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NdsP Briciole di Vangelo

Non di Solo Pane


Www.nondisolopane.it Settimanale di Preghiera Domenica 10 ottobre 2021
28^ settimana tempo ordinario Anno XXIII n. 1009

“Beati i poveri in spirito,


perché di essi è il regno dei cieli.” (Mt 5, 3)
Apostolato
della preghiera
Interroga la bellezza della terra, interroga la bel-
lezza del mare, interroga la bellezza dell'aria dif-
fusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo,
interroga l'ordine delle stelle, interroga il sole,
Ottobre che col suo splendore rischiara il giorno; inter-
Primo venerdì roga la luna, che col suo chiarore modera le te-
01/10 nebre della notte. Interroga le fiere che si muo-
vono nell'acqua, che camminano sulla terra, che
volano nell'aria: anime che si nascondono, cor-
pi che si mostrano; visibile che si fa guidare,
invisibile che guida. Interrogali! Tutti ti rispon-
deranno: Guardaci: siamo belli! La loro bellezza
li fa conoscere. Questa bellezza mutevole chi
l'ha creata, se non la Bellezza Immutabile?”
Sant’Agostino

Ciò che ci fa “alzar lo sguardo ai monti donde ci viene l’aiuto….”


Noi approviamo e lodiamo l’uomo modesto, gno alla debolezza umana, né una consolazione
perché, malgrado l’inclinazione fortissima di nell’avversità.
ogni uomo a stimarsi eccessivamente, è arriva- Questi sono i frutti dell’umiltà: è essa che ci
to a fare un giudizio imparziale e vero di se sostiene contro la nostra debolezza, facendola
stesso. […..]. conoscere e ricordare ogni momento; è l’umiltà
La modestia è una delle più amabili doti dell’uomo che ci porta a vegliare e a pregare Colui che co-
superiore. Verissimo; anzi si osserva comunemen- manda la virtù e che la dà; è essa che ci fa
te che la modestia cresce in proporzione della “alzar lo sguardo ai monti donde ci viene l’aiuto” (Sal
superiorità[…..]. Se la modestia è l’umiltà ri- 121,1). E nelle avversità le consolazioni sono
dotta in pratica, non si può combinare con proprie dell’animo umile, che si riconosce de-
l’orgoglio, che è il contrario di questa; e non ci gno di soffrire, e prova senso di gioia che nasce
sarà alcun “giusto orgoglio”. L’uomo che si com- dal consentire alla giustizia. Riandando ai suoi
piace di se stesso, che non riconosce in sé falli, le avversità gli sembrano come correzioni
quella “legge delle membra che contrasta alla legge del- d’un Dio che perdonerà e non come colpi di
la mente” (Rm 7,23), l’uomo che osa promettere una cieca potenza; e cresce in dignità e in pu-
a se stesso, che, per la sua forza, sceglierà il rezza, perché, a ogni dolore sofferto come ras-
bene nelle occasioni difficili, è miserabilmente segnazione, sente cancellarsi alcune delle mac-
ingannato e ingiusto; l’uomo che si antepone chie che lo deformavano.
agli altri è temerario; è parte, e si fa giudice (A. Manzoni, Osservazioni sulla morale cattolica)
[….]. L’orgoglio non può dunque essere mai
giusto; quindi non può mai essere, né un soste-

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario - Numero 1009 pagina 2
I santi del giorno: San Pinito di Cnosso, ve-
scovo (II sec.); san Cerbone di Populonia,

Le belle persone si distinguono, non si mettono in


mostra. Semplicemente, si vestono ed escono. Chi
può le riconosce. (C. Pavese)
Domenica
Ottobre
28^settimana Tempo Ordinario
10
Il Santo del giorno: san Daniele Comboni
Parola di Dio .
in briciole Un apostolo dell'Africa, ma soprattutto un maestro delle missioni mo-
derne e un padre per i più deboli, gli schiavi. Questo fu san Daniele
Comboni, sacerdote che diede vita a una grande famiglia religiosa di
missionari, i Comboniani. Nato a Limone del Garda nel 1831, fin da
giovane si sentì chiamato alla missione in Africa. Nel 1854 divenne
prete e nel 1857 partì con cinque compagni alla volta del Sudan: la
Il valore della sapienza prima missione fu un fallimento e Comboni rientrò a Roma. Ma l'e-
Pagina curata da Don Luciano V. M. sperienza insegnò molto e il sacerdote cominciò a pensare a un piano
per portare il Vangelo all'Africa e mettersi al servizio della dignità u-
“ ....pregai e mi fu elargita la prudenza, mana in quel continente, piagato dalla tratta degli schiavi. Nel 1867
implorai e venne in me lo spirito di sapien- ripartì e pose la propria base al Cairo: le sue missioni erano un model-
za……...” lo di emancipazione con studenti di colore guidati da insegnanti di
(Sap 7,7-11)
colore. Fondò la rivista Nigrizia. Morì nel 1881.
Ognuno di noi in tutte le fasi
della nostra vita è chiamato a
valutare per cosa valga la pena
vivere: per le ricchezze, il suc- Vangelo Mc 10.17-30
cesso, il potere, gli onori. Da
ciò che sceglieremo dipende la In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse in-
luminosità della nostra vita. contro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro
buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli
Non ci sono condizioni di fa- disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
vore o di svantaggio, perché a Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio,
tutti è dato il dono della pro- non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e
pria libertà. Ma abbiamo biso- tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho os-
gno di sapienza, cioè di rico- servate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui,
noscere il sapore delle cose lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e
che valgono e farlo nostro, di- dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste
ventando sapienti. E’ la sa- parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva in-
pienza che ci fa capaci di sce- fatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi disce-
gliere ciò che davvero vale e poli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel
rende buona la vita. Per questo regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù
la sapienza è un dono che rice- riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È
viamo dall’alto e che dobbia- più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco
mo chiedere con umiltà gran- entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E
de. Chi si attacca alle ricchezze chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse:
materiali, perde addirittura la «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
consapevolezza che esista un Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbia-
m o n d o d i r i c c h e z z e mo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che
“differenti”. Più della bellezza, abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi
della salute e della luce è il va- per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo
lore della sapienza! tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e cam-
pi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Non di solo pane 28^settimana Tempo Ordinario - Numero 1009 pagina 3


