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CITTADINANZA: Condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato, con i diritti e i doveri.

Il diritto di
voto, il dovere di fedeltà e l’obbligo di difendere lo Stato, prestando il servizio militare.
COMUNITA’: La comunità indica il convivere e il condividere beni materiali e immateriali.
PIZZORNO definisce la comunità un raggruppamento di persone che vivono in un territorio circoscritto.
WEBER distingue la comunità, ovvero ogni relazione sociale basata sulla fiducia, sull’affezione e sul senso
comune di appartenenza e la società, ovvero basata su legami di interesse motivato rispetto allo scopo o al
valore.
TONNIES distingue la vita in comunità, ovvero ogni legame intimo (parentela-sangue, spirito-amicizia,
vicinato-luogo), dalla vita in società, ovvero dove circola la libertà di aderire o meno.
PARSONS divide la comunità in locale, ovvero basata su soggetti che condividono un territorio e cooperano
e in societaria, la quale ha una funzione di integrazione, collegata alla politica, ed è distante.
POLITICA: si occupa di costruire e mantenere ordine in una società, ma soprattutto individuare gli obbiettivi
che la società deve perseguire, indicando la modalità, in principi e regole condivise dalla popolazione. Nel
momento in cui la politica non trova obbedienza, è autorizzata ad usare la coercizione fica sempre se
questa porti beneficio all’intera collettività e che abbia un valido motivo.
POLITICA E COMUNITA’ SONO LEGATE.

Modelli di comunità
APPARTENENZA, MONDO PRE-MODERNO. Questa comunità è caratterizzata da un sistema tradizionale, in
quanto la famiglia è al centro della politica. All’interno di queste comunità, i capi famiglia controllano sia i
processi di produzione che quelli decisionali. La forma di potere è basata sul patriarcato e l’economia è di
sussistenza, un’economia semplice, sono delle piccole realtà basate sulla consuetudine di valori e credenze.
LEGALITA’ E APPARTENENZA, ‘700. Questo tipo di comunità ha un’organizzazione politica basata sulla
stratificazione sociale. dovute alle diverse funzioni della produzione, in quanto si è passati da un’economia
di sussistenza ad un’economia di mercato che fa nascere uno strumento di scambio universale che è la
moneta. Sia la vita economica che quella sociale è più complessa e le merci circolano liberamente. Nasce lo
stato, con l’accentramento del potere ad un entità superiore rispetto a quella locale, che ha la funzione di
difendere il territorio, di mantenere ordine sociale e di riscuotere le tasse. L’elemento legale si fonda
all’elemento di appartenenza. Il diritto di sottomettersi ad un obbligo ora è fondato sulla legge. Lo stato fa
le guerre e le guerre fanno lo stato. la comunità resta necessaria.
URBANIZZAZIONE, MOBILITA’ SOCIALE. Le persone si spostano dalle aree rurali per trasferirsi in città urbane
e industriali. Si verifica uno sradicamento di persone che condividevano da sempre valori e credenze che
adesso si trovano in aree urbane dove si produce anomia. In queste comunità iniziano ad affermarsi i diritti
personali che portano ad una maggiore istruzione che fanno stabilire le democrazie, e il diritto di una piena
cittadinanza.
PLURALISMO SOCIALE. Grazie alla mobilità sociale, nelle aree urbane si verifica un pluralismo etnico,
culturale e sociale, nascono nuove collettività. Le persone devono vivere secondo canoni diversi, i rapporti
non sono più affettivi ma sono basati sulla fiducia, le famiglie diventano nucleari. Si diffondono i processi di
democratizzazione e si formalizza una cultura amministrativa. L’agire economico è fondato sulla
secolarizzazione e sull’utilismo individuale.

