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DEL TESORO
Venti itinerari
alla scoperta
del patrimonio
culturale di
Palermo
e della sua
provincia
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
DALLA PREISTORIA AL MEDIOEVO
A cura di Stefano Vassallo Con la collaborazione di Rosa Maria Cucco
REGIONE SICILIANA
Assessorato dei Beni culturali
e dell’Identità siciliana
PO FESR Sicilia 2007-2013
Linea d’intervento 3.1.1.1.
“Investiamo nel vostro futuro”
Progetto LE MAPPE DEL TESORO.
Venti itinerari alla scoperta del patrimonio culturale di Palermo e della sua provincia.
Le mappe del tesoro : venti itinerari alla scoperta del patrimonio culturale di Palermo e della sua provincia. - Palermo :
Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell’identità
siciliana. – v.
1. Beni culturali – Palermo <provincia>.
709.45823 CDD-22 SBN Pal0274341
1.: Archeologia: la storia : dalla Preistoria al Medioevo / a cura di Stefano Vassallo ; con la collaborazione di Rosa Maria
Cucco. - Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni cultura-
li e dell’identità siciliana, 2014.
ISBN 978-88-6164-269-0
1. Archeologia – Palermo <provincia> - Origini–Sec. 14.
I. Vassallo, Stefano <1955>. II. Cucco, Rosa Maria <1966>.
937.845823 CDD-22
© REGIONE SICILIANA
5 PREMESSA
6 LA PREISTORIA E LA PROTOSTORIA
IN PROVINCIA DI PALERMO
Giuseppina Battaglia
13 I CENTRI INDIGENI
Alba Maria Gabriella Calascibetta
22 LA COLONIZZAZIONE FENICIA E GRECA
Monica Chiovaro
36 ETÀ IMPERIALE E TARDOANTICA
Rosa Maria Cucco
48 LA PROVINCIA DI PALERMO
IN ETÀ MEDIEVALE
Carla Aleo Nero
62 CRONOLOGIA E BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
5
Il territorio della provincia di Palermo utile per ancorare a specifici periodi storici
è stato fin dall’età preistorica teatro di i contesti di scavo, ripercorrendo itinerari
importanti fatti storici e di avvicendamen- culturali che possono e devono costituire
ti di culture e popoli diversi, che hanno per tutti un percorso conoscitivo utile a
inciso profondamente nella vita dei centri comprendere meglio il non facile momento
abitati e nelle trasformazioni dell’ambiente storico in cui viviamo.
naturale. La ricchezza e la diversità dei pa- Il fine di questo lavoro vuole essere
esaggi che si alternano con stridenti cambi quello di fornire, attraverso testi sintetici
di panorami - dalla rocciosa costa tirrenica, accompagnati da opportune illustrazio-
alle vallate che raggiungono attraverso ni, informazioni di base; una griglia di
impervi rilievi il vasto entroterra agricolo, riferimento entro cui collocare la storia mil-
caratterizzato da un ampio sistema collinare lenaria dell’area, con la speranza che questi
- hanno fortemente influenzato le vicende opuscoli possano stimolare nel lettore la
dell’insediamento umano, determinando curiosità e il desiderio di approfondire la
forme di occupazione sempre differenti che conoscenza di un territorio dalle antiche e
rendono la storia di questa parte dell’isola profonde radici ma non sempre adeguata-
particolarmente splendida e affascinante. mente valorizzato.
Per l’età antica e medievale la ricostruzione Sono tre i volumetti della serie “Le mappe
della storia di questa regione deve molto del tesoro” dedicati all’archeologia; il primo
all’archeologia; le numerosissime ricerche illustra in forma sintetica le principali fasi
realizzate negli ultimi decenni hanno con- storiche del territorio, dalla Preistoria fino
tribuito a restituire significativi frammenti all’Età medievale. Seguono due opuscoli
del passato rimasti finora oscuri e a mettere che comprendono in un agevole formato
in luce monumenti e reperti di grande in- le schede degli insediamenti antichi più
teresse artistico. Il grande e continuo lavoro importanti della nostra provincia, dai più
di ricerca e di conoscenza svolto dagli ar- noti, come Palermo o Solunto, a tanti altri
cheologi della Soprintendenza di Palermo, siti la cui notorietà è emersa soltanto di
pur tra enormi difficoltà, ha permesso di recente, grazie agli scavi archeologici, ma
acquisire sempre nuovi dati che ci consen- che compongono ormai una significativa
tono oggi di leggere con maggiore coerenza rete dell’itinerario storico-archeologico di
e continuità le testimonianze storiche. Lo un’area della Sicilia tra le più importanti
studio parallelo delle fonti scritte e della per ricchezza e varietà del patrimonio
documentazione di scavo è risultato molto culturale.
Stefano Vassallo
LE MAPPE
DEL TESORO
LA PREISTORIA E LA PROTOSTORIA
IN PROVINCIA DI PALERMO
Giuseppina Battaglia
Se si pensa che la presenza umana nella penisola italiana si data fin dal
Paleolitico inferiore (almeno 700.000 anni da oggi) si capisce quanto sia
recente, in base alle conoscenze attuali, l’occupazione della Sicilia.
