Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di Loredana Sciolla
Borges J.L. (1955), Ficciones, Buenos Aires, Sur (trad.it. Finzioni, Torino, Einaudi, 1961),
Booth W.J. (1999), Communities of Memory: On Identity, Memory and Debt, “American Political
Science Review”, 93, 2, pp. 249-262.
Coleman, J.S. (2000), Foundations of Social Theory, Cambridge (Mass.), Harvard University Press
(trad.it. Fondamenti di teoria sociale, Il Mulino, Bologna, 2005).
Conan, E., Russo, H. (1996), Vichy, un passé qui ne passe pas, Parigi, Gallimard.
Esbenshade, R.S. (1995), Remembering to Forget: Memory, History, National Identity in Postwar
East-Central Europe, in “Representations”, 49, pp. 72-95.
Hobsbawm, E.J., Ranger, T. (1983) (eds), The Invention of Tradition, Cambridge, Cambridge
University Press (trad. it. L’invenzione della tradizione, torino, Einaudi, 1994).
Isnenghi, M. (a cura di) (1997), I luoghi della memoria. Strutture ed eventi dell’Italia unita, Roma-
Bari, Laterza.
Mead, G.H. (1934), Mind, self and society, Chicago, The University of Chicago Press (trad.it. Mente,
sé e società, Firenze, Giunti e Barbéra 19662).
Monroe, K.R. (2001), Morality and a Sense of Self: The Importance of Identity and Categorization for
Moral Action, in “American Journal of Political Science”, 45, 3, pp.491-507.
Ricoeur, P. (1990), Soi-même comme un autre, Paris, Éditions du Seuil (trad.it. Sé come un altro,
Milano, Jaca Book, 1993).
Rossi-Doria, A. (1998), Memoria e storia: il caso della deportazione, Soveria Mannelli, Rubbettino.
Rusconi, G.E. (1987), Germania: un passato che non passa. I crimini nazisti e l’identità tedesca,
Torino, Einaudi.
Sacks, O. (1985), The Man Who Mistook His Wife for a Hat, London, Duckworth& Co. (trad. it.
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Milano, Adelphi, 1986).
Sciolla, L. (1983), Teorie dell’identità, in Idem (a cura di), Identità. Percorsi di analisi in sociologia,
Torino, Rosenberg &Sellier.
Sciolla, L. (2003), L’identità dei soggetti collettivi, in C. Melchior (a cura di), La rappresentazione
dei soggetti collettivi, Forum, Udine, pp. 201-213.
Sciolla, L. e Ricolfi, L. (a cura di) (1989) Il soggetto dell'azione. Paradigmi sociologici ed immagini
dell'attore sociale (a cura di), Milano, Franco Angeli.
Sennett, R. (1998), The Corrosion of Character: The Personal Consequences of Work in the New
Capitalism, New York, Norton (trad.it L’uomo flessibile: le conseguenze del nuovo capitalismo sulla
vita personale, Milano, Feltrinelli, 20003).
Tota, A.L. (2001) (a cura di), La memoria contesa. Studi sulla comunicazione sociale del passato,
Franco Angeli, Milano.
Wagner-Pacifici, R. e Schwartz, B. (1998), The Ambigous and Contested Meanings of the Vietnam
Veterans Memorial, in P. Smith (a cura di), The New American Cultural Sociology, Cambridge,
Cambridge University Press, pp. 153-165 (trad.it. Il Vietnam Veterans Memorial: la commemorazione
di un passato difficile, in A.L. Tota, op. cit., pp. 109-148).
In realtà nella teoria sociologica esiste una linea di riflessione che considera la dimensione temporale come costitutiva del
processo di formazione dell’identità. Essa, che ha in G.H. Mead il suo principale interprete, non ha però prodotto
significativi contributi nella direzione aperta da quest’ultimo. Mead – mi limito a ricordare – ha esplicitamente posto il
rapporto tra le due componenti del self – l’ “Io” e il “Me” – nei termini della memoria. “Solo nella memoria avviene che l’
‘Io’ sia costantemente presente all’esperienza. Direttamente è possibile risalire solo di poco nella nostra esperienza, perché
subito si dipende, quanto al resto delle immagini, dalla memoria. L’ ‘Io’ così è presente nella memoria come portavoce del
‘Sé’ di un secondo, un minuto o un giorno prima” (1934; trad.it. 1966, 188). Per un approfondimento di questa linea di
riflessione teorica v. Sciolla e Ricolfi 1989. Il ruolo della dimensione temporale nella costituzione del soggetto è invece
ampiamente affrontato nella letteratura filosofica.
Tra identità nazionale e “luoghi della memoria” esiste allora una quasi completa coincidenza. Gli “eventi straordinari”
(come le Cinque Giornate di Milano o l’Attentato a Togliatti) e le “strutture della vita quotidiana” (come la parrocchia o la
piazza) sono i luoghi della memoria in cui si concretizza la memoria collettiva e l’identità nazionale del popolo italiano
(v.Isnenghi 1997).
Possiamo ritrovare queste due dimensioni anche come moduli tipici di rispondere alla domanda “chi sono”? Posso
rispondere in base alla seconda dimensione, dicendo, ad esempio, “sono una cittadina italiana” sottolineando la mia
appartenenza a una comunità politica, ossia ciò che mi accomuna e rende uguale ad altri. Posso rispondere anche in base
alla prima dimensione dicendo “sono una persona che ha compiuto certe scelte”, mettendo quindi l’accento sulla coerenza
della biografia, su ciò che mi differenzia da tutti gli altri, anche da quelli a me più affini.
Ho trattato più diffusamente dei problemi che pone riferire l’identità a soggetti collettivi e ho provato a costruire una
tipologia di soggetti collettivi in ambito religioso a partire dall’incrocio tra le due dimensioni considerate in Sciolla (2003).
Il riferimento è a Festinger (1957).
Il rapporto tra narrazione, identità ed etica è stato trattato a fondo, sul piano filosofico per quanto riguarda l’identità
personale da Ricoeur (1990). Dal punto di vista della teoria politica, per quanto riguarda l’dentità di una comunità politica,
osservazioni rilevanti si trovano in Booth (1999). Cfr. anche Monroe (2001).
Con ciò non intendo sostenere che non vi sia una differenza tra storia, come studio distaccato, che si misura col vaglio
accurato delle fonti, e memoria come forma di coesione e legittimazione di un gruppo, ma che gli storici – e altri studiosi
naturalmente, anche se in misura minore – “contribuiscono, in modo più o meno consapevole, a creare, demolire e
ristrutturare immagini del passato che non appartengono soltanto al mondo dell’indagine specialistica, ma anche alla sfera
pubblica dell’uomo in quanto essere politico” (Hobsbawm 1983 trad.it. 1994, 16).
Vi è ormai una vasta letteratura storica sul ruolo dei monumenti commemorativi e sulla descrizione dei luoghi della
memoria, cfr. Nora (1984). Anche la sociologia si è, più recentemente, occupata di questi aspetti, cfr. Tota (2001).
E’ questa la ragione per cui nelle ricerche empiriche uno degli indicatori più usati per rilevare l’identificazione nazionale è
la dichiarazione di orgoglio nazionale.
Su questo episodio cfr. Conan e Russo (1996).
Una documentazione della polemica sorta in Germania negli anni Ottanta si trova in Rusconi (1987).
Sul rapporto tra memoria e responsabilità cfr. Rossi-Doria (1998)