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Griglie d evazione
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Griglie di r ealtà
r CITTADINANZ
Compiti di
INDICE
Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
SCIENZE
Griglia degli obiettivi e delle attività. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Io sperimento... con il calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Io sperimento... con l’aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Io sperimento... con l’acqua .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Io sperimento... con la terra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
Io conosco... gli elementi degli ecosistemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
Tecnologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
Griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi. . . . . . . . . . . . . . 98
COMPITO DI REALTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
CITTADINANZA
Griglia degli obiettivi e delle attività. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101
L’ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
La salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107
Griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi. . . . . . . . . . . . . . 112
introduzione
Questa monografia è articolata in due percorsi: Scienze e Cittadinanza. Ogni percorso è aperto
da una ”griglia degli obiettivi e delle attività” che riporta, per ogni scheda, l’obiettivo specifico e
la descrizione dell’attività proposta.
Nel percorso di Scienze si alternano pagine di ”Ipotesi di lavoro per l’insegnante”, con spunti
metodologici e didattici sull’uso delle schede, e schede operative rivolte agli alunni. Chiude il
percorso un compito di realtà.
A conclusione di ogni percorso è presente una ”griglia per la rilevazione del raggiungimento degli
obiettivi” compilabile dal docente.
SCIENZE
Talvolta nella Scuola Primaria l’insegnamento delle Scienze si basa soprattutto sulla spiegazione data
dall’insegnante o dalla lettura del testo in uso nella classe. È importanete invece che i bambini assu-
mano un atteggiamento differente: nelle Scienze infatti è fondamentale imparare dall’osservazione e
dalla riflessione. Nell’insegnamento/apprendimento delle Scienze è necessario dunque un approccio
attivo.
L’obiettivo che ogni insegnante deve porsi non è trasformare tutti gli allievi in scienziati, ma aiutarli
ad acquisire un atteggiamento scientifico. Lavorare come uno scienziato significa porsi delle doman-
de, osservare, cercare delle risposte, effettuare rilievi nella realtà, ma anche costruire esperienze
guidate. Un vero scienziato sa, inoltre, che le sue affermazioni potrebbero sempre dimostrarsi errate,
con il progredire della conoscenza. È quindi capace di accettare sia l’errore sia il cambiamento; anzi
dall’errore e dal fallimento trae spunto per modificare le proprie idee. Imparando ad adottare il me-
todo scientifico si rafforza l’autostima dei bambini: sbagliare non diventa un problema, ma un motivo
per cercare nuove strade e nuovi percorsi di apprendimento.
Ormai è chiaro da tempo che i bambini non arrivano a scuola come una ”tabula rasa”, ma con una
precisa visione della realtà e con idee già consolidate sulle strutture che regolano il mondo naturale e
fisico. Talvolta queste idee sono giuste, talvolta no. Se l’insegnante proporrà la corretta interpretazio-
ne dei fenomeni, questa sarà ”appresa” dagli alunni, ma presto dimenticata e gli antichi preconcetti
salteranno di nuovo fuori.
Il primo compito, per un insegnamento efficace, è dunque individuare quanto i bambini già sanno
riguardo all’argomento trattato. Le conoscenze pregresse saranno raccolte dall’insegnante e da esse
si partirà per articolare il percorso didattico.
Nel processo di apprendimento le conoscenze possono essere acquisite:
• per ricezione: l’informazione viene acquisita attraverso lezioni frontali e/o studio su libri;
• per scoperta personale: l’alunno individua attraverso l’osservazione e la sperimentazione, in modo
attivo, le informazioni e le regole generali.
È evidente che il metodo della scoperta favorisce un apprendimento duraturo. In qualsiasi modo
sia avvenuto il processo di apprendimento è necessario che le conoscenze acquisite siano corre-
late con le conoscenze già possedute. Solo in questo modo esse non saranno frammentarie, ma
diventeranno un modo per interpretare la realtà. È perciò necessario che gli alunni imparino a
organizzare le informazioni e le conoscenze in modelli interpretativi della realtà.
3
introduzione
Questo volume si prefigge di dare un supporto didattico e uno spunto operativo agli insegnanti
che intendono ”fare Scienze”. le esperienze descritte e le schede didattiche sono rivolte ai bam-
bini che frequentano la classe quarta della Scuola Primaria e rispecchiano la programmazione
didattica destinata a quella classe. Sono proposte diverse esperienze che, pur avendo come
obiettivo lo sviluppo di differenti e molteplici abilità e competenze, possono essere riassunte in
due grandi gruppi: osservare e sperimentare. È fondamentale iniziare con attività di osservazio-
ne: in questo modo i bambini imparano che dal mondo che li circonda e dall’esperienza diretta
possono ricavare molte informazioni. ”Fare Scienze”, infatti, significa innanzitutto attivare degli
strumenti per interpretare la realtà.
Nel testo si alternano pagine destinate agli insegnanti e schede didattiche per gli allievi. Nelle
pagine destinate agli insegnanti sono descritte e spiegate le attività da svolgere, gli obiettivi
che si desidera conseguire, le indicazioni metodologiche e i presupposti teorici che sottendono
l’esperienza o il percorso didattico. Nelle schede destinate agli alunni sono inserite attività di
riflessione e lavoro che vertono sull’esperienza effettuata o che approfondiscono i temi trattati.
Sono presenti anche schede non collegate a esperimenti, ma che approfondiscono e integrano i
temi trattati.
Tutte le esperienze sono state testate, ma esiste comunque la possibilità che un esperimento
non dia l’effetto atteso. In tal caso l’insegnante, insieme agli alunni, cercherà di capire i motivi
che hanno portato a una conclusione diversa da quella attesa, cercando di individuare la variabile
intervenuta.
CITTADINANZA
Nell’educazione alla Cittadinanza è importante utilizzare didattiche funzionali alla riflessione, in-
dividuale e collettiva, su contenuti tratti da casi concreti e comprendere che è indispensabile un
collegamento tra quanto discusso in classe e quanto vissuto nell’esperienza quotidianamente.
Solo così si potrà parlare di regole, di norme, di diritti e di doveri. Solo allora la conoscenza delle
norme come valori utili al bene comune, l’esperienza del rispetto di tali norme, la riflessione con-
divisa sulle implicazioni che possono derivare dall’accettarle o dal trasgredirle permetteranno la
fioritura nelle coscienze di quei valori democratici di cui parla la nostra Costituzione, che sono il
fondamento di ogni vivere civile oggi e nel futuro.
Il percorso proposto parte dalla realtà che il bambino vive quotidianamente, per giungere alla
concettualizzazione e alla generalizzazione di quanto analizzato, attraverso attività riferibili a
esperienze personali o legate a contesti di carattere generale. Le schede proposte si possono
suddividere in due sezioni: l’ambiente e la salute. Oltre a sottolineare i comportamenti corretti
nei confronti dell’ambiente, si approfondiscono i diversi tipi di inquinamento per sviluppare una
significativa sensibilità verso i problemi del pianeta. Una sezione è dedicata alla salute, intesa
come conoscenza delle regole dell’igiene personale e alimentare, ma anche come scoperta di
comportamenti che portino al benessere e quindi al rispetto di sé.
4
Scienze griglia degli obiettivi e delle attivita
4 Comprendere che cos’è una fonte di calore. Analisi di fonti che producono calore.
Saper osservare e fare opportune deduzioni; Esperimento per dimostrare che è necessario un combustibile
5 mettere in relazione i fenomeni. perché avvenga la combustione.
Saper osservare e fare opportune deduzioni; Esperimento per dimostrare che le sostanze e i colori
6 mettere in relazione i fenomeni. assorbono il calore in modo differente.
Saper osservare e fare opportune deduzioni; Esperimento per dimostrare che il corpo umano produce
7 mettere in relazione i fenomeni. calore.
Esperimento per dimostrare che i materiali trasmettono
8 Conoscere buoni e cattivi conduttori di calore.
il calore in modo differente.
Conoscere i termini specifici della disciplina; Esperimento per dimostrare che il calore è una fonte
9 comprendere la differenza tra calore e temperatura. di energia, mentre la temperatura è una grandezza.
10 Comprendere che l’aria circonda ogni cosa. Esperienze per rendere consapevoli della presenza dell’aria.
12 Comprendere che l’aria contiene ossigeno e altri gas. Esperimento per dimostrare che l’aria è un miscuglio di gas.
20 Intuire come si verifica l’effetto serra. Esperimento per dimostrare che l’aria si riscalda.
23 Comprendere che l’acqua contiene sali minerali. Analisi di un’etichetta dell’acqua minerale.
Comprendere che l’acqua fredda è più pesante di Esperimento per dimostrare che il galleggiamento dipende
24 quella calda. anche dalla temperatura dell’acqua.
Esperimento per dimostrare che un corpo immerso
25 Intuire il principio di Archimede.
in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto.
Esperimento per dimostrare il fenomeno della tensione
26 Conoscere il fenomeno della tensione superficiale.
superficiale.
Esperimento per dimostrare che il sapone diminuisce
27 Conoscere il fenomeno della tensione superficiale.
la tensione superficiale.
Osservare gli effetti della tensione superficiale e della Esperimento per dimostrare che la pressione dell’aria e
28-29 pressione dell’aria. la tensione superficiale impediscono all’acqua di uscire.
Esperimento per dimostrare che l’acqua sale nelle fibre
30 Intuire il fenomeno della capillarità.
della carta.
Esperimento per dimostrare che l’acqua sale maggiormente
31 Conoscere il fenomeno della capillarità e i suoi effetti.
nei tubi più sottili.
5
Scienze griglia degli obiettivi e delle attivita
36 Comprendere gli effetti del gelo sulla roccia. Esperimento per dimostrare che il freddo spacca le rocce.
49 Realizzare oggetti seguendo una metodologia data. Istruzioni per realizzare un foglio di carta riciclata.
Esaminare oggetti e processi rispetto all’impatto Indagine sui mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere
51 con l’ambiente. la scuola.
Discutere sul funzionamento degli oggetti Descrizione e discussione sull’utilizzo di alcuni dispositivi
52 e degli strumenti tecnologici. digitali.
6
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Obiettivi dell’unità
Comprendere la differenza tra calore (forma di energia) e fonti di calore (corpi che emanano
calore).
Distinguere le fonti di calore che lo producono e lo trasmettono dalle fonti che lo trasmetto-
no senza produrlo.
Conoscere fonti di calore e materiali isolanti.
Capire che il calore è una forma di energia e la temperatura è la misura del grado di calore di
un corpo.
7
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Produrre calore
Il percorso didattico propone inizialmente di trovare i modi in cui è possibile produrre calore. È oppor-
tuno, a questo proposito, invitare i ragazzi a ricercare tutti i modi possibili per scaldare l’acqua conte-
nuta in un bicchiere (i bambini, probabilmente, proporranno: al Sole, sotto una coperta, avvolto in una
sciarpa, su un termosifone, tra le mani, sotto una lampada accesa, dentro una tazza di acqua calda…).
Si consiglia di far svolgere le attività in gruppo in modo che gli allievi abbiano la possibilità di operare
concretamente e si abituino al confronto con le idee altrui.
Il Sole è la fonte primaria del calore; questo, però, può essere prodotto anche in molti altri modi: con
l’energia elettrica, con la combustione di qualsiasi materiale, con lo sfregamento.
Si chiederà, poi, agli alunni di riflettere su come anche gli esseri viventi producano calore.
(Schede da 2 a 7)
Calore e temperatura
Infine, ci si soffermerà sulla differenza fondamentale tra calore e temperatura. In genere i bambini
tendono a pensare che calore e temperatura siano la stessa cosa. Gli esperimenti proposti servono a
far capire loro che, se il calore è energia, la temperatura, invece, misura quanto un corpo è caldo.
(Scheda 9)
Indicazioni metodologiche
Si raccomanda di partire sempre da osservazioni dirette per favorire l’acquisizione di un metodo scien-
tifico: osservo, deduco, pongo domande, cerco risposte, sperimento, verifico…
Non è fondamentale il numero di nozioni che i bambini apprendono; molto più importante che essi
acquisiscano un metodo che consenta di imparare dall’esperienza e dall’osservazione.
8
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
La lana è un materiale isolante, ma non è una fonte di calore.
Obiettivo
Comprendere che cos’è una fonte di calore
Occorrente
• alcuni cubetti di ghiaccio
• contenitori
Prima dell’esperimento
L’insegnante invita gli allievi a formulare ipotesi. Chiederà: Secondo voi la lana riscalda? Se pensate che
essa scaldi, che cosa succederà al ghiaccio avvolto nella lana?
Esperimento
1) Prendere due contenitori uguali e in entrambi mettere uno o due cubetti di ghiaccio.
2) Avvolgere solo il primo contenitore in una sciarpa o in un maglione di lana.
3) Porre i due contenitori vicini, su un tavolo.
4) Dopo un’ora, togliere la sciarpa e controllare quale dei due cubetti di ghiaccio si è sciolto mag-
giormente: il cubetto esposto all’aria si è sciolto di più di quello avvolto nella lana.
Q
Conclusioni
La lana non ha aumentato la temperatura del ghiaccio, quindi non è una fonte di calore.
Invece il cubetto non avvolto nella lana si è parzialmente sciolto perché l’aria (più calda
del ghiaccio) ha trasmesso calore.
Si è dimostrato che fonte di calore è tutto ciò che trasmette calore e, di conseguen-
za, alza la temperatura di un altro corpo. In questo caso l’aria è stata fonte di calore:
il ghiaccio è più freddo dell’aria, perciò vi è stata una trasmissione di calore da essa
al ghiaccio. La lana, invece, non ha alzato la temperatura del ghiaccio, anzi ha rallen-
tato lo scioglimento perché lo isolava dall’aria più calda: la lana è un materiale che
non fa passare facilmente il calore. I materiali che hanno la caratteristica di non far
passare il calore si chiamano ”isolanti ” o ”cattivi conduttori di calore”.
Approfondimenti
Quali materiali vengono utilizzati per ripararsi dal freddo? Quali sono i materiali iso-
lanti e quali i buoni conduttori di calore? Approntare un cartellone per evidenziarli.
