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Università 

degli Studi di Pisa

ECONOMIA AZIENDALE I.pdf

Economia aziendale
Prof: GIUSEPPE D'ONZA

Autore: martinapolo

Anno Accademico: 2016/2017

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APPUNTI ECONOMIA AZIENDALE I

CORSO D – PROF. G. D’ONZA

CAPITOLO 1: L’AZIENDA
ATTIVITA’ ECONOMICA

L’attività e o o i a ha la a atte isti a di esse e legata al i o io isog i/ ezzi . “i posso o osse va e la


p oduzio e di e i pe l’a plia e to delle iso se scarse e il consumo di beni per il soddisfacimento dei
bisogni.

L’attività e o o i a l’oggetto di studio della s ie za e o o i a, s ie za he des ive e e a soluzioni ai


problemi di convenienza economica riguardanti la produzione, distribuzione e co su o della i hezza. E’
una scienza:

 e pi i a: ha u fo te fo da e to o la ealtà. Le teo ie fo ulate ha o validità se ’ u


riscontro nella realtà delle aziende;
 positiva: descrivono quello che accade nella realtà;
 normativa: studia come dovrebbero comportarsi gli individui al fine di conseguire i fini prefissati.

BENI ECONOMICI

I beni economici sono i prodotti e i servizi. Si distinguono in:

 Beni di consumo finale: soddisfano direttamente i beni di consumo finale;


 Beni di consumo intermedio o di p oduzio e: e i e se vizi e essa i all’otte i e to di uovi e i
economici;
 Beni ad uso durevole: per esempio un computer;
 Beni ad uso immediato: per esempio un panettone.

FATTORI PRODUTTIVI

I fattori produttivi sono qualsiasi elemento in grado di forni e utilità all’attività di p oduzio e di e i e
servizi.

Vengono distinti in fattori produttivi specifici (denaro) e generici (beni e servizi).

A ia o a he u a lassifi azio e i ase alla fu gi ilità e u a i ase all’utilizza ilità:

 FUNGINBILITA’: ateriali (beni) e immateriali (servizi);


 UTILI))ABILITA’: fatto i ad utilità du evole o a fe o dità ipetuta o st uttu ali pa te ipa o più volte
all’attività p oduttiva. Pe ese pio u a hi a io e fatto i o e ti o a fe o dità se pli e o di
consumo (parte ipa o u a sola volta all’attività p oduttiva. Pe ese pio le ate ie p i e .

REQUISITI

Affinché un fattore produttivo sia ritenuto tale deve soddisfare dei requisiti:

 DI“PONIBILITA’ ED UTILI))ABILITA’ i u te po ite uto o ve ie te pe l’azie da;


 ONERO“ITA’: l’azie da pe a uisi e uel fatto e sostie e u osto he dete i a il valo e
monetario del fattore;
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 VICOLABILITA’: l’azie da deve e u e a e il osto soste uto pe aggiu ge e u isultato positivo.

CONDIZIONI PRODUTTIVE

Non sono fattori ma condizio i pe h a a o del e uisito dell’o e osità i ua to isulta diffi ile
esprimere in forma monetaria il loro valore. Sono rappresentate, per esempio, dalla buona reputazione sul
mercato e dalle conoscenze tecniche dei prodotti da realizzare. Sono condizioni in quanto si guadagnano
nel tempo senza essere acquistate.

INTERPRETAZIONI AZIENDA

 I te p etazio e stati a: p evale l’idea he l’azie da appa te ga ad u a o più pe so e e se a o


ave e u a sua i dividualità ell’agi e. “i dà ilievo alle pe so e ed i e i. O ga izzazio e di e i
he svolge u a dete i ata attività u a a, i vista di u o o più isog i da soddisfa e – De
Dominicis;
 I te p etazio e di a i a: l’azie da vista o e u i sie e di ope azio i oo di ate i u siste a.
Coo di azio e e o o i a i atto pe il soddisfa i e to dei isog i u a i i ui l’uo o e la
i hezza so o ele e ti vitali – Zappa;
 I te p etazio e o plessa o di a i o/st uttu ale: l’azie da vie e vista ella sua o pletezza.
L’azie da può esse e i tesa o e u ’u ità ele e ta e dell’o di e e o o i o-generale, dotata di
vita p op ia l’azie da u ’e tità auto o a ispetto a tutti i soggetti he la o po go o.
L’appo to di u fa i ato, pe ese pio, passa dal pat i o io del p op ieta io al pat i o io
dell’azie da e iflessa, iò he a ade ell’a ie te este o o dizio a la vita dell’azie da. “i
creano delle opportunità e delle minacce. Certe aziende attraverso le loro politiche riescono a
o dizio a e l’a ie te este o ostituita da u siste a di ope azio i, devo o essere viste in
stretto collegamento) promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di
forze interne ed esterne al fine di conseguire un equilibrio economico che si ha nel momento in cui
l’azie da e u e a adeguata e te i fattori produttivi e ottiene un compenso al soggetto
economico proporzionale ai risultati raggiunti. Tutto questo deve verificarsi in un intervallo
soddisfa e te – Giannessi.

ECONOMIA AZIENDALE

)appa defi is e l’e o o ia azie dale o e la s ie za he studia le condizioni di esistenza e le


a ifestazio i di vita delle azie de, la s ie za ossia dell’a i ist azio e e o o i a delle azie de.

Vengono individuati tre sottogruppi:

 GESTIONE: analizza i problemi della dinamica gestionale;


 RILEVAZIONE: ragioneria ( strumento di conversione della dinamica aziendale in cifre e della
successiva riconversione delle cifre in andamenti economici. –Giannessi);
 ORGANIZZAZIONE: analizza i principi attraverso i quali le aziende sono organizzate.

L’AZIENDA COME SISTEMA

Si possono sviluppare quattro teorie:

 MECCANICI“TICA: l’azie da vista e studiata o e u i sie e di s he i a fu zio a e to


determinato, meccanismi di un sistema chiuso;
 ORGANICI“TICA: l’azie da vista e studiata o e u esse e vive te, ape to all’este o, a es ita
programmata;
 CONTRATTUALI“TICA: l’azie da vista e studiata o e i sie e di o t atti;
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 “I“TEMICA: l’azie da vista e studiata o e i sie e di ele e ti oo di ati ve so il aggiu gi e to


di un medesimo risultato. Questa è la teoria più utilizzata in qua to ide tifi a l’azie da o e u
siste a so iale dive so dalle alt e istituzio i so iali pe due otivi: . L’azie da ea i hezza el
se so he el p o esso di t asfo azio e ea uovi e i ivolti all’a ie te este o; . L’azie da
a a dell’u i ità d’i te essi e di fi alità o u i. Esiste u lega e o plesso t a gli i dividui he
di tipo conflittuale: capitalisti e lavoratori seguono fini diversi.

CARATTERI SISTEMA AZIENDA

 APERTO i ua to ha s a i o l’este o;
 DINAMICO in quanto esiste ed è funzionante;
 COMPLESSO in quanto ha molteplici elementi e molteplici relazioni tra gli elementi;
 PROBABILISTICO in quanto è sottoposta costantemente a rischi che minacciano il perseguimento
degli obiettivi;
 FINALIZZATO in quanto ha la capacità di pervenire ad un risultato.