Infatti le prime tracce materiali certe risalgono a circa 30.000 anni fa
(Riparo di Fontana Nuova - Marina di Ragusa), ma è da 15.000 anni circa
che è documentato un popolamento costante e continuo senza interruzioni:
si data infatti a 14.750 anni fa il più antico scheletro umano - appartenente
al genere Sapiens Sapiens, ribattezzato Thea - trovato nel 1937 nella
Grotta di San Teodoro, presso Acquedolci (Me), oggi conservato presso
il Museo “G. Gemmellaro” di Palermo (fig. 1).
Le sepolture paleolitiche della Grotta di tanti alla penisola italiana, anche se alcuni
San Teodoro sono le uniche rinvenute strumenti possono essere stati introdotti dal
nell’Isola. Si tratta di sette individui: tre Nord Africa. In particolare la Sicilia nord-
femmine e quattro maschi, tutti adulti. occidentale rappresenta un’area con grande
Il cranio è dolicomorfo (lungo, stretto e concentrazione di testimonianze di arte
alto) con mandibole robuste. L’usura degli preistorica: infatti, in provincia di Paler-
incisivi è indice di un utilizzo dei denti mo, ci sono diverse grotte che presentano
per scopi non solo alimentari. La statura incisioni in uno stile naturalistico, fra cui:
media è di circa 1,64 m. Siamo alle ultime la grotta dei Puntali a Carini, le grotte di
battute del Paleolitico Superiore (20.000 Capo Gallo e quelle di Monte Pellegrino a
- 11.000 anni da oggi) e la Sicilia doveva Palermo (fig. 2).
essere una regione steppica, con clima secco Il passaggio climatico dal Pleistocene
e freddo. Scomparsi i grandi mammiferi all’Olocene - l’epoca geologica attuale -
delle fasi precedenti - infatti sopravvive segna anche un nuovo modo di vita e di
solo l’Equus hydruntinus (asino europeo, sussistenza propedeutico all’inizio dell’agri-
diffuso nel continente euroasiatico durante coltura e dell’allevamento. Lo scioglimento
il medio e tardo Pleistocene) che viene dei ghiacciai portò all’inabissamento di
cacciato con il cervo, la volpe e il bue - la vaste zone costiere, sparì il “ponte” che
dieta prevede anche molluschi sia di terra univa l’Isola al continente e le linee di costa
sia di mare e vegetali. L’uomo vive in grotta raggiunsero il livello attuale. In Sicilia, mai
e lì si svolgono tutte le attività sedentarie: coinvolta da fenomeni glaciali, sembra
il riposo, la cottura dei cibi, la realizzazione credibile che ci siano stati brevi periodi
dei manufatti, le pratiche magico-religiose, di freddo intenso, corrispondenti alla fine
le deposizioni funerarie. La tipologia degli del Pleistocene, cui seguì una lunga fase di
strumenti utilizzati lega questi primi abi- clima temperato caldo, corrispondente ai
7
1
Acquedolci (Me),
primi millenni dell’Olocene. Grotta di San Teodoro
Con il termine Mesolitico si definiscono Scheletro di Thea,
quelle società caratterizzate dalla presenza oggi presso il Museo
“G. Gemmellaro”
di piccoli gruppi umani praticanti, come di Palermo
attività basilari per la sussistenza, la caccia,
la pesca e la raccolta selettive, presupposti
indispensabili all’agricoltura e all’alleva-
mento. Scomparsi i grandi mammiferi del
Pleistocene, la dieta basata sulla cattura di
animali di piccola taglia era integrata con
pesci, da molluschi terrestri e marini e da
prodotti vegetali. La trasformazione degli
strumenti litici è legata a questo mutamen-
to, le dimensioni degli utensili diminuisco-
no e assumono forme geometriche (trapezi,
semilune, triangoli), si ha inoltre uno
sviluppo delle armi da lancio e in partico-
lare si generalizza l’impiego dell’arco e della
freccia. Si utilizzano ancora le grotte per
tutte le attività sedentarie e per quanto ri-
guarda l’arte rupestre, il Mesolitico vede la
scomparsa dello stile naturalistico che viene
sostituito da incisioni lineari, di oscura 3
interpretazione. Palermo, Grotta
A Grotta Molara (periferia nord-occiden- della Molara -
tale di Palermo) si trova un ricco deposito scheletro in posizione
archeologico che va dalla fauna calda rannicchiata
databile al
pleistocenica (mezzo molare di Elephas Mesolitico
mnaidriensis) all’età normanna (XII secolo
d.C.); al Mesolitico (10.000 anni fa) sono
attribuite le uniche due sepolture di questo
periodo finora trovate in provincia di
Palermo (fig.3).
