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DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA- PARTE ISTITUZIONALE

Le sentenze corte di giustizia—> contribuito a creare il diritto dell’Ue con l’affermazione di alcuni
principi.
Il diritto dell’Ue si fonda sui trattati internazionali.
Unione Europea è un organizzazione internazionale complessa.

STORIA DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA


Ue è composta da 27 stati (26 con l’uscita del Regno Unito).
Il diritto ue si fonda sui trattati= incontro della volontà di due o piu stati per regolare una
determinata materia.
I trattati internazionali seguono una procedura solenne che prevede 3 fasi:
1. Negoziazione: gli Stati decidono il contenuto del trattato e i rappresentanti ne discutono. Si
chiude con la firma
2. Firma: sottoscrizione del trattato. Non vincola lo stato che quindi non si obbliga a rispettarlo.
3. Ratifica: è con la ratifica che si vincola lo stato a rispettare il trattato.

Per l’entrata in vigore del trattato si puo decidere che questo entri in vigore raggiunto un
determinato numero di ratifiche. Nel caso dell’unione europea un trattato entra in vigore quando è
stato ratificato all’unanimità degli stati. (Anche se un solo stato non lo ratifica, il trattato non entra
in vigore).

Il processo è iniziato negli anni 50 ed è tuttora in corso: 4 fasi per il periodo storico e per gli
sviluppi del processo stesso. Per ogni fase ci sono tre tendenze variabili:
- approfondimento
- Allargamento
- Differenziazione

Prima fase: 1950-1954


È la c.d. Fase politica, la spinta verso l’unificazione è molto forte. Il contesto è quello dopo la
seconda guerra mondiale: vi è la presenza problematica di uno stato molto forte, ossia la
Germania. La soluzione che gli stati avevano adottato a Versailles era quella di adottare misure
punitive per la Germania, ma ne da uscita ancora piu forte alimentando il nazismo.

Da un lato gli stati europei sono martoriati dalla guerra e vogliono quindi la pace ma dall’altra
devono trovare soluzioni diverse da quelle attuate dopo la fine del primo dopo guerra.
La spinta per la formazione dell’Ue viene sia dall’interno, ma anche dall’esterno, grazie agli usa.
Infatti nel 1947 gli usa attuano il piano Marshall per aiutare economicamente i paesi alleati con la
condizione che quegli stati gestissero in comune quelle risorse.
Allargamento: gli stati partecipi sono 6
Differenziazione=0
Approfondimento: avvio del processi di integrazione europeo che è avviato dagli anni 50 grazie alla
CECA.

CECA forma di integrazione avanzata che nasce da un idea di Monnet (signore francese che aveva
contatti con uomini politici e voleva garantire la pace in Europa)
Il carbone e l’acciaio sono le due risorse base per industria bellica e sono collocate in regioni da
sempre contese tra Francia e Germania.

Monnet voleva realizzare un organo, ossia l’alta autorità, che doveva essere composto da pochi
individui che proponessero tante idee.
Monnet presenta l’idea a Schumann, che presenta questo progetto: aderiscono Italia, Francia,
Germania e Benelux (Belgio, Olanda, Lussemburgo)—> c.d. Stati fondatori.

Primo trattato che entra in vigore è la ceca firmato nel 1951 è entrata in vigore nel’52.
Successivamente si sono creati altri trattati che pero non sono entrati in vigore:
- creazione esercito europeo (idea francese perche temeva la Germania)—> costituzione della
CED: comunità europea di difesa.

Seconda fase 1955-1992


Contesto della guerra fredda: mondo diviso tra USA e URSS —> blocco occidentale e sovietico
Questo periodo storico influenza il processo di integrazione in senso negativo: gli stati che sono
sotto il blocco comunista non possono entrare nel processo di integrazione europea e quindi sono
entrati a far parte dell’organizzazione solo gli stati del blocco occidentale.
Approfondimento: i sei stati fondatori dopo il primo fallimento (CED) capiscono che forme di
unificazione politica non sono possibile nell’immediato e quindi optano in primis per l’unione
economica e quindi vengono firmati altri due trattati nel 1958: riuniti sotto il nome di trattato di
Roma: CEE e CEEA

Si crea cosi un organizzazione internazionale che viene modificata gradualmente sulla base del
trattato di Roma.

Dopo la CEE si vuole integrare ancora di piu l’idea e quindi nasce l’idea di creare mercato unico:
nascita del gradualismo: creazione di un mercato unico nel territorio europeo, si stabiliscono
norme comuni in modo tale che l’integrazione politica verra da se. Intenzione di garantire la libera
circolazione di capitali, persone e merci: volontà di rendere il territorio dell’unione europea un
territorio unico dove prima vi erano dazi e dogane.
Atto unico entra in vigore nel 1987 e nasce da un progetto di trattato avanzato.

Trattato di Maastricht 1992: introduce modifiche notevoli nella struttura e nel funzionamento
della vecchia ue—> difficolta sulla sua ratifica. Caratteristica principale: fissa i passi per arrivare
alla moneta unica: euro
Trattato incisivo sulla sovranità di ogni stato e ha molto accresciuto il potere del parlamento
europeo.
La politica economica e fiscale realtà nelle mani degli stati membri, mentre la politica monetaria è
nelle mani della BCE.
Approfondimento: trattato del 1957 modificato dall’atto unico e dal tratto di Maastricht.
Allargamento: regno unico, Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna e Portogallo—> questo
allargamento crea disturbo ali stati fondatori che, volendo raggiungere unita politica, la Danimarca
e Regno Unito avevano tendenze diverse, mentre Grecia, Spagna e Portogallo entrano nell’Ue dopo
la caduta dei loro regimi dominanti (requisito per entrare nella CEE era quello di essere uno stato
democratico.)
Differenziazione: trattato di Schengen (concluso solo da alcuni stati), moneta unica ( trattato di
Maastricht fissa dei parametri economici e giuridici per entrare nell’unione monetaria- quindi non
entrano tutti subito ma gradualmente quando raggiungono questi livelli. La differenziazione è
aumentata quando alcuni stati hanno espressamente rifiutato la moneta unica- Regno Unito.

Terza fase 1993-2009


Termine Unione Europea nasce con il trattato di Maastricht. Questa è una fase di stallo,
abbastanza negativa.
Caduta del muro di Berlino nel 1989—> non c’è piu la divisione tra i due blocchi contrapposti.
Cade anche quindi il blocco sovietico e nascono nuove potenze come la Cina.
La prima conseguenza di cio è che i paesi che erano sotto il controllo dell’URSS possono entrare a
fare parte dell’Ue.

Trattato di Amsterdam 1997- trattato di Nizza 2003–> apportato modifica sulla struttura dell’Ue.
- trattato di Amsterdam introduce la cooperazione rafforzata
- Trattato di Nizza volontà di introdurre una costituzione europea, per superare questa fase do
stallo, ma idea bocciata
Trattato di Lisbona 2007: contenuti simili al trattato di Nizza ma elimina quei termini che
facessero pensare all’unione europea come un grande stato (inno d’Europa)

Allargamento: Austria, Svezia e Finlandia. 2004 Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Slovenia, Cipro, Malta, Lettonia, Estonia, Lituania. 2007 Bulgaria e Romania. —> unione Europa
con paesi con storie molto diverse tra loro.

Differenziazione: inizia a circolare l’euro tra alcuni stati membri. Vi erano alcuni stati che volevano
un processo di integrazione molto piu veloci rispetto ad altri, come Regno Unito, Irlanda e
Danimarca in qui specificarono la loro posizione in cui non volevano adeguarsi in certe materie.

Quarta fase: 2010- oggi


Contesto generale di crisi:
- economica finanziaria del 2008 —> ha colpito paesi deboli come la Grecia. Non ha vuoto gli
stessi effetti in tutti i paesi dell’Ue per questo è una crisi asimmetrica.
- Sanitaria COVID-19 nel 2020.—> il virus ha colpito uniformemente tutti i paesi—> crisi
simmetrica.
Queste due crisi hanno risvegliato gli stati perché hanno dovuto trovare delle soluzioni.
La moneta unica ha comportato il trasferimento della politica monetaria a livello europeo—>
rischio del crollo dell’euro e quindi disgregazione Europa: risveglio degli stati.
Questo risveglio è diventato molto piu evidente con la crisi sanitaria.

Questa crisi è un opportunista per il processo di integrazione europea.


Approfondimento: no emanazione di trattato modificativo dei trattati istituitivi. Base ancora trattato
di Lisbona.
Allargamento: 2013: Croazia (28°stato membro) e primo caso di recesso con il Regno Unito
(Brexit)
Differenziazione: debolezza della moneta. I provvedimenti che coinvolgevano la politica monetaria
ovviamente riguardavano i paesi appartenenti all’eurozona, e il provvedimento principale è il MES
(meccanismo europeo di stabilita), istituito con un trattato internazionale tra gli stati dell’eurozona
fondandosi sul TFUE: forma di differenziazione perche riguarda solo alcuni stati. Introduzione del
fiscal compact: trattato internazionale che non vincola solo gli stati dell’Europa zona.

Procedura revisione dei trattati:


Procedura ordinaria è due semplificate:

Ordinaria: progetto di modifica del trattato presentato da governo di qualsiasi stato membri,
parlamento europeo o commissione al consiglio. Il consiglio lo trasmette al consiglio europeo che lo
notifica ai parlamenti nazionali degli stati membri. Il coniglio europeo decide a maggioranza
semplice.
Decisione del consiglio preceduta da consultazione del p.e e commi e se le modifiche riguardano
moneta—> BCE.
Se consiglio decide di procedere all’esame il presidente del c.e convoca una convenzione (rapp stati
membri-rapp p.e e consiglio e commi). Il consiglio non è obbligato a convocare questa convenzione
e passare direttamente all’esame della modifica e convocare la CIG (conferenza rappresentanti stati
membri. Conf intergove). Se consiglio convoca la convenzione questa esamina il progetto di
modifica e adotta la raccomandazione rivolta alla cig, che adotta all’unanimità queste modifiche.
Se la cig decide di adottare queste modifiche, devono essere ratificate poi all’unanimità degli stati
membri.

Due semplificate: Art 48 TUE


Prima: puo solo riguardare le norme della parte terza del TFUE (politiche e le azioni interne
dell’Ue). Modifiche adottate su proposta del governo di qls sm. P.e e commi e sono adottate dal
consiglio europeo che delibera all’unanimità previa consultazione del pe, commi e nei casi di
modifica del settore monetario, BCE.
La decisione del c.e puo entrare in vigore solo previa approvazione degli stati membri in modo
conforme alla loro costituzione.

Seconda: si divide in due casi distinti:


- possibilità di sostituire l’adozione all’unanimità con la maggioranza qualificata per le
decisioni del consiglio
- possibilità (quando il consiglio deve adottare atti legislativi) di sostituire la PLS con quella
ordinaria.
In entrambi i casi la modifica puo essere adottata dal consiglio europeo di sua iniziativa con
decisione all’unanimità, previa approvazione del pe. No stati membri ma intervento parlamenti
nazionali: c.e prima di deliberare deve trasmettere il testo della modifica ai parlamenti nazionali
accettata all’unanimità entro 6 mesi.

ALLARGAMENTO E RECESSO
Trattato sull’unione europea (TUE) != trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Adesione e recesso sono meccanismi disciplinati da norme del TFUE.
Allargamento
Si dovrebbe parlare piu di ammissione che di adesione perche lo stato richiedente viene ammesso
se viene accettato dagli altri stati, mentre il termine di adesione sembra ad indicare il fatto che uno
stato potrebbe entrare solo su una semplice richiesta.

Le condizioni per aderire sono elefante dall’art 49 TFUE e tramite i criteri di Copenaghen stabiliti
dal consiglio europeo nel 1993.
criteri adesione ex. Art 49 TFUE:
• Statualità: lo stato deve avere il potere di far rispettare le norme che pone. Lo stato richiedente
deve essere uno stato ai sensi del diritto internazionale (stato federale o regione autonoma non
puo entrare nell’Ue.


• Criterio geografico: stato europeo (problema in occasione della richiesta di adesione del
Marocco: rigettata perche non si trovava nel continente europeo ma quello africano.
• Rispetto art 2 TUE: Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà,
della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani,
compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze.

Criteri adesione di Copenaghen:


• Criterio politico: presenza di istituzione stabili che garantiscono: democrazia, stato di diritto,
diritti umani e rispetto delle minoranze e la loro tutela
• Criterio economico: nello stato richiedente ci deve essere un economia di mercato funzionante
basata sui principi della concorrenza.
• Criterio del rispetto dell’acquis: stato richiedente deve essere in grado di far fronte agli
obblighi che discendono dal diritto dell’Ue e deve riuscire a rispettare il diritto dell’Ue
consolidato prima della sua entrata.

Procedura allargamento—> due fasi:


1. Fase che si articola all’interno delle istituzioni ue: stato richiedente deve inviare una
dichiarazione di candidatura al consiglio ue che informa i parlamenti nazionali degli stati
membri. Decisione presa all’unanimità previo parere della commissione e del parlamento ue. Il
parere della commissione è molto importante perche è lei che valuta se lo stato richiedente sarà
in grado di rispettare le norme dell’Ue. Questo parere non è vincolante ma condiziona molto la
decisione del consiglio. Il parlamento da un parere vincolante che deve essere necessariamente
seguito.
2. Fase nazionale: gli stati membri devono negoziare le condizioni di adesione con il futuro stato
membro. Il trattato di adesione a cui viene allegato l’atto di adesione deve essere ratificato da
tutti gli stati membri e dallo stato richiedente.

Recesso
Diritto internazionale prevede che anche quando il diritto di recesso non sia previsto
espressamente , questo puo essere attivato quando tutti gli stati membri sono d’accordo o quando
sono mutuate le circostanze che hanno spinto lo stato ad aderire.

Il trattato di Lisbona è stato il primo trattato a introdurre formalmente la possibilità di recede re


dall’Ue.

Caso di recesso particolare: caso Groenlandia.


Groenlandia apparteneva al territorio danese ed era sottoposta ad un regime speciale.
Nel 1959 ha acquisito molta indipendenza dalla Danimarca e quindi nel 1984 accordo stati membri
per l’uscita della Groenlandia uscisse dall’Ue.

Nel TUE l’art 7 afferma che se uno stato membro ha violato in modo grave i diritti
fondamentali, il consiglio puo decidere di sospendere questo stato dal godimento di alcuni diritti
che derivano dall’Ue, come il diritto di voto del suo rappresentante in consiglio.

L’art 50 TUE è legato all’art 7 TUE: art 7 tue e disicplina le modalità con cui si puo cacciare uno
stato ma si voleva introdurre una modalità in cui lo stato uscisse volontariamente dall’Ue.
Procedura: definita dall’art 50 TUE e si svolge completamente nelle istituzioni dell’Ue.

Se uno stato vuole recedere deve notificare l’intenzione al consiglio europeo, che negozia
l’accordo di recesso seguendo le procedure che l’Ue segue quando deve stipulare un accordo con
uno stato terzo.
Dalla data in vigore dell’accordo, le norme dell’Ue cessano di essere applicate nello stato uscente.
Senza tale accordo il recesso è valido a partire dopo due anni dalla data di notificazione.
Una volta che lo stato è uscito all’Ue è necessario capire quali rapporti sussistono con ue.

Caso brexit.
La storia del Regno Unito in Europa è molto travagliata: in sintesi: rifiuto entrare nella cee,
creazione dell’EFTA con altri due stati che non facevano parte dell’Ue, domanda di adesione e il
veto di de Gaulle, adesione e primo referendum, atteggiamento generale nei confronti del processo
di integrazione, Cameron e le conclusioni del consiglio europeo del 2016, referendum, brexit:
proroghe, recesso e problema dei rapporti futuri

1957 CEE: Regno Unito non è entrata subito, paese era marginale.
1960: prende l’iniziativa di creare l’EFTA, figura diversa dall’Ue insieme ad altri du estati che non
facevano parte dell’Ue. L’EFTA era molto piu blanda dell’Ue e creava un mercato molto piu piccolo
con minore di libertà: libero scambio tra paesi che vi appartenevano. Successivamente il Regno
Unito capi che l’EFTA era inefficiente e quindi chiede l’ammissione all’ue.
1961: apertura negoziazioni per ammissione Regno Unito: opposizione di de Gaulles, che pone il
veto perche riteneva che far entrare GB in UE volesse dire far entrare gli USA (GB= cavallo di troia
degli usa).
1967: GB pone un altra domanda di adesione in un periodo di grande difficolta economica, ma
venne respinta di nuovo
1971: terza domanda di ammissione, questa volta accolta perche non cera piu de Gaulles ma
Pompidou, che non si era opposto.
1975: viene promosso in GB un referendum dal partito laburista che contestava le condizioni di
adesioni e il contributo che GB pagava a UE—> Vince il si: i cittadini gb votano per rimanere
dell’Ue.
1970-1990: atteggiamento ostruzionistico della GB, atteggiamento diventato evidente durante il
governo del primo ministro Margaret Thatcher (1979-1990), la quale era molto ostile
all’integrazione.
2015: David cameron, promette agli elettori inglesi di rinegoziare le condizioni di adesione per
rivedere la posizione della gb in ue. Cameron vince e si impregna a organizzare un referendum per
decidere se rimanere o uscire dall’Ue. Prima di fare questo voleva ristabilire le condizioni si
appartenenza della gb in ue e poi avrebbe indetto il referendum, sperando di rimanere nell’Ue.
Giugno 2016 al referendum vince il no : shock : il recesso di uno stato importante come il Regno
Unito gettava l’Ue in una fase mai vista prima: il tue prevedeva il recesso ma non si sarebbe mai
pensato di attuarlo concretamente. —> apertura fase di incertezza.
la Gran Bretagna prima di notificare la sua volontà di recedere fa passare molti mesi e
quindi proroga il termine di due anni.
Le istituzioni si comportarono in modo molto rigido con la GB, e viceversa e quindi concesse a lei
una proroga per evitare la sua uscita senza un accordo che disciplinasse il rapporto futuro. Si arriva
all’accordo di recesso nel 1°febbraio 2020–> questo accordo regolamenta il rapporto tra GB/UE. La
GB minaccia di non rispettare questi accordi perche voleva diventare uno stato terzo verso ue,
sopratutto nei rapporti commerciale

CARATTERISTICHE E COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA -2


L’Unione Europea si fonda sul TUE e sul TFUE
Art 1co3 TUE: l’Ue succede e si sostituisce alla comunità Europea.

