attenzione
natura: da un lato quella della good practice, ovvero di un crescente da parte delle istituzioni internazionali (Ocse, 2004;
sistema di identificazione completa delle tecniche utilizzate World Bank, 2005, Wto, 2005) e degli studiosi (Garcia Martinez,
relativamente alla produzione, gestione, commercializzazione e M., Poole, N., 2004; ). Tali studi sottolineano come gli standard
marketing; dall’altro quella di quality management system,
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 43

privati stiano velocemente diventando un fattore fondamentale di • Garcia Martinez, M., Poole N., (2004), “The development of
accesso al mercato, specialmente per i paesi occidentali. D’altro private fresh produce safety standards: implications for
canto, l’evoluzione degli standard privati tende a creare un developing Mediterranean exporting countries”, Food Policy,
ulteriore livello di complicazione di accesso ai mercati esteri, che 29, pp. 229-255
in molti casi si sovrappone agli accordi tipo Tbt e Sps in ambito • Gereffy, G., (1994), “The International Economy and
Wto. Economic Development,” in Smelser, N., and Swedberg, R.
La concentrazione del settore della distribuzione alimentare sta (a cura di) The Handbook of Economic Sociology, Princeton,
determinando, inoltre, la prevalenza di filiere buyer driven, New Jersey: Princeton University Press, pp. 206-233.
sempre più orientate all’approvvigionamento internazionale. La
grande distribuzione alimentare si rifornisce sui mercati esteri
• Grazia C., Green R. H., Hammoudi, 2008, Qualità e
sicurezza degli alimenti. Una rivoluzione nel cuore del
imponendo ai propri fornitori dei precisi meccanismi di acquisto,
sistema agroalimentare, FrancoAngeli, Milano.
tra cui rientrano anche gli standard di sicurezza e qualità
alimentare. In sostanza tali standard alimentari vengono imposti • OCSE, (2004), Private standards and shaping of the agri-
dalla distribuzione alimentare; avendo essa un forte potere di food system, OCSE, Parigi.
contrattuale lungo la filiera, gli standard assumono il carattere di • Perito, M.A., (2006), La distribuzione moderna e il global
obbligatorietà de facto. sourcing: l’acquisto di prodotti ortofrutticoli dai Paesi Terzi
I distributori utilizzano gli standard di qualità privati come del Mediterraneo, Economia Agro-alimentare, n.3,
strumento di assicurazione dei prodotti. D’altro canto, la forte • Petrella, R., (1996), “Globalization and Internationalisation.
concentrazione e il conseguente potere di mercato dei buyer The Dynamics of the Emerging World Order.” in R. Boyer
della grande distribuzione permettono di vincolare i fornitori al and D. Drach (a cura di), States Against Markets, London:
raggiungimento obiettivi di qualità. Routledge, pp. 62-83.
La questione di fondo da affrontare, quindi, riguarda le • Williamson, O., (1975), Markets and Hierarchies, New York,
conseguenze dell’evoluzione degli standard di certificazione free press.
sugli accordi in ambito Wto.
• Williamson, O., (1996), The Mechanisms of Governance,
Di fatto ciò che sta succedendo e sempre più accadrà in futuro,
Oxford University Press.
è che gli standard privati, più ancora che quelli pubblici, stanno
diventando il “cavallo di Troia” per l’accesso ai mercati a più alto • World Bank, (2005), Food safety and agricultural health
reddito per i produttori di paesi in via di sviluppo. standard: challenges and opportunities for developing
In sostanza, l’estensione territoriale dell’impresa agro-alimentare country export, World Bank, Washington DC.
e l’evoluzione della distribuzione alimentare porta ad un • WTO, (2005), Committee on sanitary and phitosanitary
cambiamento sostanziale del canali di distribuzione dei prodotti measures, meeting del 29-30 giugno 2005 (G/SPS/R/37),
agro-alimentari, nel senso di un crescente processo di WTO, Ginevra.
internazionalizzazione degli stessi. In particolare, nel processo
di approvvigionamento dei punti di vendita, la distribuzione
moderna, rivolgendosi in maniera crescente a fornitori stranieri, La sfida della governance nella
richiede a questi ultimi di sottoscrivere dei capitolati di fornitura
in cui la componente relativa al rispetto di clausole sulla qualità politica di sviluppo rurale
e sicurezza alimentare dei prodotti rappresenta una conditio sine
qua non per l’ingresso degli stessi fornitori sul mercato. Gli Renata Lizzi
standard privati quindi funzionano anche come strumento di
coordinamento delle filiere, standardizzando i requisiti di
prodotto tra fornitori locali, nazionali ed esteri, permettendo Come governare le politiche di sviluppo rurale
quindi alle insegne della distribuzione un effettivo global
sourcing dei prodotti agroalimentari in quanto tutti i prodotti, a Origini ed evoluzione della politica di sviluppo rurale risultano
prescindere dai luoghi di produzione, hanno le stesse garanzie essenziali per comprenderne e interpretare le attuali dinamiche
minime di sicurezza, salubrità e qualità dei prodotti. Tutto ciò di policy, i caratteri distintivi, i limiti e le potenzialità. Vengono in
risulta particolarmente importante se si pensa che le “filiere evidenza fra l’altro le interdipendenze di questo settore (o sotto-
globali” sono condizionate da differenti ambienti regolamentari settore?) con altre politiche pubbliche – in primis quella agro-
ed economici: gli standard privati agiscono quindi come fattore industriale in senso stretto, quindi quella di sviluppo territoriale e
imprescindibile per ridurre i costi di transazione dei prodotti e i di coesione, infine quelle ambientale, di manutenzione del
rischi associati all’approvvigionamento sui diversi mercati. territorio, forestale, artigianale, turistica e sociale in senso lato.
Gli standard privati possono inoltre rivestire un ruolo di La politica di sviluppo rurale nasce infatti da un “innesto”
definizione del percorso per ulteriori sviluppi regolamentari da praticato su quella agricola e, per ora, rimane parte integrante di
parte dei regolatori pubblici su scala mondiale (nella logica del essa, in certa misura subordinata, se non altro perché ne
first mover), oltre a differenziare i prodotti e, allo stesso tempo, dipende finanziariamente in base al meccanismo della
gestire i costi di transazione e i rischi associati all’utilizzo di modulazione: ben più scarse risultano ancora le risorse di cui
fornitori su scala mondiale. dispone e, nel medio periodo, non è prevedibile che tale
situazione cambi. Semmai ci si può attendere che i tagli
divengano consistenti per entrambe le voci di spesa del bilancio
Note agricolo comunitario post-2013.
1 Questo innesto è avvenuto per dare uno sviluppo diverso alla
La Global Food Safety Initiative (Gfsi) è coordinata dal Cies - The Food Business
Forum. PAC – sottoposta a pressioni esterne ed interne1 - e per
spostare parte del sostegno pubblico dalla politica di mercato a
quella strutturale, con l’obiettivo di rendere tale sostegno meno
Riferimenti bibliografici distorsivo e più equo. Le spiegazioni però sono anche altre: fra
gli anni ottanta e novanta nuove idee e istanze sono andate
• Deming, W.E., 1986), Out of Crisis, Cambridge University affermandosi ai confini della politica agricola, da quella
Press. ambientalista, della tutela dei consumatori, a quella della qualità,
delle produzioni biologiche, dei prodotti tipici e della sicurezza
• Friedland, W. H., (1994), “Globalization, the State, and the alimentare. Tali aggiustamenti e innovazioni sono andate
Labor Process”, International Journal of Sociology of emergendo entro un contesto anch’esso in movimento e si sono
Agriculture and Food, 6, pp. 30-46.
Pagina 44 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

combinate con dinamiche di livello macro che spingevano verso artigianale. Laddove poi vi siano le condizioni per la
la liberalizzazione dei mercati – in direzione della valorizzazione (anche in senso economico e commerciale) della
globalizzazione – ma contemporaneamente verso l’ancoramento qualità e della tipicità di produzioni agro-alimentari, anch’esse
al territorio, il recupero di tradizioni e specificità, il diventano oggetto delle politiche di sviluppo rurale. L’eco-
decentramento dei governi – in direzione locale2. compatibilità o sostenibilità ambientale della politica è un altro
Inevitabilmente, la politica di sviluppo rurale risente di queste elemento costitutivo e può assumere le forme della
origini composite e, a dieci anni dalla sua istituzione formale, riforestazione, dei metodi estensivi, delle buone pratiche di
avvenuta nel marzo del 1999 con l’approvazione di Agenda coltivazione e della salute animale.
2000, mantiene le diverse anime: agro-produttivista e Si tratta si idee innovative, seppure non nuove, visto che almeno
modernizzatrice, territorial-ambientalista-conservativa, post- in ambito europeo esse circolano dalla metà degli anni ottanta,
produttivista di promozione della qualità e tipicità; anime che trovando ripetute finestre di opportunità per tradursi in politiche,
possono anche entrare in contraddizione fra loro, ma che allo grazie al consolidamento della politica ambientale europea, al
stesso tempo - se governate - trovano composizione e possono rafforzamento della politica di coesione e dei fondi strutturali,
tradursi in azioni “virtuose” per lo sviluppo rurale. alla continuazione del percorso di riforma della PAC avviato nel
La sfida appunto sta nelle modalità di governance, ovvero nella 1992, proseguito nel 1999, approfondito con la Mid term review
scelta di strategie e strumenti adatti a guidare il cambiamento e del 2003 e confermato con l’Health check nel 2008. Ciò che vi è
tenere insieme la complessità (di interessi e di idee, di attori di innovativo sta infatti ora anche nei modi e negli strumenti con
pubblici e privati), senza cadere in scelte “viziose” a favore della cui tali politiche vengono concepite e disegnate: il principio
continuità e del consensualismo (con giustificazioni del tipo: si è strategico di integrazione, quello generale della sussidiarietà,
sempre fatto così, non si può non accontentare un po’ tutti). quelli della trasversalità per ambiente e coesione vanno a
Dal punto di vista degli obiettivi e dei principi di policy, la rottura ridefinire i confini settoriali delle politiche, rendono molto meno
con il passato e le novità stanno già nelle comunicazioni, nelle rigide le divisioni di competenze (e poteri) fra livelli di governo e
decisioni e nei regolamenti comunitari approvati a partire dal consentono a nuovi attori di avere accesso al processo politico-
1999 in attuazione di Agenda 2000. Dal punto di vista degli decisionale.
strumenti e delle strategie, ovvero delle modalità effettive con le E’ una rivoluzione copernicana che ha la dimensione territoriale
quali obiettivi e principi si traducono in azione, esse non al suo centro e attorno ad essa fa ruotare gli attori, le strategie e
possono che presentare le caratteristiche della flessibilità, le azioni più adeguate ed efficaci a valorizzarla.
dell’adattabilità, dell’aggiustamento in corso d’opera in funzione
delle specificità locali, ma anche degli input globali. All’ombra
della gerarchia ed entro un disegno di policy generale definito in Attori e interessi vecchi e nuovi: comporre e
base a logiche di government – regolamenti comunitari e piano
nazionale – si tratta di sviluppare modi formali e informali di ridefinire governando
governance che, sulla base di una logica non gerarchica, di
coordinamento orizzontale, favoriscano lo scambio di risorse fra Quindi non più solo gli agricoltori, né quelli ancora in attività in
le diverse parti in gioco, rendano stabili le reti di rapporti fra i aree rurali né quelli giovani in entrata, sono i soli attori rilevanti
molteplici attori, regolino le interdipendenze di questo ambito delle politiche di sviluppo rurale: lo sono infatti e allo stesso titolo
con diversi altri settori di policy. gli ambientalisti che, specie a livello locale, hanno la forza per
limitare lo sfruttamento delle risorse naturali e per bloccare
attività che provochino esternalità negative sul paesaggio.
Lo sono i consumatori che – seppure privi di forti associazioni in
Nuove idee Italia – hanno trovato il modo di far sentire la propria voce
spostando domanda e scelta d’acquisto su prodotti tradizionali,
Cork 1996, Agenda 2000 e il concetto di multifunzionalità di qualità, certificati, sicuri; i consumatori lo sono anche,
definiscono le origini temporali, strategiche e concettuali della soprattutto dopo la vicenda della Bse, perché hanno come
politica di sviluppo rurale. La Conferenza di Cork sullo sviluppo risorsa la minaccia o il rischio di un tracollo dei consumi nell’arco
rurale in Europa, promossa dalla Commissione europea, di pochi giorni. Lo sono i turisti e gli operatori dell’agriturismo
rappresenta una tappa fondamentale nella ridefinizione degli perché scelgono (chiedono e offrono) luoghi, residenze e attività
orientamenti delle politiche sia agricola (dopo la MacSharry del legate alle risorse del territorio. Lo sono le Pmi e gli altri
1992) sia strutturali (dopo il Pacchetto Delors 1994-99). La operatori economici delle zone rurali che nella promozione del
strategia ivi annunciata conteneva tre idee qualificanti: a) il ruolo territorio e delle loro produzioni di piccola scala trovano garanzia
polifunzionale delle aree rurali, importanti per la funzione di lavoro e di reddito. Lo sono le comunità locali che hanno
produttiva ma anche per il capitale di risorse naturali, per il poche risorse, ma sufficienti se ben utilizzate, per protestare e
potenziamento di attività artigianali e delle Pmi; b) lo sviluppo bloccare infrastrutture, opere e insediamenti che ai loro occhi
sostenibile come principio qualificante del ruolo polifunzionale e sono dannosi. Lo sono ancora le autorità locali, i funzionari
integrato di tali aree rurali, a delineare un diverso modello non pubblici e lo sono ovviamente gli agricoltori medi o piccoli che
settoriale delle politiche agricole e anche strutturali; c) il operano in queste zone e che si trovano nel corso del tempo a
potenziamento delle risorse finanziarie da utilizzare su base dover condividere risorse finanziarie, servizi e aiuti pubblici che
territoriale e integrata che poteva derivare solamente da una tradizionalmente erano destinati soltanto a loro. Le loro
riforma della PAC, ovvero dalla riduzione del sostegno dei resistenze sono facilmente immaginabili, poiché si tratta non
prezzi, dal disaccoppiamento e quindi dall’innovazione degli solo di dividerli con altri, ma anche di ridefinire la propria identità
strumenti utilizzati. e i propri ruoli in relazione ad un diverso modo di concepire e
Tali idee e principi vengono ripresi e meglio specificati in promuovere lo sviluppo.
Agenda 2000, laddove la prosecuzione della riforma della PAC e Non è quindi sorprendente che il riorientamento delle risorse
la razionalizzazione dei fondi strutturali portano alla istituzione verso la politica di sviluppo rurale incontri molte resistenze da
del secondo pilastro dello sviluppo rurale e all’elaborazione del parte di alcuni Stati membri, così come di policy maker a livelllo
concetto di multifunzionalità. Con questo concetto si intende nazionale e locale, di gruppi d’interesse agricoli: continuare con
caratterizzare il “modello di agricoltura europeo” che, accanto ad l’impostazione e le pratiche del passato è ovviamente più
una riformata politica dei mercati, attribuisce proprio al secondo semplice, come ormai tanta letteratura sulla path dependency e
pilastro il compito di valorizzare le diversità degli ambienti socio- sulla policy legacy ha dimostrato3; risulta indubbiamente più
economici territoriali, di promuovere - a seconda delle difficile gestire gli aiuti sulle misure innovative, sui servizi, sulla
potenzialità, delle risorse e dei vincoli endogeni - orientamenti formazione, piuttosto che su sull’ampliamento di una stalla; la
locali diversi, di tipo agro-ambientale, agrituristico, agro- complessità dei controlli spesso si traduce in eccessi burocratici
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 45

e costi aggiuntivi (Bureau, Mahé 2008). Rimane ancora più nazionale in paesi come Francia, Olanda e Grecia, quelli
facile, seppure in tempi di risorse scarse, accontentare un poco regionali e locali in Italia, Germania e Spagna) e agli altri settori
tutti, non essere selettivi sulle iniziative da finanziare, anziché economici interessati (artigianato e turismo, ambiente,
privilegiare la formazione e gli incentivi ai giovani se questi sono forestazione). Alcune esperienze in atto ci possono fornire
numerosi sul territorio e non hanno occupazione. un’idea concreta dei differenti esiti dal punto di vista del modelli
Per avere delle priorità infatti servono delle ipotesi forti di policy di governance. Quello britannico è forse il più significativo dal
ed è necessario costruire delle coalizioni di attori che le punto di vista del superamento della settorialità della vecchia
condividano e le sostengano4. Non è un caso che, nella politica agricola e del coordinamento orizzontale perseguito a
distribuzione delle risorse fra gli assi e nel conteggio degli livello nazionale con la ricomposizione nel Department of
impieghi già realizzati, anche per il periodo 2007-2013 Environment, Food and Rural Affaires (Defra), mentre la
prevalgano nettamente le politiche facili, i trasferimenti e i programmazione ad esempio si sviluppa entro quattro macro-
progetti meno innovativi (Dax 2005; Sotte, Camaioni 2008); così regioni (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord); in buona
come in precedenza si sono maggiormente diffuse le misure parte dei paesi europei, invece, il livello di programmazione
ambientali e di rimboschimento, i cui costi amministrativi sono resta quello nazionale e continua a far capo al ministero
limitati mentre elevati sono i benefici finanziari per gli agricoltori dell’agricoltura (seppure variamente denominato), con
(De Filippis, Storti 2001). l’eccezione di Spagna, Germania, Belgio e Finlandia dove è
Obiettivi, assi e strategie (programmazione, partnership, previsto il coordinamento fra Stato e regioni; in Italia, il totale
valutazione, ecc.) sono frutto di scelte assunte da altri livelli di decentramento delle competenze in materia agricola e rurale a
governo secondo logiche di government e fissano priorità e linee favore delle regioni ha comportato lo spostamento della
d’azione per i governi regionali e locali (De Filippis, Sotte 2006). programmazione a questo livello e la produzione di ben 35
La loro traduzione operativa non può che seguire però una differenti documenti di programmazione (De Filippis e Storti,
logica di governance: il successo e l’insuccesso di queste 2001)5; tali documenti sono comunque nella grande
politiche si misura sulla capacità di coordinamento orizzontale, maggioranza dei casi elaborati dagli assessorati per
di scelte negoziate, di priorità condivise, di strumenti di l’agricoltura, quindi mantenendo l’imprinting settoriale delle
implementazione e controllo efficaci e adeguati alla situazione, vecchie politiche agricole; anche il Piano strategico nazionale
differenziati in base ai diversi obiettivi produttivisti e post- per lo sviluppo rurale 2007-2013 è stato elaborato dal Ministero
produttivisti. Solo un insieme di reti e raccordi formali e informali per le politiche agricole agro-alimentari e forestali (Mipaaf) ed è
può tenere insieme una molteplicità di attori che non sufficiente scorrere l’indice per constatare che anch’esso
appartengono al mondo agricolo, ma sono legati a quello che mantiene pienamente quell’impostazione.
dovrebbe diventare un nuovo domain, quello dello sviluppo Ovviamente non si vuole affermare che sia sufficiente
rurale. riorganizzare i ministeri agricoli o attribuire a più assessorati
regionali il compito della programmazione per ottenere politiche
di sviluppo rurale territorialmente mirate; ma forse sarebbe un
Quale governance per quale sviluppo rurale? primo passo.
Come infatti emerge dalle indagini empiriche sulle scelte
E’ evidente che non possiamo attenderci l’evoluzione di una privilegiate in termini di assi e di risorse destinate ai diversi tipi
politica di sviluppo rurale del tutto omogenea in giro per d’intervento, prevalgono nettamente, in Italia e in Europa, quelle
l’Europa. Diversamente da quanto avvenuto in passato con la settoriali, mentre quelle per il territorio e per i settori diversi da
PAC e in linea con la definizione di policy affermatasi nell’ultimo agricoltura e agro-industria non superano il 10%; un peso più
decennio da Cork alla Mid term review, in diversi contesti e in che rilevante continuano ad avere le misure per l’ambiente,
presenza di diversi assetti istituzionali, la combinazione di nuovi l’imboschimento e le misure di accompagnamento, proprio
e vecchi obiettivi, la composizione di strategie e strumenti, il perché altro non sono che un premio per gli agricoltori (e non
numero. il tipo di attori e di network risulteranno evidentemente certo perché essi siano diventati tutti ambientalisti) (De Filippis e
differenti nei diversi paesi europei e forse anche nelle diverse Storti 2001; Mantino 2003; Dax 2005).
regioni. Ovviamente, questo pone un problema di governance a L’ampliamento dei confini della politica di sviluppo rurale oltre
livello comunitario, specie se dovessero aumentare le risorse quelli agricoli, delle questioni oggetto di attenzione, del numero
destinate allo sviluppo rurale: come legittimare l’impegno di di attori che vi partecipano è un processo in atto; le impalcature
risorse comuni crescenti per una politica territorialmente di governance che andranno a svilupparsi nei diversi casi
connotata non solo nelle soluzioni, ma anche nelle dinamiche saranno determinanti per i suoi esiti.
istituzionali e di policy, dove il mix fra pubblico e privato
potrebbe spostarsi a favore del secondo, dove il peso del settore Note
agricolo potrebbe nel tempo ridursi a favore del turismo o 1
dell’artigianato? Facciamo riferimento alle pressioni internazionali dei negoziati Gatt avviati nel
1985 e ai vincoli interni rappresentati dal bilancio comunitario, dai costi delle
Per quanto riguarda invece le differenti soluzioni di governance eccedenze, dai primi scandali alimentari e ambientali.
nei contesti nazionali e regionali, possiamo usare una metafora 2
I riferimenti sono all’avvio dell’Uruguay Round nel 1985, all’approvazione dell’Atto
già nota e sottolineare che la governance non deve essere Unico Europeo e ai nuovi titoli V e VII su coesione e ambiente, al Pacchetto Delors
I, alle misure di accompagnamento della MacSharry del 1992 e ai regolamenti del
intesa come una ricetta buona per tutti i menù e tutte le stagioni: 1988 e del 1992 su biologico e denominazioni.
essa è l’indicazione di un insieme di ingredienti e dei modi di 3
Path dependency e concetto che spiega come le scelte del presente siano
cucinarli per ottenere buone pietanze. Fuori di metafora, i condizionate dalle scelte del passato e tendano a seguire un percorso già tracciato
sistemi di governance dello sviluppo rurale dovranno avere o a modificarlo di poco (Pierson 2004), mentre con policy legacy si intendono gli
elementi costitutivi di una politica che i decisori ereditano dal passato e che gli
connotazioni specifiche, differenziate per aree territoriali, per interessi sedimentati tenderanno a difendere a spada tratta (Rose, Davies 1994).
obiettivi prioritari, per numero e tipo di attori, mentre alcuni tratti 4
Nel corso di questa riflessione abbiamo utilizzato concetti – come finestra di
comuni dovrebbero essere e rimanere legati alle disposizioni opportunità per policy window, policy domain, coalizioni di attori per advocacy
coalition – che fanno parte del linguaggio e dell’approccio degli studi di policy. Per
comunitarie. Questo porrà un problema di governance a livello eventuali approfondimenti si rimanda a Capano e Giuliani (1996).
nazionale specie per i paesi come l’Italia, la Spagna e la 5
De Filippis e Storti (2001, 22) prendono in considerazione i seguenti programmi:
Germania. sette Por e rispettivi complementi di programmazione nelle regioni obiettivo 1; sette
Coordinamento orizzontale, integrazione settoriale e Psr in obiettivo 1; quattordici Psr fuori obiettivo 1. A questi andrebbero aggiunti, in
realtà, i ventuno Piani Leader Regionali e, qualora tutte le regioni optassero per il
multifunzionalità sono infatti principi generali che vanno già programma operativo piuttosto che per la sovvenzione globale, altrettanti
assumendo forma e sostanza in base alle idee e ai ruoli complementi di programmazione
tradizionali che il settore primario ha nell’economia, in base  
anche ai livelli di governo coinvolti (essenzialmente quello
Pagina 46 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Riferimenti bibliografici finalizzazione nell’amministrazione delle risorse più congrua


al contesto europeo (Sotte, 2008) e, in generale, di difficoltà
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pp. 421-440 loro giusto contesto, esse sono precedute da alcune
considerazioni sull’attuale strutturazione del settore agricolo
• Capano G. e Giuliani M. (a cura) (1996), Dizionario di svizzero e da alcuni appunti dedicati alla politica agraria e alla
politiche pubbliche, Roma NIS sua riforma negli anni Novanta sul cui sfondo si sono evolute le
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20 - 50 ha 6% 24% 21% 24% 14% 29%
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di sviluppo rurale, intervento a Convegno su La politica di > 50 ha 3% 23% 38% 6% 12% 3%
sviluppo rurale. A che punto siamo? - Ancona 21 novembre Taglia media
9.0 45.7 52.1 19.6 24.6 16.7
2008 (in ha)
% aziende >
2.8% 22.8% 37.9% 6.4% 12.4% 2.5%
50 ha