Il miglior isolante è il ”vuoto”: parlare agli allievi dei thermos e delle finestre con
doppi vetri. Il vuoto che viene formato aspirando l’aria tra i due vetri e tra le due
parti che compongono il thermos permette un ottimo isolamento sia dal caldo sia
dal freddo.
9
SCHEDA
SCIENZE
1
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
FONTI DI CALORE
E MATERIALI ISOLANTI
Descrivi le fasi dell’esperimento rispondendo alle domande.
lore.
fonte di ca
O.A.: comprendere che cos’è una
10 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
L’attrito e il calore
O
Che cosa si vuole dimostrare
Lo sfregamento produce calore: più forte è l’attrito,
più grande sarà la quantità di calore prodotta.
Obiettivo
Comprendere come può essere prodotto il calore
Occorrente
• sapone liquido
• una scatola di fiammiferi da cucina
• una candela
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli allievi se, dopo aver fatto brusche frenate con i pattini o la bicicletta, hanno
rilevato che la temperatura delle ruote era aumentata. Chiederà anche perché le piste da skateboard
sono lisce e non ruvide.
Esperimento
Prima parte
1) Tutti gli alunni strofinano con forza le mani una contro l’altra: noteranno che le mani si riscaldano.
2) I bambini mettono una goccia di sapone liquido su una mano e provano di nuovo a strofinare tra loro
le mani.
3) In questo caso le mani non si riscaldano.
Seconda parte
1) L’insegnante sfrega un fiammifero sulla parte ruvida della scatola, facendo notare che il fiammifero si
accende senza difficoltà.
2) Passa il fondo della candela sulla parte ruvida della scatola di fiammiferi, in modo da ricoprirla di un
sottile strato di cera.
3) Prova di nuovo ad accendere il fiammifero, sfregandolo: in questo caso l’operazione non sarà possi-
bile perché la cera lo impedisce.
Q
Conclusioni
Le mani, strofinandosi, producono calore e questo è proporzionale alla forza impiegata:
più si strofinano con forza le mani, più esse si riscaldano. Il fiammifero si accende se
strofinato perché lo sfregamento produce una sufficiente quantità di calore. Il sapone o la
cera diminuiscono l’attrito e, di conseguenza, anche la quantità di calore prodotta.
Approfondimenti
Questo esperimento vuole dimostrare come si possa produrre calore attraverso lo sfregamento. È impor-
tante che gli allievi conoscano in quali modi può essere prodotto calore: con il Sole, con la combustione,
con lo sfregamento, con l’energia elettrica. È altrettanto importante che, dopo aver ben compreso il con-
cetto di fonte di calore, imparino a distinguere le fonti di calore che producono calore e lo trasmettono (ad
esempio, un fuoco acceso che diffonde calore e continua a produrne), da quelle che trasmettono c alore a
corpi più freddi di esse, ma non producono calore (ad esempio una bacinella di acqua calda che trasmette
calore fin quando non avrà raggiunto la temperatura dell’ambiente circostante).
11
SCHEDA
SCIENZE
2
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
L’ATTRITO E IL CALORE
Descrivi l’esperimento. Completa.
Ingranaggio
Pavimento Pavimento in
di marmo mattonelle ruvide
Ingranaggio oliato
o tto il calore.
sere prod
O.A.: comprendere come può es
12 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
SCIENZE
3
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Osserva e scrivi, per ogni disegno, qual è il combustibile utilizzato per produrre
calore.
_________________
_________________
_________________
_________________
LE FONTI DI CALORE
Per ogni coppia di oggetti, scrivi F per la fonte di calore e R per chi riceve il calore.
1 2 3
4 5 6
Disegno 1
Disegno 2
Disegno 3
Disegno 4
Disegno 5
Disegno 6
lore.
fonte di ca
O.A.: comprendere che cos’è una
14 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
La combustione
O
Che cosa si vuole dimostrare
Perché avvenga una combustione, è necessario un combustibile
(qualcosa che brucia) e l’ossigeno.
Obiettivi
Saper osservare e fare opportune deduzioni
Mettere in relazione i fenomeni
Occorrente
• una candela
• un vasetto
• un coperchio metallico
Prima dell’esperimento
Prima di effettuare questo esperimento, far osservare ai bambini una candela accesa perché riflettano
sulla direzione della fiamma e si chiedano perché va sempre verso l’alto. L’insegnante accenderà una
candela, la terrà in posizione verticale e poi chiederà:
Che cosa succede se metto la candela in posizione obliqua?
E in posizione orizzontale?
L’insegnante dimostrerà che la fiamma tende sempre a dirigersi verso l’alto. Se poi un bambino soffierà
con delicatezza sulla fiamma, questa modificherà la sua posizione, tremolerà, ma poi tornerà sempre
a dirigersi verso l’alto. La fiamma che va sempre verso l’alto è un’altra prova che l’aria calda tende a
salire (vedi schede 13 e 14). Infatti l’aria, riscaldata dalla fiamma, tende ad andare in alto e ”porta con
sé” la fiamma.
Esperimento
1) Mettere una candela nel vasetto, che dovrà essere più alto della candela di qualche centimetro.
2) Accendere la candela e lasciarla ardere.
3) Coprire il vasetto con il coperchio.
La fiamma diventerà sempre più debole e si spegnerà in pochi secondi.
Q
Conclusioni
La fiamma può ardere solo in presenza di un combustibile
(in questo caso la cera) e di un comburente (in questo caso l’ossigeno).
Approfondimenti
Il comburente è la sostanza che permette che avvenga la combustione. Il comburente più comune è
l’ossigeno dell’aria. Sono comburenti sostanze come: idrogeno, cloro, ozono…
Senza comburente la combustione non ha luogo:
combustibile + comburente energia + prodotti di scarto
Gli estintori sono di vario tipo: a schiuma, a sabbia, ad anidride carbonica. Sono tutte sostanze che
impediscono al fuoco di bruciare perché ”soffocano” l’ossigeno.
Il modo migliore per spegnere un piccolo incendio improvviso, infatti, è ricoprirlo con una coperta
ignifuga. In tal modo la fiamma viene privata dell’ossigeno e si spegne.
15
SCHEDA
SCIENZE
5
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LA COMBUSTIONE
Osserva e completa.
O
Che cosa si vuole dimostrare
Le sostanze e i colori assorbono il calore in modo differente.
Obiettivi
Saper osservare e fare opportune deduzioni
Mettere in relazioni i fenomeni
Occorrente
• alcuni contenitori
• sassi, sabbia, acqua, terra
• tre lattine vuote di pelati o di legumi
• carta: bianca, nera, verde (o grigia)
• cartoncino: bianco, nero, verde (o grigio)
• termometro
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli allievi di raccontare loro esperienze su terreni molto caldi:
In estate, al mare, nelle ore più calde, è possibile camminare sulla sabbia bollente?
Avete mai camminato sull’asfalto delle strade nelle giornate molto calde? Che cosa avete notato?
Quali colori sono più utilizzati per i vestiti estivi: i colori chiari o quelli scuri? Perché?
Gli esperimenti che seguono devono essere effettuati in giornate molto soleggiate.
Esperimento
Prima parte
1) Toccare i vari materiali per valutarne la temperatura.
2) Mettere la sabbia, i sassi, l’acqua e la terra nei contenitori, che saranno poi posti al Sole.
3) Dopo un’ora, ritirare i materiali e toccarli.
Tutti sono più caldi, ma la temperatura degli oggetti è aumentata in modo differente.
Seconda parte
4) Ricoprire le lattine vuote rispettivamente con carta bianca, nera, verde.
5) Riempirle di acqua e misurare con un termometro la temperatura dell’acqua.
6) Coprirle con un cartoncino dello stesso colore della carta ed esporle al Sole per una o due ore.
7) Misurare la temperatura dell’acqua nelle tre lattine dopo l’esposizione al Sole.
L’acqua contenuta nella lattina coperta con carta nera si è riscaldata di più delle altre.
L’acqua contenuta nella lattina coperta con carta bianca si è scaldata meno delle altre due.
Q
Conclusioni
I materiali si riscaldano in modo differente in base al materiale di cui sono composti e
al loro colore. Il colore nero è quello che maggiormente attrae i raggi solari.
17
SCHEDA
SCIENZE
6
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LE SOSTANZE, I COLORI
E IL CALORE
Nel primo esperimento i seguenti materiali sono stati esposti al Sole
per un tempo piuttosto lungo. Scrivi i loro nomi ordinandoli da quello
più caldo a quello meno caldo.
____________________________________________________________________________
_______________________________ _______________________________
_______________________________ _______________________________
_______________________________ _______________________________
_______________________________
_______________________________
_______________________________
Rispondi.
Che cosa hai dimostrato con questi esperimenti?
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il corpo umano produce calore.
Obiettivi
Saper osservare e fare opportune deduzioni
Mettere in relazione i fenomeni
Occorrente
• alcuni termometri
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli allievi di raccontare in quali occasioni hanno misurato la propria temperatura
corporea.
Se è possibile, chiedere loro di portare a scuola un termometro per effettuare le rilevazioni.
Esperimento
1) I bambini misureranno la propria temperatura e la annoteranno su un foglio.
2) L’insegnante inviterà gli allievi a correre velocemente o a saltare per 5-10 minuti e valuterà quando
dare l’alt, considerando le condizioni fisiche di ogni bambino.
3) O gni bambino misurerà la propria temperatura corporea immediatamente dopo aver concluso
l’attività fisica e la confronterà con quella iniziale.
entre i bambini misureranno la temperatura, l’insegnante chiederà loro di ascoltare il proprio
4) M
corpo per valutare eventuali cambiamenti.
utti i bambini racconteranno le proprie sensazioni.
5) T
e l’insegnante non avesse a disposizione un alto numero di termometri, potrà far svolgere
6) S
l’esperimento a gruppi.
Q
Conclusioni
La temperatura corporea aumenta quando si svolgono esercizi faticosi. Il corpo richiede
maggiore energia: la produzione di energia avviene attraverso una combustione che
genera calore.
Approfondimenti
• È importante che gli allievi confrontino i risultati delle loro esperienze.
• L ’insegnante farà riflettere sul fatto che la temperatura si è alzata, ma non per tutti nello stesso modo. Farà
anche rilevare che le temperature iniziali e finali non erano uguali, ma si mantenevano comunque tutte
entro un certo intervallo. La temperatura corporea, infatti, si mantiene sempre circa tra + 35° e + 40°.
• L’insegnante può collegare questa esperienza con altre note agli allievi in cui si possa rilevare che la pro-
duzione di energia genera calore: gli elettrodomestici e il computer che si riscaldano quando funzionano,
lo sfregamento delle mani…
• L o studio del corpo umano è un argomento che viene, di norma, affrontato in classe quinta, ma già ora
l’insegnante può collegare questo esperimento allo studio della trasformazione degli alimenti in energia.
19
SCHEDA
SCIENZE
7
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Come ti sentivi?
Come batteva il tuo cuore?
Eri sudato?
Come era il tuo respiro?
La temperatura corporea era cambiata?
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
___________________________________________
O
Che cosa si vuole dimostrare
I materiali trasmettono il calore in modo differente.
Obiettivo
Conoscere buoni e cattivi conduttori di calore
Occorrente
• due bastoncini di formato uguale (o molto simile): uno di ferro e uno di legno
• due monete da 1 o 2 o 5 centesimi (le monete devono essere tutte uguali)
• una candela
• acqua
• un fornello elettrico
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiederà agli allievi di formulare ipotesi riguardo la conduzione di calore nei vari materiali:
Quale materiale si scalderà prima? Quale materiale si scalderà dopo?
Successivamente, lo stesso esperimento potrà essere effettuato utilizzando anche altri bastoncini di
materiali differenti da quelli indicati; gli allievi formuleranno delle ipotesi stilando una classifica ipoteti-
ca dei materiali dal migliore al peggiore conduttore di calore.
Esperimento
1) Attaccare con una goccia di cera fusa una moneta su ognuno dei due bastoncini, alla stessa distanza
da una estremità.
2) Immergere i bastoncini in acqua calda, sul fornello acceso, facendo attenzione che le monete riman-
gano fuori dall’acqua.
3) Attendere e controllare quale moneta si staccherà per prima.
La prima moneta a staccarsi sarà quella sul bastoncino di ferro, poi quella sul bastoncino di legno.
Q
Conclusioni
Il ferro è un buon conduttore di calore, perciò si è riscaldato più in fretta degli altri: la cera
che teneva attaccata la moneta si è fusa prima e la moneta si è staccata. Il legno è un cattivo
conduttore di calore, perciò è stato necessario più tempo perché si riscaldasse e il calore
fondesse la cera. Se, oltre al bastoncino di legno e di metallo, ne venissero utilizzati anche
altri (ad esempio di vetro, di plastica, di alluminio), le monete si staccherebbero in questo
ordine: alluminio, ferro, vetro, plastica, legno.
Approfondimenti
Collegare questo esperimento con quello proposto nella scheda 6. L’insegnante ricorderà l’esperimento e
chiederà agli alunni se i materiali che si sono scaldati più in fretta sono buoni o cattivi conduttori di calore.
Collegare anche con l’esperimento della scheda 1 che dimostrava come la lana fosse un materiale isolante.
L’insegnante può utilizzare questo esperimento per spiegare l’effetto dei grandi bacini di acqua sul clima.
L’acqua è un cattivo conduttore di calore: perciò si riscalda lentamente in estate e, altrettanto lentamente,
si raffredda in inverno, cedendo il calore accumulato e influendo in modo benefico sul clima delle zone
circostanti.
21
SCHEDA
SCIENZE
8
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Abbiamo _______________________________
_______________________ , facendo in modo
che le monete __________________________
_______________________________________.
plastica alluminio
lana
acciaio
vetro
legno
i calore.
nduttori d
O.A.: conoscere buoni e cattivi co
22 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Il calore e la temperatura
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il calore è una forma di energia, mentre la temperatura è una
grandezza che indica quanto un corpo sia caldo.
