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La persona

AVVERTENZA

L'uomo sta di fronte al mon?o c~me ~ll'inter? che è


. per dire più esattamente, vi sto io. Di volta m volta
I' to,mo di fronte al mon do d'ice ,.10 , . Questa contrapposi-
da .
.uone non significa che dal complesso degli enti un sin-
ZIO • •
lo essere particolarmente importante sia tratto e messo
go . . , . d' .
in rilievo e contrap.pos.to ~ :est~nti, ma ~ m~e?e un tipo
pià assoluto, più d1 pnnc1p10: 1 uomo d1 cm si tratta caso
per caso si presenta davanti all'intero. Non però così
come anche per un animale il suo sussistere è uno e tutto,
ma in maniera 'più decisiva'. L' uomo sa d'essere non
semplicemente spinto a questa contrapposizione dall' au-
toaffermazione del vivente, o abilitato a essa da una forza
soverchiante, ma di essere autorizzato, anzi obbligato da
un particolare contesto di significati; esso è di natura tale
da sussistere attraverso tutte le diversità della disposizio-
ne e della situazione e da perdurare oltre tutte le perturba-
zioni e le deformazioni. Esso continua a sussistere anche
quando l'uomo cade malato, diviene inabile o malvagio;
anche quando l'uomo lo dimentica o agisce in contrasto
con esso o non ne vuol sapere affatto. Chiamiamo questo
contesto di significati persona. In quanto segue il discor-
so verterà su di essa.

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CAPITOLO PRIMO

LA STRUTTURA
DELL'ESSERE PERSONALE

La ricerca dev'essere condotta non a partire dal pro-


blema dell'essenza astratta. della persona, ma da quella
dell'uomo concreto che ~s~ste perso?a~mente. I~, quest?
fi meno complessivo s1 possono d1stmguere pm strati.
~n;escriviamo nella successione dal ~ass~ all'alto~ non
r derivare il più elevato da quello mfenore, bens1 per
:anzare da ciò che sostiene, ma nell'e~s~nza è m.eno im-
portante, a ciò che è sostenuto, ma dec1s1vo sul piano del
significato.

t. Persona e forma
Anzitutto 'persona' significa forma.
L'enunciazione che qualcosa è 'formato', ha forma,
significa che gli elementi di cui consiste, come materia,
energie, proprietà, atti, avvenimenti, relazioni non scorro-
no caoticamente intrecciati gli uni agli altri, ma non sono
nemmeno accumulati esteriormente in forme*, bensì che

•Qui l'Autore usa Fonn en, mentre di solito il termine per ' forma' cui egli ri-
mre~Gtstalt; ma qui la variazione, cui è annesso il senso di 'contorni', 'profili' ,
lftrme esterne', in italiano non sembra necessario, poiché il contesto suggerisce
come Intenderla (N.d.T.). .

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stanno in contesti strutturali e funzionali - in modo tale tenza: si crea cioè un ambiente. Esso costituisce il com-
che di volta in volta l'elemento deve consistere ed essere s endio di tutti quegli elementi dell'intero del mondo, che
compreso a partire dall'intero, e l'intero dagli elementi. ~anno importanza vitale per il singolo essere interessato.
In questo senso sono forme tutte le realtà nominabili che Una selezione dunque, che si compone soprattutto me-
si ~an?o: c.ristal~i, organismi, proce~si psichici, configu- diante gli organi di senso e di attività. Ciò che sfugge -
raziom sociologiche, figure geometnche, connessioni lo- qualitativamente ~ qu~titativ.am~nt~ - a qu~sti organ~
giche, opere d'arte e così via. L'enunciazione significa non appartiene all ambiente di cm si tratta; ciò che essi
inoltre che l'ente s.i distingue come realtà propria e unita- colgono, vi appartiene, e precisamente nel modo in cui di
ria tanto rispetto al complesso di tutto il resto, quanto ri- volta in volta è còlto. La selezione si attua ulteriormente
spetto a ogni fenomeno singolo in esso, e come tale si mediante le relazioni determinate dalla natura dell'indivi-
mantiene. duo con altri individui, con coloro di cui ha bisogno per
In tal modo è definito lo strato più basso d'essere e di la propria esistenza, come genitori e animali che siano
significato .di ciò che costituisce esistenza personale. sua preda, con i quali si trova in qualche collegamento
L'uomo, essendo forma, si trova come realtà formata tra degli scopi vitali - viceversa con quelli che da parte loro
entità caratterizzate da una forma: come unità di processo hanno bisogno d'esso. Vi è congiunta e dipendente anche
tra altre unità, come cosa tra le cose. l'organizzazione particolare dell'essere vivente interessa-
to: le sue possibilità d'attacco e di difesa; le sue abilità
'tecniche', come la costruzione del nido e della ragnatela
2. Persona e individualità ecc. Attraverso tutto ciò nasce una riduzione del mondo
nel suo complesso diretta agli scopi del singolo essere. È
Lo strato immediatamente successivo del fenomeno l'iniziativa di vita a formare il punto centrale di quest
persona è costituito dall'individualità. 'Individualità' è il vi- mondo a sé, poiché <.A. ssa l'essere vivente si impone
vente in quanto rappresenta un'unità della costruzione e nel mondo complessivo. Questo si stende attorno all'am-
delle funzioni chiusa. Il vivente per tale via si profila in as- biente come uno sfondo che prosegue da tutti i lati fino
soluto di contro all'insieme delle cose. Esso ha bisogno del all' indistinto ... L'essere singolo si distingue ulteriormen-
mondo, della sua materia e delle sue energie, come anche te di contr~ all'insieme della vita in genere, più precisa-
forma esso stesso una parte di quest'insieme di materia e mente all'insieme della specie, quale si presenta nella
d'energia: al tempo stesso però si delimita di contro a propria linea l.. jerivazione genetica. Il singolo essere è
questo insieme e si difende dall'esserne assorbito. prodotto da genitori e a sua volta produce prole. È orien-
La delimitazione e l'affermazione di sé da parte tato verso essa da determinati istinti, tanto che in periodi
dell'individuo vivente si attuano soprattutto in due moda- - per esempio quello della riproduzione o finché i giova-
lità. In primo luogo, in quanto esso immette il mondo cir- ni h:mno bisogno d'aiuto - è totalmente accaparrato dai
costante in una forma con riferimento alla propria esi- loro bisogni. Tuttavia l'individuo non coincide con la li-

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nea di discendenza, ma si delimita anche rispetto a es ntaneità d'azione. Qnando uno stimolo esterno pro-
1a spo .al , d . .
~a deli~tazione è ~ssa p~re ~ssi~urata da istinti origi::~ d un'impressione senson e e 1 oggetto a cm viene
n; e precisamente l energia d essi sembra crescere con .
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uc~imolo si fa valere interiormente nella forma della
rango biologico della specie di cui si tratti. Quanto più . ~azione - per esempio la fiamma come forma di luce
b asso sta l ' essere vivente,
. ., in
tanto prn esso si risolve nell :e~i movimento, come calore, come brusio - allora tra il
esigenze del genere cui appartiene; quanto più in altoe nto di partenza e quello finale del processo si compie
tanto più fortemente l'istinto diviene affermazion; pu cambiamento della sfera. Esso non prosegue diretta-
dell'individuo. Le proprietà caratterizzanti divengono più unente dall'ambito dell'effetto fisico in quello della sen-
numerose; le prestazioni particolari emergono più netta- mazione della luce e del dolore - come, poniamo, il pro-
mente; la fecondità numerica cala, le pretese dei giovani ~esso dell'accendere conduce all'incenerimento del legno
alle cure crescono. Così il singolo essere - tanto rispetto _ ma i due ambiti sono separati da un limite o confine,
al genere come intero, come anche agli altri individui _ che è superato solo con un ~apasso'. 'Limite o confine'
acquista un'importanza sempre maggiore. Appunto per e 'trapasso' formano un fenomeno che non può essere ul-
ciò diviene anche esposto a pericoli, poiché quanto più teriormente risolto. Appartiene al patrimonio originario e
nettamente l'individuo spicca dal genere e dalla moltitu- proprio della vita. ~n ~o~ispondenza v_ale per la. sponta-
dine, tanto meno è assicurato e garantito da quella parte. neità d'azione dell'md1v1duo. Quando Il metabolismo ha
Gli istinti divengono più sciolti, le possibilità della per- bisogno di un apporto di nutrimento e sorge la fame, essa
turbazione, del guasto aumentano. I presupposti per il spinge ad atti esterni del ricercare, dell'afferrare e così
prosperare dell'individuo si fanno più numerosi e qualita- via. L'impulso della fame però non trapassa direttamente
tivamente più elevati. «Valore» non significa affatto una dall'interno all'esterno nel movimento, per esempio
cosa ovvia. Conferendo senso, mette anche in pericolo e, come quando una sostanza viene scaldata, si disgrega e
quanto più alto è il senso che conferisce, tanto maggiore così subentra un'esplosione. Questo processo decorre
è il pericolo. L'individualità è un valore; quanto più si nello stesso ambito qualitativo, quello della causalità fisi-
sviluppa, tanto meno sicuro diventa il suo sussistere. co-chimica. Ma perché l'impulso della fame porti all'a-
zione dell'attacco, dev'essere di nuovo oltrepassato quel
Il singolo essere è definito dal suo centro. Esso non è limite, solo stavolta in direzione contraria, dall'interiorità
spaziale, ma vivente. Non equivale ad alcun luogo che si al mondo esterno ... Hanno lo stesso carattere del trapas-
possa fissare con una misurazione e raggiungere sempli- so, oltre il limite tra ambito interno e mondo esterno, an-
cemente addentrandosi, come per esempio in un cristallo, che i processi della nutrizione e della crescita. Quando in
ma sta dietro un limite qualitativo, e viene conseguito una soluzione si forma un cristallo e s'accresce sempre
solo con un trapasso: il centro vivente è interiorità. Il pas- più, questo allora è un processo di sovrapposizione, che
saggio tra l'interiorità del vivente e il mondo esterno che decorre nello stesso ambito qualitativo. Ma quando un
gli è ordinato è compiuto dalla percezione sensibile e dal- animale divora un frutto, questo è dissolto dall'organi-

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_._.,_,_.-

smo che lo assume, le sue materie sono destrutturate


Essa vi diviene soprattutto interiorità dell'autoco-
cate a contn"buue . al processo d"1 crescita, che da partee re-
· dall a spontaneità
· ' d e11a vita.
· sua scienza. Non se ne può ancora propriamente parlare,
scatunsce
uando ha luogo la percezione e da essa viene guidata la
L'autocostruzione dell'organismo scaturisce da un•·
teriorità che è diversa dal mondo esterno, nel quale si ~n~ ;pontaneità. ~iò avviene an~he nell' ~imale e costituisce
vano le sostanze nutritive, in modo simile alla diversi~
la parte psichica della sua vita orgamca. Una vera e pro-
pria coscienza si dà solo quando la pe~ce~io~e viene ela-
dell' ~bito ~ella sensaz~one da q~~llo dell'oggetto che
esercita lo stunolo. Tra 1 due ambiti si stende un limit borata intellettualmente e conduce a capue 11 senso, ov-
che nel processo della crescita dev'essere continuamente vero fin dall'inizio è ordinata all'atto del capire il senso.
oltrepassato e che distingue il secondo rispetto alla sem~ Naturalmente anche nelle percezioni dell'animale c'è un
plice sovrapposizione. senso: quello che è condizionato dall'organizzazione og-
Questo ambito interno fonda l'individuo vivente in se gettiva della sua vita e al quale serve il gioco della rece-
stesso. Esso si distingue di contro al mondo, e costruisce zione dello stimolo, del ricordo e così via. Tuttavia esso è
di fronte a esso il suo ambiente. A partire da esso si di- interamente ordinato all'interno degli scopi immanenti
stingue rispetto al genere e si afferma di fronte a esso del vivente di cui si tratta; viene attuato, ma non còlto e
come valore proprio. compreso come tale. Al contrario, nel caso della vita de-
Nell'essere complessivo dell'uomo che sussiste come terminata dallo spirito, si tratta di capire il senso in sé.
persona si trova anche lo strato dell'individualità viva. È L'animale può notare i processi che si svolgono attorno a
per questa che esso è un vivente tra viventi; essere singo- esso con la più fine capacità d'avvertire sensorialmente,
lo di contro al genere e anche agli altri esseri singoli che ricordarsi infallibilmente, raccapezzarsi nel modo più
appartengono al genere. preciso nelle diverse percezioni e così realizzare perfetta-
mente il senso del contesto di vita di cui si tratti - ma
esso non lo capisce mai come tale e in se stesso. Ma è ap-
3. Persona e personalità punto ciò che, solo, fonda l'autentica interiorità di co-
scienza, e costituisce un confine che non viene mai oltre-
Un terzo strato del fenomeno complessivo della per- passato da qualsiasi genere di prestazioni d'adattamento
sona sta in ciò che si chiama personalità. da parte di scimmie superiori. Coscienza in senso vero e
Essa significa la forma dell'individualità vivente, in proprio si trova soltanto quando il processo della perce-
quanto è determinata a partire dallo spirito. Si è già parlato zione e la serie degli atti che si costruiscono su di esso
dell'ambito dell'interiorità. Esso si trova già nella crescita e
sono determinati dal valore della verità. Questa interiori-
nelle relazioni delle piante con l'ambiente. Nel caso del-
tà percepisce lesigenza da parte dell'esistenza d'essere
1' animale assume un nuovo carattere attraverso la perce-
còlta per amore di se stessa, cioè 'conosciuta'. Essa ha la
zione dei sensi e la spontaneità. L'interiorità riceve la sua
v~Jontà di edificare il mondo, che è all'esterno nello spa-
definizione ultima come vita determinata dallo spirito.
zio del 'sapere', come verità compresa. Non vi è alcuna

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via che porti colà a partire persino dall'interiorità biolo 1·- ontesto psicofisico di vita, riscontrabili già nell'animale,
ca più evoluta. Ogni volta che venga affermato un ol; _ ~a nell'uomo soggetti a un conferimento di senso total-
passamento [di questo genere], di fatto sono presenti ee- mente diverso, con questo stesso conferimento di senso.
rori di visione e di pensiero. Autentica coscienza si ;
possibile solo in quanto nell'uomo non vive solo qualco~ L'interiorità dell'uomo infine è quella dell'agire e del
sa di 'spirituale' - che si trova pure nell' atomo, nel cri- creare. I dati della percezione e della valutazione sono
stallo, nella pianta, nell'animale - ma una concreta realtà presi come punto di partenza per costruire dalle materie
dello spirito; uno spirito individuale che in questo organi- del primo un secondo mondo, da quello della natura un
smo ha la sua base d'operazione e la sede della sua re- mondo dell'opera e dell'azione. Ciò si mostra nel modo
sponsabilità storica. più puro in quella prestazione il cui intento è di erigere
qualcosa affinché esista. Non per raggiungere un fine, ma
L'interiorità della personalità - non è ancora il senso per rivelare un senso; non per costruire un oggetto d'uti-
lità, ma per creare una forma capace di esprimerei. Ciò
pieno di persona! - è inoltre quella della volontà. D'essa
avviene nella pura opera d'arte o nel simbolo autentico.
vale ciò che corrisponde a quanto s'è detto per la co-
Anche qui una distinzione qualitativa delimita il creare
scienza. Non significa ancora che sia presente una volon- umano da ogni tipo di produzione animale, che costitui-
tà in senso personale il fatto che nell'individuo vivente sce una funzione dell'organismo nel suo complesso,
sorga un impulso, che porta ad atti organici e psichici ed mentre il primo è determinato dal senso che dà prova di
ha il fine di conservare la vita d'esso. Autentica volontà sé da se stesso. Un animale può essere bello, muoversi
si dà solo quando un organo della valutazione è toccato graziosamente, cantare in modo che dà gioia; esso non
dal carattere di valore inerente nell' oggetto e dalla esi- crea mai un'opera d'arte, ma è e vive la natura2. Dietro
genza di senso che parte dalla situazione, intende tale va- l'opera d'arte sta l'interiorità definita dallo spirito, che
lore come qualcosa che vale per se stesso, prende posi- esperi.sce il sens~ e gli dà forma esprimendo la propria
zione verso di esso e a partire di là procede all'atto. Que- energia generatnce. In questa modalità l'essenza del
sto carattere viene alla ribalta con purezza specifica là creare si mostra nella sua versione più pura; ma se si
dove si tratta non solo di valore in genere come ciò che è m~ove da essa risulta chiaro che, anche nell'opera deter-
in sé prezioso, ma del valore dovuto, quindi del dovere mmata da uno scopo, la quale appare in un primo mo-
morale di volta in volta presente. Anche qui si trova un li-
mite o confine assoluto tra l'iniziativa dell'animale e lavo-
lontà dell'uomo. Tutte le presunte prove che l'animale scel- . .I: Si dovre~bero dire cose corrispondenti per la pura azione, il cui senso non
s1 dmge a ragg1~ngere scopi, ma a fare ciò che deve essere fatto per amor di se
ga e decida, valuti o agisca addirittura moralmente poggia- stesso: per soddisfare all'onore e per attuare la giustizia. Ci limitiamo all ' analisi
no allo stesso modo - nella misura in cui non si tratti del creare.
semplicemente di sentimentalismi - su errori di visione e 2. Anc~e I~ natura stessa può essere concepita come opera, non però di se
stessa, ma d1 Dio.
di pensiero. ~ssi scambiano i meccanismi funzionali del