La politica agraria svizzera: il Fonte: Unione Svizzera dei contadini, varie pubblicazioni 1940-2007

dilemma fra tradizione e La “vecchia” politica agraria della Confederazione, e forse anche
la “nuova” politica agraria, hanno frenato il cambiamento
competitività strutturale del settore che, senza la protezione statale, sarebbe
stato di ben più ampia portata. Forse perché nella discussione
Gianluca Giuliani politica il settore ha ancora un “peso specifico” che va ben oltre
quello che si potrebbe presumere dai dati economici. I
cambiamenti strutturali a cui si è accennato sono stati generati
La politica agraria svizzera è internazionalmente nota per gli sostanzialmente dal rapporto fra i redditi medi conseguiti in
importanti contributi finanziari con cui sostiene il settore. Negli agricoltura e quelli conseguiti in altre branche dell’economia.
anni Novanta il dibattito sulla necessità di rendere le strutture più Quest’ultimi sono economicamente dei costi di opportunità per le
competitive promuovendo nel contempo una produzione più aziende agricole (vedi per esempio Rieder et al., 1999) e, al più
rispettosa dell’ambiente hanno portato ad un’importante riforma tardi al momento del cambio generazionale, sono un fattore di
agraria nella quale si è applicato il principio di un deciso peso nella ripresa o abbandono dell’attività agricola da parte di
disaccoppiamento tra le produzioni agricole e l’intervento dello un successore. Il reddito medio conseguito in agricoltura non è
Stato. tuttavia tanto il risultato dei meccanismi di domanda ed offerta
Anche in Svizzera, come in Europa (Commissione europea, ma in gran parte la conseguenza di una volontà politica ben
2007), ad una quindicina d’anni dall’inizio della graduale precisa.
applicazione delle nuove misure, vi è la necessità di un’ampia
riflessione su quanto sia stato raggiunto e su quando rimanga
ancora da fare. Il presente contributo si sofferma in particolare
su tre temi che possono essere di un certo interesse anche in
La “vecchia” politica agricola
ambito internazionale:
Dall’immediato dopoguerra, per più di 40 anni si è seguita in
• il primo prende spunto dall’incidenza, rispettivamente dalla
Svizzera la strategia “dell’agricoltura produttiva”. L’obiettivo
“non incidenza” della riforma agraria elvetica sul sistema
fondamentale era il mantenimento di un alto numero di aziende
internazionale utilizzato per quantificare il sostegno agrario
agricole per assicurare al paese un alto grado di auto-
interno dei vari paesi, il Pse (Producer support estimate);
approvvigionamento alimentare. Per raggiungere questo
• la seconda riflessione, incentrata sulla relazione fra obiettivo la Confederazione Elvetica ha assicurato redditi agricoli
l’applicazione del concetto del disaccoppiamento e la elevati attraverso l’amministrazione dei prezzi e la garanzia di
competitività del settore, ha un carattere più interno, ma smercio della produzione. In questo modo, sono stati favoriti gli
contiene alcuni spunti che potrebbero essere di un certo agricoltori delle zone più produttive del paese generando
interesse anche a livello internazionale; differenze sempre maggiori di reddito fra aziende dell’altopiano
• in conclusione il contributo si sofferma su alcune e aziende di montagna. Per correggere questa evoluzione
osservazioni svolte in Svizzera in merito alla indesiderata, la politica è intervenuta a più riprese in favore delle
“multifunzionalità” dell’agricoltura: rispettivamente sul grado regioni di montagna. Tale sostegno mirato è stato reso possibile
di “jointness” nel processo produttivo agrario. Queste ultime dalla suddivisione già negli anni Settanta dell’intera superficie
riflessioni si inseriscono nell’attuale ricerca di una agricola in “zone di produzione”. Il sistema di sussidio per zone
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di produzione, perfezionato nel corso degli anni e attualmente nella composizione della spesa agricola. I contributi sono
ancora utilizzato, si differenzia con riferimento a tre zone di commisurati alla superficie coltivata ed elargiti in maniera
pianura, una collinare prealpina e quattro di montagna. differenziata a seconda delle zone di produzione, come lo erano
Fino all’inizio degli anni Ottanta ci si ponevano poche domande già precedentemente i sussidi alle aziende delle zone di
sui costi di tale politica, soprattutto su chi dovesse sopportarne montagna.
l’onere, a quanto questo dovesse ammontare, e sulle sue Dal 1997 le spese della Confederazione Elvetica a favore
conseguenze ambientali. Per le singole aziende agricole le cose dell’agricoltura raggiungono una quota che rimane praticamente
andavano bene, poiché l’amministrazione federale ritoccava, di immutata fino ad oggi (circa 3.5 miliardi di franchi svizzeriper
anno in anno, i prezzi verso l’alto. Il mantenimento del potere anno). L’evoluzione delle singole posizioni rispecchia la strategia
d’acquisto delle aziende era garantito, e quest'ultime non erano fondamentale della riforma agraria voluta negli anni Novanta,
quindi obbligate ad aumentare i carichi di lavoro o ad adottare cioè di progressivo abbandono del sostegno diretto ai mercati
strategie di razionalizzazione dei processi produttivi. Per i agricoli in favore dei pagamenti diretti non legati alla produzione.
cittadini svizzeri l’obiettivo dell’auto-approvvigionamento in caso A circa quindici anni dall’inizio del processo di riforma,
di crisi è stato per lunghissimo tempo prioritario sia rispetto ad caratterizzato dal principio del disaccoppiamento, e dopo aver
altri obiettivi, sia rispetto ai costi conseguenti a questo tipo di implementato in varie tappe varie misure per conferirle
politica. concretezza, attraverso alcune analisi empiriche, si è cercato di
trarre alcune prime conclusioni dal processo di riforma. Nei
prossimi paragrafi si darà spazio a tre osservazioni che dal
Il cambiamento degli anni Novanta nostro punto di vista sono di particolare interesse e che possono
essere spunto di riflessione:
Con il tempo però l’amministrazione dei prezzi agricoli, alterando • l’impatto della riforma sulla quantità e la qualità del sostegno
i segnali del mercato, ha determinato l'insorgere e l'aggravarsi di pubblico all’agricoltura visto in un’ottica internazionale,
problemi seri per la politica agraria della Confederazione. Lo • l’impatto della riforma sulla competitività del settore agrario,
testimoniano, in particolare, la sovrapproduzione di prodotti e
agricoli e la diffusione di una produzione intensiva poco • le implicazioni della riforma agraria sulla questione della
rispettosa dell’ambiente. A quest’evoluzione indesiderata si è “jointness” nella produzione agricola (la connessione
sopperito in un primo tempo con l’introduzione di vincoli alla multifunzionale tra produzione e tutela ambientale).
produzione (per esempio il contingentamento lattiero) e con
proibizioni (per esempio imponendo un limite in termini di carico Figura 1 - Evoluzione dei flussi finanziari destinati al sostegno dell’agricoltura in
di bestiame per ettaro di superficie agricola). Si tratta tuttavia di Svizzera
correttivi non abbastanza efficienti e non in grado di eliminare i
4'000
problemi alla radice.
Amministrazione
I motivi interni sopraccitati (eccedenze di mercato non più 3'500
Spese della Confederazione

finanziabili e produzione intensiva poco rispettosa dell’ambiente) 3'000


in Mio di sFr.

rafforzati da motivi esterni (conclusione di accordi internazionali 2'500


Aiuti per il miglioramento
delle strutture
con i quali la Svizzera si impegnava a diminuire il suo sostegno 2'000
al settore agricolo) hanno portato ad un mutamento di approccio 1'500
Pagamenti diretti
della politica agraria. I cittadini, prima ancora dei consumatori,
1'000
hanno cominciato a chiedere un’agricoltura più sostenibile. In Misure di sostegno dei
500
particolare si richiedeva con sempre più insistenza un’agricoltura mercati
più rispettosa dell’ambiente. Ma anche da un punto di vista 0
1990/92 1997 2000 2005 2007
economico non si ritenevano più giustificati i costi sopportati per
perseguire quale unico obiettivo un alto grado di auto-
Fonte: Ufficio Federale per l’agricoltura, rapporto sull’agricoltura 2002.
approvvigionamento. Sullo sfondo di queste nuove sensibilità è Dati dal 2000: Unione Svizzera dei contadini, “Statistische Erhebungen und
stato progettato un radicale riassetto della politica agraria Schätzungen” 2007
svizzera. Il nuovo concetto è stato costruito sul principio di un
deciso disaccoppiamento tra le produzioni agricole e l’intervento
dello Stato. Tale concetto, espresso nei termini della Il sostegno pubblico all’agricoltura in un’ottica
“multifunzionalità” dell’agricoltura, dopo il consueto iter
parlamentare, è stato approvato con votazione popolare nel internazionale
1996 ed ha assunto addirittura rilievo costituzionale (art. 104
della Costituzione Elvetica). Con questo articolo si è Il sostegno pubblico concesso all’agricoltura elvetica è
praticamente stabilito che: ampiamente noto e documentato anche a livello internazionale
• le aziende agricole devono diventare più competitive (vedi ad esempio Oecd 2009). Quale indice per comparare il
nell’offerta di beni di consumo; sostegno fra i vari paesi si utilizza spesso il Pse (Producer
support estimate). Il Pse è un indicatore del valore monetario dei
• al fine di raggiungere questo obiettivo la Confederazione trasferimenti lordi dai consumatori e dai contribuenti a beneficio
non intende più interferire nei meccanismi di domanda e degli agricoltori. Si tratta di uno strumento di facile
offerta dei prodotti agricoli di base; comunicazione, anche se il suo calcolo è, per vari motivi, non
• ma piuttosto essa adotta incentivi mirati alla produzione di altrettanto semplice (vedi BYERLEE e MORRIS, 1993; DOYON et
beni ambientali e altri beni/servizi di interesse collettivo per i al., 2001).
quali non esistono mercati. Purtroppo il dato sul sostegno globale non contempla natura,
La riforma agraria, implementata in modo graduale, non può obiettivi o ripercussioni di questi trasferimenti sulla produzione o
essere considerata a tutt’oggi conclusa. Quali cambiamenti sul reddito agricolo e non è in grado di dare delle indicazioni
siano subentrati risulta evidente dall'andamento delle spese per analitiche sulla qualità di una determinata riforma agricola. Ci
l’agricoltura della Confederazione (vedi Figura 1). riferiamo per esempio al fatto che il Pse non è in grado di
Nel periodo 1990-92 la Confederazione impiegava gran parte distinguere fra sostegno pubblico che interferisce, a volte
del suo budget a favore del sostegno ai mercati agricoli. Nel pesantemente, con il funzionamento dei mercati e sostegno
1992, con la parziale revisione della legge sull’agricoltura, si pubblico più neutro da questo punto di vista.
sono create le basi legali per l’adozione di pagamenti diretti
D’altra parte, a livello internazionale, sarebbe più che utile avere
generalizzati a tutte le aziende, e non solo a quelle delle zone di
a disposizione un indicatore complessivo del sostegno (e del
montagna; i riflessi di questa politica sono chiaramente visibili
Pagina 48 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

protezionismo) pubblico nel settore agricolo in grado di L’impatto della riforma sulla competitività del
rispecchiare non solo cambiamenti quantitativi ma anche
qualitativi del sostegno pubblico all’agricoltura. La Svizzera, settore agrario
delusa dal fatto che del concetto di disaccoppiamento non sia
tenga praticamente conto attraverso gli indicatori internazionali Dai dati della Tabella 1 traspare in modo piuttosto evidente che,
ha promosso una riflessione su come eventualmente modificare nonostante la riforma agraria, le strutture osservabili nel settore
il calcolo dei rilevatori in modo da avere indicazioni più utili (vedi agrario sono ben lontane dall’essere competitive a livello
Rieder, Flury e Giuliani, 2003). internazionale. Alcune microaziende (<10 ha) hanno pure
cessato la loro attività, ma questo non ha portato ad un
Il concetto è molto semplice e propone di affiancare al Pse
significativo aumento del numero delle aziende medio-grandi, in
tradizionale un Pse “ponderato”. Per il calcolo del Pse
termini “elvetici”, di aziende con più di 30 ha. È evidente che
“ponderato” sarebbe necessario suddividere le misure di politica
questo tipo di frammentazione delle strutture è accompagnato
agraria in tipi differenti. Il criterio di suddivisione sarebbe
da alti costi di produzione per unità prodotta, sia dei beni agricoli
correlato al grado di “distorsione del mercato” provocata dalla
di base ma anche delle prestazioni complementari per esempio
misura adottata: le misure che più interferiscono sul
in campo ambientale. Empiricamente è facilmente dimostrabile,
meccanismo di domanda e offerta dei prodotti agricoli avrebbero
che con un aumento del dimensionamento medio anche di non
un’incidenza (un peso) maggiore nel calcolo del Pse
grandissima entità si potrebbe approfittare di una diminuzione
“ponderato” (vedi Tabella 2).
del costo per unità prodotta considerevole. Il tutto senza
abbandonare il principio della sostenibilità. Ma quali potrebbero
Tabella 2 - Calcolo del PSE “ponderato”; esempio per il settore lattiero svizzero essere le cause di questo mancato progresso nonostante le
riforma agraria?
Concetto utilizzato per l’esempio del settore
Concetto di base
lattiero svizzero
Rifacendosi al modello della scelta della professione di Rosen
(1986) è facilmente ipotizzabile che in Svizzera la scelta di
Tipologia della
Tipologia della misura Peso
misura
Peso riprendere l’azienda agricola gestita da un genitore sia piuttosto
attrattivo. Questo perché il sostegno pubblico all’agricoltura è
Relazione fra la
Misure che hanno produzone elvetica ed il importante. Inoltre sono attualmente in vigore delle misure
Misure che incidono
sulla quantità prodotta >1
un’incidenza consumo interno (un (incentivi) monetari volti ad invogliare i giovani agricoltori a
sensibile sui alto livello di ritirare l’azienda di famiglia. Analizzando questa situazione,
o sui prezzi di mercato
mercati esportazione fa
aumentare il peso)
Mann (2008) giunge alla conclusione che in questo modo non si
raggiunge un sufficiente volume di scambio sul mercato delle
Misure con
un’incidenza superfici agricole; la mancanza di volume di scambio infine non
1
contenuta sui permetterebbe un aumento più celere della taglia media delle
mercati aziende che rimarrebbero quindi poco competitive.
Misure che non
Quota parte del reddito
Gli esperti del settore concordano inoltre sul fatto che la taglia
incidono né sulla Misure a bassa delle aziende agricole non è determinante nel processo di
totale generato da
quantità del prodotto <1 incidenza sui
né sul prezzo di mercati
questa tipologia di acquisto o affitto di superfici agricole. A tale conclusione
misura giungono sia attraverso constatazioni empiriche, sia attraverso
mercato
delle riflessioni teoriche. Il sistema Svizzero, che per varie
Fonte: Rieder, Flury e Giuliani, 2003 ragioni anche storiche già favorisce delle strutture familiari
tendenzialmente piccole, è costellato inoltre da numerosi
parametri che limitano per esempio il carico animale per ettaro.
Applicando questo semplice concetto al settore lattiero svizzero
In questo modo si generano dei costi d’opportunità
si sono ottenuti dei risultati alquanto interessanti. In particolare il
estremamente elevati per unità di superficie, soprattutto nelle
Pse “ponderato” dimostra che sarebbe in grado di intercettare
aziende di taglia medio-bassa. Tali aziende posseggono quindi
eventuali cambiamenti d’impostazione delle politiche agrarie
un’alta propensione all’acquisto (o all’affitto). Dall’altra parte
nazionali (vedi Rieder, Flury e Giuliani, 2003).
dello spettro invece, a partire da un determinato numero d’ettari,
Gli addetti ai lavori concordano che in Svizzera il livello del alcuni tipi di contributi, per esempio quelli riconosciuti per la cura
sostegno pubblico all’agricoltura è e rimarrà alto, a meno di del territorio, vengono ridotti in modo proporzionalmente inverso
improbabili stravolgimenti delle posizioni politiche in campo, e alla taglia di un’azienda. Questo modo di applicare determinate
che indicatori come il Pse, ma anche il Pse “ponderato” non misure riduce notevolmente l’incentivo alle aziende medio-
potranno far altro che rispecchiare questo dato di fatto. Si è grandi (in termini “elvetici” aziende con più di 30 ha) ad
anche consapevoli che, considerato il volume della produzione espandersi.
agricola, il caso svizzero non è rilevante tanto da alterare gli Il risultato complessivo dell’applicazione delle misure di cui
equilibri di mercato e che quindi, in ottica internazionale, esso sopra nelle modalità a cui si è brevemente accennato è un quasi
possa essere tollerato. stallo nell’evoluzione strutturale nel settore agricolo. Da alcune
In fin dei conti, si può concludere che il contributo pubblico prime indicazioni risultanti da uno studio commissionato
all’agricoltura sia una questione interna dei singoli paesi, fin dall’Ufficio federale d’agricoltura risulterebbe comunque che,
tanto che l’applicazione di tali misure non influisca sul anche non aumentando di molto il volume di scambio di
funzionamento dei mercati mondiali. Considerato però che superfici, ma riducendo l’attrattiva d’entrata nel settore e di
qualsiasi forma di sostegno ha un’incidenza anche sui mercati, ripresa dell’azienda nell’ambito del cambio generazionale e non
nelle trattative sulla liberalizzazione dei mercati agricoli si segue svantaggiando de facto le aziende in espansione, sarebbe
da tempo la strategia della suddivisione delle misure nelle tre possibile indurre un cambiamento strutturale che nell’arco di una
“scatole” (box) – arancione, blu e verde; a seconda ventina d’anni porterebbe a strutture nettamente più competitive.
dell’incidenza delle rispettive misure vi è una priorità e una
tolleranza differente per il loro mantenimento. In questo contesto
un indicatore semplice che sia in grado di riprodurre la qualità Le implicazioni della riforma agraria sulla
dell’intervento, come potrebbe essere un Pse “ponderato”, questione della “jointness” nella produzione
potrebbe dare indicazioni utili sull’evoluzione della politica
agraria applicata soprattutto nei player mondiali di maggior agricola
peso.
In agricoltura, nel corso del processo produttivo si generano sia
prodotti agricoli di base scambiati sui mercati, sia prestazioni
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 49

“multifunzionali” per le quali non si osserva l’insorgere di un contribuenti e con minori garanzie di sostenibilità. Alcuni studi
meccanismo di mercato. Fondamentalmente l’obiettivo indicano che applicando pochi accorgimenti mirati sarebbe
dell’attuale politica agraria svizzera è quello di sopperire possibile accelerare in modo socialmente accettabile un
contemporaneamente ai vari bisogni sia del “cittadino progresso del cambiamento strutturale in agricoltura. Una
consumatore” sia della società. Un elemento cardine per competitività più accentuata non sembrerebbe infine minacciare
determinare quali misure siano particolarmente efficaci per la produzione di gran parte delle prestazioni multifunzionali
raggiungere gli obiettivi prefissi e il grado di “jointness” fra la dell’agricoltura ad eccezione di un certo contributo agli
produzione di beni di consumo e le prestazioni multifunzionali. insediamenti in alcune delle aree più a rischio di spopolamento.
Se la produzione di beni di consumo base e le prestazioni Per quest’ultima prestazione si pone in ogni caso la domanda se
multifunzionali non sono “collegate” (“unite”) fra di loro si non vi siano misure più mirate e più efficaci che la
potrebbe pensare ad una produzione separata dei beni e delle “conservazione” indiretta attraverso la politica agraria.
prestazioni, sfruttando le cosiddette “economie di scopo”,
sempre che le prestazioni multifunzionali siano generabili anche
con metodi alternativi. Se però la produzione congiunta è più Riferimenti bibliografici
razionale, le misure atte a favorire la produzione agricola sono
efficienti (Oecd 2001). • Buchli S., Kopainsky B., Rieder P. 2005. Landwirtschaft und
Nell’ambito della discussione sulla volontà o necessità di dezentrale Besiedlung. Agrarforschung 12(7): 288-293.
rendere l’agricoltura elvetica più competitiva, con la questione
della “jointness” si pone la domanda se strutture più competitive • Byerlee, D., Morris, M., L., 1993: Calculating Levels of
produrrebbero gli stessi quantitativi di prodotti agricoli di base e Protections: Is It Always Appropriate to Use World Reference
le stesse “quantità” di prestazioni “multifunzionali” di Prices Based on Current Trading Status? World
un’agricoltura con strutture più tradizionali. Pur tenendo conto Development, Vol. 21, No. 5, pp. 805-815.
della complessità del compito analitico, allorché si volesse • Commissione Europea 2007: Agricoltura: un controllo dello
valutare in modo differenziato tutti i contributi delle attività stato di salute per rendere più efficiente la Politica agricola
agricole (Flury e Huber, 2008), si è giunti alle seguenti sommarie comune e affrontare nuove sfide, Bruxelles, 20 novembre
conclusioni: 2007, IP/07/1720
• sia la produzione di beni agricoli di base (e quindi il grado di • Doyon, M., Paillat, N., Gouin, D.-M., 2001 Critical Analysis of
autonomia alimentare del paese), come pure la cura the Concept of the Producer Subsidy Equivalent in the Dairy
integrale del territorio e la conservazione delle sue Sector (Dairy PSE), GREPA Group de Recherche en
peculiarità paesaggistiche possono essere garantite in économie et poliques agricoles, Université Laval, Ste-Foy
misura simile a quella attuale anche con un’agricoltura più (Quebec).
competitiva e quindi tendenzialmente a costi inferiori (Huber • Flury C., Buchli S., Giuliani, G., 2007: Evaluation of jointness
2007; Hättenschwiler e Flury 2008). between agricolture and rural development, OECD Paris.
• l’evoluzione verso un’agricoltura più competitiva • Hättenschwiler P., FLURY C., 2007: Evaluation of
comporterebbe un’importante diminuzione del numero di Agriculture’s Contribution to Food Security, OECD Paris.
addetti in agricoltura. Determinante affinché l’agricoltura non • Huber R., 2007: De-linked cost of rural landscape
venga meno al suo compito di contribuire in modo maintenance. A case study from Swiss lowland, OECD
importante al mantenimento di insediamenti in zone Paris.
periferiche è l’importanza relativa che il settore assume • Mann, S., 2008: Was hat es mit der Flächenmobilität auf
nelle economie locali (Flury, Buchli e Giuliani, 2008); in sich? Agrarforschung 15(9): 464-469, 2008.
alcune aree, dove l’agricoltura riveste ancora un ruolo
• OECD, 2009: Composition of Producer Support Estimate by
importante nell’economia locale, il cambiamento strutturale
country (http://www.OECD.org/
agricolo darebbe avvio al declino dell’intera comunità
document/58/0,3343,en_2649_33773_32264698_1_1_1_37
dell’area. L’incidenza dell’avvio di tali fenomeni di regresso
401,00.html, 15.02.2009).
socio-economico sarebbe tuttavia circoscritto ad un numero
limitato di aree classificate “critiche” (Buchli et al. 2005). • OECD, 2001: Multifunctionality towards an analytical
Una maggiore competitività del settore, quindi, non sembra framework. Paris, OECD Publications.
compromettere la capacità di generare in modo “unito” sia • Rieder P., Anwander Phan-Huy S., FLURY C., 1999:
prodotti agricoli di base sia prestazioni multifunzionali. La Handlungsspielräume zur Beeinflussung der Beschäftigung
complessità dei meccanismi di fondo alla base della “jointness” im ländlichen Raum. In: Agrarwirtschaft und Agrarsoziologie
nella produzione agraria, soprattutto per delle implicazioni di 2/99, p. 117-149.
carattere temporale e regionale, suggeriscono tuttavia di • Rieder P., Flury C., Giuliani G. 2003. Estimation du soutien à
affrontare la questione dell’efficienza produttiva in ottica l'agriculture: Alternative à la présentation traditionelle de
“jointness” in modo regionalizzato (Flury e Huber, 2008). l'ESP. Institut für Agrarwirtschaft, ETH Zürich und
Flury&Giuliani GmbH, Zürich.
• Rosen S., 1986: The theory of equalizing differences. In:
Conclusioni Handbook of Labor Economics (Ed. O. Ashenfelter, R.
Layard). Vol. I. Elsevier, Amsterdam.
Nonostante il fatto che in Svizzera si sia affrontata nel corso • Sotte F., 2008: Chiuso l’Health Check, apriamo una
degli anni Novanta un’ampia riforma agraria orientata al principio riflessione sulla PAC per dopo il 2013, n.15,
del disaccoppiamento tra le produzioni agricole e l’intervento Agriregionieuropa, dicembre 2008
dello Stato, varie sono le questioni che sono ancora aperte. Una
in particolare è fonte di ampie discussioni nella Confederazione:
la volontà, da una parte, di rendere il settore più competitivo e in
grado di mantenere un suo ruolo anche in un ambito in cui i
mercati agricoli internazionali vengano ulteriormente integrati e,
dall’altra parte, il desiderio di conservare un settore tradizionale,
costruito soprattutto sul modello delle aziende familiari.
Entrambe le alternative sembrano praticabili nel rispetto del
principio del disaccoppiamento; nel secondo caso tuttavia, a
nostro modesto avviso, con un carico maggiore per i cittadini-
Pagina 50 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Figura 1 - Distribuzione delle aziende di IV gamma in Italia


Un distretto della IV gamma? Il
comparto che “vende tempo Regioni %ettari %n. Aziende
libero” Lombardia 31% 35%
Campania 30% 26%
Veneto 11% 9%
Lucia Baldi, Dario Casati
Toscana 8% 4%
resto Italia 20% 26%
Tot. Italia 100% 100%
1. Inquadramento del comparto1
Con il termine IV gamma si indicano le preparazioni alimentari
pronte all’uso da parte dei consumatori; tali prodotti sono a base
di ortofrutticoli freschi mondati delle parti non utilizzabili, tagliati,
lavati, asciugati, imballati in buste o vaschette di plastica e infine
venduti in banco refrigerato.
Da qualche anno il comparto della IV gamma rappresenta
un’interessante opportunità nel sistema agro-alimentare, in
particolare nelle fasi a monte della filiera. Per gli agricoltori,
difatti, costituisce un fattore di diversificazione e valorizzazione
della gamma di prodotti offerti che permette di recuperare valore
aggiunto rispetto alla componente a valle. Inoltre, in generale,
ne beneficia anche il tessuto socio-economico delle zone di
produzione con l’incremento del numero di aziende, di occupati
e di fornitori di beni e servizi; infine, una quota crescente di
consumatori trova notevoli vantaggi in questi prodotti ad alto
contenuto di servizi.
Anche se le informazioni quantitative del settore sono tuttora
frammentarie e in molti casi non concordanti, sugli aspetti relativi Fonte: nostre elaborazioni su dati provenienti da diverse organizzazioni dei
alle vendite le diverse fonti concordano pienamente. Negli ultimi produttori
anni il comparto ha fatto registrare tassi di crescita sconosciuti
alla maggior parte dei comparti dell’alimentare: secondo dati 2. Prezzi elevati e consumi in crescita: la
ACNielsen (ma a risultati simili arrivano altri istituti di ricerca vendita di tempo libero
come IriInfoscan) nel periodo compreso tra il 2002 e il 2006 la
crescita media annua del giro di affari si è attestata sopra il 20%, Come si è visto in precedenza, i consumi di IV gamma hanno
per poi scendere leggermente l’anno successivo, fino a registrato, una forte espansione e la lieve battuta d’arresto
cambiare rotta solo nel 2008, anno in cui, rispetto al 2007, si è dell’ultimo periodo si può perfettamente inquadrare in una
avuta una diminuzione del 2% in volume e del 4% in valore . Nel naturale evoluzione di un mercato che, soprattutto in alcune
2008 l’intero mercato si è attestato attorno alle 90.000 aree del paese, manifesta i primi segni di maturità. Tuttavia, la
tonnellate, con un giro di affari di circa 700 milioni di euro. continua ricerca di innovazione in questo comparto permette di
Considerando che non esistono fonti pubbliche ufficiali ed penetrare continuamente nuovi mercati e nuovi segmenti di
esaurienti sulle superfici investite a IV gamma sul territorio consumatori.
italiano, è necessario riferirsi alle stime che alcune I prodotti di IV gamma trovano il naturale mercato di sbocco nei
organizzazioni di produttori riportano per le loro associate. In punti di vendita della grande distribuzione. La Gdo, infatti,
base alle indicazioni fornite dalla AOP UnoLombardia2 la realizza la quasi totalità delle vendite: ovvero, una quota pari al
superficie utilizzata per la IV gamma raggiunge attualmente i 98%, sia in quantità che in valore. La differenziazione geografica
6.500 ettari, considerando però che in media, sulla stessa appare molto rilevante e nondimeno variabile: nel 2008 il 40%
superficie, possono essere svolti fino a 5-6 cicli all’anno e degli acquisti è stato effettuato nel Nord-Ovest, contro un 13%
perlopiù in serra (Baldi, 2007). del Sud (Tabella 1). Tuttavia è proprio nelle regioni meridionali
Il tessuto aziendale del settore è caratterizzato da una forte che si registrano i maggiori tassi di sviluppo: dal 2002 al 2008 i
integrazione fra azienda produttrice e industria di consumi sono più che triplicati in quantità e quadruplicati in
trasformazione, ma soprattutto da una elevata localizzazione e valore.
concentrazione, in particolare in Lombardia, e più di recente in
Campania (Figura 1). Nella fase agricola sono impegnate circa Tabella 1 - Caratteristiche degli acquisti di IV gamma per aree geografiche nel
450 aziende produttrici, dislocate principalmente nelle aree di 2008
Bergamo, Brescia e Salerno. Nella fase di trasformazione sono Nord- Nord- Centro e
Sud Italia
attive, invece, circa 80 imprese. Tra queste Bonduelle Ovest Est Sardegna
rappresenta l’impresa leader del settore con il 38% del mercato % volumi 40 19 28 13 100
var. % vol 2002-08 119 170 141 319 151
italiano, segue La Linea Verde con il 36% (Databank, 2006).
% valori 41 20 27 12 100
Anche in questo caso, la maggior parte delle imprese è presente var. % val 2002-08 107 186 144 424 149
nel territorio lombardo. Difatti, come verrà evidenziato più Quota IV gamma in volume (%) 3,3 2,2 2,4 0,7 2,0
approfonditamente nel par. 3, ad eccezione dell’area Quota IV gamma in valore (%) 13,5 9,3 10,2 3,8 9,0
salernitana, dove nel giro di pochi anni si è creato un secondo Prezzi medi IV gamma (euro/Kg) 8,55 8,56 7,72 7,60 8,20
polo di produzione e trasformazione, comunque relazionato Prezzi medi V gamma (euro/Kg) 3,26 3,40 4,46 2,34 3,50
quasi completamente alle imprese del Nord, nelle altre aree le Prezzi medi ortaggi totali (euro/Kg) 2,08 2,05 1,86 1,48 1,81
Penetrazione IV gamma (%) 73 67 69 40 61,4
realtà produttive forniscono perlopiù la materia prima e devono
Penetrazione ortaggi surgelati (%) 87 84 88 83 85,4
quotidianamente rapportarsi con i problemi della logistica e dei Acquisto medio per famiglia di IV
4,1 3,2 3,9 2,4 3,5
trasporti. Altre recenti esperienze di decentramento nella gamma (in Kg)
trasformazione si sono realizzate in Puglia (Salento) e in Acquisto medio per famiglia di ortaggi
10,1 9,6 9,9 9,0 9,6
surgelati (in Kg)
Sardegna (Terralba).
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISMEA-ACNielsen
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 51

Nonostante gli elevati ritmi di crescita dei prodotti di IV gamma, il vista “percettivo” difatti, esiste una palese contrapposizione tra
peso che questi hanno nel paniere di acquisto di ortaggi delle la spontaneità e la freschezza dei prodotti orticoli freschi
famiglie italiane rappresenta ancora solo il 2% in volume e il 9% tradizionali e l’artificiosità dei prodotti imbustati. Accanto a ciò
in valore, seppure nel 2000 le quote si attestavano a 0,6% e 3% sono presenti le contraddizioni dei prezzi bassi e la forte
rispettivamente. In riferimento alla penetrazione dei prodotti elasticità al prezzo e al reddito dei prodotti di I gamma, da un
nelle famiglie, questa è passata dal 44% del 2002 al 61% del lato, e i prezzi palesemente più alti con elasticità bassa per i
2008. Anche qui le differenziazioni regionali sono forti, con un prodotti di IV gamma. Tuttavia, in realtà, i prodotti di IV gamma
rilevante gap tra il Nord e il Sud, differenza che invece non si non dovrebbero essere paragonati ai prodotti freschi tradizionali
rileva nel più tradizionale comparto degli ortaggi surgelati, come dal momento che con i primi, come suggerisce uno slogan che
evidenziano ancora i dati ACNielsen. In quest’ottica è una delle principali imprese di trasformazione ha lanciato negli
interessante notare come i prodotti di IV gamma tendano a scorsi anni, “si vende tempo libero”. La “vendita di tempo libero”,
sostituire i surgelati. A supporto di questa tesi vi è l’evidenza che e quindi il risparmio del tempo di preparazione, appare pertanto
nel 2008 una famiglia media ha consumato circa 9,6 Kg di prioritario per molti consumatori, a fronte di un maggior costo,
ortaggi surgelati e ben 3,5 Kg di ortaggi di IV gamma. probabilmente già pianificato, rispetto al prodotto sfuso
Uno degli elementi che merita ulteriore attenzione è (Ostidich, 2008).
rappresentato dai prezzi al consumo che mostrano notevoli A conferma di ciò, le analisi svolte sugli aspetti qualitativi dei
differenze rispetto a quelli degli ortaggi freschi tradizionali e consumi italiani di IV gamma, sebbene effettuate in contesti
surgelati (fFigura 2). L’interesse per questo aspetto è stato socio-culturali alquanto differenti, concordano nel sostenere che
confermato anche dall’Istat, che recentemente ha inserito la principale motivazione d’acquisto è la praticità d’uso,
questa voce nel paniere per il calcolo dell’inflazione. l’annullamento del tempo di preparazione e quindi il risparmio
del tempo (Bacarella, 2001; Bertazzoli et al. 2005; Caccetta e
Figura 2 - Prezzi medi degli ortaggi freschi, surgelati e di IV gamma Platania, 2005; Stampacchia, 2008).

