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Musumeci Marco
Vizzari Domenico
SOMMARIO
1
INDICE DELLE FIGURE
2
INDICE DELLE TABELLE
3
1 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA
L’edificio in esame, progettato da Le Corbusier nel 1928, è ubicato nel quartiere Weissenhof di Stoccarda. La
pianta presenta una forma rettangolare avente dimensioni 24x5 metri. Gli impalcati sono sorretti da pilotis a
vista e lungo il lato maggiore è presente uno sbalzo avente larghezza pari ad 1 metro.
La struttura si sviluppa su due piani aventi altezze rispettivamente di 3,6 e 3,4 metri.
Questa esercitazione si propone di realizzare, a partire dal progetto di Le Corbusier, una struttura in acciaio
controventato rispettosa delle normative vigenti in ambito sismico.
Per questo motivo è stata scelta una struttura di tipo pendolare con controventi a diagonale tesa attiva. Le
diagonali sono degli elementi che riescono a manifestare una buona duttilità, permettendo all’edificio di
dissipare energia se sottoposto a forze orizzontali di natura sismica.
Gli impalcati utilizzati sono in lamiera grecata da 8/10 mm con soletta superiore collaborante in conglomerato
cementizio armato, avente uno spessore di 4 cm.
4
La struttura è stata cosi schematizzata:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
B
500
A
100
270 270 270 270 270 270 270 270 270
2430
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1B 1A
340
360
270 270 270 270 270 270 270 270 270 500 100
2430
5
2 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
L’acciaio utilizzato è di tipo S275 ed è caratterizzato da una tensione di snervamento fyk e di rottura ftk
rispettivamente di 275 e 430 N/mm2 (per elementi aventi uno spessore nominale minore o uguale a 40 mm).
Le altre quantità caratteristiche dell’acciaio presentano invece i seguenti valori:
- Modulo di Young E = 210'000 N/mm2
- Modulo di elasticità tangenziale G = E/[2(1+ν)] = 80769 N/mm2
- Coefficiente di Poisson ν = 0,3
- Coefficiente di espansione termica lineare α = 12∙10-6 (fino a temperature di 100 °C)
- Densità ρ = 7850 kg/m3
Il predimensionamento è stato effettuato sulla base di considerazioni generali sul comportamento della
struttura mediante calcoli semplificati.
Per determinare i carichi della struttura è necessario conoscere le dimensioni geometriche delle sezioni in
modo da poter calcolare il peso proprio, perciò si è scelto di procedere per via iterativa, fissando delle
dimensioni alle sezioni per poi verificarne la correttezza. La combinazione scelta è quella sismica.
Per valutare gli effetti dell’azione sismica sono stati considerati i pesi che compaiono nella seguente relazione:
Nel valutare i carichi permanenti si è quindi fatto riferimento a valori di massima, indicati nelle seguenti
tabelle:
6
PESI UNITARI (PRIMO PIANO) KN/m
Solaio in lamiera grecata - soletta in c.a. (H=12cm ; s=4cm) 1.6
Sottofondo 0.6
Pavimento 0.4
Controsoffitto Attrezzato 0.3
Impianti 0.2
Tramezzi Leggeri 0.5
Incidenza Curtain Walls 0.8
Incidenza Strutture Acciaio 0.8
G1 + G 2 5.2
Qkj 2
ψ2j 0.3
G1 + G2 + ΣQkjψ21 5.8
7
Per quanto riguarda invece i carichi nella condizione agli SLU si ha:
Il valore del fattore di struttura da utilizzare dipende dalla tipologia strutturale, dal suo grado di iperstaticità,
dai criteri di progettazione adottati e tiene conto della non linearità del materiale. Esso può essere calcolato
secondo la seguente espressione:
𝑞 = 𝑞0 ∙ 𝐾𝑅
8
In cui
𝑞0 è il valore massimo del fattore di struttura che dipende dal livello di duttilità attesa, dalla tipologia
strutturale e dal rapporto 𝛼𝑢 /𝛼1 tra il valore dell’azione sismica per il quale si verifica la formazione
di un numero di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il quale il primo
elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione.
𝐾𝑅 è un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarità in altezza della costruzione. Si
assume pari ad 1 per costruzioni regolari in altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari.
I fattori di struttura per tutti i tipi di strutture sono riportati nella tabella di normativa:
Tabella 3 - Limiti superiori dei valori di q0 per le diverse tipologie strutturali e classi di duttilità.
9
4 ANALISI STATICA LINEARE
L’analisi lineare statica consiste nell’applicazione di forze statiche equivalenti alle forze di inerzia indotte
dall’azione sismica e può essere effettuata a condizione che il periodo del modo di vibrare principale nella
direzione in esame (𝑇1) non superi 2,5 ∙ 𝑇𝐶 o 𝑇𝐷 e che la costruzione sia regolare in altezza. Per costruzioni
civili o industriali che non superino i 40m di altezza e la cui massa sia approssimativamente uniformemente
distribuita lungo l’altezza, T1 può essere stimato utilizzando la formula seguente:
3
𝑇1 = 𝐶1 ∙ 𝐻 4
dove:
H è l’altezza della costruzione, espressa in metri;
C1 è un coefficiente pari a 0,085 per costruzioni con struttura a telaio in acciaio, 0,075 per
costruzioni con struttura a telaio in calcestruzzo armato e 0,050 per costruzioni con qualsiasi
altro tipo di struttura.