REQUISITI DI AZIENDALITA’

“o o e essa i pe api e ua do u ’azie da può esse e defi ita tale. Devo o esse e p ese ti
congiuntamente.

CONDIZIONI OGGETTIVE:
CONDIZIONI SOGGETTIVE:
 DURATA: per produrre ricchezza
 VISIONE SISTEMICA: concezione
l’azie da ha isog o di ope a e el
di azienda come relazione tra
tempo, stabilendo relazioni con i
fattori che creano un valore
fornitori e clienti;
aggiunto;
 “TATI D’ORDINE:
 AUTONOMIA: se l’azie da
- SISTEMATICO: garantire il
dipende da altre aziende deve
coordinamento tra le operazioni
soddisfare anche le esigenze di
di gestione;
soggetti esterni che potrebbero
- COMBINATORIO: gestire la
essere diverse dalle sue;
quantità e la qualità dei fattori,
alt i e ti l’azie da p odu e  ECONOMICITA’: apa ità di
diseconomicità; produrre ricchezza attraverso il
- DI COMPOSIZIONE: garantire il conseguimento di ricavi al netto
coordinamento tra forze interne dei costi.
ed esterne.

CICLI AZIENDALI

 FASE PRE-A)IENDALE: l’azie da a o a o esiste. Gli i dividui valuta o se i vesti e u a i hezza e


fo da e l’azie da;
 FA“E I“TITU)IONALE: vie e ostituita l’azie da l’azie da t a ite degli ade pi e ti iniziali (da un
otaio . Gli i dividui devo o dota e l’azie da dei fatto i p oduttivi. “i de ide la fo a giu idi a;
 FASE GESTIONALE: attua le operazioni di gestione e trasformazione degli input in output;
 FASE DI TRASFERIMENTO: i soci decidono di vendere o ede e l’azie da, ui di l’azie da o ti ua
ad esistere;
 FA“E TERMINALE: avvie e el o e to i ui i p op ieta i de ido o di li uida e l’azie da oppu e
ua do l’azie da o aggiu ge isultati positivi e i edito i hiedo o il falli e to.
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DISTINZIONE DELLE AZIENDE RISPETTO ALLA PRODUZIONE

 AZIENDE MANIFATTURIERE: vendono prodotti tangibili derivanti da processi di trasformazione;


 A)IENDE NON MANIFATTURIERE: ve do o p odotti ta gi ili ed i ta gi ili a uisiti dall’este o. “i
distinguono in: AZIENDE COMMMERCIALI (vendono prodotti tangibili che hanno acquisito dai
fornitori) e AZIENDE DI SERVIZI (forniscono servizi o prodotti intangibili).

DISTINZIONE DELLE AZIENDE RISPETTO ALLA DIMENSIONE

L’U io e Eu opea ha sta ilito i ite i pe lassifi a e le azie de:

 MICRO: < o upati e < € di fattu ato;


 PICCOLA: <5 o upati e < € di fattu ato;
 MEDIA: < 5 o upati e <5 € di fattu ato;
 GRANDE: > 5 o upati e >5 € di fattu ato.

DISTINZIONE DELLE AZIENDE RISPETTO ALLA FORMA GIURIDICA

 PUBBLICHE: sorgono per iniziativa degli enti pubblici o dello Stato;


 PRIVATE: sorgono per iniziativa dei privati;

Tra le aziende private si distinguono le AZIENDE INDIVIDUALI (vengono poste in essere da un unico
individuo che ne fa propri gli utili, ne subisce le perdite e risponde delle obbligazioni contratte con i terzi) e
“OCIETA’ vie e posta i esse e da più i dividui .

Le società si distinguono in:

 “OCIETA’ DI PER“ONE: so ietà i o e ollettivo s , so ietà se pli e sa e so ietà i


accomandita semplice (sas);
 “OCIETA’ DI CAPITALI: so ietà pe azio i spa , so ietà i a o a dita pe azio i sapa e so ietà
responsabilità limitata (srl).

In tutte le forme societarie i soci sono obbligati ad effettuare dei conferimenti e il valore complessivo di
quest’ulti i app ese ta il apitale so iale. Queste tipologie di so ietà so o a s opo lu ativo: ha o lo
scopo di conseguire utili.

Le società possono essere anche consortili (viene perseguito il vantaggio economico degli imprenditori
consorziati) e mutualistiche (lo scopo è quello di fornire ai soci beni, servizi, occasioni di vendita più
vantaggiose di quelle di mercato).

SOGGETTO ECONOMICO

E’ la pe so a o l’i sie e delle pe so e he assu o o le de isio i fo da e tali e he di fatto gove a o e


controllano la gestione.

Per Bertini il soggetto economico non riguarda soltanto la proprietà, ma un mix di:

 Proprietà;
 Capitale di comodo: rappresenta coloro che detengono la maggioranza. Può partecipare anche la
minoranza quando si istituiscono dei pool che unendo le forze possono prendere le decisioni;
 Forze esterne;
 Fattore lavoro: è difficile trovarlo in Italia;
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 Top a age e t: el aso di essazio e d’attività o ispo de o il p op io pat i o io pe h


o side ato a tutti gli effetti dipe de te dell’azie da e non proprietario. Fa parte delle aziende di
grandi dimensioni.

Nelle aziende individuali è il titolare, nelle società di persone è rappresentato da coloro che possono
esercitare i diritti di voto nelle assemblee, nelle società di capitali è rappresentato dai capitalisti che
detengono la maggioranza.

SOGGETTO GIURIDICO

E’ il soggetto a ui fa o apo i di itti e le o ligazio i de iva ti dall’attività e o o i a, ovve o la pe so a


fisi a o giu idi a, pu li a o p ivata, he assu e la titola ità d’azie da.

Nell’azie da i dividuale l’u i o aso i ui soggetto e o o i o e giu idi o oi ido o. L’auto o ia


pat i o iale asse te: o ’ disti zio e t a pat i o io dell’azie da e pat i o io dell’i p e dito e.

Nella società di persone è la società e i soci acco a data i ed a i ist ato i. L’auto o ia pat i o iale
i pe fetta: se ’ u a situazio e di falli e to e la so ietà o i g ado di e u e a e le o ligazio i
tramite il capitale aziendale, si preleva una parte dal patrimonio dei soci che rispondono in misura dei loro
conferimenti.

Nelle so ietà di apitali la so ietà stessa. L’auto o ia pat i o iale pe fetta: i edito i o va ta o
alcun diritto nei confronti del patrimonio dei soci.

SCELTA DELLA FORMA GIURIDICA TRA SOCIETA’ DI PERSONE E DI CAPITALI

Dipe de da due otivi: uelli di a atte e fi a zia io, io l’esige za di o divide e l’appo to di apitale
proprio; quelli di tipo psicologico, cioè la disponibilità a condividere la gestione con i soci.

La scelta dipende dal grado di fiducia esistente t a i so i e da uello iposto ell’attività he si i te de po e


in essere.

Per attività che richiedono un limitato investimento iniziale il ricorso alla forma giuridica ad autonomia
patrimoniale perfetta non è conveniente a causa degli adempimenti molto onerosi.