9
8
3. Dalla localizzazione e specializzazione al
7 distretto della IV gamma?
6
Al di là della sua evidente valenza di innovazione di prodotto, di
EURO/Kg

5 processo e anche organizzativa, il caso della IV gamma


4 presenta altri elementi di interesse su cui sviluppare alcune
3 riflessioni. Gli elevati tassi di crescita di questa attività,
testimoniati dal suo impetuoso sviluppo in poco più di un
2
decennio, si associano ad una forte concentrazione territoriale
1 delle imprese che hanno dato inizio sul piano produttivo ad un
0 fenomeno sostanzialmente nuovo. La presenza di imprese
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 innovatrici localizzate in prevalenza fra le province di Bergamo e
prezzi medi ORTA GGI FRESCHI Brescia, ma in espansione anche nel polo campano, sia pure
prezzi medi ORTA GGI SURGELA TI con saldi legami col nucleo lombardo, si è sviluppata attorno a
prezzi medi IV GA M M A pochi casi isolati. La successiva diffusione nel territorio è
avvenuta in parte per imitazione e in parte sulla base della
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISMEA-ACNielsen generazione di un contesto locale che rapidamente si è
dimostrato recettivo nei confronti dell’innovazione sia sul piano
Nel 2008 un prodotto di IV gamma è stato pagato in media 8,2 produttivo sia su quello dell’organizzazione commerciale. Si è
euro/Kg contro 1,48 euro/Kg del prodotto tradizionale: la assistito, in breve, alla comparsa di numerosi elementi costitutivi
differenza media nel periodo 2002-2008 si è attestata attorno a di quello che potrebbe essere definito un “distretto agro
6,8 euro. Le motivazioni di una differenza così consistente sono industriale della IV gamma”, come in una sorta di laboratorio
molteplici e vanno ricercate in ambiti differenti. In generale, il vivente in cui si è manifestato un fenomeno economico comune
servizio incorporato di tali prodotti è elevatissimo e richiede molti nel sistema produttivo italiano, ma normalmente bisognoso di
sforzi per essere sostenuto; gli scarti della materia prima tempi più lunghi per acquisire piena autonomia (Baldi e Casati,
arrivano fino al 50% e l’invenduto a carico del trasformatore è 2008).
sovente cospicuo (anche qui con punte al 50%). Inoltre la Del distretto, quello ipotetico della IV gamma presenta
continua attenzione dei dettaglianti ai profitti provoca un numerose caratteristiche, a partire dalla “concentrazione di
allargamento delle forbice dei prezzi tra i prodotti di I e IV industrie specializzate in località particolari” indicata da A.
gamma. Infine i prezzi elevati sono necessari per assicurare la Marshall per i distretti industriali. In comune con questi si
stabilità stagionale di quotazioni e offerta pressoché costanti riscontra la presenza di un ambito territoriale ristretto, di una
durante l’anno. Proprio quest’ultimo aspetto appare popolazione di famiglie che vive in esso, di una analoga
particolarmente rilevante tra le motivazioni d’acquisto: difatti i popolazione di imprese, in genere piccole, di una rete di
consumatori sono più sensibili alle forti oscillazioni di prezzo relazioni commerciali con l’esterno, di una specifica “cultura” del
degli ortaggi tradizionali piuttosto che ai prezzi elevati ma lavoro, dei valori ecc., di un’immagine unitaria del complesso
invarianti dei convenience good (Casati, 2006). Gli studi empirici produttivo. Quando, a partire dagli anni Settanta nel nostro
effettuati in Italia rilevano in modo abbastanza uniforme che, per paese vi fu la riscoperta dei distretti industriali, con gli studi di
il consumatore di IV gamma, il prezzo non è un elemento Becattini (1979, 2007), come modello esplicativo del successo
determinante e si assiste ad un acquisto trasversale rispetto alle del sistema produttivo italiano, si iniziò anche a cercare nel
condizioni economiche (Bertazzoli et al. 2005; Stampacchia et settore agro-industriale una corrispondenza che potesse
al., 2008). Anche presso i consumatori del Sud, a volte ancora concorrere a meglio definire e a sostenere l’insieme dei sistemi
poco interessati a questi prodotti, risulta che solo il 7,2% non produttivi territoriali su cui è costruito il nostro sistema agro-
acquista tali prodotti perché il prezzo è troppo alto, adducendo alimentare (Iacoponi, 1990)3. Per quanto seducente, tuttavia,
invece al mancato consumo motivazioni di carattere più tale ricerca non ha prodotto grandi risultati per la difficoltà di
prettamente sensoriale (Bacarella, 2002). ricondurre al modello del distretto realtà molto particolari che
Per comprendere maggiormente questi aspetti sembra logico hanno forse trovato una differente classificazione e
concentrarsi sulla relazione tra la I e la IV gamma. Dal punto di valorizzazione nel sistema delle denominazioni d’origine
Pagina 52 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

protette. • Ostidich D. (2008), Verdure di IV e V gamma, l’appeal è il


Il caso della IV gamma, al contrario, sembrerebbe prestarsi risparmio di tempo, MARK UP, maggio 2008, pp. 156-158.
meglio al modello del distretto, per quanto applicabile alle attività • Stampacchia P., Colurcio M., Russo Spena T. (2008),
agro industriali, e così è stato finché il successo del comparto Preferenze, profili e tendenze del consumo dei prodotti di IV
non ha, a sua volta, determinato il suo replicarsi altrove nel gamma, atti International Congress “Marketing Trend”,
territorio nazionale, almeno per gli aspetti meramente produttivi. Venezia, 17-19gennaio, 2008.
Al momento, nell’area originaria è attivo il 35% delle aziende
agricole interessate con il 31% della superficie nazionale,
• http://www.aopunolombardia.com
mentre nel polo campano troviamo il 25% delle aziende con un • http://www.ismea.it
altro 30% della superficie (Figura. 1). Fra i due poli in realtà è in • http://www.distretti.org
atto una collaborazione funzionale basata sulla
complementarità, finalizzata a superare i problemi di stagionalità
e di costanza quali-quantitativa di fornitura, due requisiti I prodotti alimentari tradizionali
fondamentali per un prodotto che fa della standardizzazione e
della presenza sul mercato un elemento chiave del servizio dal punto di vista del
offerto al consumatore. In questo senso, forse, più che di un
nuovo distretto in formazione, complementare a quello consumatore: un’indagine in sei
preesistente, sembra che si possa parlare di un sistema
produttivo multipolare in cui si integrano diverse realtà locali, paesi europei
insomma un’ulteriore prova delle capacità di adattamento e di
evoluzione delle attività produttive animate da forti caratteri di Michele Contel, Maria Luisa Scalvedi
imprenditorialità nel senso indicato da Schumpeter e cioè di una
marcata propensione all’innovazione.
Introduzione1
Note I prodotti alimentari tradizionali (Pat) sono parte integrante del
patrimonio culturale. Ciò contribuisce ad una certa complessità e
1
Il lavoro è frutto di collaborazione tra gli Autori: Lucia Baldi ha redatto i parr. 1 e 2, articolazione in fase definitoria. Nella letteratura si trovano solo
Dario Casati il par. 3.
2
La AOP UnoLombardia è una società agricola consortile composta da 9
rari tentativi definitori del concetto di Pat, peraltro effettuati solo
organizzazioni di produttori ortofrutticoli di cui 5 relative alla IV gamma: Oasi, Sole dal punto di vista del ricercatore e del tecnologo alimentare,
e Rugiada, Il Tricolore e Agronomia per la sola IV gamma ed Ortonatura per la I e cosicché risulta ancora inesplorata l’interpretazione dal punto di
IV gamma. Ne fanno parte, solo per la IV gamma, circa 380 realtà produttive vista del consumatore. Individuare una definizione che contenga
dislocate in particolare in Lombardia ma attualmente anche nella maggior parte
delle regioni italiane. non solo percezioni e opinioni del consumatore sui Pat, ma che
3
Nascono così le prime ipotesi di distretto agro-industriale, come nel caso del esprima anche i benefici attesi da parte dei Pat, può essere
Parmigiano, delle carni suine del Modenese, degli spumanti di Franciacorta, delle molto utile in una logica di marketing, soprattutto alla luce del
barbatelle del Friuli, del riso in Piemonte.
fatto che molti prodotti alimentari che appartengono alle
tradizioni locali presentano dinamiche di mercato positive e - nel
loro insieme - costituiscono un segmento di considerevole
Riferimenti bibliografici rilevanza per le politiche e il sostegno del mondo agricolo e
rurale.
• Bacarella S. (2001), I consumi dei prodotti di IV gamma, In questo studio, viene presentata una definizione fornita dal
Economia agro-alimentare, n.3. consumatore del concetto di Pat, seguita da una analisi relativa
• Baldi L. (2007), Speciale IV gamma - Evoluzione e all’immagine degli stessi. I risultati consentono di far luce
prospettive del settore, L’informatore Agrario, n. 16. sull’opinione riguardo il profilo tipico dei consumatori dei Pat.
• Baldi L., Casati D. (2008), Il settore della IV gamma e il suo Data la forte varietà di culture gastronomiche in Europa, dettata
sviluppo in Lombardia: gli aspetti economici, atti del essenzialmente dal forte legame tra i Pat e i patrimoni culturali
Convegno “La IV gamma, innovazione nell’offerta dei nazionali e regionali, nello studio sono stati coinvolti sei Paesi
prodotti orticoli”, Società Agraria di Lombardia e Camera di europei: Belgio, Francia, Italia, Norvegia,Polonia e Spagna. Tale
Commercio di Bergamo, Bergamo, maggio 2008 (in corso di varietà territoriale ha consentito di mettere in luce i tratti comuni
stampa). e distintivi del consumo dei Pat in Europa.
• Bertazzoli A., Buccioli N., Nocella G. (2005), Consumers’
perception and evaluation of fresh cut buying attributes: a
survey on the Italian market, Journal of Food Products Materiali e metodi
Marketing, 11 (1): 35-55.
• Becattini G. (1979), Dal settore al distretto industriale. Alcune Nel novembre 2007 è stata realizzata un’indagine campionaria
considerazioni sull'unità di indagine nell'economia su 4.828 consumatori, somma di sei campioni rappresentativi
industriale, Rivista di Economia e Politica Industriale, n.1. nazionali di circa 800 casi per Paese2. La definizione ottenuta
tramite un’indagine preliminare basata su focus group di
• Becattini G. (2007), Il calabrone Italia. Ricerche e
consumatori e altre tecniche qualitative ha costituito il punto di
ragionamenti sulla peculiarità economica italiana, Il Mulino,
partenza del sondaggio:
Bologna.
“Un prodotto alimentare tradizionale è un alimento che viene
• Caccetta A., Platania M. (2006), Il consumatore di prodotti di consumato frequentemente, associato a occasioni speciali o a
IV gamma. Un indagine esplorativa, Economia agro- certe stagioni; viene trasmesso di generazione in generazione e
alimentare, n. 3. viene prodotto secondo regole ben precise nel rispetto del
• Casati D. (2006), L’innovazione nell’alimentare: i prodotti patrimonio gastronomico; presenta proprietà sensoriali note e
confezionati pronti all’uso, Informatore Fitopatologico, n. 12. distintive e viene anche associato a specifiche zone
• Databank (2006), Ortofrutta confezionata di 4^ e 5^ gamma, geografiche, regionali o nazionali“.
COMPETITORS Tale definizione è stata disaggregata in singoli aspetti, rispetto ai
• Iacoponi L. (1990), Distretto industriale marshalliano e forma quali i rispondenti dovevano esprimere condivisione o meno in
delle organizzazione delle imprese in agricoltura, Rivista di base alla percezione individuale dei Pat. Allo stesso modo, è
Economia agraria, n.4, Vol. 45, pp. 711-743. stata valutata l’immagine generale dei Pat. E’ stato inoltre
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 53

chiesto di fornire una valutazione sull’intensità di consumo di Pat Pat, si è riscontrato un forte apprezzamento: il punteggio medio
e di attribuire un punteggio a quindici differenti caratteristiche in più alto lo hanno espresso gli spagnoli, i polacchi e gli italiani
relazione ai Pat. seguiti dai norvegesi, francesi e belgi (Figura 2).
Si è quindi indagato sulla relazione tra immagine generale e
percezioni degli attributi dei Pat attraverso il modello di Figura 1 - L’auto-percezione del consumo dei Pat nei sei Paesi: % di consumatori
che si considerano forti consumatori (punteggio 5-7 su scala da 1 a 7)
regressione dei minimi quadrati parziali. Infine, ai rispondenti è
stata sottoposta una lista di possibili consumatori tipici di Pat -
attingendo a segmenti demografici, segmenti di marketing, Spagna 81,7
figure appassionate nel mangiare e cucinare, ed anche
segmenti professionali - rispetto alle quali veniva richiesto di Francia 71,5
esprimere il grado di associazione tra ciascun profilo e consumo
Italia 65,8
di Pat.
Belgio 61,9

P olonia 59,3
Risultati empirici
Norvegia 45,2
La definizione ottenuta nella fase di indagine preliminare
qualitativa è stata ampiamente confermata dal presente studio 0 20 40 60 80
quantitativo (Tabella 1). Essa appare significativamente
accentuata in Polonia, Spagna, Italia e Francia.
Fonte: Consumer Perception, Expectations and Attitudes: a Quantative Survey
Tabella 1 - Valori medi campionari sui tredici aspetti definitori del concetto di Approach- WP1 Truefood, 2008
prodotto alimentare tradizionale (scala di valutazione da 1 (min) a 7(max). In grigio
i fattori distintivi per ciascun Paese (valori sopra media del totale campione) Figura 2 - L’immagine dei Pat nei sei Paesi sottoposti ad indagine Scala di
valutazione da 1 (min) a 7(max)
Aspetti definitori dei Pat Tot Belgio Francia Italia Norvegia Polonia Spagna

I nonni già li mangiavano 5,93 5,84 5,75 5,67 6,10 6,14 6,05 6,1 6,04
6,01
Ben noti 5,66 5,58 5,46 5,59 5,79 5,74 5,84 6 5,93
Ricetta autentica 5,54 5,07 5,49 5,78 5,26 5,84 5,80 5,9
Proprietà sensoriali 5,8 5,71
5,51 4,93 5,57 5,71 5,17 5,95 5,73
distintive 5,7 5,62
Stagionali 5,50 5,49 5,90 5,68 5,11 5,19 5,65 5,6 5,51
Prodotti alla maniera 5,5
5,34 4,70 5,39 5,39 5,17 5,87 5,55
delle nostre nonne 5,4
Provenienza autentica 5,3
5,30 4,80 5,04 5,44 5,24 5,61 5,39
degli ingredienti
5,2
Si mangiano Spagna P o lo nia Italia No rvegia Francia B elgio
5,22 5,37 5,53 5,18 4,98 4,79 5,45
frequentemente
Processo produttivo
5,11 4,65 5,36 5,39 4,98 5,39 5,21
originale Fonte: Consumer Perception, Expectations and Attitudes: a Quantative Survey
Contengono una storia 5,07 3,90 4,94 5,51 4,53 6,16 5,37 Approach- WP1 Truefood, 2008

Legati ai luoghi 4,85 4,45 5,05 5,20 4,10 4,90 5,31


Riguardo al tipo di relazione tra alcuni attributi (per la lista degli
Occasioni speciali 4,70 3,89 4,71 4,86 5,07 5,30 4,38 attributi cfr. Tabella 2) e l’immagine dei Pat attraverso
Naturale, poco lavorato 4,66 4,40 4,82 4,41 4,24 4,84 5,17 l’applicazione del modello di regressione lineare, ciascuno di
essi mostra un impatto significativo. Per ciò che concerne la
Fonte: Consumer Perception, Expectations and Attitudes: a Quantative Survey direzione dell’impatto risultano positivamente legati all’immagine
Approach- WP1 Truefood, 2008 dei Pat quasi tutti gli attributi presi in esame fatta eccezione per
“tempo di preparazione”, “facile da preparare”, “reperibilità” e
Nel solo campione belga sono stati riscontrati valori medi sotto il “prezzo” (Tabella 2).
valore centrale (4.0) della scala di consenso (in particolare per
gli item “contengono una storia” e “occasioni speciali”). Tabella 2 - Immagine generale dei Pat in base a 15 attributi
(+: positivo; -: negativo; NS: non significativo)
I consumatori europei sembrano dunque d’accordo nel definire
gli alimenti tradizionali come prodotti esistenti già da lungo Tot Belgio Francia Italia Norvegia Polonia Spagna
tempo ed anche di frequente consumo, con elevata notorietà, Qualità + + + + + + +
Sapore speciale + + NS + + + +
prodotti secondo ricette autentiche e con marcate proprietà Gusto + + + + + + +
sensoriali. Minore importanza assume l’aspetto di naturalità del Qualità costante + + + + + + +
prodotto. Guardando alle differenze tra i Paesi, le discrepanze Valore
+ + NS + + + NS
più forti, invece, si sono ritrovate nelle caratteristiche specifiche nutrizionale
del prodotto. Soprattutto in Polonia, e in qualche modo anche in Sicurezza + + NS + + + +
Amico
Italia, Francia e Spagna, i consumatori hanno associato dell'ambiente
+ NS + + + + NS
particolari proprietà sensoriali molto di più di quanto è avvenuto Sostegno per
+ NS + + + + +
nelle indagini norvegese e belga. Stesso fatto si è evidenziato l'economia locale
per l’associazione ad “occasioni speciali” e “contengono una Aspetto + NS NS + + + NS
Salutare + NS NS NS NS + NS
storia”, ancor più pronunciata nel campione polacco. Assortimento + + + +
NS NS NS
Guardando all’auto percezione del consumo di Pat (Figura 1) i Facilità di
- - NS NS NS NS NS
Paesi mediterranei mostrano una maggiore propensione al preparazione
consumo di quelli del nord Europa, con una forte polarizzazione Tempo di
- NS NS NS NS NS -
preparazione
della Spagna - che presenta uno spiccato coinvolgimento - e Reperibilità - NS NS - NS - NS
della Norvegia - che invece mostra un notevole distacco dagli Prezzo - NS - NS - - NS
stessi (rispettivamente 82% e 45% ). Quanto all’immagine dei Fonte: Consumer Perception, Expectations and Attitudes: a Quantative Survey
Approach- WP1 Truefood, 2008
Pagina 54 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

La relazione tra il consumo di Pat e alcuni profili/personalità ha Hersleth, M. (2008b). Perception of traditional food products
messo in evidenza risultati interessanti. Se da una parte risulta in six European countries using free word association. Food
infatti una diffusa associazione con chi ama la cucina regionale Quality and Preference, submitted.
e nazionale e chi vive in campagna, dall’altra parte si • Jordana, J. (2000). Traditional foods: challenges facing the
evidenziano differenze tra i Paesi. In Norvegia si evidenzia un European food industry. Food Research International, 33,
legame negativo con “chi pone attenzione al tema della salute”. 147-152.
Francesi e Italiani hanno espresso invece una significativa • Kuznesof, S., Tregear, A., & Moxey, A. (1997). Regional
associazione con “chi ama molto cucinare” e con “chi ama foods: a consumer perspective. British Food Journal, 99,
mangiare” e una più debole relazione con la figura delle 199-206.
“casalinghe”, a testimonianza del fatto che i Pat non risultano
legati ad un consumo routinario, ma incorporano il valore
• Steptoe, A., Pollard, T.M., & Wardle, J. (1995). Development
of a measure of the motives underlying the selection of food:
positivo del “mangiare bene” e con dedizione. Inoltre la
the food choice questionnaire. Appetite, 25, 267-284.
presenza di figli in casa aumenta il consumo di Pat, dal
momento che le “famiglie con figli” vengono associate in • Wycherley, A., McCarthy, M., & Cowan, C. (2008). Speciality
maniera più forte rispetto ai “single” e alle “famiglie senza figli”. food orientation of food related lifestyle (FRL) segments in
Great Britain. Food Quality and Preference, 19, 498-510.