Un invito rivolto a tutti noi a cura da don Luciano Vitton Mea - Parroco di Bovegno

scelta radicale, o lo si re- Non vuole che ci trascinia-


spinge e si rimane come si è mo, strisciando e lamentan-
o lo si accetta e tutta la no- doci, ci vuole “persone in
stra vita cambia. piedi” che gustano la vita,
che vivono le persecuzioni
Non è come spesso si è
sicuri del suo amore per lui.
portati a pensare, un invito
ad una vita di sofferenza, di San Francesco, dopo aver
sacrifici, ma un invito alla udito queste parole, le incar-
gioia, tutto ci sarà reso cen- na, abbandona tutto e di-
“In verità io vi dico: non c’è nessu-
no che abbia lasciato casa o fratelli tuplicato. venta testimone del fatto
o sorelle o madre o padre o figli o che quando si vive il Vange-
campi per causa mia e per causa del E’ vero, Gesù aggiunge: in-
Vangelo, che non riceva già ora, in
lo “sine glossa”, come ama-
sieme a persecuzioni, ma la
questo tempo, cento volte tanto in va dire lui, subito, già su
promessa finale è quella del-
case e fratelli e sorelle e madri e figli questa terra si riceve molto
e campi, insieme a persecuzioni, e la la vita eterna.
vita eterna nel tempo che verrà” di più.
Gesù non è venuto a porta-
L’invito che Gesù ci fa di Questo invito è rivolto a
re la sofferenza ma la gioia;
vendere tutto e seguirlo è tutti noi spesso convinti “di
vuole da noi una vita vissu-
un invito definitivo, una essere già a posto”.
ta, piena.

Maestri di spiri- Contemplo: I doni


tualità

Anche camminando
sulle strade del Van- Allora un uomo ricco domandò: che seppellisce l’osso nella sab-
gelo, avvertiamo il Parlaci dei Doni. bia senza traccia, mentre segue
peso della nostra de- Ed egli rispose: Dai poco se dai alla città santa i pellegrini?
bolezza, l'inconsi-
stenza dei nostri pro- le tue ricchezze. E che cosa è la paura del biso-
positi, l'incapacità a Ma se doni te stesso tu dai vera- gno, se non il bisogno stesso?
programmare le no-
stre giornate come
mente. Il terrore della sete quando il
desidereremmo, per- Infatti che cosa è la tua ricchez- pozzo è colmo, non è forse in-
cepiamo con forza la za se non ciò che curi e nascon- saziabile sete?
grandezza dell'amore (Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
di Dio che solo ci di con il timore di servirtene
pag.43)
salva dalla nostra di- domani?
spersione. E domani, che cosa porterà il
(card. C.M. Martini)
domani al cane troppo prudente

Non di solo pane 28^ settimana del Tempo Ordinario n. 1009 pagina 4
I Santi del giorno: San Filippo, diacono (I sec.);
san Firmino di Uzes, vescovo.

Nel tuo piccolo fai del bene ovunque ti trovi:


sono quei piccoli pezzi di bene che messi insie-
Lunedì
Ottobre
28^ settimana tempo ordinario
11
me travolgono il mondo. (Desmond Tutu)