AGGREGAZIONI AZIENDALI

Sono qualsiasi forma di coesione o unione tra unità aziendali distinte sotto il profilo giuridico ed economico.
Alla base di qualsiasi aggregato aziendale si collocano gli accordi tra aziende mediante i quali si stabiliscono
relazioni di una certa durata che implicano una serie di obblighi di comportamento.

E’ e essa io he si ve ifi hi o al u i p esupposti al fi e di ave e u ’agg egazio e:

 L’esiste za di u a plu alità di azie de i dipe de ti, ave ti ias u a u a p op ia individualità


giu idi a. Tale e uisito i pli a l’esiste za di autonomia patrimoniale tra le diverse aziende;
 La volo tà, ovve o l’i te zio e delle pa ti di o ga izza e la lo o elazio e. Le pa ti defi is o o e -
ante, prima di qualsiasi tipo di scambio, gli obblighi e gli impegni che assumono reciprocamente.

I ase al o te uto dell’a o do si posso o disti gue e:

 Legami tecnologici: condivisione del rischio connesso allo sviluppo di attività di ricerca e sviluppo;
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 Legami produttivi: conseguimento di benefici delle economie di scala, incremento della capacità
produttiva, condivisione costi ed investimenti troppo onerosi per una sola azienda;
 Legami commerciali: avere nuovi sbocchi sul mercato;
 Altri legami: di tipo fiscale o tributari.

Gli accordi si distinguono in accordi formali ed informali.

Gli accordi formali si manifestano attraverso relazioni di origine contrattuale o patrimoniale.

Gli accordi su base contrattuale si caratterizzano di vincoli relativi a determinate materie anziché tutta la
gestione e quasi sempre esiste un termine di scadenza (per esempio: associazioni in partecipazione,
franchising, consorzi, joint ventures).

Gli a o di su ase pat i o iale ha o u lega e igua da te l’i te a attività e ha o al e te a atte e


permanente (per esempio: partecipazioni di controllo o di comando, trust, konzern, gruppi).

Gli accordi informali nascono sulla base di legami natura produttiva o finanziaria (per esempio: rapporti che
as o o i seguito a p o essi di de e t a e to p oduttivo di u ’azie da di grandi dimensioni; legami di
natura personale tra i soggetti che gestiscono le diverse aziende coinvolte; i distretti industriali che sono
composti da un elevato numero di aziende connesse da relazioni di varia natura ma caratterizzate dalla
stessa localizzazio e geog afi a he att i uis e alle azie de u ’elevata si ila ità te i a, e o o i a, so iale
e culturale.

U ’alt a lassifi azio e data t a e uit a o di su ase pat i o iale e o e uit ag ee e t (accordi
che mancano di una partecipazione azionaria).

Il lega e t a azie de può ve i e o o pe il falli e to dell’a o do o pe il aggiu gi e to degli o iettivi


p efissati. Pe du ata dell’a o do s’i te de l’a o di te po i ui le pa ti de ido o di vi ola si.

MOTIVAZIONI AGGREGAZIONI

 Conseguimento di economie di scala: accordi tra aziende che svolgono attività simili;
 Quasi integrazione verticale: accordi tra aziende che svolgono attività dissimili ma complementari
pe ese pio: la ost uzio e di u ’ope a pu li a ;
 Conseguimento di economie di raggio d’azio e o di s opo : a o di t a azie de he svolgo o
attività dissimili e non complementari (processi di diversificazione).

GRUPPI AZIENDALI

Rappresenta un insieme di imprese giuridicamente autonome, ma aventi un unico soggetto economico. In


Italia circa la metà delle aziende confluiscono in gruppi aziendali.

Il potere di controllo può avere natura:

 CONTRATTUALISTICA: deriva da un accordo fra aziende che rinunciano ad una parte della loro
autonomia a favore del gruppo. Il potere di controllo può essere assegnato: ad una delle aziende;
ad un organo di direzione comune; ad un soggetto designato dalle aziende;
 VINCOLISTICA: rapporti finanziari e/o commerciali in base alla portata del rischio che comportano
per una delle parti. Il rischio della gestione di u ’azie da può iflette si fo te e te sull’alt a.
Quest’ulti a può i hiede e delle fo e di tutela app ese tate dal o t ollo di etto: o i a dei
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o po e ti del o siglio d’a i ist azio e; i di etto: o o so alla defi izio e delle de isio i
della gestio e dell’azie da fi a ziata;
 PARTECIPATIVA: scaturisce dai diritti di voto che consentono di scegliere i membri del consiglio di
amministrazione della partecipata.
Il lega e più se pli e si ha ua do l’azie da A o t olla di etta e te B pe h detiene
partecipazioni di maggioranza in B:

A B
U ’alt a pa te ipazio e si ha ua do A pa te ipa i di etta e te i C edia te B i ua to A
detiene partecipazioni di maggioranza in B e, a sua volta, B detiene partecipazioni di maggioranza in
C:

A B C
U ’alt a pa te ipazio e si ha ua do A pa te ipa di etta e te i B e C i ua to detie e delle
partecipazioni di maggioranza ma anche B detiene delle partecipazioni in C. quindi A controlla C
direttamente e indirettamente mediante B e B controlla C direttamente:

B C
U ’alt a pa te ipazio e uella e ip o a i ui A ha pa te ipazio i i B e B ha pa te ipazio i i A.

Affinché ci sia una partecipazione di questo tipo una delle due società deve avere il comando

dell’alt a:

A B
U ’alt a pa te ipazio e uella i ola e i ui A ha pa te ipazio i di aggio a za i B he a sua

volta ha partecipazioni in C che a sua volta ha partecipazioni in A. Quindi, A controlla direttamente

B e indirettamente C tramite B; B controlla direttamente C e indirettamente A tramite C; C controlla

Direttamente A e indirettamente B tramite A:

B C
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MOTIVAZIONI GRUPPI

 Fis ali: ei g uppi o a o il di otta e to degli utili ve so le so ietà poste ei luoghi


dove più assa l’i posizio e fis ale i odo da ave e u ispa io d’i posta;
 Mi eti i : la apog uppo può esse e lo alizzata i luoghi dove s a so o i esiste te il
controllo delle istituzioni sulle forme societarie;
 Familiari.
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CAPITOLO 2: SISTEMA OPERAZIONI E DINAMICA DEI PROCESSI


Per osservare meglio il funzionamento delle aziende distinguiamo due tipologie di aggregazioni:

 PER AREE FUNZIONALI: criterio: omogeneità delle operazioni da un punto di vista tecnico, cioè in
termini di risorse, fattori produttivi, conoscenze e competenze. Si vengono a creare le diverse
fu zio i azie dali he si disti guo o i fu zio i OPERATIVE si a atte izza o pe esse e
direttamente rivolte al perseguimento degli obiettivi. Sono: RICERCA E SVILUPPO;
APPROVVIGIONAMENTO; COMMERCIALE E MARKETING; PRODUZIONE) e funzioni DI SUPPORTO o
DI INTEGRAZIONE (favoriscono lo svolgimento delle attività caratteristiche. Hanno un legame
indiretto con la realizzazione del prodotto. Sono: 1.MANAGEMENT distinto in: PIANIFICAZIONE ED
ORGANI))A)IONE: defi i e gli o iettivi e le li ee d’azio e da ealizza e pe aggiu ge li e
CONTROLLO: verificare ogni mese in contabilità le vendite pianificate con quelle effettive mediante
il budget delle vendite. Se gli obiettivi non sono stati realizzati, il controllo indaga la causa per poter
intervenire. 2. FINANZA: ricerca le fonti di finanziamento più convenienti. 3. AMMINISTRAZIONE:
fase delle rilevazioni contabili mediante le quali si predispone il bilancio. 4. ORGANIZZAZIONE E
GESTIONE DEL PERSONALE: gestire le assunzioni, le attività amministrative e formative;
 PER PROCE““I: ite io: o oge eità del fi e i teso o e o iettivo. C’ u ecupero della
p ospettiva o izzo tale ispetto alla p ospettiva ve ti ale dell’agg egazioni per aree funzionali. È
orizzontale perché si vengono a creare dei processi che richiedono la creazione di gruppi di lavoro
interfunzionali, infatti nella realtà le aziende sono strutturate per funzioni verticali ma funzionano
per processi orizzontali. Tra le tecniche manageriali segnaliamo: Total Quality Management e
Custo e “atisfa tio he pu ta o al oi volgi e to di tutta l’o ga izzazio e aziendale per
soddisfare i clienti; Activity Based Costing e Activity Based Management mirano al calcolo dei costi
e al perseguimento di efficacia ed efficienza. Con il termine attività si identificano classi di attività
inquadrate nella LOGICA CLIENTE-FORNITORE: i clienti sono diversi in base a cosa acquistano. Non
av e e se so u ’agg egazio e per funzioni i ua to isog a ave e u ’o ga izzazio e i te a i
base alle diverse esigenze dei clienti. Le modalità di vendita e la produzione risentono delle
esigenze dei clienti.
Pe p o esso s’i te de u ’i sie e di attività u i sie e di attività svolte utilizza do input per
otte e e u dete i ato output. Att ave so il a keti g l’azie da pu li izza i suoi p odotti e
ottiene degli ordini dai clienti  i izia il p o esso di app ovvigio a e to e o segue l’o di e ai
for ito i e l’o di e di lavo o logisti a i e trata). Ottenuto il prodotto viene consegnato al cliente
(logistica in uscita).

PROCESSI DI FINANZIAMENTO

Ogni azienda per funzionare ha bisogno dei fattori produttivi tra cui il denaro. In base alla provenienza
distinguiamo:

 FONTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO: de a o appo tato dal titola e o dai so i dell’azie da. La
e u e azio e avvie e edia te i divide di. Nel o e to i ui l’azie da li uida u a uota di u
socio che recede, si verificherà: - CASSA e – CAPITALE SOCIALE;
 FONTI A TITOLO DI CAPITALE DI CREDITO: denaro apportato da soggetti esterni. La remunerazione
avviene mediante il pagamento degli interessi.

MODULO COMBINATORIO
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Inizialmente il de a o e t ato. Il p i o p o esso legato all’us ita di de a o pe l’a uisto di fatto i


produttivi. Dopo la p oduzio e si ha l’e t ata di de a o t a ite la ve dita dei p odotti. Quest’e t ata
pe ette all’azie da di e u e a e i fi a zia e ti.

VALORI NUMERARI

 CERTI: il valore dei beni è uguale al valore nominale. Ne fanno parte le disponibilità liquide: denaro
in cassa, c/c postale, c/c bancario. Sono liquide in quanto immediatamente utilizzabili;
 ASSIMILATI: rappresentati da crediti e debiti di regolamento che sostituiscono movimenti di
capitale (valori numerari certi);
 PRESUNTI: rappresentati da crediti e debiti espressi in moneta estera (al momento della
conversione il valore ottenuto dipende dal valore di cambio).

VALORI ECONOMICI

 ECONOMICO-REDDITUALI: riferiti alle operazioni di gestione che concorrono alla formazione del
reddito (costi e ricavi);
 ECONOMICO-FINANZIARI: debiti , crediti, capitale e relative movimentazioni.

FLUSSI

 FISICO-TECNICI: esprimono le quantità fisiche, le qualità e i tempi di formazione dei valori


economici;
 ECONOMICO-REDDITUALI: rappresentati dai valori di acquisizione/utilizzo dei fattori ed i valori di
produzione/realizzo dei prodotti;
 FINANZIARI: app ese tati da e t ate/us ite ed i pieghi/fo ti ell’a ea fi a zia ia.

IMPIEGHI E FONTI

I pieghi: ualsiasi deflusso o a ato afflusso ope azio e he evita l’e t ata di ezzi fi anziari. Sono
rappresentati dai crediti e dai costi.

Fo ti: ualsiasi afflusso o a ato deflusso ope azio e he evita l’us ita di ezzi fi a zia i. “o o
rappresentati dal capitale, dai debiti e dai ricavi.
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CAPITOLO 3: CONTROLLO ECONOMICO – GENERALE DELLA PRODUZIONE


STOCK

Rappresentano la consistenza in un dato momento della realtà.

FLUSSI GESTIONE ESTERNA

Le acquisizioni e i realizzi generano flussi fisico-tecnici, economico-reddituali e finanziari.

I processi di finanziamento generano flussi soltanto finanziari.

FLUSSI GESTIONE INTERNA

I consumi fisici dei fattori danno luogo a flussi fisico-tecnici. I costi di utilizzazione dei fattori e il valore della
produzione realizzata danno luogo a flussi economico-reddituali.

REDDITO

E’ l’a es i e to he i u dete i ato pe iodo di te po, il apitale di u ’i p esa su is e i


o segue za della gestio e – Zappa.

I caratteri del reddito:

 Variazione: significa considerarlo come una grandezza. Se positiva si ha un accrescimento o


incremento del capitale per effetto della gestione (utile), se negativa si ha una diminuzione o un
decremento del capitale per effetto della gestione (perdita);
 Ha senso in un intervallo di tempo: può essere determinato il reddito globale o quello di periodo.;
 P esuppo e l’esiste za di u apitale: il apitale p odotto dal eddito. Il apitale l’aspetto stati o
dell’i vesti e to: g a dezza del fo do esp essa i due ista ti o e to i iziale e o e to
fi ale . Il eddito l’aspetto di a i o dell’i vesti e to: g a dezza che esprime il flusso di valori in
un arco di tempo;
 E’ il isultato della gestio e: devo o esse e o side ate le ope azio i della gestio e he
concorreranno alla formazione del reddito.

REDDITO GLOBALE

E’ l’esp essio e del isultato e o o i o ife ito alla gestio e svolta du a te l’i te a vita dell’azie da.

Può essere calcolato con il metodo diretto: RICAVI TOTALI – COSTI TOTALI

o con il metodo indiretto: CAPITALE NETTO FINALE – CAPITALE NETTO INIZIALE.

Se positivo è utile, se negativo è perdita.

REDDITO DI PERIODO

Esp i e la e u e azio e spetta te ai p op ieta i, o eglio ai po tato i di apitale p op io, dell’azie da a


seguito dello svolgi e to dell’attività azie dale.