Obiettivi
Conoscere i termini specifici della disciplina
Comprendere la differenza tra calore e temperatura
Occorrente
• un termometro che arriva fino a 100°
• due fornelli
• due pentolini uguali
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiederà agli alunni se, secondo loro, i termini ”calore” e ”temperatura” sono sinonimi
oppure no. Chiederà di elencare le occasioni in cui hanno utilizzato entrambi i termini e di analizzare
che cosa, in quei casi, le parole volessero indicare.
Esperimento
1) Con l’acqua riempire un pentolino quasi completamente e l’altro per circa un terzo del suo volume.
2) Misurare la temperatura dell’acqua nei due contenitori: sarà uguale.
3) Porre i due pentolini per 3-4 minuti su due fornelli elettrici regolati alla stessa temperatura.
4) Misurare la temperatura dell’acqua.
La temperatura di quella contenuta nel pentolino in cui ce n’era meno è più alta di quella contenuta
nell’altro nonostante i due contenitori abbiano ricevuto la stessa quantità di energia.
Q
Conclusioni
Calore e temperatura non indicano lo stesso elemento: il calore è l’energia fornita o
trasmessa, la temperatura misura invece quanto un corpo sia caldo. In questo caso il calore
fornito è stato uguale, ma la temperatura registrata diversa. L’energia, infatti, ha dovuto
riscaldare in un caso una quantità maggiore di acqua e la temperatura è aumentata di meno.
Approfondimenti
La differenza tra calore e temperatura è molto importante: per aiutare gli allievi, l’insegnante potrà
invitarli a elencare le forme di energia che conoscono e a fare ipotesi su come producano calore.
Far osservare un termometro per rilevare che la temperatura si misura in gradi centigradi. Il calore,
invece, si misura in joule.
Porrà poi domande del tipo:
Chi fornisce il calore necessario alla stanza: il termosifone o il termometro?
Come misuro la temperatura della stanza: con il termosifone o con il termometro?
23
SCHEDA
SCIENZE
9
Io sperimento… con il calore •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
IL CALORE E LA TEMPERATURA
Segna la temperatura iniziale e quella finale dell’acqua, poi rispondi.
Osserva e rispondi.
d isciplina; comprendere la
fici della differenza
fra calore e temperatura
.
O.A.: conoscere i termini speci
24 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Obiettivi dell’unità
Comprendere che l’aria circonda ogni cosa
Comprendere che l’aria è una miscela di gas tra cui l’ossigeno
Capire che l’aria calda è più leggera di quella fredda, conoscere i movimenti dell’aria
Rilevare che l’aria esercita una pressione sui corpi
Intuire come si verifica l’effetto serra
Indicazioni metodologiche
Ogni esperimento proposto deve essere preceduto da una discussione che faccia emergere le co-
noscenze già acquisite e porti gli allievi a formulare ipotesi su quanto potrà accadere e, soprattutto,
a motivare le ipotesi. È importante, infatti, che gli allievi non cerchino di indovinare che cosa potrà
accadere, ma colleghino le conoscenze pregresse per generalizzare e arrivare all’intuizione delle leggi
che regolano la natura. Ricordiamo che è molto più proficuo che gli allievi effettuino in prima persona
gli esperimenti. Potranno lavorare in un piccolo gruppo, se le condizioni lo consentono, poi mettere in
comune con gli altri le osservazioni e i risultati.
25
SCHEDA
SCIENZE
10
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
DOV’È L’ARIA?
Osserva e rispondi.
ni cosa.
onda og
O.A.: comprendere che l’aria circ
26 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Costruisci un sommergibile
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria occupa uno spazio.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Comprendere gli utilizzi dell’aria
Occorrente
• una cannuccia pieghevole
• una bottiglia di plastica o di vetro
• un catino piuttosto grosso
Prima dell’esperimento
L’insegnante, prima di dare avvio all’esperimento, raccoglie tutte le conoscenze possedute dagli allievi
relativamente all’argomento.
Chiederà loro:
Che cos’è, secondo voi, l’aria? Dove si trova? Ha un peso? Occupa uno spazio?…
Non è necessario che l’insegnante corregga immediatamente le eventuali conoscenze errate: lo farà
insieme agli alunni quando verificheranno, attraverso l’esperienza diretta, i loro errori. Chiede, però,
loro di motivare sempre le loro affermazioni.
Esperimento
1) Immergere la bottiglia nel catino pieno di acqua, inclinandola in modo che si riempia. Affinché la
bottiglia sia completamente piena, occorre riempirla, tapparla e togliere il tappo solo dopo averla
immersa. Far notare il diverso comportamento delle bottiglie di vetro o di
plastica: se si immerge una bottiglia di vetro, essa va completa-
mente a fondo; se si utilizza una bottiglia di plastica o un
flacone in tetrapak, esso non si ferma sul fondo del ca-
tino, ma galleggia un po’.
2) Infilare una estremità della cannuccia nella bottiglia
e soffiare.
3) La bottiglia, comincerà a salire verso l’alto.
Q
Conclusioni
La bottiglia piena di acqua è andata a fondo, ma quando viene soffiata
dell’aria al suo interno, questo gas prende il posto dell’acqua. Il contenuto
della bottiglia diventa più leggero ed essa sale verso l’alto.
Approfondimenti
I sommergibili funzionano con un meccanismo analogo: immettono acqua per andare a fondo e pom-
pano aria per salire a galla.
Collegare anche allo studio del corpo umano: i polmoni contengono aria che viene soffiata all’esterno.
27
SCHEDA
SCIENZE
11
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
COSTRUISCI UN SOMMERGIBILE
Disegna la bottiglia dell’acqua all’inizio e alla fine dell’esperimento.
INIZIO FINE
l’aria.
O.A.: comprendere gli utilizzi del
28 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria è un miscuglio di gas.
Obiettivo
Comprendere che l’aria contiene ossigeno e altri gas
Occorrente
• un contenitore largo e piatto o un piatto fondo
• una candela
• un vasetto piuttosto alto
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli alunni di formulare ipotesi sulla composizione dell’aria.
Chiede perché una candela accesa, se viene coperta con un vasetto, smette di ardere (si veda esperi-
mento dalla scheda 5). Se gli alunni non hanno ancora compiuto questa esperienza o non la ricordano,
l’insegnante la farà effettuare per esplicitare che una combustione avviene solo in presenza di ossigeno.
L’insegnante, attraverso domande-stimolo, invita gli alunni a formulare ipotesi:
Da che cosa è composta l’aria?
Che cosa succede a una candela accesa se è coperta da un vasetto?
Che cosa è necessario perché la candela bruci?
Esperimento
1) Fissare la candela al contenitore (o al piatto) utilizzando qualche goccia di cera.
2) Mettere un po’ di acqua nel contenitore in modo che raggiunga circa il livello di 2 o 3 cm.
3) Coprire la candela spenta con il vasetto per controllare che il fondo del vasetto non tocchi lo stop-
pino.
4) Far notare che l’acqua entra nel vasetto e raggiunge lo stesso livello dell’acqua che si trova nel con-
tenitore, all’esterno del vasetto.
5) Togliere il vasetto, accendere la candela e coprirla di nuovo con il vasetto.
Dopo pochi secondi la candela si spegnerà e l’acqua, nel vasetto, salirà a un livello maggiore di
quello iniziale.
Q
Conclusioni
La candela, ardendo, ha consumato l’ossigeno contenuto nell’aria intrappolata nel vasetto.
L’acqua ha occupato lo spazio lasciato libero dall’ossigeno. Il vasetto non si riempie
completamente di acqua perché in esso è rimasto un altro gas: si è dimostrato dunque che
l’aria è un miscuglio di gas, tra i quali uno è l’ossigeno.
Approfondimenti
L’insegnante può dire agli allievi che i gas che compongono l’aria sono azoto (78% circa) e ossigeno
(21% circa). Il restante 1% è formato da altri gas (argon, anidride carbonica, elio, neon…).
29
SCHEDA
SCIENZE
12
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
___________________________
___________________________
___________________________
___________________________
___________________________
___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________ ___________________________
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria calda è più leggera di quella fredda.
Obiettivi
Osservare un fenomeno e fare opportune deduzioni
Capire che l’aria calda è più leggera di quella fredda
Intuire le conseguenze di un fenomeno osservato
Occorrente
• una candela
• un foglio di carta velina o altro tipo di carta, purché leggera
Prima dell’esperimento
Riempire un bicchiere di acqua calda e chiedere agli alunni di passare la mano sopra e sotto il bicchiere.
Si accorgeranno che percepiscono una temperatura maggiore sopra il bicchiere.
Se si ripete l’esperienza con un bicchiere pieno di cubetti di ghiaccio, i bambini percepiranno un calore
maggiore, cioè sentiranno meno freddo, passando la mano sopra il bicchiere. L’insegnante chiederà
loro di formulare un’ipotesi su questo fenomeno.
Esperimento
1) Attaccare il foglio al bordo di una sedia o di un tavolo basso, in modo che penda verso il basso.
Si noterà che il foglio non si muove.
2) Accendere una candela e porla sotto il foglio, facendo bene attenzione che la fiamma non tocchi il
foglio, sia dunque distante almeno 4-5 centimetri.
Dopo alcuni secondi il foglio comincerà a muoversi verso l’alto.
Q
Conclusioni
La candela accesa ha scaldato l’aria, che si è spostata verso
l’alto, facendo muovere il foglio.
31
SCHEDA
SCIENZE
13
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Osserva e rispondi.
Lo spostamento dell’aria
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria calda è più leggera di quella fredda.
Obiettivi
Osservare un fenomeno e fare opportune deduzioni
Capire che l’aria calda è più leggera di quella fredda
Intuire le conseguenze di un fenomeno osservato
Occorrente
• una bottiglia di vetro con l’imboccatura piccola
• una moneta che copra completamente l’imboccatura
Prima dell’esperimento
Questo esperimento ha lo stesso obiettivo di quello precedente: dimostrare che l’aria calda sale.
Perciò quando, durante l’esperimento, l’insegnante inviterà gli alunni a formulare ipotesi su che cosa
accadrà alla moneta, ricorderà loro anche l’esperimento compiuto in precedenza.
Esperimento
1) Porre la bottiglia vuota nel freezer almeno per un giorno.
2) Estrarre la bottiglia e porre sull’imboccatura la moneta.
3) Tenere la bottiglia tra le mani calde.
Dopo qualche decina di secondi la moneta comincerà a sussultare.
Q
Conclusioni
L’aria nella bottiglia era molto fredda. Riscaldandosi, aumenta
di volume ed esce dalla bottiglia spingendo verso l’alto la moneta.
33
SCHEDA
SCIENZE
14
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LO SPOSTAMENTO DELL’ARIA
Completa per descrivere le fasi dell’esperimento.
Osserva e completa.
La mongolfiera prende il suo nome dai fratelli Montgolfier
che la brevettarono.
È formata da un _____________ che ha un’apertura
nella parte più bassa.
Al pallone è attaccata una navicella in cui prendono posto
i passeggeri e un bruciatore.
Il bruciatore oggi è alimentato con gas, ma alle origini
utilizzava paglia e lana.
Con la combustione l’aria viene ________________ , gonfia
il _________________ e questo può ____________________.
O
Che cosa si vuole dimostrare
La differenza di temperatura dell’aria genera
lo spostamento di masse d’aria, cioè il vento.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Intuire come si formano i venti
Occorrente
• 2 candele
• 2 termometri per ambienti (servono per l’esperienza proposta come approfondimento)
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli allievi di raccontare le loro esperienze con il vento.
Essi formulano ipotesi su quali siano le cause che generano i venti.
Per visualizzare meglio gli effetti dello spostamento dell’aria, l’esperimento proposto deve essere com-
piuto in una giornata fredda in cui la temperatura esterna sia decisamente più bassa di quella interna.
È consigliabile ripetere poi l’esperimento in primavera-estate, valutando le differenze e le somiglianze
con quello eseguito in una differente stagione.
Esperimento
1) Aprire leggermente la finestra.
2) Porre una candela accesa vicino allo spiraglio della finestra, nella parte bassa.
3) Tenere una candela accesa vicino allo spiraglio della finestra, nella parte alta.
4) Osservare la direzione delle fiamme.
La fiamma della candela posta nella parte bassa si piega verso l’interno della classe, quella
della candela in alto si piega verso l’esterno.
Q
Conclusioni
L’aria all’interno della classe è più calda di quella esterna.
L’aria calda esce dalla parte alta della finestra e quella esterna, più fredda, entra dalla parte
bassa. Dunque l’aria fredda è più pesante dell’aria calda e tende a scendere. La differenza
di temperatura dell’aria genera il movimento dell’aria, cioè il vento.
Approfondimenti
Con due termometri per ambienti è possibile rilevare la temperatura nella stessa stanza, nello stesso
momento, ad altezze differenti, ponendo un termometro per terra e un altro in alto. Il termometro po-
sto in alto rileverà una temperatura maggiore.
35
SCHEDA
SCIENZE
15
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Il Sole riscalda la superficie terrestre; l’aria che si trova in basso viene riscaldata
dalla terra e _________________________________.
L’aria fredda che si trova in alto va ad occupare il posto _____________________
dall’aria calda.
Questo spostamento di masse di aria genera i ____________________________.
nti.
O.A.: intuire come si formano i ve
36 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria esercita una pressione sui corpi.
Obiettivo
Rilevare che l’aria è in grado di esercitare una pressione su tutti i corpi
Occorrente
• una bottiglia
• un palloncino
Prima dell’esperimento
Negli anni precedenti i bambini hanno probabilmente già effettuato esperimenti per rilevare la presen-
za dell’aria e per constatare che il posto da essa occupato, se l’aria non ha la possibilità di spostarsi,
non può essere preso da altra materia.
Ad esempio un foglio di carta nel fondo di un bicchiere non si bagna se il bicchiere viene immerso
nell’acqua verticalmente; una bottiglia non si può riempire se gli spazi tra il collo della bottiglia e l’im-
buto utilizzato per versare l’acqua vengono sigillati con la plastilina.
Esperimento
1) I bambini gonfieranno a turno il palloncino e constateranno che
questa operazione non richiede una particolare forza.