L’agricoltura e l’allevamento - che caratte-
rizzano il passaggio al Neolitico - giunsero
in Sicilia circa 8.000 anni fa, probabil-
mente introdotti da nuove popolazioni,
insieme ad un vasto patrimonio di idee e di
strumenti, compresa la navigazione e dun-
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
7 8
10
6
5
3 PALERMO
4 13
12
11 14
15
1 16
2
Carta di distribuzione
delle grotte con testimonianze
di arte rupestre
5
Palermo, Uditore -
Pianta e sezione di Nella Conca d’Oro, la cultura materiale di funerari vi sono ollette globulari, brocche
una tomba a forno San Cono-Piano Notaro ebbe lunga vita, e vasi “doppi” costituiti da due ciotole
fino verso il XXIII o XXII secolo a.C.; in comunicanti, i cosiddetti vasi a “saliera” che
questo periodo si ebbe il più antico episo- trovano confronti sia con la ceramica coeva
dio di occupazione capillare del territorio di Malta che di Ay e Gerico, in Palestina.
metropolitano (fig.6). Gli insediamenti Di queste necropoli rimane solo un lembo
mostrano una concentrazione nelle zone in contrada Ciachea a Carini.
di Valdesi, Partanna e Mondello. Qui, In un momento tardo dell’Eneolitico,
le capanne dovevano avere una struttura negli ultimi secoli del III millennio a.C.,
lignea rivestita da argilla. I reperti testi- attraverso la Sardegna, arrivò un caratteri-
moniano alcune attività che si svolgevano stico manufatto, che si trova a macchia di
nel villaggio: la pesca e la tessitura (pesi leopardo dal Marocco alla Polonia e dall’Ir-
da rete e da telaio), la filatura (fuseruole), landa alla Sicilia, si tratta del bicchiere
la caccia ad animali di taglia piccola e campaniforme, un boccale in ceramica cui
media (dimensione delle punte di freccia). il profilo ad “S” dà una forma di campana
Situazioni analoghe si trovano nella fascia rovesciata, decorato accuratamente con
pedemontana compresa fra Boccadifalco e incisioni geometriche - che veniva forse
Baida e nella zona di corso Pisani lungo il utilizzato per bere la birra. Il bicchiere è
corso del torrente Cannizzaro. Un ultimo solo un indicatore dell’arrivo di un com-
caso riguarda l’antica linea di costa, dove plesso di manufatti caratteristici del mondo
sono state segnalate tombe a forno sotto il europeo, tra i quali i dolmen (in provincia
Palazzo delle Ferrovie dello Stato e sotto il di Palermo se n’è individuato uno a Mura
palazzo della Standa, in via Roma, e presso Pregne, Sciara) (fig.7) e i bottoni in osso a
il Mercato Ortofrutticolo, in piazza Gia- “V”, come quelli rinvenuti nella necropoli
chery. Tra i materiali più tipici dei corredi dell’Uditore, a Palermo.
11
6
Carta di distribu-
Verso il XXII secolo a.C. inizia l’Età del zione dei siti del
Bronzo che viene suddivisa in antica, media periodo Eneolitico
e tarda. Le testimonianze nella nostra zona nella Conca d’Oro
tendono a diminuire sempre più fino quasi
a sparire. Attribuibili alla fase più antica,
dall’attuale Piazza Leoni, provengono due
idoletti a losanga che sono una rappresen-
tazione stilizzata di rigide cappe sacerdo-
tali particolarmente ornate e ricoprenti
interamente il torace che costituiscono una
variante siciliana di un tipo molto comune
a Malta in questo periodo, dove la decora-
zione anziché essere dipinta è incisa (fig.8).
Un’altra testimonianza della fase più antica
è il villaggio di Boccadifalco, composto da
almeno 9 capanne, alcune a pianta ellittica
e una a pianta pseudo circolare, realizzate
con muretti a secco. La ceramica a superfi-
cie grigia liscia e dalle tipiche anse appun-
tite simili a orecchie equine trova confronti
nel villaggio di Mursia a Pantelleria, che
presenta anche simili tecniche costruttive.
Verso la fine del XV secolo a.C. la Sicilia
si integrò nei circuiti commerciali medi-
terranei grazie ai Micenei. È probabile che
gruppi umani provenienti dall’Oriente
si siano insediati stabilmente nell’Isola,
contribuendo alla gestione di grandi em-
pori commerciali come Lipari (Messina),
Cannatello (Agrigento), Thapsos (Siracusa)
e Ustica (fig. 9). In provincia di Palermo
continua lo spopolamento; le poche tracce
della presenza umana - fra cui alcune grotte
di Monte Pellegrino dove sono state trovate
sepolture con oggetti di corredo attribui-
bili a questo periodo - documentano che
anche qui, come nella Sicilia orientale, ad
esempio a Pantalica, è diffuso il rituale di
seppellire in grotte, naturali o artificiali,
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
8
Palermo, Piazza Leoni -
Uno dei due idoletti a losanga
(Museo Archeologico
Regionale “A. Salinas”
di Palermo)
I CENTRI INDIGENI
Alba Maria Gabriella Calascibetta
PALERMO
M. D’ORO
CANNITA SOLUNTO
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AGRIGENTO
M. SARACENO
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NARO
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F. S
10 delle origini, il progresso delle ricerche palermitano a partire dalla Prima Età del
La Sicilia archeologiche, con scavi effettuati in nume- Ferro (X - VIII sec.) mediante un sistema
occidentale con i
principali bacini rosi centri indigeni e diversi lavori di survey territoriale contraddistinto da una trama di
fluviali e siti (ricognizione di superficie) condotti nel ter- abitati indigeni, particolarmente attivi in
archeologici ritorio, ha consentito di acquisire una signi- età arcaica, concentrati nell’entroterra. Il
ficativa documentazione relativamente alla controllo delle risorse agricole e minerarie
11 cultura materiale, alle tipologie insediative, da parte delle popolazioni indigene era
Monte Iato. alle forme dell’abitato, alle pratiche religio- garantito da un sistema insediativo di tipo
Brocchetta indigena se e funerarie delle popolazioni indigene e gerarchico, caratterizzato da abitati di mag-
con figura umana sti- di analizzare la natura dei rapporti intercor- giore importanza ed estensione dislocati su
lizzata.(Antiquarium
di Case D’Alia). si tra le popolazioni indigene che abitavano posizioni elevate naturalmente difendibili
densamente l’entroterra e i nuovi coloniz- a controllo delle principali vie di percor-
zatori che nel periodo a cavallo tra l’età del renza, costituite dalle vallate fluviali, messi
Ferro e l’alto arcaismo (IX-VII secolo a.C) in relazione reciproca dalla configurazione
si stanziarono sulla costa, nonché gli esiti del territorio stesso e in posizione egemone
generati dai quei fenomeni di contatto. rispetto a quelli di più limitata estensione
Le ampie vallate fluviali, fin dall’antichità, posti sulle colline circostanti o nei territori
assolvendo la funzione di vie privilegiate di di fondovalle.