Esistono esigenze di amministrazione aziendale che impongono la determinazione del reddito di periodo.
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Quando non viene specificato il periodo a cui fa riferimento si sottintende il periodo amministrativo solare.
Può essere anche un periodo pluriennale (al fine di redigere il business plan) e infrannuale (il periodo
annuale viene suddiviso in più esercizi).

Nel dete i a e il eddito el p i o pe iodo di vita dell’azie da o t ovia o le i a e ze di p odotti o


materie.

PRINCIPIO DI PRUDENZA

Nella determinazione del reddito bisogna tener conto soltanto di perdite (anche future e non certe) e degli
utili effettivamente realizzati.

PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA

Le valutazioni devono essere prudenti ma sempre ragionevoli.

RICAVO DI COMPETENZA

“e i uell’a o si o pletato il p o esso p oduttivo e lo s a io avve uto.

COSTO DI COMPETENZA

Se in quell’a o ha dato la sua utilità e ha pe esso all’azie da di otte e e u i avo di o pete za.

COSTO DI UTILIZZAZIONE DELLE MATERIE

Ri a e ze i iziali di ate ie + Costi d’a uisto ate ie = CO“TO MATERIE DI“PONIBILI

Costo materie disponibili – Rimanenze finali di materie = COSTO DI UTILIZZAZIONE DELLE MATERIE.

VALORE PRODUZIONE VENDUTA

Rimanenze iniziali di prodotti + Valore produzione realizzata = VALORE PRODUZIONE VENDIBILE

Valore produzione vendibile – Rimanenze finali di prodotti = VALORE PRODUZIONE VENDUTA

SCELTA DEL CRITERIO DI CORRELAZIONE COSTI – RICAVI

Le motivazioni che giustificano la scelta del costo come criterio base delle valutazioni di bilancio sono:

 Il osto app ese ta la spesa soste uta pe l’a uisizio e dei e i;


 Il criterio del costo è quello più facilmente applicabile.

Possiamo distinguere tre diversi criteri valutativi:

 COSTO, gli utili in corso di formazione vengono iscritti nel prospetto del reddito solo quando sono
realizzati attraverso le vendite;
 COSTO per la valutazione dei fattori produttivi in rimanenza e RICAVO FUTURO per la valutazione
della produzione realizzata e non venduta, gli utili/perdite in corso di formazione vengono iscritti
nel prospetto del reddito nel momento in cui termina il processo produttivo;
 RICAVO FUTURO per la valutazione dei fattori produttivi in rimanenza e per la valutazione della
produzione realizzata e non venduta, gli utili/perdite in corso di formazione vengono iscritti nel
prospetto del reddito nel momento in cui inizia il processo produttivo.
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Nel ripa ti e l’utile i o so di fo azio e isog a adotta e u app o io o etto, i ua to l’azie da vie e
vista come un sistema di operazioni che forniscono tutte un contributo alla formazione del reddito.

Il criterio più corretto è lo storno di costo in quanto dà maggiore oggettività, verificabilità e comparabilità
dei valo i, a a he u a li itata ileva za dell’e o e.

Bisog a te e o to a he della sta ilizzazio e degli utili el te po, pe evita e di att i ui e all’ese izio
utili solo sperati che potrebbero non essere confermati.

RAPPRESENTAZIONI DEL REDDITO

 Prospetto del reddito a costo del venduto e ricavi;


 Prospetto del reddito a costi, ricavi e rimanenze;
 Prospetto del reddito a costi e ricavi integrali della produzione.

CONTROLLO FINANZIARIO

Viene effettuato mediante un documento noto come RENDICONTO FINANZIARIO: raggruppa in relazione a
determinati obiettivi i flussi che sono intervenuti nella situazione patrimoniale.

CAPITALE

Il apitale d’i p esa, agli effetti della ilevazio e del eddito, u fo do di valo i – Zappa.

I caratteri sono:

 Fondo di valori: esprime un concetto qualitativo – quantitativo;


 Indeterminazione: possibilità di utilizzare criteri valutativi diversi, i quali conducono a molteplici
configurazioni di capitale, cioè a diversi valori del capitale stesso;
 Rappresenta la ricchezza di una data azienda e deve essere attribuito al proprietario.

Le considerazioni sul capitale valgono principalmente per il capitale di funzionamento: il capitale impiegato
ell’ese izio e he ui di fa riferimento ad una azienda in funzionamento.

Esistono altre configurazioni di capitale, tra cui:

 CAPITALE ECONOMICO: tie e o to della eputazio e dell’azie da e dei appo ti o l’este o. “i


calcola facendo una stima dei redditi futuri e una successiva attualizzazione dei redditi mediante un
oeffi ie te di attualizzazio e defi ito i ase ai tassi di i te esse dettati dall’a da e to del
e ato dei apitali e dal g ado di is hio al uale sottoposta l’attività dell’azie da.
Ce = R/i
Per R intendiamo il reddito e per i intendiamo i coefficienti di attualizzazione.
Il capitale economico rappresenta il valore assegnabile ad una impresa in funzionamento, è
l’esp essio e di tutte le o dizio i e pote zialità di p oduzio e, ostituis e u pu to di ife i e to
pe la fo azio e del p ezzo di essio e di u ’i p esa fu zio a te.
No o ve ie te pe il o p ato e a uista e u ’azie da o u p ezzo di essio e > apitale
economico perché la parte eccedente il capitale economico non appare, in prospettiva,
recuperabile mediante i redditi futuri. Al contrario, è conveniente per il compratore acquistare
u ’azie da o u p ezzo di essio e < apitale e o o i o;
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 CAPITALE DI LIQUIDAZIONE: vie e dete i ato el o e to i ui l’azie da e t a ella fase di


cessazione dell’attività. Gli a i ist ato i li uida o l’attivo pe esti gue e i de iti gli ele e ti
devono essere venduti separatamente).
Valo e di ealizzo dell’attivo – Valore di estinzione delle passività = CAPITALE DI LIQUIDAZIONE
Se il Capitale economico assume segno negativo o risulta essere inferiore del capitale di
liquidazione o vie e ve de e l’azie da pe h po ta do ava ti l’attività si p odu e e o solta to
ulteriori perdite.

COMPONENTI DEL CAPITALE DI FUNZIONAMENTO

I componenti del reddito sono valori – flusso: costi e ricavi; i componenti del capitale sono valori – stock:
valori monetari, finanziari ed economici.

I valori vengono classificati in due categorie:

 ATTIVITA’: i valo i att i uiti ai mezzi/impieghi a disposizione. Si suddividono in: ATTIVITA’


FINANZIARIE (denaro in attesa di essere impiegato e crediti) e COSTI SOSPESI (in quanto
l’utilizzazio e el p o esso p oduttivo o ella ve dita o a o a avve uta ;
 PA““IVITA’: i valo i att i uiti ai de iti e alle ettifi he delle attività e o o i he. Si suddividono in:
PA““IVITA’ FINAN)IARIE de iti ve so te zi e RICAVI “O“PE“I i a e ze o ta ili .