2) Infilare il palloncino nella bottiglia, mettendo l’imboccatura del pal-
loncino sul collo della bottiglia.
3) I bambini proveranno a gonfiare il palloncino messo nella bottiglia.
Per quanti sforzi essi facciano, non riusciranno a gonfiarlo.
Q
Conclusioni
L’aria all’interno della bottiglia preme sulle pareti
del palloncino e non permette che esso si gonfi.
Approfondimenti
L’aria è un gas comprimibile. Gli alunni possono rendersene conto utilizzando una siringa da iniezioni
cui sia stato tolto l’ago. Se viene tappato con un dito il foro d’uscita, si riuscirà a schiacciare lo stantuffo
solo per un piccolo tratto. Ciò significa che l’aria all’interno della siringa è stata compressa e costretta
a occupare meno spazio. Naturalmente lo stantuffo non potrà essere spinto fino in fondo perché l’aria,
pur se comprimibile, occupa comunque uno spazio.
37
SCHEDA
SCIENZE
16
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
IL PALLONCINO CHE
NON SI VUOLE GONFIARE
Osserva e rispondi. Osserva e rispondi.
O
Che cosa si vuole dimostrare
La pressione atmosferica si esercita sia dal basso sia dall’alto.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Intuire il concetto di pressione atmosferica
Occorrente
• una bottiglia di plastica con il tappo
• un punteruolo
• una bacinella
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante pone domande-stimolo per indurre i bambini a ricordare che:
• l’aria esercita una pressione sugli oggetti;
• l’aria esercita la sua pressione sugli oggetti anche dal basso verso l’alto;
• la pressione esercitata dall’aria dipende anche dalla grandezza dell’oggetto su cui pesa l’aria stessa.
Esperimento
1) Con il punteruolo praticare alcuni buchi nel fondo della bottiglia.
2) Immergendo la bottiglia in una bacinella piena d’acqua, riempirla, completamente.
3) Tappare la bottiglia.
4) Sollevare la bottiglia (controllando che i buchi siano in basso).
Dai fori non uscirà acqua.
5) Togliere il tappo della bottiglia (avere cura di compiere questa operazione sulla bacinella).
L’acqua uscirà dai fori sul fondo.
Q
Conclusioni
Quando la bottiglia è tappata, la pressione esercitata dall’acqua verso il basso è minore
di quella esercitata dall’aria dal basso verso l’alto.
Quando il tappo viene tolto, la pressione dell’aria sopra la bottiglia permette la fuoriuscita
dell’acqua.
39
SCHEDA
SCIENZE
17
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
Completa.
• Se la bottiglia piena di acqua è tappata, l’acqua non esce dai fori perché _________
_________________________________________________________________________.
• Se alla bottiglia viene tolto il tappo, l’acqua esce dai fori perché _________________
_________________________________________________________________________.
• Con questo esperimento abbiamo dimostrato che ____________________________
_________________________________________________________________________.
ferica.
ne atmos
O.A.: intuire il concetto di pressio
40 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Un contagocce
O
Che cosa si vuole dimostrare
La pressione dell’aria viene esercitata anche
dal basso e impedisce all’acqua di cadere.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Intuire il concetto di pressione atmosferica
Occorrente
• una cannuccia
• acqua
Prima dell’esperimento
Questo esperimento ha le stesse finalità di quello precedente, per cui i due esperimenti possono
anche essere proposti insieme, confrontando gli aspetti simili. Se invece fossero proposti in momenti
differenti, sarà utile ricordare quello precedente.
Esperimento
1) Aspirare un po’ d’acqua in una cannuccia.
2) Tappare immediatamente con un dito la parte superiore della cannuccia.
L’acqua non uscirà.
3) Far uscire l’acqua a gocce, sollevando il dito che chiude in alto la cannuccia e richiudendo immedia-
tamente l’apertura.
Q
Conclusioni
Quando la cannuccia ha solo un foro non tappato, l’acqua non esce perché la
pressione atmosferica la spinge all’interno della cannuccia. Quando si solleva il dito,
la pressione dell’aria viene esercitata anche dall’alto. In questo modo l’acqua cade.
Approfondimenti
Questo esperimento può essere proposto come gioco e come rafforzamento di quanto già appreso.
È possibile confrontare il funzionamento di questo ”contagocce” con un contagocce tradizionale, che
può essere procurato facilmente. In quello tradizionale il liquido rimane all’interno, obbedendo alle
leggi della pressione dell’aria. Affinché esso esca, occorre esercitare una forza che spinga il liquido
verso l’esterno.
Nella scheda 18 viene proposta anche un’esperienza che ha lo scopo di dimostrare che:
• aspirando aria dall’imbuto si riduce la pressione interna;
• la pressione atmosferica si esercita in tutte le direzioni e quindi la posizione dell’imbuto non influisce
sul risultato dell’esperienza.
41
SCHEDA
SCIENZE
18
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
UN CONTAGOCCE
Disegna l’acqua nel ”contagocce” e le gocce.
• La posizione dell’imbuto:
ferica.
ne atmos
O.A.: intuire il concetto di pressio
42 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
La pressione atmosferica esercita una forza sugli oggetti.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Intuire gli effetti della pressione atmosferica
Occorrente
• due vasetti di yogurt identici (o due piccoli contenitori per alimenti, assolutamente uguali tra loro)
e con il bordo liscio
• un tovagliolo di carta
• un lumino piccolo
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli alunni se hanno già sentito i termini ”bassa pressione” e ”alta pressione” rife-
riti a fenomeni meteorologici.
Esperimento
1) Praticare un foro di circa 2 cm di diametro al centro del tovagliolo di carta che è piegato.
3) Bagnare il tovagliolo.
2) Porre in un vasetto il lumino acceso.
3) Mettere il tovagliolo bagnato sul bordo del vasetto. Coprire il vasetto con l’altro, facendo comba-
ciare perfettamente i bordi e premere leggermente.
4) Attendere che la fiamma del lumino si sia spenta. Se i vasetti non sono trasparenti, attendere circa
30 secondi.
5) Sollevare il vasetto posto in alto.
I due vasetti rimarranno attaccati.
Q
Conclusioni
La fiamma ha bruciato l’ossigeno contenuto nell’aria imprigionata tra i due vasetti.
In questo modo la pressione interna è diventata più bassa di quella esterna.
La pressione esterna ai vasetti, premendo da tutti i lati e contrastata da una minore
pressione interna, tiene ”incollati” tra loro i vasetti.
43
SCHEDA
SCIENZE
19
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
GLI EFFETTI
DELLA PRESSIONE ATMOSFERICA
Descrivi l’esperimento, poi completa.
1 2
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
3 4
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
5 6
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
osferica.
ione atm
O.A.: intuire gli effetti della press
44 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
L’effetto serra
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’aria si riscalda.
Obiettivi
Comprendere le interazioni tra materiali
Intuire come si verifica l’effetto serra
Occorrente
• alcuni cubetti di ghiaccio di uguali dimensioni
• tre bicchieri di vetro
• una piccola lastra di vetro che copra il bicchiere
• un pezzo di stoffa
• cotone idrofilo
Prima dell’esperimento
Questo esperimento, l’ultimo dell’unità didattica, può essere collegato a quelli proposti nell’unità di-
dattica precedente, ”Io sperimento con il calore”, verificando sia gli effetti del calore sia la propagazio-
ne del calore per irraggiamento.
Esperimento
1) Mettere uno o due cubetti di ghiaccio in ogni bicchiere.
2) Coprire i tre bicchieri rispettivamente con il vetro, la stoffa, uno spesso strato di cotone idrofilo.
3) Porre i tre bicchieri in un luogo soleggiato.
4) Annotare quanto tempo impiega il ghiaccio a sciogliersi nei diversi bicchieri.
Q
Conclusioni
Il ghiaccio contenuto nel bicchiere coperto con il vetro si scioglierà molto prima degli
altri. Il calore, fornito dai raggi del Sole, rimane ”imprigionato” nel bicchiere coperto dal
vetro. Negli altri, invece, si disperde parzialmente e il ghiaccio si scioglie più lentamente.
Il Sole riscalda gli oggetti: il vetro riflette il calore ”imprigionato” all’interno del bicchiere
aumentando il calore fornito al ghiaccio.
Nell’atmosfera avviene un fenomeno analogo: i gas presenti nell’aria riflettono verso la Terra
il calore che ogni essere, vivente o non vivente, rilascia dopo essere stato scaldato dal Sole.
Anche le serre usate in orticoltura e nei vivai si basano sullo stesso principio.
Approfondimenti
Le conseguenze ambientali dell’effetto serra sono molteplici. Esso è fondamentale per la vita degli
esseri viventi: se i gas presenti nell’atmosfera non trattenessero calore, la temperatura del pianeta
sarebbe costantemente a circa –18°C e la vita non sarebbe possibile nelle forme a noi conosciute. Un
aumento indiscriminato di alcuni gas, in particolare l’anidride carbonica, porta a un surriscaldamento
globale con molte conseguenze negative. Gli alunni possono fare una ricerca sugli aspetti positivi e
negativi dell’effetto serra, sulle cause che lo determinano e sulle conseguenze sull’ambiente a breve e
a lungo termine.
45
SCHEDA
SCIENZE
20
Io sperimento… con l’aria •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
L’EFFETTO SERRA
Disegna nei tre bicchieri il ghiaccio all’inizio dell’esperimento.
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
tto serra.
O.A.: intuire come si verifica l’effe
46 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Obiettivi dell’unità
Conoscere fenomeni legati al galleggiamento
Osservare gli effetti della tensione superficiale e della pressione dell’aria
Conoscere il fenomeno della capillarità e i suoi effetti
Conoscere gli stati dell’acqua
Conoscere il principio di Archimede
Indicazioni metodologiche
In questa unità didattica le esperienze sul galleggiamento sono collegate alla scoperta di una legge
universale: il principio di Archimede. È necessario che l’insegnante spieghi agli allievi che altri prima
di loro hanno già compiuto percorsi di osservazione della realtà e sono giunti, così, alla conoscenza di
leggi universali.
La conoscenza dell’elemento ”acqua” è fondamentale, perché essa è alla base della vita di tutti gli es-
seri viventi. Perciò si consiglia di approfondire il tema con ricerche personali o di gruppo e con la visio-
ne di filmati relativi alla presenza dell’acqua sulla Terra, nelle sue differenti forme. Lo studio dell’acqua
può essere proficuamente collegato ad altre discipline:
• Geografia: studiando la presenza e le caratteristiche di fiumi, laghi, stagni, mari… nel proprio territorio;
• Lingua italiana: cercando poesie o testi narrativi che abbiano come tema di riferimento l’acqua;
• Storia: comprendendo come la presenza di acqua abbia influenzato la vita e lo sviluppo dei popoli;
•A rte e Immagine: realizzando disegni con acquerelli o ritagliando cristalli di neve disegnati su carta
bianca di diversa consistenza.
47
SCHEDA
SCIENZE
21
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LA FORMA DELL’ACQUA
Circonda in blu ciò in cui pensi ci sia acqua e in rosso ciò in cui pensi non ce ne sia.
L’acqua allo stato liquido L’acqua allo stato solido L’acqua allo stato gassoso
________________________ ________________________ ________________________
__________________________. __________________________. __________________________.
a.
O.A.: conoscere gli stati dell’acqu
48 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
SCIENZE
22
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
O.A.: conosce
© La Spiga Edizioni
re gli sta
ti dell’acqua. 49
SCHEDA
SCIENZE
23
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
ali minerali.
ontiene s
O.A.: comprendere che l’acqua c
50 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Il galleggiamento
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il galleggiamento dipende anche dalla temperatura dell’acqua.
Obiettivi
Comprendere che l’acqua fredda è più pesante di quella calda
Imparare a fare ipotesi partendo da una situazione osservata
Occorrente
• due contenitori uguali piuttosto grandi, possibilmente di vetro
• due palloncini gonfiabili
• acqua a temperatura ambiente, acqua calda e acqua molto fredda
• cubetti di ghiaccio
Prima dell’esperimento
L’insegnante ricorda le esperienze compiute in classe sul galleggiamento. Chiede agli alunni di stilare
due elenchi di oggetti che, immersi in acqua, galleggiano e non galleggiano.
Esperimento
1) Riempire due palloncini con la stessa quantità di acqua a temperatura ambiente e legarli in modo
che l’acqua non possa uscire.
2) Preparare due contenitori uguali nei quali sarà messa la stessa quantità di acqua: in uno l’acqua sarà
molto calda, nell’altro molto fredda (se necessario, utilizzare i cubetti di ghiaccio per raffreddarla
ulteriormente).
3) Immergere i due palloncini nei due contenitori.
Il palloncino immerso nell’acqua calda andrà a fondo, mentre l’altro galleggerà.
Q
Conclusioni
Il palloncino immerso nell’acqua calda è più pesante dell’acqua spostata perché il liquido
in esso contenuto è a temperatura minore.
Invece il palloncino immerso nell’acqua fredda galleggia perché l’acqua al suo interno è
più calda: quindi il peso dell’acqua che si trova dentro il palloncino è inferiore (a parità di
volume) a quello dell’acqua del contenitore.
Approfondimenti
Nella scheda 24 viene proposto al bambino di ipotizzare che cosa accadrebbe mantenendo stabile
la temperatura dell’acqua dei contenitori e modificando quella dei palloncini: il palloncino con acqua
calda galleggia e quello con acqua fredda andrà a fondo. L’insegnante può anche proporre la realizza-
zione di questo secondo esperimento affinché gli allievi possano verificare le proprie ipotesi. Nei mari
la temperatura dell’acqua diventa sempre più fredda man mano che aumenta la profondità. L’acqua
più calda, infatti, tende a salire.
È possibile collegare questo esperimento con quelli compiuti nell’unità didattica relativa al calore,
spiegando come il calore, nei liquidi, si trasmetta per convezione: le molecole più calde salgono verso
l’alto e quelle più fredde ricadono verso il basso.