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gnifica soltanto che si affermino intrinseche funzionalità
mento come esito dell'istinto formativo immediato dell
vita, si trova ancora dell'altro. Se chiamiamo 'tecnica' ~
dirette ai fini della vita. Le misure persino più semplici,
compendio delle attività guidate da uno scopo, a un es~­
che in apparenza si trovano ancora interamente sul piano
del comportamento animale, sono già impostate per la
~: più preciso appru:e che anche ~ssa, nella sua sostanza
strUtturazione dell'opera. Se si contempla pienamente il
pm profonda, scatunsce da genuina volontà di creatore
fenomeno della tecnica nella sua totalità e non ci si lascia
Semplici funzionalità dirette agli scopi della vita no~
guastare lo sguardo d~l'inganno dei trapassi insensibili,
spingerebbero mai l'uomo a entrare nel rischio della tec-
si vede che esso scatunsce dalla volontà non affatto 'na-
nica. Questa, in ciò che ha di più profondo, si dirige a
turale' di distruggere l'esistenza com'è data, per costruir-
qualcosa di essenzialmente altro dalla costruzione del ne una nuova; di creare una configurazione del mondo
nido nel caso dell'uccello o da quello della ragnatela in che esprima un senso nato dallo spirito. Quando ciò av-
quello del ragno. L'attività dell'animale, considerata a viene, non è affatto vero che la vita ne guadagni in sicu-
partire dallo scopo, produce strutture molto elevate. Esse
rezza e benessere. Derivare il fare dalla ricerca del benes-
sono perfette dal primo inizio ·fino al termine; ma appun- sere può convenire nel caso dell'animale; in quello
to questa perfezione indica che non hanno niente in co- dell'uomo entra in gioco qualcosa che ha un senso total-
mune con il vero e proprio creare, perché la loro è la per-
~ente _al~o ~ può c~nt~astare nel modo più aspro con i
fezione della pura e semplice natura. Le energie che vi b1sogm v1tal1 immediati. In un primo momento l'uomo
sono operanti appartengono al genere di quelle da cui na- che possiede .solo ~ di pietra, trova aiuto quando ottie~
sce l'organismo stesso. Ciò che esse producono sono per ne le punte d1 lancia m ferro o addirittura le armi da fuo-
così dire prosecuzioni degli organi. Nessuna opera umana co. Non appena tuttavia l'arma da fuoco viene ulterior-
raggiunge questa perfezione - non tuttavia perché sia da m~nt~ sviluppata sulla base della struttura di senso che le
meno di esse, ma perché è da più. Scaturisce dallo spirito, è ms1ta; non appena essa è vista in connessione con tutte
dalle sue tensioni e dal suo rischio; proprio perciò, nel le altre pro~lem~tiche e produzioni che presuppone e pro-
senso immediatamente tipico della natura, è meno sicura. voca, ben difficilmente si potrà dire ancora che mediant
Diversa è la sua sicurezza, di genere spirituale; essa sta ' . e
essa. l uom? nc~va r~almente, nel complesso, un aiuto,
nel senso, non nell'essere immediato3• La tecnica non si- maàmvece m
., · ultima .istanza l'arma da fuoco per l'u omo
sar. pm pe?co1osa d1 qualsiasi animale da preda. Il senso
3. Ogni emergere d'una forma e attività superiore fa sl in un primo momento u~t1~0 ?ell arm~ nondimeno non è neppure affatto quello
che la perfezione dello stadio anteriore sia sconvolta, cosicché il nuovo, di fronte d.1 ehmm~e pencoli o di dare la possibilità di un attacco
a essa, appaia barbarico. Non appena entra in azione lo spirito, la perfezione al· s1curo;,_c10 è appena il penultimo senso, che mette in
traente dell'animale scompare. L'esistenza guidata dallo spirito appare brutale io
confronto dell'animale nella sua compiutezza. Tuttavia si colloca essenzialmente
moto l 1?t~r~ contesto dell'invenzione delle armi. Inulti-
più in alto, ed è cosa ordinata questa, che ad essa quella prima perfezione sia sacri- ma a~ahsi _si tratta di far emergere un nuovo mondo di
ficata. In corrispondenza l'esistenza dell'uomo europeo sotto l'impulso dell'in- energie e d1 ~trutture in cui ritorni su un piano nuovo quel
quietudine dello spirito costituisce qualcosa di più elevato di quella del primitivo complesso d1 senso, che è costituito dalla lotta. Nell'in-
con la sua sicurezza e bellezza legata, ma a nche resa perfetta, dalla natura.

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sieme e in senso definitivo, nel caso della tecnica non si dell'abitudine, della suggestione e così via. Il nucleo
tratta di utilità, ma di opera. Da quest'opera la vita è pro- che l"b
spirituale rimane I ero.
mossa nella stessa misura in cui, forse ancor più, è messa in
pericolo, e nessuno sa se la sua immane. avventur~ ~on deb- Una sintesi di tutto ciò che si è detto sta nel concetto
ba finire con una catastrofe4 • Una tecmca, che s1 limitasse di personalità enucleato dall'epoca moderna. Esso signi-
solo a portare avanti l'istinto .artistico di c~attere. natura- fica la forma fondament_~ile v.i ve? te d~IJ 'essere uma~o ~n­
le, non potrebbe mai portare 1 essere da cui essa viene co- dividuale a differenza d1 tutti gh altn. Essa collega i sm-
struita in una contraddizione con il senso del proprio esi- oli elementi della sua esistenza sincrona a costituire una
stere tale, da infrangere ogni logica de~la natura. Solo se ~otalità intuibile; e allo stesso modo i singoli atti e avve-
quest'essere fin dal primo is~ant: reca i? sé la p~ssibilità nimenti del corso delJa vita a costituire la struttura dello
di trarsi fuori dalla natura, cioè e defimto a partire dallo sviluppo e del destino. Il concetto acquista particolare chia-
spirito, può intraprendere qualcosa ~i talmente parados- rezza nel caso dell'uomo grande, creativo, come anche esso
sale e tragico - ma al tempo stesso d1 t.anto grande. è stato intuito e svolto dapprima per lui; forma però la
norma che regola la considerazione moderna dell'uomo
In virtù dello spirito che la definisce, l'interiorità per- in genere.
sonale diviene per principio non misurabile. Sono soggette
a misura sempre solo le sue espressioni esterne, che si edifi- Sulla base di tutto ciò la personalità compie la sua au-
cano a loro volta su condizioni misurabili in se stesse, todistinzione rispetto al contesto delle cose come anche
essa non può essere misurata .. Quelle espre~sioni ~ossono del genere (umano) - anzi rispetto a tutto il resto. Poiché
essere risolte 0 analizzate logicamente e ps1colog1camen- è a partire dallo spirito che essa ha cognizione di sé e di
te· ma solo fino al punto dove ha inizio ciò che è propria- tutto l'altro. Non nel senso che, date le condizioni, possa
m~nte creativo, che, in se stesso, si sottrae all'analisi. incontrare e cogliere tutto, ma in un senso decisivo: quel-
A motivo dello spirito, l'interiorità sfugge ~nc?e al lo di avere la coscienza dell'intero. Non, a sua volta, me-
dominio. Possono essere dominate quelle ~s~ress1om; m.a diante una enumerazione o un ' astrazione, bensì tramite
dei processi sempre solo quanto è accessibile alle tecm- quell'esperienza originaria in virtù della quale allo spirito
concreto, che come tale sussista in sé e di fronte al mon-
do, in ogni punto dell'esistenza si fa sensibile la sua tota-
4. Ciò si deciderà se la potenza oggettiva conquistata sarà controbilanciata da
· pondente misura di rispetto, saggezza, bontà del cuore e forza del carat·
lità. In virtù di questa esperienza la personalità può in-
una coms . · · · · s ·
tere e cosl quelle possibilità saranno assoggettate ai cnten grnsu . e_si_g
uarda a
de contrare anche l'esistenza - è in grado di 'incontrare' ciò
ritr~so all'epoca che parte dall'inizio del creare tecnico, appare che_ vi sia g~. che in genere è, invece di imbattervisi soltanto. E in tal
motivo per la preoccupazione. Il dominio sulla natura aumenta con m~on_cepibilc modo incontrare pure se stessa, invece di essere e vivere
velocità; ma l'uomo non dà l'impre~sione di m aturità cre~ce~te, ~i sicure.~
d •orientamento e di forza di carattere. E come se dalle prestaz~om dell uomo st c-
solamente ciò che essa è.
vasse un potere che, oltrepassando l'uomo, percorra la propna strada.

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,.
4. Persona in senso proprio Iemento in un tutto meccanico. Ma allora è solo la mia
e restazione che egli usa, non sono io in quanto io. Questo
Forma, individualità, personalità - ciò che signific psarmi si compie anche sulla base di un punto di vista,
person~ nel senso ultimo ~on è a~cora detto con ques~ che risparmia bens1' energia
u .
e fimo a un certo punto è pra-
termim, ma certo per alcum aspetti preparato. Ali' esposi- ticamente giusto, ma in verità al posto dell'uomo colloca
zione fatta finora stava alla base l'interrogativo: Che cosa una macchina altamente sofisticata. Questo errore si ven-
c'è qui? La risposta ad esso era la seguente: «Un essere dica poi anche in modo gravido di conseguenze. Il calco-
che ha una forma, che è fondato s_ull'interiorità, definito lo così impostato non riesce e la costruzione economica e
dallo spirito e capace di creare». E diverso l'interrogati- sociale in ultima analisi non funziona in modo giusto,
vo: Chi è costui? La risposta ad esso è la se uente: «lo» perché ciò di cui si .tra~ta sono ~er appunto uomini e non
o, nella forma del resoconto, della informazione: «Lui» apparati6. Persona s1gmfica che 10 non posso essere abita-
Solo ora è toccata la persona. E precisamente essa è l'es~ to da alcun altro, ma nel rapporto con me stesso sono
sere che ha carattere di forma, interiorità, spiritualità soltanto con me; non posso essere rappresentato da al-
creatività, in quanto - con le limitazioni, di cui si parlerà' cun altro, ma sto per me stesso; non posso essere sosti-
ancora - sussiste in sé e dispone di se stesso. 'Persona' tuito da alcun altro, ma sono unico - cose tutte che con-
significa che nel mio essere me stesso in ultima analisi tinuano a sussistere, per quanto scenda in profondità il
non posso essere posseduto da alcun'altra istanza, ma mi modo in cui la sfera della riservatezza è turbata da un in-
appartengo. Posso vivere in un'epoca in cui esiste la tervento e da un'esposizione in pubblico. È sempre sol-
schiavitù, quindi un uomo ne compera un altro e dispone tanto la condizione del rispetto che ci debba essere tribu-
di lui. L'acquirente tuttavia non esercita questo potere tato e della pace ad andare perduta, non la solitudine del-
sulla persona, ma sull'essere psicofisico - e anche questo la persona in sé.
sotto una categoria errata, cioè come si attaglia all'ani- Il senso della persona sarebbe eliminato se io ci fossi
male. La persona in sé sfugge al rapporto di proprietà'. due volte (fenomeno del sosia*). Ogni eventualità che ciò
Persona significa che io non posso essere usato da alcun possa avvenire suscita orrore esistenziale. Lo stesso acca-
altro, ma sono a me il mio fine. Posso certo trovarmi in de quando si an~uncia la eventualità che alla fine io pos-
un sistema di lavoro, il cui direttore mi tratta come un sa non. essere umt~ con me stesso, un unico, ma più per-
sone; 10 non sarei noto a me come me stesso, ma real-

5. È un'altra questione chiedersi che cosa avvenga in tali condizioni per


l'uomo concreto; quale influsso esse esercitino sul suo atteggiamento personale; ~-Per l'im~rt~za d~ll'elemento 'personale' nella sociologia, vedi il mio
in quale misura esso possa essere represso o falsato; quali trasformazioni il rap- ~;1'.10 ~ulla so~10/og1~ e I ordine tra persone, nella raccolta Unterscheidung des
porto di proprietà pur sperimenti di fatto da parte della personalità, che non si pub ; siliclien, Cli.; tr. I!. Natura Cultura Cristianesimo, Morcelliana, Brescia
19 5• pp. 7 ss.
mai estinguere; in quale ampiezza l'uomo, anche in questa riduzione a oggetto, a
•Oggi diremmo del clone (N.d.T.).
'cosa', possa crearsi uno spazio d'esistenza personale e cosl via.

148 149
mente estraneo (scissione della persona). Una terza fonna na non possa pure essere messa in pericolo. Davvero essa
di tale sperimentare vitalmente subentrerebbe, se riceves- lo può anche di fatto, ma solo da là dove si trova la ga-
si la sensazione di non avere più in mano me stesso, ma ranzia essenziale della persona ... Premettiamo un altro
di trovarmi nel potere di un altro (vedi i motivi delle fia- interrogativo: lo spirito (Geist) può ammalarsi? Sicura-
be, secondo i quali un uomo vende la sua ombra o la sua mente non rispetto a ciò che il linguaggio corrente chia-
immagine nello specchio o addirittura la sua anima). Tut- ma 'malattia psichica (Geisteskrankheit)' ... In tal caso in
to ciò non è possibile a partire dall'essere immediato. La verità si tratta di disturbi delle funzioni cerebrali, della
persona non può esserci più volte, non può scindersi, non vita istintuale, del decorso della rappresentazione, dell'e-
può perdersi di mano, cose che invece sono possibili nel sperienza della realtà e così via. Tali disturbi non colpi-
caso del mero individuo, la cui unità reca a priori un al- scono lo spirito come tale, ma solo i suoi sostrati organici
tro carattere. I fenomeni che la psichiatria constata in e psichici. Essi ostacolano i suoi atti, ma divengono per
questa direzione non sono turbamenti della personalità esso anche la prova, superando la quale lo spirito cresce.
stessa, ma delle funzioni psicologiche che sono alla base Tuttavia lo spirito non esiste puramente e semplicemente,
della coscienza personale. Tuttavia queste esperienze vis- in modo indipendente dai suoi contenuti. Non può con-
sute hanno un senso per l'essenza della persona. L'orrore durre la vita a suo talento, senza che essa si ripercuota sul
che vi si sperimenta è il terrore di fronte all'eventualità che suo stesso essere. La vita dello spirito è garantita - e in
tali perturbazioni si possano realmente verificare, e rivela ciò si caratterizza la sua essenza - non solo in ragione di
qualche elemento sull'essenza della persona umana. ciò che è, ma anche, e in senso definitivo, da ciò che
vale: dalla verità, dal bene. Quando se ne allontana, come
Il fatto, voglio dire, che possano subentrare tali espe- spirito è messo in forse. La semplicità e l'indistruttibilità,
rienze indica che la persona non è né univocamente chia- mediante il cui concetto si suole definire l'essenza dello
ra né sicura. Questo dato di fatto si esprime già nel modo spirito, lo sottraggono bensì a danni, quali possono colpi-
in cui la persona è pensata. Se vedo in maniera giusta, r~ ~l corpo composto? ma non alle conseguenze della po-
l'uomo dell'antichità non possedette ancora l'autentico s1Z1one che esso abbia presa verso il valore. Quando de-
concetto della persona - anzi sembra che esso, al di fuori feziona dalla verità, si ammala7 • Questa defezione non si
dell'ambito della Rivelazione in assoluto, non si trovi.
Tuttavia l'evoluzione moderna dello spirito inclina a dis- 7,· ~uesto pensiero trova il suo fondamento nella definizione agostiniana del-
solvere il concetto della persona, ovvero a equipararlo a lo spmto che muove dal contenuto del suo atto. Secondo essa lo spirito è
quello della forma, o dell'individualità, o della personali- quell'entità che dovrebbe avere come contenuto del suo atto la verità il bene in
ultima analisi .Di~ ... ".i si aggiunge l'altra tesi, pure agostiniana, seco~do la qu,ale
tà - o invece a librarsi sopra la finitezza della persona o a la realtà non significa 11 puro dato di fatto dell'essere presente, esserci, che è sem-
parlarne in un modo che è ammissibile solo per la Perso- pre uguale, quale che possa mai essere il suo contenuto, ma invece è suscettibile di
una .gradazione infinita, e precisamente a seconda del rango che spetta al valore
na assoluta. realizzato ... Ma mentre lassegnazione del valore in qualsiasi altra sede sta
Con ciò però affiora di nuovo il problema se la perso-