Il CAPITALE NETTO = Attività – Passività

Il apitale etto può o oi ide e o l’appo to da pa te del soggetto p op ieta io i ua to pot e e o


essersi verificati degli aumenti di capitale. Se la differenza tra attività e passività assumesse segno negativo,
in questo caso i componenti negativi sarebbero maggiori dei componenti positivi verificandosi così un
deficit patrimoniale: i beni non sono sufficienti a coprire la massa debitoria.

RAPPRESENTAZIONE DEL CAPITALE

 Per natura: Stato Patrimoniale;


 Finanziaria: Prospetto Impieghi/Fonti (ci permette di comprendere come è affluito il capitale in
azienda e come è stato impiegato).

STIMA CORRETTA DEL CAPITALE DI BILANCIO

 “OTTO“TIMA O “TIMA PRUDEN)IALE: L’a i ist ato e p ude te e de ide di au e ta e le ise ve


o ulte i odo da idu e l’utile ed ave e u CAPITALE NETTO < CAPITALE DI FUN)IONAMENTO;
 SOVRASTIMA CORRETTA MA POCO PRUDENTE: CAPITALE NETTO > CAPITALE DI FUNZIONAMENTO
ma comunque < CAPITALE ECONOMICO;
 ANNAQUAMENTO DI CAPITALE: caso di sovrastima imprudente e bilancio falso. CAPITALE NETTO >
CAPITALE ECONOMICO.
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CAPITOLO 4: PROCESSI DI FINANZIAMENTO


PROCESSI DI FINANZIAMENTO

L’azie da deve disporre in ogni momento della propria esistenza dei finanziamenti sufficienti a coprire gli
i vesti e ti i hiesti dalla gestio e, dove do se p e esse e ve ifi ata l’uguaglia za fo ti – impieghi.
Le fonti si distinguono in: finanziamenti e disinvestimenti. Gli impieghi si distinguono in: investimenti e
rimborsi di capitale.

Una fondamentale ripartizione separa gli investimenti in:

 STRUTTURALI: sono quelli destinati a permanere per lungo periodo in azienda (macchinari);
 CORRENTI: sono quelli effettuati per dar luogo ad un unico ciclo produttivo (materie prime).

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

Può essere definito come il totale degli impieghi o meglio:

Investimenti in attesa di realizzo + Investimenti in produzione venduta + Rimborsi di capitale =


FABBISOGNO LORDO DI FINANZIAMENTO

Si riferisce ad un certo intervallo temporale in quanto gli investimenti in produzione venduta e i rimborsi di
capitale consistono in operazioni che si susseguono continuamente.

Il fa isog o au e ta i ase all’au e to dei osti d’a uisto, alle ua tità dei fatto i p oduttivi e alla
riduzione della capacità di rientro dei fattori produttivi.

Anche le fonti soddisfano il fabbisogno di finanziamento e si distinguono in fonti interne (ricavi di vendita) e
fonti esterne (afflussi di iso se p ove ie ti dall’este o .

Fonti interne di finanziamento + Fonti esterne di finanziamento = TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO.

Pe p o essi di fi a zia e to s’i te do o tutte uelle attività volte a epe i e, gesti e e i o sa e i


finanziamenti idonei per quantità e qualità a soddisfare il fabbisogno di finanziamento.

FONTI INTERNE ED AUTOFINANZIAMENTO

L’otte i e to di i avi pe esso p op io dalle ope azio i o piute utilizza do gli i vesti e ti utilizzati.
L’azie da svolge u a o ti ua ope a di t asformazione degli impieghi in fonti interne e queste permettono
di effettuare nuovi impieghi.

Fabbisogno lordo di finanziamento – ricavi di vendita = FABBISOGNO NETTO DI FINANZIAMENTO

I ricavi di vendita coincidono con la velocità di rientro dei fattori produttivi e rappresentano gli afflussi di
de a o he p ove go o dallo svolgi e to dell’attività azie dale. No dete i a o se p e i ediate
entrate monetarie ma possono far sorgere un credito di regolamento. I ricavi di vendita sono una forma di
finanziame to ge e ata i te a e te all’azie da.

AUTOFINAN)IAMENTO LORDO DELL’E“ERCI)IO Ri avi di ve dita – Crediti di Regolamento)

– CO“TI D’E“ERCI)IO AVENTI MANIFE“TA)IONE FINAN)IARIA ( – Debiti di Regolamento)

= AUTOFINAN)IAMENTO NETTO DELL’E“ERCI)IO


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I costi aventi manifestazione finanziaria o costi monetari si hanno nel momento i ui l’azie da sostie e u
esborso di denaro.

L’autofi a zia e to lo do app ese ta u flusso o eta io lo do, l’autofi a zia e to etto app ese ta
un flusso monetario per costi d’ese izio. La diffe e za t a i due i dà il FLU““O MONETARIO NETTO Flusso
di cassa operativo o Cash flow).

Possia o disti gue e due dive se odalità pe al ola e l’autofi a zia e to:

1. RICAVI (– Crediti di Regolamento) – COSTI MONETARI = AUTOFINANZIAMENTO NETTO


AUTOFINANZ. NETTO – COSTI NON MONETARI – UTILE = AUTOFINANZIAMENTO IN SENSO STRETTO
2. RI“ERVE DI UTILI app ese ta l’Autofi a zia e to i se so st etto + CO“TI NON MONETARI =
AUTOFINANZIAMENTO NETTO

I Costi senza manifestazione finanziaria (o costi non monetari) sono gli Ammortamenti (ripartizione del
osto plu ie ale pe il pe iodo di vita utile del e e. L’us ita si ve ifi ata ua do l’azie da ha a uistato
il bene) e gli Accantonamenti (in base al principio della prudenza, gli amministratori accantonano una parte
delle risorse finanziarie in un fondo apposito nel caso in cui non vengono riscossi i crediti. Non
app ese ta o u ’us ita pe h al o e to ’ solta to la eazio e di u fo do .

Le Riserve di utili possono essere:

 IN SENSO STRETTO: Sono riserve palesi in quanto sono rappresentate dagli utili accantonati a
riserva (Riserva legale, Riserva statutaria, Altre riserve);
 OCCOLTE: Si hanno nel momento in cui vengono aumentati gli ammortamenti e gli accantonamenti.
Vengono trattenute più riso se o eta ie i azie da e si idu e l’utile. “o o o ulte i ua to o
si sa il motivo preciso per cui le quote di ammortamento e accantonamenti sono cresciute.

“e l’autofi a zia e to etto positivo sig ifi a he l’azie da i g ado di effettua e uovi investimenti
senza dover ricorrere a fonti esterne e rimborsare parte delle fonti esterne già acquisite; se
l’autofi a zia e to egativo sig ifi a he i i avi di ve dita o so o stati i g ado di op i e i osti
o eta i. I tale situazio e, l’azie da deve necessariamente acquisire nuove fonti esterne per fronteggiare
la ope tu a dei osti d’ese izio.

LE FONTI ESTERNE DI FINANZIAMENTO

“o o gli afflussi di de a o he o p ove go o dallo svolgi e to dell’attività azie dale.

Lo scopo delle fonti esterne è quello di sostenere il fabbisogno di finanziamento che non è stato coperto
dalle fonti interne.