Fase di integrazione europea—> natura giuridica ue è molteplice:


- internazionale —> ue persegue gli obbiettivi dei suoi stati membri
- Internazionalistica—> dato che è fondata sul accordi internazionali e ex art 4 TUE: l’UE
rispetta l’identità nazionale degli stati membri
Si è andato a cercare un tertium genus in cui collocare l’Ue e alcuni le hanno dato la natura
sovranazionale ma non ha ancora assunto un connotato giuridico.
Queste posizioni si sono rafforzate alla luce della giurisprudenza della corte di giustizia, in
particolare:
- sentenza van gend en Loos: 1963: la comunità costituisce un ordinamento giuridico di nuovo
genere—> effetti diretti
- Sentenza Enel: la corte affermava che istituendo una comunità senza limiti di durata, dotata
propri organi—> circoscrizione sovranità degli stati membri.
Tutto cio è stato consentito dalla volontà degli stati membri.
L’Ue non si è mai distaccata dalla volontà degli stati che l’hanno costituita—> gli stati membri
rimangono padroni dei trattati —> cio è affermato anche dalla procedura ordinaria di revisione
dei trattati (richiede l’accordo di tutti gli stati membri)

Inoltre l’Ue è retta dal principio di attribuzione: l’Ue non puo autodeterminarsi le competenze, ma
dispone di quelle che gli stati le hanno conferito con i trattati.

I valori fondanti su cui si basa l’UE sono elencati nell’art 2 TUE: L’Unione Europea si fonda sui
valori del rispetto della dignità umana della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato
di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi diritti delle persone appartenenti a minoranze”.
Questi sono valori dell’unione europea perche sono valori comuni degli stati membri.
articolo importantissimo in quanto riassume il retaggio del popolo dell’Ue (retaggio=
patrimonio di un popolo).
I valori dell’art 2 TUE possono considerarsi costitutivi dell’identità europea

L’art 7 TUE prevede delle sanzioni per lo stato membro che si renda colpevole di una grave e
persistente violazione dei valori (+ art 354 TFUE)
L’art 7 TUE contempla due procedure:
• procedura d’allarme: introdotto con il trattato di Nizza per il governo xenofobo dell’Austria.
È stata introdotta successivamente perche nel trattato di Amsterdam non era prevista una
procedura da applicarsi in caso di mero rischio. Il consiglio delibera a maggioranza dei 4/5 dei
membri. può constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave di uno dei valori ex art
2 TUE. Successivamente si ha la delibera del consiglio che ha luogo solo su proposta di 1/3 degli
stati membri, o 2/3 del parlamento o dalla commissione, previa autorizzazione del parlamento.
Prima di tutto questo il consiglio ha l’obbligo di ascoltare lo stato in questione e ha l’obbligo di
verificare che i motivi sono validi e persistenti.
• Su proposta di 1/3 stati membri. Del parlamento o della commissione, il consiglio deliberando
a maggioranza dei 4/5 dei suoi membri previa approvazione del parlamento, può constatare
che vi è un rischio evidente di violazione grave di uno stato membro dei valori dell’art 2
TU. Prima di procedere alla constatazione del rischio il consiglio deve procedere all’ascolto
dello stato e puo rivolgergli delle raccomandazioni.




• Procedura ordinaria: il consiglio europeo, deliberando all’unanimità su proposta di 1/3 degli
stati membri o della commissione, è prevista approvazione del p.e puo constatare l’esistenza di
una violazione grave e persistente di uno degli stati membri dei valori dell’art 2 TUE.
• Quando è stata fatta la constatazione il consiglio delibera a maggioranza qualificata e puo
decidere di sospendere alcuni diritti che derivano dall’ue, come il diritto di voto del
rappresentate dello stato al coniglio.

In entrambe le procedure , lo stato membro in questione non partecipa al voto e quindi non puo
ostacolare il raggiungimento all’unanimità.

In quesi casi il TUE non prevede mai espulsione. Nonostante la sospensione dei diritti, questa non
esonera lo stato a mantenere i propri obblighi.

Dato che è molto difficile attuare queste due procedure—> ultimi anni sia commissione che
consiglio—> nuovi meccanismi:
- il consiglio ha previsto con cadenza annuale la tenuta di un dialogo tra tutti gli stati membri sullo
stato di diritto.
- Commissione: introdotto nuova procedura di carattere preventivo a cui la commissione
ricorre quando ravvisi che in uno stato membro via sia la minaccia dello stato di diritto
- Questa procedura prevede che:
- Prima fase—> commissione invia allo stato in questione un parere sullo stato di diritto
- Se la questione non si risolve in maniera soddisfacente—> commissione trasmette una
raccomandazione, in cui suggerisce una misura da adottare per rimuovere la minaccia.
- Fase di follow-up: commissione valuta il seguito dello stato membro e valuta se attivare
una delle due procedure previste dell’art 7 TUE. (Applicazione caso Polonia)

Sempre per quanto riguarda i valori fondanti, l’Ue si impegna a promuoverli sia nei confronti degli
stati membri, ma anche nel resto del mondo.
Dopo l’annuncio dei valori fondanti, l’Ue dichiara i suoi obiettivi, comuni agli Stati membri:
1. Obiettivo di promuovere la pace, i valori dell’Ue e il benessere dei suoi popoli
2. Offrire ai cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne.
3. Instaurare un mercato interno
4. Istituire una politica economica e monetaria (euro)
5. Avere una rete di relazioni esterne con cui l’Ue possa promuovere i suoi interessi.

COMPETENZE DELL’UE
Competenze ue disciplinare all’art 5 TUE, questa parte ha subito delle modifiche con il trattato di
Lisbona.
Art 5 tue: tre principi:
- principio di attribuzione
- Principio di sussidiarietà: ripartizione competenze tra ue e stati membri
- Principio di proporzione: esercizio delle competenze

Principio di attribuzione
Ue persegue i suoi obiettivi in ragione delle competenze che le sono attribuite nei trattati. —> gli
stati membri hanno attribuiti all’Ue delle competenze che sono solo quelle previste dai trattati: art 4
TFUE: qualsiasi competenza non attribuita all’Ue dai trattati spetta agli stati membri.

Nell’art 5 TUE si afferma che il p.io di attribuite è il fondamento di questo limite.


Le competenze dell’Ue vengono classificate dal TFUE in:
- competenze esclusive
- Competenze concorrenti
- Competenze di sostegno, coordinamento, completamento dell’azione degli stati membri.
Sempre lo stesso articolo il p.io di proporzionalità e di sussidiarietà come principi di modalità di
esercizio delle competenze.

In base al principio di attribuzione—> ue agisce nei limiti delle competenze che le sono state
attribuite a titolo derivato, ossia su volontà degli stati membri, e non a titolo originario, come
avveniva per gli stati sovrani.

L’art 13 TFUE applica il p.io di attribuzione alle istituzione dell’Ue affermando che: “ ogni
istituzione agisce nei limiti conferiti loro dai trattato. Secondo le procedure, condizioni e finalità da
essi previste.

Il p.io di attribuzione afferma quindi che ogni atto ue deve avere un proprio fondamento in una
disposizione dei trattati che quindi costituiscono la base giuridica dell’atto in questione. Atto
privo di questo fondamento—> illegittimo.

Per dare una flessibilità al sistema delle competenze concorrono:


- norma dei trattati—> c.d. Clausola di flessibilità art 352 TFUE:afferma che: se è necessaria un
azione dell’Ue nell’ambtio delle politiche definite dai trattati, ma questi non hanno dato i poteri
relativi all’unione, questi poteri le sono attribuiti dal consiglio all’unanimità dei voti, previa
approvazione del parlamento e su proposta della commissione
- Estensione principio di attribuzione, ma non puo essere utilizzata per gli obiettivi che
riguardano la PESC.
- Obiettivi che possono essere attuati sono quelli dell’art 3 TUE: spazio di libertà, sicurezza e
giustizia, mercato interno, sviluppo sostenibile e relazioni esterne. .
- Giurisprudenza della corte di giustizia—> c.d poteri impliciti: Elaborata prima volta Stati Uniti.
Secondo questa teoria un’organizzazione non ha solo i poteri che gli sono stati espressamente
attribuiti dal suo atto costituivo, ma n che tutti quei poteri che sono necessari per raggiungere i
suoi fini. La corte di giustizia ha delineato una versione comunitaria di tale teoria, affermando
che quando viene attribuita una competenza alle istituzioni dell’Ue, questa comporta anche
l’attribuzione dei poteri indispensabili per assicurare un esercizio efficace di questa
competenza.

Le competenze dell’Ue
Le competenze dell’Ue possono essere di tre tipi e sono elencate dall’art 2 TFUE
• competenze esclusive
• Competenze concorrenti
• Competenze di sostegno, coordinamento o completamento

Le competenze esclusive (art 3 TFUE) sono quei settori in cui solo ue puo adottare atti
giuridicamente vincolati. Gli stati membri lo possono fare solo se autorizzati dall’Ue o per dare
attuazione agli stati dell’Ue.
I settori in cui l’Ue ha competenza esclusiva sono:
- unione doganale 🐶

- Definizione di regole di concorrenza necessarie per il funzionamento del mercato interno 🏃


- Politica monetaria 💰
- Conservazione risorse biologiche del mare 🌊
- Politica commerciale comune 🎯
- Concludere accordi internazionali.

Le competenze concorrenti (art 4 TFUE) settori in cui sia gli stati membri che l’Ue possono
adottare atti giuridicamente vincolanti. Gli stati membri pero possono esercitare le loro competenze
solo quando l’Ue abbia già esercitato le proprie. (Stati membri possono emanare atti giuridicamente
vincolanti solo dopo ue) —> per questo motivo in dottrina si parla di pre-emption
Quando gli stati esercitato competenze concorrenti, sono sempre tenuti a rispettare l’obbligo di
leale cooperazione ex art 4 TUE, che implica il rispetto e assistenza reciproca tra stati membri e ue
nell’adempimento dei rispettivi compiti.
I settori in cui si ha competenza concorrente sono:
- mercato interno
- Politica sociale
- Coesione economica, sociale, territoriale
- Agricoltura
- Ambiente
- Protezione consumatori
- Trasporti (11 settori totali)

La competenza di sostegno, coordinamento e completamento ( art 6 TFUE)sono settori in cui


ue puo solo sostenere, coordinare e completare l’azione degli stati membri. Gli atti dell’Ue sono
giuridicamente vincolanti e non devono richiedere l’armonizzazione delle leggi o dei regolamenti
degli stati membri. I settori sono:
- tutela e miglioramento salute umana 👩⚕
- Industria 🏭
- Cultura
- Turismo
- Istruzione 📚
- Protezione civile
- Cooperazione amministrativa

L’esercizio di queste competenze dell’Ue è soggetto a due principi stabiliti dall’art 5 TUE:
principio di proporzionalità e principio di sussidiarietà.

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ: Nel settore delle competenze concorrenti, l’Ue agisce


nella misura in cui quell’atto i non puo essere adottato dagli stati membri o quando gli obiettivi di
un certo atto non possono essere conseguenti dagli stati membri e potrebbero essere conseguiti
dall’Ue con un livello migliore.
Puo avere una duplice valenza: orizzontale: per quanto riguarda i rapporti tra autorità pubblica e
sfera privata, verticale Per quanto riguarda i rapporti tra i diversi livelli del potere pubblico.
è la valenza verticale del principio di sussidiarietà che ha rilievo nell’ambito dell’Ue.


PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ: afferma che quando l’Ue agisce in un settore di


sua competenza, la sua azione deve essere proporzionata agli obiettivi da raggiungere. Se p
sufficiente una forma di intervento meno incisiva, dovrà essere utilizzata questa senza andare al di
la del necessario. Questo principio interviene a posteriori dopo che la competenza è già stata
attribuita.

Le modalità di applicazione di questi due principi sono stabilite dal protocollo, che contempla
anche un articolato intervento dei parlamenti nazionali per un controllo preventivo del rispetto del
principio di sussidiarietà.
Innanzitutto il protocollo afferma che ogni progetto di atto legislativo dell’Ue deve essere
trasmesso ai parlamenti nazionali. Questo progetto deve essere motivato per quanto riguarda il
rispetto del principio di sussidiarietà. —> se manca la motivazione, l’atto dell’Ue puo essere
impugnato dinnanzi alla corte di giustizia per la violazione delle forme sostanziali.
Entro 8 settimane dalla trasmissione del progetto, ogni parlamento nazionale può invitare ai
presidenti del parlamento europei, del consiglio e della commissione un parere motivato in cui
elenca le ragioni per le quali il progetto non sia conforme al principio di sussidiarietà (l’importanza
di questi pareri motivati dipende dal loro numero). Se il numero di questi pareri motivati è almeno
1/3 dell’insieme dei voti attribuiti ai parlamenti nazionali, l’Ue è tenuta a riesaminarlo, potendo
decidere se mantenere, modificare o ritirare il progetto, in ogni caso deve motivare la propria
decisione—> procedura del cartellino giallo.
Se il numero dei pareri motivati rappresenta la maggioranza semplice dei voti attribuiti ai
parlamenti nazionali, e l’atto deve essere Adottato con la procedura legislativa ordinaria, se la
commissione decide di mantenere la proposta deve spiegare le ragioni per cui ritiene conforme al
principio di sussidiarietà in un parere motivato che viene sottoposto al parlamento europeo e al
consiglio, affinché queste istituzioni esaminano la compatibilità della proposta con il principio di
sussidiarietà. se il consiglio e il parlamento a maggioranza dei voti espressi ritengono che la
proposta non è compatibile con il principio di sussidiarietà, questa non forma oggetto di un altro
esame (procedura di cartellino arancione)

Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, mercato interno e sviluppo sostenibile dell’europa,


Unione economica monetaria e relazioni esterne.
Questi sono gli obiettivi che ha l’Ue e per ciascuno di questi obiettivi i trattati premono una serie di
norme materiali.

OBIETTIVO 1: SPAZIO DI LIBERTÀ SICUREZZA E GIUSTIZIA


Sono materie in cui ue e stati membri esercitano una competenza comune.
La realizzazione di questo obiettivo trova spazio nel titolo V part III TFUE.
Le norme in questa parte hanno per oggetto:
A) Politiche relative ai controlli delle frontiere, asilo e immigrazione
B) Cooperazione giudiziaria in materia civile e penale e di polizia

OBIETTIVO 2: MERCATO INTERNO


Il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne in cui è associata la libertà di
circolazione delle merci, persone, servizi e capitali.
Processo che ha portato il mercato comune, previsti in origine nel trattato di Roma, evolvendosi poi
nel 92 nel mercato interno: le quattro libertà di circolazione previste dal tratto di Roma per
realizzare il mercato comune erano state intese come obbligo per ciascuno stato membro di
ammettere alla libera circolazione al proprio interno merci, persone, servizi, e capitali di altri stati

membri alle stesse condizioni di quelle dello stato membro. L’integrazione quindi avveniva secondo
le regole del paese di destinazione, rispettando il divieto di discriminazione basato sulla nazionalità.
Questa soluzione apparve fin da subito inadeguata perche si potevano nascondere situazioni molto
discriminatorie. Per ovviare a questi inconvenienti la corte di giustizia ha iniziato a introdurre già
fagli anni ‘70 Il principio secondo cui i prodotti legalmente fabbricati e venduti in uno Stato
membro devono poter liberamente circolare negli altri Stati membri, così come le persone
legittimamente abilità dell’esercizio di una professione in uno Stato membro devono poter
esercitare anche negli altri.
Le uniche restrizioni che lo stato puo apportare alle persone, merci ecc devono essere giustificate da
motivi che attingono alla salute pubblica, correttezza del commercio, tutela dei consumatori.

La corte quindi ha sostituito al principio del paese di destinazione il principio del paese di
origine: Secondo cui non è possibile per lo Stato di destinazione imporre condizioni più onerose di
quelle richieste dallo Stato di origine, con la sola eccezione delle misure che possono essere
giustificate da esigenze imperative di interesse generale

OBIETTIVO 3: UNIONE ECONOMICA E MONETARIA


Norme titolo VIII parte 3 TFUE.
Politiche economiche e finanziarie—> competenza agli stati membri
Politica monetaria—> competenza dell’Ue.
Questa A simmetria rappresenta un elemento di criticità che spiega le difficoltà che l’unione
economica e monetaria hanno incontrato. La scienza economica infatti insegna che la politica
monetaria strettamente collegata a quella economica, intesa come politica di bilancio ossia
comprensiva di una politica fiscale (entrate) e di spesa pubblica) uscite (. La stabilità della moneta è
influenzata dalla politica economica: quanto più è sana la politica economica tanto più è forte la
moneta.

Nell’ambito dell’Unione Europea si è realizzata la moneta unica, mentre non si è realizzata una
politica economica comune, dato che questa realizzazione avrebbe inciso troppo pesantemente sulla
sovranità degli Stati. In assenza di una politica economica comune se è previsto una procedura per
evitare disavanzi eccessivi con le relative norme del TFUE. Questo comporta una duplice
conseguenza:
- la politica economica si adatta di volta in volta alle situazioni contingenti —> flessibilità della
politica economia. Se i criteri della politica economica fossero fissati in un trattato si perderebbe
questa flessibilità
- La moneta unica è posta sulla volontà degli stati membri di rispettare i principi impegni assunti
in materia di politica economia: rispetto dei patti

La moneta unica, senza una politica economica unta, non è una realizzazione con i caratteri
dell’ irreversibilità

Principio della leale cooperazione reciproca


l’azione dell’Ue deve prescindere da una reciproca collaborazione con gli stati membri e deve
coinvolgere i cittadini., poiché diretti destinatari di molte norme dell’Ue.
Il principio della leale cooperazione ex art 4 TUE tra ue e stati membri è formulato cosi: “ In
virtù del principio di leale cooperazione, l’unione di Stati membri si rispettano e si assistono
reciprocamente nell’adempimento dei compiti derivanti dai trattati. gli Stati membri facilitano

all’unione l’adempimento dei suoi compiti e si astengono da qualsiasi misura che rischi di mettere
in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell’unione europea”.

