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Rispondere alle prime due domande significa rispondere alla domanda fatta
nell’Introduzione di questa dispensa: qual è il tuo livello di gioco attuale?
Mediogioco:
A) Strategia di base per Categorie Nazionali ed inferiori: sviluppo dei pezzi , saper
formare avamposti per i cavalli, controllare colonne aperte con le torri, attivare gli
alfieri su diagonali aperte, riconoscere differenti tipi di centro e saperlo occupare o
controllare, usare bene la coppia degli alfieri, saper individuare le case forti e deboli .
Finale:
Abbiamo detto che il primo passo è procurarsi gli indici dei libri di repertorio in commercio.
a) Le aperture che già giochi (ricordi le statistiche che ti ho fatto fare, sulle TUE
partite?)
b) Il principio dell’economia delle varianti.
Ad esempio, se giochi 1.e4 , invece dei sistemi consigliati nei vari libri contro 1...e5
(Scozzese, Spagnola, Quattro Cavalli, Gioco Piano, Viennese e così via) puoi rimpiazzarli
col Gambetto di Re 2.f4, solo perchè è forzante, cioè obbliga il tuo avversario a giocarlo
(seguire il principio dell’economia non significa adottare sistemi stupidi, come 1.Ch3, che
hanno sì meno teoria, ma non ti permetteranno mai di ottenere risultati agonistici
soddisfacenti). Ma, ovviamente, solo se ti trovi a tuo agio con la filosofia dei Gambetti!
Insomma, i libri di repertorio rappresentano solo una rosa ideale tra cui scegliere:
l’importante è raggiungere un giusto equilibrio, con la consapevolezza che il repertorio
cambierà, con gli anni: se oggi giochi il Sistema Colle, puoi benissimo adottare il Sistema
di Londra o l’Attacco Torre, ma il tuo destino futuro sarà, volente o nolente, passare ai
sistemi più complessi con 1.d4 2.c4.
a) Metodo del Guardare il tempo del tuo Avversario: è il mio preferito, e ti assicuro che
non ho MAI perso per il tempo, ma solo per la superiorità dell’avversario. Devi
periodicamente confrontare il tuo tempo con quello dell’avversario. Dovresti farlo ogni 10
mo mo mo
minuti, al 10 , 20 , 30 minuto e così via; oppure ogni 10 mosse, in base al controllo del
tempo adottato. L’obiettivo è di rimanere almeno con 5 minuti in meno del tuo avversario
ogni volta e con almeno 1 minuto in meno verso la fine della partita, cioè negli ultimi 5
minuti della partita.
c) Metodo dell’Usare il Tempo del tuo Avversario : il titolo parla da solo, ed è un metodo
utile soprattutto se il tuo avversario è più lento di te. Era applicato con successo da
Fischer. Ma devi sentirti a posto anche fisicamente, per poterlo adottare.
Tutti questi metodi, comunque, hanno una premessa comune: aver compilato per iscritto
(in un database), stampato, controllato, provato in partite amichevoli e memorizzato un
repertorio d’aperture. Tra l’altro, potrai anche avere così la possibilità di una preparazione
casalinga contro il tuo avversario, se conosci le aperture che gioca abitualmente,
guadagnando ulteriore tempo nelle fasi iniziali della partita.
Ho lasciato per ultimo l’argomento più importante, cui ho fatto cenno anche nelle
precedenti parti della dispensa, in quanto le TUE partite sono la fonte migliore di esercizi
posizionali (quelli che hai visto in Come pensare in Mediogioco) e sono la chiave del
miglioramento a Scacchi.
Durante una partita, è importante considerare gli scacchi come uno sport: ciò che conta è
vincere, ed in un periodo limitato di tempo occorre prendere molte decisioni pratiche. Ma,
finita la partita, gli scacchi diventano una scienza. La discussione sulla partita è detta
“analisi post-mortem” o semplicemente “analisi”. Analizzare le tue partite è un momento
cruciale del tuo sviluppo scacchistico, perchè puoi imparare molte cose e molto in fretta
dai tuoi errori. Uno dei motivi di ciò risiede nel forte coinvolgimento emotivo che provi per
le tue partite. Se impari anche una cosa sola da ognuna delle tue partite, andrai lontano.
Ti consiglio di prendere delle note scritte, perchè già dopo una settimana avrai scordato
molto.
Il giocatore valuta criticamente ogni mossa, ma di solito perde la visione generale della
partita.
B) il modo tecnico/psicologico.