Regione Calabria
Provincia RC
Comune Reggio Calabria
VN [Anni] 50
CU 1
Stato Limite SLV
Categoria Sottosuolo C
Categoria Topografica T1
H [m] 7
C1 0.085
T1 [s] 0.366
10
Figura 2 - Spettro di progetto.
11
La forza da applicare a ciascun impalcato vale:
𝑊𝑖 𝑧𝑖 𝑊
𝐹𝑖 = 𝐹ℎ 𝑐𝑜𝑛 𝐹ℎ = 𝑆𝐷 𝑇 𝜆
𝑤𝑗 𝑧𝑗 𝑔
dove:
𝑆𝐷 𝑇 = ordinata dello spettro di risposta di progetto;
Wi,Wj = pesi delle masse i e j;
W = peso totale della struttura;
zi, zj = quote rispetto al piano di fondazione delle masse i e j;
𝜆 = coefficiente pari a 0,85 se la costruzione ha almeno 3 orizzontamenti e se T1 < 2 TC, pari a 1 in tutti gli altri
casi.
λ 1
Fh [KN] 400,06
Per quanto concerne gli effetti torsionali (per edifici che hanno una distribuzione simmetrica delle masse e
delle rigidezze) la normativa permette di valutare tali effetti attraverso l’introduzione di un coefficiente δ che
amplifica i valori di forza sopra ricavati e che risulta essere pari a:
in cui:
x è la distanza dell’elemento resistente verticale dal baricentro geometrico di piano, misurata
perpendicolarmente alla direzione dell’azione sismica considerata;
Le è la distanza tra i due elementi resistenti più lontani, misurata allo stesso modo.
Nel caso in esame occorre valutare il valore di δ in funzione della direzione del sisma, della posizione degli
elementi resistenti e tenendo conto dell’eccentricità che esiste tra centro rigidezza e centro di massa per la
presenza dello sbalzo lungo tutta la facciata dell’edificio.
I risultati ottenuti sono i seguenti:
12
SISMA DIREZIONE X
x 0,68
CONTROVENTI FILA A: xA 1 0,6 1 0,6 1,08
Le 5
x 4,32
CONTROVENTI FILA B: xB 1 0,6 1 0,6 1,52
Le 5
SISMA DIREZIONE Y
x 12,25
CONTROVENTI 1 -10: y 1 0,6 1 0,6 1,3
Le 24,5
Noti i coefficienti di amplificazione torsionale è possibile determinare la forza sismica che agisce sulla
struttura nei casi in cui il sisma provenga dalla direzione x o dalla direzione y. Tale forza si ripartisce
equamente sugli elementi resistenti. Se il sisma proviene in direzione x, allora la forza si divide per 4 (2
controventi sulla fila A e altri 2 sulla fila B), moltiplicando per δxA i controventi lungo A e per δxB i controventi
lungo B:
CONTROVENTI FILA A
CONTROVENTI FILA B
Invece in direzione y sono presenti 2 elementi resistenti (il portale 1,A-B e quello 10,A-B). Di conseguenza la
forza sismica va moltiplicata per δy e divisa solo per due:
13
5 PREDIMENSIONAMENTO
Note le azioni di taglio che interessano gli elementi resistenti è possibile procedere con il
predimensionamento delle diagonali. Per questa struttura sono state scelti dei controventi concentrici a
diagonale tesa attiva, dove l’azione dissipativa è affidata alle solo diagonali tese. Per una migliore
comprensione si osservi il seguente schema statico:
14
L’azione tagliante viene trasferita alla diagonale che lavora a trazione. Il valore dello sforzo normale dipende
dall’inclinazione della diagonale rispetto all’orizzontale ed è pari a:
Ti
N Ed ,i
cos i
Quindi è possibile determinare l’area resistente a partire dalla tensione di snervamento dell’acciaio:
N d , Ed ,i
Ateorica
f yk
Sono stati scelti profili scatolari quadrati, garantendo sempre un’area maggiore di quella teorica.
Un altro parametro importante è la snellezza adimensionale espressa dalla seguente formula:
l0 1
i E
f yk
Per garantire alla struttura di manifestare un comportamento duttile nella sua globalità, il rapporto tra il
massimo ed il minimo dei coefficienti di sovraresistenza non deve essere maggiore del 25%, ovvero:
MAX
1,25
min
15
5.1 Predimensionamento controventi
Si riportano di seguito i calcoli relativi al progetto per ogni singolo controvento:
DIREZIONE Y
CONTROVENTI PORTALI AB1; AB10
PIANO 1
As teorica 1165,19
l0 1
i E 1,644 <2
f yk
PIANO 2
As teorica 664,6513404
l0 1
1,924959402 <2
i E
f yk
16
DIREZIONE X
CONTROVENTI PORTALI A1-A2 ; A9–A10
PIANO 1
As teorica 655,61
l0 1
1,39 <2
i E
f yk
PIANO 2
As teorica 367,6597093
l0 1
i E 1,67 <2
f yk
17
CONTROVENTI PORTALI B1–B2 ; B9–B10
PIANO 1
As teorica 920,3726385
l0 1 516
1,46 <2
i E
f yk
PIANO 2
As teorica 516,14
l0 1
i E 1,73 <2
f yk
18
5.2 Predimensionamento colonne
Per le colonne il dimensionamento si effettua tenendo conto del carico gravitazionale e, nel caso dei portali
controventati, del contributo che le diagonali trasmettono ad esse.