151
150
dà già quando l'uomo sbaglia, ma quando rinuncia alla che la persona come tale sia messa in pericolo - cioè
verità; non già quando mente, o addirittura mente spesso, quando l'uomo si scioglie da quelle realtà e norme che
bensì quando non considera più vincolante la verità; non garantiscono la persona: dalla giustizia e dall'amore. La
quando inganna 1' altro, ma orienta la sua vita alla distru- persona si ammala, quando rinnega la giustizia. Non già
zione della verità. Allora, s'ammala nello spirito. Ciò non quando commetta ingiustizia, persino la commetta spes-
deve avere necessariamente anche effetti psico-patologi- so, ma quando rinuncia alla giustizia, la quale significa il
ci; un uomo cosiffatto potrebbe persino essere molto vi- riconoscimento che le cose hanno la loro essenza, e alla
goroso e di successo. Cionondimeno sarebbe ammalato, e disponibilità a osservare il diritto dell'essere e gli ordina-
un osservatore perspicace non solo sul piano psichico, ma menti che ne scaturiscono. L'uomo in quanto persona è
su quello spirituale lo percepirebbe. La condizione ogget- lasciato libero di stare nel proprio essere e nella capacità
tiva potrebbe però avere un proseguimento a livello psi- d'iniziativa dell'agire, senza essere Dio; la condizione
chico e produrre disturbi constatabili clinicamente. Nes- perché questa modalità d'essere abbia il carattere di ciò
suna psichiatria pura poi lo potrebbe guarire da tale ma- che è dotato di senso, è che si ponga nell'ordine fondato
lattia, ma dovrebbe convertirsi. Ovviamente la conversio- dalla verità, cioè appunto nella giustizia, anzi che faccia
ne non si potrebbe compiere con un semplice atto di vo- della giustizia il suo compito vero e proprio&. La persona
lontà. Essa dovrebbe di necessità consistere in una reale finita è dotata di senso solo in direzione della giustizia; se
svolta di direzione e sarebbe più difficile di qualsiasi trat- se ne stacca, è minacciata di pericolo e diviene pericolo-
tamento terapeutico. sa: un potere senza ordine. Appunto in questo essa si am-
Se si muove da tali riflessioni sembra anche possibile mala anche come persona. Non sussiste più in se stessa in

nell 'essere creato e consaputo, il valore è espressamente messo in mano allo spi- 8. Forse. sta qui il senso più profondo del mandato che Dio dà all'uomo ' d opo
rito, contenuto del suo atto che scaturisce nella libertà. Cosl il rango di valore del- che tutto 11 creato - e per sua propria attestazione «e Dio vide tutto quanto aveva
lo spirito si defi nisce sempre a partire dalla propria libertà-: ma con questo anche creato, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen I, 31)-è dichiarato valido nel suo
il suo grado di realtà, la sicurezza e il pericolo che corre l~ hrn:rtà- la sua salu.te e senso e degno di essere: «Dio creò l' uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo
la sua malattia ... P ure, lo spirito non ha prodotto la propna esistenza, ma ha nce- creò;. ~aschi~ e. fem~ina li creò. Dio li benedisse e disse loro: 'Siate fecondi e
vuto se stesso. Cosl quella diminuzione di realtà, che viene dall'atto di negazio~e m~lt1phc~tev1, ~empite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e su-
del valore, non può eliminare in assoluto l'essere. ~. s~irito, di~enendo malvagio, gh uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra' D ' d' .
'Ec · · ò . 10 1sse .
non può annientare se stesso, ma solo rovinare a prec1pmo ~erso '.l nulla, ~nza tutta- . e~, 10 v1 d ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in
via mai poterlo raggiungere. Quella misura di valore, ~he è mvesuta nel pn'.'10 es.se~ cui è 11 frutto , che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvati-
dello spirito in sé dall'atto del Creatore stesso e che m asso~uto ne. g~usce .1 esi- c.he, a. tutti. gl.i uc~elli ~el cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei qua-
stenza rimane sottratto alla sua volontà. Esso non può annientarsi mediante 11vo- h è alno d1vna,10 do m cibo ogni erba verde' » (Gen J, 27-30). All'uomo è «con-
lere c~ttivo. Certo però può mettere in forse, con latto di negazione del valore, segnato tullo»: non come oggetto del suo arbitrio, ma come opera di Dio con un
quell'essere a un punto tale che esso ormai costi.tuisce ~olo il soggetto gravat~ dal c~n~enuto d'essere, alle fide mani della sua conoscenza e del suo rispetto. È giu-
suo fallimento, cioè dalla dannazione e dalla d1speraz1one. Su tutta la quesuone suzia vedere e dare l'assenso a questo mandato, l'atteggiamento morale primo e
cfr. R. Guardini, La co11versio11e di sant'Agostino, cit., pp. 78 ss. fondante per tutti gli altri.

152 153
modo retto ... Egualmente decisivo per la sanità della per- ste in se stesso9 • Qualcosa dunque di 'formale'? Senza
sona è l'amore. Amare significa scorgere la struttura di dubbio, ma non qualcosa di 'solo formale', poiché decide.
valore nell'ente diverso da sé - soprattutto in quello per- Onde la inafferrabilità peculiare della persona. Essa sfugge
sonale; avvertire la sua validità, sentire che è importante all'enunciazione contenutistica. All'interrogativo: «Che
eh' esso sussista e si sviluppi; essere preso dalla sollecitu- cosa è la tua persona?» - io non posso rispondere: «il
dine per questa realizzazione come per una cosa propria. mio corpo, la mia anima, il mio intelletto, la mia volontà,
Chi ama passa continuamente nella libertà; nella libertà la mia libertà, il mio spirito». Tutto ciò non è ancora la
dai suoi ceppi propri, vale a dire da se stesso. Ma proprio persona, ma per così dire solo la sua materia; essa stessa
in quanto elimina se stesso dal proprio sguardo e sentire, è il fatto che consiste nella forma dell' autoappartenenza.
giunge alla propria compiutezza. Attorno a lui si fa D'altra parte questa 'materia' consiste realmente in que-
l'aperto, e quanto gli è più gelosamente proprio ottiene sta forma e sta dunque interamente nel suo carattere.
spazio. Chiunque sa che esiste l'amore ha notizia di que- L'intera realtà dell'uomo, non per esempio solo il suo es-
sta legge: che l'apertura nasce solo quando ci si stacca da sere autoconsapevole o libero, appartiene all'ambito della
se stessi, e in essa acquista realtà ciò che è proprio, e tut- person~, essa ne prende responsabilità e la determina col
to fiorisce. È in questo spazio che si compie anche l'au- carattere della dignità; - il che naturalmente non dice an-
tentico creare e l'azione pura; tutto quanto attesta che il cora nulla sulla misura in cui essa sia pervenuta anche di
mondo è degno del!' essere. Appena la persona rinuncia a fatto a un atteggiamento autenticamente personale.
questo amore, si ammala .. Non ancora ~ua~do l'uomo Quell'elemento fo1male si fa valere nello svolgimento
manca contro di esso, lo v10la, cade nell egoismo e nel-
1' odio ma certo quando lo riduce a qualcosa di privo di 9. Con questo si esprime nel modo più insistito l'unicità di ciascuna perso-
serietà e punta la sua vita solo sul calcolo, la violenza e na. Si dà solo una volta colui che, di caso in caso, dice: «lo» . Questo dato di fat-
lastuzia. Allora l'esistenza si muta in un carcere. Tutto si to è radicale a tal punto che sorge il problema se la persona in quanto tale possa
in assoluto essere collocata in un ordine; ovvero come debbano essere gli ordi-
rinserra. Le cose opprimono. Ogni realtà diviene estranea
ni perché l'uomo sia in grado di porsi in essi come persona. Per citare una for-
e nemica nell'intimo. Sparisce il senso ultimo, evidente. ma elementare dell'attuarsi d'un ordine, si possono contare delle persone? Si
L'essere non fiorisce più. possono contare forme, individui, personalità- ma si può, rendendosi conto reale
L'orrore di cui parlavamo si annuncia in ciò in cui in ~al c~s? ~i ciò che è l~ per~ona, dire con senso: «due persone»? Si può dire:
~n «amtc1zia», un «matnmomo»; allora si intende una dualità personale, che sta
consiste l'essenziale della persona: cioè nel mio essere m una forma la quale la abbraccia, ed è intesa a priori in senso personale _ ma:
unito a me stesso, nel mio sussistere in me, nel mio tener: ~due persone»? Qui il pensiero si arena. I compili posti dalla dignità umana stan-
mi in mano. Questo dato di fatto si dispiega nei contesti no nella stessa direzione. Essi esigono uno sforzo spirituale, un approfondimento
~orale e una seri~tà esistenziale cosl grandi, che l'uomo li elude. Egli si rende fa-
che abbiamo esposto: nella conclusione in sé della f~rma, c~l~ la.c?sa: prescinde dalla persona e si comporta come se dovesse occuparsi solo
nell'interiorità della vita, nel sapere e volere, aglfe e dt tndlVldut; sp~sso addirittura soltanto di unità materiali. Lo stesso vale per lagire.
creare fondati nello spirito. Tutto ciò non è ancora la pe~­ Cfr. U111ersclre1du11g des Clrrisrliclre11, cit., pp. 32 ss. (tr. it. Nat11ra Cultura Cri-
sria11esi1110, cit., pp. 7 ss.)
sona; essa significa invece che in tutto ciò l'uomo suss1-

154
155
dell'intera vita. Il carattere di forma inerente all'uomo sé' (selbst-verstiindliche) in senso puro e semplice e co- •
personale è altro da quello del cristallo; la sua individua- munica il suo carattere a ogni altra struttura di realtà. Al
lità è un'altra da quella dell'animale; la sua personalità tempo stesso è anche enigmatico e inesauribile che io sia
qualcosa d'altro da ciò che intende la considerazione di io; che io non possa essere rimosso da me, nemmeno dal
scienza dello spirito con questo termine - altro in quanto più forte nemico, ma solo per opera mia, e, interamente,
in tutto ciò appunto si realizza la 'persona': il fatto di po- nemmeno da me stesso; che io non possa essere sostitui-
tere e dovere sussistere in se stessa. Le riflessioni prece- to, nemmeno dall'uomo più nobile, che io sia il centro
denti hanno separato tra loro i diversi 'strati' per poterli dell'esistenza, e anche tu lo sia, e pure tu là- e per quan-
distinguere più nettamente; in verità essi sono intersecati te luci vi possano essere, che questa sfera del mistero, ro-
tra loro, ciascuno assunto di volta in volta nella struttura teando nello spirito, emana da sé.
di senso superiore. La forma si presenta solo come viven- Per contro si insinua continuamente il dubbio. Esso
teio, l'individuo unicamente come abitato dallo spirito obietta che il fatto della persona non si può afferrare in
concreto; tutto insieme ma caratterizzato ineliminabil- termini di contenuto, «solo in modo formale», una pura e
mente dal fatto che si trova nello stare in sé e nella capa- semplice categoria dell'autocomprensione. La risolve in
cità d'iniziativa propria della persona. La pienezza e for- elementi psicologici, vedendo in essa l'unità della co-
ma d'esistenza umana si realizza solo nella misura in cui scienza e dell'iniziativa. La mette in questione sul piano
· · 11 .
la personalità trova va1onzzaz1one etico, come senso di superiorità, autoinganno, frattura
Persona è quel dato di fatto che suscita continuamente della comunità. La svaluta in ragione della sua impoten-
lo stupore esistenziale. Essa è il dato di fatto più ovvio za, poiché il suo essere e il suo poter fare effettivi sareb-
(selbstverstandlichste) di tutti - nel senso più letterale: bero in costante contraddizione con la sua pretesa, tanto
capire che io sono io, è per me la cosa che 'si capisce da che la presunta persona diverrebbe addirittura comica
anzi proprio in questa circostanza starebbe la radice dl
ogni comicità. Il dubbio la esorta a rinunciare alla sua
1 o. Certe forme del venir meno umano e morale e al tempo stesso della malat- pretesa e a divenire semplice come la pianta e l'animale.
tia consistono nella disintegrazione di quegli 'strati'. Per l'uomo, divenire mecca·
La persona si stanca di se stessa, avverte loppressione
nismo è una caduta dalla dignità e dal dovere. ma può anche essere espressione di
una sclerotizzazione nello spirito e quindi una malattia. Lo stesso vale per ~'em~r­ d~Jla ;esponsabilità per quanto di inadeguato e di malva-
gere del tipo animalesco nell'uomo. Rientra in questo fenom.eno. anche 11 te~'.'" gio v è nel suo essere e cerca di risolversi nei contesti
morfismo nella sfera religiosa, le divinità-animale, l'idolo e via dicendo. Vedi m c~e le alleviano il peso. Subisce il tedio della sua deter-
proposito gli scritti R . Guardini, Dostojevskij, c~t., pp. 232 .ss. e li Sig11ore, Vit~ e
Pensiero, Milano 199512, pp. 618 ss. (nuova tr. m preparazione presso Morcelha-
mmatezza, si annoia di dovere per necessità essere sem-
na - Vita e Pensiero) .
pre so~o se stessa, e vuole uscire da sé, in maschere e fi-
11. È un altro problema quello del significato che assume per l'~o'.°o l'ambi- gu.re nflesse. Essa ha paura della propria solitudine e si
to della natura impersonale; della misura in cui egli può sommergerv.1s1. d~lla pro-
porzione in cui la sua 'sanità' ne ha bisogno e di ciò in cui consiste 11 pencolo, al
spinge entro l'unità dissolvente della specie e della natu-
tempo stesso, di tale vicinanza.
ra. Cerca di dimenticarsi; si getta nella transitorietà, nella

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corrente del continuo nascere e morire. Tradisce e vende che la definizione data da esso alla persona non la stacca
se medesima, nel godimento, nel lavoro fine a se stesso, né dai contesti della materia e delle energie, né da quelli
nella bassezza e nella malvagità. E nondimeno sussiste, del genere [umano) e della storia.
enorme, il dato di fatto: «lo sono io». Duro, stupenda- L'uomo che esiste in forma personale si trova nel-
mente imperioso, tremendo, a creare un destino, a fonda- l'unità di tutte le strutture e processi, che costituisce la
re una re§ponsabilità. Conferisce a tutto il suo splendore natura delle cose. Il corpo dell' uomo consiste delle stesse
e la sua gravità. Anche quando dico: «L'idea deve trion- materie e obbedisce alle medesime leggi di quello dell'a-
fare, non io; deve vivere la persona amata, non io» - in nimale. Anch'esso dipende dalle vicende della natura ed
queste frasi di distacco da sé rientra profondamente il fat- è implicato entro un ambiente. Attraverso di esso, tutta-
to che sono appunto io a pronunciarle. Solo l'ego (Selbst) via, l'intero contesto entra nella sfera della persona e vi
può essere non-egoista, disinteressato (Selbstlos). Anzi è riceve il carattere dell'autoappartenenza. Con ciò non è
una legge fondamentale dell'esistenza umana, e deve an- detto che per esempio l'autodeterminazione etica di fatto
cora essere spiegata approfonditamente, il fatto che pro- riesca o anche solo sia tentata; l'uomo può anche soggia-
prio nel disinteresse, nella mancanza di egoismo, l'io at- cere ali' istinto e quindi al contesto della natura. Ma allo-
tinga non solo la pienezza, ma lautenticità del suo essere ra sarebbe un 'soggiacere', non l'ovvio risolversi entro di
se stesso. È stato detto che l'essere in ultima istanza è un esso da parte dell'animale, e appunto perciò, seppure in
dato di fatto mistico, e si ha avuto ragione d'affermarlo. senso. negativo •. sa:ebbe definito [ancora) in termini per-
Non appena esso appare alla co.-;cienza in modo puro, ri- sonah. In qualsiasi processo corporeo è ineliminabilmen-
sulta chiaro che ha la sua consistenza nel mistero. Ma il te data insieme la r~altà di fatto della persona, e sia pure
mistero si fa più profondo d'una misura decisiva - di nella forma del fallimento o della dimenticanza. Lo stes-
quanto decide sul senso dell'uomo-, quan~o la frase non so ~ale per gli ~~tri co~test.i, per esempio quelli psichici,
è: «Esiste qualcosa», ma «lo sono». Non s1 potrebbe ve- poniamo tutto c10 che s1 chiama eredità e legame con una
nir a capo dell'analisi d'essa movendo da puri presuppo- patria, o quanto la psicologia denomina la collettività: in
sti filosofici; essa porterebbe alle radici della dimensione senso geografico ed etnico, sociologico e storico. Nulla
religiosa. di ciò è trascurato né ridotto. Tutto riceve il suo carattere
veramente e propriamente umano a partire dalla realtà di
Con tutto ciò che s'è detto non si dovrebbe costruire fatto della per.sona. Quando poi si ha coscienza di questo
un mito della persona. Quanto finora è stato sviluppato carattere, Io s1 vuole, lo si vive e lo si esercita, si speri-
non significa che la persona sussis~a in s~ stes~a come menta anche che tali contesti sono realmente dominati
monade in sé conclusa e autosufficiente; 11 capitolo se- c?n un atto che raccoglie in sé quanto significano forma~
guente dovrà mostrare quanto sia e~senziale per essa I~ z10ne e maturazione personale.
relazione con altra persona. Tuttavia pure alla fine di
questo capitolo si deve sottolineare ancora espressamente

158 159
CAPITOLO SECONDO

IL RAPPORTO PERSONALE

l . La persona in quanto condizionata

In quanto precede si è cercato di costruire il sistema


interno della persona. Ora dobbiamo indagare se e come
questa persona sia condizionata dall'esterno.
Essa - secondo tutto ciò che s'è detto - è manifesta-
mente condizionata dal contesto della materia e delle
energie del mondo materiale solo nella misura in cui que-
ste costituiscono la base di realtà e di processi in cui essa
poggia. Lo è dai contesti biologici del genere [umano]
allo stesso modo solo in quanto scaturisce da essi I' orga-
nismo che le dà la sua collocazione nell'esistenza. La
persona come tale non deriva da dati fisici né biologici,
ma sussiste in sé. Solo in virtù di questa indipendenza
essa può assumere la responsabilità per le cose e per il
genere. Così si potrebbe porre ulteriormente l'interrogati-
vo se la persona sia condizionata dal mondo dello spirito,
dall'elemento etico e via dicendo. La risposta diverrebbe
ogni volta più difficile, in ultima analisi però affermereb-
be che la persona ha bisogno di tutti questi contesti di
realtà e di senso, per poter sussistere e conservarsi, ma in
se stessa e in quanto tale non è condizionata da essi.

La situazione oggettiva sembra cambiare quando l'inter-


rogativo è se la persona sia condizionata dall'altra persona.