51
SCHEDA
SCIENZE
24
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
IL GALLEGGIAMENTO
Osserva i due contenitori e completa i cartellini scrivendo se l’acqua era fredda,
calda o a temperatura ambiente.
l’acqua calda pesa l’acqua calda pesa più l’acqua calda pesa
meno di quella fredda. di quella fredda. come quella fredda.
Il principio di Archimede
O
Che cosa si vuole dimostrare
Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Intuire il principio di Archimede
Occorrente
• una bilancia a T
• due vasetti di yogurt
• materiale vario (sabbia, sassi, terra…)
• un grosso vaso (tipo quello da marmellata nella forma)
• una bilancia da cucina
• reticelle normalmente utilizzate nelle confezioni di limoni, arance, cipolle…
• acqua
Prima dell’esperimento
Per la realizzazione di questo esperimento occorre una bi-
lancia a T, come quella illustrata qui a lato.
Non sempre questo strumento è presente nelle scuole, ma
può essere facilmente realizzato dall’insegnante o dagli al-
lievi. In caso ciò non fosse possibile, si può sostituire con un
appendiabiti che abbia due ganci o due clip alle estremità.
Se si opta per questa soluzione, la ”bilancia” dovrà essere
fissata a qualche supporto, ad esempio un gancio nel muro.
Esperimento
1) Riempire i vasetti di yogurt con materiale scelto dagli allievi e pesarli in modo che il peso dei vasetti
pieni sia uguale.
2) Utilizzando le reticelle, appendere i due vasetti alle estremità della ”bilancia” a T.
3) Far notare agli allievi che la bilancia rimane in equilibrio perché il peso è uguale.
4) Riempiere di acqua il vaso, per 3\4 circa.
5) Mettere il vaso sotto uno dei vasetti in modo che quest’ultimo entri nell’acqua, senza però esserne
coperto. È necessario in questa fase aver cura di non toccare il vasetto di yogurt con le mani affin-
ché gli allievi colgano che la spinta è stata data dall’acqua e non da altri agenti. Il vasetto immerso
nell’acqua sarà spinto verso l’alto e la bilancia non sarà più in equilibrio.
Q
Conclusioni
Il vasetto, quando viene immerso nell’acqua, riceve una spinta dal basso.
Approfondimenti
Ripetere più volte l’esperimento variando i materiali utilizzati per riempire i vasetti e il loro peso. Cam-
biare anche il liquido messo nel vaso grande: ad esempio olio o alcool rosso. Far valutare agli allievi le
similitudini e le differenze.
53
SCHEDA
SCIENZE
25
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE
Descrivi le fasi dell’esperimento, poi completa.
___________________________________ ___________________________________
___________________________________ ___________________________________
___________________________________ ___________________________________
Osserva e completa.
ed e .
O.A.: intuire il principio di Archim
54 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
La tensione superficiale
O
Che cosa si vuole dimostrare
Le molecole dell’acqua in superficie rimangono più vicine le une alle altre
e formano una specie di pellicola invisibile chiamata ”tensione superficiale”.
Obiettivi
Conoscere il fenomeno della tensione superficiale
Osservare e fare opportune deduzioni
Occorrente
• acqua
• un contenitore
• alcune monete da 10 lire: ormai non sono più in uso, ma non dovrebbe essere difficile procurarsele;
in alternativa si possono utilizzare delle graffette da ufficio e dei pezzetti di cartoncino.
Primo esperimento
1) Riempire fino all’orlo il contenitore e far osservare agli alunni che l’acqua supera legger-
mente il bordo del contenitore, ma non fuoriesce: essa forma come una piccola cupola.
Secondo esperimento
1) Riempiere il contenitore con acqua fino a circa 3\4 e osservare che gli oggetti presi in considerazio-
ne (monete, graffette o pezzi di cartoncino), quando vengono immessi nell’acqua senza particolari
accorgimenti, non galleggiano.
2) Estrarre gli oggetti dall’acqua.
3) Attendere alcuni secondi che l’acqua sia ferma e provare a mettere con delicatezza gli oggetti sull’acqua.
4) Forse i bambini non riusciranno al primo tentativo, ma provando più volte dovrebbero riuscire a far
galleggiare gli oggetti.
Un consiglio: non sempre risulta facile far galleggiare gli oggetti utilizzando la tensione superficiale,
per cui è importante invitare i bambini a non scoraggiarsi se non riescono nel loro intento al primo ten-
tativo. Se i bambini non dovessero riuscire a far galleggiare gli oggetti, si può utilizzare questo piccolo
accorgimento: si mette la moneta (o la graffetta) su un fazzoletto di carta molto sottile, utilizzandone
solo un velo. Si appoggia il fazzoletto sull’acqua. Spingendo delicatamente le punte del fazzoletto lo si
fa immergere. Gli oggetti rimarranno a galla.
Q
Conclusioni
Sulla superficie dell’acqua si forma una specie di pellicola capace
di sostenere il peso di piccoli oggetti.
Approfondimenti
È importante che i bambini sappiano distinguere gli oggetti che galleggiano perché hanno un peso
specifico minore dell’acqua e dunque galleggiano sempre, da quelli che galleggiano solo quando la
tensione superficiale li sorregge.
55
SCHEDA
SCIENZE
26
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LA TENSIONE SUPERFICIALE
Completa.
e superficiale.
a tension
O.A.: conoscere il fenomeno dell
56 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
La tensione superficiale
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il sapone diminuisce la tensione superficiale.
Obiettivi
Conoscere il fenomeno della tensione superficiale
Osservare e fare opportune deduzioni
Occorrente
• acqua
• due contenitori
• borotalco
• sapone liquido per piatti
• un pezzo di cartoncino leggero
Primo esperimento
1) Ritagliare da un cartoncino leggero un rettangolo non molto grande (circa 3 x 5 cm).
2) Appoggiare con delicatezza la sagoma sull’acqua, stando attenti a non farla andare a fondo (se ne-
cessario, utilizzare i consigli di pagina 55).
3) Attendere che la sagoma sia quasi completamente ferma.
4) Mettere una goccia di sapone liquido sul dito.
5) Toccare leggermente la superficie dell’acqua a un’estremità del cartoncino.
Il cartoncino si muoverà in avanti.
Se i bambini non riusciranno al primo tentativo, provare più volte, sostituendo ogni volta l’acqua
perché non abbia tracce di sapone.
Secondo esperimento
1) Mettere un po’ d’acqua in due contenitori uguali (vanno molto bene le ciotole di vetro perché per-
mettono di osservare da tutti i lati ciò che accade).
2) In uno dei contenitori aggiungere uno spruzzo di sapone liquido e mescolare.
3) Mettere del borotalco sulla superficie dell’acqua in entrambi i contenitori.
Nel contenitore con acqua e sapone il borotalco va a fondo, nell’altro rimane a galla.
Q
Conclusioni
Il cartoncino è sostenuto dalla tensione superficiale. Il sapone ha la particolarità di legarsi
alle molecole dell’acqua e quindi ”rompe” la tensione superficiale. In questo modo la sago-
ma viene ad avere dietro di sé, nel punto in cui il sapone ha toccato l’acqua, una forza minore
di quella che si esercita negli altri punti e balza in avanti, proprio come accade nel tiro alla
fune: quando un giocatore abbandona la presa, gli altri balzano in avanti.
Il borotalco galleggia sostenuto dalla tensione superficiale, ma quando all’acqua viene ag-
giunto sapone essa è molto meno forte e il borotalco non riesce a galleggiare.
Approfondimenti
I saponi sono sostanze ”tensioattive”, perché hanno la capacità di facilitare il mescolamento delle
sostanze. Può essere proposta una ricerca sulla storia dell’uso del sapone: da quando viene utilizzato,
come veniva prodotto, come viene fabbricato oggi…
57
SCHEDA
SCIENZE
27
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LA TENSIONE SUPERFICIALE
Descrivi le fasi dell’esperimento.
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
_____________________________ _____________________________
Osserva e completa.
e superficiale.
a tension
O.A.: conoscere il fenomeno dell
58 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
La pressione dell’aria e la tensione superficiale impediscono
all’acqua di uscire anche se ci sono dei fori.
Obiettivi
Osservare gli effetti della tensione superficiale e della pressione dell’aria
Cogliere gli aspetti significativi di un fenomeno e le loro relazioni
Prima dell’esperimento
L’insegnante ricorda ai bambini quanto già sperimentato riguardo la tensione superficiale e la pres-
sione dell’aria. Infatti, in questo esperimento, a prima vista irrealizzabile, entrano in gioco entrambi i
fenomeni.
Occorrente
• una calza di nylon
• una bottiglia e un bicchiere piuttosto grande (tipo bicchiere da bibita)
• acqua
Esperimento
1) Chiudere bene l’imboccatura della bottiglia con la calza di nylon, che sarà fissata in modo che non
possa staccarsi.
2) Riempire la bottiglia di acqua facendola filtrare attraverso la calza di nylon. L’insegnante farà rilevare
agli allievi che l’acqua entra senza difficoltà.
3) Con un colpo deciso, rovesciare la bottiglia in modo che rimanga perfettamente verticale con l’im-
boccatura coperta dalla calza in basso. (Mentre viene effettuata la rotazione uscirà un po’ d’acqua,
per cui è bene compiere l’esperimento in un luogo aperto o sopra un lavandino.)
4) Dopo l’uscita di alcune gocce, l’acqua non uscirà più anche se il tessuto che copre l’imboccatura è
pieno di buchi.
5) L’esperimento può essere ripetuto utilizzando il bicchiere da bibita; si otterranno gli stessi risultati.
In questo modo si dimostra che la grandezza dell’apertura non influenza la riuscita dell’esperimento.
Q
Conclusioni
La pressione dell’aria spinge l’acqua nella bottiglia. La tensione superficiale inoltre
forma un’ulteriore barriera all’entrata dell’aria e all’uscita dell’acqua.
59
SCHEDA
Io sperimento… con l’acqua • SCIENZE
_________________________________
_________________________________
_________________________________
_________________________________
O
Che cosa si vuole dimostrare
La tensione superficiale e la pressione dell’aria
impediscono all’acqua di uscire.
Obiettivi
Osservare gli effetti della tensione superficiale e della pressione dell’aria
Cogliere gli aspetti significativi di un fenomeno e le loro relazioni
Occorrente
• due bicchieri uguali
• una moneta
• acqua
Prima dell’esperimento
Questo esperimento rafforza l’esperienza precedente. Perciò, prima di effettuarlo, l’insegnante fa
esprimere ad ogni allievo le proprie considerazioni sull’esperimento precedente e lo ricorda.
Esperimento
1) Immergere completamente i due bicchieri nel lavandino pieno d’acqua.
2) Tirarli fuori dall’acqua, mantenendo attaccati gli orli dei due bicchieri.
3) Appoggiare i due bicchieri sovrapposti su un tavolo.
4) Inserire una moneta tra i due bicchieri.
Uscirà un po’ d’acqua, ma poi la tensione superficiale si riformerà e le molecole d’acqua, una vicina
all’altra, impediranno all’acqua di uscire.
Q
Conclusioni
La tensione superficiale e la pressione esterna dell’aria
impediscono all’acqua di uscire dalla fessura.
Approfondimenti
La tensione superficiale è una caratteristica di tutti i liquidi: essi formano una specie di ”pellicina” nella
parte che separa il liquido dall’aria (o da un altro materiale).
Anche l’acqua saponata ha questa caratteristica, seppure in misura minore dell’acqua non saponata,
ed è il principio che permette la formazione delle bolle di sapone.
L’insegnante può perciò far giocare i bambini con le bolle di sapone, chiedendo loro come mai l’acqua
che le forma non si disperde, ma le molecole rimangono coese tra loro. Tutti i materiali sono formati
da molecole.
61
SCHEDA
SCIENZE
29
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
_________________________
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’acqua sale nelle fibre della carta.
Obiettivo
Intuire il fenomeno della capillarità
Occorrente
• carta
• una bacinella con acqua
Prima dell’esperimento
Questi esperimenti sono propedeutici all’acquisizione del concetto di capillarità. L’insegnante porrà
domande quali: L’acqua scende solo verso il basso o potrebbe anche risalire? Avete mai avuto modo
di osservare questo fenomeno? Se sì, quando?
L’insegnante annoterà le conoscenze pregresse per poterle poi riordinare al termine degli esperimenti.
È possibile, infatti, che gli allievi abbiano osservato l’acqua risalire verso l’alto per cause differenti dalla
capillarità (ad esempio l’acqua sui vetri delle auto che sale verso l’alto spinta dal vento). Al termine
delle attività ricorderà gli esempi fatti e chiederà agli alunni di valutare se la causa fosse la capillarità o
altro. Chiederà inoltre: L’acqua assorbita dalle radici degli alberi dove viene trasportata?
Esperimento
1) Fornire agli allievi una sagoma come questa e far ritagliare
uno o più fiori di carta.
2) Piegare lungo le linee tratteggiate, in modo da formare un
fiore chiuso.
3) Appoggiare i fiori delicatamente sull’acqua.
Lentamente i petali del fiore si apriranno.
Q
Conclusioni
L’acqua risale lungo le fibre della carta. In questo
modo i petali si inturgidiscono e si aprono.
Approfondimenti
Lo stesso esperimento può essere ripetuto utilizzando sagome di differente grandezza o materiali
differenti, ad esempio cartoncino. Gli allievi noteranno le differenze. La grandezza della sagoma non
incide molto sui tempi di apertura dei petali: invece i fiori di cartoncino si apriranno più lentamente di
quelli di carta. Se vengono utilizzati carta patinata, carta da forno, alluminio da cucina, i petali non si
apriranno.
63
SCHEDA
SCIENZE
30
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
__________________________________ __________________________________
__________________________________ __________________________________
__________________________________ __________________________________
__________________________________
__________________________________
__________________________________
pillarità.
O.A.: intuire il fenomeno della ca
64 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
La capillarità
O
Che cosa si vuole dimostrare
L’acqua sale maggiormente nei tubi più sottili.