Conclusioni
La strategia futura dell’ortofrutta
Questo studio fornisce alcune interessanti evidenze per lo
sviluppo futuro dei mercati dei prodotti alimentari tradizionali. italiana
Prima di tutto il test sulla definizione mette in luce che i
consumatori risultano ben consapevoli dei Pat, condividendo i Gaetana Petriccione
diversi aspetti definitori con differenziazioni interessanti per
ciascun Paese. In secondo luogo, l’immagine e la percezione Istituto Nazionale Economia Agraria
dei Pat risulta complessivamente positiva. Inoltre si sono
individuati utili evidenze sui punti di forza e di debolezza dei Pat.
I primi possono essere valorizzati in fase di promozione dei Pat Introduzione
in Europa, mentre sui punti di debolezza le aziende potrebbero
apporre dei correttivi sviluppando nuove strategie di La riforma dell’Ocm ortofrutta, approvata con il regolamento
riposizionamento del prodotto. Altra indicazione di supporto al (CE) n. 1182/20071 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2008, ha
posizionamento di prodotto e alla sua comunicazione, deriva integrato il settore nel regime di pagamento unico dando la
dall’immagine che i consumatori europei hanno del tipico possibilità agli Stati membri di mantenere temporaneamente
consumatore dei Pat. aiuti accoppiati per i prodotti destinati alla trasformazione. In
Italia l’attuazione si è caratterizzata per l’adozione di un
progressivo disaccoppiamento del sostegno che verrà
Note completato nel 2011 nel caso del pomodoro da industria e nel
2012 per quel che riguarda le pere, le pesche e le prugne
1
Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito del Progetto di Ricerca Integrato destinate alla trasformazione, mentre è stata data attuazione
TRUEFOOD (Traditional United Europe Food – Contract no. 016264-2, immediata, a partire dal 2008, al disaccoppiamento totale nel
www.truefood.eu) grazie al finanziamento all’interno del Sesto Programma Quadro comparto degli agrumi (Giacomini, Arfini, 2008; Pupo D’Andrea,
dell’UE.
Gli autori del lavoro sono: Filiep Vanhonackera, , Wim Verbekea, Luis Guerrerob, 2009).
Anna Claretb, Michele Contelc, M. Luisa Scalvedi*c, Sylwia Żakowska-Biemansd, Nel contempo, la riforma introduce la possibilità per gli Stati
Krystyna Gutkowskad, Claire Sulmont-Rossée, Jocelyn Raudee, Britt Signe Granlif, membri di elaborare una Strategia nazionale in materia di
Margrethe Herslethf
a
Ghent University, Department of Agricultural Economics, Coupure Links 653, B- programmi operativi sostenibili sul mercato ortofrutticolo, allo
9000, Gent, Belgium scopo di rendere più efficace l’azione svolta dalle Organizzazioni
b

c
IRTA – Monells, Finca Camps i Armet, E-17121 Monells, Spain di produttori (Op) attraverso i programmi operativi. Nel far ciò la
PEGroup, Viale Gorizia 25/C, 00198 Rome, Italy riforma, da un lato, ribadisce la centralità delle Op nel
d
Warsaw University of Life Sciences – SGGW (WULS-SGGW), Department of
Organization and Consumption Economics, Nowoursynowska Street 166, 02-787 funzionamento e nel governo del mercato e, dall’altro,
Warsaw, Poland rappresenta una grande opportunità non soltanto per le stesse
e
INRA, UMR 1129 FLAVIC, F-21000, Dijon, France Op ma per l’intero settore ortofrutticolo grazie alla particolare
f
Nofima Food, Mat AS, Osloveien 1, 1430 Ås, Norway
2
I campioni nazionali sono rappresentativi per sesso, età e area geografica attenzione posta dalla nuova Ocm ad alcune questioni cruciali,
quali le misure di prevenzione e gestione delle crisi, un maggior
tasso di co-finanziamento comunitario per favorire forme
superiori di aggregazione, azioni di promozione dei consumi di
Riferimenti bibliografici prodotti ortofrutticoli, rivolte soprattutto alle giovani generazioni,
una quota minima di risorse dei fondi operativi da destinare alle
• Chambers, S.C., Lobb, A.E., Butler, L., Harvey, K., & Traill, misure ambientali (Petriccione, 2008).
W.B. (2007). Local, national and imported foods: a qualitative
study of attitudes, perceptions and behaviour. Appetite, 49
(1), 208-213.
La Strategia nazionale 2009-2013 per i
• Guerrero, L., Guardia, M.D., Xicola, J., Verbeke, W.,
Vanhonacker, F., Zakowska-Biemans, S., Sajdakowska, M., programmi operativi: le scelte italiane
Sulmont-Rossé, C., Issanchou, S., Contel, M., Scaveldi, L.,
Granli, B.S., & Hersleth, M. (2008a). Consumer-driven A un anno dall’entrata in vigore della riforma dell’Ocm ortofrutta,
definition of traditional food products and innovation in l’Italia si appresta a dare attuazione alla Strategia nazionale
traditional foods. A qualitative cross-cultural study. Appetite, 2009-2013 per i programmi operativi (MIPAAF, 2008), che
doi:10.1016/j.appet.2008.11.008. costituisce il documento di indirizzo e di riferimento che
• Guerrero, L., Claret, A., Verbeke, W., Sulmont-Rossé, C., accompagnerà nei prossimi anni il settore ortofrutticolo nel suo
Zakowska-Biemans, S., Vanhonacker, F., Issanchou, S., percorso di crescita e di sviluppo e ne monitorerà l’evoluzione
Sajdakowska, M., Granli, B.S., Scalvedi, L., Contel, M., & rispetto al raggiungimento degli obiettivi in essa esplicitati2.
Un’anticipazione della Strategia si era avuta già nel 2008 con un
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 55

documento più generale e meno strutturato rispetto alle linee Come si può notare, tali indicatori descrivono una situazione di
guida contenute nell’Allegato VII del regolamento (CE) n. partenza fortemente disomogenea a livello regionale sotto il
1580/2007, applicativo del regolamento del Consiglio. Tale profilo della dimensione sia economica che fisica, e rendono
documento strategico era rivolto a quelle Op che intendevano evidente il percorso da intraprendere con la Strategia, gli
passare subito al nuovo regime e dunque accedere allo 0,5% di strumenti da mettere in campo per rafforzare il sistema, renderlo
risorse aggiuntive (rispetto al massimale del 4,1% del valore effettivamente competitivo e in grado di affrontare e sostenere le
della produzione commercializzata) destinate a finanziare sfide di un mercato sempre più difficile e selettivo. Con la
esclusivamente le misure di prevenzione e gestione delle crisi. precedente riforma era stato avviato il processo di aggregazione
Relativamente a questo aspetto, il regolamento dava la dell’offerta che aveva dato luogo alla nascita di un numero
possibilità di scegliere fra tre opzioni: a) proseguire con i importante di OP, senza raggiungere, però, l’auspicata
programmi operativi approvati con il vecchio regime; b) concentrazione della produzione, necessaria per contrastare la
modificarli adeguandoli ai nuovi requisiti richiesti; c) sostituirli posizione dominante assunta sul mercato dalla grande
con nuovi programmi operativi approvati ai sensi del nuovo distribuzione organizzata. I numeri sono ormai noti a tutti:
regolamento. l’ortofrutta italiana si è presentata all’appuntamento della nuova
In virtù di queste opzioni, nel 2008 in Italia sono convissuti due Ocm con una quota di produzione organizzata che, nell’arco dei
regimi, lasciando alle Op la scelta di decidere se mantenere i dieci anni precedenti, non è riuscita a superare, nella media
programmi operativi elaborati sulla base del vecchio nazionale e dei diversi comparti produttivi, la soglia del 35% e
regolamento (CE) n. 2200/1996 o se modificarli oppure che nel Mezzogiorno si attesta a un livello particolarmente basso
presentarne di nuovi secondo le nuove disposizioni previste (pari a poco più del 15%), se rapportato alla percentuale di
dalla riforma e quindi sulla base della Strategia messa a punto produzione detenuta dalle Op nel Nord Italia (70% circa) e se si
per il 2008. La decisione dello Stato italiano di operare in deroga pensa alla forte vocazione ortofrutticola delle regioni meridionali.
alla disposizione comunitaria e quindi di anticipare, rispetto alla Ciò, nonostante proprio al Sud si sia avuta, negli anni compresi
data del 1° gennaio 2009 stabilita dal regolamento (CE) n. fra il 2000 e il 2007, la crescita numericamente più rilevante: 73
1580/2007, la messa a punto del documento strategico trova nuove Op delle 138 riconosciute, nel complesso, sul territorio
spiegazione nella possibilità di mettere a disposizione delle Op, nazionale.
già dal 2008, la quota aggiuntiva delle risorse finanziarie, Stante l’attuale situazione dell’ortofrutta italiana, di forte
rispondendo in tal modo a una richiesta proveniente dal mondo debolezza nei confronti del mercato, e tenuto conto
operativo. Nella realtà ad essere interessate a passare al nuovo dell’evoluzione dei consumi – in arretramento a fronte di un
regime e alle nuove opportunità offerte erano soprattutto le trend crescente per i prodotti di IV e V gamma – nella Strategia
grandi imprese organizzate, quelle in grado di mostrare una nazionale vengono individuate alcune opzioni strategiche rivolte
migliore capacità progettuale e di spesa e che, con il precedente alle Op e finalizzate allo sviluppo e alla valorizzazione della
regime, avevano dimostrato di poter accedere all’intero produzione ortofrutticola italiana:
massimale loro disponibile. Sembra infatti che, relativamente al • sviluppo di politiche di marca dei produttori in grado di
2008, soltanto un numero esiguo di Op abbia optato per il nuovo differenziare i prodotti;
regime e intrapreso, in tal modo, il nuovo percorso. • aumento del livello di servizio annesso al prodotto,
A differenza del documento di indirizzo per il 2008, la Strategia segmentando ulteriormente l’offerta;
elaborata nel 2009 si presenta più complessa, articolata
rispettando lo schema proposto dalla Commissione europea
• sviluppo di un progetto di valorizzazione condiviso tra
produzione e distribuzione, che aumenti l’appeal delle
nell’Allegato VII del regolamento (CE) n. 1580/20073 e
produzioni italiane.
guardando a un arco temporale che coincide con il periodo di
A tali percorsi strategici non corrispondono, però, all’interno
programmazione il cui termine è fissato al 2013.
dello stesso documento, priorità nell’individuazione degli
La Strategia 2009-2013 si apre con un’analisi approfondita della
obiettivi, essendo stati presi in considerazione tutti i nove
situazione del settore, con i suoi punti di forza e di debolezza,
obiettivi (generali e specifici) definiti dal regolamento, e nella
nonché dell’impatto della vecchia Ocm dalla quale scaturisce la
scelta degli specifici ambiti di intervento. La Strategia nazionale
contraddittoria risposta del sistema organizzato, evidenziando
contempla, infatti, tutte le azioni esplicitate negli Allegati del
una situazione come quella espressa, in sintesi, dagli indicatori
regolamento (CE) n. 1580/2007, attraverso le quali conseguire
di baseline riportati nel documento strategico e ripresi nella
l’attuazione degli obiettivi nonché la loro misurabilità con gli
tabella 1.
indicatori di rendimento.
Tabella 1 - Indicatori di baseline - 2006 La scelta operata dall’Italia è, in realtà, una “non scelta” proprio
per i motivi appena detti; tuttavia essa è motivata dal fatto che si
Soci Soci
Produzione media persone persone Superficie è voluto “andare incontro alle diverse esigenze di una realtà
OP commercializzata fisiche per giuridiche ortofrutticola produttiva ortofrutticola, quale quella italiana, assai eterogenea
Regione
(numero) per OP OP per OP media per [...]; allo stesso tempo essa risponde all’esigenza di dare
(.000 €) (numero (numero OP (ha)
medio) medio) maggiore flessibilità alle Op affinché con la propria azione siano
Piemonte 5 31.945 660 5 2.867 in grado di conseguire gli obiettivi comunitari” (MIPAAF, 2008,
Lombardia 13 19.293 193 9 704 p.41). E’ evidente, però, che l’aver mantenuto tutte le azioni
P.A. Trento 5 56.072 1.818 6 2.149 previste dal regolamento riduce l’essenza strategica del
P.A. Bolzano 3 150.873 4.743 19 10.194 documento stesso rendendolo, sotto questo aspetto, meno
Veneto 14 14.009 249 4 861 significativo ed efficace. Nel contempo, tale decisione si riflette
Friuli-Venezia G. 2 2.900 90 12 245
necessariamente sulla formulazione degli indicatori attraverso i
Emilia-Romagna 18 60.280 1.092 9 5.284
Toscana 2 11.038 360 3 1.452 quali misurare i progressi compiuti nella realizzazione degli
Marche 5 11.731 274 3 1.383 obiettivi, nonché l’efficienza e l’efficacia delle azioni. Pur
Lazio 27 7.270 173 1 592 essendo stata operata una selezione degli indicatori, in funzione
Abruzzo 8 3.993 189 3 315 della disponibilità e/o della facile reperibilità delle informazioni di
Molise 2 9.656 240 16 2.071 base, è d’altro canto evidente la complessità di una gestione
Puglia 15 6.691 109 7 854 della stessa Strategia che contempla due momenti fondamentali
Campania 15 12.543 122 7 1.035
Basilicata 12 5.619 131 3 596
e innovativi, come il monitoraggio e la valutazione, i quali
Calabria 22 6.408 332 7 1.049 costituiscono un’esperienza nuova per le Op e che, anche in
Sicilia 40 5.575 250 4 700 virtù di ciò, avrebbe richiesto una maggiore consapevolezza
Sardegna 6 3.583 73 1 320 nelle scelte da effettuare e, conseguentemente, una gradualità
Italia 214 15.349 374 5 1.311 nell’applicazione.
Fonte: MIPAAF, OCM - Ortofrutta.Strategia nazionale 2009-2013
Pagina 56 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Il quadro programmatorio di riferimento: la introduzione e grazie alla natura esclusivamente transitoria della
misura (Giacomini, Arfini, 2008; Pupo D’Andrea, 2009).
politica di sviluppo rurale D’altro canto, i cambiamenti che derivano dall’applicazione delle
misure contemplate dalla riforma della PAC richiedono una
Il quadro programmatorio di riferimento all’interno del quale capacità di risposta che diventa tanto più difficile per un settore
sviluppare le azioni strategiche è definito non soltanto dalla complesso come l’ortofrutta che, fra l’altro, è passato in breve
Strategia nazionale per l’ortofrutta ma anche dal Piano tempo dal sostegno accoppiato al disaccoppiamento degli aiuti
strategico nazionale per lo sviluppo rurale 2007-2013 (Psn), e in su basi storiche e che, in prospettiva, dovrebbe pervenire al
particolare da due dei quattro Assi prioritari: miglioramento della modello regionalizzato. E’ evidente che quest’ultimo passaggio
competitività del settore agricolo e forestale (Asse I); determinerà, come hanno evidenziato alcuni recenti studi (Pupo
miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale (Asse II). Ad D’Andrea, 2008a; Arfini et al., 2008), un effetto redistributivo
essi sono correlate le linee strategiche rispetto alle quali i degli aiuti strettamente connesso ai processi produttivi rispetto ai
programmi operativi devono risultare coerenti: quali i pagamenti storici sono stati calcolati. La regionalizzazione
• innalzamento e/o consolidamento del grado di competitività porterà, infatti, a una redistribuzione delle risorse finanziarie
e redditività delle aziende; dalla quale risulteranno penalizzati proprio quei comparti – tra i
• orientamento delle aziende al mercato con politiche di quali l’ortofrutta trasformata – che in passato hanno potuto
innovazione di prodotto e di mercato; godere di pagamenti elevati; viceversa, risulteranno premiati
• perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della quei prodotti, come gli ortofrutticoli freschi, che, invece, non
filiera; hanno mai ricevuto alcun tipo di sostegno. Nel caso specifico del
• adeguamento e rafforzamento dei sistema di produzione pomodoro da industria, ciò che emerge dal lavoro di Arfini e altri
eco-compatibile (dimensione ambientale). (2008) è che la regionalizzazione non sembra influire sulle
Nella Strategia nazionale viene sviluppata un’analisi congiunta scelte produttive, come invece si rileva nel passaggio dal
degli obiettivi dei programmi operativi e delle linee strategiche sistema accoppiato al disaccoppiamento degli aiuti e nel caso di
del Psn, evidenziandone gli elementi di raccordo e di coerenza. variazione dei prezzi di mercato, giacché con il
Questa analisi fa da premessa a una delle questioni cruciali e disaccoppiamento non cambiano le convenienze relative tra i
più dibattute che si sono avute, e non ancora del tutto risolte, processi produttivi, rispetto ai quali rimane inalterato il grado di
con la Strategia nazionale, vale a dire la definizione dei criteri di sostituzione, quanto piuttosto sono le performance economiche
coerenza e di complementarità tra gli interventi finanziabili delle aziende agricole che tendono a modificarsi.
all’interno dell’Ocm ortofrutta e gli interventi previsti nell’ambito Alla luce di queste valutazioni è evidente come tenderanno ad
della politica di sviluppo rurale. A tal fine gli ambiti individuati, acquisire un’importanza cruciale le modalità di gestione della
onde escludere duplicazioni nei finanziamenti, fanno riferimento transizione fra i diversi regimi, poiché tali scelte condizioneranno
a: il ritmo con il quale verrà data attuazione alla redistribuzione
degli aiuti, influenzando la capacità che hanno gli agricoltori di
• gli investimenti materiali e immateriali, per i quali la adattare i loro sistemi di produzione alle nuove regole. Da ciò
Strategia nazionale per l’ortofrutta adotta le indicazioni può dipendere il miglioramento dell’efficienza economica e
espresse nel Psn, riviste di recente, sulla base delle quali il quindi una maggiore capacità competitiva da parte delle imprese
livello di demarcazione è dato dal soggetto beneficiario e ortofrutticole.
dalla dimensione finanziaria degli investimenti4;
• le azioni e gli interventi agro-ambientali, per i quali è
previsto il finanziamento esclusivo nell’ambito dei Psr, salvo
far rientrare nell’ambito dell’Ocm gli interventi per la
In conclusione
produzione integrata e biologica, affidandoli alle Op.
La riforma dell’Ocm ortofrutta si presenta molto complessa
nell’attuazione per le importanti ripercussioni che le scelte
adottate a livello nazionale avranno sulle prospettive future del
L’ortofrutta nella riforma della PAC settore ma anche per le più strette interazioni con la riforma
della PAC e la politica di sviluppo rurale. Sotto questo profilo la
Le prospettive future del settore ortofrutticolo italiano dipendono, riforma dell’Ocm ortofrutta costituisce un valido esempio di una
oltre che dalla Strategia nazionale per i programmi operativi tendenza più generale di integrazione delle politiche, che trova
integrata in un quadro di programmazione più generale come la sua più esplicita espressione nella modulazione, con la quale
quello definito dalla politica di sviluppo rurale, anche dalle dare attuazione allo spostamento di risorse finanziarie dal primo
decisioni che il nostro Paese dovrà prendere in merito al secondo Pilastro.
all’applicazione, da qui al 2013, del pacchetto di misure D’altro canto, la logica che sottende alla riforma dell’Ocm
contemplato nell’ultima riforma della PAC, approvata il 20 ortofrutta è diversa da quelle della riforma PAC (processo di
novembre 2008 con la conclusione dell’Health check. Esso disaccoppiamento) e della politica di sviluppo rurale. In primo
comprende, com’è ormai noto, il completamento del processo di luogo, sono diversi gli interlocutori: al centro dell’Ocm vi sono le
disaccoppiamento, con la possibilità di passare al modello Op, mentre le altre politiche sono rivolte all’azienda agraria. In
regionalizzato degli aiuti, nonché l’attivazione degli altri secondo luogo, rispetto alle altre politiche di mercato, il ruolo
strumenti previsti, ossia la modulazione, attraverso la quale dello Stato diventa cruciale per le strategie di implementazione
drenare risorse dal primo Pilastro per destinarle al secondo, e della politica comunitaria. Per questo è necessario porre una
l’Articolo 68 che consente, con una serie di misure specifiche, di grande attenzione nel trattare e nell’interrelare le diverse
qualificare maggiormente gli interventi che transitano per il primo politiche fra loro, al fine di non annullare il grande valore
Pilastro5. innovativo dell’Ocm ortofrutta che è proprio quello di aver
Per quanto concerne più specificatamente l’ortofrutta, i nuovi individuato le Op come strumento strategico di governo del
regolamenti sulla PAC ne recepiscono la riforma confermando mercato e per non disperdere l’importante esperienza sinora
l’opzione in base alla quale gli Stati membri possono decidere di accumulata.
posticipare l’integrazione dei prodotti ortofrutticoli nel regime di
pagamento unico, non rendendo ammissibili, sino al 31
dicembre 2010, le superfici destinate alla loro produzione. Nel Note
far ciò la Commissione europea aveva ritenuto non necessaria, 1
Successivamente il settore ortofrutticolo è stato integrato nel regolamento (CE) n.
per il settore ortofrutticolo, una revisione del sistema di 1234/2007 che istituisce l’OCM unica e che diventa il nuovo riferimento normativo
pagamento parzialmente accoppiato data la sua recente in sostituzione del regolamento (CE) n. 1182/2007.
2
Il regolamento stabilisce gli obiettivi generali delle Op: i) assicurare la
programmazione della produzione e il suo adeguamento alla domanda; ii)
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 57

concentrare l’offerta e immettere sul mercato la produzione dei soci; iii) ottimizzare
i costi di produzione e stabilizzare i prezzi alla produzione. Ad essi si affiancano gli
obiettivi specifici per i programmi operativi: a) pianificare la produzione; b)
Aspetti del dibattito sulla “filiera
migliorare la qualità dei prodotti; c) incrementare il valore commerciale dei prodotti;
d) promuovere la commercializzazione dei prodotti freschi e trasformati; e)
corta”
promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione rispettose dell’ambiente; f)
prevenire e gestire le crisi per tutelare i redditi dei produttori e ridurre i ritiri.
3
Maria Paola Sini
La Strategia nazionale si compone dei seguenti elementi: a) analisi della
situazione in termini di punti di forza e di debolezza e delle relative potenzialità di
sviluppo; b) giustificazione delle priorità adottate; c) definizione degli obiettivi e
degli strumenti dei programmi operativi rispetto ai quali si introducono indicatori di
rendimento; d) valutazione dei programmi operativi; e) obblighi di notifica a carico
Attualità dell’interesse per la filiera corta
delle OP.
Alla Strategia si accompagna la Disciplina ambientale, un documento di particolare In un momento economico controverso e difficile come quello
rilevanza per gli aspetti che la legano allo sviluppo rurale e al problema della attuale, in cui si registra una flessione dei consumi1, anche
complementarità e coerenza degli interventi, tanto da costituire l’unico documento
dell’intera strategia ad essere sottoposto ad approvazione da parte della
alimentari, e in cui quindi sia la domanda al consumo che
Commissione europea. l’offerta al primo stadio di produzione agricola attraversano una
4
Gli interventi a carattere strutturale realizzati direttamente dalle OP/AOP sono congiuntura negativa, si cercano -tra i possibili rimedi- soluzioni
finanziati nell’ambito dei relativi programmi operativi; tutti gli altri casi ricadono nei commerciali alternative a quelle tradizionali.
Programmi di sviluppo rurale (Psr), salvo delimitare ulteriormente sulla base della
dimensione finanziaria dell’investimento. L’incremento generalizzato dei prezzi, compresi quelli dei
5
Non è certo questa la sede per entrare nel merito delle singole questioni, per cui prodotti alimentari, crea disagio ai consumatori, soprattutto nelle
si rimanda alle riflessioni sviluppate in altri lavori, tra i quali si citano: Pupo fasce di reddito più deboli. Allo stesso tempo, peraltro, la forbice
D’Andrea (2008a; 2008b), De Filippis (2009).
dei prezzi tra input e output determina grosse difficoltà per le
imprese agricole (Cicatiello, Franco, 2008), schiacciate tra i
crescenti costi di produzione e la scarsa dinamica dei prezzi alla
Riferimenti bibliografici produzione degli stessi beni alimentari (Van der Ploeg, 2006). Il
problema è che il divario tra prezzo dei prodotti alimentari ai
• Arfini F., Donati M., Petriccione G., Solazzo R. (2008), “An cancelli dell’azienda e prezzo al consumo risulta
Impact Assessment of the Future CAP Reform on the Italian insostenibilmente elevato per la lievitazione che il prezzo di
Tomato Sector”, Paper prepared for the 109th EAAE partenza registra nelle varie fasi di concentrazione del prodotto
Seminar “The CAP after the Fischler Reform: National e distributive della filiera convenzionale (lievitazione causata
Implementations, Impact Assessment and the Agenda for dagli stessi passaggi intermedi oltre che dall’allargamento dei
Future Reforms”, Viterbo, Novembre 20-21st. margini di ciascuno di essi).
• De Filippis F. (a cura di) (2009), Il futuro della PAC dopo Questo è ciò che accade all’interno dei Paesi sviluppati. A livello
l’Health Check, Gruppo 2013 Quaderni, Edizioni Tellus, globale, e soprattutto nei Paesi sottosviluppati, il problema della
Roma, febbraio. polarizzazione dei prezzi tra produzione e consumo è molto più
• Giacomini C., Arfini F. (2008), “Le novità della nuova Ocm grave, inducendo fenomeni di progressivo impoverimento degli
ortofrutta”, Agriregionieuropa, n. 12, marzo. agricoltori e aggravando i problemi della malnutrizione e della
fame, o quanto meno ostacolando il raggiungimento degli
• Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali –
obiettivi internazionali di riduzione di tali fenomeni.
MIPAAF (2008), Ocm – Ortofrutta. Strategia nazionale 2009-
Si impongono quindi risposte di vario genere, da parte degli
2013, Roma, settembre.
agricoltori e delle istituzioni, per rimediare agli impatti sociali di
• Petriccione G. (2008), “Le Organizzazioni dei produttori nella questo stato di fatto. Tra le risposte c’è la ricerca di percorsi
riforma dell’Ocm ortofrutta”, Agriregionieuropa, n. 12, marzo. alternativi di sbocco finalizzati allo stesso tempo a ridurre
• Pupo D’Andrea M. R. (2008a), “Un’analisi degli effetti l’incremento dei prezzi lungo la catena distributiva del prodotto e
dell’applicazione in Italia di ipotesi alternative di pagamento a ridurre la presenza di squilibri nei rapporti di scambio.
unico regionalizzato”, XLV Convegno di Studi SIDEA Quest’ultimo problema acquista rilievo soprattutto per Paesi più
“Politiche per i sistemi agricoli di fronte ai cambiamenti: poveri che esportano prodotti agricoli food e no food e non
obiettivi, strumenti, istituzioni”, Portici, 25-27 settembre. destinano la propria produzione ai consumi alimentari interni, e
• Pupo D’Andrea M. R. (2008b), “Finestra sulla PAC n. 12”, dove si verificano squilibri nella forza contrattuale e asimmetrie
Agriregionieuropa, n. 15, dicembre. informative tra singoli piccoli agricoltori e grandi imprese (spesso
• Pupo D’Andrea M. R. (2009), “Le scelte nazionali di multinazionali) sia acquirenti-importatrici di prodotti agricoli, che
applicazione delle ultime riforme settoriali della PAC”, in fornitrici di mezzi tecnici per l’agricoltura.
INEA, Rapporto sullo stato dell’agricoltura italiana 2007- Viene così alla ribalta in questo particolare momento il dibattito,
2008, Roma, pp. 141-151. già da alcuni anni esistente, sulle opportunità offerte dalla
cosiddetta “filiera corta” o “a circuito breve”. Tale dibattito risulta
Aiuta AGRIREGIONIEUROPA di particolare attualità in Italia, considerato che la normativa che
con un tuo contributo a crescere e ad offrire nuovi servizi promuove l’attivazione della filiera corta è di recente
emanazione: ci si riferisce al D.M. 20 novembre 2007
Carta di credito (G.U.n.301/2007), attuativo dell'articolo 1, comma 1065, della
(http://www.agriregionieuropa.it/contributo.html) legge 27 dicembre 2006, n. 296, in vigore dal gennaio 2008, sui
mercati riservati all'esercizio della vendita diretta da parte degli
Bonifico bancario imprenditori agricoli.
Beneficiario: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e Ricerche di
Economia e di Politica Agraria
Questa modalità di commercializzazione, i cui vantaggi sono
Istituto di credito: Banca di Ancona - Credito Cooperativo - Agenzia n. 2 stati più volte evidenziati dalla letteratura straniera e italiana e
c/c 000030183841 dalle organizzazioni di categoria agricole, costituisce una
Codice ABI: 08916 alternativa alla “filiera lunga”, di cui si parla a proposito della
Codice CAB: 02602 “logistizzazione e globalizzazione dei flussi” (Del Vecchio, 2008).
CIN Y
IBAN IT35Y0891602602000030183841