Si procede considerando che la sezione trasversale sia uniformemente compressa e si determina la Nb,Rd, vale
a dire la resistenza all’instabilità dell’asta compressa, che deve essere maggiore dello sforzo normale di
progetto dalla colonna:
N b , Rd
1
N Ed
f yk
N b, Rd
M1
In particolare il termine χ dipende dal tipo di acciaio utilizzato e dalle caratteristiche della sezione ed è
espresso dalla formula:
1
1
2 2
0,5 1 0,2 2
Il termine α è un fattore di imperfezione dell’acciaio che nella struttura in esame assume valore pari a 0,34 e
si ricava dalla seguente tabella:
19
Tabella 15 - Cruve d'instabilità per varie tipologie di sezioni e classi d'acciaio, per elementi compressi.
20
Per quanto riguarda invece la snellezza adimensionale nel caso di sezioni appartenenti alle classi 1,2 e 3 si
utilizza l’espressione:
A f yk
N cr
dove Ncr rappresenta il carico critico elastico, dipendente dalla lunghezza libera di inflessione:
2 EI
N cr
l0 2
Occorre prestare molta attenzione alle colonne dei portali controventati. Queste ultime infatti devono essere
dimensionate tenendo conto non solo del carichi gravitazionali, ma anche di quelli simici trasmessi dalle
diagonali. Per questo motivo la normativa prescrive la seguente formulazione per ricavare lo sforzo normale
di progetto NEd:
N Ed N Ed , g 1,1 Rd N Ed , e
con:
- NEd,g = carico gravitazionale agente sulla colonna;
- γRd = coefficiente di sovraresistenza del materiale (per l’acciaio S275 vale 1,15);
- NEd,e = sforzo normale di trazione della diagonale.
Si riporta di seguito una tabella con tutti i calcoli relativi al predimensionamento delle colonne dell’edificio:
21
I asse debole
Piano Pilastro Ned,g [KN] Ω Ned,e Npi,Ed PROFILO A [mm^2] lo [mm]
[mm^4]
1 1-A 121,16 500,72 815,82 HEA200 5383 13360000 3600
1 2-A 210,83 180,29 460,95 HEA160 3877 6156000 3600
1 3-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 4-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 5-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 6-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 7-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 8-A 210,83 0,00 210,83 HEA140 3142 3893000 3600
1 9-A 210,83 180,29 460,95 HEA160 3877 6156000 3600
1 10 - A 121,16 500,72 815,82 HEA200 5383 13360000 3600
1,10
1 1-B 81,48 573,53 877,15 HEA200 5383 13360000 3600
1 2-B 140,47 253,10 491,60 HEA160 3877 6156000 3600
1 3-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 4-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 5-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 6-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 7-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 8-B 140,47 0,00 140,47 HEA140 3142 3893000 3600
1 9-B 140,47 253,10 491,60 HEA160 3877 6156000 3600
1 10 - B 81,48 573,53 877,15 HEA200 5383 13360000 3600
22
Piano Pilastro PROFILO N cr [N] λ φ Χ Nb, Rd [KN} Nb, Rd/Npi, ed
1 1-A HEA200 2134421 0,833 0,954 0,704 992,54 1,217
1 2-A HEA160 983495,1 1,041 1,185 0,571 579,92 1,258
1 3-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 4-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 5-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 6-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 7-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 8-A HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 1,912
1 9-A HEA160 983495,1 1,041 1,185 0,571 579,92 1,258
1 10 - A HEA200 2134421 0,833 0,954 0,704 992,54 1,217
1 1-B HEA200 2134421 0,833 0,954 0,704 992,54 1,132
1 2-B HEA160 983495,1 1,041 1,185 0,571 579,92 1,180
1 3-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 4-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 5-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 6-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 7-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 8-B HEA140 621953,6 1,179 1,361 0,490 403,09 2,870
1 9-B HEA160 983495,1 1,041 1,185 0,571 579,92 1,180
1 10 - B HEA200 2134421 0,833 0,954 0,704 992,54 1,132
23
5.3 Predimensionamento travi
Le travi sono state dimensionate a flessione retta, valutando il momento massimo in mezzeria. Poiché la
struttura è di tipo pendolare, le travi possono essere schematizzate come elementi appoggiati alle due
estremità e caricate uniformemente. Di conseguenza il momento massimo vale:
q l2
M Max
8
Quindi è possibile ricavare il modulo resistente minimo della sezione attraverso la formula:
M Max
Wmin
f yd
Dove γM1 rappresenta è un coefficiente di sicurezza per la stabilità delle membrature ed è pari ad 1,05.
