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MARIA UNA RAGAZZA BENESTANTE, NON TIENE MAI ALLE SEU COSE.

AMA MOLTO ANDARE


ALLE FESTE CON COMPLETINI ADERENTI MA NON DI MARCA, è MOLTO FFREDDA E SI
ARRABBIA SEMPRE XON I SUOI , PERCHE NON LE COMPRANO LE COSE FIRMATE COME
ALLA SUA AMICA AZZURRA. UN GIORNO SI RISVEGLIERà IN UN CORPO DI UNA RAGAZZA
CON CONDIZIONI CRITICHE E CHISSA, CONTINUERà A ESSERE MENEFREGHISTA DELLE
SUE COSE O APPREZZERA TUTTTE LE CPSE ANCHE SE NON SONO DI MARCA?

“Oh no! Già è suonata la sveglia?” Pensò Maria tra se e se, “ora mi dovrò alzare e a rontare un
altro giorno schifoso” disse ad il suo orsacchiotto che tiene con se dalla nascita. Una volta alzata,
si senti’ strana, quasi come se non fosse più nel suo corpo. La prima cose che notò appena
alzata, fu che la sua camera fosse diversa, pareti gialle spoglie che inspiravano tristezza, scrivania
arancione piena di libri vecchi, quasi riciclati e una sveglia rotta. “Ma è un brutto scherzo della
natura?” Pensò “vabbè forse facendo una dormita mi risveglio nel mio corpo” pensò maria. Ma
manco ikl tempo di addormentarsi che entrò subito una donna, dalle sembianze povere, che
indossava una maglietta tutta strappata e dei jeans sporchi e rovinati. Incominciò a dire alla glia
di alzarsi, pare che l’avesse chiama antonia, no no Alfa. “Che nome strano” pensò maria. La
presunta ragazza o “alfa” iniziò a vestirsi con dei vestiti che non rispecchiavano per niente lo stile
di maria, una felpa fucsia rovinata con dei pantaloni azzurri, “bleah! Ma da dove Virne sta qui?
Marocco? Cina? Africa? Conosce la moda del 20esimo secolo?” pensò maria. Un secondo dopo
si ritrovo in questa cucina, se cosi si può chiamare, tutta sporca di fango. Vide di nuovo la donna
di prima che invitò Alfa a magiare, ma lei cordialmente ri utò per far mangiare la sua adorata
mamma, rimasta sola dopo la morte del suo papà cadendo in depressione e in condizioni critiche.
“EI MA IO HO FAME” provò a dire maria, ma niente, era come se Alfa non la sentisse.

Alfa dopo guardò il suo polso, dove vi era un orologio, col vetro spaccato, che segnava le 13.15.

La ragazzina dopo un pò di cammino si fermò davanti una fabbrica e vi ci entrò. Andò subito in un
reparto dove c’erano altre ragazzine come lei e si mise seduta su una postazione, difronte ad una
macchinetta da cucito. “Ma questo è sfruttamento minorile” pensò maria, subito dopo inziò a
sentire un forte rancore verso se stessa, un odio cosi forte da farle chiudere gli occhi per un
secondo e risvegliarsi nel suo amato letto abbracciata al suo orsetto. Iniziò a piangere, cosi forte
da attirare i suoi genitori nella sua camera, iniziò ad abbracciarli e a dirli quanto li volesse bene.
Finalmente dopo tempo capi che bisognasse apprezzare ogni piccola cosa e cosi fece da qual
giorno. Iniziando a trattare bene i suoi e a passare più tempo con loro, raccogliendo i vari
momenti, nel suo cuore, perché si, anche lei aveva un cuore.
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