collegamento, hanno determinato la ricca
storia insediativa e culturale del territorio Questo tipo di organizzazione territoriale
(fig. 10). è ben rappresentato nell’ampia valle del
La ricerca archeologica ha ben documen- Belice, forse l’antico Krimisos delle fonti,
tato una diffusa occupazione nell’area del la realtà idrografica più importante della
15
13
Monte Maranfusa.
Veduta panoramica.
16
Pizzo Cannita. Veduta panora-
mica da Sud.
17
Pizzo Cannita. Sarcofago
antropoide (Museo Archeolo-
gico Regionale “A. Salinas” di
Palermo)
18
La Montagnola di Marineo.
Veduta panoramica.
LA COLONIZZAZIONE
FENICIA E GRECA
Monica Chiovaro
Tucidide narra che inizialmente i Fenici eb- e dell’Italia meridionale nuclei di cittadini
bero rapporti economici con le popolazioni che, per motivi diversi, partivano verso
di tutta la Sicilia “occupando promontori occidente sotto la guida di un fondatore
protesi sul mare e piccole isole lungo le (ecista). Il fenomeno coloniale costituì un
coste”; solo l’arrivo successivo dei Greci forte impulso per l’economia dell’isola, sia
(nel 734 a.C. fu fondata Naxos, la prima dal punto di vista agricolo, sia commercia-
colonia greca in Sicilia) avrebbe spinto i le, e diede il via a intensi scambi mercantili
Fenici nei loro insediamenti nel nord-ovest tra le città greche di nuova fondazione e la
dell’isola, Mozia, Panormos e Solunto. madrepatria.
Le colonie fenicie (emporia) erano in La colonizzazione greca trovava spesso
realtà poco interessate al controllo politico una giustificazione propagandistica nella
su ampi territori, tuttavia l’entroterra ricca tradizione mitologica delle imprese
rappresentava per questi insediamenti uno di Eracle; così, per esempio, la fondazione
sbocco significativo per i loro intensi traffici di Himera, subcolonia di Zancle (Mes-
commerciali. Questi abitati forse inizial- sina) e unica colonia greca nel territorio
mente erano anche privi delle caratteristi- palermitano (fig. 20), fu nobilitata dalla
che fondamentali di un vero stanziamento tradizione secondo la quale la polis sarebbe
urbano; si trattava verosimilmente di scali nata non lontano dal luogo dove le ninfe,
marittimi per il baratto delle merci e, a per compiacere Atena e per lenire le fatiche
differenza della fondazione di una colonia dell’eroe, avrebbero fatto sgorgare le acque
greca, dovevano essere costituiti da piccoli termali - ancora attive - dell’odierna Termi-
gruppi di coloni, non necessariamente ni Imerese (fig. 21).
permanenti, ma legati a esigenze commer- Nel corso del VI secolo a.C., uno strappo
ciali contingenti. all’equilibrio con il mondo punico derivò
In questo quadro si inserì la colonizzazio- dall’insediamento nelle colonie greche
ne greca, che portò sulle coste della Sicilia dei tiranni, che con la loro politica fondata
23
sul consenso di larghe fasce della popolazio- comando di Gelone, tiranno di Siracusa. 19
ne, perseguirono spesso fini espansionistici Il trionfo greco ebbe un’importanza così Collana con vaghi
di vetro policromo
che interferivano con gli interessi delle grande per gli antichi da essere paragonato proveniente dalla
colonie dei Fenici. alla vittoria che i Greci riportarono a Sala- necropoli punica
Così Cartagine intervenne tra il 559 e il mina contro i Persiani nello stesso periodo di Palermo. Museo
529 a.C.con la spedizione del generale (fig. 22). La battaglia ebbe importanti Archeologico Regio-
Malco, che si trasferì nell’isola con il suo conseguenze anche sugli equilibri interni nale “A. Salinas” di
Palermo.
esercito per difendere gli interessi economi- delle città greche della Sicilia occidentale
ci punici nella parte nord occidentale della e Himera rimase per circa dieci anni sotto
Sicilia. La spedizione ebbe, secondo le fon- il controllo di Terone di Agrigento. In se-
ti, esito positivo, tuttavia non sembra avere guito, liberatasi definitivamente dai tiranni
ampliato i territori delle colonie puniche. acragantini, fu guidata da un governo
Momento fondamentale per la storia della democratico.