Di seguito vengono riportate le sezioni ottenute:
Piano Colonna L [m] p(x) [KN/m] M max [KNm] Wmin [cm^3] Profilo
1 Trave A,B,1 e A,B,10 1,35 14,148 44,21 168,81 IPE200
1 Trave da A,B,2 a A,B,9 2,7 28,296 88,43 337,62 IPE270
1 sbalzo A,1 e A,10 1,35 14,553 7,28 27,78 IPE100
1 sbalzo da A,2 a A,9 2,7 29,106 14,55 55,57 IPE140
Si noti che il termine p(x) altro non è che il carico distribuito per unità di lunghezza che grava sulle travi,
ottenuto moltiplicando i carichi gravitazionali agli SLU (espressi in KN/m2) per l’interasse b.
24
6 MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA IN SAP2000
Ultimato il predimensionamento, la struttura è stata modellata utilizzando SAP2000, ricavando per ogni telaio
le caratteristiche della sollecitazione.
CARPENTERIA COPERTURA
25
Figura 6 - Carpenteria copertura.
26
TELAIO DIREZIONE Y
27
TELAIO DIREZIONE X FILA A
7 ANALISI MODALE
L’analisi modale tiene conto del reale comportamento della struttura in campo lineare.
28
PESI UNITARI (PRIMO PIANO) KN/m
Solaio in lamiera grecata - soletta in c.a. (H=12cm ; s=4cm) 1.6
Sottofondo 0.6
Pavimento 0.4
Controsoffitto Attrezzato 0.3
Impianti 0.2
Tramezzi Leggeri 0.5
Incidenza Curtain Walls 0.8
Incidenza Strutture Acciaio 0.8
G1 + G 2 5.2
Qkj 2
ψ2j 0.3
G1 + G2 + ΣQkjψ21 5.8
7
Figura 11 - I modo di vibrare, vista 3D.
MODO 2
30
In cui
𝑞0 è il valore massimo del fattore di struttura che dipende dal livello di duttilità attesa, dalla tipologia
strutturale e dal rapporto 𝛼𝑢 /𝛼1 tra il valore dell’azione sismica per il quale si verifica la formazione
di un numero di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il quale il primo
elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione.
𝐾𝑅 è un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarità in altezza della costruzione. Si
assume pari ad 1 per costruzioni regolari in altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari.
I fattori di struttura per tutti i tipi di strutture sono riportati nella tabella di normativa:
Tabella 3 - Limiti superiori dei valori di q0 per le diverse tipologie strutturali e classi di duttilità.
9
Figura 15 - III modo di vibrare, vista 3D.
32
MOMENTO E TAGLIO AGENTI NEL TELAIO IN DIREZIONE Y
33
MOMENTO E TAGLIO AGENTI NEL TELAIO CONTROVENTATO IN DIREZIONE Y
34
SFORZO NORMALE AGENTE NEL TELAIO IN DIREZIONE X
35
L’azione tagliante viene trasferita alla diagonale che lavora a trazione. Il valore dello sforzo normale dipende
dall’inclinazione della diagonale rispetto all’orizzontale ed è pari a:
Ti
N Ed ,i
cos i
Quindi è possibile determinare l’area resistente a partire dalla tensione di snervamento dell’acciaio:
N d , Ed ,i
Ateorica
f yk
Sono stati scelti profili scatolari quadrati, garantendo sempre un’area maggiore di quella teorica.
Un altro parametro importante è la snellezza adimensionale espressa dalla seguente formula:
l0 1
i E
f yk
Per garantire alla struttura di manifestare un comportamento duttile nella sua globalità, il rapporto tra il
massimo ed il minimo dei coefficienti di sovraresistenza non deve essere maggiore del 25%, ovvero:
MAX
1,25
min
15
e1 f
min ; tb ;1 (per bulloni di bordo nella direzione del carico applicato)
3 d 0 f t
p1 f
min 0.25; tb ;1 (per bulloni interni nella direzione del carico applicato)
3 d 0 ft
2,8e2
k min 1,7;2,5 (per bulloni di bordo nella direzione perpendicolare al carico applicato)
d0
1,4 p 2
k min 1,7;2,5 (per bulloni interni nella direzione perpendicolare al carico)
d0
Le quantità e1, e2, p1 e p2 sono delle dimensioni geometriche riguardanti la posizione dei fori sui piatti e
devono rispettare le seguenti limitazioni:
37
Figura 17 - Posizione fori dei piatti secondo ntc 2008.