Obiettivo
Conoscere il fenomeno della capillarità e i suoi effetti
Occorrente
• s trisce di carta e di stoffa di uguale misura (circa 3 x 10 cm), di differenti tipi (carta, cartoncino, carta
da cucina, carta da forno, cotone, jeans, garza…)
• contenitore con 2-3 cm di acqua colorata (ad esempio con tempera)
• due lastre di vetro o plexiglass (si possono utilizzare le lastre di due pico-glass, le cornici utilizzate per
contenere le fotografie)
• alcune mollette
• una moneta da 10 centesimi
Prima dell’esperimento
L’insegnante spiegherà che, con i due esperimenti, gli allievi osserveranno lo stesso fenomeno in azio-
ne in due forme differenti.
Primo esperimento
1) Dai vari materiali di carta e di stoffa, tagliare dei rettangoli della stessa misura.
2) Immergere le strisce in un contenitore in cui siano state messe circa 3 dita di acqua colorata. Le
strisce saranno poste in modo che un’estremità tocchi l’acqua e l’altra sia sostenuta da un filo o da
un’asticella.
3) I bambini osserveranno come l’acqua salga in modo differente e annoteranno i risultati.
Secondo esperimento
1) Sovrapporre le due lastre di vetro o plexiglass, in modo che coincidano perfettamente.
2) Mettere alcune mollette lungo uno dei lati più stretti della coppia di lastre, in modo che le tengano
ben unite e ferme.
3) Dal lato opposto, in alto, inserire la moneta in modo che le lastre rimangano leggermente separate
da quel lato.
4) Tenendo le due lastre in posizione verticale, immergere per alcuni centimetri la parte inferiore (lato
più lungo) nel contenitore e osservare.
5) L’acqua sale tra i due vetri: nella parte in cui i due vetri sono uniti si posiziona più in alto.
Q
Conclusioni
L’acqua sale maggiormente dove vi è meno spazio perché le molecole
dell’acqua, tendendo ad aggregarsi tra loro, ”si arrampicano” sul vetro.
Approfondimenti
Ripetere eventualmente l’esperimento utilizzando dei tubicini di sezioni diverse, tra i quali anche tubi
capillari, con sezione inferiore a 2 mm.
65
SCHEDA
SCIENZE
31
Io sperimento… con l’acqua •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LA CAPILLARITÀ
Indica quali materiali hai utilizzato per verificare l’assorbimento dell’acqua e in
ogni striscia colora il livello raggiunto dall’acqua.
1 2 3 4 5 6
Completa.
Il materiale più assorbente è ___________________________________.
Il materiale meno assorbente è _________________________________.
____________________________________
____________________________________
____________________________________
____________________________________
____________________________________
____________________________________
____________________________________
____________________________________
Obiettivi dell’unità
Comprendere che i terreni contengono acqua non visibile
Distinguere terreni permeabili e non permeabili
Comprendere come si forma una sorgente
Comprendere gli effetti del gelo sulla roccia
Indicazioni metodologiche
I tipi di suolo sono molteplici e la classificazione di essi varia in base alle caratteristiche che vengono
prese in considerazione: permeabilità, presenza di humus, materiali che li compongono… Non è ne-
cessario, né possibile, che gli allievi conoscano tutti i tipi di suolo esistenti: è importante, però, che
imparino a osservare e a capire quali variabili vanno prese in considerazione per poter affermare di
conoscere le caratteristiche del terreno. È importante che i ragazzi si abituino a registrare le loro osser-
vazioni e a confrontarle con quelle degli altri.
Prima di iniziare il lavoro sulla conoscenza del suolo, far fare ai bambini le seguenti esperienze:
• prelevare campioni di terreno da posti differenti: toccarli e osservarli prima a occhio nudo, poi con la
lente di ingrandimento.
• Rilevarne le caratteristiche: ghiaioso, sabbioso, fangoso, argilloso…
• Osservare la presenza di piccoli animali e di materiale organico (foglie, rametti, semi…).
• I vari tipi di terreno possono anche essere fatti passare attraverso setacci a grana larga e a grana fine
per rilevare la presenza di sassi grandi o piccoli.
L’insegnante porrà domande quali:
Quali diversità osservate nei differenti terreni? Quali somiglianze?
I campioni di terreno prelevati dal bosco (o dal giardino) sono tutti uguali?
Se avete prelevato campioni di terreno a profondità diverse, vi appaiono uguali o diversi?
• Per evidenziare le diverse componenti di ogni terreno, si mescoleranno i campioni con acqua.
• Dopo aver agitato bene il composto, si lasceranno sedimentare.
• Le parti più pesanti si depositeranno sul fondo: osservando le stratificazioni si potrà dedurre la com-
posizione del terreno.
67
SCHEDA
SCIENZE
32
Io sperimento… con la terra •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
erreni.
O.A.: osservare le differenze tra t
68 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
Diversi tipi di terreno contengono differenti quantità di acqua.
Obiettivi
Osservare le differenze tra i terreni
Comprendere che i terreni contengono acqua non visibile
Occorrente
• alcuni campioni di terra (terreno ghiaioso, argilloso, umifero…)
• barattoli uguali (vanno molto bene i barattoli in alluminio dei pelati o dei legumi)
• bilancia
Prima dell’esperimento
L’insegnante ricorda i differenti tipi di terreno e le loro caratteristiche.
I bambini potranno contrassegnare i terreni in base alla caratteristica principale (sabbioso, umifero…)
oppure in base alla provenienza (terra di giardino, bosco, bordo strada…).
Esperimento
1) Pesare una uguale quantità di ogni tipo di terreno (400 g sono sufficienti).
2) Inserire ogni terreno in una scatola. È importante che in ogni scatola venga inserita una quantità di
terreno dello stesso peso. Se 400 g risultassero troppi per qualche tipo di terreno, la quantità andrà
ridotta per tutti i differenti terreni.
3) Etichettare le scatole.
4) Annotare il peso netto, la tara e il peso lordo di ogni scatola (saranno tutti uguali).
5) Lasciare i barattoli vicino a una fonte di calore (al Sole o su un termosifone) per alcuni giorni. Se i
barattoli vengono esposti al Sole, vanno ritirati quando gli alunni escono da scuola ed esposti nuo-
vamente al m attino.
6) Dopo alcuni giorni pesare nuovamente ogni scatola e annotare il peso lordo. Dedurre il peso netto
della terra, sottraendo il peso della tara. (Oppure pesare direttamente la terra.)
Q
Conclusioni
Con il calore l’acqua contenuta nel terreno è evaporata e il peso netto della terra
contenuta nei vari barattoli è diminuito, ma non in modo omogeneo. Se ne deduce
che i differenti tipi di terreno contengono differenti quantità di acqua.
Approfondimenti
Se gli alunni possiedono già le necessarie conoscenze matematiche, può essere calcolata la percen-
tuale di acqua evaporata sul peso totale, annotando i risultati in una tabella o in un diagramma.
69
SCHEDA
SCIENZE
33
Io sperimento… con la terra •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
O
Che cosa si vuole dimostrare
Non tutti i terreni sono ugualmente permeabili.
Obiettivo
Distinguere terreni permeabili e non permeabili
Occorrente
• garza • bottiglie di plastica • acqua • contenitore graduato • differenti campioni di terreno
Prima dell’esperimento
L’insegnante ricorda il ciclo dell’acqua. L’acqua percola nel terreno e, quando incontra un terreno im-
permeabile, forma le falde acquifere o le sorgenti.
Esperimento
1) Preparare un numero di bottiglie di plastica, uguali tra loro, pari al numero di campioni di terreno.
2) In ogni bottiglia tagliare la parte superiore, a circa 2/3 dalla base di appoggio.
3) Nell’imboccatura della bottiglia mettere un pezzo di garza ripiegato a metà.
4) Inserire ogni parte superiore della bottiglia in quella inferiore, come illustrato
nel d isegno qui a lato.
5) Inserire nella parte superiore di ogni bottiglia un campione di terreno.
6) Etichettare le bottiglie scrivendo il tipo di terreno inserito.
7) Con l’aiuto della brocca graduata, preparare 500 ml di acqua.
8) Versare l’acqua in una delle bottiglie.
9) Dopo un minuto segnare sulla bottiglia il livello dell’acqua che è filtrata attraverso
il terreno.
10) Ripetere la rilevazione dopo 5 minuti.
11) Prendere nota di quanto tempo l’acqua impiega per percolare completamente
attraverso il terreno.
12) Ripetere l’esperimento con tutti gli altri tipi di terreno. Non è necessario che sia terminata la rile-
vazione con un tipo di terreno per iniziare quella seguente. L’insegnante può suddividere la classe
a gruppi e far osservare a ogni gruppo quanto accade con un tipo di terreno. I risultati ottenuti da
ogni gruppo saranno poi confrontati con quelli degli altri. È necessario che la quantità di acqua
versata in ogni campione di terreno sia sempre la stessa.
Q
Conclusioni
L’acqua percola attraverso i differenti tipi di terreno con tempi differenti: alcuni (i terreni
sabbiosi o ghiaiosi) sono molto permeabili e l’acqua passa attraverso di essi velocemente;
altri sono meno permeabili e l’acqua impiega più tempo.
Approfondimenti
Collegare l’esperimento con osservazioni da effettuare in un giorno di pioggia.
Dove va l’acqua che cade sul terreno? E quella che non riesce a essere assorbita subito? E quella che
cade su strade, case, terreni asfaltati?
71
SCHEDA
SCIENZE
34
Io sperimento… con la terra •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
TERRENI PERMEABILI
E IMPERMEABILI
Completa le etichette disegnando i campioni di terreno e scrivendo il loro nome.
Se hai utilizzato più di 5 campioni, scegli quelli che ritieni più significativi.
Segna con una riga rossa il livello dell’acqua dopo un minuto e con una riga blu
quello raggiunto dopo 5 minuti.
permeabili.
bili e non
O.A.: distinguere terreni permea
72 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
O
Che cosa si vuole dimostrare
Le sorgenti si trovano in presenza di un terreno impermeabile.
Obiettivi
Saper osservare e fare opportune deduzioni
Comprendere come si forma una sorgente
Occorrente
• un vaso di plastica per le piante (o un secchiello)
• terriccio (va molto bene quello venduto nei supermercati)
• un foglio di plastica resistente
• acqua
• un sottovaso piuttosto grande (o un grande piatto di plastica)
Prima dell’esperimento
I bambini ricostruiscono il ciclo dell’acqua, iniziando e terminando dal momento in cui essa sgorga da
una sorgente.
Esperimento
1) Riempire per circa 2/3 il contenitore con terriccio bagnato.
2) Pressare bene.
3) Mettere sul terriccio il foglio di plastica avendo cura che esso lo copra interamente. Può essere più
largo di 1 o 2 centimetri, ma non più piccolo. Nel caso fosse più largo, la parte in eccesso sarà spinta
lungo le pareti del contenitore.
4) Mettere altro terriccio bagnato sopra il foglio di plastica, fino a quando il contenitore non sarà com-
pletamente pieno.
5) Pressare bene il terreno.
6) Rovesciare il vaso su un grande piatto di plastica, in modo che si formi una piccola montagna di
terra.
7) Versare lentamente dell’acqua sul culmine della ”montagna”, avendo cura di farla cadere sulla som-
mità e non lungo i versanti.
L’acqua percolerà nel terreno e uscirà dalle pareti in corrispondenza del foglio di plastica.
Q
Conclusioni
La plastica si comporta come il terreno impermeabile. L’acqua che
filtra nel terreno viene fermata da essa ed esce all’esterno.
Approfondimenti
Osservare le sorgenti di un fiume, direttamente o attraverso foto e/o filmati.
L’esperimento può essere ripetuto anche alcuni giorni dopo la prima volta. In questo caso il terreno si
sarà asciugato e si noterà che occorrerà versare una quantità maggiore di acqua prima che essa riaffiori
dalla ”sorgente”.
73
SCHEDA
SCIENZE
35
Io sperimento… con la terra •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il freddo spacca le rocce e le frantuma.
Obiettivi
Saper osservare e fare opportune deduzioni
Comprendere gli effetti del gelo sulla roccia
Occorrente
• plastilina o creta
• pellicola per alimenti
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli alunni se hanno mai osservato degli oggetti che, lasciati alle intemperie per
lungo tempo, hanno modificato il loro aspetto.
Esperimento
1) Modellare due palline di creta dello stesso peso.
2) Inumidirle, passandole velocemente sotto l’acqua.
3) Avvolgerle nella pellicola.
4) Riporne una nel freezer e tenere l’altra a temperatura ambiente.
5) Togliere la pallina dal freezer dopo uno o due giorni e osservarla.
La pallina presenterà qualche crepa, mentre quella non riposta nel freezer non avrà subito cambia-
menti.
6) Bagnare nuovamente le due palline, ricoprirle con la pellicola e riporre nel freezer la pallina che vi
era già stata messa in precedenza.
7) Dopo uno o due giorni estrarre la pallina dal freezer e confrontarla con l’altra.
La pallina estratta dal freezer presenta delle crepe ancora più profonde che in precedenza.
Q
Conclusioni
L’acqua che è penetrata nella creta, gelando, ha prodotto alcune crepe, che hanno reso il
materiale più fragile. Allo stesso modo l’acqua filtra nelle rocce e, gelando ripetutamente,
nel corso dei secoli le erode e modifica il paesaggio.
Approfondimenti
La pallina di creta può essere ripetutamente posta nel freezer per verificare che le crepe si approfon-
discano ogni volta maggiormente. Questo esperimento può essere collegato ai fenomeni erosivi che
avvengono nelle montagne, tenendo presente che non sono dovuti solo al freddo, ma anche al vento,
alle precipitazioni atmosferiche e all’azione chimica di sostanze acide che si depositano sul terreno e
sulle rocce.