Sicilia antica è il 480 a.C., anno in cui Nella seconda metà del secolo gli inte-
davanti alle mura di Himera si scontrarono ressi espansionistici selinuntini, a danno
l’esercito punico e una coalizione di Greci, dell’elima Segesta, spianarono la strada
Imeresi, Agrigentini e Siracusani, sotto il all’intervento militare di Atene in Sicilia,
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
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20
Himera, ortofotografia
con le aree della città
antica.
22 23
Himera, necropoli Tegola con il nome
ovest, fossa comune inciso della città di
dei caduti della Makella rinvenuta
battaglia del sulla Montagnola
480 a.C. di Marineo. Museo
Regionale della
Valle dell’Eleuterio.
Marineo
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
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24
Solunto, ipotesi
ricostruttiva
tridimensionale
del teatro.
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
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La phiale aurea cosiddetta
di “Caltavuturo”
Antiquarium di Himera.
35
Tra la prima Età imperiale (I-II sec. d.C) ed il V sec. d.C. la Sicilia visse un
periodo di pace ed anche la conquista vandala del 468 d.C. ed il successivo
passaggio al regno del barbaro Odoacre, dopo la caduta dell’Impero
romano d’Occidente avvenuta nel 476 d.C., non determinarono grandi
sconvolgimenti nell’assetto economico e sociale dell’isola. Nel 535 d.C. la
Sicilia fu occupata dai Bizantini ed annessa al loro Impero ed allo scorcio del
VII sec. d.C. divenne uno dei temi (entità amministrative dotate di autonomia
fiscale e di un esercito) dell’Impero bizantino. Nel corso dell’Età imperiale
nell’attuale territorio della provincia di Palermo fiorirono due città costiere,
Panormus, (l’odierna Palermo) e Thermae Himeraeae (oggi Termini
Imerese), che divennero particolarmente rigogliose a partire dal III secolo
d.C., quando sotto il regno dell’imperatore africano Settimio Severo (193-
211 d.C.) si intensificarono i transiti tra Roma e la provincia d’Africa.
In relazione a ciò i porti dei due centri con tratturi tutt’oggi esistenti, nell’asse
costituirono tappe importanti nei tran- viario costiero, la via consolare Valeria,
siti commerciali verso la capitale. Con la oggi ampiamente ricalcata dalla SS 113
fondazione di Costantinopoli (330 d.C.), (Settentrionale Sicula), tramite cui le merci
l’Egitto, che aveva tolto alla Sicilia il ruolo giungevano ai porti di Panormus e Thermae
principe di “granaio di Roma”, divenne ed imbarcate per Roma.
fornitore di grano della nuova capitale, Le vie consolari romane prevedevano la
sicché la Sicilia dal IV secolo d.C., insieme presenza di varianti e diramazioni, atte ad
all’Africa, riprese il suo antico ruolo di agevolare il raccordo tra la strada e territori
importante centro di approvvigionamento ed insediamenti di particolare rilievo.
di grano nei confronti di Roma. La ripresa Percorrendo la via Valeria, da Choepha-
economica dell’isola in età tardoantica loedium (l’odierna Cefalù)(fig. 28) verso
spiega lo sviluppo a partire da quest’epoca Ovest, prima di giungere a Thermae, facen-
di grandi e ricche ville signorili, sia lungo do una breve deviazione tra i promontori di
la costa che nell’ambito delle proprietà Mazzaforno e Capo Plaja, si incontra la vil-
terriere dell’entroterra. Tali dimore furono la maritima di Settefrati (fig. 29), decorata
in alcuni casi sedi per l’otium del proprie- con pavimenti a mosaico. Su quello meglio
tario ed allo stesso tempo cuore direzionale conservato, oggi esposto presso l’Antiqua-
dei fondi. Dal centro della Sicilia il grano rium di Himera, sono raffigurati pesci, che
veniva convogliato, attraverso una fitta richiamano la posizione panoramica vicino
rete stradale interna, in parte coincidente al mare, e anche motivi vegetali e geometrici.
37
28
Foto aerea
di Cefalù
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
Proseguendo verso Thermae Himeraeae, una casa moderna, fu decorata con mosaici,
sulle colline che coronano la via Valeria a osservati nel XIX secolo.
Sud, tra Campofelice di Roccella e Buon- Da qui a Thermae la via romana oltrepassò il
fornello, si trova la “villa” di Terre Bianche fiume Torto, verosimilmente presso i resti di
(fig. 29). Questo insediamento lussuoso fu un antico ponte, in stato di rudere già alla metà
sicuramente una mutatio, luogo deputato del XVIII secolo, il “ponte della meretrice”.
a soste brevi per il cambio dei cavalli, tra le Dalle falde settentrionali del Monte San
stationes (cioè stazioni delle posta imperiale, Calogero la via Valeria fino a Thermae corse
luoghi di sosta e cambio di cavalli ed ani- per alcuni tratti parallela all’acquedotto
mali da traino, nonché luoghi di scambio Cornelio, imponente struttura idraulica
commerciale) di Choephaloedium e Thermae databile nel II sec. d.C., che dalla sorgente di
(fig. 30). I luoghi di sosta potevano essere Brucato approvvigionava la città (fig. 31).
dotati di strutture adatte all’accoglienza dei L’importanza della città di Termini, sempre
29 viaggiatori, come le terme, spesso decorate maggiore a partire dall’età di Augusto,
Le ville lungo la
via Valeria.
da marmi e mosaici. Oltrepassato il fiume epoca in cui accolse i veterani della VI le-
Imera mediante un ponte a più arcate, gione, fatto che le valse il titolo di colonia,
1: Settefrati addossata alle pendici nord del piano del è documentata da opere imponenti quali
2: Terrebianche
3: Buonfornello Tamburino, sorgeva la villa di Buonfor- il già menzionato acquedotto Cornelio e
nello (fig. 29). Oggi del tutto inglobata in l’anfiteatro.