Invece, per verificare la resistenza a taglio dei bulloni nel loro insieme, è possibile utilizzare le seguente
relazione proposta dall’Eurocodice:
nb Fb, Rd
VRd VEd dove:
1 nb 2
nb
2
- nb = numero di bulloni dalla parte della trave portata (in questo caso 2);
- Fb,Rd = resistenza a taglio di un singolo bullone;
- α = 0 (poiché il collegamento sull’anima presenta una sola fila di bulloni);
6z
- (poiché il collegamento sull’anima presenta una sola fila di bulloni);
n1 n1 1 p1
- z = distanza tra l’ala del pilastro ed il centro della fila di bulloni
- n1 = numero di bulloni lungo una fila
Nel caso della struttura in esame, è stato progettato il giunto trave – colonna maggiormente sollecitato,
ovvero il nodo che collega la colonna A-1 con la trave A-B del primo piano.
Esso è soggetto ad un taglio VEd di 47,6 KN ed ad uno sforzo normale di 470 KN.
Il tipo di collegamento scelto è un giunto a cerniera con squadrette d’anima mostrato nell’immagine
sottostante:
38
Figura 18 - Esempio di giunto trave-colonna a cerniera con squadrette d'anima.
La squadretta utilizzata presenta invece 6 fori, 3 di essi attraversano l’anima della trave ed altri tre l’ala della
colonna. Di seguito vengono riportate le verifiche effettuate sia sul piatto che sui bulloni.
VERIFICA A TAGLIO
F1 / R F 2 / R H 12 V12 0,81
F1 F 2 H 12 V 12 R 31,59
0,6 f tb ARe s
Fv , Rd F1 73,728 SI
M2
Tabella 20 - Verifica a taglio collegamento trave - colonna.
39
VERIFICA A TRAZIONE
Ned [KN] 490
Ft,Ed = Ned/6 81,66667
Fv , Ed FT , Ed
1 0,956 SI
Fv , Rd 1, 4 FT , Rd
VERIFICA A RIFOLLAMENTO
e1/3*d0 0,53 e f
ftb/ftk 1,25 min 1 ; tb ;1
1 1 3 d 0 f t
α 0,53
k 2,5
40
VERIFICA EUROCODICE
nb (numero bulloni) 4
α 1
z (distanza fila bulloni-colonna) [mm] 30
n1 (numero bulloni per fila) 2
6z
0,6
n1 n1 1 p1
nb Fb , Rd
V Rd V Ed 53,17 SI
1 nb 2
nb
2
Se vi è presente sia sforzo normale che taglio, allora si deve adottare la seguente formula:
Fv , Ed FT , Ed
1
Fv , Rd 1,4 FT , Rd
con FT,Rd che rappresenta la resistenza di calcolo a trazione dei bulloni e vale:
0,9 f tb ARe s
FT , Rd
M2
41
Anche la verifica a rifollamento è quella già vista in precedenza ed è pari a:
Fb, Rd k f tk d t
dove:
- d = diametro del bullone;
- t = spessore del piatto
- k e α = coefficienti ottenuti considerando il valore minimo per ognuna delle seguenti espressioni:
e1 f
min ; tb ;1 (per bulloni di bordo nella direzione del carico applicato)
3 d 0 f t
p1 f
min 0.25; tb ;1 (per bulloni interni nella direzione del carico applicato)
3 d 0 ft
2,8e2
k min 1,7;2,5 (per bulloni di bordo nella direzione perpendicolare al carico applicato)
d0
1,4 p 2
k min 1,7;2,5 (per bulloni interni nella direzione perpendicolare al carico)
d0
42
L’azione di taglio sul singolo bullone, data dal rapporto FV,Ed = N/n (con n numero dei bulloni) deve essere
minore dell’azione resistente di progetto FV,Rd , data dal valore minimo tra la resistenza di calcolo a
rifollamento e la resistenza di calcolo a taglio.
Si è scelto di utilizzare 20 bulloni di classe 8.8 del diametro di 14 mm e un fazzoletto dello spessore di 10 mm.
VERIFICA A TAGLIO
Fv,Rd= 44,16 [KN] Fb,Rd= 66,88889 [KN] Bulloni di bordo Fv,Ed= 41,8319 [KN]
103,6778 [KN] Bulloni interni
SI
SI Bulloni di bordo
SI Bulloni interni
L’unione bullonata risulta essere verificata a taglio in quanto il valore minore delle resistenze che in questo
caso è rappresentato dalla resistenza a rifollamento dei bulloni di bordo è maggiore della forza di taglio
agente sul singolo bullone 𝐹𝑉,𝐸𝑑 .
VERIFICA A TRAZIONE
SI SI
43
Anche in questo caso l’unione bullonata risulta essere verificata a trazione, in quanto il valore minimo della
resistenza dei bulloni d’ala, che vengono sollecitati a trazione dalla forza di taglio agente sulla colonna, è
maggiore della forza di trazione agente sul singolo bullone 𝐹𝑡,𝐸𝑑 .
0,96541 < 1
SI
Tabella 28 - Verifica a trazione e taglio collegamento colonna-colonna.
Questa verifica va effettuata se i bulloni sono sollecitati sia a taglio che a trazione. Anche in questo caso la
verifica risulta soddisfatta.
in cui:
- ftk è la resistenza a rottura del più debole degli elementi collegati;
- β è un coefficiente che dipende dal tipo d’acciaio (vale 0,8 per acciai S235);
- γM2 è il coefficiente di sicurezza per la verifica delle unioni e vale 1,25;
44
dove N è lo sforzo normale nel controvento; Lc è la lunghezza del tratto di saldatura; α è l’angolo di
inclinazione del controvento; a è l’altezza di gola.