I Santi del giorno: san Giovanni XXIII


Parola di Dio . Il Vangelo e il mondo: sono questi due i poli attorno ai quali
in briciole ruotò l'intera esistenza di Angelo Giuseppe Roncalli, san
Giovanni XXIII. Dalla sua famiglia e dalla sua terra imparò a
guardare alto, tenendo i piedi ben piantati a terra nel cuore
della vita del suo tempo. Nato a Sotto il Monte, nella Berga-
masca, il 25 novembre 1881, nel 1905 celebrò la prima Mes-
Un mistero d’amore sa, rimanendo come sacerdote a Bergamo per 15 anni. Du-
rante la Prima Guerra mondiale toccò con mano l'orrore del
Pagina curata da Don Luciano V. M. conflitto nelle vesti di cappellano militare. Nel 1921 iniziò la
“ Paolo, servo di Cristo, apostolo per chia- sua carriera diplomatica: venne inviato come visitatore apo-
mata...” stolico in Bulgaria e poi in Turchia, nel 1944 divenne nunzio
(Rm 1,1-7) a Parigi, mentre nel 1953 venne nominato patriarca di Vene-
zia. Il 28 ottobre 1958 venne scelto come Successore di Pie-
Paolo esprime, già nel proemio tro: avviò il Concilio Vaticano II e continuò a lavorare per la
della lettera ai Romani, una pace. Morì il 3 giugno 1963.
grande verità. Si diventa apo-
stoli per una chiamata, per una
vocazione che trova il suo si-
gnificato nel beneplacito di
Dio, che è insindacabile e mi-
sterioso. Perché, tra tanti, Dio
ha scelto proprio Paolo che Vangelo Lc 11,29-32
prima era, come egli stesso di- In quel tempo, mentre le
chiara “un bestemmiatore, un folle si accalcavano, Gesù
persecutore e un violento”? cominciò a dire: «Questa
Resta un mistero. Ma è un mi- generazione è una genera-
stero d’amore, che trasforma zione malvagia; essa cerca
interiormente le persone e le un segno, ma non le sarà
rende capaci di annunciare dato alcun segno, se non
l’amore e la salvezza, anche se il segno di Giona. Poiché,
prima vivevano nell’odio e nel- come Giona fu un segno
la prevaricazione. Anche per per quelli di Nìnive, così
noi c’è un piano e una scelta: il anche il Figlio dell’uomo
Signore ci ha chiamato, nel lo sarà per questa genera-
nostro stato di vita e nella no- zione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uo-
stra precisa situazione esisten- mini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli e-
ziale, a dare testimonianza del- stremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ec-
la sua presenza amorevole nel- co, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli
la nostra vita. Non è importan- abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condan-
te quanto siamo santi o siamo neranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed
peccatori: quello che Dio vuo- ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
le e è che noi siamo disponibili
a farci guidare da lui.

Non di solo pane 28^ settimana del Tempo Ordinario n. 1009 pagina 5
Vivere il Vangelo nella nostra vita a cura di don Luciano Vitton Mea

bilità. la Parola stessa di Dio


Vedere per credere, un quasi in un fatto privato.
po’ come san Tommaso Ascoltiamo le letture
e un po’ come noi oggi durante le funzioni ma
che aspettiamo, preten- poi le dimentichiamo in
diamo addirittura mira- chiesa.
coli, le apparizioni per Molti sono convinti di
“…..Questa generazione è credere. conoscere la Buona No-
una generazione malvagia; Gesù ripete che ci sarà vella, ma pochi la vivo-
essa cerca un segno…..” dato solo il segno di Giona, no, la portano nella vita
Ai tempi di Gesù una cioè solo la predicazione di tutti i giorni.
grande folla lo ascoltava della sua Parola. P re n di a moc i
ma pochi gli credevano. Quanto bisogno c’è l’impegno di meditare il
Molti aspettavano un del Vangelo nella nostra Vangelo e soprattutto di
segno, qualcosa di parti- vita, nelle nostre città? viverlo, di seminarlo con
colare che colpisse mag- Abbiamo trasformato l’esempio nelle nostre
giormente la loro sensi- il nostro essere cristiani, città.

Contemplo: L’amicizia
Maestri di spiri-
tualità
E un giovanotto domandò: Parla- Quando lui tace il vostro cuore
Signore, abbi pietà di ci dell’Amicizia. non smette di ascoltare il suo
tutti i poveri del cuore; poi che nell’amicizia ogni
Ed egli rispose dicendo: il vostro
mondo. E non per- pensiero, desiderio, speranza na-
mettere più, o Signo-
amico è il vostro bisogno saziato.
E’ il vostro campo che seminate sce in silenzio e si divide con ine-
re, che noi viviamo
con amore e mietete con più ri- sprimibile gioia.
felici da soli. Facci
sentire l'angoscia del- conoscenza. Se vi separate dall’amico non
la miseria universale e E’ la vostra mensa e la vostra di- provate dolore; poi che la sua as-
liberaci dal nostro mora. senza può schiarirvi ciò che più
egoismo. Poi che, affamati vi rifugiate in in lui amate, come allo scalatore
lui e lo cercate per la vostra pace. la montagna è più chiara dal pia-
(Raoul Follereau)
no.
Se l’amico vi confida il suo pen-
(Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
siero, non nascondetegli il vostro, pag.99)
sia rifiuto o consenso.