CEPHALOEDIUM
Golfo CEFALÙ
di Termini Imerese
1
THERMAE
HIMERAEAE
CAMPOFELICE
TÉRMINI DI ROCCELLA
IMERESE
2
3
39
32
Solunto.
Veduta aerea.
31
Termini Imerese. rango di colonia nel corso dell’età impe-
C.da Figurella: riale. Limitati sono i resti della città di età
acquedotto Cornelio. imperiale e tardoantica. I rinvenimenti più
significativi sono stati effettuati nell’area
del Cassaro, intorno al corso Vittorio
Emanuele.
Segnaliamo le case romane di Piazza della
Vittoria, che subirono una parziale modifi-
ca di destinazione d’uso nella seconda metà
del IV secolo d.C., come attestato dalla
presenza di piccole aree di necropoli. Due
gli edifici noti, denominati A e B.
Nell’edificio A sia i mosaici pavimentali
(fig. 33) che il complesso termale furono
41
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
43
realizzati in età severiana, nei primi decenni il mosaico “Galati”, che dovette rivestire 33
Palermo. Piazza
del III secolo d.C. È verosimile che l’edi- un ambiente absidato, interpretato come della Vittoria.
ficio A sia da identificare con una schola, basilica cristiana o vano di una lussuosa Edificio A:
sede di un’associazione forse connessa ad villa tardo-antica. mosaico con Orfeo
un culto orfico-dionisiaco. L’edificio B nella Il pavimento, policromo, con decorazione e le fiere,
piena età imperiale, periodo di floridezza, a motivi geometrici, vegetali e zoomorfi oggi al Museo Arche-
ologico Regionale
fu reso più monumentale con la creazione trova confronto sia nei mosaici di Piazza “A. Salinas”
del peristilio (colonnato). L’abitazione fu Armerina che nei tessellati africani del IV di Palermo.
probabilmente molto danneggiata dal sisma sec. d.C.
del IV sec. d.C. Gli scavi condotti nel sito di San Nicola
Ad età imperiale e tardoantica sono, poi, hanno messo in luce strutture riferibili ad
databili gli edifici decorati con mosaici un insediamento vissuto dal periodo tardo-
rinvenuti a piazza Settangeli e in via Mon- romano (IV-V sec. d.C.) a quello islamico
tevergini (fig. 34). Solo a testimonianze (X- inizi dell’XI sec.). Sono stati rinvenuti
epigrafiche si deve l’attestazione a Palermo due vani con pavimenti a mosaico con
per l’età imperiale di due edifici per lo spet- motivi geometrici, che, insieme al mosaico
tacolo: un teatro e forse un anfiteatro. “Galati”, documentano il pregio architetto-
Eccezion fatta per i dati di necropoli di nico di uno o più edifici dell’abitato tardo-
Piazza della Vittoria, molto ridotte sono romano. Ulteriori resti dell’insediamento
a Palermo le attestazioni di sepolcreti di islamico sono stati di recente messi in luce
età imperiale e tardoantica. Citiamo il com- nell’area a Nord del cimitero di Carini.
plesso del Trans-Kemonia, nell’area della I rinvenimenti medievali, di cui sopra,
chiesa di Casa Professa, e le catacombe di corrispondono quasi certamente con quelli
Porta d’Ossuna. dell’abitato cui si riferiscono i geografi arabi
Oltrepassata Panormus, lungo il tragitto al-Muqqadasi (fine X secolo), e Idrisi (XII
verso Lilibeo, la via Valeria servì l’impor- secolo). È verosimile, poi, che l’antico cen-
tante insediamento di contrada San Nicola tro possa essere identificato con l’Hykkara
a Carini ed il complesso catacombale di età romana, menzionata dall’Itinerarium
di Villagrazia, la più estesa catacomba Antonini, quale statio dislocata lungo la via
paleocristiana delle Sicilia occidentale, che Valeria. Nel sito è poi localizzabile la sede
per contiguità geografica e sviluppo crono- vescovile “dell’antica Hykkara”, documen-
logico è certamente da collegare all’inse- tata da varie fonti ecclesiastiche di epoca
diamento di S. Nicola, dove fu rinvenuto bizantina e confermata dal monumentale
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
34
Palermo. Via Montevergini:
mosaico con delfino.
45
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
35
Pellizzara, Petralia
Soprana. Località
S. Marina: area
porticata (veduta da
Sud).
47
LA PROVINCIA DI PALERMO
IN ETÀ MEDIEVALE
Carla Aleo Nero
Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente nel 476 d.C., data che
segna convenzionalmente l’inizio del Medioevo, la Sicilia entrò a far parte del
regno romano-barbarico dei Goti - con sede a Ravenna - sotto il cui dominio
l’isola vive un periodo di relativa tranquillità.