Quindi è a carico dell’Ue l’obbligo di rispettare l’uguaglianza degli stati membri dinnanzi ai loro
trattati, la loro identità nazionale, politica e costituzionale, compreso il sistema di autonomie locali
e regionali e le funzioni essenziali dello stato.

Per quanto riguarda gli stati membri, a prima vista sembrerebbe che hanno l’obbligo di adempiere
secondo buona fede ai tratti internazionali. Tuttavia nella corte di giustizia la norma finito con
l’assumere una funzione di garantire l’effettività, la coerenza e la completezza dell’intero
ordinamento dell’Unione Europea.questa è diventato il fondamento di un obbligo degli Stati
membri ed è definito come obbligo di buona fede comunitaria.

Unione Europea e cittadini:


La cittadinanza e i suoi diritti
Una delle principali novità tratto di Maastricht—> cittadinanza dell’unione.
Ex art 9 TUE e 20 TFUE: E cittadino dell’unione europea chiunque abbia la cittadinanza di uno
Stato membro.
Gli art 9 e 20 precisano che la c.e si aggiunge a quella nazionale e non si sostituisce.
La cittadinanza europea si acquista e si perde a seguito dell’acquisto o della perdita di quella
nazionale.
Sent Micheletti : corte di giustizia ha affermato che i modi di acquisto e di perdita devono essere
esercitati rispettando il diritto comunitario.

La cittadinanza europea fa discendere diritti in capo al cittadino stesso:


A) libertà di circolazione e soggiorno: riconosciuta ai cittadini europei in quanto tali e anche se
non sono lavoratori godono di un regime particolare di libera circolazione sulla base delle
norme relative al mercato interno. La libertà di circolazione e soggiorno sottosta a limiti ex art
21 TFUE: “salve le limitazioni e le condizioni previste dai trattati”—> importante la direttiva
del parlamento che disciplina al dettaglio i diritti di circolazione e soggiorno:
il cittadino europeo che soggiorna da piu di 3 mesi in uno stato membro diverso da quello in
cui lui ha la residenza e in cui non sia economicamente attivo, deve dimostrare che gode di
sufficienti risorse economiche per non essere un onere a carico dello stato membro ospitante
Lo stato membro puo adottare provvedimenti restrittivi della libertà per motivi di ordine
pubblico, sicurezza pubblica o sanità pubblica, rispettando sempre il principio di
proporzionalità
B) Elettorato attivo e passivo nello stato membro di residenza: per le elezioni comunali, il o
suo riconoscimento ha subito modifiche costituzionali. Il consiglio ha emanato la direttiva che
prevede la possibilità per i cittadini dell’Ue di scegliere se votare nel proprio stato o in quello di
residenza, e al facoltà per gli stati membri di negare l’eleggibilità di non cittadini alla carica di
capo di un eluente locale e di derogare cio se i cittadini residenti ma non nazionali > 20%.
C) Protezione diplomatica e consolare da parte di un qualsiasi stato membro nei confronti di un
paese terzo in cui il cittadino si trovi: per questo l’art 23 TFUE prevede l’avvio del negoziato
tra stati membri e stati terzi. Questa protezione prevede casi di decesso, malattia grave,
incidente, arresto, atti di violenza, rimpatrio in caso di emergenza.
D) Petizione al parlamento, ricorso al mediatore europeo

Principi democratici

Questi sono diritti che i cittadini ue possono far valere nei confronti degli stati membri e non nei
confronti dell’Ue.

Per far valere qualcosa nei confronti dell’Ue, o no state introdotte nel titolo II del TUE norme che
vanno a costituire disposizioni relative ai principi democratici
Queste norme si comprendono alla luce del problema del deficit democratico che ha determinato
una serie di interventi che andavano a rafforzare i poteri del parlamento europeo.

Le disposizioni del titolo II articolano le credenziali democratiche attorno a tre profili:


1. Principio della democrazia rappresentativa / art 10 TUE
2. Principio della democrazia partecipativa /art 11 TUE
3. Contributi che possono dare i parlamenti nazionali alla legittimità democratica dell’Ue /
art 12 TUE

1. Principio della democrazia rappresentativa art 10 TUE


Questo è un rilievo preminente in quando il funzionamento dell’Ue si fonda su questa democrazia
rappresentativa. L’art 10 TUE si basa su tre punti fondamentali:
1. I cittadini europei sono di esattamente rappresentati nel parlamento a livello europeo
2. I rappresentanti degli stati membri sono responsabili democraticamente dinnanzi ai loro
parlamenti nazionali
3. I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica e ad esprimere
la volontà onta dei cittadini.
Il riferimento l parlamento nazionale è il punto principale, infatti bisogna tener conto del
progressivo rafforzamento dei poteri del parlamento nei processi decisionali dell’Ue.
Inoltre, il fatto che ciascun membro del consiglio o del consiglio europeo risponde dinnanzi al
proprio parlamento nazionale non vale a conferire una legittimità democratica alle istituzione
dell’Ue.
I partiti politici a livello europeo: considerazione embrionale. I partiti si aggregano dove esiste un
potere politico da conquistare o mantenere. I partiti politici europei sono privi di qualsiasi potere
legislativo (!= partiti politici nazionali)

Novità importante introdotta dal trattato di Lisbona: ha affermato che quando il consiglio europeo
propone al parlamento un candidato per la carica a presidente do commissione, deve tener conto
delle elezioni del parlamento europeo—> cio ha fatto si che ogni partito politico europeo
presentasse un proprio candidato alla commissione per la presidenza—> sistema dello
spitzenkandidaten (i migliori candidati) che conferisce un altro elemento di democraticità alle
istituzioni dell’Ue

La dottrina pero ha sottolineato alcune problematiche, infatti un legame troppo stretto con la
commissione contraddice la logica della rappresentanza dell’Ue.

Consapevoli di cio i redattori del trattato di Lisbona hanno aggiunto un altro elemento alla
democraticità dell’Ue, ossia quelli della democrazia partecipativa —> art 10 TUE: diritto di ogni
cittadino di partecipare attivamente alla vita democratica dell’Ue.

Secondo l’art 11 TUE le istituzioni si impegnano:


- a dare la possibilità ai cittadini e alle associazioni rappresentative di far conoscere e di scambiare
la loro opinione.

- Mantenere un dialogo o aperto, trasparente e regolare con i cittadini e le associazioni


rappresentative stesse.
L’art 11 TUE obbliga la commissione a procedere ad ampie consultazioni delle parti interessata.

Un’iniziativa introdotta dall’art 11 TUE: iniziativa dei cittadini europei—> consente a un milione
di cittadini dell’Ue, con la cittadinanza di un numero significativo di stati (1/4= 7 stati), di inviare
alla commissione una proposta appropriata su una materia in merito a cui i cittadini ritengono
necessario un atto giuridico dell’Ue. Prima di raccogliere le firme a favore di un iniziativa, i
promotori devono chiedere la registrazione alla commissione, che deve verificare la presenza di
condizioni di ammissibilità. Se viene raggiunto il n° di firme richieste, la commissione deve
esaminare la proposta e deve esporre le proprie conclusioni giuridiche e politiche —> no obbligo
fi presentare la proposta: fino ad oggi sono quattro iniziative su 50: stopvivisection.

Le disposizioni che riguardano i principi democratici si completano con l’art 12 TUE, che
raccoglie l’insieme delle prerogative di cui godono i parlamenti nazionali.
In primis l’art 12 TUE prevede che i parlamenti nazionali siano informati dalle istituzioni dell’Ue..
tale obbligo prevede:
- trasmissione di tutti i documenti prodotti dalla commissione
- Trasmissione dei progetti di atti legislativi del parlamento europeo.
La ratio di questo obbligo di informazione sta nell’incoraggiare una partecipazione indiretta dei
parlamenti nazionali nell’attività dell’Ue.

Il trattato di Lisbona pero ha previsto anche delle ipotesi di coinvolgimento diretto, la cui
principale manifestazione sta nel loro intervento nelle procedure legislative dell’Ue, con il fine di
vigilare sul rispetto del principio di sussidiarietà.

Oltre all’obbligo di informazione, l’art 12 tue prevede delle prerogative ai parlamenti nazionali per
la revisione dei trattati: una delle due procedure di revisione semplificata della norma.

ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA -3


Le istituzioni europee si differenziano per gli interessi che veicolano e non per le funzioni che
svolgono.
Il consiglio e il consiglio europeo: veicolano gli interessi degli stati membri
Commissione europea: interessi dell’unione europea complessivamente considerata.
Parlamento europeo: interessi dei cittadini
Con questo quadro istituzionale l’ue esercita le proprie competenze e mira a promuovere i valori
fondanti dell’Ue.

Gli organi dell’Ue sono molteplici ma l’art 13 TUE nomina a rango istituzionale il parlamento
europeo , il consiglio, il consiglio europeo, la commissione europea, la corte di giustizia, la BCE e
la corte dei conti.

A queste istituzioni si applicano le norme dei trattati che si riferiscono alle istituzioni ma puo darsi
che si applicano anche ad altri organi che istituzioni non sono.

Le razioni tra le istituzioni sono basate su due principi:


- principio dell’equilibrio istituzionale: ogni istituzione esercita le sue funzioni rispettando
quelle delle altre ex art 13 TUE e nel limite posto dai trattati

- Principio della leale cooperazione: le istituzioni devono rispettare e agevolare e non ostacolare
l’esercizio delle altre istituzioni.

L’Ue non si basa secondo il principio della separazione dei poteri (stato moderno per l’esigenza di
decentrare i poteri che erano nelle mani del monarca assoluto). Questo perché nelle organizzazioni
internazionali c’è l’esigenza di creare al centro una struttura forte da poter rappresentare gli
interessi degli stati mementi uti universi, al di la dei loro interessi come uti singuli.

Gli organi di stati


Gli organi di stati sono tre: 1) consiglio europeo 2) consiglio) coreper.

Consiglio europeo
Istituzione dell’unione europea che nasce dalla prassi perche in origine non era previsto dai
trattati.
Nel 1970 si era istaurata la pratica in cui i capi di stato e di governo si incontravano per definire gli
orientamenti del processo di integrazione europea e questi incontri venivano chiamati “vertici”. Il
primo vertice è stato nel 1974 a Parigi: si decide che questi incontri si dovevano tenere due volte
l’anno.
Il c.e è formato dai capi di stato o di governo di ciascun stato membro, dal presidente proprio e dal
presidente di commissione. Eventualmente ogni capo di stato o di governo puo farsi assistere da un
ministro in particolare.
Questa organo si istituzionalizza gradualmente e con il trattato di Lisbona diventa una vera e
propria istituzione. I suoi atti possono essere impugnati dinnanzi alla corte di giustizia.

Il presidente del consiglio europeo viene eletto a maggioranza qualificata rimane in carica per due
anni e mezzo e puo essere rieletto una sola volta.
Il presidente non puo avere un mandato nazionale. Assicura la continuità dei lavori del consiglio
europeo e cerca di mediare la posizione degli stati membri per giungere piu facilmente agli accordi,
assicura la rappresentanza esterna dell’unione e assicura i rapporti con il parlamento europeo

Modalità di decisione per consensus: modalità di decisione tipica delle organizzazioni


internazionali classiche. Significa che non si procede a una votazione formale ma si discute tra i
rappresentati degli stati e se non c’è nessuna obiezione la decisione viene presa.
Il trattato prevede pero dei casi in cui il consiglio europeo deve votare formalmente e in questi casi
non partecipano ne il presidente del consiglio europeo, nel il presidente di commissione ne l’alto
rappresentate ma solo i capi di stato o di governo.
Nei casi di voto formale si puo decidere in modi diversi, ad esempio con unanimità o a maggioranza
qualificata o a maggioranza semplice.
L’atto emanato con votazione formale—> decisione
L’atto emanato senza voto formale—> conclusioni del consiglio europeo

Con trattato di Lisbona—> funzioni piu specifiche acquisite dal consiglio europeo:
- certo ruolo nella proposta o nomina di alcune cariche
- Prende decisioni sulla formazione delle altre istituzioni
- Revisione dei trattati
- Decisioni di status di membro dell’unione europea
- Organo di seconda istanza rispetto al consiglio

Negli ultimi anni il consiglio europeo ha assunto molta piu rilevanza—> l’importanza è aumentata
perche quando è scoppiata la crisi finanziaria, l’Ue non aveva piu strumenti per risolverla —>
consiglio europeo organo piu adatto per risolverla perche essendo composto da capi di stato e di
governo si poteva arrivare a soluzioni piu immediate

Consiglio
Il consiglio europeo non esisteva quando è stata creata la CEE (organo nato dalla prassi), esisteva il
consiglio ed era previsto dai tratti del 1957 ed è disciplinato dal TUE e dal TFUE.
Composizione: rappresentati a livello ministeriale
Problema—> dato il numero elevato degli stati membri è necessario decidere quali ministri possono
partecipare al consiglio: essendo il consiglio un organo a composizione variabile —> a seconda
della materia trattata entrano in gioco ministri diversi: osservare la materia dell’ordine del giorno e
quindi partecipano i ministri competenti: interessi degli stati membri
Questo schema vale sempre—> due eccezioni previste dai trattati: consiglio affari esteri e consiglio
affari generali—> entrambe ministri degli esteri:
- affari generali coordina i lavori delle possibili formazioni del consiglio e prepara le
riunioni del consiglio europeo assicurandosi che le deliberazioni abbiano seguito: compito interno
- affari esteri coordina l’azione esterna dell’Ue secondo le linee desiste dal consiglio
europeo: compito esterno.

Le possibili formazioni del consiglio sono 10 ed è il consiglio europeo che le decide. (Il consiglio
europeo dopo il trattato di Lisbona ha compiti più ampi.) La decisione della formazione del
consiglio da parte del consiglio europeo deve essere presa attraverso atti specifici. La commissione
può essere invitata a partecipare alle riunioni del consiglio con commissari competenti per materia,
oppure la BCE partecipa quando si discute di politica monetaria.

Esiste anche una formazione del consiglio impropria c.d. Eurogruppo che è composto dai ministri
dell’economia e delle finanze degli stati dell’eurozona.

Presidente: il consiglio metodo di presidenza diverso:


consiglio affari esteri—> unica formazione che ha un presidente fisso =Alto rappresentate
dell’Ue per gli affari esteri e per la PESC
Per tutte le altre formazioni—> rotazione presidenziale: prima del trattato di Lisbona ogni stato
presiedeva il consiglio per sei mesi, c.d. Semestri di presidenza..> sistema aveva lo svantaggio che
ogni sei mesi lo stato presidente cambiava e quindi poteva cambiare l’orientamento del consiglio e
in quel tempo limitato non si riusciva a completare il programma. Con il trattato di Lisbona



permangono i semestri di presidenza ma ogni presidenza è nelle mani di tre stati che devono
coordinarsi tra loro: 18 mesi di continuità.

Consiglio e parlamento ue
Quando è stata creata la CEE il consiglio era al centro dell’interesse. Questo nel tempo è stato
controbilanciato con l’insorgenza del parlamento ue. Il consiglio ha funzione legislative e quando
deve essere emanato un atto legislativo, questo diventa co-legislatore insieme al parlamento.
Insieme approvano il bilancio, coordinano le politiche economico e statali e concludono accordi
internazionali.

Metodi di votazione
I metodi di valutazione sono tre:
- unanimità: per prendere una decisione tutti i 27 stati dell’Ue devono essere d’accordo. Durante
il processo di integrazione d’unanimità è stata parzialmente ridimensionata. Oggi si decide meno
con questo metodo, che tuttavia rimane fisso per alcune materie (PESC). D’unanimità era
diventata il metodo di decisione unico tra il 1965 e il 1985 perche quando è stata la ceee, questa
era un organizzazione internazionale nuova che doveva ancora svilupparsi ed era previsto nei
trattati che per molte materie si passasse all’unanimità alla maggioranza. A meta degli anni ‘60
questa questione si pose a proposito della politica agricola comune, settore di interesse della
Francia, che era contraria al passaggio verso la votazione a maggioranza—> rappresentate
francese inizia a non presentarsi piu alle riunioni del consiglio: politica del seggio vuoto (il
consiglio non funziona se non ci sono tutti i rappresentanti) —> stati membri hanno trovato il
compromesso di Lussemburgo: Se in una determinata materia bisogna decidere a maggioranza
qualificata, ma uno Stato afferma che ci sono in gioco i suoi interessi essenziali, si va avanti a
discutere finché non si trova un compromesso unanime. Fino agli anni 90 —> sempre
applicazione di questo compromesso. Questo compromesso è stato disapplicato con l’atto unico.
Solo nell’ambito della politica estera e la sicurezza esiste un meccanismo previsto dall’articolo
31 TUE, def astensione costruttiva: quando in una votazione qualcuno si astiene, questo
rimane vincolato alla decisione che risulta dalla votazione per cui non ha espresso un opinione,
ma con la astensione costruttiva non viene vincolato dalla decisione: non si impedisce che si
prenda una decisione e allo stesso tempo lo stato non viene reso suscettibile di una decisone che
non vuole.
- Maggioranza qualificata: oggetto di tensioni tra gli SM —> ha reso difficile l’adozione di
alcuni trattati modificativi perche non si riusciva a giungere ad un accordo. Prima del 2014: m.q
si calcolava sulla base di una ponderazione di voti (ogni stato aveva un pacchetto di voti che
dipendeva dalla sua popolazione (Germania aveva un pacchetto voti > di Malta.: popolazione
alta= + voti). Quando le decisioni vengono prese a maggioranza qualificata: distinzione tra peso
formale e sostanziale. nel sistema attuale si è superata la ponderazione dei voti—> maggioranza
qualificata si calcola sulla base del numero di stati che votano a favore e della popolazione ne
questi stati rappresentano.
Il calcolo ella maggioranza qualificata varia in base all’esistenza di una proposta della
commissione o no:
- quando l’atto deve essere adottato su proposta della commissione—> richiesta maggioranza
piu ridotta (55% si atti con minimo di 15 che rappresentano il 65% della popolazione dell’Ue.
- Quando non ce proposta della commissione—> maggioranza piu gravosa (72% degli stati che
rappresentino il 65% dei cittadini dell’Ue.