161
I
Sicuramente non è questo il caso in cui una persona sistemi biologici con mezzi e finalità in ciascun caso pro-
ne produca un'altra; a essere prodotto o generato è solo prie, che, o s?no estra~ei recipr~cament~ e si allontanano
l'organismo. Per la persona, il fatto di sussistere in sé in divergendo 1 uno dall altro, o mvece s1 trovano in rela-
virtù della 'forma' personale è qualcosa d'altro dalla cir- zione essenziale e cercano di attrarsi mutuamente entro la
costanza in cui il piccolo di un animale. sì è staccato propria teleologia. Una persona umana può incontrarne
dall'organismo materno e corre da solo. Il modo in cui il un'altra nella prima forma, per esempio in un urto ester-
bambino si forma nel grembo materno e nasce - nono- no. La cosa può avvenire anche nella seconda forma, per
stante tutte le comunanze organiche col formarsi del pic- esempio nel caso di una lotta per la conquista del nutri-
colo d'animale - è definito dalla realtà di fatto del suo mento. In entrambi i casi l'altro non è il suo 'tu'. La pri-
carattere di persona progettato in antecedenza. Questo ma persona, da parte sua, affronta la seconda non come
stesso quindi è già presupposto. Lo stesso vale per le di- 'io', ma come soggetto di determinate tendenze. In termi-
verse modalità di cura [parentale]. La persona umana che ni essenziali, non è necessario che la cosa si svolga diver-
nutre, protegge, educa, aiuta il giovane essere personale a samente anche quando i due soggetti si impegnano con
svilupparsi, gli procura elementi tratti dal mondo e gli in- l'intelletto più acuto e la tecnica più abile. È sempre pos-
segna come affermarsi nell'ambiente. Ma tutto ciò non sibile che in tal caso l'uno non veda nell'altro il suo 'tu'
genera la persona, bensì la presuppone. Ogni ·promozione ma solo un oggetto: resistenza materiale, opposizione co-'
d'una persona umana da parte dell'altra si compie già struttiva o quant'altro. In tale atteggiamento non prende
l'altro come quell'essere che sussiste in se stesso e forma
sulla base del dato di fatto che essa sia appunto persona.
il centro attorno al quale si ordina tutto ciò che esiste nel-
La possibilità, tuttavia, che vi sia la persona, dipende dal
la modalità, unica nel suo genere, che costituisce il 'mon-
darsi ancora in assoluto di persone al di fuori di essa? Più
do'; invece lo rapporta a se stesso come all'unico centro
precisamente: può esserci la persona senza essere rappor-
che venga in considerazione e lo assume come strumento
tata, come 'io', a un'altra che costituisca il suo 'tu' - o
nel contesto dei suoi scopi. In conseguenza, anch'egli da
almeno senza che sussista la possibilità per un'altra per- parte sua non va incontro all'altro nell'atteggiamento
sona di divenire il suo 'tu'? dell'io, ma solo del soggetto conoscente e agente.
L'altro diviene un 'tu' per me solo allorquando cessa
la semplice relazione soggetto-oggetto. II primo passo
2. La relazione 'io'-'tu' verso il 'tu' è quel movimento che 'ritira le mani' e lascia
libero lo spazio in cui può farsi valere il carattere della
Che cosa significa in genere 'io' e 'tu'? persona di servire da fine a se stessa. Esso costituisce il
Quando si arreca una materia a un altro ente, si tratta ~i primo manifestarsi operativo della 'giustizia' e la base di
due sostanze con determinate misure e proprietà, che eserci- ogni 'amore'. L'amore personale ha inizio decisivamente
tano determinati effetti meccanici o chimici l'una sull'altra. non. con un movimento che si dirige all'altro, ma che se
Quando un animale s'imbatte in un altro, si tratta di due ne ntrae. Nello stesso momento muta anche il mio atteg-

162 163
giamento proprio. Nella misura in cui io dò libertà all'es- uardare verso l'altro, il volto si apre e nasce quel rap-
sere, visto dapprima come oggetto, di assumere l' atteg- ~rto in cui gli occhi si guardano negli occhi. Solo ora è
giamento dell"io' che si presenta movendo dal proprio prese~te l'atteggiamento p~eno ?i. chi è persona ... Ora
centro, e gli consento di divenire il mio 'tu', trapasso an- soltanto si annodano anche 1 destm1 nel senso personale. ,
ch'io, dall'atteggiamento del soggetto che utilizza o lotta, Ciò non nasce già dall'imbattersi di un soggetto in un
in quello dell"io'. oggetto - si tratti di una cosa o di una persona umana in
atteggiamento oggettivo cosale -, perché allora I' 'io' è
Questo processo significa un rischio. Davanti all'og- corazzato, e ciò che ne risulta è solo vantaggio o svantag-
getto l'uomo è partecipe solo in modo oggettivo, 'casa- gio, felice sviluppo o rovina. Un destino personale scatu-
le'. Il suo carattere di persona è quiescente. Non si mo- risce solo nell'apertura indifesa del rapporto 'io-tu' - o
stra il suo volto interiore. Ha le mani libere per ogni mo- invece in quel rapporto dell"io', cui rimane negato il
vimento a suo arbitrio. È partecipe e interessato solo con compimento a partire dal 'tu'.
ciò che possiede o può fare, non col suo 'io' . Ma non ap-
pena va incontro come 'io' al 'tu', interiormente qualcosa Questo rapporto 'io-tu' può realizzarsi secondo diver-
sboccia. Non così come quando una persona umana, che si tipi e profondità. V'è già nel semplice prendere l'altro
fino a un certo momento abbia potuto celare la sua vera sul serio, nell'attenzione a un saluto, in un moto di sim-
essenza, improvvisamente diviene trasparente agli occhi patia e poi diviene sempre più forte, ricco di senso defini-
di un acuto osservatore; nemmeno come quando cessano tivo nella fiducia, nell'amicizia, nell'amore
la mascheratura e la mimetizzazione, e appare d'un tratto L'autentica controparte, in direzione della quale l"io'
}"espressione'; ma quando cade quello schermo, che si attua, è a sua volta un 'io'. V'è però anche un rapporto
consiste nella 'oggettività cosale' dell'atteggiamento con di quasi 'io-tu'; là, cioè, dove io pongo una cosa, un albe-
cui si agisce. Guardando come 'io' verso l'altro, divengo ro, un paesaggio, o il mondo in genere nell'atteggiamento
aperto e mi 'mostro'. Tuttavia il rapporto rimane incom- di un essere con carattere di persona cui posso rivolgere
piuto, se non si avvia lo stesso movimento anche a partire la parola. Ciò avviene fino a un certo grado nell'autentico
da là, in quanto laltro consente a me di divenire il suo atteggiamento del mito per il quale, dietro cose e proces-
'tu'. Ma anche realmente a me, non a uno qualsiasi che si, no~ stanno materia ed energie, ma esseri che agisco-
abbia visto entro di me; e così come io stesso sono, non no12. E caratterizzato diversamente nella condizione poe-
come mi vorrebbe. Se ciò non avviene, tutto il complesso tica, quando colui che è preso dall'ispirazione lirica con-
rimane incompiuto e tormentoso. Anzi sorge un senti- templa l'albero o il paesaggio come un volto. E ancora
mento d'essere in balìa altrui; poiché nell'autentico diveni- diversamente nell'atteggiamento amoroso, quando l'uomo
re un 'tu' sta una disponibilità che in qualche modo dev'es-
sere ricambiata, se non deve volgersi contro lonore. Ma
se il movimento si compie di ritorno, allora anche dall'al- . 12. Cfr. in proposito R. Guardini, Ho/derlin. Immagine del mondo e religio-
Sllà, Cli., pp. 26 S., 606 SS.
tra parte cade lo schermo dell'oggettività cosale. Nel

164 165
coinvolge una cosa, un paese o il mondo nel rapporto con Possiamo esprimere tale situazion~ oggettiva anc~e
la persona amata, ovvero la vede apparire in ciò che gli '· l'uomo si trova per essenza nel dialogo. La sua vita
sta dinanzi. · 'tuale è orientata ad essere partecipata,
COSI. . . C''
cond'iv1sa. 10
spin significa che egli abbia disposizione sociale. Vi sono
nonche intere che hanno struttura individualistica; si dan-
3. La persona e l'altra persona; il linguaggio epoanche nella vita dell'uomo fasi, durante le quali egli
no necessariarnen~~ chi uders1· m
deve · se stesso, se no,n deve
La persona ha dunque bisogno dell'altra persona, per ubire danno. Qui si mtende qualcosa che sta nell essen-
poter essere se stessa? sa della stessa esistenza spirituale: la realtà di fatto che la
Si è mostrato che essa si attua nel rapporto 'io-tu', ma ~ita spirituale si svolge essenzialmente nel linguaggio.
non sorge da esso. Il personalismo attualistico asserisce Il linguaggio non forma solo un mezzo, col quale si
bensì che non esiste in assoluto la persona come ente comunichino risultati, ma la vita e il lavoro spirituale at-
quiescente; che essa consiste solo nell'atto del farsi 'io' e tuano se stessi nel parlare. Per esempio, il pensare non è
un atto preverbale dello spirito che entri nella parola solo
viene còlta solo nel condividere l'attuarsi del rapporto di
in seguito, sulla base di una decisione o di un particolare
simpatia. Questa concezione è in antitesi con quell'altra
intento, ma si sviluppa fin dal primo momento nella for-
che equipara la persona all'individuo, quindi la prende
ma d'un parlare interno davanti a se stessi. Il linguaggio
solo come oggetto. Le due concezioni sono reciproca-
non è un sistema di segni d'intesa, mediante i quali due
mente dipendenti in modo dialettico ed entrambe dissol-
monadi entrino in scambio, ma lo spazio di senso, nel
vono la realtà. In verità la persona non è solo dynamis, quale vive ogni uomo. È un contesto, definito da leggi
ma anche essere; non solo atto, ma anche forma. Essa sovraindividuali, di forme dotate di senso, entro il quale
non sorge nell'incontro, ma si attua solo in esso. Certo il singolo è nato e dal quale viene formato. È una totalità
essa dipende dall'esserci in assoluto altre persone. Essa che, di fronte al singolo, è indipendente, e in rapporto a
possiede senso solo quando vi sono altri con cui può av- esso il singolo dà forma a qualcosa secondo la misura dei
venire l'incontro. Che esso abbia luogo anche di fatto, è suoi talenti. L'uomo esiste in questo mondo di forme do-
un'altra questione; un uomo in verità potrebbe anche es- tate di senso. Il linguaggio, come dice Heidegger, elargi-
sere gettato in un'isola disabitata ed essere costretto ari- sce «esso solo in assoluto la possibilità di stare in mezzo
manervi. Non è detto neppure, con ciò, che egli debba ne- all 'apertura di ciò che è» 13 • Mediante il linguaggio la ve-
cessariamente imbattersi in quella persona che gli elargi- rità diviene spazio oggettivo 14 • Parlare nel senso vero e
sce il rapporto appagante. Vi sono molte forme e gradi di
incontro, anche quello tragico, dal quale ormai solo la ri-
13. M. Heidegger, Holder/in u11d das Wesen der Dichtu11g, 1937, p. 7 (tr. it.
nuncia e la saggezza possono ricuperare il senso persona- la poesia di HiJ/derlin , Adelphi, Mi lano 19952).
le. Qui si tratta del dato di fatto ontologico che in linea di 14. Vi è un aneddoto narrato nella Cronica di Salimbene da Parma intorno al
principio non esiste la persona nella unicità. modo in cui Federico II di Hohenstaufen cercò di indagare sul linguaggio origina-

166 167
proprio del termine, però, non si può con se stessi m _Il carattere di 'verbo ' delle cose
solo con l'altro; così il parlare in senso pieno, che ;i at~ 4
tua nella responsabilità comune per la verità e nella
colleganza del destino umano, spinge alla realizzazione Q sta condizione delle cose riceve il suo senso ulti-
ue h · d l'A ntico
·
d una Rivelazione, c e s1 sten e attraverso
del rapporto 'io-tu'. In tal modo il linguaggio costituisce ~o t::nento e trova il suo compimento nella dottrina sul
il disegno preliminare obiettivo per il verificarsi dell'in. , ~s s del Vangelo di Giovanni, e secondo la quale le
contro personale 15 • 1»goe sussistono nella forma d.i c10
·' che e' ' verb o ' , parol a.
cosDio non è soltanto Colui che sa, che ha potenza di ri-
velare, ma Colui che parla. Anzi, Egli stesso ha carattere
rio dell' uomo. A tal fine fece raccogliere in una casa alcuni neonati orfani; ordinò
che venisse loro fornito ogni tipo di cura, ma proibl nel modo più rigoroso di par. di verbo:
lare con loro. Cosl doveva apparire quale linguaggio spontaneamente producesse.
ro. Ma i bambini non cominciarono a parlare né in ebraico né in greco né in latino «In principio era il Verbo,
- nei q uali secondo l'opinione dell'epoca consistevano le possibilità originarie
e il Verbo era presso Dio,
della lingua - ma nemmeno nel dialetto dei loro genitori, e invece morirono. La
narrazione ha un senso molto profondo e significa che il parlare non costituisce un e il Verbo era Dio.
prodotto, bensl un presupposto della vita umana. In tal modo• era in principio presso Dio» (Gv 1, 1-2).
15. Per esistere personalmente, l'uomo deve anche tacere. Non essere muto;
il mutismo è mancanza di parola, in cui la persona soffoca. Al contrario, il tacell!
Se qui il Figlio è chiamato L6gos, con tale denomina-
presuppone la persona. Solo essa può trovarsi in quella quiete raccolta che si chia-
ma silenzio, cosl come solo la persona è in grado di volgersi verso l'altro e insie- zione si enuncia qualcosa su Dio in assoluto. La Parola, il
me con lui immergersi nella quiete. Anzi, il silenzio appartiene alla parola. Nel 'Verbo', costituisce il cuore dell'esistenza divina. Dio è
mutismo la persona soffoca; nella chiacchiera si corrompe. La parola cosi come il in se stesso parlante, parlato e farsi conscio dell'eterno
silenzio sono, volta a volta, fenomeni parziali; solo insieme fonnano la totalità
discorso nell'amore. Egli lo è per essenza, a prescindere
vera e propria, per la quale tuttavia non esiste nome - in modo simile a luce e
oscurità che insieme costituiscono l'intera unità del fenomeno. Mera luce cosi dal fatto che sussista una creatura che lo possa sentire.
come mera oscurità, ciò che abbaglia e ciò che ottenebra, distruggono; chiarità Dall'eternità Dio è realtà e mistero originari; ma anche al
viva, al contrario, e oscurità viva hanno riferimento reciproco. Esse formano tempo stesso Colui che li esprime. Così in Lui è la Paro-
l'unità del ritmo biologico, un po' come il collegamento tra giorno e notte; o
la, ciò attraverso cui la realtà si dona e il mistero si rivela.
quell'unità spirituale che sta nel rapporto fra trasparenza e mistero- non chiarez.
za da 'illuminati' e superstizione. La Parola (Wort), nella quale la realtà eterna è accolta e
È un problema particolare però se e in quali circostanze si dia una conoscenza pre- come risposta (Antwort) è ricambiata; ciò che s'è rivelato
verbale o extra verbale, che quindi non si possa comunicare. Essa sembra trovarsi viene inteso (vernommen) e custodito nell'intrinsecità
in certe tensioni spirituali elevate, che in talune circostanze si avvicinano al pato-
dell'intendersi reciproco (Ein-Vernehmens). In principio
logico. Del pari in ben detenninate esperienze vissute religiose molto pure, so-
prattutto nell 'autentico contatto mistico. Entrambi i fenomeni danno l'impressio- - 'principio' non inteso come inizio della serie delle
ne che l'uomo in essi si approssinni a un limite, superare il quale porta pericolo-
in questo caso per altro appartiene all'essenza dell'uomo il sussistere di tale ri·
schio per lui. Tuttavia è la sfera della parola e del silenzio che vi è collegato ad es· •Evidentemente Guardini legge nel v. 2 non outoç («Egli», come nella ver-
sere assegnata all'uomo e abitabile per lui. sione CEt), ma outwç («in tal modo» - N.d.T.).

