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La Sogin, la società statale che si occupa del decommissioning nucleare, pagata dai
contribuenti direttamente nella bolletta dell’elettricità, ha annullato “in autotutela” la
procedura di appalto per i lavori di realizzazione dell’impianto di cementazione di
soluzioni liquide radioattive definito Cemex. Una gara da 145 milioni che avrebbe
garantito la costruzione delle strutture necessarie a solidificare le scorie liquide
presenti all’interno dell’Eurex, il vecchio polo per il riprocessamento del combustibile
ex Enea situato a Saluggia, in Piemonte. E il loro successivo trasporto in altro luogo più
idoneo, probabilmente all’estero.
La società statale, che dal 1999 si occupa dello smaltimento delle scorie del vecchio
programma nucleare italiano, e conta circa 700 dipendenti, non è nuova a battute
d’arresto di questo tipo, ma è corsa immediatamente ai ripari. Con una nota, il 24
marzo, ha spiegato di avere già approntato un nuovo bando e di averlo inviato alla
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La nuova gara, dice Sogin, partirà da una base
più bassa, 135 milioni, e prevederà un tempo di realizzazione dei lavori più veloce.
Il timore dei comitati e degli ambientalisti di Saluggia è invece che, con quel carattere
di temporaneità permanente che spesso caratterizza i processi decisionali all’italiana,
alla fine le scorie rimarranno esattamente dove sono.