Nello specifico si è scelto di dimensionare il collegamento controvento nodo del portale A1-B1.
Il fazzoletto che si utilizza ha uno spessore di 10 mm mentre l’altezza di gola è di 5 mm.
N [KN] fyk [Mpa] sf [mm] Lc [mm] α *°+ a [mm] σⱶ *Mpa+ τ⸗ *Mpa+ σid *mm+
Asse x 88,71 430 10 50 0,93 5 106,4498 141,933 267,8927
Asse Y 109,5806 430 10 50 0,624023 5 177,8569 128,057 284,3041
Tabella 29 - Calcolo delle tensioni nelle saldature del collegamento controvento-nodo.
Lo sforzo normale è stato calcolato come 1,1 × 𝛾𝑅𝑑 × 𝑅𝑝𝑙 ,𝑅𝑑 diviso per i quattro cordoni d’angolo secondo il
criterio del capacity design. L’unione saldata risulta verificata sia nei portali lungo l’asse X che in quelli lungo
l’asse Y con una saldatura di 50 mm.
Il giunto colonna – fondazione ha lo scopo di trasmettere i carichi gravitazionali e le azioni di taglio della
colonna alla fondazione. È composto da una piastra saldata all’estremità della colonna in maniera simmetrica,
in modo da occupare un’area maggiore di quella delimitata dalle sole ali della sezione. A sua volta la piastra è
vincolata ad una base in calcestruzzo che ha il compito di scaricare le azioni gravitazionali sul terreno.
In primo luogo occorre dimensionare la piastra di base, verificando che la sua area sia maggiore di quella
richiesta:
FEd 2
Apiastra Areq ,con f jd f cd
f jd 3
ffd rappresenta la resistenza di progetto del calcestruzzo utilizzato per la base al di sotto della piastra ed è pari
a:
f ck
f cd cc
c
dove:
- fck = resistenza cilindrica del calcestruzzo;
- αcc = valuta gli effetti a lungo termine sulla forza di compressione e gli effetti negativi derivanti dalla
modalità di applicazione del carico;
- γC = coefficiente caratteristico del cemento.
45
Lo scopo di questa analisi è quello di determinare i modi di vibrare ed i rispettivi periodi di vibrazione della
struttura che descrivono le possibili configurazioni deformate della stessa sotto l’azione sismica.
A ciascun modo di vibrare è associato un cosiddetto fattore di partecipazione modale che indica con quanta
massa la struttura partecipa a quel modo. In particolare la normativa prescrive che vadano presi in
considerazione gli N modi a cui compete l’85% di massa partecipante. Nel caso in esame sono stati valutati i
primi 3 modi di vibrare. I risultati dell’analisi sono riportati di seguito in tabella:
Si può osservare come i primi due modi di vibrare risultino essere sostanzialmente traslazionali, mentre il
terzo torsionale. Inoltre il primo modo è caratterizzato da circa il 76% di massa partecipante in direzione y,
percentuale che sale a poco più dell’84% per il secondo modo di vibrare in direzione x. Questa leggera
differenza è imputabile sicuramente alla lunghezza della struttura che è molto maggiore rispetto alla
larghezza ed inoltre anche alla presenza dello sbalzo, che fa nascere una piccola eccentricità tra centro di
massa e centro di rigidezza.
È interessante confrontare il periodo del primo modo, pari a T = 0,944 sec con il periodo fornito dall’analisi
statica lineare, pari a 0,366 sec. Come è facile riscontrare dall’osservazione dello spettro di progetto, a periodi
via via crescenti si associano accelerazioni spettrali più basse (ad esclusione del tratto costante). Di
conseguenza è possibile concludere che l’analisi modale risulta essere meno gravosa rispetto a quella statica
lineare.
MODO 1
29
Figura 20 - Area efficace minima del piatto di collegamento tra colonna e la fondazione.
Nell’ipotesi che l’area della piastra sia equivalente all’area efficace, si possono avere due condizioni:
2c h 2t f (1)
2c h 2t f (2)
Inoltre, per garantire che l’area efficace non fuoriesca da quelle che sono le dimensioni reali della piastra,
occorre verificare che
h 2c hb
b 2c bb
Per quanto riguarda lo spessore della piastra di base, occorre determinare lo spessore minimo:
3 f jd M 0
t p t p ,min c
f yp
dove:
47
Note le caratteristiche geometriche del giunto è possibile dimensionare la saldatura che collega la sezione
della colonna alla piastra. Occorre quindi verificare che le sollecitazioni di taglio siano minori della resistenza
garantita dal cordone di saldatura, ovvero:
Fw,Rd rappresenta la resistenza del cordone per lunghezza unitaria, quindi può essere scritta come: fvw,d∙a , con
a che rappresenta l’altezza di gola.
fu / 3
f vw,d dove:
w M 2
Infine lweld,shear rappresenta la lunghezza efficace totale delle saldature in direzione di taglio e per le sezioni IPE,
HE e HD vale 2(l-2s), con s pari a 𝑎√2 e con l che indica la lunghezza della saldatura in direzione della forza di
taglio.