Nel 535 Palermo venne conquistata da Belisario, generale bizantino inviato
da Giustiniano a ricondurre l’Italia sotto la giurisdizione dell’impero romano
d’Oriente; la Sicilia divenne teatro e base militare della “guerra greco-gotica”
per quasi un ventennio (535-553).
La tradizione storiografica vuole che Belisario, per celebrare la conquista
di Palermo, avesse fatto costruire la chiesa di S. Maria dell’Annunziata,
detta della Pinta.
La Sicilia divenne una provincia alle dirette una duplice funzione religiosa ed ammi-
dipendenze dell’imperatore bizantino, nistrativa; era a capo di grandi proprietà
indipendente rispetto a Ravenna, con fondiarie, sceglieva i funzionari e ammini-
un pretore affiancato da un comandante strava la giustizia.
militare alla guida di un esercito e di una Nel VI secolo la Sicilia aveva almeno
flotta costituiti in Sicilia. Alla fine del VII undici sedi vescovili, tra le quali figuravano
secolo con la creazione del tema (= unità anche Palermo, Cefalù, Termini Imerese e
amministrativa) comprendente l’isola di Hykkara.
Sicilia e il ducato di Calabria, si consolidò Gregorio Magno, divenuto pontefice nel
l’importanza strategica dell’isola, anche in 590, tentò di arginare il processo di bizan-
funzione difensiva nei confronti del peri- tinizzazione dell’isola, ma molto difficile
colo dell’invasione araba. Probabilmente risulta l’identificazione e l’ubicazione delle
rientra in questo programma di militariz- numerosissime fondazioni di monaste-
zazione della provincia la nascita del centro ri gregoriani verso la fine del VI secolo.
fortificato del Kassar nei pressi di Castro- Soltanto per uno dei monasteri palermitani
novo (fig. 37). citati nei documenti, quello di S. Ermete,
La Sicilia rimase per circa tre secoli sotto è proponibile l’identificazione con il ce-
il dominio bizantino, ma il progressivo nobio di S. Giovanni degli Eremiti, fatto
indebolirsi dell’impero finì con il lasciare ricostruire in età normanna da Ruggero II
spazio alla spinta espansionistica dell’Islam, (1130-1154).
nel corso dei secoli IX e X. Intorno alla metà del VII secolo può farsi
Durante il periodo bizantino, la Chiesa risalire il fenomeno dell’incastellamento,
svolse un ruolo di primo piano: aveva nu- cioè l’iniziativa del governo bizantino di
merosi possedimenti ed il vescovo svolgeva favorire gli insediamenti in centri fortifica-
49
37
La città fortificata
del Kassar presso
Castronovo (VIII
sec.), particolare
della porta est
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
38 ti, come anche il diffondersi dell’insedia- Dopo lo sbarco dell’827 a Mazara del
Palermo. S. Maria
degli Angeli (La
mento rupestre in tutto il Mediterraneo. Vallo, nell’anno 831 fu conquistata la città
Gancia). Ceramica Come esempio di trogloditismo (abitare di Palermo ma la sottomissione di tutta la
di età islamica. in grotta) si può ricordare il complesso Sicilia durò parecchi anni. Solo agli inizi
Catino carenato in delle grotte della Gurfa, presso Alia. La del X secolo l’isola può dirsi interamente
ceramica invetriata fase dell’incastellamento di età bizantina sotto il controllo dei musulmani. Dopo l’e-
con decorazione in
bruno, verde e giallo. terminò alla fine del VII secolo. stinzione politica degli Aghlabidi la Sicilia
Metà X - Per il periodo cosiddetto “barbarico” passò sotto il controllo dei Fatimidi e - nel
metà XI secolo (476-535) non rimangono tracce archeo- 947 - dei Kalbiti. Durante i novant’anni di
logiche significative; più numerose sono le governo di questi ultimi, l’isola godette di
testimonianze pertinenti all’età bizantina, un periodo di fiorente prosperità, e Paler-
soprattutto nella Sicilia orientale, mentre mo in particolare emerge per ricchezza e
per il territorio palermitano possiamo ricor- splendore negli scritti dei viaggiatori arabi.
dare Cefalù, Vicari e Castronovo. In seguito, verso il 1040 e il 1050 le rivalità
Le prime scorrerie degli Arabi dell’Africa tra le signorie locali determinarono l’arrivo
Settentrionale risalgono alla metà del VII dei Normanni, chiamati come mercenari
secolo, ma un vero e proprio programma dal signore di Catania e Siracusa Ibn al-
di conquista maturò soltanto più tardi con Thumnah.
la dinastia degli Aghlabidi dalla Tunisia. Inizialmente gli arabi preferirono insediarsi
51
40
Cefalà Diana,
c.d.”terme arabe”.
XII secolo.
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
44
Palazzo dei Normanni
- Anonimo, inizi
XVIII secolo.
Museo Regionale “A.
Pepoli” di Trapani
ARCHEOLOGIA. LA STORIA
Dalla Preistoria al Medioevo
61
CRONOLOGIA
Da 800.000 a 35.000 anni fa ca. 323 a.C.
