Sei sulla pagina 1di 3

La caserma Raniero

L=Quella giornata (17 marzo 2001) venni a Napoli la mattina con le associazioni
e i gruppi del nord.
D=Siamo arrivati a Napoli la mattina e siamo partiti dalla stazione.
L=Ci siamo incamminati e sono caduta vittima della repressione della polizia
molto prima delle violenze di piazza.
D=Ricordo che mi trovavo su questa via.
L=I compagni davanti avevano fatto un cordone.
Con una mia amica c’eravamo fermati di fianco. Sul rettifilo è successo che i
carabinieri hanno spezzato il corteo. Una parte del corteo è iniziata a
indietreggiare. Io ero ferma e non sapevo se andare avanti o indietro. A un certo
punto la coda è indietreggiata e sono sbucati da tutte le parti cordoni di
Carabinieri.
D=Ci hanno chiusi.
L=Ci hanno talmente stretti che mi sono sentita sollevare da terra.
D=La folla era paralizzata.
L=Non avevo più i piedi che toccavano per terra.
D=Quella parte di corteo è andata avanti e noi siamo caduti l’uno sull’altro per
scappare.
L=Ci hanno caricato da ogni dove. Alcuni sono riusciti a scappare. Io con questa
mia amica siamo cadute. Quando sono finite le scarpe a tennis ho visto gli
scarponi e ho cominciato a sentire le botte e i manganelli.
D=Ero a faccia in giù, ma ho ricevuto le botte in testa e sulle spalle, la faccia, le
gambe.
L=Non c’erano solo carabinieri ma anche poliziotti e finanzieri. Sono rimasta in
terra e ragazzi Napoletani hanno raccolto me e la mia amica c’hanno fatto
sedere ai lati della strada.
D=Non muovevo la spalla e la mano.
L=Una ragazza di Napoli ci accompagnò in ospedale. Non conoscevamo il
territorio e non sapevamo ci fossero possibilità alternative, come ambulatori
d’emergenza approntati da compagni Napoletani.
D=Noi tre siamo andate al Pellegrini vecchio.
L=La nostra idea era semplice: andiamo lì, ci facciamo curare. Quando siamo
arrivate non c’era nessuno. Abbiamo fatto l’accettazione e mi hanno mandato al
primo piano a fare i raggi. Sono uscita. Ho atteso un pò.
D=Mentre aspettavo, mi si affiancato un ragazzo in borghese che mi fissava. Ho
capito che era uno della Digos. Quando ho finito di fare i raggi il ragazzo si è
avvicinato e mi ha strappato di mano il referto.
Sono uscita. Lui mi ha scortato. Gli chiedevo chi fosse e lui ha detto:
Luigi=<<Adesso te lo facciamo vedere>>
L=Lungo un corridoio c’era una persona sdraiata su una barella. Dagli scarponi
avevo capito che era un poliziotto. Quando l’ho visto. Lui ha incominciato a
inveirmi Contro, urlandomi:
Luigi=<<Puttana>>e altri improperi.
Il collega mi strattonato e ha urlato:
Luigi=<<Cosa hai fatto al mio collega?>>
D=E’ intervenuto un altro in divisa che mi ha calciato per tutte le scale fino al
piazzale centrale.
L=E li c’era il mondo: camionette, poliziotti, manifestanti.
D=Mi hanno fatto sostare con una mia amica al drappello d’ingresso per più di
un’ora.
L=Dovevo andare in bagno mi hanno scortata anche lì e ho fatto i miei bisogni
con un uomo che mi guardava. Ti sentivi violentata da ogni punto di vista. Mi
hanno perquisito lo zaino. Dicevano che cercavano coltelli, ma dentro avevo
solo… panini al prosciutto

Potrebbero piacerti anche