Abbiamo questa differenza perche: commissione rappresenta l’interesse dell’Ue: quindi quando c’è
una sua proposta abbiamo la certezza che questa proposta rappresenti un interesse dell’unione a
differenza di quando non vi è la proposta.
Per quanto riguarda la minoranza di blocco (numero minimo di stati per bloccare la decisone),
deve essere formata da stati che rappresentano almeno il 35% dei cittadini dell’Ue + 1 stato. Questo
è detto per evitare un potere eccessivo dello stato piu popoloso (Germania)
Compromesso di Ioannina. Compromesso raggiunto nel 1994. Stabilisce il criterio di
votazione in seno al consiglio.
La questione verteva sulla minoranza di blocco (numero di voti necessiaria per poter bloccare
l’adozione di un atto da parte del consiglio.) nell’Europa dei 12 erano necessari 23 voti e quindi
questa minoranza consentiva a due stati grandi (10 voti a testa) e uno piccolo ( Lussemburgo
escluso) di impedire l’adozione dell’atto. Con l’allargamento ad altri paesi era necessario
modificare le minoranze di blocco che quindi passava da 23 a 26 voti: era necessario metter insieme
due stati grandi e due piu piccoli (o alternativa la Spagna)
Il nuovo criterio di votazione venne criticato duramente dalla Spagna, Regno Unito e italia che
avevano paura di una perdita di potere in seno al consiglio. Dopo unghie e laboriose trattative si è
gioenti al compromesso di ionannina, durante il quale è stato deciso che se i voti che si oppongono
all’adozione dell’atto sono tra i 23 e i 25 il consiglio farà tutto il possibile per raggiungere entro un
tempo ragionevole una soluzione soddisfacente che possa essere adottata con almeno 65 voti.
In pratica viene riconfermata la maggioranza qualificata prevista dal trattata anche se era elevata a
65 voti.
- Maggioranza semplice

COREPER
Terzo organo di stato - non è istituzione ma è un organo ausiliario del consiglio ed è stato previsto
perche il consiglio non avendo composizione fissa, a differenza del coreper che ha composizione
fissa e che puo garantire la continuità dei lavori del consiglio (coreper= comitato rappresentanti
permanenti).
I rappresentati permanenti sono notificati dagli stati membri
Quando ce una proposta della commissione per il consiglio, questa viene prima indirizzata al
coreper che ha una funzione di lavoro di selezione: i membri del coreper discutono la proposta —>
se c’è l’accordi la proposta viene inserita all’ordine del giorno A e il consiglio la deve votare senza
discutere.
Senza accordo la proposta viene inserita nell’ordine del giorno B e il consiglio ne discute.
Il suo lavoro è efficace all’85%.
Dato il suo lavoro molto differenziato—> costituzione dentro il coreper di 100 gruppo di lavoro
composti da esperti in materia che preparano a loro volta il lavoro per il coreper stesso

Parlamento europeo (pe)


Rappresenta gli interessi dei cittadini.
Istituzione creata con la CEE, ma nel trattato di Roma si parla di assemblea (perché nella
primissima fase di evoluzione del processo non erano elette a suffragio universale diretto,
l’assemblea era nominata in secondo grado= ogni stato decideva quali suoi parlamentari nazionali
dovessero essere anche membri della assemblea CEE; i cittadini nominano indirettamente i
parlamentari nazionali perché nelle elezioni nazionali votano per eleggere i parlamentari nazionali
tra i quali verranno poi scelti quelli che potranno partecipare al parlamento europeo)

Nel 1976 il consiglio ha deciso che il parlamento europeo dovesse essere eletto a suffragio
universale diretto e le prime elezioni del parlamento europeo si sono tenute nel 1979. Nonostante
cio non esiste una procedura elettorale uniforme a tuti gli stati—> 2002: decisi alcuni criteri
generali che dovevano essere seguiti da tutti gli stati membri:
- mettono proporzionale
- No doppio mandato dei parlamentari europei
- No membri di un altro organo istituzionale dell’Ue o di altro governo nazionale

Composizione: art 14 TUE: il pe è composto dai rappresentati dei cittadini dell’Ue; norma
redatta dopo il trattato di Lisbona del 2009: prima cera scritto che il parlamento rappresentava i
popoli degli stati riuniti nella comunità—> per stabilire quanti parlamentari europei ha ciascuno
stato momento si fa riferimento alla popolazione (6<x<96). Per limitare il potere degli stati piu
popolosi—> criterio del regressivamente proporzionale: gli stati più piccoli sono
sovrarappresentati rispetto gli stati più popolosi.

Dopo la Brexit i parlamentari sono 704 + presidente.


I seggi lasciati liberi dal regno uniti sono stati redistribuiti tra gli stati membri in parte e in parte
tenuti liberi per eventuali allargamenti dell’Ue.

Sedi: il parlamento ha 3 sedi:


- Strasburgo: 12 sedute plenarie
- Bruxelles per le riunioni delle commissioni
- Lussemburgo per gli uffici del segretariato.

Organizzazione interna: il parlamento ha un presidente e 14 vice-presidenti che rimangono in


varia per 2 anni e mezzo. Possono essere rinnovati. Il parlamento è diviso in:
- gruppi politici: i gruppi politici sono una specie di partiti politici a livello europeo e sono
costituiti non su base nazionali ma su ideologie politiche. Per costituire un gruppo politico
servono almeno 25 parlamentari che devono provenire almeno da 1/4 degli stati membri —> no
possibile creare un gruppo politico mononazioanle e no gruppi politici misti (ideologie politiche
diverse) se un parlamentare non si riconosce in nessun gruppo —> non iscritto. Questa scelta ha
degli svantaggi. Oggi i gruppi politici sono 7 e i piu noti sono PPE= partito popolare europeo o
PSE; partito socialista europeo. Ogni gruppo politico ha un presidente.
- Commissioni: ci sono
- Commissioni permanenti: sono 20 e sono competenti per materia. Ruolo importante perche
in riferimento alla procedura legislativa, quando la commissione propone è la commissione
interna del parlamento che esamina la proposta.
- Commissioni temporanee: costituite quando necessaria (inchieste su infrazioni degli stati
membri e si sciolgono quando do raggiungono lo scopo.

Funzioni è legislatore con il consiglio e approva il bilancio sempre insieme a lui. Partecipa alla
formazione di accordi internazionali, nomina il mediatore e ha un potere di controllo incisivo sulla
commissione (parlamento e commissione hanno un rapporto di fiducia.

Limiti al parlamento: il parlamento non esprime un governo ue e non ha poteri nella politica
esterna e di sicurezza. Ha poteri limitati in materia di entrante ue e non ha potere di iniziativa
legislative: no proposta di adozione di atti

Commissione europea
Considerata la guardiana dei trattati.
compiti essenziali sono la promozione dell’interesse generale dell’unione europea e vigilanza
dell’applicazione del diritto dell’Unione Europea.
titolare di un potere generale di emanare raccomandazioni e di raccogliere le informazioni e
procedere a tutte le verifiche necessarie.
È composta da un cittadino di ciascuno Stato membro compreso il presidente e l’alto
rappresentante dell’unione per gli affari esteri che è uno dei suoi vicepresidenti.
I membri sono scelti in base alle competenze e all’impegno europeo.

Dato che i commissari sono nominati a titolo individuale, la commissione è un organo collegiale di
individui—> art 17 TUE: I membri della commissione non sono soggetti a istruzioni e gli stati
membri devono rispettare la sua indipendenza.

L’unica eccezione è costituita dall’alto rappresentante che agisce sia come membro, come
vicepresidente della commissione e anche come mandatario del consiglio, per rappresentare gli
interessi dello Stato membro membro

I commissari:
A. Si astengono da ogni atto incompatibile con la loro funzione.
B. Per la durata della loro carica non possono esercitare un altra attività professionale
C. Anche dopo la cessazione del loro mandato i commissari hanno l’obbligo di rispettare i doveri
di onesta e delicatissimo nell’accettare determinate funzioni.
Violazione di questi obblighi: corte di giustifica puo pron un aire le dimissioni d’ufficio del
commissario in questione.

La procedura della nomina —> diversi passaggi:


1. Il consiglio europeo su maggioranza qualificata, propone al parlamento europeo un candidato
alla nomina di presidente di commissione. La proposta viene formulata tendendo conto le
elezioni del parlamento europeo—> è il parlamento che deve eleggere a maggioranza dei
membri che lo compongono, il presidente di commissione
2. Una volta eletto il presidente di commissione, questo insieme al consiglio dirigono l’elenco di
candidati a commissari.
3. Il presidente, l’alto rappresentate e i commissari sono soggetti collettivamente a un voto di
approvazione da parte del parlamento europeo
4. Dopo tale approvazione la commissione è nominata dal consiglio europeo che delibera a
maggioranza qualificata.

Il presidente della commissione ha vasti compiti:


• definire l’orientamento della commissione e i suoi compiti
• Decidere l’organizzazione interna della commissione
• Nomina i vice-presidenti.
• Obbligare un commissario a rassegnare le dimissioni, eccetto l’alto rappresentate, che puo
decadere solo su volontà del consiglio euorpeo.

Durata carica commissari: 5 anni: oltre alla decorrenza del termine, i commissari scadono anche per
decesso, dimissioni d’ufficio o dimissioni volontarie: il consiglio li sostituisce con un membro della

sua nazione per il tempo che rimane al termine dei 5 anni, o il consiglio puo anche decidere di non
coprire il posto vacante.
La sede della commissione è a Bruxelles e le decisioni della commissione sono prese a
maggioranza dei suoi partecipanti.

Alto rappresentante degli affari esteri e della politica di sicurezza nominato dal consiglio
europeo a maggioranza qualificata con il presidente di commissione (consiglio europeo ha il potere
di porre fine al suo mandato).
La posizione dell’alto rappresentate è a cavallo tra consiglio e commissione, figurativamente nel
“double hat”: infatti:
- guida la politica estera e di sicurezza comune all’Ue, presiede il consiglio affari esteri
- Partecipa alla commissione

Questo cumulo di funzioni espone l’alto rappresentante a una duplice lealtà sia nei confronti del
consiglio che nei confronti della commissione.

Mozione di censura—> da parte del parlamento: se approvata tutta la commissione viene sciolta,
per questo motivo è stato dato al presidente della commissione il potere di rassegnare le dimissioni
verso un singolo commissario.

Corte di giustizia
Il compito è quello di garantire il rispetto del diritto dell’unione in tutti gli stati membri
nell’applicazione dei trattati. Questa istituzione si compone di due organi giurisdizionali:
- corte di giustizia —> prevista dai trattati istitutivi dell’ue
- Tribunale—> previsto dall’atto unico
- Tribunali specializzati ( non esistono ancora.)
Le competenze della corte di giustizia sono esplicate con due tipi di pronunce:
- pronunce in via contenzione: riscorsi presentati da stati membri
- Pronuncia pregiudiziali: richiesta dai giudizi nazionali per l’Inter prestazione del diritto dell’Ue.
Organizzazione e funzionamento dell’Ue sono disciplinare sia dai trattati ma anche dallo statuto
della stessa, che costituisce fonte primaria.

La corte di giustizia è composta da un giudice per ogni stato membro, che sono affiancati da
avvocati generali, il cui numero all’entrata in vigore del trattato di Lisbona era 8 ma è aumentato a
11.

La corte si riunisce in seduta plenaria (tutti i 27 giudici insieme) solo in casi eccezionali e
importanti, ma normalmente le varie cause vengono affidate a sanzioni comporto da 3 o 5 giudici,
in base alla complessità o importanza della causa stessa, o alla grande sezione composta da 15
giudici

L’avvocato generale siede in udienza e ascolta le parti insieme ai giudici. Successivamente espone
ai giudici le proprie conclusioni imparziali sulla soluzione giudici a prima che i giudici decidano.

Le sezioni affrontano un ampia varietà di materie—> compito fondamentale è quello di rispondere


alle domande dei giudici nazionali sul modo di interpretazione del diritto dell’unione—> questo
consente ai giudici nazionali di applicare il diritto dell’Ue alla stessa maniera.

Un altro compito è quello di risolvere le controversie che sorgono la le diverse istituzioni


dell’unione.
Inoltre la commissione europea puo promuovere cause contro uno stato membro che a suo avviso
ha violato il diritto ue.

Il tribunale ha un numero diverso di giudici (2x nazionale) e si riuniscono in sezioni di varie


dimensioni a seconda della complessità e importanza della causa.
Si occupa di cause proposte da singoli o da società per fare annullare una decisione adottata nei loro
confronti da un istituzione dell’Ue.
Affronta anche le cause proposte dagli stati membri contro le decisioni della commissione—>
anche se il tribunale tratta cause che riguardano ampie materie, le cause su marchi, concorrenza,
agricoltura e sanzioni anti-terrorismo—> posizione importante.
Le decisioni sono pubblicate in tutte le lingue dell’unione

LA BCE e corte dei conti


Storia della moneta europea e come si è arrivati a creare la BCE
L’idea di creare l’euro è sorta nel 1969 in un vertice dei capi di Stato e di governo dell’aia: redatto
rapporto Werner nel 1970 nascita idea creazione moneta unica ma bisognava dare all’istituzioni
dell’Unione Europea anche la competenza economica e fiscale. Con il rapporto Delors (presidente
della commissione in quegli anni)—> base della creazione europea, meno avanzato del rapporto
Werner Infatti afferma che la politica economica e fiscale rimane nelle mani degli Stati membri
mentre la politica monetaria è di competenza dell’Unione Europea.
Con il trattato di Maastricht del 93, viene vengono istituite le tre fasi per istituire la moneta unica.
Queste tre fasi sono:
1. Liberalizzazione movimenti capitali
2. Coordinare politiche monetarie nazionali (banche centrali nazionali—>gestite dall’istituto
monetario europeo
3. Passaggio alla moneta unica.
Come passare alla fase 3? —> gli stati devono avere determinati requisiti economici e giuridici:
- requisiti economici: Deve avere finanze pubbliche sane (tassi di cambio stabili, inflazione
bassa)
- Requisiti giuridici: deve avere una legislazione che consente alla BCN di essere indipendente e
di mettere in pratica le direttive della BCE
Nel 1998 il consiglio esamina la situazione di tutti gli Stati membri per verificare la presenza di dei
requisiti: 13 stati su 15 Hanno i requisiti perché due Stati rifiutano la moneta unica (Regno Unito
Danimarca. La Grecia nel 98 non ha i requisiti chiesti fino al 2001, Svezia non ha i requisiti
giuridici.
Oggi gli stati che hanno aderito alla moneta unica sono 19/27. Gli stati che non hanno aderito sono
chiamati “stati con deroga” e l’art 139 TUE stabilisce quali norme della politica monetaria non
devono essere applicati a questi stati con deroga.

SEBC (sistema europeo banche centrali)= BCE + BCN di tutti i 27 stati (anche quelli che non
hanno l’euro)
Eurosistema = BCE + BCN degli stati con euro

BCE è menzionata nell’art 13 TUE insieme alle istituzioni dell’Ue, ma la sua disciplina è contenuta
solo nel TFUE.
È l’unica istituzione la cui funzione riguarda solo determinati stati dell’Ue e non tutti.

Ha una posizione particolare perche è indipendente—> caso Olaf : Olaf è un ufficio che ha il
compiuto di viliate contro le frodi verso l’Ue e funziona per tutte le istituzioni dell’Ue. La BCE
aveva deciso di creare un proprio ufficio contro le frodi, per esaltare ancora di piu la sua
indipendenza—> questione sottoposta alla corte di giustizia: rigetta la richiesta della BCE perche ne
esisteva già uno.
Indipendenza della BCE si manifesta anche dal fatto che ha dei suoi organi che sono 3:
1. Consiglio direttivo: organo principale della BCE, prende le decisioni di politica monetaria ed è
composta dai membri del comitato esecutivo + 19 governatori BCN(E)
2. Comitato esecutivo: gestione affari correnti ed è composto dal presidente, vicepresidente della
BCE e 4 membri
3. Consiglio generale: composto da presidente e vicepresidente della BCE + 27 governatori delle
BCN sia degli stati con deroga sia degli stati dell’eurozona.

La BCE ha sede a Francoforte.

FUNZIONI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE DELL’UE


Le funzioni dell’Ue sono inter-istituzionali: nel senso che le diverse funzioni che le istituzioni
dell’Ue esercitano sono esercitate congiuntamente da piu istituzioni, dato che nell’Ue non vige il
principio della separazione dei poteri.
Le funzioni sono:
• funzione legislativa
• Funzione normativa delegata
• Funzione esecutiva
• Funzione di controllo
• Funzione di finanziamento e approvazione del bilancio
FUNZIONE LEGISLATIVA
Negli ordinamenti statali la funzione legislativa e concepita come quella funzione che presiede
all’emanazione di norme generali e astratta, mentre il- trattato di Lisbona, introducendo per la
prima volta la nozione di atto legislativo, la definisce sulla base della procedura seguita per la sua
emanazione: art 289 TFUE: gli atti adottati mediante procedura legislativa ordinaria sono atti
legislativi —> è la base giuridica dell’atto che determina la sua natura giuridica o meno.