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 6


Santi del giorno: Edisto, martire (I sec.);
beato Romano Sitko, sacerdote e marti-

Fidarsi della bontà altrui è una prova non


piccola della propria bontà. (Michel de Montai-
Martedì
Ottobre
28^ settimana Tempo Ordinario
12
gne)

Il santo del giorno: san Serafino da Montegranaro


Parola di Dio Una "santità del fallimento", fatta di rimproveri e compiti
in briciole mai eseguiti secondo le richieste dei superiori. La storia di
san Serafino da Montegranaro dimostra che i nostri limiti
non sono ostacolo alla possibilità di diventare specchio della
vita di Dio tra gli uomini e quindi santi. Nato nel 1540 a
Quale è il nostro idolo? Montegranaro in povertà, entrò in convento a 18 anni, dopo
Pagina curata da Don Luciano V. M. aver fatto il custode di bestiame. Accolto come religioso fra-
“....io non mi vergogno del Vangelo,
tello nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fece il novizia-
perché è potenza di Dio per la salvez- to a Jesi. Girò poi numerosi conventi perché pareva inade-
za…..” (Rm 1,16-25)
guato a ogni compito che gli veniva affidato. Ma la sua forza
L’Apostolo Paolo ci parla del erano la tenacia, l'umiltà e la mitezza. "Ancorato" al Crocifis-
peccato dell’idolatria, che con- so e al Rosario, presto ad Ascoli Piceno fu guardato come
sidera un’empietà, una man- un santo. Morì nel 1604.
canza di quel senso di adorare
Dio che abbiamo dentro. Tutti
noi, infatti, abbiamo bisogno
di adorare, perché abbiamo
l’impronta di Dio dentro di
noi e quando non adoriamo
Dio, adoriamo le creature: Vangelo: Lc 11,37-41
questo è il passaggio dalla fede
all’idolatria. Si potrebbe essere In quel tempo, mentre
portati a pensare che si tratti di Gesù stava parlando,
atteggiamenti del passato: oggi un fariseo lo invitò a
nessuno di noi adorerebbe del- pranzo. Egli andò e si
le statue! Ma non è così perché
anche oggi ci sono tanti idoli e mise a tavola. Il fariseo
tanti idolatri. Tutti noi abbia- vide e si meravigliò che
mo dentro qualche idolo na- non avesse fatto le a-
scosto. Possiamo domandarci
davanti a Dio quale è il nostro bluzioni prima del
idolo nascosto, quello che oc- pranzo. Allora il Signo-
cupa il posto del Signore. Se re gli disse: «Voi farisei
non si adora Dio, si adora un pulite l’esterno del bic-
idolo sempre. Il bisogno
dell’uomo di adorare, il biso- chiere e del piatto, ma
gno di Dio che nasce dal fatto il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stol-
di portare impressa dentro di ti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto an-
noi la sua impronta, è tale che che l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che
se non c’è il Dio vivente, ci
saranno altri idoli. Quale è il c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
nostro idolo?

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 7


Un seme che deve germogliare e dare frutto a cura di don Luciano

quel che la parola ha po- Il rischio del fariseismo è


sto dentro di noi. Non si sempre in agguato e si
tratta di sentirsi solo dei concretizza soprattutto
depositari inerti perché quando il seme e la terra
ciò che doniamo, se pur sono rimasti lontani e si
non modificato nel suo crede che basti
valore fondamentale, l’osservanza esterna della
non è più semplicemente legge per poter giungere
un deposito distribuito, alla salvezza.
La Parola pone un teso- così come il frutto non è In questo modo si vivo-
ro nelle profondità più solo il seme originale no le opere come
dell’essere umano, un o la sola terra accoglien- “merito”, come biglietti
seme che deve avere te. Ciò che conta è la co- d’ingresso per il paradi-
tempo per germogliare e scienza che all’origine e so, ma invece è processo
dare frutto. L’azione cri- come protagonista prin- che ha noi come prota-
stiana è questo frutto, è cipale di tutto il processo gonisti e non Dio.
un dare in elemosina c’è l’amore di Dio.

Contemplo: L’insegnamento
Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
Maestri di spiri-
tualità
E un maestro domandò: Parlaci vi il suono fissato nell’orecchio,
dell’insegnamento. né l’eco della sua voce.
L’albero si ricono- Ed egli disse: nessuno può inse- E il matematico potrà descriver-
sce dal suo frutto: gnarvi nulla, se non ciò che in vi regioni di pesi e misure, ma
così chi professa dormiveglia giace nell’erba della colà non vi potrà guidare.
di appartenere a vostra conoscenza. Giacchè la visione di un uomo
Cristo si riconosce Il maestro che cammina non impresta le sue ali a un al-
dalle sue opere. E’ all’ombra del tempio, tra i disce- tro uomo.
meglio essere cri- poli, non dà la sua scienza, ma il E come Dio vi conosce da soli,
stiano senza dirlo, suo amore e la sua fede. così tra voi ognuno è solo a co-
che dirlo senza es- E se egli è saggio non vi invita a noscere Dio, e da solo com-
serlo. entrare nella casa della sua prenderà la terra.
(S. Ignazio di Antio- scienza, ma vi conduce alla so- (Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
chia) glia della vostra mente. pag.97)
Il musico vi canterà la melodia
che è nell’aria, ma non può dar-

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 8


Santi del giorno:
Santa Chelidonia di Subiaco; be-
ata Alessandrina Maria da Costa, laica.

“Chi aiuta gli altri aiuta se stesso.”