Per quanto riguarda invece i tirafondi, ovvero gli elementi che ancorano la piastra con la colonna alla
fondazione in calcestruzzo, possono essere realizzati secondo 3 vie:
- sfruttando l’aderenza tra barre di acciaio e calcestruzzo e sagomando i tirafondi a forma di uncino;
- con testa a martello;
- con piastra di estremità che trasmette il tiro mediante compressione del calcestruzzo.
Si è scelto di applicare la prima soluzione, utilizzando 2 bulloni M27 di classe 8.8 posti in direzione ortogonale
all’anima della colonna, in modo da poter garantire al giunto un comportamento simile ad una cerniera.
Di seguito si riportano i calcoli relativi al dimensionamento del giunto colonna – fondazione relativo alla
colonna 1 – B, soggetta ad uno sforzo normale di progetto NEd di 850 KN e un’azione di taglio VEd pari a 6 KN.
48
DIMENSIONAMENTO PIASTRA DI BASE
Ned [KN] 850
Ved [KN] 6
fck [N/mm2] 25 (per calcestruzzo C25/30)
αcc 1
γc 1,5
α 1,5
f ck
f cd cc 16,67
c
2
f jd f cd 16,67
3
N
A piastra A req Ed
51000 mm2
f jd
CALCOLO DI C
A eff [mm2] 51000
h [mm] 190
b [mm] 200
c [mm] 15,5
SPESSORE PIASTRA
fjd 16,67
γM0 1,05
fyp 275
3 f jd M 0
t p t p ,min c 6,77
f yp
49
SALDATURA PIASTRA DI BASE
sa 2 7,07
fu / 3
f vw,d leff l eff 40,65 >> Ved
w M 2 SI
50
10 Verifiche di sicurezza
La verifica si effettua rispetto allo stato limite di esercizio, ovvero secondo la seguente combinazione delle
azioni:
Poiché la struttura è pendolare, tutte le travi risultano essere appoggiate – appoggiate e la freccia massima in
mezzeria può essere scritta come la somma di due contributi: il primo dovuto al carico G1+G2 ed il secondo al
carico accidentale Q.
La normativa indica i seguenti limiti per gli spostamenti verticali, indicando con L la luce delle travi:
51
Piano Colonna1 Profilo I [mm4] b [m] (G1+G2) [KN] Q [KN]
Per le altre verifiche è stato valutato il taglio in corrispondenza degli appoggi e la flessione semplice in
corrispondenza della mezzeria.
52
Per quanto riguarda la prima verifica la normativa prescrive che l’azione tagliante VEd deve essere minore della
resistenza di calcolo a taglio Vc,Rd che vale:
Av f yk
Vc , Rd
3 M0
Il termine γM0 è un coefficiente pari a 1,05 e tiene conto della resistenza delle membrature, mentre AV è l’area
resistente a taglio, che per le sezioni ad I ed a H caricate nel piano dell’anima si può assumere pari a:
AV A 2 b t f t w 2 r t f
I termini b, tf, tw e r sono caratteristici della geometria della sezione come illustrato nell’immagine successiva.
VERIFICA APPOGGIO
Pia A b tf tw r
Trave Profilo Vsd [KN] Av [mm2] Vpl [KN]
no [mm2] [mm] [mm] [mm] [mm]
1 A1, B1 IPE220 47,60 3340 110 9,2 5,9 12 1591,08 240,59 SI
1 A2,B2 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A3, B3 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A4, B4 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A5, B5 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A6, B6 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A7, B7 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A8, B8 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A9, B9 IPE270 65,9 4595 135 10,2 6,6 15 2214,32 334,83 SI
1 A10, B10 IPE220 47,60 3340 110 9,2 5,9 12 1591,08 240,59 SI
53
2 A7, B7 IPE240 54,50 3912 120 9,8 6,2 15 1914,76 289,53 SI
2 A8, B8 IPE240 54,50 3912 120 9,8 6,2 15 1914,76 289,53 SI
2 A9, B9 IPE240 54,50 3912 120 9,8 6,2 15 1914,76 289,53 SI
2 A10, B10 IPE220 27,20 3340 110 9,2 5,9 12 1591,08 240,59 SI
TRAVI PERIMETRALI
Pia Vsd A b tf tw r Av Vpl
Trave Profilo
no [KN] [mm2] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm2] [KN]
1 A1 - A2 ad A9-A10 IPE140 7,90 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 B1 - B2 a B9-AB10 IPE140 7,90 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
2 A1 - A2 ad A9-A10 IPE140 7,90 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
2 B1 - B2 a B9-AB10 IPE140 7,90 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
SBALZI
Pia Vsd A b tf tw r Av Vpl
Trave Profilo
no [KN] [mm2] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm2] [KN]
1 A1 IPE100 7,00 1030 55 5,7 4,1 7 506,17 76,54 SI
1 A2 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A3 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A4 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A5 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A6 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A7 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A8 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A9 IPE140 28,10 1640 73 6,9 4,7 7 761,63 115,17 SI
1 A10 IPE100 7,00 1030 55 5,7 4,1 7 506,17 76,54 SI
54
La VEd risulta sempre essere minore del 50% della VRd, per questo motivo è possibile trascurare l’influenza del
taglio sulla flessione.