Bollettino postale Globalizzazione, logistica, circuiti lunghi


Beneficiario: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e Ricerche di
Economia e di Politica Agraria c/c 10602605 La banalizzazione dei costi di trasporto insieme alla velocità di
circolazione delle informazioni e alla crescente organizzazione
Si prega di scrivere nella causale del pagamento: "Contributo
Agriregionieuropa"
Pagina 58 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

logistica hanno determinato una globalizzazione dei flussi acquirenti e più remunerativi per i produttori;
commerciali. • ambientale: riduzione, nella cosiddetta offerta “a chilometro
Ciò avviene anche per i prodotti alimentari, gran parte dei quali zero”, dei consumi energetici e dell'inquinamento legato al
vengono commercializzati attraverso la filiera lunga, la quale trasporto e alla frigo-conservazione, che tra l’altro la coniuga
può essere considerata come una sorta di evoluzione estrema almeno in teoria -seppure non in pratica (Franco, 2007)- alle
della già articolata filiera convenzionale agroalimentare2, produzioni biologiche4;
caratterizzata da un insieme di aziende integrate verticalmente. • sociale: controllo diretto del prezzo e della qualità da parte
Quest’ultima tende infatti sempre più a realizzarsi nell’attuale dei consumatori, maggiore freschezza e salubrità dei
spazio di mercato globale attraverso “circuiti lunghi”, che prodotti deperibili, rapporto di fiducia e scambio di
presuppongono un frazionamento ed una delocalizzazione delle informazioni senza intermediari tra produttori e consumatori,
singole attività produttive, vari intermediari commerciali, lunghi circuiti indotti e cumulativi di sviluppo rurale in aree
tragitti di percorrenza. Troviamo infatti contemporaneamente marginali.
sullo stesso mercato prodotti provenienti dai paesi più disparati Si tratta dunque di vantaggi che non si limitano esclusivamente
di cui talvolta non riusciamo neppure a controllare ad una riduzione dei prezzi all’acquisto per i consumatori e nel
completamente la provenienza, essendo le aree di produzione soddisfacente prezzo di vendita per i produttori, cosa che nei
agricola completamente indipendenti da quelle di consumo e momenti di difficoltà può essere fattore trainante, ma consistono
anche da quelle di trasformazione del prodotto. Questo tipo di anche nella predisposizione della domanda a ricercare il
filiera, dapprima considerato massimamente efficiente, almeno prodotto tipico, o comunque locale, cui si attribuiscono una serie
da un punto di vista finanziario o “mercantile”, è stato di valenze che aggiungono valore alla merce in sé stessa
ultimamente variamento criticato da un punto di vista economico considerata, come risulta da studi effettuati al riguardo sulla
complessivo che include aspetti ambientali e sociali. Tuttavia è disponibilità a pagare (AA.VV., Ohio State University, 2008).
opportuno astenersi da giudizi univoci e perentori, in quanto la Queste ultime motivazioni di consumo riferibili alla valenza
filiera lunga come anche quella corta risultano di volta in volta culturale del cibo sono legate a fasce di reddito medio alte,
più o meno efficienti a seconda dei diversi contesti locali e disposte a pagare addirittura un premium price per i prodotti
situazioni di mercato in cui operano. locali, così come il risparmio sul prezzo di vendita può essere
invece motivazione prevalente per le fasce di reddito più deboli.
Inoltre motivazioni sia di consumo per singoli privati che di
I farmers’ market incentivazione dell’offerta a chilometri zero da parte dell’autorità
pubblica sono legate ai citati aspetti di sostenibilità ambientale.
Alla cosiddetta “filiera lunga” o con “circuiti lunghi” si In relazione alla sostenibilità ambientale, analizzata in
contrappone la “filiera corta” o “a circuito breve”, anche particolare dagli studi sui food miles (AA.VV., Defra, 2005), c'è
comunemente detta “vendita diretta”. Come è noto, questa tuttavia un filone scientifico che ha un atteggiamento critico
modalità di commercializzazione ha la caratteristica di realizzare riguardo ai vantaggi dell'offerta a chilometro zero. Infatti ciò che
un rapporto diretto fra produttori e consumatori, singoli o si deve considerare nella valutazione della sostenibilità non è
associati. Essa determina appunto “l’accorciamento” della filiera soltanto il costo ambientale del trasporto, ma si deve tener conto
attraverso l’eliminazione o riduzione del numero degli anche di una “ecologia di scala” (Schlich, Fleissner, 2005), che
intermediari commerciali e dei tragitti di percorrenza dei beni, la computi i risparmi energetici connessi alla dimensione più o
cui distribuzione finale avviene nella stessa area di produzione. meno ampia delle aziende di produzione e trasformazione,
La filiera corta è una formula commerciale attuale, anche se consentendo di considerare nell’insieme tutti i costi comparati
ripresa dai tradizionali mercati locali del passato (quando i beni ambientali delle produzioni ottenute e commercializzate da
venivano in gran parte prodotti e commercializzati nell’ambito differenti tipologie d’imprese nelle diverse parti del globo.
della medesima area), e appare nei Paesi sviluppati come una Quanto alla sostenibilità economica, non si possono trascurare
rivisitazione dei mercatini settimanali. Si tratta di un tipo di alcuni elementi in contrasto. Ad esempio si deve tener conto del
distribuzione che negli ultimi anni ha registrato una progressiva fatto che non sempre a livello locale i prezzi dei prodotti
diffusione per quanto riguarda i prodotti agricoli delle coltivazioni scambiati nell'ambito della filiera corta sono più bassi per i
e dell’allevamento. Con particolare riferimento a questi ultimi consumatori di quelli offerti dalle grandi catene di vendita che
prodotti si parla più specificamente di farmers’ market o green operano con notevoli economie di scala nella filiera lunga.
market, i quali, allo stato nascente in Italia, sono un fenomeno Inoltre si deve considerare che in aree a bassa densità
già ampiamente sperimentato in altri Paesi europei, in cui demografica l’offerta può essere in esubero (Brunori et al.,
operano già dai primi anni Novanta, e soprattutto negli Usa dove 2007), creando difficoltà di sbocco ai produttori.
hanno iniziato ad affermarsi fino dai primi anni Settanta, Con particolare riferimento ai prezzi si potrebbe obiettare che in
registrando nel periodo più recente un notevole incremento un mercato concorrenziale s’impone automaticamente l’unicità
(Boschetti, 2007). del prezzo per prodotti indifferenziati come tradizionalmente
Tra le esperienze dei Paesi europei emergono quelle della erano quelli agricoli. Tuttavia ormai esiste una differenziazione
Francia, della Germania e del Regno Unito, che presentano per anche per i prodotti agricoli, che non svolgono più soltanto la
l’Italia esempi interessanti da conoscere e -mutatis mutandis in basilare funzione di nutrimento, ma incorporano in vario modo -
relazione al differente ambito socio-strutturale e istituzionale- da attraverso la loro qualità intrinseca, provenienza, modalità di
emulare, con particolare riferimento ad alcuni elementi confezionamento e commercializzazione- il soddisfacimento di
caratterizzanti e ben definiti della disciplina normativa, modalità altre esigenze. Queste ultime possono spaziare dal time saving -
organizzative e promozione pubblica. peculiare dei prodotti commercializzati dalle grandi catene
distributive- ad aspetti legati alle succitate valenze culturali,
ambientali, alla salubrità o alla tipicità del gusto,
Vantaggi e limiti della filiera corta: il “luogo presumibilmente o realmente riscontrabili nei prodotti
commercializzati tramite filiera corta. Di conseguenza, il mercato
economico” della sua efficienza non risulta perfettamente concorrenziale (pure a prescindere dal
differente potere contrattuale delle imprese commerciali). E per
I dibattuti vantaggi della filiera corta (Bullock et. al., 2000; questo i prodotti -in qualche modo differenziati- venduti nei
Hilchey et. al., 2000) consistono essenzialmente nella farmers’ market possono avere prezzi differenziati5, anche
sostenibilità di questa modalità di vendita dai diversi punti di indipendentemente dal loro differente costo di produzione e, in
vista: particolare, di commercializzazione.
• economico: prezzi dei beni alimentari più contenuti3 per gli
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 59

Con più specifico riferimento agli aspetti sociali, invece, resta possibilità di attuare interventi di tipo istituzionale, attraverso la
salvo il fatto del controllo diretto del prezzo e della qualità da predisposizione di una normativa sul settore più articolata
parte dei consumatori, del loro rapporto umano con i produttori6, dell’attuale Decreto Ministeriale. Elementi vincolanti più
e anche della maggiore indipendenza degli agricoltori nelle stringenti per assicurare il mantenimento delle caratteristiche
scelte produttive (Cicatiello, Franco, 2008), con conseguente peculiari di questa modalità di vendita e nel contempo incentivi
soddisfazione morale. per agevolare un corretto sviluppo del settore andrebbero messi
Inoltre la filiera corta, che senza dubbio valorizza appieno il a punto in un testo unico di legge. È infatti da considerarsi una
capitale umano e sociale, nonché le risorse naturali locali, può opportunità da sfruttare, ma allo stesso tempo un rischio,
innescare processi di sviluppo endogeno sia in aree rurali l’attuale situazione normativa ancora in nuce, che è necessario
marginali dei Paesi sviluppati, sia nel contesto locale di Paesi perfezionare mediante una legge quadro nazionale di riferimento
sottosviluppati. In questi ultimi può efficacemente opporsi a alla quale possano armonicamente adeguarsi le singole
fenomeni di progressivo impoverimento, sia di risorse naturali differenti normative regionali (come quelle del Lazio, Toscana,
che di risorse umane, legati all’introduzione non oculata e Piemonte, Veneto). Così come è pure necessaria una
massiccia di modelli produttivi esterni (Shiva, 1995 e 2008), per programmazione-guida con un pacchetto di interventi di
produzioni intensive indirizzate all’esportazione. carattere generale per lo sviluppo della filiera corta, cui possano
La filiera corta peraltro non costituisce certamente la soluzione collegarsi i vari interventi di programmazione a livello locale che
più indicata per tutti i problemi, e in determinati contesti, dove stanno sorgendo o appena sorti, generalmente integrati con i
non trova la sua naturale collocazione, ovvero il suo particolare Piani regionali di sviluppo rurale predisposti per il periodo 2007-
“luogo economico” (Serpieri, 1950), risulta meno efficiente della 2013.
filiera lunga. In generale essa risulta particolarmente idonea a Riguardo agli aspetti vincolanti, ci si riferisce alle modalità di
risolvere le difficoltà di aziende di piccole dimensioni, dimostrazione sia dei requisiti oggettivi delle imprese di
multifunzionali, che offrono prodotti di nicchia (locali tipici e/o produzione, sia dei requisiti soggettivi degli imprenditori agricoli.
biologici). Appare invece poco adeguata in tutte le situazioni in Tale dimostrazione potrebbe consentire di controllare e
cui prevalgono le dimensioni d’impresa medio grandi e si creano certificare provenienza, tipicità, freschezza (tempo massimo in
economie di scala di tipo economico ed ecologico, quando ore che intercorre dalla raccolta alla vendita, interessante per gli
l’offerta aziendale è specializzata e costituisce una consistente ortofrutticoli), modalità di produzione e qualità dei prodotti,
massa critica di prodotto che può trovare maggiore facilità di nonché trasparenza del relativo prezzo, in modo da valorizzare i
sbocco in un mercato più ampio di quello locale. Non è quindi peculiari punti di forza del prodotto stesso. E' finalizzata inoltre
adatta in tipologie d’impresa (medio-grandi) laddove l’efficiente ad evitare -date le agevolazioni fiscali per il settore agricolo-
utilizzo del tempo-lavoro dell’imprenditore non consente a fenomeni di competizione non corretta ed eventuali conflittualità
quest’ultimo lo svolgimento di un’attività variegata e degli agricoltori con altri operatori commerciali. Il decreto non è
multifunzionale, che comprenda anche la commercializzazione tanto restrittivo, sia in relazione alle caratteristiche del prodotto
diretta delle produzioni aziendali. In queste situazioni può da esitare nei mercati agricoli di vendita diretta7, sia con
risultare più vantaggiosa la filiera lunga. riferimento ai soggetti abilitati alla vendita e alla provenienza
E’ da aggiungere che la vendita diretta è idonea allo sbocco di aziendale del prodotto da essi commercializzato8. Ciò può
prodotti pronti per il consumo (Cicatiello, Franco, 2008), non di essere un bene, perché consente il libero esplicarsi di un
prodotti da trasformare, per lo meno con riferimento ventaglio ampio di possibilità, che dà una certa discrezionalità e
all’organizzazione dei consumi delle società avanzate. Nei Paesi respiro alle imprese facilitando il superamento di determinati
sottosviluppati, invece, la filiera corta sembra risultare opportuna punti debolezza9, tuttavia questo può anche permettere il
quando crea circuiti locali anche per la vendita di prodotti grezzi, verificarsi di qualche evenienza che renda realizzabile il rischio
ad esempio cereali di base, come il grano, che in tali contesti di snaturamento dell'attività10.
possono essere trasformati dalle stesse unità familiari di Per quel che concerne i succitati incentivi, essi possono
consumo. consistere in ulteriori agevolazioni fiscali, sostegni di tipo
finanziario o di supporto organizzativo sul sistema esterno
all’attività delle imprese e su quello interno ad esse con riguardo
Alcune indicazioni scaturite da un’analisi SWOT, ad analisi e ad azioni di marketing. Interventi incentivanti, anche
finanziari, destinati al sostenimento delle imprese che adottano
interpretate con particolare riferimento all’Italia questa tipologia di vendita ed atti ad agevolare la costituzione di
reti di collegamento tra di esse, con particolare attenzione alle
E’ stata effettuata un’analisi SWOT sulla filiera corta, con una piccole imprese ed alle aziende ubicate in zone svantaggiate,
puntuale classificazione dei punti di forza e debolezza endogeni sono peraltro giustificati da alcuni dei punti di forza intrinseci alla
a questa formula di commercializzazione e degli elementi filiera corta e devono essere finalizzati a concorrere alla piena
esogeni che si configurano come opportunità che favoriscono o realizzazione di essi. La vendita diretta da parte degli agricoltori
come rischi/minacce che ostacolano una sua positiva è infatti una modalità di sbocco che ha un buon collegamento
affermazione. Il fine dell’analisi è quello giungere ad individuare con la multifunzionalità delle imprese agricole incentivata in
le modalità più idonee per ridurre i punti di debolezza e ambito UE. Essa facilita gli scambi e l’incremento del reddito
trasformare almeno una parte di essi addirittura in punti forza, nelle aziende agricole pure di piccole dimensioni11, agevolando
ribaltandone la valenza. Il che si rende possibile studiando il la realizzazione di economie di scopo12 laddove non possono
modo di sfruttare al meglio tutte le opportunità evidenziate e nel essere realizzate economie di scala. Può quindi contribuire a
contempo di eludere i rischi, che si presentano, con valenze suscitare processi di sviluppo locale endogeno in aree rurali
diverse, in diversi contesti territoriali e nei differenti scenari anche marginali, soprattutto se suscettibili di attrazione turistica.
ipotizzabili per ciascuno di tali contesti. Nell’analisi effettuata in In linea generale, politiche a favore della filiera corta possono
questo studio i diversi scenari sono stati grossolanamente essere attuate attraverso interventi normativi o programmatici
distinti soltanto come “situazione nei Paesi sviluppati” e che prevedono incentivi diretti ed anche indiretti.
“situazione nei Paesi sottosviluppati”. Per esemplificare più concretamente, consideriamo alcuni
Si riporta di seguito esclusivamente qualche riflessione risultante rilevanti punti di debolezza tra quelli evidenziati dall’analisi
dall’analisi, con specifico riferimento all’Italia, per tentare di SWOT: la filiera corta si riferisce ad un mercato di nicchia, i
formulare alcuni suggerimenti di policy. consumi sono limitati, soprattutto all'esterno dei grossi
Tenendo conto delle opportunità che si presentano si può agglomerati urbani e delle zone di consolidata attrazione
intravedere la possibilità di superare alcuni punti di debolezza, turistica. Tuttavia si rileva, tra le opportunità, una tendenza
anche sulla scorta delle citate esperienze già maturate in altri all'incremento della domanda sia da parte di consumatori a
Paesi. Le opportunità realizzabili riguardano innanzitutto la basso reddito, attratti dalla convenienza di prezzo, sia da parte
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di consumatori ad alto reddito ed anche di ristoratori, attratti importante punto di debolezza, costituito dal fatto che la
dalle citate caratteristiche del prodotto locale, collegabili anche commercializzazione attraverso i punti vendita degli agricoltori
all'interesse manifestato da gruppi culturali slow food. Per non è una modalità di vendita time saving come quella dei grossi
realizzare effettivamente l'ulteriore espansione di entrambe le centri commerciali, in un punto di forza: la creazione di piccoli
tipologie di domanda potrebbero essere messi in atto allo stesso mercati alternativi da associare a momenti di riposo o ludici
tempo generi di interventi differenziati: (come nel caso di famiglie con bambini che giocano in aree
A) Azioni tese alla valorizzazione e promozione (con pubblicità) verdi attrezzate) e quindi al tempo disponibile per lo svago,
del prodotto locale, azioni di marketing del prodotto connesse al “mercatini” che diventano essi stessi una occasione di svago,
marketing del territorio, con iniziative varie (fiere, manifestazioni punti di attrazione e di aggregazione sociale.
culturali e folcloristiche, animazione di aree rurali decentrate, ma G) Promozione di studi mirati su problematiche specifiche di
di pregio paesaggistico e ambientale) atte ad incrementare marketing, sull'esempio di quanto già sperimentato con
l’attrattività territoriale e dei prodotti e con essa la domanda sia successo in Germania (Boschetti, 2007), dove si sono rivelati
di consumatori insediati nell’area, sia di turisti. Ciò esalterebbe i validi strumenti per risolvere particolari situazioni critiche (come
punti di forza riferibili alla tipicità del prodotto ed al buon nel caso del mercato di Coburgo). Promozione ancora di studi
collegamento della vendita diretta con il turismo per l’analisi della domanda ed attivazione di supporti pubblici di
enogastronomico (Gardini, Lazzarin, 2007). assistenza tecnica per aggregare l’offerta e mettere in comune
B) Misure di aiuto al consumo destinate alle fasce più deboli di le informazioni sia sulla consistenza, ubicazione e tipologia della
consumatori a rischio di malnutrizione, simili a quelle già domanda che sull’entità e composizione dell’offerta complessiva
sperimentate negli Stati Uniti, con sovvenzioni attraverso buoni- attraverso la creazione di networks ed il continuo monitoraggio
pasto spendibili nei farmers market. dell’efficienza del loro funzionamento. Attivazione di supporti
C) Incentivi di vario genere (fiscali o finanziari) alle imprese di istituzionali di tipo organizzativo finalizzati alla razionalizzazione
ristorazione e catering che utilizzino prodotto locale. dei percorsi di certificazione igienico-sanitaria e di qualità dei
D) Interventi ancora di tipo istituzionale, finalizzati questa volta a prodotti, alla programmazione ed aggregazione dell’offerta ed
convogliare ulteriori categorie di consumo nel canale della filiera alla riduzione dei costi connessi alla logistica. In questo genere
corta (promuovendo il naturale legame tra essa e le produzioni a di interventi dovrebbero essere coinvolti Enti di assistenza
basso impatto ambientale), riguardano la possibilità di emanare tecnica nonché le Camere di Commercio, come avviene ad es.
una normativa più severa sulla esitazione delle produzioni in Francia, dove le Chambres d’agriculture assumono un ruolo di
biologiche, con la precisa indicazione della filiera corta come rilievo, accollandosi la responsabilità dell’organizzazione dei
canale obbligatorio di sbocco. mercati degli agricoltori, la quale si realizza attraverso l’adozione
Si tratta in tutti questi casi di interventi indiretti. Il rimedio per di una “carta degli impegni” e di un regolamento, che devono
altre criticità richiede invece interventi più direttamente indirizzati essere condivisi, di uno stesso logo e di campagne
alla attività di vendita tramite filiera corta. promozionali. La citata aggregazione dell’offerta finalizzata al
Ad esempio, uno specifico punto di debolezza conseguente alla raggiungimento di economie di scala nella commercializzazione
situazione di nicchia ed alla difficoltà di uscire da essa in aree a attraverso la costituzione di grosse società tra agricoltori non
bassa densità demografica è costituito dalla insostenibilità, per dovrebbe giungere però fino alla creazione di supermarket simili
gli agricoltori con modesti flussi di vendita, dei sia pure limitati a quelli della GDO. Ciò di fatto rischia di avvenire in qualche
costi di investimento per le attrezzature minime necessarie alla situazione dove esperimenti di aggregazione hanno evidenziato
commercializzazione, dato che tali costi vanno ripartiti tra un un possibile snaturamento dei farmer's market. Quindi sembra
numero troppo esiguo di unità di prodotto. Un altro punto di più utile una aggregazione organizzativa e messa in rete di
debolezza, che si estrinseca anche in aree dove c’è più conoscenze, mantenendo tuttavia una individualità dei nodi
mercato, come quelle urbane, è la difficoltà di reperire spazi aziendali che si estrinsechi in molteplici punti di vendita sparsi
adibiti o da adibire a posteggi di vendita. Infine, i punti più nel territorio, legati da una comune organizzazione.
cruciali: vischiosità nel coordinamento dei percorsi di
certificazione igienico-sanitaria (Brunori, 2006 b) e di qualità dei
prodotti, carente organizzazione logistico-commerciale per la Filiera corta e lunga, opportunità di produzione e
difficoltà a prevedere la consistenza della domanda e ad
adeguare tempestivamente l’offerta congiunta di tutti i produttori, di sbocco non sempre alternative
problemi connessi al raggiungimento per le singole aziende di
una dimensione di scala efficiente per determinate operazioni e Si è parlato finora di filiera corta in contrapposizione alla filiera
nel contempo rischio di snaturare -con l’espansione delle lunga all’interno di diversi contesti. Tuttavia non sempre esse
dimensioni- alcune peculiari caratteristiche della filiera corta, tra hanno un rapporto antagonistico nel medesimo contesto, ma vi
cui soprattutto quella del dialogo diretto tra produttore e sono ambiti, come i distretti industriali marshalliani, nei quali
consumatore. Queste debolezze possono essere superate questi due circuiti di produzione e sbocco possono coesistere.
attraverso i suddetti interventi di tipo diretto, costituiti da: Infatti accade che in ambito distrettuale si appiattisca il dualismo
E) Incentivi indirizzati agli investimenti dei piccoli produttori, (Castellani, 2007) tra filiera corta e lunga, e le diverse tipologie
singoli o meglio se associati, per la commercializzazione tramite di impresa che ne trovano la convenienza di volta in volta si
filiera corta. avvantaggino delle opportunità offerte da ciascuna di esse o da
F) Concessione di permessi di vendita in aree di proprietà dei entrambe. La convenienza alternativa per le singole imprese è
singoli Comuni, debitamente attrezzate (concessione prevista determinata dalla specifica dimensione e peculiare catena del
dall’attuale decreto ministeriale, ma attuata finora in modo poco valore (Porter, 1985) che incide sulla scelta di avviare processi
diffuso: non in tutti i Comuni, e/o non con l’offerta di un numero di delocalizzazione delle attività produttive (Micelli, Chiarvesio,
adeguato di aree attrezzate). Quest’ultima disposizione 2003). Le imprese di medie dimensioni, in particolare, possono
consente peraltro l’ottenimento di un beneficio sociale attraverso fruire anche contemporaneamente di queste opposte modalità di
l’esplicarsi dell’opportunità di valorizzare, insieme alle produzioni produzione e vendita, laddove si crea il “luogo economico” che
agricole locali, determinate aree urbane (come centri storici, ne rende opportuno l’utilizzo. Può essere cioè
zone abbandonate con fabbricati dismessi (loft) da riutilizzare, contemporaneamente presente una -anche parziale-
ed anche giardini pubblici, parchi di città o comunque zone verdi delocalizzazione del circuito produttivo, tipica della filiera lunga,
attrezzate intercluse nei centri abitati) od aree rurali (zone di che viene sfruttata per ridurre i costi di produzione pure da parte
possibile attrazione turistica a rischio di abbandono, da di imprese di non grandi dimensioni13, ed una vendita sia
animare). Inoltre l’opportunità di creare centri di vendita in aree mediante filiera corta, sia mediante filiera lunga, ma con
destinate a pause ricreative (in particolare nei giardini pubblici incorporati i vantaggi della reputazione del prodotto tipici della
od in aree verdi attrezzate) consente di trasformare un
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 61

filiera corta ed avvalorati dalla contemporanea presenza di possono vendere prodotti agricoli provenienti dalla propria azienda, o prodotti
provenienti dall'azienda di eventuali soci imprenditori agricoli (in caso di
essa14. cooperative o altre società), inoltre possono vendere anche altri prodotti agricoli
Questa realtà, già evidenziata da alcuni studi nei distretti ottenuti nello stesso ambito territoriale locale, rispettando il limite della prevalenza:
industriali-manifatturieri, sembra emergere anche nei distretti ovvero il prodotto complessivamente venduto deve provenire in prevalenza
agroalimentari15. Una situazione di questo genere si paventa dall'azienda propria o dei soci.
9
La possibilità di concentrare il prodotto di imprenditori diversi ad esempio può
possa portare nel tempo alla dissoluzione (Corò, Grandinetti, ovviare al problema della limitata quantità di prodotto e della limitata gamma di
1999; Grandinetti, Rullani 1996) dei sistemi distrettuali, di cui prodotti disponibili per singola azienda ed agevola il raggiungimento di una massa
vengono meno le caratteristiche di base, strettamente legate alla critica indispensabile al superamento della mancanza di economie di scala e della
carente organizzazione logistico-commerciale.
localizzazione produttiva, ma d’altra parte essa può costituire 10
In taluni casi di forte aggregazione in unico spazio di mercato, infatti, anche
un’opportunità (Grandinetti, Rullani 1996; Rullani, 1997), ed è senza giungere proprio ad una vendita con modalità selfservice come nei
comunque il risultato di un percorso di adattamento da parte di supermarket, può essere trascurato il caratterizzante rapporto diretto tra singolo
imprese dinamiche che cercano di sopravvivere alla produttore e consumatore, concentrando in una sola persona addetta alla vendita
l'offerta di più produttori e magari sostituendo il produttore con un dipendente. Il
globalizzazione dei mercati16. Come potrà evolvere il modello decreto prevede però la possibile realizzazione di attività culturali, didattiche e
distrettuale attraverso de-costruzione e ricostruzione di sistemi dimostrative organizzate all'interno dei mercati, il che può far recuperare a livello di
di relazioni non è al momento prevedibile, certo è che, se non si comunicazione diffusa ciò che si perde in termini di comunicazione individuale.
Oltre al rapporto diretto tra produttore e consumatore, si potrebbe perdere in parte
trasforma in qualcosa d’altro e di nuovo, dovrebbe anche il vantaggio dei chilometri zero, se un imprenditore vendesse prodotti di soci
necessariamente tendere verso la scelta di un circuito che si con azienda ubicata all'esterno del circuito locale di vendita.
riappropri della tipicità reale, pena la progressiva perdita della 11
A queste ultime infatti la filiera corta consente sia di poter diversificare la
reputazione tradizionale, nonché la perdita di quella creatività produzione (dato che la vendita diretta offre la possibilità di sbocco anche per poca
quantità di differenti prodotti), sia di superare barriere amministrative ed igieniche
connaturata ed interna al distretto, che -pure alimentata da (Brunori, 2006 a).
scambi con l’esterno- fornisce prioritariamente alle imprese la 12
Essendo la modalità di vendita tramite filiera corta connessa alla diversificazione
capacità di innovarsi seguendo un percorso originale. sia della produzione aziendale agricola in diversi assortimenti, sia della stessa
attività produttiva delle aziende (multifunzionalità), considerato che l’impresa
A questo proposito si devono distinguere i circuiti lunghi di agricola svolge anche la funzione di commercializzazione del prodotto e di
produzione e vendita da quelli esclusivamente riferiti alla vendita educazione alimentare del consumatore. Inoltre la vendita diretta coesiste
dei prodotti. Mentre i primi mal si adattano alla tradizione facilmente con attività agrituristiche e/o di conservazione ambientale.
13
distrettuale, scindendo lo stretto legame che identifica il prodotto Magari attraverso il preferenziale impiego di strumenti contrattuali piuttosto che
con investimenti diretti all’estero, usualmente utilizzati nell’internazionalizzazione
in relazione ad una matrice territoriale, i secondi possono produttiva delle grandi imprese (Micelli, Chiarvesio, 2003).
tranquillamente coesistere con quelli brevi come opportunità 14
Si mantiene in tal modo un legame di facciata con il territorio-distretto di origine
differenziate di sbocco di un bene che può essere consumato in della produzione, che è in questo caso luogo “storico” di saperi e tradizione
produttiva, dove permangono residenza dell’impresa, organizzazione ed
loco non solo dai residenti ma anche dai turisti o esportato assemblaggio della produzione, e da cui comunque partono le direttive per le
dall’area distrettuale, portando di volta in volta il consumatore al modalità di produzione (disciplinari) e di certificazione di prodotti che, anche se
prodotto o il prodotto al consumatore (Sini, 1998), senza che ciò ottenuti con alcune fasi di lavorazione effettuate in altre aree, rispettino determinati
infici la reputazione del bene e la competizione posizionale. Se standard qualitativi e di tipicità del prodotto distrettuale di cui portano il marchio.
15
Laddove può accadere che avvenga la trasformazione ultima del prodotto con
riferiti alla sola vendita i due circuiti possono infatti valorizzarsi materia prima soltanto in parte locale, oppure talvolta anche che si produca la
reciprocamente in presenza di un prodotto di alta qualità che materia prima da trasformare altrove.
16
coniuga all’interno ed all’esterno il marketing del prodotto con La competizione internazionale spinge verso una riduzione del costo di
produzione tramite la delocalizzazione produttiva, ma allo stesso tempo spinge
quello del territorio. verso una valorizzazione sempre maggiore dei cosiddetti beni posizionali, cui è
associato un differente livello di reputazione legato alla qualità. L’attuale tendenza
dei mercati è infatti orientata ad un aumento del commercio dei beni differenziati
tramite marchi, definiti (Yotopoulos, 2007) “demercificati” (decommodified), in
Note contrapposizione alle tradizionali merci indifferenziate (commodities). E la
competizione, sempre più “basata sulla qualità (reale e/o percepita) anziché sui
1
A livello globale, con l’eccezione dei Paesi in fase di recente crescita. Quando si costi di produzione delle merci”, diviene di tipo posizionale, per dar luogo alla
parla di flessione dei consumi ci si riferisce in particolare a quanto avviene nei formazione di mercati non contendibili che generano rendite (Romano, 2007). Le
Paesi sviluppati dell’occidente, mentre per i Paesi sottosviluppati, dove i consumi imprese distrettuali quindi, con la contemporanea presenza di diverse articolazioni
medi della massa di popolazione sono già inferiori al livello di sussistenza, si dei circuiti di produzione e vendita, cercano di competere su entrambi i fronti
dovrebbe parlare di mancati obiettivi di incremento. (riduzione dei costi legata alla delocalizzazione e reputazione del prodotto legata
2
Divenuta complessa con il progressivo differenziarsi nel tempo delle fasi all’area d’origine), anche se è presumibile ritenere che ambedue i vantaggi
produttive, l’esternalizzazione dall’azienda agricola dei processi di trasformazione competitivi, seppure conseguibili, non si possano mantenere a lungo accoppiati nel
e la nascita del settore industriale agroalimentare. tempo. La qualità “tipica” del prodotto, che gli conferisce la reputazione, è infatti
3
Mediamente intorno al 30% in meno ed oltre secondo stime differenti della Cia e inscindibile dalla produzione locale.
della Coldiretti
4
La disciplina nazionale ed europea sui prodotti biologici e sulla loro certificazione
detta infatti norme esclusivamente sulle modalità di produzione, ma non ancora,
nonostante una proposta della Soil Association, sulle modalità di distribuzione, che Riferimenti bibliografici
includono conservazione e trasporto. Per cui accade che, a dispetto dei principi di
sostenibilità ambientale ad essi connaturati, questi prodotti vengano
commercializzati attraverso circuiti non sempre brevi, e trasportati anche in aereo • AA.VV.(2008), Average shoppers are willing to pay a
per lunghi tragitti.
5
premium for locally produced food, Science Daily, n.8, Ohio
Tali prezzi normalmente risultano più contenuti, rispetto a quelli della filiera
convenzionale, probabilmente perché i prodotti venduti nei mercati degli agricoltori
State University
non soddisfano determinate esigenze, ma potrebbero essere uguali o addirittura • AA.VV. (2005), The Validity of Food Miles as an Indicator of
più elevati in relazione alla entità della domanda, che rispecchia le “mode” e la Sustainable Development, Final Report produced for
diversa importanza attribuita dalla massa dei consumatori alla differente tipologia
di qualità incorporata nei prodotti stessi.
DEFRA, AEA Technology, London.
6
Nel caso ad esempio dei “gruppi di acquisto solidale” il rapporto diretto tra • Boschetti M. (2007), Mercati contadini, un modo per vendere
produzione e consumo “assume connotati che vanno in modo esplicito oltre il meglio, L’Informatore agrario, n.5.
semplice scambio economico” (Brunori, 2006 b).
7
Riguardo alle caratteristiche del prodotto, oltre alla dovuta conformità alle norme • Brunori G.(2006 a), Il mercato dei produttori, intervento al
vigenti in materia di igiene degli alimenti ed all'etichettatura secondo la disciplina World meeting of food communities, Turin, 26-30 October,
generale in vigore, si prescrive l'indicazione del luogo d'origine territoriale e
dell'impresa produttrice. Non vengono posti particolari vincoli rispetto alle modalità
Terra madre, http://content.slowfood.it/
di produzione, come ad esempio nel Regno Unito dove i farmers’ market sono upload/3E6E345B16a2228179vtK18DE889/
disciplinati da una specifica normativa che prevede il rispetto della compatibilità files/18_Mercato_Produttori.pdf.
ambientale e del benessere animale, nonché il controllo e la certificazione della
qualità dei prodotti.
• Brunori (2006, b), Le esperienze di filiera corta, in 8°
8
Quanto ai soggetti abilitati alla vendita, essi devono essere imprenditori agricoli Rapporto Economia e Politiche rurali in Toscana, Agrisole
iscritti al registro delle imprese, con azienda ubicata nell'ambito territoriale • Brunori G. et al. (a cura di), (2007), Indagine conoscitiva sui
(regionale o altro ambito amministrativo locale) dove avviene la
commercializzazione, ma possono svolgere attività di vendita anche familiari circuiti brevi/ locali di produzione-consumo dei prodotti
coadiuvanti e pure personale dipendente dell'impresa agricola. Tali soggetti agricoli in Toscana, Dip.di Agronomia e gestione
Pagina 62 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