ELITE POLITICHE
Il termine elite indica un gruppo ristretto di perone che si differenzia dalla massa. Può essere definita come
la parte migliore. scelta in cui alcuni soggetti hanno delle capacità molto elevati in diversi aspetti. La
funzione principale delle elite politiche è quella di influenzare le decisioni politiche, potere dovuto non alle
conoscenze e alle capacità personali ma solo grazie alla posizione occupata nella società. Gli aspetti
fondamentali nello studio delle elite è sicuramente capire come si entra a far parte delle elite, come è
strutturata, come la massa esercita influenza sulle elite e le trasformazioni delle elite. Ci sono diversi
sociologi che hanno studiato attentamente il fenomeno delle elite.
MOSCA
Egli usa il termine classe politica anziché elite per indicare una minoranza organizzata rispetto alla
maggioranza. L’elemento essenziale per far si che si crei un elite per mosca è l’organizzazione, che poi
chiamerà classe dirigente. Ogni classe politica giustifica il proprio potere attraverso un’ideologia che per
mosca è la formula politica. Definisce la classe politica APERTA nei regimi democratici perché sono più
flessibili mentre quelli pre democratici li definisce chiusi in quanto tendono ad essere stabili.
PARETO
Egli definisce l’elite un gruppo di persone che sono più capaci. Distingue la popolazione in classe eletta
(minoritaria) e classe non eletta (il resto della popolazione). Pareto guarda le caratteristiche individuali,
coloro che sono più capaci, e distingue le azioni logiche da quelle non logiche, e fa una seconda distinzione,
ovvero residui (sentimenti) e derivazioni (teorie che e persone usano per giustificare le loro azioni)che
fanno parte dell’attività umana razionale. I concetti di eterogeneità e di circolazione sono i fondamenti della
sua teoria. In ogni attività umana colloca le persone che hanno più capacità al vertice (classe eletta) e in
basso c’è la classe non eletta. Ci sono elite di natura autoritaria che Pareto chiama leoni, che esalta la forza
e mette il nemico alla base del suo ragionamento. Ci sono poi elite che tendono al compromesso chiamate
da Pareto volpe, poiché si basa sull’astuzia. Bisogna bilanciare e due dimensioni altrimenti una di loro
trionfa. Quindi la classe eletta di governo è in continua trasformazione.
ARON
Egli definisce le elite la relazione tra gruppi che esercitano il potere, la capacità di unione di come far parte
di un’elite. Delinea 2 tipi di elite: 1)unitaria, nelle società senza classi con un unico partito, in cui le forme di
potere sono manipolate dalle stesse persone; 2) divisa, dove ci sono più gruppi sociali, in competizione tra
loro.
MILLS
Egli si dedica alla struttura del potere politico americano, e distingue 3 livelli nella gerarchia del potere,
vertice, un livello medio e la base. Per Milss le elite che operano sono al livelli medio che portano una
stabilità e un equilibrio alla società. La coesione delle elite si basa sull’origine sociale, sulla socializzazione
sulla visione del mondo. Per Mills le elite non sono gruppi di superiorità ma semplicemente mutamenti
istituzionali che portano trasformazioni economiche e sociali.
Gli aspetti del reclutamento politico sono:
1. L’esperienza pratica e il governo locale; 2) Tramite tecniche automatiche o discrezionali di selezione; 3)le
caratteristiche degli aspiranti; 5) le conseguenza del reclutamento.

IL POTERE
Il potere è la capacità di imporre la propria volontà ad una determinata società, trovando obbedienza. Il
potere viene esercitato per scopi individuali, di gruppo o universali, di natura materiale o immateriale.
Esiste un potere generale e un potere sociale. Il potere POLITICO è una forma di potere che fa riferimento
alla politica e alle sue necessità. La politica che ha come oggetto il governo della società, la sua costruzione
e il mantenimento dello stato. Per far si che raggiunga i suoi scopi, talvolta deve fare uso delle coercizione
fisica. Le forme e i contenuti del potere politico sono mutati nel tempo e continueranno a mutare, ma il
concetto resta sempre lo stesso.
WEBER
La sua teoria è centrata a dare spiegazioni e comprendere il fenomeno del potere. Allo scopo di studiare i
fenomeni sociali, ha ideato un metodo definito storico-comparativo e uno strumento chiamato idealtipo. E’
ideale perché è una forma di generalizzazione che permette il lavoro scientifico e la spiegazione casuale,
sempre se le teorie siano verificabili. Per lui, il potere deve essere inteso come la possibilità di trovare
obbedienza, presso certe persone, ad un comando. Il potere è caratterizzato da 3 elementi: 1) Un’autorità
obbedita; 2) la legittimità; 3) un apparato amministrativo. La potenza Weber la definisce come l’insieme
delle relazioni tra attori sociali forti che decidono e attori sociali deboli che subiscono. Carattere indiretto.
TIPOLOGIA DEI POTERI LEGITTIMI
-POTERE RAZIONALE-LEGALE (ordinario impersonale). Caratteristico delle società moderne, vincolato da
regole e basato sulle leggi. Si basa sulla disponibilità dei cittadini ad obbedire, in modo consueto.
-POTERE TRADIZIONALE (ordinario e personale). Gestito su credenze sacre valide da sempre. Caratteristico
dei secoli passati, dove la giustificazione del potere era data da regole tradizionali sempre valide.
-POTERE CARISMATICO (straordinario e personale). Basato sul carisma, qualità riconosciuta ad una persona,
son una forza rivoluzionaria, in quanto può creare e trasformare gli ordinamenti in base ai suoi interessi.
Non è vincolato da leggi, ed è irrazionale.
Per gli elitisti la società deve essere divisa in 2 strati, uno strato superiore( governanti) e uno inferiore
(governati). PRINCIPIPIO MINORITARIO, In cui una minoranza comanda e una maggioranza obbedisce.