(Seneca)
Mercoledì
Ottobre
28^ settimana Tempo Ordinario
13
Il santo del giorno: san Teofilo di Antiochia
Parola di Dio
«Le orecchie del cuore e gli occhi dell'anima hanno la
in briciole possibilità d'intendere Dio. Poiché Iddio è visto da co-
loro che possono comprenderlo, perché hanno aperti
gli occhi dell'animo". Così scriveva nel secondo secolo
san Teofilo di Antiochia nel primo dei tre "Libri ad Au-
L’unico giudice è Dio tolico". L'autore era nato forse nella regione tra il Tigri
e l'Eufrate e ricevette un'educazione elevata. Cresciuto
Pagina curata da Don Luciano
nella cultura filosofica ellenica, si convertì al cristianesi-
“....Tu che giudichi quelli che commet-
mo dopo l'incontro con le Sacre Scritture. Probabil-
tono tali azioni e intanto le fai tu stes-
so…. ..” mente nel 169 divenne vescovo di Antiochia. Produsse
numerose opere: nell'apologia rivolta ad Autolico, ad
(Rm 2,1-11)
esempio, ripercorre il "cammino della fede", confron-
Non c’è nessuna scusa nessuna tandolo con il pensiero di "poeti e filosofi", anch'essi
ragione plausibile per innalzarsi
a giudice degli altri. Non lo può "cercatori di Dio". Ma l'unica via per vedere il Signore,
fare nessuno, né credente né ricorda, è "mantenere l'anima pura come terso spec-
non credente. Spesso siamo ten- chio".
tati di pensare che coloro che
conoscono Dio non siano uo-
mini come tutti gli altri, con i
loro limiti, i loro peccati, con
quel confine che l’Apostolo in
altri brani del suo epistolario, Vangelo Lc 11,42,46
identifica con la parola “carne”. In quel tempo, il Signore
Pur non avendo partecipato ai disse: «Guai a voi, farisei,
tre anni di vita pubblica di Ge-
sù, Paolo conosce bene quale è che pagate la decima sulla
stato il suo insegnamento: menta, sulla ruta e su tutte
“Perché guardi la pagliuzza le erbe, e lasciate da parte
nell’occhio del tuo fratello e la giustizia e l’amore di
non ti accorgi della trave che c’è Dio. Queste invece erano
nel tuo occhio?”. Un cuore osti- le cose da fare, senza tra-
nato e duro non fa altro che scurare quelle. Guai a voi,
accumulare su se stesso la colle- farisei, che amate i primi
ra divina. L’unico che può giu- posti nelle sinagoghe e i
dicare è Dio, il quale per mezzo saluti sulle piazze. Guai a
di Gesù, suo Figlio, rende giusti voi, perché siete come
tutti gli uomini. Pertanto occor- quei sepolcri che non si
re perseverare in quelle opere vedono e la gente vi passa
che altro non sono che il rifles- sopra senza saperlo».
so della grande opera del Padre: Intervenne uno dei dottori
“no” a tutto ciò che è male, “si” della Legg
a tutto ciò che è bene. A ognu-
no è data la capacità di discerne-
re.

Non di solo pane 28^settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 9


Usare la stessa misericordia di Dio a cura di don Luciano Vitton Mea

etichettandole secondo le tuo fratello e non vedi la


nostre misure, giudichia- trave che è nel tuo?”
mo il loro operato in base Non si possono frainten-
ai nostri parametri spesso dere le Parole di Gesù.
senza riuscire ad andare al Cerchiamo di non preten-
di là delle apparenze. dere mai dagli altri quello
Tentiamo anche noi, co- che non pretendiamo da
me Gesù, di amare i fra- noi stessi, lasciamo il giu-
telli, di essere prossimo, dizio a Dio e sforziamoci
non basandoci sui meriti di avere l’occhio puro e
Gesù usa delle parole ma cercando di usare la limpido per poter vedere
molto dure: Nessuno ha il stessa misericordia che nell’altro semplicemente
diritto di giudicare il pro- Dio usa ad ognuno di noi. un fratello da amare nel
prio fratello. “Chi è senza peccato sca- pieno rispetto della sua
Eppure noi non siamo gli la prima pietra”, fede, della sua vita, della
capaci di non giudicare. “Perché guardi la pagliuz- sua libertà.
Siamo pieni di concetti, za che è nell’occhio del
cataloghiamo le persone

Maestri di spiri- Contemplo: La gioia e il dolore


tualità
Un'ecologia integrale Allora una donna domandò : E non è forse il liuto che accarez-
è fatta anche di sem-
plici gesti quotidiani Parlaci della Gioia e del Dolore. za il vostro spirito, il legno svuo-
nei quali spezziamo Ed egli rispose: La vostra gioia è tato dal coltello?
la logica della violen- il vostro dolore senza maschera. Quando siete contenti guardate
za, dello sfruttamen- in fondo al cuore e saprete che
E il pozzo da cui scaturì il vostro
to, dell'egoismo. Vi-
ceversa, il mondo del riso, sovente fu colmo di lacrime. ieri avete sofferto per quello che
consumo esasperato Come può essere diverso? oggi vi rende felici.
è al tempo stesso il Quanto più in fondo vi scava il E quando siete tristi, guardatevi
mondo del maltratta- in cuore e v’accorgerete di pian-
dolore, tanta gioia voi potrete
mento della vita in
contenere. gere per quello che ieri fu il vo-
ogni sua forma.
La coppa che contiene il vostro stro diletto.
(Papa Francesco) vino non è la stessa bruciata al (Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
pag.59)
forno del vasaio?