Si può passare direttamente alle verifica a flessione semplice, che è stata effettua confrontando i valori di
momento in mezzeria ottenuti dall’analisi con SAP2000, con i valori di momento resistente delle sezioni.
55
SBALZI
Piano Trave Profilo M,ed W,pl [cm^3] Mpl, rd Mpl,rd/M,ed
1 A1 IPE100 0,72 20,03 5,25 7,25 SI
1 A2 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A3 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A4 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A5 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A6 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A7 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A8 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A9 IPE140 6,50 34,2 8,96 1,38 SI
1 A10 IPE100 0,72 20,03 5,25 7,25 SI
56
10.2 Verifica diagonali
Una verifica prevista dall’eurocodice 8 per garantire l’indipendenza della risposta delle diagonali rispetto al
sisma, a prescindere che esso provenga da una direzione o dall’altra, consiste nel verificare la seguente
condizione:
A A
0,05
A A
Con A+ e A- che indicano rispettivamente le aree delle proiezioni orizzontali delle sezioni delle diagonali tese, a
seconda che il sisma arrivi dalla direzione positiva o da quella negativa.
Per la struttura in esame tale verifica risulta essere già soddisfatta, in quanto le diagonali sia lungo la fila A,
che lungo la fila B, hanno la stessa sezione e sono inclinati dello stesso angolo.
Un’altra possibile verifica riguarda sempre la diagonale che lavora a trazione, la quale deve sempre garantire
l’equilibrio alla traslazione orizzontale anche negli stati limite ultimi quando la diagonale compressa si
instabilizza. Tale condizione è verificata se:
VSd f yk Ad cos i Ri
dove:
57
Piano Diagonale Vsd [KN] Sezione Ad [mm2] θi [rad] Ri [KN]
1 A1-B1 e A10-B10 260,04 60*60*6,3 1310 0,62 292,35 SI
2 A1-B1 e A10-B10 151,14 50*50*5 873 0,60 198,52 SI
1 A1-A2 e A9-A10 108,18 50*50*4 719 0,93 118,63 SI
2 A1-A2 e A9-A10 62,88 40*40*3 434 0,90 74,22 SI
1 B1-B2 e B9-B10 151,86 50*50*6 1020 0,93 168,3 SI
2 B1-B2 e B9-B10 88,27 40*40*4 559 0,90 95,6 SI
Figura 23 - Verifica delle diagonali.
58
11 CONTROLLO DEGLI SPOSTAMENTI
Uno degli aspetti più critici della struttura in esame è sicuramente la valutazione dello spostamento dovuto
alle azioni orizzontali, in particolare per un sisma proveniente in direzione x. In questo caso si effettua una
verifica in condizioni di esercizio, ad esempio agli SLO. Sotto questa condizione lo spettro di progetto risulta
essere meno gravoso rispetto a quello utilizzato per verifica agli stati limite ultimo e di conseguenza anche le
forze sismiche agenti su ogni impalcato saranno minori (vedi immagine successiva).
Utilizzando questo spettro sono stati calcolati mediante SAP2000 gli spostamenti orizzontali dei portali A1-B1,
A2-B2 fino ad A10-B10 e poi confrontati con le limitazioni previste dalla normativa e proposte nella seguente
tabella:
59
1
Nel caso specifico lo spostamento relativo ammissibile al primo piano è 𝛿1 = 300 ∙ ℎ1 = 12𝑚𝑚 mentre al
1
secondo piano è 𝛿2 = ∙ ℎ2 = 11,3𝑚𝑚
300
I risultati ottenuti sono poi stati inseriti su un foglio dati excel e diagrammati come segue:
60
Piano Portale δ inter δ/h verifica
[mm]
1 A1-B1 2,3 0,000639 SI
1 A2-B2 5,2 0,001444 SI
1 A3-B3 8,2 0,002278 SI
1 A4-B4 10,1 0,002806 SI
1 A5-B5 11,1 0,003083 SI
1 A6-B6 11,1 0,003083 SI
1 A7-B7 10,1 0,002806 SI
1 A8-B8 8,1 0,00225 SI
1 A9-B9 5,2 0,001444 SI
1 A10-B10 2,3 0,000639 SI
7
Numero portale
6
spostamenti relativi
5 interpiano
4 limite normativa
1
0 5 10 15
δ[mm]
61
Spostamenti portali piano 2
10
7
Numero portale
6
spostamenti relativi
5 interpiano
4 limite normativa
1
0 5 10 15
δ[mm]
Per quanto riguarda invece la direzione y, gli spostamenti orizzontali sono ben al di sotto di quanto richiesto
dalla normativa, con spostamenti in testa di circa 4 mm.
62