dell’agroecosistema, Sezione di Economia agraria e


ambiente, Università di Pisa. Analisi del mercato italiano dei
• Bullock S. et al.(2000), The Economic Benefits of Farmers' vini Syrah
Market, Published by Friends of The Earth Trust.
• Castellani M.(2007), Oltre un modello dualistico della filiera, Antonio Seccia, Gianluca Nardone, Antonio Stasi
Sociologia del lavoro, n.105.
• Cicatiello C., Franco S. (2008), La vendita diretta: produttori
consumatori e produttività, AgriRegioniEuropa, Vol.4, n.14.
• Corò G., Grandinetti R. (1999), “Evolutionary patterns of
Introduzione
Italian industrial districts”, Human Systems Management,
n.18. I vini Syrah stanno attirando sempre più l’attenzione delle
imprese di produzione e distribuzione.
• Del Vecchio F. (2008), Un esempio di applicabilità della Nonostante nei principali mercati mondiali la loro presenza sia
logistica economica: il dibattito sulla spesa “a Km zero” ormai consolidata, la quantità commercializzata in Italia è ancora
Working paper, www.logisticaeconomica.unina.it molto bassa.
• Franco S. (2007), Agricoltura biologica e “food miles”: la crisi Ciò, probabilmente, è da attribuire alla scarsa conoscenza e
di un matrimonio di interesse, AgriRegioniEuropa, Vol.3, n.10 diffusione, a differenza di altri vitigni cosiddetti internazionali,
• Gardini C., Lazzarin C., (2007), La vendita diretta in Italia, che generano diffidenza dal punto di vista delle attese
AgriRegioniEuropa, Vol.3, n.8. qualitative.
• Grandinetti R., Rullani E. (1996), Impresa transnazionale ed Dal lato dell’offerta, quindi, la principale difficoltà consiste nella
economia globale, NIS, Roma. espansione del mercato di una tipologia di vino, come lo Syrah,
• Henke R. (a cura di), (2004), Verso il riconoscimento di che potrebbe rappresentare una valida possibilità di
un’agricoltura multifunzionale, INEA, Roma. diversificazione delle produzioni nonché strumento di
differenziazione nel contesto competitivo. Risulta importante,
• Hilchey D. et al., (1995), Farmers' Market and Rural
quindi, studiare la domanda e l’offerta di questo prodotto al fine
Economic Development. Farming Alternatives Program,
di comprendere il suo posizionamento rispetto agli altri vini
Cornell University, New York State.
italiani di qualità, ma anche di conoscere le caratteristiche della
• Micelli S., Chiarvesio M. (2003), Processi di domanda individuando le variabili sensibili allo scopo di
internazionalizzazione e strategie delle imprese distrettuali incrementarne le vendite.
tra delocalizzazione e innovazione, Conferenza ICE: Questo obiettivo è soddisfatto analizzando in primis l’offerta di
Internazionalizzazione e frammentazione della produzione vini Syrah italiani attraverso un’analisi comparativa con altri vini
dei distretti industriali, Roma, 20-21 Marzo. italiani classificati di alta qualità secondo il rating di una delle
• Porter M. (1985), The Competitive Advantage: Creating and maggiori guide enologiche italiane. Infine, la domanda è stata
Sustaining Superior Performance, N.Y.: Free Press. stimata econometricamente, ottenendo informazioni circa
• Romano D.(2007), L’impatto della globalizzazione l’elasticità al prezzo e l’impatto di shifter tra cui alcune variabili
asimmetrica sull’agricoltura dei PVS, AgriRegioniEuropa, socio-demografiche.
Vol.3, n.8. Il contributo di questo studio è duplice: informativo per quel che
• Rullani E. (1997), L’evoluzione dei distretti industriali: un riguarda il mercato dei vini Syrah italiani, offrendo anche
percorso tra de-costruzione e internazionalizzazione, in elementi importanti per le scelte di produttori e operatori
Varaldo R., Ferrucci L. (a cura di) Il distretto industriale tra commerciali, e metodologico, poiché offre un modus operandi di
logiche di impresa e logiche di sistema, F. Angeli, Milano. facile applicazione che potrebbe essere utilizzato per lo studio
• Schlich E., Fleissner U.,(2005) The Ecology of Scale: dei mercati di altre varietà di vino.
Assessment of Regional Energy Turnover and Comparision Dopo la presente introduzione seguirà una presentazione delle
With Global Food, The International Journal of Life Cycle produzioni italiane di Syrah.
Assessment Vol.10, n.3. Il terzo paragrafo spiega i dati utilizzati, mentre il quarto
approfondisce metodologia e risultati. Infine, seguono alcune
• Serpieri A. (1950), Istituzioni di Economia Agraria, ristampa, considerazioni conclusive.
Edagricole, Bologna.
• Shiva V. (1995), Monoculture della mente. Biodiversità,
biotecnologia e agricoltura «Scientifica», Bollati Boringhieri.
• Shiva V. (2008), India spezzata, Il Saggiatore
Le produzioni italiane di Syrah
• Simon Bullock and Others, The Economic Benefits of
La diffusione del vitigno Syrah in Italia ha raggiunto circa 5.600
Farmers' Market, Published by Friends of The Earth Trust,
ettari, di cui il 90% si trova in Sicilia mentre la Toscana detiene
2000.
la seconda posizione con poco più di 200 ettari (circa il 4%).
• Sini M.P.(1998), “Typical local products and their zone of Seguono Puglia, Lazio, Sardegna ed altre regioni con produzioni
origin: the importance of their re-evaluation emphasising the di rilevanza ancora minore.
links which connect them” in Proceeding of the 52nd EAAE E’ un vitigno utilizzato sia per vini mono che multi-varietali
Seminar, Università di Parma. contribuendo al loro profilo aromatico. Di solito i blend
• Van der Ploeg J.D.(2006), Oltre la modernizzazione, consistono di Syrah e varietà francesi come Cabernet
Rubettino. Sauvignon e Merlot, oppure varietà italiane locali come
• Yotopulos P.A. (2007), “Asymmetric Globalization: Impact on Sangiovese, Nero d’Avola, Corvina e Barbera.
the Third World” in Yotopoulos P.A., Romano D. (a cura di), Le tabelle 1 e 2 evidenziano come tale vitigno rientri nella
The Asymmetries of Globalization, Routledge, London. composizione di alcuni vini DOC e IGT.
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 63

Tabella 1 - Vini Doc contenenti Syrah prezzo e ad una produzione di un elevato numero di bottiglie.
Vini DOC %min %max Nel presente lavoro, per l’analisi e la stima della domanda sono
Contea di Sclafani Syrah 85 100 stati utilizzati i dati dell’Homescan Panel della AC Nielsen
Contea di Sclafani Syrah Riserva 85 100 riguardanti gli acquisti di vino nel periodo Dicembre 2002 -
Contessa Entellina rosato 50 100 Dicembre 2004. L’Italian Homescan Panel Data dell’ACNielsen
Contessa Entellina rosso 50 100
Contessa Entellina rosso riserva 50 100
racchiude gli atti di acquisto di un campione di 6000 famiglie. Il
Delia Nivolelli Novello Rosso 65 100 database contiene informazioni sui prodotti venduti al dettaglio e
Delia Nivolelli Rosso 65 100 sulle caratteristiche socio-demografiche dei consumatori. Si
Delia Nivolelli Syrah 85 100 tratta di un campione demograficamente bilanciato con
Menfi Bonera 80 100 l’obiettivo di rappresentare i consumi domestici delle famiglie
Menfi Bonera Riserva 80 100 italiane.
Menfi Rosso 70 100
Sia le imprese che gli enti di ricerca utilizzano i dati di tale
Menfi Rosso Riserva 70 100
Menfi Syrah 85 100
campione per comprendere le preferenze dei consumatori e il
Valdichiana Rosato 0 50 conseguente comportamento di acquisto. Le informazioni
Valdichiana Rosso 0 50 riguardano, oltre le caratteristiche demografiche dell’acquirente,
quelle relative al prodotto quali colore, denominazione, varietà,
Tabella 2 - Vini IGT contenenti Syrah
eventuale metodo di coltivazione biologico per la materia prima,
regione di provenienza, nome dell’impresa, marchio, capacità
IGT Nome Regione del contenitore, confezionamento, e infine quelle relative all’atto
Colli della Toscana centrale Syrah novello Toscana di acquisto quali la data, la tipologia di dettagliante, la quantità e
Colli della Toscana centrale Syrah Toscana la spesa per il singolo acquisto.
Frusinate o del Frusinate Syrah Lazio
Frusinate o del Frusinate Syrah frizzante Lazio
Frusinate o del Frusinate Syrah novello Lazio Metodologia e analisi empirica
Maremma Toscana Syrah Toscana
Maremma Toscana Syrah novello Toscana L’analisi dell’offerta è stata realizzata operando un confronto fra i
Sicilia Syrah Sicilia migliori 50 vini rossi italiani, considerati per ognuno dei quattro
Sicilia Syrah frizzante Sicilia indici di valutazione della Guida dei vini italiani di Luca Maroni,
Sicilia Syrah novello Sicilia 2007, e i 181 vini Syrah presenti nella medesima guida. La
Toscano o Toscana Syrah Toscana tabella 3 evidenzia che una sola regione, la Sicilia, produce la
Toscano o Toscana Syrah abboccato Toscana metà di essi seguita da Toscana con il 26% e il Lazio con il 9%.
Toscano o Toscana Syrah novello Toscana
Valle Belice Syrah Sicilia Tabella 3 - Vini Syrah italiani
Valle Belice Syrah frizzante Sicilia
Valle Belice Syrah novello Sicilia Regioni Numero di vini Numero di
Imprese
Sicilia 91 58
Toscana 47 31
Lazio 17 10
Descrizione dei dati Trentino Alto Adige 6 4
Altre Regioni 20 14
L’analisi dell’offerta è stata realizzata utilizzando le informazioni Totale 181 117
contenute nella Guida dei vini italiani di Luca Maroni. Nel volume
Fonte: Guida dei Vini Luca Maroni
ogni vino è descritto mediante indici che considerano attributi
organolettici e caratteristiche commerciali quali prezzo e numero
di bottiglie prodotte.
La classifica degli Syrah secondo l’indice di piacevolezza (IP)
L’indice di piacevolezza (IP) è ottenuto attraverso la somma di
presenta fra i primi dieci i vini provenienti da Sicilia e da
tre parametri che determinano la qualità del vino: consistenza
Toscana ma anche, sorprendentemente, uno dei due vini
(C), equilibrio (E) e integrità (I). In particolare, la consistenza si
prodotti in Basilicata. Passando invece a considerare gli indici di
riferisce al complesso delle sostanze che costituiscono e
convenienza (VP), di reperibilità (QQ) e di acquistabilità (ACQ),
caratterizzano un vino. L’equilibrio si riferisce al bilanciamento
ai primi posti si trovano anche prodotti piemontesi e pugliesi.
fra la morbidezza del gusto e la somma di acidità e amarezza.
La scelta di confrontare i vini Syrah rispetto ai migliori 50 vini
Infine, l’integrità si riferisce alla sensazione di pulizia e di novità
rossi italiani è stata fatta per poter offrire un benchmark italiano
che si prova quando si apprezza il sapore del frutto. I tre
a partire dal quale è possibile comprendere il posizionamento
parametri menzionati sono indipendenti e misurabili
qualitativo dei vini Syrah rispetto alle alternative migliori di vino
analiticamente. Ognuno di essi influenza l’indice IP con lo stesso
rosso offerte dalla produzione italiana.
peso.
Dai risultati del confronto emerge che i vini Syrah italiani sono
Tre ulteriori indici considerano anche il prezzo del vino e il
competitivi per il rapporto qualità-prezzo, ovvero piacevolezza-
numero di bottiglie prodotte. I prezzi dei vini si riferiscono a sei
prezzo rifacendosi alla terminologia utilizzata dalla Guida Luca
classi: A) <5 euro, B) da 5 a 10 euro, C) da 10 a 15, D) da 15 a
Maroni 2007. Infatti, essi presentano un indice VP medio
20, E) da 20 a 50, F) >50 euro. L’indice di valore prezzo (VP) è il
(Tabella 5) superiore rispetto all’indice VP medio dei migliori 50
rapporto fra l’indice di piacevolezza (IP) e il prezzo del vino
rossi per QQ e IP (Tabella 4), il che risulta sorprendente. Ciò sta
(riferito alla confezione in bottiglia da 0,75 litri). L’indice quali-
appunto a indicare che, a parità di caratteristiche qualitative, i
quantitativo (QQ) esprime la relazione fra l’indice di
vini Syrah sono offerti a un prezzo inferiore. Infine, per le altre
piacevolezza e il numero di bottiglie prodotte (nB) è una misura
caratteristiche i vini Syrah evidenziano valutazioni inferiori
dell’attitudine del produttore di realizzare vini di alta qualità
rispetto agli altri vini rossi.
rendendoli allo stesso tempo disponibili per un ampio numero di
Per quel che riguarda l’analisi della domanda, il campione
acquirenti. L’indice di acquistabilità (ACQ) esprime la relazione
selezionato è un sottocampione del database originale che
fra l’indice di piacevolezza (IP), il prezzo del vino e il numero di
comprende solo gli acquisti di vini Syrah. Sono state rilevate 72
bottiglie prodotte. Questo indice, nella sua complessità, offre
osservazioni, pari ad atti di acquisto di tali vini, per le quali si
informazioni allo stesso tempo su qualità, convenienza e
riporta l’analisi descrittiva nella tabella 6.
disponibilità. Alti valori corrispondono ad alta qualità, basso
Pagina 64 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Tabella 4 - Medie dei migliori vini rossi Italiani per ciascun indice di regressione dei minimi quadrati senza imporre alcune
Migliori vini Migliori vini Migliori vini Migliori vini restrizioni teoriche. Per l’applicazione al caso analizzato, il
per IP per VP per QQ per ACQ termine di errore si è ipotizzato includesse l’eterogeneità nelle
IP 95.2 83.1 84.7 85.2 preferenze dei consumatori, parzialmente spiegabili attraverso la
VP 7.8 10.1 8.3 9.6 stima dei coefficienti di alcune variabili socio-demografiche. Si
QQ 8.2 8.8 11.2 10.8
arriva, quindi, al modello empirico nel quale la variabile
ACQ 8.0 9.5 9.3 10.2
dipendente è il logaritmo della quantità e le variabili indipendenti
sono il logaritmo del prezzo, il reddito1, il genere, il numero di
Tabella 5 - Statistica descrittiva per i vini Syrah italiani componenti familiari, l’origine italiana del vino, la tipologia di
Media Deviazione standard min max negozio per l’acquisto (Tabella 7).
IP* 82.8 2.5 76 90
Tabella 7 - Risultati
C 30.1 0.9 27 32
E 26.3 1.0 25 30 Parametro Stima Errore St. P-value
I 26.4 1.3 24 30 Intercetta 0.71 0.79 .45
VP 8.9 10.3 5.9 9.3 Elasticità Prezzo -0.64 0.23 .01
QQ 7.4 1.1 4.6 10.2
Sesso 0.06 0.15 .67
ACQ 7.5 0.8 5.3 9.3
No. Componenti familiari -0.11 0.08 .18
Numero di bottiglie 53.142 112.050 600 700.000
Reddito 0.24 0.10 .02
*Indice di piacevolezza dato dalla somma dei parametri: consistenza (C), equilibrio
(E), integrità (I) Dettagliante 0.01 0.22 .96
Syrah italiano 0.70 0.37 .06
Tabella 6 - Statistiche descrittive del campione
R-square 26%
Media Dev. Stand. Min Max
Numero di bottiglie acquistate 1.8 1.5 1 7
Prezzo per bottiglia (0.75 litri) Il modello spiega circa un quarto della variabilità, comunque i
5.2 1.7 2.1 9.3
risultati riflettono le aspettative create dalla teoria neoclassica
% Italiano
4.2 del consumatore, come l’inclinazione negativa della curva di
% Australiano domanda. Quest’ultima affermazione è confermata dal segno
13.9
% Francese
80.6 negativo dell’elasticità al prezzo. Il vino Syrah, infatti, si mostra
% Cileno meno elastico rispetto alla media riportata in letteratura, come
1.4
% di vino venduto se in promozione
evidenziato in tabella 8. L’aumento del prezzo, ad esempio
6.9 dell’1%, infatti, genererebbe una riduzione della domanda di
% campione a reddito basso
2.8 Syrah dello 0,6%. L’alto livello di piacevolezza di questo vino,
% campione a reddito medio-basso
16.7 come indicato dalla Guida di Luca Maroni, accoppiato all’alto
% campione a reddito medio-alto rapporto qualità-prezzo, spiegherebbe questo risultato.
45.8
% campione a reddito alto
34.7 Tabella 8 - Rassegna delle elasticità rispetto al proprio prezzo stimate in
% donne letteratura
45.0
% acq. in supermercati Autore Tipologia di vini analizzati Elasticità al prezzo
13.8
% acq. in ipermercati Canadese bianco -1,889
86.1
Larue et al., 1990
% acq. in altre tipologie Canadese rosso -0,671
0
Pompelli & Heien,, 1991 Statunitense Bianco -0,86

Le statistiche evidenziano aspetti importanti: i vini Syrah più Buccola & Vander- Zanden,Oregon bianco -1,413
acquistati sono stranieri. Un’ipotesi che potrebbe spiegare la 1997 Oregon rosso -0,517
bassa propensione all’acquisto di Syrah italiano, potrebbe
Seale et al., 2003 Statunitense, rosso -1,63
riguardare la percezione dello Syrah da parte dei consumatori
italiani come vino importato. Ciò è da attribuire probabilmente Carew et al., 2004 British Columbia rosso (B.C. red)b-0,29
all’ancora bassa diffusione del vitigno e allo scarso italian sound Vino rosso da tavola Ronco -2,21
del nome. Torrisi et al., 2006 Vino rosso da tavola altri 2
-1,1
Questo spiegherebbe il ridotto numero di acquisti di Syrah, solo brand
72 in due anni su un campione di 6000 famiglie. Considerando Media -1,18
le bottiglie acquistate dal campione e che le famiglie italiane
sono 21.778.228 (ISTAT, 2001) si può stimare, facendo la
proporzione dal campione alla popolazione, che l’acquisto di vini Dalla lettura del coefficiente per la variabile reddito (0,24), si
Syrah nei punti vendita al dettaglio in Italia sia pari a 352.807 potrebbe dedurre che lo Syrah sia un bene “normale”. In realtà,
litri. Inoltre, poiché il prezzo medio è pari a 5,175 euro per è da tener presente che il reddito è espresso in classi numerate
bottiglia (6,90 euro/litro), si può stimare che il giro d’affari da uno a quattro e non in termini monetari. Il coefficiente,
realizzato al dettaglio nel periodo gennaio 2002 – dicembre pertanto, considerando la forma logaritmica dell’espressione,
2004 sia pari a circa 2,4 milioni di euro. andrebbe moltiplicato per il logaritmo del valore medio del
Gli acquisti hanno interessato in maggior parte vini francesi reddito, per il coefficiente stimato e diviso per la relativa classe
(oltre 80%) seguiti da quelli australiani (circa il 14%). di reddito. Quindi, per un reddito medio di 30.000 euro,
L’acquirente medio è maschio con livello di reddito medio-alto. l’elasticità al reddito sarebbe di 1.23, che posiziona il vino Syrah
A questo punto, è stata stimata una semplice equazione doppio tra i “beni di lusso”.
logaritmica, la quale presenta il logaritmo della quantità come L’unico shifter ad avere effetti significativi sul numero di bottiglie
variabile dipendente, e il logaritmo del reddito più quello del di Syrah acquistate è l’informazione sulla provenienza, che se
prezzo come variabili indipendenti. Tale specificazione permette italiana genera una maggiore quantità per atto d’acquisto.
di identificare il coefficiente della variabile reddito come Questo risultato fa riflettere circa la disponibilità di Syrah italiano
l’elasticità al reddito, e il coefficiente della variabile prezzo come presso i dettaglianti, che potrebbe essere il vero fattore limitante.
l’elasticità prezzo. La stima è stata effettuata mediante il metodo La tipologia di luogo di acquisto, se si tratti di dettaglio
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 65

specializzato o distribuzione moderna, così come il genere del Note


responsabile d’acquisto e il numero di componenti familiari, non
hanno effetti significativi. 1
Non in forma logaritmica poiché è disponibile solo come classe di reddito a cui la
famiglia appartiene.

Conclusioni
Riferimenti bibliografici
Il presente lavoro ha evidenziato che il mercato del vino Syrah in
Italia rappresenta una nicchia. L’offerta si presenta ancora • Buccola, S T. Vander Zanden L. (1997), “Wine Demand,
limitata, con pochi produttori e poche etichette, caratterizzata da Price Strategy, and Tax Policy” Review of Agricultural
convenienza di prezzo e da inferiore reperibilità rispetto alla Economics, Vol. 19, No. 2, pp. 428- 440
media dei vini rossi, come indicato dal benchmarking con gli • Carew, R., Florkowski W.J., and He. S. (2004) “Demand for
indici VP, QQ e ACQ. E’da evidenziare che una quota di Syrah Domestic and Imported Table Wine in British Columbia: A
italiano è diretta verso i mercati internazionali, laddove è più Source-differentiated Almost Ideal Demand System
conosciuto, e che comunque si prevede per i prossimi anni un Approach,” Canadian Journal of Agricultural Economics 52
aumento dell’offerta a causa dell’entrata in produzione di nuovi (2004):183-199.
impianti. • Maroni L. (2007), Guida dei Vini Italiani 2008, LM Edizioni,
Lo studio della domanda ha fatto emergere importanti Roma. www.lucamaroni.com
informazioni sulla elasticità al prezzo, dimostratasi inferiore • Deaton A., Muellbauer J. (1980) Economics and Consumer
rispetto a quella stimata per altre categorie di vino, spiegabile Behavior, Cambridge University Press, Melbourne.
con l’alto rapporto qualità-prezzo. L’ipotesi che i consumatori
percepiscano lo Syrah come un vino importato è convalidata dal
• Larue B., Ker A, MacKinnon L. (1991), “The Demand for
risultato della stima, la quale asserisce che l’informazione circa Wine in Ontario and the Phasing Out of Discriminatory
la provenienza italiana del vino Syrah ne aumenterebbe la Markups,” Agribusiness, Vol. 7, No. 5:475-488.
domanda. D’altra parte, è necessario ricordare che l’analisi della • Owen A. D. (1979), “The demand for wine in Australia,
domanda ha interessato esclusivamente gli acquisti al dettaglio Economic Record, Vol. 55 (150), pp.230-235
e non i consumi fuori casa, e inoltre, presumendo che • AC Nielsen Home-scan Panel Data, 2005.
l’acquirente medio di un vino di alta qualità sia caratterizzato da • Pompelli, G. and Heien, D. (1991). Discrete/Continuous
un livello di reddito medio-alto, si può ipotizzare un maggiore consumer demand choices: an application to the U.S.
consumo in occasioni extradomestiche, probabilmente domestic and imported white wine markets. European
soprattutto da parte di esperti o appassionati degustatori di Review of Agricultural Economics, Vol. 18, 117-130.
nuovi vini. • Seale, J.L., Marchant M.A., Basso A. (2003), “Imports versus
Infine, il contributo che l’analisi condotta apporta alla Domestic Production: A Demand System Analysis of the
conoscenza del mercato del vino Syrah si può considerare U.S. Red Wine Market,” Review of Agricultural Economics,
duplice: da una parte identifica una metodologia ad hoc 25:1 May 2003:187-202.
facilmente applicabile per lo studio di un mercato di nicchia e
• Torrisi, F., Stefani, G. and Seghieri, C. (2006). Use of
dall’altra consente di fornire indicazioni sia quantitative che
scanner data to analyze the table wine demand in the Italian
qualitative agli operatori del settore per strategie di marketing.
major retailing trade. Agribusiness, Vol. 22 (3) 391-403.