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 10


Santi del giorno: San Gaudenzio di Rimini, vesco-
vo e martire; beato Romano Lysko, sacerdote e

Guai al seme che non attende più nessuna prima-


Giovedì
Ottobre
28^ settimana Tempo Ordina-
14
rio
vera. (T. Codreanu)

Il santo del giorno: san Callisto I


Parola di Dio Un Papa ingiustamente accusato di eresia, ostacolato da diver-
in briciole si gruppi di "dissidenti" cristiani, destinato a un percorso tor-
tuoso ma "coronato" dal martirio. Le notizie sulla vita di san
Callisto I, che fu Papa dal 217 al 222, ci arrivano dalla testimo-
nianza di uno dei suoi maggiori detrattori, un antipapa. Calli-
Ogni nostra buona azione sto sarebbe stato uno schiavo, poi condannato per frode e
assume senso in Gesù fuggito in Portogallo; rientrato a Roma sarebbe stato "esiliato"
Pagina curata da Don Luciano V. M. ad Anzio ma poi papa Zeffirino lo avrebbe richiamato in città
per curare i cimiteri cristiani. Cominciò così lo scavo del se-
“...…perché tutti hanno peccato...”
polcreto sulla via Appia, oggi conosciuto con il nome di Cata-
(Rm 3,21-30a) combe di San Callisto. Eletto Papa, Callisto dovette affrontare
l'accusa di essere eretico nella formulazione del mistero della
Secondo san Paolo non vi può Trinità, ma in realtà egli non si discostò mai dall'ortodossia e
essere giustificazione se non
venne completamente riabilitato dal suo stesso martirio.
per mezzo della fede. La legge
mosaica, che era stata guida
fondamentale del popolo e-
braico, viene superata dalla
grazia che ci viene data attra-
verso il sacrificio di Gesù. Vangelo Lc 11,47-54
Questo significa che ogni atto In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i
che facciamo e che ogni azione sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così
buona che compiamo assume voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi
senso proprio in lui e nel suo li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha
sacrificio redentore. Altrimen- detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccide-
ti, rischieremmo di pensare di ranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia
essere salvati in base alle no- chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin
stre opere, che per quanto
dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di
buone possano essere, non
possono darci la salvezza. Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi
Questo ci spiega anche perché dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
le opere servono a dare consi- Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la
stenza alla nostra fede: che chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli
senso avrebbe di dire di crede- che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu u-
re in Gesù e nella sua grazia, se scito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in
questo non ci porta poi, a ren- modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tenden-
derla operativa attraverso dogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dal-
l’amore concreto verso Dio e la sua stessa bocca.
gli altri? Sarebbe semplicemen-
te una finzione o un’illusione
ingannevole.

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 11


“Essere parte di questo grande gregge….” pagina curata da Don Luciano
gratuitamente per Fede semplice, fede con-
l’amore che ha per noi. tadina, ma anche abban-
Nessuno può nulla senza dono profondo, fiducia
di lui e in lui tutto è pos- assoluta nella convinzio-
sibile. ne che Dio sa tutto e che
Impariamo a sentirci tutto dipende da lui.
parte di questo grande Questo non significa che
gregge che cammina per siamo delle marionette o
il mondo, senza essere che non è indispensabile
del mondo, che affronta la nostra partecipazione.
tempeste e paure se- Dio ci vuole partecipi, in
guendo con piena fiducia un continuo stato di
Dinanzi a Dio siamo tut- il proprio Pastore, verso conversione, in cammi-
ti uguali, siamo tutti pec- la casa del Padre. no, accettando la sua vo-
catori e quindi tutti biso- lontà fino alla piena rea-
In diverse lingue e anche
gnosi della sua grazia. lizzazione della persona
in alcuni dialetti italiani,
Dio ci ama non in pro- che è in noi.
c’è una formuletta che
porzione alle nostre ope-
anche le persone sempli-
re e forse neanche per
ci ripetono spesso e che
l’impegno quotidiano di
tradotta in italiano signi-
accogliere Cristo, ma
fica il Signore lo sa.

Contemplo: La colpa e il castigo


Maestri di
spiritualità Allora un giudice della città si non potrà nuocere se non con il
fece avanti e domandò: Parlaci volere nascosto di tutti.
della Colpa e del Castigo. Insieme ve ne andate, come in
O mio Dio, Ed egli rispose dicendo: processione, al vostro Io divino.
Sovente vi ho udito dire di chi Voi siete la via e i viandanti.
il mio cuore è come sbaglia: non è uno di noi, è un E quando cade uno di voi, egli
un mare vasto intruso, estraneo al nostro mon- cade per chi segue, e lo ammo-
sempre agitato dalle do. nisce con il suo inciampo.
tempeste; Ma io vi dico: come il santo e il Ahimè, pure egli cade per chi gli
giusto non potranno innalzarsi sta dinnanzi, benchè sicuro del
fa' che trovi in te al di sopra di voi. Così il vile e il suo piede non rimosse
a pace e il riposo. malvagio non potranno cadere l’ostacolo.
(Sant' Agostino) al di sotto di voi. (Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
E come la foglia non ingiallisce pag.75)
senza che tutta la pianta ne sia
complice muta, così il malvagio