SOCIALIZZAZONE POLITICA
Il termine sociologia per la prima volta è stato introdotto da Durkheim, intendendo il processo attraverso
cui i membri delle giovani generazioni si formano con i valori trasmessi dalle vecchie. PARSONS la intende
come quel meccanismo che mette in collegamento la dimensione macrosociologica con quella
microsociologica. Noi intendiamo la socializzazione come quel processo attraverso cui gli individui imparano
a diventare esseri sociali, membri di una società. E’ fondamentale per capire la stabilità del sistema sociale
e la sua riproduzione, ma anche guardare i fenomeni del singolo individuo. La dimensione macro, è attento
l’approccio istituzionale, in cui i fenomeni influenzano l’azione politica individuale, e l’approccio individuale
soggettivo che guarda il grado di ricettività individuale. La sociologia politica è il processo, in cui ogni
individuo diventa membro di una comunità politica. In base all’approccio individuale soggettivo, indica
quella serie di esperienze che formano l’individuo e lo orientano verso una visione del sistema politico. In
base all’approccio istituzionale, è il processo in cui le culture politiche prendono forma, si mantengono e
modificano. Tale processo riguarda la dimensione normativa, espressive e cognitiva.
LA SCUOLA AMERICANA
Usa un approccio teorico empirico che si potrebbe definire modello integrazionista. Gli orientamenti politici
si acquisiscono già nei primi anni di vita. Tali orientamenti sono resistenti e quindi invariati nel corso della
vita. Prima un individuo forma i propri orientamenti politici, più loro saranno resistenti. Un elemento
importante è il contesto dell’ambiente sociale e gli attori socializzanti, indicati come agenzie di
socializzazione. Ci sono 2 tappe fondamentali, la socializzazione politica primaria (che riguarda il processo di
costituzione della struttura fondamentale della personalità, scuola e prime forme di gruppo) e la
socializzazione politica secondaria (inserimento dell’individuo già socializzato in settori specifici della
società, che riguarda l’accesso alla politica inteso come specifico sottosistema sociale agenzie
extrafamiliari). Per la scuola americana, l’atteggiamento degli individui nei confronti della politica è frutto di
un comportamento appreso regolato da stabilità, il loro orientamento è precoce e graduale, comportando
la stabilità nella vita adulta.
Questo modello è entrato in crisi con la società postmoderna, dato fondamentale di questa società è
l’individualizzazione. La socializzazione politica non riguarda solo i primi anni di vita ma va al di là dell’età
adulta, si passa dalla socializzazione politica adulta a quella permanente alimentato dal gruppo dei pari e
dai mass media, che costituiscono un punto di riferimento per la formazione dell’identità politica ed
individuale, e sono i responsabili di un mutamento della socializzazione. Grazie ai media gli individui
accedono a valori, modelli diversi dal loro contesto sociale. I mass media vengono ritenuti i responsabili
della risi attuale tra individui e politica. Si parla di caos generale, in quanto i confini delle generazioni
diventano vaghi e confusi, ovvero si ha un blocco della progettualità.
MANNHEIM
La sua concezione di generazione permette di intendere la giovinezza come un’occasione per il
cambiamento della società, che definisce generazione politica. Il concetto di generazione lo usa per 2
accezioni, una per la continuità della società e per un progetto di cambiamento.
La nostra epoca è caratterizzata da un distacco crescente della gioventù dalla politica, questo può essere
favorito da una mancanza di ideologie e di progetti politici di poco rilievo che portano i giovani al
raggiungimento di obbiettivi più vicini.
POLITICA E REGOLAZIONE SOCIALE
Gli elementi sono l’ordine e la regolazione sociale, in cui Durkheim introduce il concetto di anomia. Merton
definisce l’anomia come una frattura della struttura culturale. L’adattamento è molto vicino all’equilibrio
sociale che ha introdotto Pareto, indicando la trasformazione delle elite. Il cambiamento ha natura
circolare, si parla di circolazione delle elite.
POLANY
Ha 3 forme di regolazione: 1. la reciprocità, aspetti come il sostentamento familiare nelle relazioni
comunitarie; 2. la redistribuzione, che ha bisogno di strutture organizzate per garantire i processi
redistributivi delle risorse; 3. lo scambio, dove si produce la regolazione, istituzione autonoma.

ARGOMENTI :

-Il voto di scambio

-Clientelismo

-Potere politico secondo Mills

-Regolazione sociale

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