168 169
cose, ma come eternità; nel modo tuttavia in cui essa ap. uò essere custodito._ Così c?me _so~o ~ell'~ore è
stai .b~l che l'intimo entn nella libertà d1 c10 che e pro-
0
pare quando viene raggiunta a ritroso sulla via attraverso
il tempo - in principio dunque non sta l' 'oscuro impul. poss1 1e
. d Ila persona; ma non, cercando se stesso, «Se ne
so', nemmeno il 'senso', nemmeno 'l'azione', ma la Pno ebensì «rimanga» ne Il a pnma . ., E
umta. questo a sua
chiarezza della Parola: va da», on nel senso che perda se stesso, ma, sicuro · deIla
vo Ita n p· . , I , .
pant· ·à I·n dignità, come ,
1g110 , par ato amorosamente sia
«Tutto è stato fatto per mezzo di Lui[= del Verbo] òlto verso il Padre parlante ».
e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che fu fatto» (Gv 1, 3). «V Ora dalla Parola in Dio vengono tutte le cose e porta-
er~iò esse stesse carattere di 'parola' o 'verbo'. Non
Dio non è muto; la sua vita porta in sé per essenza la no p . . 1, N men. ia
ç t
sono Pure e semphc1 rea . ta. on sono nemmeno
. -
Parola. Dio vive parlando; e precisamente nel senso che · on un senso, che st.Iano là nello spaz10 muto. Sono pa-
in Lui la Parola non presuppone, ma fonda la persona. li ~e di Colui che crea e parla, dirette a colui che «ha
Dio è persona per rapporto alla Parola. Egli esprime il r~ecchi per udire». Il mondo è scaturito non solo dalla
suo mistero infinito; appunto in questo Egli esiste come ~otenza, ma anche non solo dal pensiero, bensì dal di-
Colui che parla rivolto a Colui che è parlato - ed anche, scorso. Le sue realtà formate sono parole, attraverso le
così certo si può ag~iungere - Colui che veramente e pro.
quali il Dio che crea es~rime all:esterno nella finitez.za la
priamente ascolta. E la Parola totalmente adempiuta, in-
sua pienezza di senso; m cammmo per cercare colm che
teramente giunta al suo termine, di questo si tratta qui.
le comprenda e attraverso di esse entri con Colui che par-
Giunta interamente perché il 'tu', cui essa si rivolge, non
la nella relazione dell' 'io-tu', propria della creatura verso
è un 'io' estraneo, indipendente in sé, ma questo 'tu' sca-
il Creatore, lodando, ringraziando, obbedendo. Nel Sal-
turisce dal parlare stesso. La Parola pas,sa oltre e, per cosl
mo 18 (19) si dice:
dire, prende consistenza in se stessa. E discorso e orec-
chio insieme; discorso sentito e simultaneamente replica.
«I cieli narrano la gloria di Dio,
Infatti Giovanni dice pure che la Parola, il Verbo era
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
«presso Dio», «vòlto a Lui (7tpòç 'tÒV ee6v)», in atto di
ricevere se stesso nell'ascoltare e, in virtù di ciò, in atto
Il giorno al giorno ne dà giubilando il messaggio
d'essere in se stesso. Ma non poi staccandosi per volgersi
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
ad altro, bensì nell'assenso che dice: «Così è, e io sono la
tua Verità», restituendosi a Colui che parla, «rimanendo»
Non è linguaggio e non sono parole
presso di Lui, come dice lo stesso Giovanni. M;i è lo Spi-
di cui non si oda il suono.
rito Santo Colui nel quale si apre nella Parola quanto era
nascosto e ciò che è stato rivelato conserva l'intimità,
Per tuua la terra rapida corre la loro voce
poiché Egli è l'amore. Solo nell'amore il mistero ~uò
e ai confini della terra ciò che dicono» (2-5).
realmente farsi manifesto; solo in esso il mistero mamfe-

170 171
La dottrina, secondo la quale le cose sono parole, ap CAPITOLO TERZO
tiene alla coscienza più profonda dell'Antico Testame~7-
Solo in ragione d'essa diviene comprensibile ciò che si~~ LA PERSONA E DIO
fica il disporre da parte di Dio che dà fonna alla stori .
come si rapportino la Provvidenza alla creazione, il Ra:
gno di Dio al mondo, le cose all'uomo. La dottrina gi~
vannea del LOgos si radica soprattutto e decisivamente i
essa; solo in seconda linea nel concetto greco di Myoç n
. ,..,, e
d l luE<X.. l. [A persona umana e la Persona divina
Che il mondo sussista nella forma di ciò che è parlato
è il fondamento del fatto che in esso in assoluto si poss~ La persona dunque dipende dal fatto che esistano in
parlare. La possibilità che si parli non sta solo nella cir- genere altre persone. Non queste o quelle, fossero anche
costanza che l'uomo possieda il dono del discorso, le le più significative o, di caso in caso, le più importanti,
cose poi costituiscano fonne oggettive dotate di senso ma in genere persone. Le cose stanno altrimenti per Colui
che possono manifestarsi nella parola - sta anche nel fat: che è persona in senso assoluto, Dio. Senza di essa la per-
to che il mondo stesso ha carattere di parola, scaturisce sona finita non può esistere. Non solo perché Dio mi ha
da una parola e sussiste in quanto parlato. Se ciò non fos- creato e in ultima istanza trovo solo in Lui il senso della
se, il parlare umano non sarebbe accolto dall'esistenza, mia vita, ma perché io sussisto soltanto diretto a Dio. Il
da ciò che esiste. Le parole in essa andrebbero errando mio essere persona non trova compimento nell'umano,
come fantasmi. così che esso possa certo porre in Dio il suo 'tu', ma an-
Ma questi processi di pensiero ci porterebbero troppo ol- che rinunciarvi ovvero rifiutare ciò, e rimanga ancor
tre. Per i nostri problemi comunque significano che la per- sempre persona. Il mio essere 'io' invece consiste essen-
sona sussiste ordinata all'altra persona nella forma del dia- zialmente nel fatto che Dio è il mio 'tu'.
logo. Essa è determinata dall'essenza a divenire 'io' di un
'tu' . Non esiste la persona che per principio sia solitaria. La persona ha un'importanza di senso che trascende il
suo peso d'essere. In certo modo il suo senso è incondi-
zionato. In quanto è questa persona, non in quanto è sog-
getto dotato di queste o quelle proprietà e doti, essa è uni-
ca, irripetibile. Come tale, essa possiede una dignità e
una responsabilità che nulla può surrogare. La mancata
salvezza di una persona non può essere controbilanciata
puramente e semplicemente da nulla. Con questo non si
mtende che l'uomo come persona non possa sacrificarsi

172 173
per qualcosa d'altro o non possa essere impegnato d h' . tologicamente nel rapporto del 'tu' con Dio, ma
più! ~ in quello dell'essere creato, che da Lui è norma-
0
ae 1
ne ha 1, auton'tà, per qu al cosa d'al tro: appartiene' infatti
proprio all'essenza della persona che questo possa e d ° ·
so tan alizzato, egh cesserebbe d'i essere persona. Eg l'i d'1-
1·1 caso, de bba ven'fiicarst.· M a e' poss1'b'l
i e sacrificare' sato to e rebbe _ il pensiero
. . d't senso, ma m
e, pnvo . d.1ca 1·1 punto
1 verre , . al
la vita immediata, la proprietà, l'opera, non la dign~~
..
'ntendo cogliere - 1a cosa-uomo, 1 amm e-spmto.
1 h 1
cMe questo non gh" e poss1'b'I
della persona stessa. Gettare via la sua salvezza per 1 e. D.10, creando, l o ha posto
qualsivoglia scopo, foss'anche il più alto, quando ~n ~e suo 'tu' ed Egli lo è, voglia o non voglia l'uomo,
0
sguardo sia capace di coglierlo, si dimostrerebbe no ~~e è appunto tale .nella rnisur~ in c~i, ricono.scendo e ob-
solo un delitto, ma anche uno sperpero in senso puro n bedendo, realizza il rapporto 10-t~ verso J:?io.
Se n.on lo
semplice. La persona ha dignità assoluta. Ma questa no~ fa, non cessa di essere persona, po1ch~ con 11 suo es.1stere
le può derivare dal suo essere, che è finito, bensì soltanto tesso, su cui non ha alcun potere, è nsposta alla chiama-
da Chi sia esso stesso assoluto. E precisamente non da un :a del Creatore; ma con la sua volontà entra in contraddi-
assoluto astratto, da un'idea, da un valore, da una legge 0 zione con la sua propria essenza, e così diviene un'assur-
che altro. Ciò potrebbe fondare solo il contenuto della dità, la cui definitività costituisce la dannazione.
sua vita concreta, non il suo stesso essere persona, che È questo il rapporto essenziale 'io-tu'; quello che non
deriva invece dal fatto che Dio l'ha posto appunto come può cadere. In esso è implicato anche il mondo. Abbiamo
persona. Con la proposizione secondo la quale Dio ha detto che il mondo ha esso stesso carattere di parola: qui
creato la persona si dice altra cosa rispetto a quella se- stanno i punti di riferimento del dialogo. Il mondo è par-
condo cui Egli ha posto nell'essere un ente impersona- lato da Dio in direzione dell ' uomo. Tutte le cose sono pa-
le. Dio crea semplicemente quanto è impersonale, pri- role di Dio rivolte a quella creatura che è destinata
vo di vita o vivo, come oggetto immediato del suo vo- dall'essenza a trovarsi nel rapporto del 'tu' con Dio.
lere. Egli non può e non vuole creare così la persona, L'uomo è designato ad essere l'ascoltatore della parola
poiché sarebbe cosa priva di senso. Egli la crea con un che è il mondo. Dev'essere anche colui che risponde.
atto che anticipa la sua dignità e appunto con ciò la Mediante lui tutte le cose devono ritornare a Dio in forma
fonda, vale a dire mediante la chiamata. Le cose sorgo- di risposta 16•
no dal comando di Dio; la persona dalla sua chiamata.
Ma questo significa che Dio la chiama ad essere il pro-
16. Come mi è stato detto, i pensieri esposti sono affini a quelli sviluppati da
prio 'tu' - più esattamente, che Egli destina se stesso ad Ferdinand Ebner (Das Wort und die geistigen Realitiiten. Pneumato/ogische
essere 'tu' per l'uomo. Fragmellfe, Innsbruck 1921 [ora Baden-Baden 1980; tr. it. La parola e le realtà
Dio è il 'tu' dell'uomo in senso assoluto. L'essere per· Jpirituali. Frammellfi pneumatologici, a cura di S. Zucal, San Paolo, Cinisello
Balsamo 1998]; Wort zmd Liebe, Regensburg 1935). Ho letto solo brani isolati de-
sona creata consiste nel fatto che la cosa stia così. Se fos· gli scrini di Ebner. Pertanto mi rallegro dell'accordo, ma posso lasciare ciò che ho
se possibile all'uomo uscire dalla relazione del 'tu' con sviluppato senza appellarmi a lui. Sono debitore di reali stimoli a Theodor Haec-
Dio, quindi non solo abbandonarlo, ma far sì di non stare ker, ma non saprei precisare per via di quale scritto o espressione.

174 175
2. L"io' cristiano otenza che tende ad affermare quest'immagine o
come
, . , Pnell'uomo concreto ... S otto un certo rapporto si.
L'essenza della persona sta dunque, in ultima an r . u~o nzi dire che l'anima dell'uomo sia l'entelechia della
181 pu a sistenza empirica e si esprima nelle sue diverse
nel suo rapporto con Dio. Ora, la coscienza cristiana ad •
sua ·nsecazioni.
e Secon d o 1a concezione
. pao1.ma, ora 1a to-
·
msce · da un mcontro
ques t o rapporto non a partue · re)' efi.
.
so che si attui nel libero spazio del mondo e della stigi.o. eals~à dell'uomo, anima e corpo, spirito e materia, diviene
ma dalla persona di Cristo 17 • Le frasi fondamentali o~a,
t. I ostrato in cm. s1. espnme
.
un " immagme
.
nuova d e11' es-
1
1 sza umana, non data dalla natura. L'uomo naturale -
coscienza personale cristiana si trovano nelle lettere psu lia sen , 1, . d
, . ao. Paolo dice, quello carna _e , ma non mten .e. con questo
ne. Pao1o e que11o scnttore neotestamentario che sperim
v1'talmente con spec1'ale partecipazione
. . il trapasso eenta
tro termine solo il corpo a differenza dello spmto, bensì la
l'esistenza cristiana e ha posto la questione sulla sua es; . totalità naturale, anima e corpo, ambiente ed opera, a dif-
. . d. en ferenza di ciò che viene dalla grazia - viene afferrato da
za moven do da tal e espenenza vissuta 1 transizioneis
Nelle sue lettere si trova, declinata variamente u~· una nuova forma essenziale, che vuole foggiarlo come
nunciazione peculiare, costruita secondo lo schem~: l'u e. esistenza santa, il «Cristo in noi».
mo è in Cristo; Cristo è nell'uomo. Così per esempio: o.
«Poiché quelli che Egli da sempre ha conosciuti li ha anche
«Non c'è dunque nessuna condanna per quelli che sono in Cri. predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo»
sto» (Rm 8, 1). (Rm 8, 29).
«Quindi, se uno è in Cristo, è una creatura nuova» (2 Cor 5, 17).
In ciascun credente, attraverso tutto il suo agire, il suo
La condizione oggettiva è approfondita in enunciazio- destino e i suoi sviluppi, si deve svolgere qualcosa di più
ni che vedono Cristo presente e operante nel credente nel profondo: la vita 'mistica' del Cristo, la quale crea il cri-
modo in cui l'entelechia si trova nell'uomo naturale: stiano. Gesù, che è vissuto sulla terra e vi ha portato a
come archetipo della sua essenza quale è intesa da Dio e compimento il suo destino di Redentore, è entrato nel-
1' etema gloria ed è divenuto 'Signore'. È divenuto 'Spiri-
to', Pneilrna, non cancellando qualsiasi vita terrena, ma
17. Vedi in proposito R. Guardini, L'essenza del cristianesimo, cii. sovraassumendola nella forma etemaI9. Questo Cristo
18. Anche nei Sinottici si trovano elementi significativi sulla persona cristi• pneumatico, che reca in sé tutta la pienezza della realtà e
na, cosl soprattutto la dottrina sulla filiazione divina e la Provvidenza. Ma quesll
del destino di quello storico, costituisce il tema che in
facilmente scade nell'apparenza di una moralità naturale, d'etica umana; per que-
sto è tanto importante Paolo. Quando si dice che egli porti la semplici1à dei primi
Vangeli in complicazioni psicologiche e teologiche, con queste affermazioni egli
è totalmente frainteso. In verità solo lui rende chiaro ciò che propriamente inlell-
dono le narrazioni evangeliche. Cfr. in proposito R. Guardini, La figura di Gtst 19. Cfr. in proposito R. Guardini, Das Christusbild der paulinischen w1d jo-
Cristo nel Nuovo Testamento, Morcelliana, Brescia 20004, pp. 83 ss. hanneischen Schrifte11, Wtirzburg 19612, pp. 32 ss.

176 177
ogni credente deve essere impostato a nuovo - e non so)o h pur con tutta la forza da attribuire al rapporto
I il tema, ma ~ tem~o stes~o la ~otenza, c.he lo esegue, poj. nale: c, e, resuppone che l'io sia radicato totalmente e
,I
ché l'esecuzione d esso e gr~1a. Cosi il credente accan. col tu ' pte 1·n sé Pertanto ci si deve accertare se la situa-
to, o piuttosto entro il suo sviluppo naturale, ne percorre icamen . .
11 u~ etti va intesa da Paolo non possa essere mterpre-
un secondo: ?all'i~f~nz~a spirit~ale ~Ila piena rnaturità, z1one· ogg modo che sgombn· queste d'ffi i ico lta.
'
La lettera agli Efesm1 dice che m ultima lStanza importa
eOSI, per esempio s1 'bil
tata !Il un · · dà co egamento eli' uomo neIla
' il 11 d
che «tutti giungiamo all'unità della fede e della cono. 'ta ancora suscetu e d' essere "1ormat o, con I' uomo
scenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella cresci
., 'chi o già segnato da un '·impronta; de1 d'1scepoIo co1
misura che conviene alla piena maturità di Ctisto» (4, IJ piu vetrco· di colui che segue con il modello. All'essenza
s.). Queste enunciazioni conseguono la loro estrema ac. maes ' . . . ., l I .
d Ila formazione viva appartiene m ventà non so o a n-
centuazione in frasi come quella di Gal 2, 20: e della parola d'insegnamento, ma anche della forma
presa . d' . . d'
)'da. Colui che è m 1vemre ffilsura su i essa vero e
«Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me». va 1 • · • 1
f I o· attraverso di essa spenmenta contmuamente impu -
~: ~n comportamento spontaneo; da essa attinge la fidu-
Questi pensieri paolini dicono ciò che è decisivo sul s1·a in un'esistenza colma d'1 senso. Questa re1az10ne . puo,
concetto cristiano dell'uomo, e tutto ciò che importa è Cl • 1
estendersi al di là della smgo a persona e a racc1are un bb .
che non siano indeboliti né deformati dall'interpretazio. gruppo strettamente le~ato o un'epoca in~era; pe~siamo
ne. In quelle frasi si tratta non di estrinsecazioni occasio. per esempio all'immagme del fondatore d1 un Ordme re-
nali, che si possano lasciar stare come si trovano; nem.
ligioso, o alle immagi~i noi:n~tive d'~sistenz~ valida che,
meno dell'espressione di un'esperienza vissuta 'entusia- dapprima coniate da smgoh, m segmto doIDlnano la co-
stica' di Cristo; e altrettanto poco della modalità di di- scienza d'un intero ceto, come quella del cavaliere o del
scorso propria dell'educatore religioso, che voglia avvici· gentleman. Qui noi avremmo il fenomeno per cui la for-
nare il più possibile Cristo all'ascoltatore. Costituiscono ma del maestro, vigorosa nel plasmare, diviene efficace
invece l'elemento fondamentale della coscienza paolina nella persona che ne sperimenta l'influenza. Non appena
dell'uomo e sono intese in senso preciso. consideriamo con precisione i pensieri di Paolo, vediamo
Se però le cose stanno così, fanno entrare il nostro subito che significano altra cosa, cioè una reale esistenza
pensiero, che muove dall'esperienza del carattere di per· del Cristo effettivo entro il credente. Non è di questa che
sona naturale, in gravi difficoltà. Sembra che da esse sia si parla nel discorso pedagogico.
messa in pericolo già la semplice logica, che in realtà Forse si avvicina di più a ciò che Paolo intende un al-
poggia pur sul principio di identità e (non) contraddizio- tro rapporto. Quando in una persona appare chiaramente
ne. In ogni caso, però, l'unità della vita psicologica, i cui l'immagine fisica ovvero quella del carattere del padre, o
diversi elementi debbono raccogliersi attorno a un centro di antenati, si dice probabilmente che il padre o l' antena-
unitario. Infine e soprattutto, l'unità dell'esistenza perso- to risuscita in lui. Quest'impressione può farsi assai viva;