Il consiglio europeo non esercita funzione legislativa e quindi i suoi atti anche se di estremo rilievo
rimangono atti non legislativi, inoltre è esclusa l’adozione di atti legislativi in ambito della PESC.

Quindi non bisogna applicare alla nozione di atto legislativo dell’Ue i principi adottati dagli
ordinamenti nazionali, in quanto l’Ue ha deciso di adottare una nozione sui generis di atto
legislativo—> da questa cosa derivano delle conseguenze, tra cui la principale: il consiglio quando
è riunito per votare su un progetto di atto legislativo, lo fa in seduta pubblico e solo per gli atti
legislativi è previsto il controllo da parte dei parlamenti nazionali in merito all’osservanza del
principio di sussidiarietà.

Ex art 14 e 16 TUE—> la funzione legislativa è esercitata congiuntamente da Parlamento europeo


e consiglio.
L’esercizio di questa funzione puo avvenire:
- procedura legislativa ordinaria: il parlamento europeo e consiglio sono sullo stesso piano e
operano come co-legislatori

- Procedura legislativa speciale: consiglio e parlamento sono su piani diversi e per la maggior
parte dei casi il consiglio si trova in una posizione di supremazia rispetto al parlamento
In entrambe le procedure il potere di iniziativa spetta alla commissione.
Nonostante il fatto che esistono molte passerelle per agebvorlare il passaggio da una procedura
speciale a una ordinaria, le condizioni stabilite per attuazione di queste passerelle rendono difficile
il ricorso ad esser—> fino ad oggi mai usate. (Art 48 TUE afferma che il passaggio da una
procedura speciale ad una ordinaria si puo effettuare tramite il processo di revisione semplificata.)
Accanto a questa passerella orizzontale, vi sono anche passerelle settoriali: agevolano il passaggio
alla procedura legislativa ordinaria in determinate materie.

potere di iniziativa
Il potere di iniziativa spetta alla commissione. L’atto della commissione = atto formale di natura
interorganica perche non è rivolto all’esterno ma verso altre istituzioni dell’Ue.

In origine i trattati prevedano che la commissione godessero del potere escluso e incondizionato di
iniziativa ma questo potere è andato progressivamente diluendo—> gli atti membri nel tempo hanno
cercato di imbrigliare il potere di iniziativa della commissione. Questo obiettivo è stato quasi
raggiunto con l’istituzione del coreper.

Il dialogo tra commissione e consiglio venne sostituito cosi da un dialogo tra commissione e
coreper, che in quanto organo fisso, influenza molto il potere di iniziativa della commissione.
Successivamente un altro condizionamento a questo potere è stato portato dal graduale affermarsi
del consiglio europeo.

La presentazione di una proposta della commissione puo essere anche una richiesta specifica del
consiglio, del parlamento europeo o di almeno 1milione di cittadini: a queste richieste sul piano
giuridico non corrisponde un obbligo della commissione di presentare là proprio sta, ma
eventualmente di motivare una decisione di non presentare la proposta.

Il consiglio puo adottare o meno un atto conforme alla proposta secondo le procedure previste dai
trattati, ma puo emendarla solo deliberando all’unanimità. In caso di emendamento di una
proposta della commissione, l’unanimità non funzione quando il consiglio ha modificato tutto il
testo della proposta della commissione, diventando non piu proposta della commissione m,a del
consiglio e quindi illegittima.

Fino a che il consiglio non ha deliberato, la commissione puo modificare in qualsiasi momento la
propria proposta. La corte di giustizia ha riconosciuto recentemente il potere alla commissione di
ritirare la proposta, anche se cio non è previsto dai trattati.

procedura legislativa ordinaria


Def: adozione congiunta di un regolamento, direttiva o di una decisione da parte del
parlamento europeo e del consiglio su proposta della commissione. Art 289 TUE
Questa corrisponde a cio che prima del trattato di Lisbona era chiamata codecisione.

In questo tipo di procedura parlamento e consiglio sono posti sullo stesso piano e per mandare
avanti il processo devono essere sempre d’accordo.
I dettagli di questa procedura sono disciplinati dall’art 294 TFUE e sono:


• i provvedimenti sottoposti a questa procedura sono adottati solo con il consenso di entrambe le
istituzioni (parlamento e consiglio)
• In caso di dissenso tra parlamento e consiglio—> viene convocato un comitato di conciliazione
paritetico, che ha il compito di raggiungere a un accordo
• Se vi è l’accordo del parlamento, il consiglio puo adottare a maggioranza qualificata un atto
che contiene emendamenti alla proposta della commissione
• La commissione ha il ruolo di mediatore

FASI:

La procedura ordinaria è molto articolata e laboriosa —> nella prassi si cerca di ovviare a questa
modalità usando i triloghi —> contratti informali in cui commissione, parlamento e coniglio
giungono un accordo prima ancora di procedere alla prima lettura.
i triloghi sono dei fogli divisi in 4 colonne: 1 colonna per la posizione della commissione, 1
per la posizione del consiglio e 1 per la posizione del parlamento e 1 di compromesso delle 3
istituzioni.
Le varie fasi della procedura sono intervallate dai triloghi.

Procedura legislative speciali


Non sono previste dai tratti in modo espresso, ma tutte le volte in cui i trattati prevedono delle
procedure legislative diverse da quelle ordinarie, si devono ritenere speciali.

Def: adozione di un regolamento, direttiva o decisione da parte del parlamento con la


partecipazione del consiglio, o da parte del consiglio con la partecipazione del parlamento art
289 TFUE.

Tuttavia sono solo 3 i casi in cui il parlamento decide con la partecipazione del consiglio, che deve
approvare prima l’atto del p.e. I casi sono

- adozione statuto dei membri del parlamento


- Definizioni delle modalità di esercizio di inchiesta del parlamento europeo
- Adozione dello statuto del mediatore europeo.

D’altra parte l’adozione di un atto legislativo da parte del consiglio con la partecipazione del
parlamento è molto piu frequente (30 casi): nella maggior parte di questi casi il consiglio decide
all’unanimità, solo in 4 a maggioranza qualificata.
Per quanto riguarda il ruolo del parlamento in questo caso, puo consistere nella consultazione o
nella necessita di approvazione dell’atto.
- la consultazione del parlamento—> da luogo al parere che è obbligatorio (senza questo
l’atto del consiglio sarebbe illegittimo), ma nonostante questo il parere del parlamento non è
vincolante.
- l’approvazione dell’atto da parte del parlamento è molto piu incisivo. L’approvazione da
luogo al diritto di veto.

FUNZIONE NORMATIVA DELEGATA


oltre a emanare atti legislativi, l'UE può emanare anche atti Normativi Delegati e atti di esecuzione.
In entrambi i casi il potere decisionale e' a capo della Commissione
Distinzione tra atti delegati e atti di esecuzione → trattato di Lisbona, prima entrambi gli atti erano
riconducib li all'esercizio di potere di esecuzione
Ratio atti Delegati → evitare l'eccesso di dettagli nella produzione normativa soggetta alle
procedure legislative complesse.
Art 290 TFUE: un atto legislativo può delegare alla Commissione il potere di emanare atti non
legislativi di portata generale che INTEGRANO O MODIFICANO elementi non essenziali dello
stesso atto legislativo. Questi atti delegati alla Commissione sono veri e propri atti normativi,
anche se detti "non legislativi"
Questi hanno rango inferiore rispetto agli atti legislativi—> l’atto legislativo che contiene la
delega alla commissione deve contenere “gli obiettivi, il contenuto, la portata e la durata di tale
delega di potere”.
Inoltre tale atto legislativo di delega deve portare le condizioni a cui sottostà la delega stessa. Le
condizioni sono di due tipi:
- può attribuire al parlamento europeo e al consiglio il potere di revocare (anche
disgiuntamente) la delega di potere alla commissione
- L’atto legislativo può disporre che l’atto delegato entra in vigore solo se entro un termine
fissato ne il parlamento europeo ne il consiglio hanno sollevato obiezioni.
è dato al parlamento europeo e al consiglio un potere di controllo sull’atto delegato.

Gli atti così emanati dalla commissione devono includere “delegato” o “delegata”: regolamento
delegato, direttive delegate…

FUNZIONE ESECUTIVA
Gli atti di esecuzione sono gli atti di esecuzione degli atti giuridicamente vincolanti dell’unione
europea.
Questi sono destinati a operare all’interno di ciascuno Stato membro e quindi sono le autorità
nazionali che sono preposte all’esecuzione degli stessi. Il modello seguito a un modello
decentralizzato di esercizio del potere esecutivo in capo agli Stati membri.
L’articolo 291 TFUE, stabilisce che gli Stati membri adottano tutte le misure di diritto interno
necessarie per l’attuazione degli atti giuridicamente vincolanti dell’unione europea.



Qualora sono necessarie delle condizioni uniformi di esecuzione, gli atti giuridicamente vincolanti
dell’unione europea possono attribuire la relativa competenza di esecuzione alla commissione. A
questi atti della commissione deve essere aggiunta la denominazione “di esecuzione”

La competenza di esecuzione può essere anche attribuita al consiglio, ma solo in casi specifici
debitamente motivati.

Il controllo dell’esercizio di questa competenza della commissione sottoposta un controllo da parte


degli Stati membri secondo modalità stabilite dal consiglio del parlamento europeo. Fin dei primi
decenni di vita della comunità europea si è fermato il sistema della comitologia: consiste
nell’affiancare la commissione dei comitati composti da rappresentanti degli Stati membri e
preseduti da un rappresentante della stessa commissione, che hanno il compito di emanare pareri
sul progetto di esecuzione della commissione.

Dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona il sistema della comitologia è stato profondamente
riformato e sono stato introdotte procedura consultiva o di una procedura di esame:
- procedura consultiva: la commissione deve presentare il progetto di esecuzione al comitato
competente per materia ma non è obbligata a seguire il parere.
- Procedura d’esame: la commissione puo adottare l’atto di esecuzione solo se il parere del
comitato è positivo.

La commissione puo adottare l’atto di esecuzione solo se questo non riguarda alcune materie
sensibili: protezione della salute. Nei casi in un non puo adottare l’atto di esecuzione la
commissione puo presentare una versione modificata al comitato oppure presentare il modello
originario a un comitato d’appello

FUNZIONE DI CONTROLLO POLITICO


Il controllo politico è il controllo sulle istituzioni dell’Ue puo essere di due tipi:
1) controllo di natura politica: riguarda l’operato di queste istituzioni
2) controllo di natura giuridica: che riguarda sia gli stati membri che le istituzioni dell’Ue

Il controllo politico è esercitato sulle istituzioni dell’Ue e in particolare sulla commissione, da parte
del parlamento europeo.
Infatti l’istituzione che gode di piu del potere di controllo è il parlamento europeo, ma nei soli
confronti della commissione e non anche del consiglio e del consiglio europeo:
Questo perche il consiglio e il consiglio europeo sono comporti da rappresentanti degli stati che
sono già responsabili dinnanzi ai loro parlamenti nazionali e sarebbe impensabile che il parlamento
europeo possa esercitare un latro controllo politico.

Gli strumenti di controllo sono:


1. Mozione di censura: se il parlamento è insoddisfatto dell’operato della commissione, il
parlamento puo votare la mozione di censura: questa è un atto grave e quindi ha bisogno di un
procedimento molto gravoso:
1. Deve essere proposta da almeno 1/10 dei parlamentari europei
2. Puo essere dotata solo dopo 3 giorni per consentire una seria riflessione
3. Per essere approvata è necessario che sia votata dalla maggioranza dei 2/3.

Quando il parlamento vota una mozione di censura anche l’alto rappresentate si dimette solo per la
commissione, ma resta alto rappresentate dell’Ue per la PESC

Non è mai successo la votazione di una mozione di censura, ma. Successo che una commissione ha
dato le dimissioni spontanee per la minaccia di una mozione di censura, commissione santer

2. Presentazione della commissione una serie di relazioni al parlamento (una relazione annuale e
alcune relazioni in campi specifici.
anche il presidente del consiglio europeo dopo ogni riunione del cosngligio europeo deve
presentare una una relazione al parlamento—> in questi casi il parlamento non ha strumenti di
controllo /sanzione

3. Il parlamento puo rivolgere alla commissione e al consiglio delle interrogazioni : puo chiedere
conto di determinate questioni—> art 230 TFUE obbliga solo la commissione a rispondere.

4. Al parlamento europeo possono essere rivolte delle petizioni tramite cui si possono segnalare
delle questioni

5. Il parlamento puo costituire commissioni di inchiesta

6. Il parlamento nomina il mediatore europeo che è una sorta di difensore civico a cui si possono
rivolgere i cittadini e su cui fare pressione sulle istituzioni nei casi di cattiva amministrazione.

FUNZIONE DI FINANZIAMENTO E DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO


Bilancio ue: costituito da entrate e uscite:
- entrate: derivano dal sistema di finanziamento dell’Ue
- Uscite: costituite dalle spese per il funzionamento dell’Ue e per l’esplicazione delle sue attività.
Ex art 310 TFUE: entrate e uscite devono essere in pareggio
Sistema di finanziamento
Entrate:
Il grado di indipendenza dell’organizzazione internazionale dipende dalle modalita di
finanziamento di questa.
Con la CECA: finanziamento con imposte a carico delle imprese carbosiderurgiche.
gli stati membri abdicavano per la prima volta all’esclusività del potere impositivo sul loro
territorio.
A causa delle diverse di menzione con il trattato cee: i contributi finanziari era a carico degli stati
membri
- fin dagli anni ‘70: sostituzione dei contributi diretti con risorse proprie ex art 311
TFUE.
- no specifica quali sono le risorse proprie ma descrive le procedure per l’adozione della
decisione a riguardo:
- decisione adottata dal consiglio con procedura legislativa speciale con voto
unanime del consiglio e previa consultazione del parlamento
- Questa decisione deve essere approvata da tutti gli stati membri
- 1970-oggi: succedute 7 decisioni relative al sistema delle risorse proprie
L’ultima di queste decisione è stata nel 2014 che prevedeva tre categorie di risorse proprie:
1. Risorse proprie tradizionali:
Riunisce le due categorie:




Prelievi agricoli
Dazi doganali
Riscosse dagli stati membri secondo modalità diverse a seconda dell’ordinamento
2. Risorsa IVA:
Applicazione aliquota uniforme pari allo 0,30% sugli imponibili di IVA
per ogni stato membro l’imponibile non puo superare il 50% del RNL
3. Risorsa calcolata in base al reddito nazionale lordo RNL
Introdotto nel 1988: applicazione aliquota uniforme all’RNL di ciascuno stato membro

Oltre a cio la decisione del 2014, che è la 2014-335, stabilisce il tetto massimo annuale delle
risorse proprie = 1,23% della somma degli RNL di ogni stato membri

Inoltre sempre la decisione 2014-335 prevede delle correzioni a favore degli stati, soprattutto
verso il Regno Unito, il cui “sconto” risale già alla metà degli anni ‘80 perche hanno fatto valere la
loro posizioni di contribuenti netti in quando le somme spese nel loro territorio erano inferiori a
cio che loro versavano a titolo di risorse proprie.

L’insieme delle risorse proprie sono accumulate dal vincolo di destinazione, nel senso che spettano
di diritto all’Ue.

Quadro finanziario pluriennale, procedure di approvazione, esecuzione e controllo del


bilancio
Seconda metà degli anni 80: decisioni sulle risorse propri sono state adottate nel quadro negoziale
piu ampio: prospettive finanziari
Con il trattato di Lisbona, all’art 312 TFUE: quadro finanziario pluriennale

Ex art 312 TFUE,. Andamento spese ue entro i limiti delle risorse proprie
fissa il tetto degli stanziamenti annuali per le grandi categorie di spesa
durata minima 5 anni
Procedura: art 312 TFUE: il quadro finanziario pluriennale è stabilito da un regolamento
adottato con procedura legislativa speciale, votato all’unanimità del consiglio e previa
approvazione del parlamento.
Prima applicazione del art 312 TFUE: nel 2013 che definiva il QFP dal 2014-2020.

I c.d. Stazionamenti di impegno previsti da questo quadro ammontano a quasi 960 miliari di euro
(=1% della somma degli RNL stati membri)

Procedura di approvazione del bilancio


Stabilito dal parlamento ue e consiglio con procedura legislativa, ex art 314 TFUE:
1. Entro il 1/07 di ogni anno ogni istituzione dell’Ue deve pregare una previsione delle proprie
spese per l’esercizio finanziario dell’anno successivo (=anno solare)
2. Commissione prepara un processo che lo sottopone al parlamento europeo e consiglio entro il
1/09. Questo progetto è una previsione delle entrate e delle spese
1. Se parlamento e consiglio sono in disaccordo: la commissione non puo modificare la
previsione ma puo formulare previsioni divergenti.
3. Il consiglio adotta la sua posizione a maggioranza qualificata e la comunica al parlamento entro
il 1/10.


4. Entro 42 gg dalla comunicazione


1. Il parlamento approva la posizione del consiglio / Non delibera—> bilancio adottato
2. Il parlamento con maggioranza dei membri adotta degli emendamenti—>progetto
emendato deve essere trasmesso al consiglio e alla commissione: c.d. Fase della prima
lettura
3. Alla fase della prima lettura segue la fase della conciliazione: 21 gg:
1. No accordo sul progetto di bilancio: commissione deve redigere un nuovo progetto
2. Si accordo—> fase della seconda lettura: parlamento e consiglio hanno 14 gg per
approvare il progetto comune:
1. Parlamento NO consiglio SI: no adozione
2. Parlamento NO consiglio NO: no adozione
3. Parlamento SI consiglio SI: si adozione
4. Parlamento SI consiglio NO: entro 14 giorni il parlamento puo dare il voto di
conferma degli emendamenti (in questa fase il consiglio è subordinato al
parlamento)
Il bilancio approvato viene eseguito dalla commissione
Il parlamento ha il potere di adottare la decisione di scarico: decisione che comporta il controllo
politico del parlamento sulla commissione sull’esercito di bilancio e il controllo di esecuzione degli
obiettivi prefissati

Sistema dei dodicesimi: sistema che viene applicato quando non si riesce ad arrivare al progetto di
bilancio entro i termini stabiliti: ex art 315 TFUE: ue in ciascun mese non puo spendere per ciascun
capitolo di spesa piu di 1/12 di quando era disponibili nel bilancio dell’esercizio precedente.