75
SCHEDA
SCIENZE
36
Io sperimento… con la terra •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
7
lunedì
______________________________________
______________________________________
9
mercoledì
______________________________________
______________________________________
9 ______________________________________
mercoledì
______________________________________
11
venerdì
______________________________________
______________________________________
Conclusioni:
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
roccia.
gelo sulla
O.A.: comprendere gli effetti del
76 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Obiettivi dell’unità
Osservare e comprendere le interazioni tra elementi degli ecosistemi
Comprendere la funzione di produttori, consumatori e decompositori in un ecosistema
Comprendere che per espletare le proprie funzioni vitali la pianta ha bisogno di acqua
Conoscere la fotosintesi clorofilliana
Conoscere il fenomeno della traspirazione nelle piante e collegarlo con gli effetti sul clima
Comprendere alcune caratteristiche dei lieviti
Indicazioni metodologiche
È importante che i bambini osservino sempre con attenzione: la lente d’ingrandimento sarà un aiuto
prezioso perché permetterà di rendere note caratteristiche poco visibili. Perciò i bambini saranno sol-
lecitati a osservare le foglie, i frutti, i semi, la corteccia, le radici degli alberi; le zampe, le antenne, lo
scheletro esterno o interno degli animali ecc.
77
SCHEDA
SCIENZE
37
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
GLI ECOSISTEMI
Colora in rosso il quadratino vicino ai viventi e in blu quello vicino ai non viventi.
Poi rispondi.
ema.
n ecosist
O.A.: conoscere gli elementi di u
78 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
SCIENZE
38
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LE CATENE ALIMENTARI
Numera in modo opportuno le didascalie.
2
3
4
Ecosistema
ghiande
decompositori
martora
scoiattolo
montagna
Ecosistema
aquila
radici
decompositori
marmotta
collina
consumatori e decompositori in
© La Spiga Edizioni
O.A.: comp
rendere la funzione di pro
duttori, un ecosiste .
ma 79
SCHEDA
SCIENZE
39
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Completa.
Se nella savana aumentano le piogge, la vegetazione diventa più __________________
___________________________________________________________________________.
Se i consumatori primari trovano più cibo, il loro numero _________________________
e l’erba diminuisce.
Se ci sono più animali erbivori, anche gli animali carnivori crescono di numero perché
___________________________________________________________________________.
Se i consumatori secondari aumentano, viene mangiato un maggior numero
di ____________________________________ . I consumatori primari diminuiscono.
Se i consumatori primari diminuiscono, l’erba cresciuta di nuovo è sufficiente
per sfamare _______________________________________________________________.
In un ecosistema, quindi, elementi viventi e non viventi sono interdipendenti.
i, consumatori e decom
d i produttor positori
O.A.: comprendere la funzione
80
in un ecosistema.
© La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Le piante si nutrono
O
Che cosa si vuole dimostrare
Le piante assorbono acqua attraverso le radici.
Obiettivo
Comprendere che per espletare le proprie funzioni vitali la pianta ha bisogno di acqua
Occorrente
• due contenitori (vasetti) uguali, con il tappo
• plastilina
• una piantina con radici, senza terra (si consiglia una piantina di photos)
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante fa elencare agli allievi le funzioni vitali di tutti gli esseri viventi. Ricorda quanto appreso attra-
verso l’unità didattica relativa all’acqua. In particolare ricorda che l’acqua contiene sali minerali, che sale
per capillarità verso l’alto e che è l’elemento fondamentale costitutivo di tutti gli esseri viventi.
Esperimento
1) Riempire di acqua i due vasetti per circa 3/4 del loro volume e segnare il livello raggiunto.
2) Praticare un foro di circa 1 cm di diametro nel tappo di uno dei vasetti.
3) Far passare le radici di una piantina attraverso il foro, lasciando le radici sotto il tappo e la piantina sopra.
4) Avvitare il tappo avendo cura che le radici della piantina siano immerse in acqua.
5) Sigillare con la plastilina le parti rimaste aperte nel tappo.
6) Chiudere bene anche l’altro vaso.
7) Lasciare in un luogo illuminato e controllare il livello dell’acqua ogni giorno.
Q
Conclusioni
Nel barattolo in cui sono immerse le radici il livello
dell’acqua diminuisce, nell’altro rimane invariato.
Approfondimenti
Segnare sui vasetti delle tacche in corrispondenza di ogni decilitro di acqua, versando un decilitro di ac-
qua per volta. Ciò permetterà ai bambini di operare con le misure di capacità e di evidenziare la quantità
di acqua consumata dalla pianta. Possono anche essere utilizzate misure arbitrarie quali una tazzina, un
bicchiere piccolo o altro contenitore.
Fare notare ai bambini che, poiché i fori erano tappati con la plastilina, dal contenitore non è uscita acqua
sotto forma di vapore acqueo. Ciò non dimostra che in entrambi i vasetti non sia evaporata dell’acqua,
soprattutto se essi erano in un luogo caldo, ma significa che, se l’acqua è evaporata, essa è ricaduta
all’interno.
Proporre anche la scheda 41 in cui l’assorbimento dell’acqua attraverso le radici viene simulato con l’aiuto
di carta assorbente.
81
SCHEDA
SCIENZE
40
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LE PIANTE SI NUTRONO
Osserva e completa la descrizione dell’esperimento.
1
Abbiamo ______________________________
_______________________________________
2
_______________________________________
_______________________________________
_______________________________________
_______________________________________
Rispondi.
• Perché hai sigillato con la plastilina i fori? _____________________________________
__________________________________________________________________________
• Se non lo avessi fatto, la pianta non avrebbe assorbito acqua? ___________________
• Perché nel vasetto senza pianta l’acqua non è diminuita? ________________________
__________________________________________________________________________
• Sei certo che in quel vasetto non sia evaporata neppure un po’ di acqua?
__________________________________________________________________________
LE PIANTE SI NUTRONO
Esegui l’esperimento e completa scrivendo ciò che è accaduto.
1 2
3 4
LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
Osserva con una lente d’ingrandimento una foglia, poi rispondi.
Rispondi.
• Se privi una pianta della luce, ponendola in un luogo completamente buio, che cosa
accade? ____________________________________________________________________
Perché? ___________________________________________________________________
• Se privi una pianta dell’acqua che cosa accade? _________________________________
Perché? ____________________________________________________________________
.
rofilliana
O.A.: conoscere la fotosintesi clo
84 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
Le piante traspirano
O
Che cosa si vuole dimostrare
Le piante immettono vapore acqueo nell’aria.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Comprendere che le piante traspirano
Occorrente
• una pianta verde
• un sacchetto o un foglio di plastica trasparente
• elastici
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede agli allievi quali sensazioni hanno percepito quando si sono recati in un bosco.
Se non emerge spontaneamente dai racconti dei bambini, chiederà loro:
Nel bosco l’aria è più o meno umida che fuori da esso?
Quando fa caldo è più piacevole ripararsi all’ombra di un muro o di un albero? Perché?
Esperimento
1) Coprire bene la pianta con il sacchetto o il foglio di plastica e fissarlo con un elastico al vaso.
2) Porre la pianta in un luogo soleggiato e innaffiarla regolarmente mettendo l’acqua nel sottovaso.
3) Osservare e registrare che cosa accade.
Q
Conclusioni
Già dopo alcune ore l’interno del sacchetto si sarà appannato. Il giorno
successivo le goccioline saranno più evidenti: è il vapore acqueo che
esce dagli stomi e si condensa sulle pareti interne del sacchetto.
Approfondimenti
La traspirazione delle piante influisce sul clima. Un albero immette, in media, nell’atmosfera, circa 70 di
acqua al giorno. L’insegnante farà riflettere gli allievi sull’importanza delle piante: forniscono cibo, ridu-
cono la quantità di anidride carbonica nell’aria, producono ossigeno e, con la traspirazione, mitigano
il clima e fanno aumentare le precipitazioni atmosferiche. Questo esperimento può anche essere col-
legato con l’osservazione dei cambiamenti stagionali nella natura e con le forme di adattamento delle
piante al clima. In autunno, quando la temperatura diminuisce, l’assorbimento di acqua dalle radici
diventa sempre più difficoltoso e le piante perdono le foglie: in questo modo anche la traspirazione
viene ridotta.
Le piante xerofile sono piante che vivono in luoghi caldi con scarsa presenza di acqua. Le foglie di que-
ste piante sono piccole per ridurre la traspirazione. Molte specie presenti nella macchia mediterranea
sono piante xerofile: il mirto, il corbezzolo, l’oleandro…
Alcune di esse, le piante grasse, hanno addirittura trasformato le foglie in aghi per diminuire la traspi-
razione e la conseguente perdita di acqua.
85
SCHEDA
SCIENZE
43
Io conosco gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
LE PIANTE TRASPIRANO
Descrivi la fase finale dell’esperimento.
______________________________________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
______________________________________
Nome: mirto
Ambiente: ____________________________________
Forma della foglia: __________________________
La traspirazione è ridotta perché ______________
__________________________________________
__________________________________________.
Nome: cactus
Ambiente: ____________________________________
Forma della foglia: __________________________
La traspirazione è ridotta perché ______________
__________________________________________
__________________________________________.
.
traspirano
O.A.: comprendere che le piante
86 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
SCIENZE
44
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
I CONSUMATORI
Gli animali si adattano all’ambiente in cui vivono.
Circonda gli animali che hanno una caratteristica simile a quella della tigre.
Circonda gli animali che hanno Circonda gli animali che hanno
una caratteristica simile a quella una caratteristica simile a quella
della foca. dell’elefante.
L’ESTINZIONE
Gli animali che non riescono ad adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente rischiano l’estinzione.
Segna con una X qual è la causa che minaccia la sopravvivenza di queste specie.
cambiamento aumento
climatico dei serpenti
r iduzione delle riduzione
foreste delle foreste
pesca indiscriminata caccia indiscriminata
cambiamento riduzione
climatico delle spiagge
riduzione c ambiamento
dei deserti dell’habitat
caccia scioglimento
indiscriminata dei ghiacciai
I decompositori
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Conoscere le caratteristiche di alcuni organismi decompositori
Occorrente
• due vasetti per conserve, almeno uno con coperchio ermetico
• pezzetti di cibo (un pezzo di pane, una fetta di mela, della verdura…)
• fornellino
• pentola
• acqua
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiederà agli allievi se hanno mai osservato delle muffe: Quando? Su quali alimenti?
In che condizione erano conservati i cibi?
Chiederà poi se conoscono alcune muffe commestibili (ad esempio quelle dei formaggi erborinati,
come il gorgonzola).
Esperimento
1) Inserire nei due vasetti alcuni pezzetti di cibo.
2) Chiuderne uno e sterilizzarlo facendolo bollire per circa un quarto d’ora immerso in una pentola
piena di acqua.
3) Lasciare l’altro senza coperchio.
4) Riporre i vasetti e osservare per alcuni giorni se i resti di cibo subiscono mutazioni.
Q
Conclusioni
Nel vasetto chiuso che ha subìto la bollitura non si formerà muffa, nell’altro sì.
Gli organismi che formano la muffa sono stati eliminati con la bollitura, mentre
nell’altro vasetto hanno potuto compiere la loro azione di decomposizione.
Approfondimenti
L’insegnante spiegherà che le muffe, i lieviti, i funghi appartengono tutti al regno dei miceti. Non
sono né vegetali né animali, ma decompositori. Il loro ruolo è fondamentale nell’equilibrio biologico.
L’insegnante chiederà agli allievi di immaginare che cosa potrebbe succedere se non esistessero gli
organismi decompositori. Se possibile, i bambini osserveranno le muffe al microscopio. Collegandosi
all’esperimento, sarà possibile precisare che alcuni batteri sono anaerobi, cioè non hanno bisogno di
ossigeno per sopravvivere; si possono sviluppare anche nelle conserve e avere effetti molto tossici per
gli esseri umani. L’insegnante potrà proporre una ricerca per conoscerne le caratteristiche e gli effetti.
Sarà inoltre interessante proporre anche una ricerca sulle muffe utilizzate in medicina (per la produzione
della penicillina) o nella trasformazione degli alimenti (nella produzione del vino o di alcuni formaggi).
89
SCHEDA
SCIENZE
46
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
I DECOMPOSITORI
Descrivi le fasi dell’esperimento.
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
____________________________ ____________________________
Completa.
• Con questo esperimento abbiamo dimostrato che _____________________________
__________________________________________________________________________.
nismi decomposito
d i alcuni orga ri.
O.A.: conoscere le caratteristiche
90 © La Spiga Edizioni
Ipotesi di lavoro per l’insegnante
I lieviti
O
Che cosa si vuole dimostrare
Il lievito è un organismo vivente.
Obiettivi
Osservare e fare opportune deduzioni
Comprendere alcune caratteristiche dei lieviti
Analizzare le variabili in un esperimento
Occorrente
• 50 g di lievito di birra (acquistabile in panetteria o al supermercato)
• zucchero • acqua • una bottiglia • un palloncino • farina
Prima dell’esperimento
L’insegnante chiede ai bambini se sanno che cosa sia il lievito: Per che cosa viene utilizzato?
È un organismo vivente oppure no?
Primo esperimento
1) Sciogliere il lievito in mezza tazza di acqua tiepida.
2) Aggiungere un cucchiaino di zucchero.
3) Versare il composto nella bottiglia e tapparne l’imboccatura con un palloncino.
4) Porre la bottiglia in un luogo caldo.
Q
Conclusioni
Dopo poco tempo, nella bottiglia si formeranno alcune bolle e il palloncino si gonfierà
leggermente. I lieviti si nutrono di zuccheri: durante questo processo producono anidride
carbonica che gonfia il palloncino. Lo stesso accade nella lievitazione del pane o dei dolci:
l’anidride carbonica gonfia l’impasto rendendolo più soffice. Il lievito è un organismo
vivente che si nutre e respira.
Secondo esperimento
1) Sciogliere il lievito in mezza tazza di acqua tiepida.
2) Aggiungere farina e fare un impasto.
3) Suddividere l’impasto in due parti.
4) Metterne una in un luogo caldo e una in un luogo freddo.
5) Annotare i risultati.
Q
Conclusioni
L’impasto posto nel luogo caldo si gonfierà di più di quello che è stato messo al freddo.
Approfondimenti
Ripetere il secondo esperimento introducendo altre variabili: ad esempio aggiungere un cucchiaino di
zucchero o uno di sale a una parte dell’impasto. È importante che il nuovo impasto sia sempre confron-
tato con l’impasto base di farina, acqua e lievito, per verificare quali effetti produce la nuova variabile
introdotta. Lo zucchero aumenta la lievitazione, il sale la rallenta.