178 179
particolarmente quando si tratta di un singolo tratt0 nuto dall ' esterno, così nell'ossessione con le sue
in verità colpisce sopra ogni altra cosa, o una di che sopravverecorritrici, per esempio . i·1 çienomeno d et. med'ium.
strane ripetizioni di fortuna o sfortuna, da cui son~UelJe f~~~~ essere' si comporta poi secondo il proprio impul-
. f . . s· ,. nate
tante 1eggend e d i amtg1te. t puo mterpretare in moc1· d' L . un modo che procura gravi difficoltà a chi lo ospi-
so e in
versi tale situazione. Per esempio dire che la forza fo~ •
1 . d . .
Nel caso dei fenomem antece entemente spiegati
trice di un individuo sia così grande, da determinare a. ta ···hiaro senz'altro che non si poteva trattare di un vero
so sempre rinnovate ripetizioni la sostanza plasmabilve~:
era c ., h . . Il
1 e proprio essere-dentro;
.
c10 c e s1 mcontrava ne a co-
,. . .
un'intera farniglia; o che la volontà di imprimere una: · nza 0 nel sentimento, era un 1mmagme o un motivo
ma, propria di una farni~lia, si es~rima in ~n singolo c~~Ì
scie . . 1. . f"' h ,
1 tterario. L'enunciaz10ne pao ma tuttavia a ierma c e e
nettamente da fame spiccar fuon per cosi dire iJ 'tipa' ·~'altro' stesso a tr.ovarsi ~ell_'i?tim~ .. Per quanto c~ncer-
che poi ritorni continuamente - comunque sta di fatto eh' e le esperienze vissute dt visita divma, secondo 1 reso-
è la struttura fisico-psichica, presente nel nonno 0 avo : ~onti sembra si tratti di fenomeni passeggeri, non di rap-
ritornare nel discendente, non lui in persona. Ma è p;o- porti permanenti, che determinino l'intera esistenza; così
prio questo che Paolo afferma di Cristo. possiamo escluderli in ~elazi~ne. al ~o~tro pr~blem~. Al-
Sembra si trovi un parallelo reale nell'esperienza vis- trettanto si dica per gh stati di sc1ss10ne d1 coscienza
suta dell'impossessamento o inabitazione religiosi. Per chiaramente caratterizzati come patologici. Come paral-
esempio, nel caso di certi oracoli il processo è sentito lelo d'esperienza unico da prendere sul serio resterebbe
come se la divinità entrasse nel sacerdote e parlasse da quello dell'inabitazione o dell'ossessione. Ma lo stesso
lui. O le baccanti si sentono così colmate da Dioniso, che interessato sa che questa condizione non giova affatto
è questi a vivere in loro e a spingerle ad azioni, che altri- alla sua salvezza, che invece minaccia appunto ciò che a
menti esse non compirebbero. La situazione si trova in un noi importa qui , cioè la libertà e la dignità dell'esistenza
certo rapporto con quella della scissione della coscienza, personale. Ciò che intende Paolo è manifestamente altra
secondo la quale una personalità non vive in una, ma in cosa. Egli parla di un reale essere del Cristo pneumatico
due forme del carattere e del comportamento, relativa- nel credente; ma descrive il rapporto in modo che esso
mente autonome l'una rispetto all'altra; in talune circostan- non può consistere in uno stato di estasi né patologico; e
ze a tal punto che la coscienza non si estende dall'una appare invece fondamento permanente di un'esistenza
all'altra, ovvero l'iniziativa dell'una non si preoccupa di personale di chiarezza perfetta e serietà suprema.
quella dell'altra, anzi addirittura le è contrapposta. Da
questo punto di vista la personalità complessiva potrebbe Per comprendere, ci si deve addentrare più in profon-
dire, nella misura in cui sta nell'una delle forme, che l'al· dità nell'esperienza vissuta cristiana di Pao1o20. L ' espe-
tra si trovi «in lei». L'esperienza assume una nuova mo-
dalità e al tempo stesso un carattere religioso, quando
'l'altro' è avvertito con un essere di carattere misterioso, 20. Cfr. in proposito R. Guardini , li Signore, cit., pp. 507 ss.

180 181
rienza decisiva della sua vita è quella che racconta 1. · cquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo'. E improv-
1
discepolo Luca nel capitolo nono degli Atti degli A suo c?é tu nate gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò
11:. l ' evento d'i D amasco. E sso presuppone un'indolposto- v1samen · 'b 1 f I' .
la vista; fu subito battezza~~· P?I pres~ ~~ o e ~· o~ze g 1nto~a-
·
pass10nata e fiortemente vo l'ittva,
· co1ma di· profonda e an..
~- rono. Rimase alcuni g~om1 mhs1eme ai 1scepGo 1 cù Fe.er~nod.aD . a­
razione alla salvezza, che però interiormente ha moit~spi­ 1
masco e subito nelle smagog e p~oc1ama~a . es 1g 1~ 1 10.
neri di inibizioni. Alla lunga scuola della pietà reli •ge.
è d' .
1
g1osa
1
· uelli che lo ascoltavano s1 merav1g iavano e dicevano:
•Ma costui non è quel ta1e che a Gerus al emme m
TulU q . fi1enva
. contro
ç • • ,
i.ansaica quest uom~ i~enut~ un ngoroso zelatore a fa.
vore della Legge dei padri, ma m questa condizione è lii che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente
duto nella più grave oppressione interiore. Convintoc~: ~~;condurli in catene dai sommi sacerdoti?'» (At 9, 17-21).
1
dover necessariamente raggiungere la salvezza media t
l'adempimento della Legge, ha sperimentato di non~~ Quest'esperienza vissuta significa anzitutto un'im-
seme in grado. La violenza che ha fatto a se stesso ha sol- mensa liberazione. Paolo era convinto di dovere conqui-
tanto represso il male, ma non l'ha dissolto, anzi l' ha sol- stare, lottando, la salvezza con l'adempiere la Legge me-
tanto invelenito sempre più. Egli ha cercato la via d'usci- diante le proprie forze. Al tempo stesso aveva sufficiente
ta da quest'angustia nella azione esterna per la causa del- cognizione della. san.tità di Dio ~er presagire c~e cosa si-
1~ Legge, ha collaborat~ nel fatt~ dell'esecuzione capitale gnifichi essere gmstificato da Dio e salvo. Cosi la sua e-
di Stefano e ha per.segmtat.o la.gio.vane comunità. In que- sperienza consistette non nella crisi di una indole violenta
sto montare eccessivo dell eccitaz10ne - forse egli è stato e chiu sa, che avesse bisogno d'essere riscattata da bontà
già colpito dalla potenza dello Spirito còlta in Stefano_ umana - anche in tale fatto, ma solo come presupposto
ha la ricordata esperienza di vita. naturale, che gli desse la capacità di vivere esemplarmen-
te J' esperienza per cui l'uomo in genere non riesce a
«Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i di- sfuggire alla sua prigionia, nessuno, nemmeno il più no-
scepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese bile; infatti è pur vero che, dal punto di vista cristiano,
lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato non si tratta, per l'uomo, di elevarsi nell'ambito dell'esi-
a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci stenza data, ma, per questa esistenza in quanto totalità,
della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, men- d'essere redenta. Paolo lo sperimenta nell'incontro con
tre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improv- Cristo , che lo pone in quel rapporto con Dio che l'uomo
viso lo avvolse una luce dal cielo e cadde a terra e udì una voce non può conquistare con la sua lotta. Egli lo scioglie dalla
che gli diceva: 'Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?' . Rispose: sua prigionia in se stesso, facendosi contenuto della sua esi-
'Chi sei, o Signore?' . E la voce: 'Io sono Gesù, che tu perseguiti. stenza. E non nel senso che Paolo debba appropriarsi di
Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare' » questo contenuto col suo pensiero o col suo amore, ma in
(At 9, 1-6). E poi: «Allora Anania andò, entrò nella casa, gli im· modo reale; in quanto Cristo che, come 'Spirito', è signo-
pose le mani e disse: 'Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il re del tempo, dello spazio, delle cose e delle persone, en-
Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, per- tra in lui. Appunto in tal modo Paolo consegue un nuovo

182 183
centro e forma dell'esistenza, che gli appartiene più . Damasco indica lo stato di gloria divina nel
priamente di quella precedente. Tutto ciò è un intero P~o. nu a '
dava . trova il Cristo risorto. Tale stato ha carattere spi-
quale non si può estrarre alcun elemento. È 'ek-si~t al quale si eumatico: «Spirito» non significa la spiritualità
za'*, nella quale oggetto, soggetto, forza di realizzazi en. ntuale, pn . , . 'fi . 1 .
'f" nza della corpore1ta; s1gm 1ca mvece a viva po-
e spazio di riferimento si condizionano a vicenda. one a d1 iereIlo Spirito . d1. D10,
. c he a f"'ierra e ncrea
. I' uomo21 .
Il punto, a partire dal quale questo intero può esse tenza delo dice di questo spmto: · · Gesu,' quand' era ancora
capito, sta nel concetto dello spirito. La prima parola c~e Ora Pao . . . L . G , h
rra è già esistito m u1. esu a avuto potenza,
viene presentata riguardo a Paolo, nel contesto dell'eve ~ Il t · ' d'1 L u1.. H a vissuto
.
su .a egnato ' e operato m · v1rtu 1'I suo
to, afferma che egli deve «essere colmato di Spirito s~. ha inse
· essendo dominato
. d L . T .
to». L'incontro dapprima ha prodotto uno stato di profon- desuno . . mteramente . a UI. uttav1a
t potenza dello Spmto e della glona durante la sua
do turbamento - egli «rimase tre giorni senza vedere e ques a · hi Il'
· t nza terrena era nnc usa ne angustia e a sua
· d li
senza prendere né cibo né bevanda» (At 9, 9) - ma poi ha es1s e Q d E . , ....
·~ rma di servo' (Fil 2, 7). uan o g 11 mon, essa s1 iece
fatto sì che egli si alzasse e ren_desse testimonianza per br~ccia e uscì; lo sollevò dalla morte a ~uova vita e tra-
Cristo. Ciò che sta frammezzo viene annunciato da passi sformò l'intero suo essere. In Rm 1, 3-4 s1 afferma:
come 2 Cor 3, 15-18:
«Nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di
«Ma fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la
cuore; quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore».
Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà.
E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la Lo 'Spirito di Dio', che è lo 'Spirito della santificazio-
gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima im-
ne', ha trasformato l'umanità di Gesù e l'ha portata in stato
magine, di gloria in gloria, come dal Signore dello Spirito**».
pneumatico; così totalmente, che si può dire addirittura:
L'espressione «gloria del Signore» anzitutto presup- «Il Signore è lo Spirito» (2 Cor 3, 17).
pone l'apparire nell'Antico Testamento del fulgore divi-
no di luce, ma poi quella luce, che Paolo ha contemplato
Questo Cristo spirituale diviene il principio di vita di
coloro che credono in Lui. Ancora una volta è lo Spirito
Santo a portarLo nel credente. Noi pensiamo al fatto che
* Si ritiene di tradurre cosl, col trattino di evidenziazione e la k, il tenninc
'Existenz' (con le virgolette nell'originale), che Guardini usa eccezionalmente secondo la concezione biblica l'anima è un alito che vie-
qui, distinguendolo dall'abituale Dasein ('esistenza' - N.d.T.). ne da Dio e vivifica il corpo: qui da Dio emana un nuovo
**Pure qui, l'interpretazione data da Guardini si discosta da quella tradizio-
nale, riportata dalla versione CE!: «Secondo l' azione dello Spirito del Signore• (è
lo scambio tra i due genitivi che seguono àxò ('da') cioè KUpiou l!VEuµatoç ('del 21. Cfr. in proposito R. Guardini , Das Christusbild der pauli11ische11 und jo-
S ignore dello Spiiito' o 'dello Spirito del Signore' - N.d.T.). hanneischen Schriften, cit., pp. 32 ss.

184 185
alito, quello di cui si parla nel dialogo con Nicodern ostretto a rimanere io-solo. Il tentativo di elu-
3, 3 ss.). Esso si spinge creativamente nell'uomo e (Gv
1
° che sono ~a legge sarebbe un'altra volta fantastico o ma-
va alla nuova vitalità che deve compenetrare con ele.
1
° d~re ques unque vano. Lo Spirito soltanto opera I' autenti-
operazione non solo il corpo, ma la totalità dell' uorn a sua gico, c~muovi e in modo tale da non recare pregiudizio
Ora siamo al punto centrale dell'esperienza di Do. co farsi n e responsab1ht
di nità ' . . à de Ila persona. U n "iars1. nuovi.
sco: Paolo ha sperimentato vitalmente come gli sia vanta. alla artg e da Dio Creatore; ma al tempo stesso dalla re-
. e· l . . ,,
to mconu:o . ns~o., a cm umamta e stata trasfonnata e s'è
enu. che p bilità personale d e Il' uomo.
spansa 'd . . è ·11 .
fatta glona 1? v~u del Pn~ama. Qu~do egli «fu irradia. Attraverso queste cons1 eraz10?1 1 u~mato sotto un
to dalla glona d1 questo Signore», s1 sentì afferrato dail o nuovo il contesto che abbiamo sviluppato. Paolo
potenza dello Spirito ~i Co~ui, ~he è «Signore dello Spiri~ aspetterimentato vitalmente come eg1·1, c h e m
h · antece d enza
to»; la forma pneumatica d1 Cnsto penetrò in lui e dive • a spprecluso a Cristo, è stato aperto dallo Spirito. Ma non
ne 'entelechia' della sua esistenza. n era nel senso d'un comprend ere, b· ens1' m · mod o c he 1·1
Io
Cristo che ha assunto 1 c~attere ! spmt? e, entrato neIla
so ·1 d' . .
Quando si persegue l'esperienza dello spirito - soprat- ua sfera d'ek-sistenza; egli, Paolo, e stato mnalzato a quel-
tutto nella profezia anticotestamentaria - sembra che il ~a del Signore. Per tal via egli è divenuto un altro, ma ap-
Pneama elimini la chiusura in sé stessa dell' 'ek-sistenza' punto in questo. mo~o p~opriamente_ Iui-stesso. In ~uanto
terrena e storica. La personalità è circoscritta in se stessa Cristo si elevò m lm e divenne dommante come Signore,
certo anche in tal modo custodita e protetta. L' altra per: Paolo crebbe ad attingere sé medesimo. Così poté dire:
sona non mi è accessibile senz'altro. Io devo cogliere con
«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20).
lo sguardo il suo intimo estraendolo dalle varie forme
dell'espressione; nella misura in cui ciò non è possibile,
La strada per giungervi non fu né fantasticheria né
egli mi rimane precluso. Il tentativo di forzare diretta-
magia, ma la riproduzione, elargita nello Spirito e realiz-
mente l'ingresso sarebbe fantastico o magico, in ogni
zata nella fede, dell'esistenza del Redentore. Tutte le let-
caso un inganno. Per colui invece che è afferrato dallo
tere di Paolo proclamano l'insegnamento su questo pro-
Spirito, l'altro si apre. Nella condizione dei profeti il
cesso, in cui il credente muore col Cristo crocifisso, con
'dentro' e il ' fuori' sono tolti ed elevati o a presenzialilà Lui sepolto per così dire entra nel nulla, con Lui risorto
pura, senza che la dignità della persona sia intaccata. diviene un uomo nuovo:
Certo non ad arbitrio, ma nel contesto dell'agire di Dio
nella storia della salvezza; così come la situazione d'essa «0 non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù,
esige ... Lo stesso Spirito opera anche il farsi nuovi. Per siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo
quell'intervento è eliminata allo stesso modo una pro- siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come
prietà dell' 'ek-sistenza' terrena e storica, cioè la rigidità, Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così
in forza della quale io sono realmente me stesso, ma an- anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6, 3-4).