Piano contabile: regolarità del bilancio controllate dalla corte dei conti

Art 325 TFUE: Unione Europea e stati membri devono contrastare le frodi agli interessi
finanziari dell’Ue: OLAF in caso di frode.

ORDINAMENTO GIURIDICO DELL’UE E LE SUE FONTI - 5


L’ordinamento giuridico dell’Ue ha natura autonoma rispetto al diritto internazionale e al diritto
interno degli stati membri, ma difetta dal carattere dell’ originalità, in quando ha carattere
derivato: esistenza dell’Ue e dei suoi poteri derivano dalla volontà degli stati membri—> a causa di
questo suo carattere derivato, per essere applicato negli stati membri necessita di cooperazione di
questi.

L’efficacia diretta e la diretta applicabilità di alcune norme dell’Ue negli stati membri sono
assicurati dall’obbligo degli stati di leale cooperazione (art 4 TUE)

Per i rapporti dell’ordinamento dell’Ue con l’ordinamento internazionale—> ue deve rispettare le


norme del diritto internazionale: diritto internazionale > diritto ue.
se vi fosse una violazione dell’Ue circa norme internazionali—> illecito internazionale:
Gli stati membri, nelle materie oggetto dei trattati incontrano limiti alla possibilità di ricorrere a
contromisure: non possono farsi giustizia da soli ma sono obbligati a sottoporre le controversie
agli strumenti e mezzi previsti dai trattati stessi: tra queste garanzie assume rilievo la corte di
giustizia.

Fonti dell’ordinamento europeo e i rapporti tra loro


I trattati non tracciano un chiaro ordine gerarchico delle fonti dell’Ue, ma si possono distinguere
diversi elementi che definiscono un rango tra le diverse fonti dell’Ue:
Le fonti dell' ue sono essenzialmente di due tipi:
- fonti primarie: rientrano i trattati e la carta dei diritti fondamentali
- Fonti secondarie: costituite dagli atti emanati dalle istituzioni dell’Ue
Per quanto riguarda i trattati (TUE e TFUE) —> attribuito lo stesso valore giuridico

Una gerarchia delle fonti dell’Ue esiste per un ordine logico—> es: norme dei trattati che hanno un
principio generale hanno rango superiore rispetto alle norme specifiche.

Nel diritto derivate—> un atto legislativo delegato è subordinato a un atto legislativo di base.

FONTI PRIMARIE
Trattati: sono fonte primarie perche si rifanno direttamente sulla volontà degli stati membri.
Le norme dei trattati non possono essere modificate da nessuna altra fonte dell’Ue.
Oltre al TUE e al TFUE, nei trattati si ricomprendono anche quelli che li hanno modificati e i
protocolli e gli allegati ai trattati stessi che costituiscono paste integrante.
Le dichiarazioni (no sottoposte a ratifica degli stati) hanno solo valore interpretativo.

I trattati comprendono:
- norme specifiche
- Principi generali—> rango superiore rispetto alle altre norme e devono essere osservati sia
dall’Ue che dagli stati membri. Tra i principi generali occorre richiamare:
- Art 6 TUE: stabilisce i diritti fondamentali che sono garantiti dalla carta dei diritti dell’uomo
- Principio di uguaglianza tra i cittadini dell’Ue ✊ —> i cittadini beneficiano di uguale
attenzione da parte delle istituzioni dell’Ue
- Principio di non discriminazione 🏳🌈 👳 —> vitata discriminazione in base alla nazionalità e
poi le discriminazioni fondate su sesso razza colore della pelle origine etnica lingua…

Art 19 TFUE abilita il consiglio ad adottare all’unanimità previa approvazione del parlamento
europeo tutti i provvedimenti opportuni per combattere queste discriminazioni.
Anche gli stati membri devono contribuire a combAtterli.
Questa norma ha portata generale e quindi si applica anche in assenza di norme specifiche dei
trattati.

Oltre ai trattati nelle fonti primarie vi sono anche quelle norme che tutelano i diritti fondamentali. I
diritti dell’uomo fanno parte dei diritti fondamentali dell’Ue. La loro violazione genera sanzioni
mentre il loro rispetto è la base per l’ammissione di un nuovo stato nell’unione europea.

L’evoluzione dei diritti fondamentali si deve alla corte di giustizia con una serie di pronunce in cui
essa ha affermato che i diritti fondamentali = principi generali che appartengono all’ord
comunitario.
A partire dagli anni ‘70 la corte di giustizia ha richiamato le convenzioni internazionali, in
particolare la CEDU

CARTA DIRITTI FONDAMENTALI


L’unione europea, oltre a riconosce i principi generali della CEDU ha deciso di dotarsi un un
catalogo proprio di diritti fondamentali. Questo catalogo è contenuto nella carta dei diritti
fondamentali dell’Ue proclamata a Nizza nel 2000 da parlamento europeo, consiglio e
commissione.

Il testo della carta attualmente in vigore è quello ru-proclamato a Strasburgo nel 2007

La carta è stata elaborata da una commissione mista, c.d. Convenzione, formata dai rappresentati
del consiglio, del parlamento europeo, della commissione e dei parlamenti nazionali degli stati
membri.

Il trattato di Lisbona —> 6 TUE: il valore giuridico della carta = valore giuridico trattati—> la
carta ha lo stesso rango dei trattati e quindi gode di rango di fonte primaria.

La carta è formata da un catalogo molto ampio di diritti fondamentali. In alcuni casi le norme della
carta = norme della CEDU o norme del TUE.
Le disposizioni sono raggruppate in sei capi: libertà, dignità, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e
giustizia.

Quando le disposizioni della carta = disposizioni della CEDU, la loro interpretazione deve essere
uguale a quella elaborata per le norme della CEDU

L’articolo principale della carta è l’art 51 che riguarda l’ambito di applicazione: le istituzioni, gli
organi e gli organismi dell’Ue sono tenuti a rispettare la carta, mentre gli stati membri sono tenuti a
rispettarla nell’ambito di applicazione del diritto comunitario. —> disposizioni interpretata in modo
estensivo dalla corte di giustizia

Rapporto carta e corte di giustizia


I giudici della corte di giustizia usano la carta come parametro di riferimento principale per
valutare la validità e stabilire la corretta interpretazione degli atti dell’Ue, ma comunque non
mancano riferimento ai principi generali o alla voce di come fonte di ricognizione dei principi
generali.

Il rispetto della carta riguarda sia gli atti normativi dell’Ue ma anche da parte di tutte le istituzioni
dell’Ue.
Dato che anche gli stati membri hanno l’obbligo di rispettare la carta—> an che i giudici nazionali
hanno l’obbligo di disapplicare eventuali norme del loro ordinamento interno che sono in contrasto
con le disposizioni della carta.

IPOTESI DI ADESIONE DELL’UE ALLA CEDU.


L’art 6 TUE abilita l’Ue a far parte di questa convenzione: “ l’Ue aderisce alla cedu.
In realtà questa disposizioni non puo disporre che l’Ue diventa parte di un trattato stipulato da un
gruppo di paesi diversi.
L’adesione dell’Ue richiede la stuipulazione di un trattato internazionale tra l’Ue e tutte le parti
della cedu

Negli anni sono state presentate due richieste di parere alla corte di giustizia in merito all’adesione
della ue alla cedu e in entrambi i casi la corte ha dichiarato l’adesione incompatibile con
l’ordinamento dell’Ue (1996 e 2014)
FONTI INTERMEDIE UE
Appartengono al diritto dell’unione europea anche gli accordi internazionali stipulato dall’Ue che
ex art 216 TFUE vincolano le istituzioni dell’Ue e gli stati membri e alle norme di tali trattati la
corte di giustizia ha riconosciuto un rango intermedio tra diritto primario e quello secondario

Gli accordi internazionali si pongono in una situazione di preminenza rispetto al diritto derivato
(atto di un istituzione dell’Ue contrario a una norma di un accordo internazionale puo essere
annullato dalla corte di giustizia)
Ma hanno una posizione subordinata rispetto al diritto primario, quindi prevalgono le norme del
TUE, TFUE e della carta.

La corte di giustizia esercita il potere di controllo di legittimità sugli accordi stessi

FONTI SECONDARIE / DIRITTO DERIVATO


Le fonti di diritto secondario sono composte dagli atti emanati dalle istituzioni dell’Ue e
costituiscono diritto derivato, che comprende sia atti tipici che atti atipici

L’0art 288 TFUE afferma che l’Ue ha il potere di emanare atti e specifica che questo potete le spetta
nell’esercizio delle sue competenze (p.io di attribuzione).
Agli atti indicati dall’art 288 TFUE (regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri) ci
si riferisce come atti tipici. Le istituzioni pero emanano anche altri atti, atipici

I regolamenti
Art 288 TFUE elenca tre caratteristiche generali dei regolamenti

Obbligatori in tutti i loro


Portata generale
elementi
- Gli stati membri hanno adottato
- i destinatari sono - Gli stati membri non meccanismi di adattamento
una o più possono applicare un automatico del loro ordinamento con
categorie di regolamento in modo quello dell’Ue, senza il bisogno di un
soggetti incompleto o selettivo atto di esecuzione ad hoc per ogni
- La norma deve
- Caratteristica che regolamento
avere carattere di distingue regolamento da - Dal momento che entrano in vigore
astrattezza e direttiva (obbliga gli stati (identici effetti e in modo simultaneo
prescindere da membri a un fine da per tutti gli stati membri) i
casi concreti raggiungere e li lascia regolamenti vincolano tutti i soggetti
liberi di decidere i mezzi di diritti che si trovano nella
con cui raggiungere situazione a strada descritta dal
questo fine regolamento.
- Capacità di produrre effetti in capo ai
singoli: possono incidere
Competenze ad emanare regolamenti—> i regolamenti sono direttamente nel patrimonio giuridico
atti legislativi se emanati con procedura legislativa ordinaria degli individui.
o speciale—> parlamento europeo e consiglio. Se invece - Non esclude che un regolamento si
sono adottati dalla commissione nell’ambito di una sua applica un un determinato territorio
funzione normativa delegata sono regolamenti delegati dello stato membro (regolamenti in
materia agricola)

LE DIRETTIVE
Art 288 TFUE: la direttiva vincola lo stato a raggiungere un obiettivo, il quale resta libero nella
scelta dei mezzi e degli strumenti per raggiungere tale obiettivo
Questo atto è meno invasivo della sovranità nazionale rispetto al regolamento, perche lascia allo
stato membro la decisione di quali mezzi disporre ed è piu rispettoso del principdio di
sussidiarietà e di proporzionalità.
Questo comunque è un atto completamente vincolante.
Negli ultimi anni sono sempre piu crescenti le c.d. Direttive dettagliate, che fanno sfumare la
differenza con i regolamenti
I destinatari sono gli stati membri (tutti o alcuni).
Importante caratteristica della direttiva è il termine di attuazione: prima della decadenza vige il
divieto per gli stati membri di emanare misure interne che potrebbero ostacolare il raggiungimento
del fine posto dalla direttiva (stand still)
Entro la scadenza poi gli stati membri devono presentare la loro iniziativa di raggiungimento del
fine alla commissione e poi devono presentare, una volta attuate le misure, gli strumenti utilizzati
(obbligo di leale cooperazione).
A direttiva attuata alla scadenza questa resta in vigore per usi interpretativi.
Le direttive possono essere atti legislativi se emanate con procedura legislativa ordinaria o speciale,
ma possono essere anche direttive delegate o di esecuzione in funzione del potere della
commissione normativo delegato o di esecuzione.
Se lo stato non recepisce la direttiva entro il termine—> ricorso alla corte dei giustizia.

LE DECISIONI
Art 288 TFUE: le decisioni sono obbligatorie in tutti i suoi elementi
Se designa i destinatari —> la portata obbligatoria è riferita solo nei confronti di questi
in origine le decisioni erano caratterizzate per la loro portata individuale (questo valeva per
distinguerla dai regolamenti). Nella prassi pero le delibere emanate dalle istituzioni dell’Ue erano
chiamate decisione e per distinguere queste dalle decisioni individuali, la dottrina le chiamava
decisioni sui generis
con il trattato di Lisbona pero nelle decisioni sono ricomprese sia quelle individuali che
quelle generali, quindi una decisioni oggi puo anche non avere un destinatario.
i destinatari possono essere gli stati membri o gli individui

Diversi dalle direttive Sono emesse dalla


perche hanno un precetto commissione in ambito del
completo a cui lo stato si suo potere di vigilanza del
deve adeguare controllo del rispetto delle
norme dei trattati
RACCOMANDAZIONI E PARERI
Art 288 TFUE afferma solo che le raccomandazioni e i pareri non sono vincolanti.
Raccomandazioni: organi di un organizzazione internazionale emanano le raccomandazioni per
cercare di ottenere che un determinato stato adotti un determinato comportamento.
Il potere di emanare raccomandazione è a capo di consiglio e commissione e alla BCE se previsto
dai trattati. Per avere un determinato comportamento vengono emanate queste raccomandazioni che
non sono vincolanti, ma comunque hanno conseguenze giuridiche, infatti la corte di giustizia ha piu
volte affermato che nonostante non siano vincolanti questi possono esercitare una funzione di guida
per interpretare il diritto e quindi si devono ricondurre alla nozione di soft law.



Pareri: è un opinione che esprime la posizione di un organo dell’Ue in una determinata tematica o
su un determinato oggetto

ATTI ATIPICI
Oltre agli atti interni emanati da ciascuna istituzione dell’Ue, atti diversi sono previste da altre
norme del trattati come le proposte della commissione. Oltre alle previsioni dei trattati, questi atti
nascono anche dalla prassi, come le lettere, comunicazioni, inviti, risoluzioni… la cui rilevanza
giuridica viene rilevata man mano.

Particolare importanza la hanno le comunicazioni della commissione sulla concorrenza e aiuti di


stato con cui la commissione rende noto il suo orientamento.
La corte di giustizia ha affermato ch eil potere discrezionale della commissione è autolimitato da
queste comunicazioni per cui la commissione è vincolata ad attenersi alle comunicazione che sono
state rese pubbliche ed a te.

CARATTERI ED EFFETTI DEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA - 6


Quando una norma produce effetti diretti, significa che quella norma è idonee a ad essere invocata
in giudizio da un singolo a sostegno delle proprie pretese.
Gli effetti diretti sono quasi coincidenti con la diretta applicabilità—> quando una norma è
direttamente applicabile, significa che per applicare quella norma lo stato non deve fare nulla in
particolare.
Diretta applicabilità e effetti diretti sono lo stesso fenomeno visti da due punti di vista diversi:
quando si parla di diretta applicabilità, il fenomeno è visto dal punto di vista dello stato (profilo
oggettivo), mentre quando si parla di effetti diretti, si è nel punto di vista del singolo che deve
invocare la norma in giudizio (profilo soggettivo). La loro è una coincidenza imperfetta perche
una norma direttamente applicabile potrebbe non conferire diritti ai singoli e vi sono norme che non
sono direttamente applicabili ma che creano diritti in capavo ai singoli.

Nei trattati istitutivi non vi è nessun riferimento alla efficacia diretta, infatti questo principio è nato
dalla giurisprudenza della CdG dal 1963 con la sentenza Van Gend en Loos (VGL)

Sentenza VGL: la società di trasporti olandese VGL per importare prodotti chimici nei paese i
bassi dalla Germania, si era vista richiesta un pagamento di un dazio dell’8% che era maggiore a
quello che era in vigore tra Olanda e Germania prima dell’entrata in vigore del trattato istitutivo
CEE: prima dell’entrata in vigore del trattato CEE tra gli stati membri vi erano alcuni dazi doganali
(oggi vitati), pero gli stati non potevano aumentare questi dazi rispetto al momento della loro entrata
nella CEE, mentre questo dazio era superiore a quello applicabile nel passaggio tra i due stati
membri nel 1957: era stato bollato l’art 12 CEE che affermava che gli stati membri non possono
aumentare dazi doganali o imporne nuovi.
I rappresentati della VGL si erano rivolti al giudice nazionale perche si rifiutavano di pagare la
somma poiché il dazio era aumentato. Il giudice nazionale olandese trasferì il caso alla CdG e il
problema che qui si poneva era quello che se un privato puo invocare in giudizio a sostegno delle
proprie pretese una norma di diritto dell’Ue, in particolare una norma del trattato che non si rivolge
a lui? La corte risponde in senso positivo: una norma dell’Ue puo essere invocata in giudizio dai
singoli solo se ha determinate caratteristiche: carezza, precisione e incondizionatezza.
questo significa che leggendo una norma un soggetto deve capire esattamente qual’è il
diritto che spetta al singolo e il fatto che sia incondizionata implica che allo stato membro non
spetta nessun margine di discrezionalità per attuare quella norma (es: ce una direttiva che si rivolge

agli stati e prevede diverse forme di attuazione—> lascia un ampio margine di discrezionalità, la
norma non è incondizionata e quindi non puo essere usata in giudizio da un singolo).

La corte di giustizia afferma che le norme ue possono produrre effetti diretti a certe condizioni
perche quando gli stati membri hanno creato l’ordinamento della CEE hanno limitato la propria
sovranità, trasferendo alcuni poteri alle istituzioni dell’Ue. Quindi se prima i singoli potevano far
valere i propri i diritti, anche ora i singoli devono avere lo stesso potere di invocare in giusizi9o le
norme.
È vero che l’art 12 CEE (divieto aumento dazi doganali) si rivolge agli stati membri ma comunque
ne deriva un diritto per gli individui, nel senso che hanno il diritto di non vedersi imporre quei dazi.
La corte di giustizia poi afferma la possibilità delle norme dell’Ue (chiare ,precise e incondizionata)
si essere invocate è molto piu importante perche è una garanzia del rispetto dell’Ue. Gli individui in
un certo senso controllano il rispetto del diritto dell’Ue.