Paleolitico inferiore e medio in Italia. Morte di Alessandro Magno
Attestazioni incerte in Sicilia e inizio dell’Età Ellenistica
Da 30.000 a 8.000 anni fa ca. 264-241 a.C.
Paleolitico superiore e Mesolitico. Prima guerra punica tra Cartagine e Roma.
Prime tracce umane certe nel riparo di Roma conquista la parte occidentale della Sicilia
Fontana Nuova presso Marina di Ragusa
227 a.C.
Dall’inizio del VI millennio La Sicilia diventa la prima provincia romana
alla fine del IV millennio a.C.
Neolitico 212 a.C.
Durante la seconda guerra punica (218-202
III millennio a.C. a.C.) il console romano Marcello assedia e
Eneolitico o Età del Rame conquista Siracusa. L’intera isola passa sotto
il controllo di Roma
II millennio
Età del Bronzo 140-132 a.C.
Prima guerra servile, combattuta in Sicilia tra
Dal I millennio a. C. al X-VIII sec. a.C. la Repubblica Romana e schiavi ribelli
Età del Ferro. La Sicilia centro-occidentale è
popolata dai Sicani, una delle prime popola- 101-97 a.C.
zioni conosciute dell’isola Seconda guerra servile
VIII sec. a.C. 31 a.C.
Inizio della colonizzazione punica Battaglia di Azio. Ottaviano sconfigge
(cartaginese) e greca in Sicilia Marco Antonio. Si chiude l’Età Ellenistica
648 a.C. 27 a.C.
Fondazione della colonia greca di Himera da Inizio del principato di Ottaviano Augusto,
parte di un gruppo di coloni provenienti da che segna il passaggio dalla Repubblica
Zancle (Messina), da Siracusa e dalla Grecia all’Impero romano
480 a.C. 395 d.C.
Battaglia di Himera, combattuta tra Greci di Morte dell’imperatore Teodosio I. L’impero
Sicilia e Cartaginesi nella Piana di Buonfor- romano si divide in Impero romano
nello, conclusasi con la vittoria dei Greci d’Occidente e Impero romano d’Oriente
409-405 a.C. 476 d.C.
L’esercito cartaginese conquista e distrugge Deposizione da parte di Odoacre
in pochi anni le colonie greche di Selinunte, dell’imperatore Romolo Augustolo.
Himera, Agrigento, Gela e Camarina Caduta dell’Impero romano d’Occidente
405 a.C. 535 d.C.
Trattato di pace tra Cartagine e Siracusa. La Sicilia, nell’ambito della Guerra Gotica
La parte occidentale dell’isola resta sotto il (535-553 d.C.), viene occupata da Belisario
controllo di Cartagine (Eparchia punica). e annessa all’Impero Bizantino
Quella orientale è soggetta a Siracusa
827 d.C.
344-339 a.C. Inizio della conquista islamica della Sicilia
Il condottiero corinzio Timoleonte, chiamato
da Siracusa, con una campagna militare contro 1061
Cartagine conquista tutta l’isola. Dopo una Inizio della conquista normanna della Sicilia
ripresa delle ostilità, nel 339 con la battaglia 1130-1198
del Krimisos (fiume Belice ?) viene stipulato I Normanni regnano sulla Sicilia
un nuovo trattato di pace tra Greci e Punici
63
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
1198-1250 Storia della Sicilia.
Federico II di Svevia diventa re di Sicilia e Napoli: Società editrice Storia di Napoli e
governerà sull’isola per oltre mezzo secolo della Sicilia, 1977-1981. 10 v. Si vedano in
1250 particolare i volumi 1-4
Morte di Federico II. Gli succede il figlio Tusa, Sebastiano.
Corrado IV, che muore nel 1254
La Sicilia nella preistoria.
1258 Introduzione di Salvatore Maria Puglisi.
Elezione di Manfredi a re di Sicilia Palermo: Sellerio, 1983 nuova ed.: Palermo:
1262 Sellerio, 1999
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d’Aragona. Il papa Urbano IV offre la corona Sicani, siculi, elimi: forme di identità,
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Luigi IX re di Francia modi di contatto e processi di trasformazione.
Milano: Longanesi, 2003
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Bari: Laterza, 1970 ora in: Finley, Moses I.;
1268 Mack Smith, Denis; Duggan, Christopher
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Corradino di Svevia, erede di Corrado IV, J. H. Breve storia della Sicilia. Roma-Bari:
e lo fa giustiziare a Napoli GLF editori Laterza, 2010.
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Comincia la Guerra del Vespro fra Carlo I logy of a Roman province, 36 b.C.-a.D. 535.
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Si conclude con il trattato di Caltabellotta la Breve storia degli arabi in Sicilia.
Guerra del Vespro. La Sicilia rimane a Palermo: Flaccovio, 1995 nuova ed.:
Federico III d’ Aragona, ma è separata
dall’Italia meridionale, che resta agli angioini Palermo: Flaccovio, 2006.
1410-1416
La Sicilia sotto Ferdinando di Castiglia,
re d’Aragona e di Sicilia
1415
La Sicilia ha il suo primo viceré,
Giovanni conte di Pegnafiel
1479-1516
La Sicilia sotto Ferdinando II il Cattolico che
introduce in Sicilia l’Inquisizione spagnola
1492
Cacciata degli ebrei dalla Sicilia