186 187
È la dottrina della rinascita. Gal 6, 15 esige espr ,. e diventandogli conforme nella morte, con la spe-
mente che il cristiano debba divenire la 'nuova crea~~· 5ue sof1 erenz , . 1 ] . .
d' · ngere alla [comunione con a sua nsurrez1one a1
d .
. . ne1 rapporto d'i cui s'è pariura ·
Paolo 1o ve de comp1ers1
ranza 'g1u
. d' ato. morti» (Fil 3, 8-11 ).
EgI1 ice:
le enunciazioni paoline sulla struttura dell'io cri-
0
«Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vec bi . rahanno assunto forma chiara. Secondo esse l'uomo
. ee · c h.mso m· se.
' Egl"
sono passate; ecco, ne sono nate d 1 nuove» (2 Cor 5, 17). suanoè un essere che sua 1 mvece e k -s1ste
·
0
? " do tale da uscire e andare al di là di se stesso. Que-
La serietà di questo farsi nuovi sta nel fatto che esso in moscita avviene g1·à contlnuamente
· neIl' amb.ito de l
passa attraverso un morire; così si distingue da qualsias' sta u . · ·d
do nelle varie relaz1om con cose, 1 ee e persone
creazione della fantasia. II formarsi dell'uomo nuovo pre~ mon , . d
ane come si è esposto sopra; m mo o pm propno e
., .
suppone un morire di quello vecchio: umtentico
' essa si compie,· o l trepassan d o i·1 mon d o, m
· d.Ire-
a~ ne di Dio. L'esistenza redenta è fondata in questo: il
«In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere ~:~. di Dio che le si fa incontro in Cristo attrae in sé 1' 'io'
per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che dell'uomo, ovvero vi entra esso stesso. ·
vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 19-20).
Qui si fa necessario un nuovo chiarimento. Finora si
parlava semplicemente dell'essere persona da parte di
L'uomo vecchio non è estinto; Paolo stesso anzi speri. Dio. Ma questo, secondo il senso univoco della Rivela-
menta la realtà d'esso nella maniera più opprimente, vedi zione, è di un tipo particolare. Dio non è l'assoluta Perso-
Rm 6-8. Tuttavia la sicurezza dell'esistenza vecchia è
na-Una, come la coscienza moderna - nella misura in cui
guastata a morte. Mediante la fede inizia un morire, che
in assoluto concepisce Dio in termini di persona -,
in seguito deve necessariamente trovare il suo esito nel
l'Islam e l'ebraismo postcristiano la rappresentano. Que-
proseguiment9 della vita che ancora resta e nella morte
sto mono-personalismo non è cristiano. Invece, costitui-
un giorno, per poi tuttavia portare alla definitività del far·
sce il nucleo del messaggio cristiano proprio la rivelazio-
si nuovi.
ne della modalità misteriosa e sovreminente in cui Dio è
«Anzi, tutto onnai io reputo una perdita di fronte alla sublimilà persona. Questa Rivelazione ha luogo attraverso esplicite
della conoscenza di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale ho la- enunciazioni di Gesù; soprattutto però nel modo in cui
sciato perdere tutte queste cose e le considero [allora come oggi] Egli sente se stesso di fronte a Dio e compie 1' opera della
come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato redenzione. Che vi sia un solo Dio, non è in assoluto
in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con spiegato; ciò costituisce il sicuro guadagno della storia
quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che anticotestamentaria. È rivelato il modo nuovo in cui que-
deriva da Dio, basata sulla fede, [quella che consiste nel] cono- sto Dio dice: «lo». Cristo, che condivide in tutto l'esi-
scere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle stenza umana, nel centro della sua coscienza religiosa si

188 189
separa dal resto degli uomini. Egli si pone ris . ·1 perfetto rapporto 'io' - 'tu'; così perfetto, che
. . d' d l ..
m maniera 1versa a oro. Egh msegna loro ad' . 10
petto a o· svdup~a ttua non solo relativamente al 'tu', ma in assolu-
1
l"io' si a . .
dre» in virtù di fede e di grazia; Egli stesso inv irel. «Pa. . tituisce unicamente m quella relazione - a quel
. . 'di
mu1a m v1rtu e suo essere e della sua pienezza d'
eceoro.
••
to s1 cos Io incontra e Io chiama, ma a dd'mttura
· 1o
'tu'. ehe non
za. Questa coscienza emerge già nei Sinottici d fit ~~en.
mente m · a·1ovanru·22. Qm· Cnsto · apertamente' e· lnlliva
.· pr~uce~esto modo è enunciata un'assolutezza dell'esse-
, o·
d essere 10; e non nel senso che in rapporto a L . ,,
nvend1ca n qe al tempo stesso del dono del lasciar-libero; una
.~~. 'tà della vicinanza e anc h e un nspetto
00 . dl
divino uno si sviluppi in qualche forma di dialett' udi
110 e la d'1stan-
. . ali' . ica elio inum1 E . . .
spmto, ma, mtemo dell'essere di Dio uno . . tipo particolare. sse s1 espnmono attraverso tutti
d 1
za, i passi in cui Gesu' parIa de11 o Spmto,
· · soprattutto net·
chiaramente una decisa controparte. Questo rap' appaia
l , umta · ~
· ' de Il' essere d"1 o·10 e 1a controparte dell'ek-porto ~~s~orsi dell'addio. Come dice Pa~l?, ~ I~ Spirito che
. d . s1sten. cruta ogni cosa, anche le profond1ta d1 Dio» (1 Cor 2,
za; la me d es1mezza e11 a vita e l' autentica ten ·
' ,. , , , N
de11 10 - tu - ne1 uovo Testamento sperimenta du ·
s1one ~~). Egli fa sì che Dio .compia nel Ve~bo, nella Parola
. 'L. . e1n. un'autorivelazione, mediante la quale si effonde e dona
terpret~z1~m. a pn~a viene desunta dal rapporto di Pa.
dre e Figho, espress10ne rappresentativa del rapporto 'il interamente, fino ali' autosussistenza personale nel Figlio
. . . l s PI di quanto è stato donato ed effuso - questo dono che la-
ampio tra gemton e pro e. econdo tale interpretazio
D10 e -s1ste come a re, ma m quanto genera un figi"ne,,
. k . P d . scia libero non costituisce però una perdita, un distacco,
ek-siste come Figlio, ma in quanto procede da un Padr~o, ma al contrario la via verso l'altrettanto perfetta comu-
gli si presenta di fronte. L'altra interpretazione si trova i: nione, in quanto il Figlio si volge addietro al Padre e 'ri-
Giovanni e si riallaccia al rapporto tra l'uomo che vive mane' presso di Lui; invero il prologo di Giovanni dice
spiritualmente e la sua parola. Secondo essa, Dio è Colui che il Figlio è «verso Dio» (npòç 'tÒV 0E6v, 1, 1) e «il
che parla, in quanto pronuncia una Parola che ha il carat· seno del Padre» (Etç 'tÒV i<:oÀ.nov 'tOU Ila'tp6ç, 1, 18).
tere dell'essere; è Colui che è 'parlato', in quanto in Dio Tutto ciò significa amore; poiché la linea del senso
v'è la bocca che parla. Quegli che è chiamato 'Figlio' è al d'esso in verità consiste nel dono del lasciar-libero e
tempo stesso 'Verbo', 'Parola'. Figlio e parola in verità nell'unità a un tempo. Dall'amore divino scaturisce una
sono essenzialmente connessi. La vita che è in sé nasco- Persona: lo Spirito Santo ... Siamo coscienti di non aver
sta si fa manifesta nel generare e nel parlare. Qui il pro- spiegato nulla con ciò che s'è detto.
cesso appare nella sua assoluta archetipicità. In esso si La Trinità di Dio è mistero in senso puro e semplice.
Noi non abbiamo fatto alcun tentativo di dedurla; né da
una dialettica della vita assoluta né della persona assolu-
22. Cfr. 1 Cor 15, 42-49. Anche il concetto dello Spirito ha una storia: quella ta. Non abbiamo fatto altro che seguire le dirette espres-
della profezia anticotestamentaria. Anch'esso si riallaccia a un evento che, verifto
sioni della coscienza neotestamentaria. E precisamente ci
catosi poco tempo prima, ha dato compimento alla profezia e si ripercuote dappCI'•
tutto nelle comunità: l'irruzione dello Spirito a Pentecoste (At 2, 1-41). stava a cuore di mostrare dove sta l'archetipo o prototipo

190 191
di ciò che noi chiamiamo persona umana. Non in a è lo Spirito a portar~ l'u~mo ~ell'intimi~ della re:
la persona umana sia l'elemento originario e chiar qu~to 6) ..Mne rsonale. Lo insensce m Cnsto e lo chiama cosi
ser-persona di Dio però ne formi l'elaborazione ino, es. taz,10 ~ ità del suo essere-io. Lo pone di fronte al Pa-
lità misteriosa e immensa, ma viceversa: il modo ~Oda. all auten ~li dà facoltà di pronunciare il 'tu' autentico 23 •
0 1
. d'tee: «I o» è c10
D 10 . ' che e' autentico
· e eiondante. Sein~ CUI dr~ e ~ \ne l'ultima parola sull'essere persona del cri-
possibile compiere in modo interamente puro il pass0osse D1. qui v1 tutto quanto precede nceve
. 1a determmaz1one
. .
entrare nella fede, la risposta all'interrogativo che per suano, e
sia l'essere persona tout-court sarebbe questa: la T;~ definitiva. . h 1 . . .
si potrebbe obiettare c e e enunc1az1om pao me

Ora, . .
di Dio. E~s~. non s~e~b,e c~rto evidente nel senso d~:la
d ,
come quelle giovannee - scatunssero a un espe-
comprens1b1htà, po1che e nustero puro e schietto, ma f • -. cosl vissuta, che trascendl .
e a coscienza . .
cnsttana comu-
miliare nel senso della realtà, poiché il suo mistero cos~. nenzaQuesta non saprebbe nu Ila d'1 tal't pro1on
e d'ita.
' A ta1e
tuisce l'espressione della sua stessa beata assolutezza. La ~~lezione si dovreb~e ~eplic~~ soprattut~o. che Paolo ~ il
persona umana e il suo rapporto 'io' -'tu' sono l'ectipo la feta dell'esistenziahta cnsttana e cosi m aperta chia-
copia indebolita e disaggregata di quest'essere person~ in proza sperimenta Colui· de1 quale t·1 cnsttano
· · s ' accerta
senso assoluto. rez . d d ., . 1
tto il velo della fede.A prescm ere a c10, tuttavia, a
so . 1 . .
medesima esperienza vissuta trova a sua 1mpostaz1one
Quel rapporto di 'io' - 'tu' con Dio, di cui si è parlato nella fede cristiana simpliciter, e tra essa e la coscienza
sopra e dal quale la persona umana sperimenta la sua su. dell'Apostolo in ultima istanza non sussiste una differen-
prema definizione, non si dirige a 'Dio' in senso puro e za essenziale, ma solo una distinzione di grado. L'inter-
semplice, ma al Dio trinitario. Si articola in quelle rela· pretazione dell'esistenzialità cristiana però - come pre-
zioni, con le quali Cristo si colloca di fronte al Dio trini- scrive la regola per cogliere qualsiasi fenomeno - deve
tario. Il rapporto 'io'- 'tu' dell'uomo consiste nella ripro- procedere non a partire dalla media poco chiara, ma dal
duzione del rapporto di Gesù con Dio. caso estremo, che esibisce la forma piena; così come
'Tu' vero e proprio e definitivo è il Padre. Colui che l'agire cristiano non deve orientarsi secondo ciò che sen-
dice propriamente al Padre 'tu' è il Figlio. Divenire cri- te in modo immediato, ma, di nuovo, secondo il suo caso
stiano significa entrare nel modo d'esistere di Cristo. Il estremo, cioè il contenuto della speranza. Così l' intuizio-
rinato dice 'tu' al Padre in quanto riceve partecipazione
al dire 'tu' di Cristo. In un senso ultimo e definitivo non 23. In tutto ciò non si tratta di semplice teoria, ma del!' orientamento interiore
dice 'tu' a Cristo. Non si presenta di fronte a Lui, ma va della vila intera; del rapporto tra mèta e via; della tensione del!' esistenza cristiana
con Lui, «va dietro di Lui». Entra in Lui e attua insieme verso una prospettiva. Ma la verità e la sanità della vita religiosa dipendono dal
con Lui l'incontro. Insieme con Lui dice 'tu' al Padre. In fatto che tale orientamento sia mantenuto e attuato in modo giusto. Vi sarebbe
molto da dire in proposito, per esempio in riferimento al problema del come sia
tal modo realizza la parola del Signore, secondo la quale strutturato il rivolgersi a Dio della preghiera cristiana, soprattutto della liturgia;
Egli chiama se stesso «la via, la verità e la vita» (Gv 14, del come vi si collochi Cristo, e via dicendo.

192 193
ne paolina della persona costituisce la detenninaz· CAPITOLO QUARTO
finitiva di ciò che costituisce in genere l'esperi 10ne<1e;.
. . Q d . . fi enza per
sonaIe cnstlana. uan o noi m me consideriam .• IL CRISTIANO IN QUANTO PERSONA
. . . ,. I d 1
oav11a
cristiana pm mtensa, a struttura ella sua coscie E L'AMORE
., . . . nza per
son al e e 1a mod a1ita mcm s1 comporta.di fronte a n· ·
lui che realmente crede, allora la situazione paolin ~ co.
1

ta più frequente di quanto si voglia ammettere. In ~ nsut.


to alla c?iare~~a del fen_?~eno delineato da Paof~r­
sgµardo s1 fa prn acuto ed e m grado di vederlo in tra
10
. h I' d è
spunti anc e a ove ancora oscuro e non sviluppato. ccee
t. La grazia
N I prosieguo dei nostri pensieri ora si dovrebbe svi-
) p;e quel rapporto che si chiama 'grazia'. Dovremmo
c~ederci in qual mod~ il. cristi~no debba es.sere .persona
econdo l'intenzione d1 D10. Qm appare la s1tuaz10ne pa-
:adossale, che qualcosa è pura grazia, ma al tempo stesso,
anzi appunto in ciò è, nel modo più intimo, cosa propria
di colui cui è stato elargito. Il significato della situazione
giunge persino all'es~ema cons.eq~enzialità- a meno che
non sia più giusto dire che qm s1 scopre la sua essenza
autentica. Cioè viene donato appunto quello, solo in vista
di cui si può parlare in assoluto di appartenenza in pro-
prietà: J"io'.
Non solo un possesso, uno stato, una parte costitutiva
della mia personalità, ma il punto di riferimento di qual-
siasi enunciazione sull'esistenza, il fatto della persona stes-
sa è, nella realtà intima, dono. Con questo non si afferma
che la persona sia 'eteronoma'. La parola qui perde il conte-
nuto, così come quella di autonomia. Si tratta invece di
qualcosa di interamente altro: del significato che spetta
alla situazione della grazia. Vista nella pienezza della sua
energia, annunciata da Paolo e dispiegata da Agostino,
grazia non significa qualcosa che sopraggiunga per dar

194 195
completezza all'uomo, ma la forma in cui I'uom è dell •amore cristiano
2. L'essenza
..
muvarnente se stesso - presupposto, comunque o h defi.
•uomo ' s1· mten
· ' e e l"'I
d a c1"ò ch e, ancora una volta int n... . e il Nuovo Testamento sembra confermarlo
con quel termine Paolo e Agostino: non un ~om:nd~no Si dice
. · tianesimo sia la reI'1g1one
- · deIl' amore. L' enun-
ciosamente enucleato, •puramente naturale', rna que~· - c he

il cns
e n'impressione mqmetante. s·1 sente una con-
. .
·azione .a u . .
mo che è inteso da Dio e del quale parla la s . uo. Cl • • Da una parte essa ha mamfestamente rag10-
·arazia
· ' s1grn
· 'fi1ca la categona· de1l'esistenza
· cnttura.
cristi tra. dd1Z1one.·nate personalità, certi· rapporti· de11 a gerarc h'ia
nl''. deterrni . . d . . . .
non può essere espressa in modo più puro che me:a e al · tratti caratteristici e11 a psico1og1a cnstiana
d~V on, .
la parola della Lettera ai Galati: •ante estimoniarlo. Ma altre cose sono m contrasto.
sembrano t
, ·amento cristiano nel presente come nel passato
L atteggi · , · · ·
«Non son più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20). f l''mpressione che 1 elemento normativo messo sia
non a ~ si· è affermato addirittura che la cristianità
)"amore. . . .
Come ogni rivelazione,, così .anche questa enunc1a · oi la conosciamo - qumd1 quella occidentale - ab-
quaIe n . . . . .
q~alcosa sul _carattere dell essere m genere. Una rivela. bia esercitato più violenza di qua1sias1 a1tra re11g10ne, e
z10ne non puo essere fatta emergere a partire dal mond i si sente in posizione tale da confutare puramente e
ma viene dalla pura libertà di Dio; non appena però si~ non clicemente questa asserz10ne. . C''
10 m. d'1ca che i·1 con-
sem Pdell'amore cristiano non s1. presentammo · do ovvio.
·
verificata, si mostra come essa illumini non solo i riferi. 110
menti specificamente cristiani, ma pure il mondo stesso ce La frase che il cristianesimo è la religione dell'amore
Ciò accade anche qui. Il mondo è tale che }'autonomi~ significa che il cristiano sia una persona di indole bene-
nel senso dell'epoca moderna non solo, poniamo, vada vola e l'éthos cristiano sia un éthos del riguardo e dell'e-
semplicemente oltre le sue possibilità, ma addirittura di· quilibrio? Chiaramente no. Enunciazioni del genere si
strugga il suo senso essenziale. Il significato della situa- rapportano a una definita st:uttura del ~entir~ e d~l ~ren­
zione della grazia è progettato già nel mondo. Nella Let• dere posizione, che certo s1 trova n~ll am?1to cn~tiano,
tera ai Romani si afferma: citiamo nomi come quello del vescovo Sa1ler o d1 Mat-
thias Claudius•, ma anche, al di fuori di esso, pensiamo
«La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione (dcl· alle popolazioni dei Mari del Sud o al buddhismo birma-
la gloria] dei figli di Dio» (8, 19). no. D'altro lato, vi sono senza dubbio personalità cristia-
ne che non hanno affatto questa struttura di benevolenza
Il mondo è tale da poter possedere se stesso in ultima
analisi solo come dono. Unicamente in questo modo di·
• Johann Michael Sailer (1751-1832), pedagogista cattolico tedesco, vesco-
viene possibile la libertà, il «fiorire dell'essere», perusa· vo di Ra1isbona, soslenitore di una dolce gradualità nell'educazione; Matthias
re l'espressione di Holderlin. Claudius (1740-1815), poeta tedesco, delicato e sereno nell'espressione di senti-
menti religiosi (N.d.T.).