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 12


Il santo del giorno: San Barses di Edessa, ve-
scovo; beato Narciso Basté Basté, sacerdote e
martire.
C’è una strada che se la segui ti conduce in tutte
Venerdì
Ottobre
28^ settimana Tempo Ordinario
15
le direzioni: “il rispetto”. (A. Cuomo)

I santi del giorno: santa Teresa d’Avila


Parola di
Parola di Dio
Dio
in briciole
in briciole Solo quando si costruisce nell'anima un luogo aperto alla vita di Di-
o, si può contribuire a dare forma al mondo secondo l'autentico spi-
rito evangelico. Al di là della grande eredità lasciata alla famiglia reli-
giosa carmelitana, è questo il più profondo messaggio spirituale la-
sciato da santa Teresa d'Avila, monaca, mistica e dottore della Chie-
Far crescere la fede nella
sa. Nata nel 1515 ad Avila, al secolo Teresa de Cepeda y Ahumada,
quotidianità
viene ricordata per la sua opera riformatrice del Carmelo, radicata in
pagina curata da Don Luciano
“...…ma crede in colui che giustifica un desiderio di ritorno alla purezza delle origini. Ma giungono a noi
l’empio....” anche i suoi scritti che rappresentano un patrimonio fondamentale
(Rm 4,1-8)
della mistica e della spiritualità. Il suo cammino in alcuni momenti
Abramo e Davide sono due
conobbe anche grossi ostacoli, superati con costanza e coerenza.
personaggi di primo piano nel-
la storia biblica: essi hanno Morì nel 1582.
compiuto grandi imprese per
Dio e sono entrati
nell’immaginario religioso co-
me suoi amici. Eppure, secon-
do san Paolo, la loro grandez-
za non dipende dalle opere che
hanno compiuto. Esse, pur Vangelo Lc 12,1-7
denotando il loro grande ani- In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al
mo e il loro amore profondo punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a
per Dio, erano il risultato di un dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievi-
aspetto fondamentale della lo- to dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto
ro vita: la grande fede. Quindi, che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciu-
il pensiero di Paolo è chiaro: se to. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in
questi uomini sono diventati piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze
grandi anzitutto per la loro fe- più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, ami-
de, anche noi potremmo di- ci miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e
ventarlo, se ogni giorno faces- dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò in-
simo crescere la nostra fede vece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver
nella quotidianità; impegnan- ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico,
doci in questo, anche noi di- temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per
venteremo sempre più amici di due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato
Dio e saremo capaci di com- davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti
piere per lui grandi cose, pur contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
nella semplicità della nostra
vita ordinaria.

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 13


“Sarò con voi ogni giorno della vostra vita ..” curata da don Luciano-

abbandonato, ma perché E’ una promessa che


ci sta portando in brac- Gesù ci ha fatto: sarò
cio. con voi ogni giorno della
vostra vita fino alla fine
Nei momenti di soffe-
dei tempi, perché la vo-
renza, quando ci sentia-
stra gioia sia piena.
mo abbandonati da tutti,
quando tutto va male e Noi possiamo solo ab-
la sofferenza ci squarcia bandonarci fiduciosi fra
Gesù ci rassicura sul va-
l’anima, non è facile cre- le sue braccia , con gli
lore di ognuno di noi.
dere che Dio è lì con occhi rivolti al cielo spe-
Egli ci ama e si prenderà
noi. Non lo sentiamo, rando oltre ogni speranza
cura di noi.
ripiegati come siamo su e lasciandoci amare.
Powers in una sua medi- noi stessi, ci sembra che
tazione ha scritto che anche lui ci abbia abban-
quando i nostri occhi donato, ed invece è ne-
non vedono sulla strada cessario credere che lui
della vita le orme di Dio è al nostro fianco e ci sta
al fianco delle nostre, sorreggendo.
non è perché Dio ci ha

Maestri di spiri-
tualità Contemplo: Il lavoro
L'aquila che sorregge Allora un contadino domandò: quando le altre tutte insieme can-
i suoi piccoli ci invita Parlaci del Lavoro. tano?
a nostra volta a sor- Ed egli rispose, dicendo: Voi dite che il lavoro è maledetto
reggere e a lasciarci e la fatica una sventura.
Voi lavorate per seguire la terra e
reggere, il che, forse,
la sua anima. Ma io vi dico che mentre lavorate
costituisce il medesi-
Poi che oziare è allontanarsi dalle si compie la parte più remota del
mo gesto: "Quanti
stagioni e dal corso della vita, che sogno della terra, che vi fu dato
sperano nel Signore
solenne e fiera e vinta procede quando la terra nacque.
riacquistano forza,
mettono ali come all’infinito. Così vivendo di fatica, voi amate
aquile, corrono sen- Quando lavorate siete un flauto in verità la vita.
za affannarsi, cam- che nel suo cuore volge in musi- E amando la fatica della vita, voi
minano senza stan- ca il mormure del tempo. ne capite il segreto più profondo.
carsi" Is 40,31. Fra voi, chi mai vorrebbe essere (Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta,
(Anne Lécu) una canna silenziosa e muta, pag.55)

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 14


I santi del giorno: Santa Margherita Maria Ala-
coque, vergine; san Gerardo Maiella, religioso.