Possiamo distinguere:

 CAPITALE DI APPORTO: fo ito dai p op ieta i o la spe a za he l’azie da o segua u utile i


modo da ripartirlo mediante i dividendi, per questo ha un rischio elevato dato che la
remunerazione è incerta. Non è giuridicamente soggetto a restituzione e non dovendo essere
rimborsato, non ha scadenza predeterminata, quindi ha una durata permanente. Nelle aziende
individuali non vi sono formalità tecniche presenti, al contrario, nelle società.
Nelle società di persone troviamo le quote che esprimono la partecipazione dei soci al capitale
sociale e costituiscono un complesso unitario di diritti e poteri. Nelle società di capitali troviamo le
azioni che esprimono una parte del capitale sociale che si determina facendo completa astrazione
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delle persone dei soci. Ciascuna azione costituisce un complesso unitario di diritti e poteri. Sono
tutte uguali e attribuiscono uguali diritti e poteri e sono rappresentate da titoli circolanti che si
posso o t asfe i e da u so io all’alt o.
 DEBITI: sono generalmente contratti nei confronti di soggetti non proprietari. La restituzione è
giuridicamente prevista e sono soggetti a rimborso ad una scadenza prefissata. Viene stabilita la
e u e azio e t a ite u saggio di i te esse he oltipli ato pe l’i po to dei apitali fo iti e la
durata del finanziamenti determina un interesse. Il rischio è limitato. Vengono distinti tra: DEBITI DI
FINANZIAMENTO (creditori spe ializzati i se vizi di p estito di de a o. Co po ta o u ’e t ata di
denaro. La durata può essere più o meno lunga. Hanno un costo esplicito rappresentato dal tasso di
interesse) e i DEBITI DI REGOLAMENTO (soggetti che assumono la qualifica di fornitori di fattori
p oduttivi spe ifi i. “ostituis o o u ’us ita di de a o he si sa e e avuta se il egola e to fosse
avvenuto per contanti e non a dilazione. Hanno scadenza nel breve periodo e il costo non è
prestabilito.

VARIE FORME DI FINANZIAMENTO

 APERTURA DI CREDITO: Il soggetto fi a ziato e la a a o la uale l’azie da i t attie e u


appo to di o to o e te. Il osto pe i te essi passivi dipe de à dall’utilizzo he l’azie da ha
fatto in media. Per concedere tali aperture, la banca spesso richiede alle aziende delle garanzie
pat i o iali o esse su e i dell’i p e dito e;
 ANTICIPA)IONI “U CREDITI: L’azie da ottie e da u fi a ziato e este o l’i asso dei p op i editi
commerciali anticipatamente rispetto alla scadenza. La somma incassata sarà inferiore al valore
nominale del credito. Il finanziatore sarà poi rimborsato da parte del cliente. Possiamo distinguere:
“ALVO BUON FINE “U CREDITI il fi a ziato e u a a a he a ti ipa l’i po to del edito se za
chiedere all’azie da di ede e il titolo), FACTORING (il fi a ziato e u ’azie da he si fa ede e
l’i te o po tafoglio di editi o e iali e p ovvede ad a ti ipa e gli i po ti all’azie da e a gesti e
i rapporti con i clienti);
 PRESTITI DI SOCI: I soggetti finanziatori sono i soci stessi;
 CAMBIALI FINAN)IARIE: “o o titoli di edito all’o di e o s ade za a breve termine trasferibile
per girata. La normativa prevede che esse siano fornite di garanzia prestata da banche;
 MUTUI: Finanziamenti a medio/lungo termine concessi da istituti di credito. Il tasso di interesse
può essere fisso o variabile. Vengono richieste delle garanzie patrimoniali sotto forma di ipoteche
su immobili. Il rimborso del mutuo avviene gradualmente mediante le rate comprensive di una
quota capitale e una quota interessi;
 LEA“ING: L’azie da a uisis e la dispo i ilità di utilizza e il fatto e i peg a dosi a paga e u
canone per tutta la durata del contratto. Al termine si può acquisire la proprietà pagando il prezzo
di riscatto. Possiamo distinguere: LEASING OPERATIVO (assimilabile al contratto di affitto.
L’azie da alla s ade za o ha i te zio e di a uisi e la p op ietà. “i ha u p ezzo di is atto alto e
dei a o i assi e LEA“ING FINAN)IARIO l’azie da ha i te zio e alla s ade za di a uisi e la
proprietà del bene. Prezzo di riscatto basso e i canoni sono alti e comprendono una quota interessi
perché il locatore sta concedendo all’azie da u a fo te di fi a zia e to dato he il paga e to si
rinvia negli anni);
 PRESTITI OBBLIGAZIONARI: Possono ricorrere solo le società azionarie al fine di contrarre un
prestito a lungo termine. Ai sottoscrittori vengono rilasciate delle obbligazioni. Sul valore nominale
vie e al olato u saggio di i te esse he vie e a te uto osta te pe l’i te a du ata del
prestito. Il prezzo di emissione può essere fissato sopra la pari ( valore maggiore del valore
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nominale), alla pari (valore uguale al valore nominale) e sotto la pari (valore inferiore del valore
nominale). Il rimborso viene effettuato mediante un piano di ammortamento.

L’EQUAZIONE DEL FABBISOGNO DI FINAZIAMENTO

Rappresenta le uscite monetarie necessarie per acquistare i fattori produttivi (Impieghi) mediante i ricavi, il
capitale proprio e il capitale di terzi.

∑ fxp / v = ∑ c

F rappresenta la quantità del fattore; p rappresenta il prezzo di acquisizione; v rappresenta la velocità di


ie t o dei fatto i p oduttivi ei ispettivi i li ope ativi, i di a ua te volte i u a o l’azie da ies e a
recuperare le risorse monetarie investite mediante la vendita dei prodotti; c rappresenta le dosi di capitale,
i mezzi finanziari, necessarie per avere la disponibilità di ciascun fattore produttivo.

I cicli possono essere suddivisi:

 CICLO OPERATIVO: ope azio i he va o dall’a uisto dei fatto i fi o alla ve dita dei p odotti;
 CICLO ECONOMICO: operazioni che vanno dal sostenimento del costo fino al conseguimento del
ricavo;
 CICLO FINAN)IARIO: ope azio i he va o dal o e to i ui avvie e l’us ita al o e to i ui si
ottie e l’e t ata.

VINCOLI DI ACCESSIBILITA’ AI CANALI DI FINANZIAMENTO

 VINCOLI DI MERCATO: VINCOLI ECONOMICO – CONGIUNTURALI o essi all’i o t o t a do a da


e offerta e dipendono dagli andamenti dei mercati), VINCOLI DI POSSESSO DELLA PROVVISTA
(mancanza della disponibilità delle risorse necessarie per provvedere alla copertura dei fabbisogni
di apitale dell’azie da e VINCOLI I“TITU)IONALI le istituzio i so o i adeguate ispetto alle
esige ze dell’azie da ;
 VINCOLI DI RISCHIO: Invece di investire tutte le risorse personali in azienda, parte delle stesse
viene investita nel mercato finanziario. I debiti garantiti si distinguono in base al tipo di garanzia:
reale (pegni ed ipoteche), legale (quelli che la legge preferisce siano privilegiati), personale
fideiussio i dei so i , assi u ativa o t o i is hi d’i e dio, espo sabilità civile). La banca
effettua l’a alisi di edito p i a di o ede e il fi a zia e to, ossia u a valutazio e sulla
solvi ilità dell’azie da e de ide e di e oga e o e o il p estito. L’age zia di ati g effettua delle
analisi e delle valutazioni e poi comunica al mercato finanziario il proprio giudizio che consiste in un
voto assegnato alle singole operazioni di finanziamento in funzione del rischio di credito;
 VINCOLI PERSONALI: un limite al perseguimento di una struttura finanziaria equilibrata può
de iva e dalla i adeguata o pete za dei a age i ate ia di fi a za dell’azie da.