Gli effetti diretti possono essere:


- verticali: norma che produce effetti diretti verticali è una norma chiara, precisa e incondizionata
che il singolo puo invocare nei confronti dello stato e quindi della pubblica autorità
- Orizzontali: norma che produce effetti diretti orizzontali è una norma chiara, precisa e
incondizionata che puo essere invocata da un singolo nei confronti di un alto singolo.
Vi sono norme che possono produrre un solo effetto diretto tra questi o entrambi.

Norme ue ed effetti diretti


NORME DEL TRATTATO
Nel caso VGL la norma aveva prodotto effetti diretti verticali, ma vi sono norme del trattato che
possono produrre effetti diretti orizzontali (norme sul divieto della concorrenza tra imprese)

REGOLAMENTI
Apparentemente i regolamenti sono atti direttamente applicabili e completi perche non hanno
bisogno nessun interventi dello stato e quindi un soggetto li potrebbe invocare in giudizio a
sostegno delle proprio pretese: il problema è che vi sono anche regolamenti vaghi che necessitano
di alcune integrazioni da parte dello stato perche presentano lacune. Se lo stato non integra le lacune
di questo regolamento, ci si chiede se il singolo possa comunque invocare quella norma di questo
trattato. A risposta di cio: due sentenze:
sentenza Leonesio 1972: riguardava un regolamento che prevedeva premi in denaro per gli
allevatori che avessero macellare un determinato numero di bovini. Questo regolamento era
incompleto perche gli stati dovevano determinare le somme per pagare il premio. Il parlamento
italiano non aveva ancora adottate le misure per il pagamento dei premi. La signora leonesio aveva
tutti i requisiti necessari per riscattare il premio, ma lo stato non poteva erogare le somme perche
non le aveva ancora determinate. Il problema era quindi: la signora leonesio poteva incuorare il
regolamento e chiedere le somme perche il regolamento aveva prodotto effetti diretti oppure non
poteva invocare in giudizio il regolamento perche era incompleto e non era stato completato dallo
stato: la CdG afferma in modo positivo il fatto che il regolamento era incompleto, ma l’unica cosa
che doveva fare lo stato italiano per completare il regolamento era quello di adottare regolamenti
esecutivi in cui non aveva nessuna discrezionalità e quindi le norme erano comunque chiare precise
e incondizionate —> il regolamento quindi, nonostante fosse incompleto poteva essere invocato in
Giudizio dinnanzi al giudice nazionale
sentenza Monte Arcosu 2001: cdg afferma esattamente il contrario di cio che ha affermato
per la sentenza Leonesio perche la fattispecie è opposta: la sentenza riguardava un regolamento che


stabiliva che dovessero essere adottati due albi in cui gli imprenditori dovevano iscriversi. Il
regolamento elencava i requisiti per l’iscrizione dell’imprenditore agricolo personale fisica ma non i
requisiti per la persona giuridica. Questo regolamento era incompleto ma la discrezionalità dello
stato era molto ampia: la società monte arcosu presentava una domanda di iscrizione all’albo degli
imprenditori agricoli e gli venne risposto che la normativa regolano non prevedeva la possibilità per
le società commerciali di iscriversi all’albo perche non erano ancora stati stabiliti i requisiti per
l’iscrizione all’albo degli imprenditori agricoli persona giuridica. —> questione sottoposta alla
corte di giustizia alla quale viene chiesto se la società monte arcosu ha il diritto di essere iscritto
all’albo anche se lo stato italiano non ha ancora integrato il regolamento. La corte risponde in modo
negativo perche questo regolamento da ampi margini di discrezionalità allo stato e quindi è lo stato
che decide se l’iscrizione puo avvenire o no, dopo aver deciso egli stesso i criteri richiesi. Qui il
regolamento non è chiaro preciso e incondizionata e quindi non ci sono effetti diretti e quindi non è
possibile invocare il regolamento in giudizio

DIRETTIVE
Le direttive sono atti incompleti per definizione, poiché indicano allo Stato un obiettivo da
raggiungere e sono gli Stati poi a scegliere gli strumenti per farlo.quando l’Unione Europea in mano
la direttiva e lo Stato la recepisce regolarmente, le norme della direttiva sono applicabili. Il
problema degli effetti diretti si pone quando una direttiva non viene recepita entro il termine fissato
dallo stato. Direttiva rimane a metà: cioè è una direttiva che viene emanata ma lo stato è
inadempiente perche non la recepirsce entro il termine. Cosa succede per gli effetti diretti?
La cdg afferma che anche le norme di una direttiva che siano chiare precise e incondizionate
possono produrre effetti diretti quando non sono ancora state recepire dallo stato + quarta
condizione: previa scadenza dle termine di recepimento.
Il problema che si pone è il seguente: com’è possibile che una direttiva che non è stata recepita sia
incondizionata se essa stessa lascia ampia discrezionalità allo stato per la sua attuazione? Le
direttive che producono effetti diretti sono:
- Le direttive dettagliate perche assomigliano molto ai regolanti: indicano sia gli obiettivi da
raggiungere ma anche gli strumenti per farlo.
- Le direttive che producono effetti diretti sono quelle che impongono un obbligo di non facere (è
sufficiente in questo caso che lo stato si astengano dal tenere i un cerro comportamenti per
adempiere all’obbligo impostogli dalla direttiva).
- le direttive che ribadiscono obblighi previsti già dai trattati
La cdg una affermato che anche le norme di direttive possono produrre effetti diretti in due
sentenze:
sentenza Van Duyn 1974: una cittadina olandese si era vista rifiutare l’ingresso nel Regno
Unito per svolgere il lavoro di segretaria presso la chiesa di scientology, organizzazione che,
secondo il governo britannico, svolgeva opere dannose. Il problema posto era se il divieto dell’UK
era in contrasto con una direttiva secondo cui gli stati membri possono impedire la libera
circolazione sul loro territorio solo per ragioni di tutela dell’ordine pubblico e solo se queste sono
legate al comportamento concreto del soggetto presenta dei pericoli (no valutazione della
pericolosità in astratto)
La corte di giustizia applica gli stessi criteri applicati ai regolamenti anche per le direttive, quindi se
le norme di una direttiva sono chiare, precise e incondizionate possono produrre effetti diretti,
quindi la signora Von Duyn poteva difendersi sulla base di quella direttiva

sentenza ratti 1979: il signore ratti che produceva solventi e vernici, aveva applicato sulle
confezioni delle etichette che non corrispondeva alla normativa italiana che imponeva di indicare


sull’etichetta di questi prodotti il tipo di sostanza dannose, il quantitativo…: in realtà la normativa


italiana non aveva recepito due direttive dell’Ue che modificavano la normativa interna che
stabilivano che non andassero scritte quelle indicazione invece previste dalla normativa italiana. Il
signor ratti si era adeguato alla normativa europea ma le etichette non erano conformi alla
normativa italiana —> signor ratti affermava che le sue etichette erano conformi alle direttive
europee e quindi che lui poteva far valere in giudizio. Cdg da ragione al signor ratti infatti lo stato
che non ha adottato entro i termini una direttiva non puo opporre a un singolo l’inadempimento
degli obblighi che derivano dalla direttiva stessa. Se il singolo si è conformato alle disposizioni
della direttiva, la norma interna incompatibile con la direttiva va disapplicata

Le norme delle direttive pero possono produrre solo effetti verticali e non orizzontali, nel senso che
possono essere portate in giudizio solo nel confortino dello stato

DECISIONI
In questo caso di considerano solo le decisioni che hanno un destinatario: le decisioni che si
rivolgono a persone fisiche o giuridiche di regola producono effetti diretti sia verticali che
orizzontale. Le decisioni rivolte agli stati membri = direttive rivolte al singolo stato e quindi
producono solo effetti verticali.

ACCORDI INTERNAZIONALI
Gli accordi internazionali sono fonti intermedie (quindi sono inferiori ai trattai istitutivi ma
superiori alle fonti di diritto derivato.
Le norme contenute negli accordi internazionali possono produrre effetti diretti? La cdg ha avuto
un comportamento molto restrittivo—> negano in molti casi che le norme derivanti dagli accordi
internazionali potessero essere invocate dai singoli.
In particolare tute le volte che la corte doveva verificare se le norme dell’organizzazione mondiale
del commercio potessero produrre effetti diretti, lo ha sempre negato, non limitandosi solo alla
verifica della loro chiarezza, precisione o incondiziontezza, ma lo ha fatto anche valutando la
struttura, lo spirito e la natura dell’accordo: la corte ha avuto un atteggiamento severo nei confronti
delle norme che derivano dagli accordi internazionali.

CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI UE


Proclamata prima volta nel 2000 e poi nel 2007 a Strasburgo, nella carta si distinguono alcuni diritti
e principi —> la distinzione tra norme che contengono diritti e norme che contengono diritti è
sancita dall’art 52 par 5 della carta che afferma che le disposizioni che contengono principi possono
essere attuata da atti delle istituzioni o dagli stati quando danno esecuzione al diritto della ue e
possono essere invocate davanti a un giudice solo ai fini del l’interpretazione e del controllo di
legalità degli atti.
I principi è come se fossero delle norme non autosufficienti che devono essere attutate o dalle
istituzioni ue o dagli stati membri e quindi le norme che contengono principi non producono effetti
diretti, mentre quelle con contengono diritti si.

Per il principio di prevalenza del diritto ue sul diritto interno—> dialogo continuo tra corte di
giustizia e corte costituzionale:
Questo è un principio giurisprudenziale, che non si trova nei trattai ed è un principio che la cdg ha
elaborato già nel 1964. Si è discusso se introdurre questo principio nel progetto della redazione
della costituzione europea. La costituzione europea pero non è mai entrata in vigore per i
referendum negativi di Francia e Olanda.

In questa costituzione il p.io di prevalenza era Santiago dall’art 16. Quando la costituzione europea
è stata bocciata e poi è stato difficile trovare un accordo tra gli stati membri e quando è stato redatto
il trattato di Lisbona il Regno Unito si è opposto all’idea di inserire una norma che affermasse che il
diritto dell’Ue prevalesse sulle norme del diritto interno.

Oggi questo principio è sancito solo dalla dichiarazione n 17 allegata al trattato di Lisbona—>
tradizionalmente si fa risalire il primato del diritto dell’Ue sul diritto interno con la sentenza costa
c.Enel del 1964: signor costa si rifiutava di pagare le bollette della luce mettendo in dubbio la
compatibilità della legge di nazionalizzazione dell’energia elettrica con la costituzione e con il
diritto comunitario—> questa sentenza ha dato luce a due pronunce: una della corte costituzionale e
l’altra della corte di giustizia
La corte di giustizia nella sentenza costa c. Enel ha affermato il principio del primato nella CEE:
la cdg ha affermato che il trattato istitutivo della CEE != dagli altri trattati internazionali perche crea
un proprio ordinamento giuridico. Gli stati quando sono entrati a far parte della CEE hanno
accettato di limitare la loro sovranità a favore di questa organizzazione e quindi entrando in questo
nuovo ordinamento hanno accettato che questo fosse gerarchicamente superiore al loro.
Quando gli stati sono entrati a far parte della CEE hanno accettato di limitare la loro sovranità e
quindi è inammissibile che una norma interna sia contraria al diritto comunitario. La cdg ha
una visione monista per cui il diritto ue e il diritto degli ordinamenti nazionali sono un tutt’uno .—>
diritto comunitario > diritto interno: se si afferma cio si potrebbe pensare che la corte di giustizia
possa abrogare una norma interna contraria al diritto comune, ma questo non è possibile.

La corte dice che quando ci si trova dinnanzi a una norma interna e una norma comunitaria
incompatibili, la norma interna viene disapplicata (ma comunità ad esistere) dalla norma
comunitaria.
Nella sentenza costa c. Enel (inizio processo di integrazione 1964) ma la corte di giustizia già in
quest’anno ha affermato la prevalenza.

La sentenza costa c. Enel viene sottoposta anche alla corte costituzionale italiana che arriva a una
soluzione opposta di quella della corte d giustizia, poiché parte da presupposti teorici diversi.
I trattati internazionali quando vengono stipulati dall’Italia, non entrano automaticamente a far parte
dell’ordinamento interno, ma è necessario un provvedimento di adattamento, che deve essere
emanato dal legislatore. Il legislatore per adattarsi ai trattati internazionali usa leggi ordinarie che
hanno la formula che da “piena ed intera esecuzione al trattato x”: questo Siri circa che quando un
trattato internazionale entra nel nostro ordinamento con l’ordine di esecuzione contenuto nella legge
ordinaria—> trattato internazionale entra con il rango di legge ordinario.

Nella sentenza costa c Enel e la corte costituzionale afferma che l’Italia si è adattata al trattato
istitutivo CEE con una legge ordinaria quindi i trattati istitutivi hanno rango di legge ordinaria. Se il
legislatore emanata una legge post ai trattati istituitivi (come è avvenuto per la legge di
nazionalizzazione dell’energia elettrica) questa legge > legge comunitaria (p.io di successione delle
leggi nel tempo). La corte cost afferma l’opposto di quello che affermava la cdg che invece
sosteneva che quando gli stati sono entrati nella CEE hanno accettato la sottomissione al diritto ue.

La corte cost—> visione dualista: ordinamento nazionale != ordinamento CEE ma sono uniti dal
ponte dell’ordine di esecuzione (!= corte di giustizia.—> visione monista). La corte costituzionale
non afferma la non riconoscenza del diritto comunitario ma afferma che la comunità europea a puo
emanare norme direttamente applicabili ma non vi è una gerarchia.

Nel 1971 la corte italiana nella sentenza ICIC inizia a modificare il suo orientamento, iniziando ad
accogliere la prevalenza del diritto comunitario sul diritto intero iniziando a fondare il suo
ragionamento dall’art 11 cost, fondato in riferimento all’ONU (CEE non esisteva ancora) —>
l’Italia accetta, su base di reciprocità, le limitazioni della propria sovranità necessarie alla
partecipazione a organizzazioni internazionali che garantiscano la pace fra le nazioni.
quindi la Corte costituzionale dice che nell’ordinamento italiano non esiste una norma che dica
che il diritto comunitario prevale su quello interno però l’art.11 legittima le limitazioni di
sovranità: se una norma interna contrasto con norma ue, la norma interna è costituzionalmente
illegittima per contrasto dell’art 11 cost.
Se giudice nazionale si trova di fronte a questa situazione deve sospendere il processo e trasmettere
la questione alla corte costituzionale che dichiara la norma interna incostituzionale ex art 11 cost.

Nel 1978 la corte di giustizia nella sentenza simmenthal risponde alla presa di posizione della
corte cost italiana affermando che il principio affermato da lei non è sufficiente a garantir<e una
prevalenza del diritto ue sul diritto interno e sopratutto una applicazione uniforme del diritto
ue —> quindi da questa sentenza in poi quando un giudice si trova dinnanzi a una norma ue e i una
norma interna contrastanti, questo deve disapplicare di sua iniziativa la norma interna a favore
di quella dell’Ue anche posteriore senza dover chiedere intervento di qualsiasi organo
costituzionale.

Solo nel 1984 con la sentenza granital la corte costituzionale arriva allo stesso risultato della cdg,
mantenendo pero sempre un impostazione teorica != : la corte cost afferma che L’ord interno e
quello comunitario sono due sfere separato q quindi quando si ha un contrasto tra norma interna e
norma comunitaria, in quanto appartengono a due ordinamenti separati, non viene abrogata quella
interna, ma semplicemente non viene in rilievo.

PRINCIPIO DI INTERPRETAZIONE CONFORME E P.IO DI RISARCIMENTO DEL DANNO


- no trattati ma elaborati giuri cdg
- Principi definiti come effetti indiretti delle direttive
Si applicano questi principi sia se una norma produce effetti diretti, sia quando una norma non ha le
caratteristiche per produrre effetti diretti ma il singolo gode comunque di strumenti quali
l’interpretazione conforme e il risarcimento del danno.

Principio di interpretazione conforme: significa che il diritto interno di ciascuno Stato membro
deve essere interpretato nel modo più conforme possibile al diritto dell’unione europea. Questo
principio si applica le norme interne sia anteriori che posteriori alla norma dell’unione europea.

ES: NORMA INTERNA POSTERIORE NORMA UE


Es: sent von colson: Relativa all’interpretazione di una norma tedesca che recepiva una
direttiva ue (norma interna posteriore alla norma ue). La direttiva dell’Unione Europea era relativa
alla parità di trattamento lavorativo tra uomini e donne e tra le sue disposizioni sulle veniva lista di
membri dovevano mettere a disposizione degli individui degli strumenti a trovar valere i loro diritti.
In particolare la signora von colson non era stata assunta dal datore di lavoro riteneva che era stata
discriminata al momento della selezione perciò chiedevo risarcimento del danno da parte dello Stato
tedesco. La giurisprudenza tedesca aveva sempre interpretato la norma di recepimento della
direttiva nel senso che quando una persona riteneva di essere stata discriminata al momento
dell’assunzione non aveva diritto a un vero e proprio risarcimento del danno non aveva diritto a

rimborso delle spese sostenute per presentare la domanda di lavoro. La corte decide che in questo
caso la norma di recepimento della direttiva va interpretata conformemente la direttiva dell’Unione
Europea e quindi visto che la direttiva dice che bisogna mettere a disposizione al lavoratore tutti gli
strumenti per far valere i suoi diritti, la nonna la normativa di recepimento andava interpretata nel
senso che anche in caso di discriminazione il momento dell’assunzione, se la discriminazione era
stata accertata si poteva accedere a risarcimento del danno.