Se dici sempre la verità non devi ricordare nul-


Sabato
Ottobre
28^ settimana Tempo Ordinario
16
la. ( M. Twain)

Parola di Dio Il santo del giorno: santa Edvige


in briciole
Il Vangelo è uno strumento potente che permette di get-
tare ponti tra mondi e culture, di avvicinare gli uomini, di
unire le nazioni nel segno della solidarietà. Lo testimonia
santa Edvige, che fu duchessa di Slesia e di Polonia: di
Vangelo: Lc 12,8-12 origine tedesca si trovò a farsi carico delle necessità di
una terra, la Slesia, di cultura slava che all'epoca doveva
fare i conti con una presenza sempre più forte di gruppi
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
di cultura germanica. Era nata nel 1174 nell'Alta Baviera,
discepoli: «Io vi dico: chiunque sposò il futuro duca di Slesia ed ebbe sei figli. Nelle con-
mi riconoscerà davanti agli uomi- troversie familiari e di governo ebbe sempre il ruolo di
ni, anche il Figlio dell’uomo lo mediatrice ma questo non la distraeva da una vita rigoro-
riconoscerà davanti agli angeli di samente evangelica e da un'attenzione particolare per i
Dio; ma chi mi rinnegherà da- poveri che, diceva, "sono i nostri padroni". Vedova nel
vanti agli uomini, sarà rinnegato 1238 si fece monaca. Morì nel 1243.
davanti agli angeli di Dio. Chiun-
que parlerà contro il Figlio
dell’uomo, gli sarà perdonato; ma
a chi bestemmierà lo Spirito San- Medita a cura di Don Luciano - Parroco di Bovegno
to, non sarà perdonato. Quando
vi porteranno davanti alle sinago-
Sperare contro ogni speranza, così ebbe fede il nostro padre
ghe, ai magistrati e alle autorità,
Abramo.
non preoccupatevi di come o di Se lo traduco nelle ore della mia giornata, quanti salti
che cosa discolparvi, o di che co- mortali dentro il vortice delle mie relazioni, dentro gli in-
sa dire, perché lo Spirito Santo vi trighi della storia, persino dentro quella piccola piazza di
insegnerà in quel momento ciò mistero che è lo specchio che accoglie il mio volto al mat-
che bisogna dire». tino|
Sperare contro ogni speranza nel volere bene alla mia vita.
Credere, ad oltranza, all’amore che inturgida ogni cosa: è il
salto di qualità che mi rende credente.
Forse è questa l’opera primordiale dello Spirito che è ne-
cessario custodire dentro lo scrigno della fede per non
smarrire, irrimediabilmente, il senso di quello che sto vi-
vendo.

Non di solo pane 28^ settimana Tempo Ordinario n. 1009 pagina 15


lo……….ma gli sfuggì dalle
“La scoperta del poeta” dita, mostrando due pellicole
a cura di don Luciano Vitton Mea trasparenti che lo portarono
verso la finestra, chiusa da
oscure persiane.
Incuriosito, il poeta spalancò
le imposte chiuse da sempre,
quasi rispondendo alla tacita
richiesta dell’essere scono-
sciuto.
Ne seguì il volo con gli occhi
finchè scomparve: ma il suo
sguardo affascinato non riu-
scì più a staccarsi dalle im-
magini che gli erano apparse
miracolosamente nell’istante
in cui la sua finestra, per la
prima volta si era aperta sul
Un giovane poeta, secondo rappresentarsi le più perfette mondo.
l’antica tradizione, viveva solo, e armoniose forme che mai (Rosella Vacchino, da la Mora-
in una remota torre d’avorio arte umana o divina avrebbe le della Favola.)
che aveva un’unica finestra, potuto creare…..
sempre chiusa e oscurata da Ma, prima o poi, anche que-
imposte tarlate. sto mondo fantastico gli ve- “Nella nostra epoca trava-
Come tutti i poeti ormai fuori niva a noia, la sua immagine gliata, occorre più che mai
moda, era tanto triste. si esauriva, ed egli si sentiva distogliere gli occhi dal
Ogni giorno si poneva doman- più che mai triste e disposto giornale quotidiano per al-
de senza risposta sul mondo, la a scrivere solo i versi più te- zarli verso quel giornale e-
vita, l’uomo, l’anima, Dio …., tri. terno le cui lettere sono le
finchè per sfuggire a queste Una sera, proprio mentre si stelle, il cui contenuto è
disperate elucubrazioni, non accingeva a versare copiose l’amore, e il cui redattore è
decideva di rifugiarsi nel mon- lacrime d’inchiostro, notò Dio.”
do irreale e meraviglioso della sulla candida pagina intatta, (Ch. Morgenstern)
fantasia. un punto nero.
Immaginava spettacoli straor- L’osservò da vicino, ma que-
dinari per bellezza o crudeltà, sto…..si muoveva!
si esaltava nel sognare imprese Lo seguì oltre il margine del
audaci e finora intentate, nel foglio, provò ad afferrar-

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