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la biogeografia è lo studio delle disposizioni geografiche degli organismi.

Oggi esistono 6 bioprovince


caratterizzate dalle loro specie endemiche, cioè caratteristiche solo di quel territorio. Neartica, paleartica,
neotropica, orientale, australiana ed etiopica. Esistono anche specie che possono occupare più bioprovince
e la loro distribuzione dipende solo dalla zona tropica, queste sono dette specie cosmopolite. Inoltre se la
specie è endemica solo da poco essa è detta neoendemica, se invece essa è presente già da tanto nel
territorio è detta specie relitta.

La paleobiogeografia ha il compito di capire, anche attraverso i fossili come si sono formate queste
bioprovince e cosa ha determinato gli spostamenti e la distribuzione degli organismi endemici.

Seguendo il modo in cui gli organismi si evolvono, una volte le specie avevano un antenato comune, in
seguito alla formazione di barriere e variazioni ambientali che ne hanno determinato la selezione naturale
si sono formate nuove specie. In biogeografia esistono due modelli in cui le specie possono essersi formate,
vicarianza e dispersione.

Secondo il modello della dispersione, esiste un centro d’origine dove si va a formare una nuova specie da
una popolazione. Da questo centro poi una specie, per alcuni quella ancestrale, per altri la discendente, si
allontanerà attivamente o passivamente in un altro areale. In seguito allo spostamento una barriera si
andrà a formare fra gli areali diversi dividendo le specie ancestrale e discendente, così si saranno formate
due specie nuove per speciazione allopratica. In questo modello speciazione e dispersione sono fenomeni
che accadono contemporaneamente.

Secondo il modello della vicarianza, la dispersione è un fenomeno meno importante, avviene in secondo
piano. La speciazione avviene per la formazione di una barriera molto potente all’interno della popolazione
ancestrale stessa. Questa barriera è causata o da un fenomeno tettonico che divide di netto una
popolazione isolandone i membri. I membri divisi sono anche isolati riproduttivamente, di conseguenza
andando avanti nel tempo si formeranno due specie distinte.

Per il modello della dispersione sono determinanti i fattori ecologici, come salinità, temperatura, nutrienti e
ossigenazione, perché sono essi che determinano lo spostamento di un organismo dal suo areale di origine.
Gli organismi, in base alla morfologia e alle loro esigenze possono spostarsi e scegliere di stabilirsi
permanentemente, o temporaneamente in un territorio nel caso della migrazione, poi in questo caso
torneranno indietro. Ma se si parla solo di dispersione gli spostamenti sono determinati dall’inospitalità del
terreno di origine e si tratta di uno spostamento di sola andata. Gli organismi vanno alla ricerca di un areale
più ospitale e si va a formare una nuova specie se tra la popolazione ancestrale e quella nuova si va a
formare una barriera.

La diffusione degli organismi, secondo il modello della dispersione si spostano passando per corridoi,
barriere/ponti fliltranti e vie occasionali.

I corridoi sono territori che permettono la diffusione in tutti e due i sensi da un territorio ad un altro. I ponti
o le barriere filtranti invece permettono il passaggio solo a poche specie a causa della presenza di un fattore
che ha il ruolo di filtro, ad esempio può rappresentare una barriera filtrante un bacino salato che permette
il passaggio solo a specie resistenti alla variazione di salinità, oppure un corridoio stretto in una zona arida
che permette il passaggio solo a quelle specie che riescono a sopportare il caldo torrido del passaggio. Le
vie occasionali sono passaggio che non sono permanenti e permettono il passaggio per un periodo di tempo
limitato.
Secondo il modello della vicarianza la distribuzione delle specie è fortemente influenzata dai fenomeni
tettonici, e non tanto dai fattori ecologici, essi hanno un ruolo secondario, quindi questo modello
comprende la distribuzione ma la mette in secondo piano. Nel momento in cui si forma una barriera, alcuni
membri di una specie rimangono intrappolati e non più in comunicazione con i membri dall’altra parte della
barriera.

Detto ciò, c’è da dire che i due modelli, pur se nella teoria si escludono a vicenda, nella pratica vediamo che
sono presenti casi di specie fossili che si sono formate in seguito a fenomeni che possono essere sia dovuti
alla vicarianza he alla distribuzione.

Le bioprovince di adesso sono il risultato di una trasformazione avvenuta in milioni di anni, lo studio della
distribuzione odierna dei fossili e degli organismi ancora viventi ci permette di capire l’evoluzione
dell’ambiente e degli organismi stessi.

La distribuzione dei fossili segue 4 tipologie:

distribuzione disgiunta, quando i fossili di una specie si trovano in diversi territori lontani fra loro.

Convergenza biotica, quando si osservano somiglianze progressive fra le comunità fossili fra strati più
antichi e strati più giovani.

Divergenza biotica, quando si nota una progressiva differenziazione fra gli strati più antichi e quelli più
recenti

Complementarietà, quando vi sono due casi opposti, nel caso di un gruppo la divergenza biotica e
contemporaneamente nel caso di un altro gruppo la convergenza biotica.

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