Università degli Studi di Macerata


Facoltà di Scienze politiche
Dottorato di ricerca in
Diritto agrario alimentare e ambientale nazionale e comunitario

Convegno

LE SFIDE COMUNITARIE PER L'ENERGIA E IL CLIMA.


LE IMPLICAZIONI IN AGRICOLTURA

MERCOLEDI' 1 APRILE 2009


ore 10.00 Aula Abside - Piazza Strambi 1
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la ricchezza necessaria a estinguere il debito.


L’uso del Business plan nelle L’obbligo di presentare un Bp a chi richiede gli aiuti pubblici del
procedure di finanziamento Psr ha due motivazioni. Una dipende dalle indicazioni contenute
nelle linee guida dell’UE per la nuova programmazione dello
del PSR 2007 – 2013 della sviluppo rurale [artt. 26 e 28 del Reg. (CE) 1698/2005], che
chiedono agli organismi regionali di verificare che gli
Regione Lazio investimenti realizzati con i contributi pubblici migliorino
effettivamente il rendimento globale delle attività svolte dalle
Luca Ceccarelli, Gabriele Dono imprese. L’altra motivazione è dovuta alla relazione che si
determina tra l’erogazione dei contributi pubblici e il rapporto
delle imprese con il sistema bancario. Infatti, gli aiuti del Psr
Introduzione cofinanziano i progetti presentati dalle imprese sotto forma di un
contributo in conto capitale. Per il resto del finanziamento, le
Le linee guida dell’UE sul sostegno allo sviluppo rurale imprese possono coprire gli oneri dell’investimento ricorrendo
(programmazione 2007 – 2013) indicano che gli aiuti delle alle proprie dotazioni finanziarie o rivolgendosi a una banca. Il
misure di accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli coinvolgimento degli istituti di credito collega l’erogazione dei
e forestali e ammodernamento delle aziende agricole1, vanno fondi Psr ai principi dell’Accordo di Basilea II che, appunto, le
concessi solo agli investimenti che migliorano il rendimento banche devono rispettare.
globale dell’impresa [articoli 26 e 28 del Reg. (CE) 1698/2005]. Quest’accordo è stato accolto nell’ordinamento giuridico italiano
In conseguenza di ciò, le Regioni italiane, nel definire i criteri di nel dicembre 20062, e obbliga le banche a comunicare il grado
selezione delle aziende nell’accesso a questi aiuti del Piano di di rischiosità associato ai vari rapporti di credito che hanno
sviluppo rurale (Psr) hanno scelto di valutare gli investimenti con assunto e ad accantonare quote di capitale proporzionali a quel
lo strumento del business plan (Bp). In particolare, nel Psr della livello. L’obiettivo è di creare una condizione di trasparenza sullo
Regione Lazio il Bp va presentato per accedere alle misure di stato in cui operano i vari istituti di credito, per agevolare lo
ammodernamento delle aziende agricole, di insediamento dei sviluppo del mercato dei capitali. Ciò richiede che le banche
giovani agricoltori, di accrescimento del valore aggiunto dei classifichino i propri clienti in base al grado di rischiosità che
prodotti agricoli e forestali e di diversificazione verso attività non presentano i progetti d’investimento finanziati. La classificazione
agricole [Bando pubblico Regione Lazio, Assessorato (rating) è fatta tramite indicatori che non si limitano a definire le
agricoltura, Programma attuativo Reg. (CE) N. 1698/05 misura condizioni dello specifico investimento ma che riguardano lo
121, 112, 123 e 311]. stato del bilancio delle imprese e valutano la condizione più
L’impiego di questo strumento per selezionare i progetti generale in cui queste operano. In particolare, il livello del rating
d’investimento, è servito a rispondere anche alle esigenze poste dovrebbe riflettere il grado di probabilità che l’impresa riesca a
dal sistema bancario in applicazione dell’Accordo di Basilea II. estinguere il debito contratto, date le sue condizioni più generali
Quest’accordo ha la funzione di sviluppare un sistema di e le caratteristiche economiche e finanziarie dei progetti
rapporti trasparenti tra gli Istituti di credito e, a tal proposito, mira presentati. Naturalmente, una banca può finanziare progetti che
a costruire un quadro di conoscenza sul grado di rischio degli comportano rischi elevati per la natura dell’investimento o per le
affidamenti di credito concessi dalle banche ai loro clienti. La condizioni economiche e finanziarie in cui opera chi li propone.
sua applicazione richiede quindi che gli Istituti bancari In quel caso deve però impegnarsi ad accantonare cifre di
classifichino i loro clienti in base al grado di affidabilità rispetto capitale più elevate, che per l’Istituto si traduce in maggiori costi.
alla possibilità di restituire il debito contratto (rating). A tale Questi indicatori e la procedura di valutazione che li impiega per
scopo le banche devono adottare un preciso quadro di indici che ottenere il rating, sono riconosciuti dall’insieme degli istituti
valutano in maniera quantitativa e qualitativa le condizioni di bancari. In tal modo si crea una condizione di trasparenza che
bilancio delle imprese e il modo in cui vi si innestano gli permette a chi opera nel sistema creditizio di valutare il grado di
investimenti che si chiede di finanziare (Chiodo, 2007). rischiosità cui è esposta ogni banca, a causa dei rapporti di
Applicare il Bp ha comportato cambiamenti di un certo rilievo credito che ha intrapreso.
rispetto alle procedure seguite nello scorso periodo di Il sistema bancario, attraverso l’Associazione bancaria italiana
programmazione della spesa per il Psr. Sono nati vari problemi (Abi), ha chiesto alle Regioni italiane di assecondare questo
di applicazione di questo strumento alla realtà regionale agricola processo quando il concedere i contributi del Psr comporta che
del Lazio. In particolare, da una parte ci si può chiedere se le le imprese beneficiarie attivino rapporti con gli istituti di credito.
procedure di concessione degli aiuti basate sul Bp, non In altre parole, anche le imprese agricole che vogliono
finiscano per escludere alcune tipologie d’impresa che invece beneficiare di quei contributi devono produrre dei rapporti che
sarebbe opportuno raggiungere con le misure del Psr. Dall’altra permettano di valutare le loro condizioni di redditività, assetto
ci si può chiedere se, a causa della portata dell’innovazione patrimoniale e solvibilità, oltre che i risultati che dovrebbero
introdotta, non sia insufficiente attivare questo strumento senza scaturire dagli investimenti previsti.
accompagnarlo con un’opera mirata di assistenza ai suoi
utilizzatori.
Il business plan della Regione Lazio
Il business plan nella concessione dei La Regione Lazio con il sostegno del Dipartimento di economia
agroforestale e dell’ambiente rurale (Dear) dell’Università degli
finanziamenti per il Psr 2007-2013 Studi della Tuscia, ha realizzato un programma informatico che
permette di calcolare i principali indici di analisi economica,
Il Bp è un documento di pianificazione che presenta un’idea
patrimoniale e finanziaria di un Bp. Il programma è destinato alle
imprenditoriale da attuare e fornisce gli elementi per valutarne la
imprese che richiedono i finanziamenti previsti da varie misure
fattibilità (Gorgitano e Torquati, 2003). Grazie agli elementi che
del Psr e consente di compilare un elaborato che simula la
lo compongono il Bp è molto utile per analizzare e controllare la
ricostruzione del loro bilancio economico. Il programma si basa
gestione d’impresa. Infatti, esso consente di valutare nel tempo
sulle metodologie di stesura del bilancio economico riclassificato
l’impatto degli investimenti compiuti o che s’intende compiere,
che come ben noto è composto dal conto economico e dalla
sul complesso delle attività svolte dall’impresa. In tal modo il Bp
situazione patrimoniale3. Il bilancio si definisce riclassificato
è utile ai soggetti, pubblici e privati, che erogano finanziamenti di
perché, rispetto al bilancio civilistico, organizza diversamente
tipo ordinario e agevolato e che devono quindi valutare se il
alcune voci del conto economico e dello stato patrimoniale,
credito richiesto da un’impresa concorrerà realmente a produrre
consentendo di elaborare gli stessi indici utilizzati per esaminare
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la situazione economica delle imprese che operano negli altri di svolgere una prima analisi di questi elaborati, che ha
settori. evidenziato le caratteristiche delle imprese che hanno
Nel definire i sistemi di questo programma si è tentato di presentato domanda in questa prima fase di presentazione. La
considerare alcuni problemi associati all’applicazione di un dimensione media aziendale delle imprese di questo gruppo è
bilancio economico riclassificato all’agricoltura italiana. In primo più alta della media regionale, anche se mantiene una forte
luogo, si sono cercate delle soluzioni per tener conto che, come caratterizzazione familiare, come emerge analizzando l’origine
accade nel resto del nostro Paese, gran parte delle imprese del lavoro impiegato, in cui è evidente il contributo
agricole del Lazio non elabora bilanci economici delle sue dell’imprenditore e dei suoi parenti. L’analisi dei Bp ha anche
attività e, spesso, non ha proprie adeguate registrazioni prodotto un quadro sulle liquidità, sulla condizione debitoria e su
contabili. Così, si è deciso di ricostruire il bilancio evitando di altri aspetti finanziari e patrimoniali, che non era possibile avere
richiedere una registrazione di dettaglio delle voci di spesa e esaminando gli schemi del bilancio aziendale delle precedenti
d’introito realizzate nell’anno, ma organizzando una raccolta programmazioni. In particolare, l’analisi ha messo in luce che, in
sintetica di queste, riferita alle colture e agli allevamenti e alle media, queste imprese hanno solide condizioni e di assetto
attività extra-caratteristiche. Si è compiuta questa patrimoniale e finanziario e buoni livelli di reddito e di redditività.
semplificazione anche cercando di agevolare il lavoro dei In particolare, l’elevata solidità patrimoniale e la situazione
professionisti e dei tecnici che operano nell’assistenza agricola e debitoria relativamente contenuta, implicano che gran parte
di renderlo sostenibile per le unità agricole più piccole. Un delle imprese che hanno partecipato a questa prima fase di
processo d’interazione tra gli uffici regionali, le organizzazioni presentazione delle domande Psr, mostra un alto livello di
degli agricoltori e dei tecnici e i ricercatori del Dear, ha affidabilità quando sono valutate con sistemi conformi alle
permesso di verificare e di correggere vari punti del programma, indicazioni di Basilea II. In altre parole queste imprese,
anche se purtroppo spesso solo in maniera parziale. dichiarano di aver investito cospicui capitali propri nelle loro
Nel formulare il programma si è anche tentato di non trascurare attività (per valori che vanno ben oltre i limiti di eccellenti livelli di
il fatto che gran parte dei tecnici che operano in agricoltura non capitalizzazione) e di avere notevoli disponibilità di liquidità
ha potuto maturare una grande dimestichezza con i principi che immediate. Questi elementi dovrebbero consentire loro di
guidano la compilazione del bilancio riclassificato. La formazione affrontare con tutta tranquillità gli oneri associati agli investimenti
economica di molti di essi si basa, infatti, sulla conoscenza dei previsti.
metodi tradizionali di redazione del bilancio dell’azienda agraria. Dall’analisi degli indici di bilancio, è stata analizzata l’affidabilità
Purtroppo non è stato possibile surrogare la funzione che di quelle imprese simulando la valutazione di un’istituzione
avrebbe svolto un corso di formazione o almeno un manuale bancaria che volesse adottare criteri di giudizio conformi alle
dettagliato, che non si è potuto produrre per la scarsità di tempo indicazioni dell’accordo di Basilea II. Da questa simulazione è
e di risorse economiche a disposizione. Questo rimane ancora emerso che la maggior parte delle imprese che hanno
un intervento cardine per rendere efficace la strategia di scelta presentato il Bp nel primo stop and go, ricadono nella fascia a
delle imprese e, quindi, di orientamento dell’intervento, che la rischio più basso sia nella fase antecedente che in quella
Regione Lazio sta seguendo. successiva alla realizzazione dell’investimento. Questa
Nonostante gli sforzi compiuti, molti problemi dovuti condizione dovrebbe consentire loro di non avere problemi
all’applicazione di quest’approccio sono stati risolti solo nell’istruttoria di fido. È interessante notare che la rilevanza degli
parzialmente. Infatti, il nuovo sistema comporta varie difficoltà aspetti finanziari su quelli economici e patrimoniali, nei criteri di
che non erano presenti nella metodologia di redazione del piano Basilea II, comporta qualche risultato che potrebbe apparire
aziendale con cui si valutavano i progetti delle imprese nel anche sorprendente. Accade, infatti, che alcune imprese
precedente Psr. Queste difficoltà riguardano in primo luogo il ricadano nella fascia a rischio più basso nonostante una
reperimento di varie informazioni essenziali alla redazione del redditività negativa dei capitali e in alcuni casi, addirittura,
bilancio. Più specificamente, i limiti delle registrazioni contabili, l’incapacità di compensare a pieno il lavoro familiare impiegato.
spesso comportano problemi di determinazione delle situazioni Questo risultato si deve alla situazione finanziaria e, in
patrimoniali: in particolare, è difficile definire il valore di molti particolare, dipende dalla disponibilità di capitali circolanti che è
capitali investiti, soprattutto degli elementi di tipo finanziario e notevolmente superiore all’insieme dei pagamenti dovuti
delle liquidità. Ciò perché, data la loro natura giuridica e fiscale, nell’anno per debiti a breve e scadenze di rate a medio lungo
le imprese familiari agricole non hanno motivo di scindere la periodo. Dai dati ottenuti si osserva un’evidente tendenza
gestione finanziaria dei consumi familiari da quella delle attività all’indebitamento di queste imprese che, ovviamente, ricorrono a
produttive. Così elementi dell’assetto patrimoniale delle imprese fonti di terzi per realizzare i propri investimenti.
come la liquidità dedicata esclusivamente alle loro attività, sono
spesso difficilmente determinabili4. In passato questo problema
non si poneva perché questi elementi erano trascurati: infatti, il Conclusioni
vecchio piano aziendale ricostruiva solo il reddito prodotto e si
basava sui principi classici definiti dall’economia agraria per la Un primo elemento che emerge da questo quadro è che i
stesura del bilancio aziendale. Il tentativo di far emergere anche risultati avuti indicano che le imprese che hanno presentato
il rendimento dei capitali investiti, ossia il rapporto tra i redditi domanda nel primo stop and go, sono probabilmente tra le più
generati nell’esercizio amministrativo e i capitali investiti nelle competitive e quelle con l’assetto patrimoniale e finanziario
attività produttive, ha fatto emergere questi problemi di migliore del territorio regionale. Emerge inoltre che un certo
valutazione. numero di queste imprese potrebbe anche non avere grandi
difficoltà a realizzare gli investimenti senza aiuti pubblici, vista le
disponibilità finanziarie denunciate. Tutto ciò suggerisce che
I risultati ottenuti dal primo stop and go l’inserimento del Bp nelle procedure di valutazione potrebbe
aver indotto una sorta di autoselezione tra gli agricoltori e i loro
Nel Novembre del 2008 la Regione Lazio ha chiuso i termini di consulenti, spingendo solo le imprese nelle migliori condizioni
presentazione dei Bp richiesti per le domande di aiuto delle economiche, patrimoniali e finanziarie a investire nella
misure 112, 121, 123 e 311 nella prima tornata di richieste (stop procedura di richiesta dei contributi, che è certamente più
and go)5. Il numero di Bp pervenuti alla Direzione generale articolata e complessa delle scorse fasi d’intervento. Il dibattito
dell’Assessorato all’agricoltura della Regione Lazio in questa che si è aperto tra amministratori regionali, professionisti e
prima fase corrisponde a circa un migliaio. Di questi, però, solo associazioni degli agricoltori è andato, infatti, proprio in questo
759 elaborati sono stati considerati idonei alla loro valutazione senso, indicando che le domande di finanziamento del Psr
per completezza e correttezza di stesura. sarebbero state valutate sulla capacità di migliorare la redditività
La natura informatica del programma regionale Bp, ha permesso e di garantire un’alta affidabilità finanziaria ai creditori. Tutto ciò
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suggerisce che gli amministratori regionali devono valutare se la Note


procedura così impostata non stia favorendo l’esclusione di
1
alcune tipologie d’impresa agricola che invece si vorrebbe Questa misura si associa al contemporaneo finanziamento degli investimenti per
raggiungere. l’ammodernamento delle aziende agricole.
2
In Europa è stato recepito con le direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE
Una seconda riflessione suggerita da questi risultati è che molte a loro volta recepite nell'ordinamento italiano dal DL 267 del 27 dicembre 2006.
delle imprese che hanno presentato la richiesta nel primo stop 3
Il conto economico confronta i costi e i ricavi realizzati nell’insieme delle attività
and go sono in un’eccellente situazione finanziaria. Infatti, molte d’impresa e permette di stabilirne il reddito prodotto nel corso di un esercizio
amministrativo. Lo stato patrimoniale elenca le attività e le passività e permette di
di queste imprese, pur ricorrendo al prestito bancario, determinare il reddito netto o utile d’esercizio, come differenza tra i valori del
presentano una condizione debitoria contenuta poiché mostrano capitale di proprietà dell’impresa all’inizio e alla fine dell’esercizio amministrativo
un rapporto molto basso tra capitali di terzi e capitali propri ed (Torquati B., 2003; Bruni F., Franco S., 2003).
4
un rapporto invece molto alto tra liquidità immediate e entità dei Naturalmente gli ispettori regionali hanno la possibilità di verificare la veridicità
della dichiarazione sulla liquidità esaminando l’estratto conto dell’imprenditore alla
debiti contratti. Questa situazione dipende anche dal fatto che le data del primo gennaio, ossia riferito alla situazione iniziale dello stato patrimoniale
imprese che hanno presentato domanda di finanziamento, sono nell’esercizio dell’anno senza investimento. Tutto ciò non garantisce però che
in prevalenza a conduzione familiare, che quando valutano la quella liquidità sia di esclusiva pertinenza delle attività d’impresa. Purtroppo al
momento le procedure di attuazione del Psr regionale non sono ancora giunte alla
liquidità disponibile non riescono a scindere dal novero le risorse verifica della veridicità delle informazioni raccolte in questo primo “stop and go”.
finanziarie necessarie alle esigenze di consumo della famiglia. 5
La misura 112 dell’asse I riguarda l’insediamento giovani agricoltori, la misura
Questo, da una parte, riflette la realtà effettiva delle conduzioni 121 riguarda l’ammodernamento delle aziende agricole, la misura 123 riguarda
agricole per quanto riguarda gli aspetti finanziari di quelle l’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali e la misura 311
dell’asse III riguarda la diversificazione verso attività non agricole.
gestioni. Dall’altra, significa, però, che la liquidità effettiva, quella
su cui queste imprese possono contare per le loro attività
produttive, è probabilmente più bassa di quella indicata nel Bp, Riferimenti bibliografici
perché quest’ultima deve soddisfare anche le esigenze della
famiglia. In definitiva, resta ancora irrisolto l’enorme problema di
• Bruni F, Franco S. (2003), Appunti di economia dell’azienda
specificare per le imprese agricole familiari criteri di valutazione
agraria, FrancoAngeli, Milano.
che, senza trascurarne le peculiarità, ne analizzino in maniera
appropriata le condizioni produttive e i progetti come accade per • Chiodo E. (2007), “Progettare e gestire il cambiamento. Il
qualsiasi altra forma d’impresa. Un ultimo elemento di riflessione business plan in agricoltura tra obbligo e opportunità”,
è che col modello informatico usato per il Bp, la Regione Lazio Agriregioneuropa, Anno 3, Numero 8.
ha iniziato a fornire alle imprese uno strumento che potrà • Gorgitano M. T., B. Torquati, (2003), Il business plan, in
aiutarle a valutare i risultati economici delle loro attività, anche Torquati B., Economia e gestione dell’impresa agraria,
dove non vi sono adeguate registrazioni contabili. Tuttavia, Edagricole, Bologna, 2003.
perché questo avvenga in maniera appropriata, è necessario • Regolamento. (CE) 1698/2005, articoli 26 e 28.
migliorare e semplificare ulteriormente lo strumento, producendo • Torquati B., 2003, Economia e gestione dell’impresa agraria,
un appropriato manuale di utilizzazione e, soprattutto, Edagricole, Bologna
accompagnandolo con un’opera di assistenza ai suoi utilizzatori.

Il futuro della PAC dopo l’Health Check “


Fabrizio De Filippis (a cura)

Il volume nasce da un workshop organizzato dal Gruppo 2013


immediatamente dopo la conclusione del negoziato sull’Health check.
Sono stati discussi in quella sede i punti più qualificanti dell’Health
check, con esplicito riferimento alla loro carica innovativa e alla loro
capacità di preparare la PAC alle sfide del futuro: la liquidazione delle
misure di mercato più distorsive della vecchia PAC, comprese
l’abolizione del set aside e delle quote latte, il completamento del
percorso di disaccoppiamento del sostegno accordato agli agricoltori
europei, la modulazione ed il relativo travaso di fondi dal I al II pilastro
della PAC, la cosiddetta regionalizzazione dei pagamenti disaccoppiati,
il sostegno specifico previsto dall’Art.68 del nuovo regolamento sui
regimi di sostegno, che sostituisce l’Art.69 del vecchio regolamento
orizzontale. Come traspare dai contributi riportati, il workshop è stato
ricco di spunti interessanti e ha offerto, pur evidenziando luci ed ombre,
una valutazione dell’Health check complessivamente positiva.

Agricoltura sociale: quando le campagne


coltivano valori
Un manuale per conoscere e progettare
Francesco Di Iacovo (a cura)

Il testo intende fornire una chiave di lettura sul tema dell’agricoltura


sociale, quella serie di attività che fanno leva sulle risorse delle piante e
degli animali e sulla presenza di piccoli gruppi di persone che operano
in realtà agricole, per promuovere azioni d’inserimento socio-
terapeutico e d’inclusione lavorativa, l’educazione e la formazione di
utenti con esigenze specifiche, l’organizzazione di servizi alla persona
per minori e anziani, appartenenti a ceti urbani e rurali, dove la rete di
protezione sociale mostra difficoltà crescenti nell'offrire risposte
adeguate ai bisogni della popolazione.
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 69

Annuario dell’agricoltura italiana Vol. LXI,


2007
Istituto Nazionale Economia Agraria

L’ annuario dell’agricoltura italiana fin dal 1947 individua ed evidenzia


l’andamento del sistema agro-alimentare e le sue linee evolutive,
caratterizzandosi come indispensabile strumento per tutti coloro che
sono interessati alle problematiche, e più in generale, alla conoscenza
del settore primario della nostra economia.
Nell’annuario vengono trattati in modo sistematico i temi
dell’integrazione dell’agricoltura italiana nel sistema economico
nazionale ed internazionale, dell’intervento pubblico, dei fattori, delle
strutture, delle interazioni con l’ecosistema e delle singole produzioni
agricole.L’edizione è articolata in cinque parti: il sistema agro-
alimentare; i fattori della produzione agricola; l’intervento pubblico in
agricoltura; agricoltura, ambiente e multifunzionalità; le produzioni.
L’edizione è completata da un CD-Rom che riporta le tabelle del volume
– compresa lì appendice sui dati statistici per regione – e una serie
storica dei dati relativi al periodo 1990-2006.

Il mercato della carne bovina


Daniele Rama (a cura)

La sesta edizione del Rapporto sul mercato della carne bovina si


propone come strumento di conoscenza del comparto della carne
bovina a supporto di coloro che, a diverso titolo, sono chiamati a
contribuire al suo funzionamento. Lo sforzo principale è stato quello di
coniugare completezza, tempestività e rilevanza delle informazioni
fornite e delle analisi effettuate, con la sintesi necessaria a farne uno
strumento efficace.

Il risveglio del Tocai


Vasco Boatto (a cura)

Il Tocai rappresenta uno dei vini che più hanno dato lustro e nobiltà alla
viticoltura e all'enologia dell'Italia Nord-Orientale. Ciò nonostante, una
decisione dell'Unione Europea ha recentemente dato ragione
all'Ungheria sul controllo della denominazione, profilando ai produttori
italiani del vino l'ineluttabile scenario del cambiamento del nome.
I contributi raccolti nel volume analizzano la questione da diverse
prospettive lungo la filiera produttiva e di generazione del valore del
prodotto. L’obiettivo di fondo è fornire un utile strumento per il
superamento delle profonde conseguenze legate al provvedimento
comunitario sulla struttura produttiva.

Le trasformazioni dei paesaggi nel territorio


rurale: le ragioni del cambiamento e
possibili scenari futuri
Patrizia Tassinari (a cura)

Il tema delle trasformazioni dei paesaggi nel territorio rurale, già da


tempo oggetto di attenzione da parte di numerosi ricercatori di diverse
discipline e a tutt’oggi di estrema rilevanza e attualità, viene trattato in
questo volume attraverso un approccio originale ed innovativo che pone
un forte accento sull’interdisciplinarità, intesa come presupposto
indispensabile per la lettura, la comprensione e l’interpretazione dei
fenomeni di trasformazione degli spazi rurali. Per l’impostazione
multidisciplinare integrata si distinguono anche la discussione delle
ragioni del cambiamento e dei possibili scenari futuri., nonché gli
specifici approfondimenti relativi ai temi della salvaguardia, gestione e
pianificazione dei paesaggi.
Pagina 70 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

Rapporto 2006 - 2007 sulla cooperazione


agricola italiana
L’Osservatorio Nazionale sulla Cooperazione Agricola Italiana

L’Osservatorio Nazionale sulla Cooperazione Agricola Italiana è istituito


presso il Ministero delle Politiche agroalimentari e forestali ai sensi della
legge n.231 del 2005 e sostenuto dalla cinque Organizzazioni di
rappresentanza e tutela delle imprese cooperative dell’agroalimentare
(Agci –Agrital , Fedagri –Confcooperative, Legacoop Agroalimentare,
Unci –Ascat ed Unicoop).
L’oggetto dell’analisi è rappresentato dall’universo delle cooperative
associate alle cinque Organizzazioni cooperative, che rappresenta la
parte più vitale e dinamica del sistema. Attraverso l’analisi dei dati
ufficiali e del prezioso contributo dei risultati provenienti da indagini
dirette (congiunturale, strutturale, casi studio) è stato costruito un
originale patrimonio informativo, che rappresenta la prima organica
sistematizzazione di dati sulla cooperazione agroalimentare.
L’Osservatorio raggiunge così il suo obiettivo di rappresentare un
indispensabile supporto per il Ministero e le Organizzazioni cooperative
nell’orientarne gli indirizzi strategici e nella definizione di politiche di
settore. Il rapporto inoltre costituisce un’interessante chiave di lettura
del fenomeno cooperativo per tutti coloro che a diverso titolo – operatori
economici, mondo della ricerca, istituzioni, ecc. – si confrontano con
questa importante componente del sistema agroalimentare nazionale.