196 197
e disposizione pacifica naturale. In proposit · il primato sull'intelletto, il cuore sullo spirito
. d are su b'1to Paolo stesso. O colui la eo s1 dovreb~
ncor volon~ h~ valore sulla verità? Un uo~o dun~~e.' n~ll'~?­
0
del quale dipende addirittura dal no~ as omprensione teO~u • ui· vita siano fondamentali e dec1s1v1 gli atti m
struttura citata, voglio dire Giovanni. È eh ~egnarJ~ alla ..... a de11a c. valore e l'éros? D1. nuovo b'1sogna nspon
no.... . de-
' , 1amato 1 'di . · sente 11
scepo lo de li amore , e la sua prima lettera · 1 • cui si h questo modo di avvertire equivale a una strut-
. , . .
come la prn ms1stente proclamazione del com d n
s1 prese la
re che~c ~olto tempo prima dell'avvento di Cristo fu
dell'amore nel Nuovo Testamento· ma a tort aln a~ento tura· 1 . termini di pensiero e attuata nell' éthos pratico,
O O SI è· espressa. d'in da Platone. Essa - ve d"1 A gostmo . - s1. trova
'
terpretato inserendolo in quel tipo della nu·t lil-
ezza, po· .... vogho ire · d Il · ' bT ·
per natura era duro e ardente e se Cristo no
. '
ICqç
n 1o av"••· nel cristianesimo e costitmsc~ ~.na . e e -~rn no 11 possi-
re dento, probabilmente sarebbe divenuto un f . ~ bilità, ma, ancora una volta, ne , udmca ne a. no:rnfi ah va. h
tolle.rante ... Quell'enunciazione può significanatìcho 1~· Il' enunciazione non puo unque s1gm 1care c e
.. . are c eu Q ue . . d' & d
cnstJano sia un uomo essenzialmente altruist ? Q . cristiano consista m un atteggiamento 1 ion o
· . a. u1ndi essere . . Il . . . ,
uno e he senta con 1mmed1atezza lui pure l' · · I gicamente defimb1 1e. cnshanes1mo non e una
de Il a 1tro, c e, ms1eme con lui tenga in consi'desistenza
' h · . psico o . . h ,
. • ttura' . Appena s1 nconosce c e qua1cosa e struttura,
'
spontaneamente la sua causa, anzi addirittura la
. .. .
erazione
metta al
~~ onosce pure con ciò che non costituisce il cristiane-
d1 sopra della sua? Certo s1 melma a questa opini s1ne , b' d' ., .
• in quanto tale. Nell am 1to esso v1 e ogm struttu-
. d one,ma s1m a la si trova anche al d'1 f uon.. c·iascuna rappresenta
0
presto . s1 ve e che pure qui si tratta di una struttura. B ra, m
precisamente tale. che, non è lecito nemmeno equi parara una possibilità in favore d'.esso, ma anc~~ cont~o; una
. . 1
a1 d1smteresse
. , ,etico; e pur vero che vi sono anche Ia n-· base, a partire della quale s1 adotta la dec1s10ne d1 fron~e
cerca d1.se ,ne11 amore . per chi ci è estraneo e il comp'1ac1.· al messaggio cristiano. Si deve dunque prendere l' avv10
d 1
mento 1 se ne d1ssolve:si nell'altro. L'altruismo natura. più in profondità.
le come tale sta , ancora, mteramente
. al di qua del benee
de1 ma Ie - cosi come l egmsmo, non appena intendiamo È cristiano innanzitutto quell'atteggiamento umano e
anch'esso non sul piano etico, bensì come s<ruttura. En· ordinamento del mondo, che subordina chiaramente le
trambi possono divenire eticamente positivi o negativi. categorie della 'cosa' e della 'vita' a quelle della persona
~osì nel. cristi~~esimo.v'è il tipo altruistico, per esempio e considera quest'ultima ciò che è propriamente decisivo.
la d~ve 11 servm~ pratico al prossimo assume una grande Ma in tal modo assumono subito il primato i valori
funzione, come m un Vincenzo de ' Paoli - ma anche dell'amore.
quello opposto; pensiamo a quegli uomini che hanno Tuttavia bisogna distinguere ancora una volta. 'Perso-
aperto le prime brecce passando al di là dell'imprigiona- na' è stata definita come il dato di fatto che l'uomo sussi-
mento del!' antichità classica entro la sensibilità e la cul- ste in sé, agisce di per sé, è responsabile di sé e nella di-
tura, cioè gli asceti prinùtivi. Può significare, infine, gnità è fine a se stesso. Ciò non basta ancora manifesta-
quel!' enunciazione, che il cristiano sia un uomo in cui la mente, nondimeno, per definire il cristianesimo, poiché è

198 199
persona ogni uomo, sia che, per la sua convin · in queste strutture e allora ha qualcosa di
. . . z1one e il
suo atteggiamento, si trovi all'interno 0 all' può pe?etrarente evidente; ma può realizzarsi anche nelle
dell'ambito d'esistenza cristiano - anche se la este111o if1lllled1atarneoste, che, in linguaggio psicologico, sono
quando la sua teologia sia pensata sino alla fine pe;~o~ strU tture opp tive centrate ne Il"·10 ' • Ali ora è nconoscm
· · to
suo adempimento solo traendolo dalla grazia. P;n Vl ~ dure, ogg~t difficoltà, ma non è perciò meno puro; anzi
~rimato dell'essere persona e q~in~i dell'amore v:to ,il con magdg~o~ità della persona, la sua spiritualità e castità
m se stesso, a prescmdere dal cnstianesimo. Per esern ~ 1r.orse la ig
' ddirittura emergere m · modo partico · Iarmente
la Stoa rappresenta, col suo aspro éthos dell'indi dPlO passono a .
· b"l · avanti· verso di esso, sepen 'tido e autentico.
za, un mlra 1 e passo m è en. 01
M la persona è appunto questo: l"io' dell'uomo
che ha intrapreso il tentativo di affermare ciò che è vero a ·se e se stesso nel rapporto de l ' tu ' con o·10; I"1p-
nale contro l'elemento 'cosale' come anche contro perso.li che atung . ·1 e . .
'tà h nasce appena sorge m essa 1 nsto pneumatl-
v1'tal·1stlco
. m . senso b"101og1co. e psicologico24.
. L'atteque. o sea 'le 1.:troduce nella relazione di figlio e figlia rispetto
. . 1 ggia.
mento è reaImente cnstlano so o quando la persona fi . co, e a 25 ciò sigru'fica allora qu al cosa ch e ha un 'al tezza di
atare,Pd .
s1 trova ne a re azione e tu nspetto al Dio che si n·uuta
. Il 1 . d 1 ' ' .
ua propria, non comparabile con alcun fenomeno
l~ m· c·nst?. L a s~a essenza co?s1st~ · nell'essere chiamatl,
ve- rango s .,
all'interno del mondo. _Appu~to ~rc10 tu~v~a pure,. m
. è .
c10è amati da Lm; la sua reahzzaz10ne, nell'attuare tale ·spondenza, minacciato d1 pencolo e difficile da realiz-
chiamata, cioè nell'amarlo. È questo che, nel suo senso com e ciò che per pnmo . ·a1tera'allo sguardo non saranno
ns
più profondo, significa l'enunciazione secondo la quale il zare,
· uccessi ma gli insuccessi.· In ehe cosa consiste, · ·
visto da
cristianesimo è la religione dell'amore. 1s ' . . ?
uesta prospetti va, l'amare concretamente cnsttano.
q . h ..
Ricerchiamolo là dove appare m purezza are etip1ca,
Quel che è stato sviluppato sinora si è tenuto entro in Gesù stesso. Come si deve definire l'atteggiamento
l'ambito di quanto vale per principio. Da ciò solo il pro. d'amore di Gesù, se non lo appiattiamo su nessuna strut-
blema pratico, che cosa infine significhi concretamente tura? Né su quelle che sono simpatiche a chi le contem-
'amore' e in quale misura il cristianesimo sia anche effet.
tivamente la religione dell'amore, riceve il suo senso,
Anzitutto risulta che l'atteggiamento personale di amore 25. Evitiamo con cura l'espressione Kind Gottes [«figlio come bambino di
significa qualcosa d'altro da quello che è sentito in modo Dio•; in tedesco Sohn indica il 'figlio' senza la connotazione 'bambinesca']. Cosi
come spon1aneamente viene sentita, è soggiaciuta a un determinato atteggiamen-
immediato come appartenente al genere dell'amore: quel·
to dcl sentire, dolce, intimo, puerile - ma ciò significa che qui si tratta di qualcosa
lo benevolo o altruistico o erotico. Tale atteggiamento di assolutamente adulto, in certo qual modo infantile. Ciò che Cristo intende par-
lando di figlio di Dio, prende certi tratti dal letà infantile biologica, per distin-
guerlo di contro ali' 'adulto' in senso sbagliato, cioè ali' uomo calcolatore, sci ero·
tizzato, scenico, e per esprimere la pura recettività e umiltà che egli intende. Per
24. Deve rimanere in sospeso fino a quale punto il tentativo sia riuscilo UI• altro l'essere rinato è qualcosa di interamente maturo e maggiorenne nel senso
che qui la persona non si sia risolta in qualcosa di estraneo. personale.

200 201
pia, né su quelle che gli riescono sgradev 0 r1 . crediate che io 'sia venuto a portare pace sulla terra; non
lo interpretiamo né come soave mitezza é - quindi n ,Non to a portare la pace, ma una spada»
, . , n cotne I
cosnu· a lrut
smo, ne come sono venu
. . nostalgia del valore 0 eros , -
come qu al sias1 altra struttura? Non appena r . co, 116 cisamente proprio nel vincolo più naturale, quello
vedere la figura e l'atteggiamento di Ge , p ocunamo di - e prefamiglia (Mt 1O, 34 ss. ) . L' amore cond'izionato
· d'iret-
· . , su nella lo
gmaneta, e movendo da quella base cerch'
. "fi h"
r? Or{.
iamo di d'Ife de 11 a te in senso biologico-fisiologico, lamorevolezza
c he cosa . s1gru 1c 1 amore nel suo caso ·
, c1 scorag · tamena naturale, il dismteresse
· · e I' atteggiamento
· de Il' eros
'
I nconn:amo atte~giamenti, atti, valori che non . gi:1'11o urnan . . h I' I
rotestano. Nasce.l'1.rr,ip:ess10ne c e. arr,iorevo ezz.~ natu-
a combinare con I nostri concetti dell'amar Il nuscuuno ~e dei popoli pnffil~V~, per esempio, sia molto pi~ pura
· e. suo am
s1 presenta
. ,come qualcosa che non puo' e ssere defi · ore dell'atteggiamento cnstiano, e ~he, quando es.so perviene a
partire dall uomo; viene invece da Dio e a 11Ilo a tali popoli, distrugga un paradiso terrestre. Si ha la sensa-
bello quanto tremendo, tanto familiare e prot ~fare tanto ione che la bontà della sapienza e della cura d'anime
to estraneo e distruttivo. Non cade sotto n e ivo quan.
. . . essuna cate ~rientali sia più limpida, più coltivata, in senso umano e
na ps1colog1ca o filosofica già fatta. No · ~o.
' . . h . n s1 può dire· spirituale, di quella cristiana, e per molti aspetti si avrà ra-
« l amore cnstiano c e s1 trova anche e p recisamente I8·
·
. ' gione. Un ord~ne ps!chico fino allora inconcu_sso, che pote-
mo d o perfetto, m Gesù, è quell'atteggiamento h
ma soltanto: «l'amore cristiano è il modo in ·'cc· e...», va dispiegarsi a misura della sua essenza, e afferrato da
. . . cui nsto si qualcosa che è bensì assolutamente più elevato di valore
c~mporta»: Es~o pa imz~o con Lui. Non esiste né ri
ma proprio per tale ragione altro nella sua econornia27. An-
ne senza d1 Lm. E defimto non con un concello p ma
u ·1 . , ma con cor più in profondità: da parte della nuova rivelazione gli
n nome, i suo. 1 concetti prendono avvio solo d
, b' d a questo affetti personali stessi sono toccati in modo nuovo. Il male,
nome e ne Il am . ito ella , . sua normatività26 · o ra, quando per esempio, sul piano del nuovo essere della persona, ri-
q~esto .atteggiamento e m qualche modo riconosciuto
ceverà una consapevolezza, un'asprezza, una serietà che
viene nprodotto
. . negli atti e lo si porta nel mond o, ali o- prima non erano possibili. Non ogni uomo può essere mal-
ra anzitutto
. . .d
avviene un fatto: tutti i fenomeni d' amore
con.diz10nat1 a una struttura vengono messi nell'inquie- vagio nella stessa misura. Il male riceve il suo peso dal pia-
tud1~e .. ~e cose v.anno come sempre accade quando cib
no esistenziale, sul quale è voluto. Solo nell'ambito cristia-
che e p1.u elevat.o 1i:rompe in quanto sta più in basso, fino
allora nmasto indisturbato, e ne nasce confusione. Da 27. Cosi come la grazia dell'animale, la sicurezza e saggezza dei suoi istinti
que~to pu,nto di vista si fa fin troppo comprensibile la fra- appaiono più puri del movimento del corpo e della vita istintuale dell 'uomo, che
se di Gesu: ~detenninato dallo spirito, ma anche da esso reso inquieto. Accanto a un capriolo
o a una pantera l'uomo, specialmente il cittadino, appare un barbaro; se ne è già
parlato. Se però non vogliamo essere romantici, cioè qui traditori della nostra di-
26. Sul dato di. f~tto che la realtà di Cristo spezza tutte le categorie psicolOllf gnità propria, non dubiteremo un istante che l'esistenza dell'uomo di fronte a
che, _cfr. R. G~ardm1, La realtà 11ma11a del Signore. Saggio s111/a psicologia I quella dell'animale non è solo relativamente più ricca di valore ma ha un diritto
Gesu, Morcelhana, Brescia 1979 3, tra l'altro pp. 134 ss. d'essere in senso assoluto. '

202 203
no diviene totalmente chiaro che tipo di male po . . è entrato nella storia, pronto ad assumere il
J,.1ncarnaz
1
re: 1·1 maIe dec1so,
· c he s1· nsveg
· 1·ia soltanto quand
· ssa es1 . one, ·one dell'uomo, s1· de1'mea una poss1·b·1·
1 ttà' d e1
1
rosità di Dio rivela la gloria del suo Regno; il mal~ s: ge~
1
destino n ragt ale non resta altro che chiamarla, «in timore
per 1a qu .
che si fa chiaro solo quando la santità di Dio entra tanico 111al e, (Fil 2 12), ma puramente e semphcemente: la
do scoperta e indifesa ... Finché l'essere della pene rnon.
1 .....
e "V more» n· 'ò
d'1 annientare Dio - e con 10 c1 c he viene
, .
rsona ·
mane nel contesto delle cose o nella trama della vita '!' volontà
nell'uomo da Dio.
.

ché non è ancora stato emanato l' appello a div .' PQi.;
stessi· ne Il a santità,
· ' 1·1 m al e resta ancora in certo modenue . se .d considerare tutto ciò quando si pone il proble-
. . d 11' o1nno. S1 eve . . Il . . . è
cuo. Ne Il o spazio tuttavia e essere della persona c · ti , ssenza dell'amore cnstiano. cnstianes1mo
na nel suo rivelarsi questa innocuità non può più suss~~
Il m~le ora è d~te~nato non solo dal l'istinto, non s~:o dal
rna deIl e
reatrnente la religione dell'am~re; m~ d~~~
d'
c·t
h · ·
c~a ~1gru-
fichi amore, in questo caso, assdaial 1 1c1 ed._ _nz1tutt.o
sentimento ps1ch1co, non solo dallo spirito e dalla ·1 fenomeno già puramente punto 1 vista ps1-
hybris, ma dalla persona stessa risvegliata da Dio. Pers~ perc hé· • e filosofico è tanto straord'mar1amente
. comp1·1-
co1og1c0
quan.do un uo~o o una famiglia o - co~e ha inizio col:
. . . d' b'
Poi perché gli aspetti negat1v1, istur i, scosse e re-
nascimento e s1 va attuando sempre pm rapidamente net. c~to. ze 'sono sempre più chiari di quelli positivi. Inoltre,
s1sten , . h . .
l'avanzare del diciannovesimo e ventesimo secolo- un'in- hé l'impegno esistenzia1e c e s1 esige per 1a cono-
tera epoca, abbandonano I' éthos dell'amore cristiano perc · ·' I I fi
scenza qui raggiunge la n.u~u~a pm e ~va~a. n ~ne, per~, e
'
0
retrocedono nella pura mondanità, pur in tale mondanità soprattutto, perché in v~nt~ s1 trattahd1 Rivel~zdi~ne; qu~n­
non si trovano più come .sarebbe avvenuto prima della Rf. di di un fenomeno dell esistenza c e non s1 a a partire
velazione. Hanno portato con sé un'anima, una capacità dal mondo, ma ci viene incontro da Dio per poter essere
d'atto, una modalità di valutazione, entro cui si è destato conosciuto, e deve dare esso medesimo le condizioni per-
tutto quanto prima si è esposto. Hanno un atteggiamento ché ciò avvenga, vale a dire la grazia della conoscenza.
che è potuto sorgere solo in quanto, attraverso molte gellO! IJ compito di presentare l'essenza dell'amore cristia-
razioni di impronta cristiana, è stato risvegliato ed esell!i no, movendo dalla persona di Cristo stesso, dalle figure
tato. Possibilità della libertà, della serietà, della decisiollOì dei santi, dal l'intima compagine significante dell' esisten-
ma anche della rivolta, dell'odio, della distruzione, del de- za cristiana, e, ciò facendo, non prendere l' avvio da strut-
litto si sono liberate, e non ve ne sono di simili altrove. D ture psicologiche o etiche ma dal fenomeno originario in
male dell'esistenza immediata, paragonato a questo, pt1 sé, sembra che non sia ancora largamente promosso. Qui
con tutta la terribilità appare ingenuo. Solo nello spaziodè( rimane ancora moltissimo da fare.
cristianesimo e nell'incontro con esso diviene possibile il
male, per così dire, 'maggiorenne', che si rapporta a quello
precedente come l'ingiustizia dell'uomo maturo rispetto A
quella del giovane o del bambino. Non appena Dio, nel

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