Oltre ai fattori tecnici, esistono molti fattori psicologici che hanno influenzato la priorità
delle tue scelte. E’ molto utile portare in superficie questi elementi: è interessante non solo
sapere quali errori hai fatto, ma perchè li hai fatti (ansia, indecisione, sottovalutazione
dell’avversario ecc.ecc.). In pratica, si tratta di rispondere ad una serie di questioni, tipo:
1) Quale apertura è stata giocata? La giochi spesso? Faceva parte del tuo repertorio?
Conosci le idee dietro questa apertura? Conosci i trucchi tipici?
2) Vi sono state delle situazioni particolari in apertura? (es. trasposizioni di mosse,
perdite di tempo non necessarie,…)
3) Quali mosse ti hanno fatto perdere tempo? Perché?
4) Quale mossa dell’avversario ti ha sorpreso? Cosa ti aspettavi e come hai reagito?
5) Hai giocato attivamente (con l’iniziativa) o passivamente (aspettando)? Perché?
6) Quale mossa, tua e dell’avversario, è stata molto cattiva? Perché?
7) Vi sono stati dei momenti nella partita in cui tu o il tuo avversario avete ottenuto dei
vantaggi permanenti? Ed a causa di quali errori? Quali sono state le conseguenze
per la partita?
8) Quale tua mossa ha segnato l’inizio di un tuo piano? Puoi descrivere questo piano
a parole? Ora, pensi che questo piano sia stato buono o cattivo? Hai cambiato
piano, ad un certo punto?
9) Sai quale piano ha seguito il tuo avversario? Pensi che gli hai dedicato sufficiente
attenzione durante la partita? Come giudichi il suo piano?
10) Potevi sacrificare qualcosa? Perché lo hai fatto o non lo hai fatto?
11) Hai avuto in qualche momento la scelta tra una lotta posizionale ed una tattica? Hai
tenuto in conto la forza del tuo avversario? Avevi paura di lui?
12) Vi sono state delle possibilità di semplificare per entrare in un certo tipo di finale?
Perché lo hai fatto (o non l’hai fatto)?
13) Qual è stato l’errore decisivo della partita? Perché?
14) Quali suggerimenti ti ha fatto l’avversario dopo la partita?
15) Cosa hai intenzione di studiare (di nuovo) dopo questa partita?
16) Quali aspettative avevi all’inizio della partita? Perché? Sono state realizzate?
17) Cosa sapevi sul tuo avversario? Hai tenuto conto di ciò che sapevi? Come?
18) Avevi qualche problema psicologico durante la partita? (nervosismo, dubbi, paura di
perdere, insicurezza, ecc.)
19) Avevi fiducia in te stesso?
20) Come è stata la tua capacità di concentrarsi?
21) Come è stata la tua capacità di sfruttare il tempo sull’orologio ?
22) Sei stato disturbato da cose accadute attorno a te?
23) Eri concentrato solo sui tuoi piani o hai tenuto in considerazione anche quelli
dell’avversario?
24) Hai mostrato al tuo avversario come ti sentivi? (ad esempio, insicuro)
25) Hai avuto un “pensiero basato su desideri” durante la partita? (“Gioco questa
mossa, sperando che il mio avversario risponda con quella mossa”)
26) Eri occupato dalla partita, o pensavi al risultato, a chi ti guardava, al tuo avversario,
ai dubbi?
27) Cosa hai fatto quando le cose erano diventate difficili?
28) Hai commesso sviste? Se sì, quale è stata la causa?
29) Hai lottato finchè tutte le possibilità sono state tentate?
30) Hai smesso di analizzare certe varianti perché “sentivi” che era impossibile per te
calcolarle?
31) Ad un certo momento, hai pensato cosa avresti fatto se fossi stato al posto del tuo
avversario?
Una volta risposto alle domande (almeno la metà) e completata la tua analisi con la
scacchiera reale, puoi accendere il computer:
1) controlla la fase d’apertura, con libri e databases, verificando a che punto sei uscito dal
tuo repertorio;
2) aggiungi tutte le note, tutte le varianti che hai pensato durante la partita e quelle
discusse durante l’analisi immediata post-partita;
4) evidenzia i punti di non-ritorno nella partita e metti punti interrogativi ai posti giusti.
L’analisi deve essere un insieme logico.
5) spegni il computer. Vi deve essere un equilibrio tra testo e varianti. Tutto deve avere un
significato: niente ridondanze od inaccuratezze. L’analisi è di per sè un’arte.
Spero che questa dispensa ti sia stata utile. Continua a lavorare duro e poi mandami una
mail del tipo "Ehi! Ora sono un Maestro anch’io!"
¾ Nella parte successiva: Come organizzare un programma di studio