Finestra sulla PAC - Revisione della programmazione dello sviluppo rurale. Entro il
30 giugno 2009 dovrà essere inviato alla Commissione europea
il Piano strategico nazionale (Psn) riveduto sulla base dei nuovi
Maria Rosaria Pupo D’Andrea
orientamenti strategici comunitari, per tenere conto delle “nuove
sfide”. Entro la stessa data dovranno essere presentati alla
Istituto Nazionale Economia Agraria
Commissione i Psr rivisti. L’Italia dovrà decidere se fissare
specifiche priorità nell’ambito delle “nuove sfide” o se lasciare le
La Finestra sulla PAC è una rubrica di aggiornamento e
Regioni libere di programmare le misure e le azioni in funzione
documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare
dei “bisogni” espressi dal proprio territorio. Un correttivo al
gli approfondimenti disponibili in materia di politica agricola
rischio che le “sfide” con capacità di lobbying maggiore
comune. Si tratta di un servizio fruibile direttamente dal sito
fagocitino l’intero plafond, potrebbe essere quello di introdurre
www.agriregionieuropa.it. In questa versione, stampabile della
una sorta di dotazione minima per “sfida”, simile a quella per
rivista, pubblichiamo il solo capitolo “Aggiornamenti” dell’ultima
Asse dello sviluppo rurale.
versione della rubrica. Gli altri capitoli: “Notizie Flash”, “Attività
- Ripartizione dei fondi derivanti dalla nuova modulazione. Per
MIPAAF e AGEA” e “Documentazione”, con i relativi link,
permettere a ciascuna Regione di modificare i propri Psr in virtù
sono disponibili soltanto on-line.
delle “nuove sfide”, occorrerà decidere rapidamente in merito
alle modalità di ripartizione dei fondi aggiuntivi derivanti dalla
modulazione. Poiché tali fondi sono vincolati a specifici obiettivi,
Archiviato l’Health Check, inizia ora la delicata fase delle
non è del tutto certo e/o auspicabile che i criteri di ripartizione da
decisioni nazionali relative alla sua implementazione. La Francia
utilizzare siano quelli adottati per distribuire i fondi dell’attuale
ha dato prova di notevole tempismo comunicando la propria
modulazione. Oltre tutto, anche in sede comunitaria si è
strategia per l’utilizzo del “bilancio dello stato di salute della
sovvertito il criterio di ripartizione dei fondi legato alla superficie
PAC” al fine di costruire la politica agricola nazionale nella
agricola, all’occupazione agricola e al PIL pro capite,
prospettiva del “dopo 2013”. Il documento francese punta su una
permettendo a ciascun paese di rientrare in possesso dell’intero
strategia di sostegno dell’allevamento al pascolo e di
ammontare di risorse drenate dai propri agricoltori dalla nuova
valorizzazione delle superfici foraggere attraverso il riequilibrio
modulazione aggiuntiva. La scelta del criterio da adottare in
del livello degli aiuti a favore delle produzioni strutturalmente più
ambito nazionale dovrà essere strettamente legata alle priorità
deboli. Pur senza applicare alcuna opzione di ravvicinamento o
che si darà il Psn. È infatti evidente che se il Psn delegasse alle
di regionalizzazione, l’accorto uso dei fondi dell’art. 68 del
Regioni la scelta di quali sfide affrontare, il criterio di ripartizione
regolamento (CE) n. 73/2009 e il riutilizzo della quota di aiuti
delle risorse dovrebbe essere il più neutrale possibile. Nel caso
parzialmente disaccoppiati per seminativi e carni bovine che, a
in cui, invece, il Psn si orientasse su specifiche “sfide”, potrebbe
norma dell’art. 63 dello stesso regolamento, dal 2010 dovranno
essere più appropriato usare un criterio strettamente legato
essere totalmente disaccoppiati, permetterà di aumentare il
all’obiettivo prescelto. Se, ad esempio, l’Italia dovesse decidere
valore medio degli aiuti ricevuti dai produttori di ovicaprini, dagli
di spendere le risorse aggiuntive della nuova modulazione sulla
allevamenti da latte di montagna e dagli allevamenti bovini al
“sfida” relativa alla gestione delle risorse idriche, il criterio di
pascolo, a scapito dei produttori di seminativi.
ripartizione dei fondi dovrebbe tenere conto dello stato delle
In Italia il dibattito sulla PAC è per ora completamente assorbito
risorse idriche e dei “bisogni” espressi da ciascuna Regione.
dall’iter legislativo del decreto legge sulla distribuzione delle
- Soglie e requisiti minimi per avere diritto ai pagamenti diretti. A
quote latte. Resta invece in penombra la discussione sulla
decorrere dal 2010 saranno concessi pagamenti solo per gli
costruzione di una visione complessiva delle politiche per
aiuti che ricadono al di sopra di una certa soglia. Si ricorda che
l’agricoltura italiana in vista del 2013 e di come dovrebbero
l’Italia può applicare una soglia compresa tra 100 e 400 euro
essere sinergicamente utilizzati gli strumenti e i fondi messi a
oppure una soglia fisica compresa tra 0,5 e 1 ettaro. La scelta
disposizione dall’Health check. Numerose sono le questioni sulle
della soglia andrà fatta tenendo conto che è presumibile che
quali i paesi, e quindi l’Italia, sono chiamati a decidere in tempi
aiuti di così bassa entità rappresentino una porzione tutto
brevi.
sommato trascurabile del reddito complessivo dei beneficiari,
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 71

basato prevalentemente sui redditi derivanti da attività extra- valore dei diritti all’aiuto tenendo conto del sostegno di cui gli
agricole. L’Italia, in applicazione della riforma Fischler, ha già agricoltori hanno beneficiato, direttamente o indirettamente, tra il
optato per un limite minimo di 100 euro. Le nuove disposizioni 2005 e il 2008. Nell’ambito dell’integrazione anticipata ricade la
danno al nostro paese la possibilità di aumentare tale soglia fino possibilità, a partire dal 2010, di non concedere più gli aiuti
a 400 euro. Considerevoli sarebbero invece i benefici derivanti transitori previsti per l’ortofrutta o di concederli ad un tasso più
dal risparmio sui costi amministrativi da sostenere per basso. In tal caso, le somme disponibili sono ripartite tra gli
l’erogazione di questi aiuti e dalla possibilità di destinare le agricoltori dei rispettivi settori in proporzione al sostegno di cui
risorse risparmiate ad altre finalità (attraverso l’uso della riserva hanno beneficiato nel periodo di riferimento fissato dal
nazionale). regolamento 1782/2003, oppure durante un periodo
- Ravvicinamento/regionalizzazione dei diritti all’aiuto. Entro il 1° rappresentativo più recente.
agosto 2009, per una decisione da applicarsi nel 2010, o entro il
1° agosto 2010, per una decisione da applicarsi negli anni
successivi, l’Italia dovrà stabilire se e come procedere al
ravvicinamento del valore dei titoli e/o alla regionalizzazione del Finestra sul WTO
regime di pagamento unico. Sebbene l’Italia sembri
decisamente orientata a non mettere mano al valore dei diritti
Giulia Listorti*
all’aiuto, sarebbe invece auspicabile avviare almeno un
confronto su questi temi, per iniziare a comprendere gli effetti
La Finestra sul WTO* è una rubrica di aggiornamento e
redistributivi delle diverse opzioni di regionalizzazione, in vista di
documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare
una sua probabile applicazione obbligatoria nel prossimo futuro.
gli approfondimenti disponibili in materia di attività
- Sostegno specifico a titolo dell’art. 68 del regolamento
dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Si tratta di un
73/2009. Entro il 1° agosto 2009, o 2010, o 2011, gli Stati
servizio fruibile direttamente dal sito www.agriregionieuropa.it. In
membri possono decidere di utilizzare dall’anno successivo fino
questa versione, stampabile della rivista, pubblichiamo il solo
al 10% dei massimali nazionali per concedere sostegno
capitolo “Aggiornamenti” dell’ultima versione della rubrica. Gli
nell’ambito delle diverse misure previste dall’art. 68. L’Italia,
altri capitoli: “Notizie Flash”, “Schede e approfondimenti” e
poiché già applica l’art. 69 del regolamento (CE) n. 1782/2003,
“Documentazione”, con i relativi link, sono disponibili soltanto
ha di fronte alcune opzioni:
on-line.
• terminare l’applicazione dell’art. 69 del regolamento
1782/2003, integrando le somme trattenute nel regime di
pagamento unico, e non applicare l’art. 68 del regolamento
73/2009; Gli elementi di incertezza economici…
• terminare l’applicazione dell’art. 69 del regolamento
È la crescente portata della crisi economica e finanziaria
1782/2003, integrando le somme trattenute nel regime di
attualmente in atto sui mercati internazionali a fare da cornice
pagamento unico, e applicare l’art. 68 del regolamento
alla ripresa delle trattative in sede Wto.
73/2009;
Dopo la mancata convocazione di una riunione a livello
• mantenere l’attuale applicazione dell’art. 69 del regolamento ministeriale lo scorso dicembre, è ora il momento di raccogliere
1782/2003, rendendo compatibili, entro il 1° agosto 2009, le le prime valutazioni sulla bozza delle modalities aggiornata
misure d’applicazione nazionale dell’art. 69 con il sostegno proprio allora da Crawford Falconer, il presidente per il gruppo
previsto dall’art. 68 del regolamento 73/2009; negoziale dell’agricoltura (vedi Finestra sul Wto dicembre 2008).
• mantenere le attuali trattenute previste dall’art. 69 del Secondo quella che ormai si potrebbe definire una
regolamento 1782/2003 ma rivedere le condizioni di consuetudine, in occasione del Forum Economico Mondiale di
ammissibilità al sostegno sulla base di quanto previsto Davos, a fine gennaio, sono state rinnovate da più parti le
dall’art. 68 del regolamento (CE) n. 73/2009. intenzioni per cercare di concludere quanto prima il Doha
Attualmente l’Italia, in virtù dell’art. 69, utilizza 189 milioni di euro Round. Al termine di un incontro informale avvenuto a margine
per concedere pagamenti supplementari in favore di quattro del Forum, i rappresentanti dei ministri del commercio dei paesi
settori, con livelli di efficacia piuttosto contenuti, visto che, tranne partecipanti hanno infatti rinnovato il loro impegno a non
che per la barbabietola da zucchero, gli aiuti erogati in favore dei ricorrere ad un aumento delle misure protezionistiche per far
seminativi, delle carni bovine e delle carni ovicaprine si sono fronte alla crisi, e a cercare di giungere ad un accordo entro la
sempre attestati su livelli molto bassi, notevolmente inferiori agli fine del 2009.
aiuti teoricamente possibili (di per sé non molto elevati). L’art. 68 Nelle parole di Pascal Lamy, direttore generale del Wto “our
del regolamento 73/2009 potrebbe essere l’occasione per biggest challenge today, therefore, is to ensure trade is part of
ridiscutere del complessivo impianto del sostegno accordato da the solution as opposed to aggravating an already serious crisis
questo strumento (rivedendo i settori da sostenere, le misure da which risks making the recession longer and deeper” (“la nostra
attivare e le modalità del sostegno) anche in considerazione più grande sfida, oggi, è assicurare che il commercio sia parte
delle maggiori risorse teoricamente disponibili (oltre 400 milioni della soluzione, piuttosto che un fattore aggravante di una crisi
di euro all’anno). già seria e che rischia di rendere la recessione più lunga e più
- Integrazione anticipata del sostegno accoppiato nel regime di profonda”;(link disponibile on-line).
pagamento unico. Entro il 1° agosto 2009 l’Italia può decidere di Lamy ha recentemente ripetuto che una rapida conclusione del
integrare anticipatamente (nel 2010 o 2011) nel regime di Doha Round rappresenta la migliore assicurazione contro una
pagamento unico alcuni aiuti accoppiati. Si tratta dell’aiuto alle rovinosa corsa al protezionismo, che é la tentazione più
sementi, di quello per le colture proteiche, dell’aiuto specifico per pericolosa alla quale i governi potrebbero cedere per contrastare
il riso, del pagamento per ettaro per la frutta in guscio, dell’aiuto gli effetti della crisi. A tal proposito, il Wto intensificherà l’attività
alla produzione per le patate da fecola. In assenza di una di monitoraggio delle politiche commerciali introdotte dai governi
decisione tali aiuti saranno comunque integrati nel RPU dal per far fronte alla crisi internazionale (link disponibile on-line).
2012. L’Italia, in ogni caso, dovrà decidere come utilizzare le La grave situazione economica mondiale, se da un lato rafforza
somme che si renderanno disponibili. Infatti, potrà utilizzare tali l’urgenza di giungere presto ad un accordo Wto, che
importi, in tutto o in parte, per introdurre nuovi diritti all’aiuto o contribuirebbe a rendere più certo e più stabile l’ambiente per gli
aumentare il valore di quelli esistenti sulla base del tipo di attività scambi internazionali, dall’altro rende più difficile ottenere una
agricola esercitata dagli agricoltori nel corso di uno o più anni soluzione condivisa. Ma solo la cooperazione tra i singoli paesi
del periodo 2005-2008 (indipendentemente dal fatto che essi può contribuire a ricostruire la fiducia nel sistema economico e
siano o meno beneficiari “storici”), o differenziare l’aumento del finanziario.
Pagina 72 agriregionieuropa Anno 5, Numero 16

In un recente studio, l’Oecd (link disponibile on-line) rivela come Le prossime tappe
nel 2008 per i paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia,
Giappone, Regno Unito e Stati Uniti), rispetto all’anno Nelle prossime settimane, Crawford Falconer proseguirà le
precedente, i volumi delle importazioni sono diminuiti dell’1,4%, cosiddette carousel consultations, ovvero le consultazioni
e le esportazioni sono cresciute dell’1,9%; si tratta, bilaterali con alcuni tra i membri più importanti dei vari gruppi
rispettivamente, del calo più importante e della crescita minore negoziali (come il G20, il G33, il G10, il Gruppo di Cairns, il
dal terzo trimestre del 2006. Anche le analisi del Fondo gruppo dei prodotti tropicali, i Paesi Acp, Il Gruppo del Cotone),
Monetario Internazionale evidenziano gli effetti della crisi sul per sondare le reazioni sul testo delle modalities di dicembre
volume degli scambi internazionali (link disponibile on-line) (link alla Finestra del Wto di dicembre 2008).
La speranza è che, nel giro di qualche settimana, emerga
…e quelli politici un’agenda negoziale che consenta di passare alle cosiddette
riunioni nella Room E, che coinvolgono una trentina di delegati.
Tuttavia, non soltanto la crisi economica, ma anche l’avvicinarsi Nel frattempo, il G-20, dopo l’incontro di novembre, in cui il
delle elezioni indiane, che avranno luogo il prossimo maggio, e il gruppo di paesi sviluppati ed in via di sviluppo si era impegnato
recente insediamento dell’amministrazione Obama negli Stati ad opporsi ad una ripresa del protezionismo come risposta alla
Uniti costituiscono elementi di incertezza per il futuro delle crisi ed a promuovere una rapida conclusione del Doha Round
trattative. (vedi Finestra sul Wto dicembre 2008), si riunirà nuovamente a
In particolare, la nomina del nuovo US Trade Representative, Londra il prossimo 2 aprile (link disponibile on-line).
l’ex sindaco di Dallas Ron Kirk, è ancora in attesa di essere In questa occasione, il G-20 è stato ulteriormente allargato, con
confermata dal Congresso; e, al momento, la carica di l’invito a partecipare esteso dal governo britannico anche ai
Segretario al Commercio nell’amministrazione Obama è ancora presidenti della Association of Southeast Asian Nations (Asean),
vacante. Dopo la rinuncia di Bill Richardson, sotto inchiesta per della African Union e della New Partnership for Africa’s
un presunto coinvolgimento in appalti truccati, e del senatore Development (Nepad).
repubblicano Judy Gregg, il Presidente Obama ha ora offerto la Se davvero, come da sempre ribadito, uno degli obiettivi del
nomina a Gary Locke, ex governatore dello Stato di Washington. summit è quello di combattere la ripresa del protezionismo per
La grave situazione dell’economia americana, secondo molti, assicurare il proseguire dei flussi finanziari e commerciali a
potrebbe rendere meno urgente un reale impegno nella politica livello mondiale, non resta che vedere in che modo questo si
commerciale internazionale; e le polemiche con cui è stato tradurrà in un reale impegno in sede Wto.
accolto il pacchetto Buy American rappresentano bene quanto
sia difficile conciliare i due fronti (link alla News disponibile on-
line). Note
*Quanto scritto è esclusivamente di responsabilità dell’autrice e non
riflette in alcun modo la posizione dell’UFAG

associazioneAlessandroBartola

Ultime iniziative dell’Associazione “Alessandro Bartola”

Convegni AGRIREGIONIEUROPA

Giornata di studio “Qualità in agricoltura. Politica agricola comune e valorizzazioni delle produzioni mediterranee”, 12
febbraio 2009, Verona

Giornata di studio “La politica di sviluppo rurale. A che punto siamo?”, 21 novembre 2008, Ancona

Giornata di studio “L’Health Check e la riforma della PAC”, 14 luglio 2008, Torino

Seminario di diffusione del Corso e-Learning PAC, 15 maggio 2008, Roma

Lezione “Alessandro Bartola” Prof. Francesco Adornato “Oltre l’agricoltura. Riflessioni di un Giurista”, 29 aprile 2008,
Ancona

Convegno “La PAC che verrà”, 17 gennaio 2008, Verona

Presentazione "Corso E-Learning per imprenditori agricoli" anno 2008, 13 dicembre 2007, Bologna

International Seminar “General equilibrium, approaches to development”, 22 ottobre 2007, Facoltà di Economia, Pavia

Nella rubrica eventi del sito www.agriregionieuropa.it sono disponibili le presentazioni power point, le registrazioni audio e gli
altri materiali distribuiti.
Anno 5, Numero 16 agriregionieuropa Pagina 73

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Lucia Baldi, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale, Università degli Studi di Milano
Marcellina Bertolinelli, Consiglio dell’Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali
Giacomo Bertolini, Area Ricerca Formazione e Sviluppo – Confederazione Nazionale Coldiretti
Vasco Boatto, Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, Università degli Studi di Parma
Mirko Bonetti, Dipartimento di Scienze Statistiche, Università degli Studi di Bologna
Paola Botta, Direzione Generale Agricoltura, Regione Emilia Romagna
Dario Casati, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale, Università degli Studi di
Milano
Luca Ceccarelli, Università degli Studi della Tuscia
Antonio Cioffi, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Michele Contel, PEGroup - Progetto Europa Group
Alessandro Corsi, Dipartimento di Economia, Università di Torino
Biagia De Devitiis, Dipartimento PRIME, Università degli Studi di Foggia
Fabrizio De Filippis, Dipartimento di Economia, Università Roma Tre
Francesco Di Iacovo, Dipartimento di Produzioni Animali, Università di Pisa
Gabriele Dono, Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale, Università degli Studi della Tuscia
Maria Fonte, Dipartimento di Economia, Università di Napoli Federico II
Angelo Frascarelli, Dipartimento di Scienze Economiche e degli Alimenti, Università di Perugia
Francesca Giarè, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Gianluca Giuliani, Flury-Giuliani Gmbh
Giulia Listorti, UFAG - Ufficio Federale dell’Agricoltura, Confederazione Svizzera
Renata Lizzi, Dipartimento di scienza politica, Università degli studi Bologna
Antonello Lobianco, Università della Tuscia, Dipartimento di Economia Ancona
Ornella Wanda Maietta, Università degli Studi di Napoli “Federico II” e Centro per la Formazione in Economia e Politica dello
Sviluppo Rurale
Valentina Cristiana Materia, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Alessandro Monteleone, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA - MIPAAF, Rete Rurale Nazionale
Elisa Montresor, Dipartimento di Economie, Società e Istituzioni, Università degli Studi di Verona
Gianluca Nardone, Dipartimento PRIME, Università degli Studi di Foggia
Francesco Pecci, Dipartimento di Economie, Società e Istituzioni, Università degli Studi di Verona
Maria Angela Perito, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Gaetana Petriccione, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Maria Rosaria Pupo D’Andrea, Istituto Nazionale di Economia Agraria, INEA
Daniele Rama, Istituto di Economia Agroalimentare, Università Cattolica del Sacro Cuore
Benedetto Rocchi, Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali, Università degli Studi di Firenze
Luca Salvatici, Università degli Studi del Molise
Maria Luisa Scalvedi, PEGroup - Progetto Europa Group
Margherita Scoppola, Dipartimento di Studi dello sviluppo economico, Università degli Studi di Macerata
Antonio Seccia, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Estimo e Pianificazione Rurale, Università di Bari
Maria Paola Sini, Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei, Sezione di Economia e Politica Agraria, Università di Sassari
Franco Sotte, Dipartimento di Economia, Università Politecnica delle Marche
Antonio Stasi, Dipartimento PRIME, Università degli Studi di Foggia
Patrizia Tassinari, Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie, Università di Bologna
Camillo Zaccarini Bonelli, ISMEA - MIPAAF, Rete Rurale Nazionale
associazioneAlessandroBartola L’Associazione “Alessandro Bartola” è una organizzazione non profit costituita ad Ancona nel
studi e ricerche di economia e politica agraria
1995, che ha sede presso il Dipartimento di Economia dell’Università Politecnica delle Marche.
Ha lo scopo di promuovere e realizzare studi, ricerche, attività scientifiche e culturali nel campo
delle materie che interessano l’agricoltura e le sue interrelazioni con il sistema agroalimentare, il
territorio, l’ambiente e lo sviluppo delle comunità locali. L’Associazione, nell’ambito di queste
c/o Dipartimento di Economia finalità, dedica specifica attenzione al ruolo delle Regioni nel processo di integrazione europea.
Università Politecnica delle Marche La denominazione per esteso, Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e ricerche di economia
Piazzale Martelli, 8
60121 Ancona
e di politica agraria, richiama la vocazione dell’Associazione alla ricerca. Essa si pone il compito
Segreteria: Anna Piermattei di promuovere la realizzazione e diffusione dei risultati scientifici nelle sedi (universitarie e non)
Telefono e Fax: 071 220 7118 con le quali si rapporta sul terreno della ricerca e nel cui ambito offre il proprio contributo.
email: aab@univpm.it L’Associazione si pone anche il compito di rappresentare essa stessa una sede di ricerca
innanzitutto per rispondere alle necessità di approfondimento scientifico dei propri associati e poi
anche per divenire un referente scientifico per le istituzioni pubbliche e per le organizzazioni
sociali.
Sono socie importanti istituzioni nazionali e regionali sia del mondo della ricerca che di quello
dell’impresa, le principali organizzazioni agricole e delle cooperative delle Marche, l’ordine degli
Le procedure e la modulistica per agronomi, docenti e ricercatori provenienti da diciassette sedi universitarie, imprese del sistema
diventare socio dell’Associazione agroalimentare. Con gli associati vi è una stretta collaborazione per organizzare iniziative comuni
“Alessandro Bartola” sono disponibili a carattere scientifico. Oltre ai convegni e alle attività seminariali, realizzate anche in
sul sito www.associazionebartola.it collaborazione con istituzioni europee, l’Associazione “Alessandro Bartola” investe notevoli
risorse umane e materiali nella diffusione di lavori scientifici attraverso un articolato piano
editoriale strutturato su più livelli. La collana “Ricerche” edita da Franco Angeli raccoglie i
contributi scientifici di rilevanza nazionale ed internazionale; la collana “Quaderni” pubblica opere
di carattere più divulgativo e con valenza prevalentemente regionale, la collana “Appunti”
contiene working papers e brevi note e articoli utili come documenti di riferimento. A queste tre
linee editoriali tradizionali, se ne affiancano altre tre diffuse via Internet: la collana “Seminari”
contiene i materiali distribuiti (testi e presentazioni) nel corso degli eventi seminariali di interesse
nazionale organizzati dall’Associazione, la collana “PhD Studies” pubblica tesi di dottorato di
www.associazionebartola.it rilevante valore scientifico destinate ai lettori più impegnati nella ricerca; e infine la collana “Tesi
www.agriregionieuropa.it on-line” rende disponibili sul sito dell’Associazione i migliori lavori di tesi di laurea sintetizzati e
www.agrimarcheuropa.it riorganizzati per una più ampia diffusione.

SPERA - Centro Studi Interuniversitario sulle Politiche Economiche, Rurali ed Ambientali

Gli obiettivi del centro sono:


⋅ promuovere, sostenere e coordinare studi e ricerche, teorici ed applicati anche a carattere
multidisciplinare, che abbiano per oggetto la valutazione dell’impatto delle politiche
economiche, rurali ed ambientali, anche in relazione alle problematiche della salute pubblica e
della garanzia degli alimenti, con particolare riguardo al ruolo delle istituzioni pubbliche e Membri:
private, internazionali e nazionali, regionali e locali; Dipartimento di Economia
(Università Politecnica delle Marche - Ancona)
⋅ simulare ex ante, valutare in itinere ed analizzare ex post l’impatto delle politiche economiche Dipartimento di Economia e Statistica
agricole, rurali e ambientali a livello micro e macro, aziendale, settoriale e territoriale, (Università della Calabria - Arcavacata di Rende)
considerando congiuntamente gli aspetti economici, sociali ed ambientali, sia nell’ambito delle Dipartimento di Metodi Quantitativi
economie sviluppate sia in quelle in via di sviluppo; e Teoria Economica
(Università di Chieti e Pescara)
⋅ favorire la raccolta di documentazione sugli argomenti prima indicati, anche attraverso Dipartimento di Scienze Economiche
l’integrazione delle biblioteche e la messa in comune di banche-dati; (Università di Verona)
⋅ diffondere i risultati dell’attività di ricerca e documentazione, anche attraverso la pubblicazione
di working papers e la costruzione di un sito in Internet, al fine di favorire la massima
diffusione dei risultati;
⋅ promuovere e organizzare, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati, convegni, Sede:
Dipartimento di Scienze Economiche
seminari scientifici, tavole rotonde ed altre iniziative di studi e divulgazione sui temi di ricerca;
Università degli Studi di Verona
⋅ costruire una struttura di relazione con altri centri studi sulla valutazione delle politiche Viale dell'Università, 4 - 37129 Verona
economiche agricole, rurali ed ambientali, nazionali ed internazionali;
⋅ redigere, coordinare e gestire progetti di ricerca nazionali ed internazionali;
⋅ collaborare con le Facoltà delle Università aderenti a SPERA per la realizzazione di corsi di
formazione, di aggiornamento e di specializzazione sulle tematiche oggetto di ricerca. www.centro-spera.it

Il materiale qui contenuto può essere liberamente riprodotto, distribuito, trasmesso, ripubblicato, citato, in tutto o in parte, a condizione che tali
utilizzazioni avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citata la fonte. La responsabilità di quanto
scritto è dei singoli autori.

Chi lo desideri può contribuire con un proprio articolo o commento ad articoli già pubblicati. Il relativo file va inviato all’indirizzo e-mail:
redazione@agriregionieuropa.it, scrivendo nell’oggetto del messaggio “agriregionieuropa”. I contributi valutati positivamente dai revisori anonimi e dal
comitato di redazione saranno pubblicati nei numeri successivi della rivista. I lavori vanno redatti rispettando le norme editoriali pubblicate sul sito
www.agriregionieuropa.it.

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