NORMA INTERNA ANTERIORE NORMA UE


Sent marleasing: Riguardava una norma spagnola sulle cause di nullità degli atti costitutivi di una
società che elencava le cause di nullità di questi atti. Esisteva una direttiva dell’Unione Europea a
cui la Spagna non aveva ancora dato attuazione, che stabiliva un elenco tassativo di cause di nullità
degli atti costitutivi di una società e tra queste cause non era ricompresa una causa che invece era
considerata tale dalla norma interna.la corte decide che la norma spagnola, anche se anteriore,
doveva essere interpretata conformemente alla direttiva e quindi si possono applicare solo le cause
di nullità previsti dalla direttiva

Sent pupino: Riguarda una questione di diritto processuale penale: la normativa europea
(posteriore la normativa italiana) stabiliva che quando si verificano di reati in cui sono coinvolti dei
minori, a tutela dei minori poteva essere utilizzato l’istituto dell’incidente probatorio (si dovevano
interrogare i minori assumendo quindi la loro testimonianza ma sempre tutelando i esempio
sentendo in una siete separati non in pubblico).il codice di procedura penale italiano stabiliva che
l’incidente probatorio si potesse utilizzare solo nei reati a sfondo sessuale. Nella vicenda pupino un
insegnate era stata accusata di abuso di mezzi di correzione (no sfondo sessuale ma erano
coinvolti minori, ossia gli alunni) e quindi si chiedeva se l’incidente probatorio m che secondo
l’ordinamento italiano non sarebbe stato applicabile perche limitato solo per alcuni reati, dovesse
essere applicato anche in questa ipotesi perche la normativa ue stabiliva che questa salita di ascolto
del minore si estendesse in tutti i casi in cui il minore doveva essere tutelato
La corte decide che la normativa italiana, anche se anteriore al normativa dell’Unione Europea,
deve essere interpretata conformemente normativa dell’Unione Europea: anche se l’incidente
probatorio limitato certi tipi di reati, enorme interna deve essere estesa anche ai reati di natura
diversa da quella prevista. Quella prevista.

Limiti al principio di interpretazione conforme:


A. No interpretazione contra legem: si può tentare di interpretare il diritto interno nel modo più
conforme al diritto europeo quando la norma interna è suscettibile di essere interpretato in vari
modi e soprattutto se questa norma non dice qualcosa di completamente contrario a quello che
dice lui europea: non si può forzare l’interpretazione della norma interna fino a farle dire il
contrario di ciò che dice. Se non c’è interpretazione è possibile perché c’è troppa differenza tra
norme interne e norme dell’Unione Europea, non si può usare questo principio, che si può usare
solo salutarmi interna presenta un margine di flessibilità tale da essere compatibile con
l’interpretazione aderente alla norma Unione Europea
B. No aggravamento della responsabilità penale nell’individuo L’interpretazione conforme
non può essere utilizzata fino a raggiungere un aggravamento della responsabilità penale
dell’individuo. Ad esempio: ce la direttiva che prevede che un certo comportamento sia
considerato reato e quella direttiva non viene recepita nello Stato mentre la normativa interna
invece non prevede che quel comportamento sia un reato: i principi della certezza del diritto
della irretroattività comportano che se un comportamento non costituisca reato ai sensi del
diritto interno ma lo costituisce attiva di Unione Europea hanno ancora recepita il

comportamento verrà considerato reato e l’individuo sarà considerato responsabile penalmente,


solo successivamente recepimento della direttiva. Non si può usare il principio di
interpretazione conforme per aggravare la responsabilità penale dell’individuo.
C. Principio di interpretazione conforme per quanto riguarda le direttive si applica solo dopo la
scadenza del termine di ricevimento della direttiva.

Principio di risarcimento del danno:


= è un principio di elaborazione giurisprudenziale, significa che quando uno stato ha violato una
norma UE e attraverso quella violazione ha cagionato un danno all’individuo, l’individuo può
rivolgersi ai giudici nazionali per ottenere il risarcimento del danno. Questo principio è stato
elaborato dalla Corte nella Sentenza Francovich= una direttiva prevedeva che ogni Stato membro
istituisse un fondo di solidarietà in caso di insolvenza e di fallimento dei datori di lavoro (per
esempio l’Italia doveva istituirlo presso l’INPS)—> l’Italia non aveva recepito questa direttiva e
alcuni lavoratori che dipendevano da datori di lavoro insolventi e ai quali quindi dovevano essere
pagate delle retribuzioni arretrate avevano chiesto di fare valere gli effetti diretti di questa direttiva
—> la Corte dice che questa direttiva non ha le caratteristiche per produrre effetti diretti quindi il
signor Francovich non può ottenere le somme di denaro però anche se questa norma non produce
effetti diretti, al singolo spetta comunque un risarcimento del danno che ha subito a causa della
violazione che ha subito dallo Stato. Questa sentenza non si limita a sancire questo principio in via
generale ma spiega anche quali sono le condizioni alle quali questo diritto al risarcimento del danno
sorge: A) la norma deve essere preordinata a conferire diritti ai singoli= la norma che è stata violata
doveva attribuire dei diritti ai singoli come nel caso Francovich B) la violazione deve essere grave e
manifesta= questa caratteristica viene in considerazione soprattutto quando la violazione è stata
commessa da organi legislativi od organi giurisdizionali supremi; visto che l’attività legislativa
dello Stato ha un forte grado di discrezionalità, perché ci sia stata una violazione grave e manifesta
sono necessari alcuni elementi, per esempio se il legislatore aveva un margine di discrezionalità
molto ampio è difficile che la violazione sia grave e manifesta invece se c’erano delle indicazioni
degli organi UE che potevano indirizzare il legislatore tendenzialmente la violazione è grave e
manifesta, oppure se la situazione era molto difficile da disciplinare è difficile che possa essere
imputabile allo Stato la violazione perché il carattere grave e manifesto non sussistono—> quando
siamo di fronte a una violazione di una norma UE, quanto più le autorità nazionali avevano un
margine di discrezionalità e quanto più la situazione da disciplinare era complessa, tanto più è
difficile che la violazione sia grave e manifesta C) deve essere presente un nesso di causalità tra la
violazione commessa dallo Stato e il danno subito dal singolo D) la violazione deve essere
imputabile allo Stato= per Stato si intende lo Stato in senso ampio quindi tutti i suoi organi; di
conseguenza le violazione può essere commessa da un organo legislativo o esecutivo o
giurisdizionale. In particolare ci sono due sentenza che riguardano la possibilità di imputare la
violazione allo Stato anche quando la violazione è stata commessa da organi giurisdizionali supremi
—> ci sono due sentenze di riferimento 1) Sentenza Koebler 2003: violazione commessa da un
tribunale amministrativo supremo austriaco che non aveva riconosciuto a un professore
universitario austriaco che aveva insegnato in vari Stati membri la possibilità di cumulare i suoi
periodi di insegnamento svolti all’estero a fini pensionistici e questo andava contro una direttiva
UE; la Corte non ha ritenuto che ci fosse una violazione grave e manifesta però ha affermato che
una violazione del diritto UE che potenzialmente fa sorgere un diritto al risarcimento del danno può
essere commessa anche da organi giurisdizionali supremi 2) Sentenza Traghetti del Mediterraneo
2006: violazione commessa dalla Corte di Cassazione italiana; la società Traghetti del Mediterraneo
sosteneva di aver subito un danno a causa della violazione del diritto UE da parte di una sentenza
della Corte di Cassazione che aveva ritenuto che gli aiuti di stato che erano stati concessi dallo Stato

italiano a un’altra compagnia di traghetti fossero compatibili con il diritto UE—> la società
Traghetti del Mediterraneo diceva che quando la Corte di Cassazione aveva dovuto valutare se
questi aiuti di stato fossero compatibili con il diritto UE, aveva il dovere di rivolgersi alla Corte di
Giustizia per chiederle un’interpretazione delle norme UE (tutela giurisdizionale: quando un giudice
di ultima istanza deve applicare il diritto UE e vuole avere un’interpretazione di questo diritto ha
l’obbligo di rivolgersi alla Corte di Giustizia) —> quindi una sentenza della Corte di Cassazione
aveva causato un danno a una società di traghetti perché aveva ritenuto legittimi gli aiuti di stato
accordati dallo Stato italiano a un’altra società di traghetti e la violazione del diritto UE consisteva
nel fatto che la Corte di Cassazione non si era rivolta alla Corte di Giustizia per ottenere
un’interpretazione di queste norme e così facendo aveva violato questo suo obbligo di rivolgersi alla
Corte di Giustizia con un rinvio pregiudiziale. Anche qui la violazione era stata commessa da un
organo giurisdizionale supremo.
Problema: se la Corte di Giustizia si fosse limitata a dire che tutte le volte che c’è una violazione da
parte dello Stato il singolo ha diritto al risarcimento del danno, lo Stato obbligato a risarcire avrebbe
potute cercare delle scappatoie (es. lo Stato accorda dei risarcimenti minimi oppure rende
l’ottenimento dei risarcimento estremamente difficile)—> la Corte di Giustizia ha deciso che lo
Stato non solo è obbligato a risarcire il danno ma deve rispettare i principi di equivalenza e di
effettività; generalmente il diritto UE lascia alle normative nazionali e ai loro sistemi processuali il
compito di stabilire le modalità attraverso cui i diritti garantiti dal diritto UE devono essere garantiti
(principio di autonomia procedurale). Il principio di autonomia procedurale ha due limiti che sono il
principio di equivalenza e il principio di effettività—> è vero che gli Stati membri possono decidere
liberamente le modalità con cui riconoscere il risarcimento al singolo però l’entità del risarcimento
non può essere inferiore a quella riconosciuta per danni derivanti da norme interne= significa che ad
esempio se l’ordinamento italiano prevede che per la violazione di norme interne sia garantito un
risarcimento sia del danno emergente sia del lucro cessante allora quando c’è una violazione del
diritto UE non può garantito dato al singolo un risarcimento inferiore. Nel 1995 la Corte di
Cassazione italiana nella Sentenza Mariotti ha violato il principio di equivalenza: lei trattava di un
caso di danno causato ad un singolo per la violazione di una norma UE; la Corte dice che va
garantito il risarcimento del solo danno emergente e non del lucro cessante (violazione diritto UE:
solo danno emergente ≠ violazione diritto interno: danno emergente e lucro cessante)—> a tale
orientamento si oppone la Corte di Giustizia con la Sentenza Brasserie du pecheur: la Corte di
Giustizia dice che in caso di violazione del diritto UE, lo Stato deve risarcire sia il danno ma deve
anche rispettare il principio di equivalenza —> l’entità del risarcimento derivante da una violazione
di una norma UE deve essere uguale all’entità del risarcimento derivante dalla violazione di una
norma di diritto interno; in particolare questa sentenza era relativa al danno derivante
dall’applicazione da parte delle autorità tedesche di una legislazione tedesca sulla birra che
impediva l’importazione in Germania di birre che erano state prodotte in altri Stati membri—> la
Corte di Giustizia aveva vietato questa normativa (la normativa UE era idonea a produrre effetti
diretti e quindi la normativa tedesca era stata disapplicata) però la Brasserie chiedeva anche il
risarcimento dei danni subiti in quanto per il tempo che non aveva potuto importare la birra aveva
avuto delle perdite economiche—> la Brasserie aveva subito un danno ulteriore che non era coperto
dal fatto che quella norma producesse effetti diretti. Questa sentenza chiarisce anche il fatto che il
principio di risarcimento del danno non è alternativa al principio degli effetti diretti quindi quando
una norma può produrre effetti diretti, se il singolo ha anche subito un danno può ottenere sia che
gli sia riconosciuto quel diritto davanti al giudice nazionale sia il risarcimento del danno. Quando
invece una norma non ha le caratteristiche per produrre effetti diretti e il singolo ha subito un danno,
può ottenere solo il risarcimento del danno. Inoltre questa sentenza non sancisce solo il principio di
equivalenza ma aggiunge anche che lo Stato deve rispettare il principio di effettività cioè lo Stato

non può rendere troppo difficile o impossibile ottenere il risarcimento (per esempio per presentare
la domanda di risarcimento non deve esserci un termine troppo breve per la scadenza del tempo
utile per presentare la domanda stessa).

CONTROLIMITI E CASO TARICCO


I diritti fondamentali all’inizio non erano nemmeno menzionati nel trattato ma successivamente la
Corte di Giustizia si è fatta garante di questi diritti grazie alla spinta delle Corte Costituzionali
italiana e tedesca.
La Corte Costituzionale italiana nella Sentenza Frontini ha enunciato per la prima volta la teoria dei
controlimiti ripresa poi in varie sentenze—> tutt’ora è una teoria sulla quale si fonda la Corte
Costituzionale. In questa sentenza la Corte Costituzionale accetta la prevalenza del diritto
comunitario sul diritto interno ma se dovesse accorgersi che una norma UE è in contrasto con un
diritto fondamentale garantito dalla Costituzione italiana interverrebbe —> nel caso Frontini
dichiara illegittimo l’ordine di esecuzione (i diritti fondamentali non possono essere contrariati dal
diritto comunitario sopratutto perché il diritto comunitario non garantisce quei diritti)—> ma in
generale minaccerebbe di far uscire l’Italia dalla CEE.
Questa teoria che viene poi ribadita in altre sentenze successive, è una teoria che si fonda proprio
sulla visione dualista del rapporto tra diritto comunitario e diritto interno—> sono due ordinamenti
separati. Il giudice ordinario quando si trova di fronte al contrasto non applica la norma interna e
applica la norma UE ma quando si trova di fronte a una norma UE che lede un diritto fondamentale
allora entra in gioco la Corte Costituzionale cioè la valutazione non la può fare il giudice ordinario
bensì la Corte Costituzionale che eventualmente fa uscire l’Italia dalla CEE. Il fatto che la Corte
Costituzionale si riservi un margine di controllo significa che la Corte concepisce ancora i due
ordinamenti come due ordinamenti separati perché altrimenti non avrebbe più questo margine di
intervento.
Lo stesso principio viene ribadito nella Sentenza 232/1989= la Corte Costituzionale assume una
posizione più morbida infatti dice che d’ora in poi il suo intervento si limiterà a sindacare la
legittimità della norma UE che contrasti con la norma interna (non dichiarerà invece illegittimo
l’ordine di esecuzione con conseguente uscita dell’Italia dalla CEE come aveva affermato
precedentemente)—> semplicemente dichiara costituzionalmente illegittima quella parte dell’ordine
di esecuzione che copre quella norma UE contraria ai diritti fondamentali—> e poi fa prevalere la
norma italiana.
Questo principio viene affermato anche nella Sentenza Granital 1984= si enunciano due controlimiti
cioè due possibilità di intervento della Corte Costituzionale in caso di contrasto tra la norma interna
e la norma comunitaria—> 1) la Corte ribadisce che interverrà nel caso si accorga che una norma
UE contrasta con un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione italiana 2) la Corte dice che
interverrà anche nella situazione opposta e cioè se il legislatore italiano emanasse una norma che
impedisse la perdurante applicazione e osservanza dei trattati istitutivi o del nucleo essenziale dei
suoi principi (può esserci anche una norma interna che non è in contrasto con il solo ordinamento
comunitario ma anche con l’esistenza stessa dell’Unione europea).
La teoria dei contro-limiti è tutt’ora applicata dalla Corte Costituzionale anche se questa non è mai
arrivata in concreto a dichiarare inapplicabile una norma UE per contrasto con uno dei diritti
fondamentali della Costituzione italiana—> ci è andata pero molto vicino in due sentenze: la
Sentenza Fragd 1989 e la Vicenda Taricco.

Caso taricco: la Corte Costituzionale ha detto che anche se la possibilità di sollevare i


controlimiti è una circostanza abbastanza improbabile, si mantiene comunque questo suo potere di
intervenire —> la vicenda Taricco è stata oggetto di un dibattito tra le due Corti, è scaturita da una

sentenza della Corte di Giustizia 2015, poi si è espressa la Corte Costituzionale che ha fatto un
rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia la quale si è espressa nuovamente nel 2017. Era successo
che in una sentenza del 2015 la Corte Costituzionale aveva affermato che il giudice nazionale deve
disapplicare una normativa interna in materia di prescrizione del reato se questa norma preveda che
l’atto interruttivo che si verifica nell’ambito di procedimenti penali che riguardano frodi sull’IVA
impedisca di infliggere delle sanzioni che dissuadano dall’effettuare delle frodi nei confronti della
UE—> cioè la normativa italiana in materia di prescrizione, e in particolare in relazione alle frodi
sull’IVA, andava disapplicata nel caso in cui non garantisse un’effettiva applicazione dell’art.325
TFUE “punizione dei reati di frode agli interessi finanziari dalla UE”. La questione viene poi
sottoposta alla Corte Costituzionale che si trova di fronte a questo principio affermato dalla Corte di
Giustizia che estende retroattivamente la disapplicazione delle norme italiane in materia di
prescrizione anche ai procedimenti che erano in corso—> la Corte Costituzionale dice che ciò è
contrario al principio di legalità in materia penale che è un principio fondamentale dell’ordinamento
italiano—> si configura un’ipotesi che potrebbe far scattare i controlimiti. La Corte Costituzionale
però ha cercato di evitare questo scontro e invece di applicare i controlimiti fa un rinvio
pregiudiziale alla Corte di Giustizia proponendole di reinterpretare meglio cosa intendesse con ciò
che aveva affermato precedentemente. La Corte di Giustizia nel 2017, accoglie questo invito nella
Sentenza Taricco-bis ribadendo il principio iniziale e aggiunge che il giudice nazionale è obbligato
a disapplicare la norma interna sulla prescrizione solo nel rispetto del principio di legalità—> la
norma in materia di prescrizione quando si traduce nella non tutela degli interessi finanziari della
UE va disapplicata ma se il giudice si accorge che la disapplicazione di quella norma viola il
principio di legalità allora non deve disapplicare la norma sulla prescrizione —> soluzione di
compromesso.

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