91
SCHEDA
SCIENZE
47
Io conosco… gli elementi degli ecosistemi •
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
I LIEVITI
Descrivi l’esperimento compiuto.
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
_____________________________
__________________________ __________________________
__________________________ __________________________
dei lieviti.
eristiche
O.A.: comprendere alcune caratt
92 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
Tecnologia • SCIENZE
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________ 48
TECNOLOGIA INTORNO A NOI
Sai che cos’è la tecnologia? Discuti insieme ai compagni e trovate
una definizione condivisa.
La tecnologia è _____________________________________________________________
___________________________________________________________________________.
Adesso gira il foglio e controlla se la definizione che avete dato si avvicina a quella
riportata in basso.
Osserva questi oggetti tecnologici e cerchia quelli che sono presenti in casa tua.
Poi rispondi.
quotidiane.
e realizzare artefatti, cioè oggetti o macchine che lo aiutano a svolgere alcune azioni
La tecnologia è il modo in cui l’uomo usa le conoscenze scientifiche per progettare
LA CARTA
Forse può sembrarti strano, ma anche la carta che usi ogni giorno
per scrivere è un ”oggetto tecnologico”. La carta è infatti un oggetto
inventato dell’uomo, più precisamente dall’antico popolo dei Cinesi,
quasi 2000 anni fa. I Cinesi, che consideravano la scrittura una vera e
propria forma d’arte, erano alla ricerca di un materiale più adatto per
scrivere rispetto alle tavolette di legno o di osso usate fino ad allora.
Fu così che, attraverso un impasto di acqua e corteccia di bambù
che veniva steso in fogli sottili ed essiccato, i Cinesi crearono la carta:
resistente, leggera, flessibile e con la capacità di assorbire l’inchiostro.
TRASPORTI E INQUINAMENTO
La grande diffusione dei mezzi di trasporto ha certamente migliorato la vita quotidiana
delle persone, che possono spostarsi da un luogo all’altro in breve tempo. Allo stesso
tempo, però, per funzionare hanno bisogno di benzina o altri carburanti che, bruciando
nel motore, emettono fumi dannosi per l’ambiente. È per questo che oggi, grazie alla
tecnologia, molti mezzi di trasporto utilizzano carburanti meno inquinanti, per rispettare
l’ambiente.
Automobile
Bicicletta
Autobus
• Secondo voi, per ridurre l’inquinamento è meglio usare i mezzi di trasporto pubblici
(autobus, metropolitana...) oppure i mezzi privati (automobili, motorini)? Perché?
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
• Tra i mezzi di trasporto che avete analizzato nell’indagine, qual è il meno inquinante?
__________________________________________________________________________
Rispondi.
• Quali di questi dispositivi usi più spesso?
__________________________________________________________________________
• In quali occasioni?
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
• Usi il computer soprattutto a casa o a scuola? Per fare che cosa? ________________
__________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
SÌ IN PARTE NO
OBIETTIVO (da 8 a 10) (da 6 a 7) (da 4 a 5)
Comprendere che cos’è una fonte di calore.
Comprendere come può essere prodotto il calore.
Comprendere che cos’è una fonte di calore.
Saper osservare e fare opportune deduzioni; mettere in
relazione i fenomeni.
Conoscere buoni e cattivi conduttori di calore.
Conoscere i termini specifici della disciplina; comprendere
la differenza tra calore e temperatura.
Comprendere che l’aria circonda ogni cosa.
Comprendere gli utilizzi dell’aria.
Comprendere che l’aria contiene ossigeno e altri gas.
Capire che l’aria calda è più leggera di quella fredda.
Intuire come si formano i venti.
Rilevare che l’aria è in grado di esercitare una pressione
su tutti i corpi.
Intuire il concetto di pressione atmosferica.
Intuire gli effetti della pressione atmosferica.
Intuire come si verifica l’effetto serra.
Conoscere gli stati dell’acqua.
Comprendere che l’acqua contiene sali minerali.
Comprendere che l’acqua fredda è più pesante di quella
calda.
Intuire il principio di Archimede.
Conoscere il fenomeno della tensione superficiale.
Osservare gli effetti della tensione superficiale e della
pressione dell’aria.
Intuire il fenomeno della capillarità.
Conoscere il fenomeno della capillarità e i suoi effetti.
Osservare le differenze fra terreni.
Comprendere che i terreni contengono acqua non visibile.
Distinguere terreni permeabili e non permeabili.
Comprendere come si forma una sorgente.
98
Scienze griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi
SÌ IN PARTE NO
OBIETTIVO (da 8 a 10) (da 6 a 7) (da 4 a 5)
Conoscere gli elementi di un ecosistema.
Comprendere la funzione di produttori, consumatori
e decompositori in un ecosistema.
Comprendere che per espletare le proprie funzioni vitali
la pianta ha bisogno di acqua.
Conoscere la fotosintesi clorofilliana.
Classe: __________________________________________________________
Data: ___________________________________________________________
99
COMPITO DI REALTA
UN ORTO IN CORTILE
Con i 100 euro della ”cassa comune” di classe avete deciso di finanziare
la realizzazione di un piccolo orto nel cortile della scuola. Progettate lo spazio,
comprate le piante e tutto l’occorrente, infine procedete alla semina.
Che cosa serve: metro, piantine, materiali e attrezzi per la semina.
Le piante hanno diversi periodi di semina, perciò scegliete piante che possano
essere seminate nel periodo che avete scelto.
Alcune piante, una volta cresciute, possono diventare anche molto grandi;
scegliete perciò delle piante adatte allo spazio del vostro orto.
Ogni pianta ha bisogno di particolari condizioni di luce: alcune devono stare in
piena luce, altre vivono bene all’ombra... Valutate perciò l’esposizione solare del
vostro orto per scegliere le piante più adatte a quelle specifiche condizioni.
5. Fate una lista per l’acquisto di ciò che vi occorre, tenendo presente che avete a
disposizione 100 euro della ”cassa comune”. Compilate una tabella come questa.
100 Materiale
occorrente Pianta Numero Costo unitario Costo totale
6. Adesso siete pronti: acquistate tutto ciò che vi serve e mettetevi a lavoro nell’orto!
Buona semina!
comune.
O.A.: collaborare per un obiettivo
100 © La Spiga Edizioni
Ortografia
Cittadinanza griglia degli obiettivi e delle attivita
1 Prendere coscienza dei problemi ambientali. Procedura per la realizzazione del compost.
101
SCHEDA
1
L’ambiente • CITTADINANZA
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
IL BIODEGRADABILE
Una risorsa per l’ambiente è il biodegradabile, cioè quei rifiuti composti
da materiale organico che marcisce naturalmente e si trasforma in sostanze nutritive
per il terreno e quindi utili in agricoltura: bucce di frutta, avanzi di cibo, erba…
Questi rifiuti organici sono uno dei componenti della raccolta differenziata, i cosiddetti
“umidi”, e possono essere trasformati in compost, un fertilizzante di origine naturale.
Anche tu puoi trasformare i tuoi rifiuti umidi in compost, seguendo questo procedimento.
bientali.
blemi am
O.A.: prendere coscienza dei pro
102 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
2
L’ambiente • CITTADINANZA
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
L’INQUINAMENTO DELL’ACQUA
Che vivano o meno in acqua, che siano grandi o piccoli,
tutti gli esseri viventi sono fatti per la massima parte
di acqua.
Tutti hanno un assoluto bisogno di acqua per
sopravvivere e la sensazione di sete lo ricorda di continuo.
Per stare bene è necessario bere mediamente fino a 2 litri
d’acqua al giorno.
L’acqua, però, è facilmente inquinabile. Per capirlo basta
fare questo semplice esperimento, per il quale sono
necessari due bicchieri d’acqua, una zolletta di zucchero e un cucchiaio di sale.
Procedi in questo modo: metti nel primo bicchiere lo zucchero e nel secondo il sale
e mescola bene tutto con un cucchiaio. Che cosa vedi? Zucchero e sale si sono sciolti
nell’acqua, che è diventata dolce in un bicchiere, salata nell’altro.
L’esperimento dimostra che l’acqua è un solvente, cioè assorbe con molta facilità
le sostanze con cui viene in contatto.
Proprio per questo, con la stessa facilità con cui ha assorbito sale e zucchero, l’acqua
assorbe molte sostanze inquinanti che non sono visibili a occhio nudo, diventando
un pericolo per la salute degli esseri viventi che la utilizzano.
3
L’ambiente • CITTADINANZA
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
L’INQUINAMENTO DELL’ARIA
L’aria è fondamentale per la vita di tutti gli esseri viventi, che, attraverso la respirazione,
assorbono l’ossigeno per loro indispensabile in quanto permette di trasformare
in energia le sostanze presenti nel cibo.
Per questo motivo l’aria è un bene prezioso che non dovrebbe essere inquinato.
La realtà, purtroppo, ci dice che così non è: le industrie, le automobili, il riscaldamento
d’inverno e i condizionatori d’estate immettono nell’atmosfera gas e sostanze altamente
nocive per la respirazione degli esseri viventi.
Nel passato questo problema non si è mai posto con la gravità attuale, come dimostrano
due fenomeni tipici del mondo moderno: l’effetto serra e il buco nell’ozono.
L’uomo può ancora fare qualcosa per limitare i danni all’atmosfera e quindi
alla sua salute e a quella del pianeta, ma deve rinunciare ad alcune “comodità”
e avere comportamenti più ecologici. Quali? Segnali con delle X.
inq uinamento.
O.A.: approfondire il concetto di
104 © La Spiga Edizioni
SCHEDA
4
L’ambiente • CITTADINANZA
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
Questa forma di inquinamento altera l’equilibrio del terreno con queste gravi
conseguenze: erosione e smottamento, alterazione della catena alimentare,
inquinamento delle falde acquifere sotterranee, alterazioni delle acque potabili.
5
L’ambiente • CITTADINANZA
Nome __________________________________ Classe _______ Data ____________
I MICROBI
Sul terreno, sulla tavola, sulle persone, sugli oggetti, nell’aria, in strada, in casa, invisibili
a occhio nudo, ci sono i microbi. Non tutti sono pericolosi, solo alcuni provocano
delle malattie. Altri servono per preparare:
Che cos’è, secondo te, un microbo? Aiutati con il dizionario per scrivere
la definizione.
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pe r la salute e il benessere.
O.A.: conoscere comportamenti
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La salute • CITTADINANZA
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L’IGIENE PERSONALE
Il sistema migliore per difendersi dai microbi è curare l’igiene personale, che riguarda
diversi ambiti: il corpo, gli abiti, le mani, i denti, il naso.
comportamenti per la sa
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enessere. 107
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La salute • CITTADINANZA
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IL MOVIMENTO È SALUTE
Ormai lo sanno proprio tutti: la vita sedentaria, passata per la maggior parte
delle ore seduti davanti al computer, davanti al televisore, in classe…
è la strada che conduce a molte malattie, all’obesità,
alla mancanza di tono muscolare…
Il movimento fa bene a tutto il nostro organismo. Circa
venti minuti di attività fisica al giorno sono utili perché:
• mantengono sani ed efficienti il tessuto osseo
e le articolazioni;
• contribuiscono allo sviluppo muscolare;
• riducono il grasso corporeo;
• mantengono il peso forma;
• prevengono le malattie cardio-circolatorie.
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La salute • CITTADINANZA
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L’IGIENE ALIMENTARE:
L’ACQUA SI PUÒ SEMPRE BERE?
L’acqua è un elemento indispensabile per la vita, ma non sempre si può bere.
L’acqua dei fiumi, l’acqua piovana, una bottiglia d’acqua lasciata aperta
troppo a lungo e anche la neve possono farti ammalare.
Questo perché non sempre l’acqua è potabile. Infatti, per rendere l’acqua
potabile, cioè priva di microrganismi dannosi alla salute, è necessario che
venga purificata negli “impianti di potabilizzazione”, dove viene sottoposta
a un processo industriale abbastanza complesso.
Rispondi.
• Che cosa vuol dire il simbolo qui a lato?
________________________________________________
• Dove l’hai visto?
________________________________________________
L’acqua che esce dal rubinetto di casa tua è sicura, non è dannosa per la tua salute,
ma, per gustarla nel modo migliore, devi rispettare alcune regole. Quali?
Completa inserendo le parole al posto giusto e lo saprai!
• Quando devi bere l’acqua del tuo rubinetto, falla _________________ per qualche
istante in modo da eliminare l’acqua ______________________.
• Se riempi una bottiglia con acqua del rubinetto, conservala _____________________
in _____________________________.
• Non lasciare ristagnare l’acqua a lungo per evitare che i ________________________
si sviluppino.
• Lava il __________________ e la bottiglia dopo ogni utilizzo.
• Per far bollire gli alimenti usa l’acqua __________________ e non quella calda.
comportamenti per la sa
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enessere. 109
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La salute • CITTADINANZA
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Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
enta zione.
sana alim
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La salute • CITTADINANZA
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NOI E IL MOVIMENTO
Per fare una vita sana, oltre a una corretta alimentazione, è fondamentale fare
molto movimento. Svolgi un’indagine in classe per scoprire che tipo di attività
fisica fanno i tuoi compagni. Registra nella tabella, colorando un quadratino
per ogni preferenza.
Calcio
Pallavolo
Basket
Tennis
Judo
Danza
Nuoto
Atletica
Bicicletta
Passeggiate
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Adesso svolgi un’indagine per scoprire quante ore alla settimana tu e i tuoi
compagni svolgete attività fisica.
Rifletti e discuti insieme ai tuoi compagni sui risultati delle due indagini svolte.
comportamenti per la sa
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enessere. 111
Cittadinanza griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi
SÌ IN PARTE NO
OBIETTIVO (da 8 a 10) (da 6 a 7) (da 4 a 5)
Prendere coscienza dei problemi ambientali.
Classe: __________________________________________________________
Data: ___________________________________________________________
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