ANALISI COMPARATIVA DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO

La copertura del fabbisogno di finanziamento non è un problema soltanto quantitativo (trovare


l’a o ta e delle iso se per effettuare investimenti) ma anche qualitativo (trovare le fonti adatte rispetto
alla natura dei fabbisogni).

Per questo vengono effettuate delle analisi:


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 COMPARATIVA DEL COSTO DELLE FONTI: bisogna tenere in considerazione che il costo di un
finanziamento dipe de a he dalle p e ede ti de isio i fi a zia ie p ese dall’azie da ad
ese pio, se u ’azie da i passato ha i o so e essiva e te all’i de ita e to, si t ove à ella
situazio e i ui dov à o ispo de e tassi d’i te esse elevati . Le fo ti di fi a ziamento vanno a
op i e i fa isog i fi a zia i de iva ti dagli i vesti e ti e ui di l’a alisi deve te e o to dei
rendimenti degli investimenti. Oltretutto i finanziamenti si distinguono in base alla durata e alla
flessibilità;
 ANALISI EVOLUTIVA DELLA STRUTTURA EVOLUTIVA: Gli investimenti strutturali danno luogo al
capitale immobilizzato, quelli correnti al capitale circolante. Le fonti tendenzialmente durevoli
devono andare a coprire gli investimenti strutturali. Se le passività a breve termine sono coperte
dagli i vesti e ti i ola ti e l’azie da ies e a a te e e u a suffi ie te apa ità di a ov a
delle fonti si potrà ridurre il rischio di tensioni finanziarie;
 ANALI“I DELL’EFFETTO LEVA FINAN)IARIA: Può esse e i teso o e l’esa e degli i te ve ti
tendenti al controllo del grado di indebitamento al fine di ricevere quel livello capace di
assi izza e la edditività del apitale p op io. “e l’azie da sf utta la leva fi a zia ia vuol di e
prendere in prestito capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un
e di e to aggio e ispetto al tasso d’i te esse del fi a zia e to;
 ANALI“I DEL GRADO DI ELA“TICITA’ FINAN)IARIA: l’elasti ità legata all’i sie e delle iso se
effettivamente disponibili per fronteggiare fabbisogni di finanziamenti non previsti.
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CAPITOLO 5: PROCESSI DI ORIENTAMENTO ATTIVITA’ E VENDITA


FLUSSI PROCESSI DI VENDITA

Flussi fisico – tecnici: uscita di prodotti

Flussi economici: ricavi di vendita

Flussi finanziari: entrata di denaro (crediti di regolamento)

ORIENTAMENTO DIREZIONALE DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI

Possiamo distinguere diverse tipologie di orientamenti delle attività commerciali:

 ORIENTAMENTO AL PRODOTTO: L’atte zio e o e t ata sulla p ogettazio e e p oduzio e di


beni, il settore commerciale cura i rapporti con la clientela;
 ORIENTAMENTO ALLA VENDITA: E’ tipi a delle azie de o u ’elevata o ti uità p oduttiva e
quindi hanno una propria organizzazione commerciale;
 ORIENTAMENTO AL MERCATO: U ’i p esa pe ave e su esso o pe sopravvivere segue
l’evoluzio e del e ato te e do i o side azio e le i hieste he p ove go o dalla lie tela.
Queste imprese necessitano di una produzione molto flessibile;
 ORIENTAMENTO AL MARKETING: Viene intrapreso dalle imprese che mirano a realizzare un giusto
e uili io t a le esige ze della lie tela e uelle dell’azie da.

ANALISI DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

Della concorrenza sarebbe opportuno conoscere i punti di forza e di debolezza, le differenze tra la nostra
azienda e i concorrenti più forti e prevedere i comportamenti futuri.

Del e ato, l’azie da deve esse e i g ado di o os e e i uovi s o hi o lie ti da se vi e, uovi isog i
da soddisfare con lo stesso prodotto e nuovi prodotti con cui misurarsi.

MARKETING MIX

E’ la o i azio e dei quattro fattori fondamentali che rappresentano il sistema del marketing mix di
u ’azie da:

 PRODOTTO: “o o o side ati p odotti o solo i si goli e i o se vizi ealizzati dall’i p esa, a
a he u i sie e di att i uti he l’a ui e te può g adi e i uanto capaci di soddisfare i propri
isog i. L’i sie e delle de isio i elative al p odotto p e do o il o e di politi a di p odotto. Il
po tafoglio p odotti app ese ta l’i sie e di li ee di p odotto p odotti o o oge eità te i o –
produttiva o di marketing). Nelle piccole imprese il product – mix è molto omogeneo
componendosi di una singola linea di prodotto, articolata al suo interno di prodotti abbastanza
omogenei tra di loro;
 PREZZO: Il valore del prodotto non corrisponde al prezzo di vendita ma al valore percepito
dall’a ui e te, ui di l’i sie e delle a atte isti he fu zio ali, psi ologi he e di se vizio he
a atte izza l’offe ta del ve dito e. L’i sie e delle de isio i elative al p ezzo p e do o il o e di
politi a di p ezzo. U ’azie da p i e taker se assume un comportamento passivo nella fissazione
del prezzo; è price maker se assume un comportamento attivo nella fissazione del prezzo. Per
determinare il prezzo bisogna considerare la domanda, la concorrenza, gli strumenti del marketing
mix e la struttura dei costi;
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 COMUNICAZIONE: E’ ostituita dall’i sie e di essaggi he l’azie da i via ai lie ti pe fo i gli


informazioni sulle caratteristiche dei prodotti realizzati, al fine di indurli al loro acquisto. Le
principali forme sono: VENDITE MEDIANTE PERSONALE (la comunicazione è effettuata da personale
di ve dita he illust a la ualità dei p odotti ed il lo o fu zio a e to p esso la sede dell’azie da
oppure presso quella dei clienti), PUBBLICITA’ avvie e edia te essaggi t as essi att ave so i
mass – media), PROMOZIONE (mira ad informare la clientela sulle caratteristiche di nuovi prodotti),
PROPOGANDA (comunicazione promossa dai clienti che hanno acquistato il prodotto e ne
esprimono le peculiarità) e SPOSORIZZAZIONI E PUBBLICHE RELAZIONI (sono finalizzate alla
eazio e di u ’i agi e positiva dell’azie da ;
 DISTRIBUZIONE: I canali di distribuzione sono formati dagli intermediari commerciali di cui
l’i p esa si avvale pe fa pe ve i e il p odotto al o su ato e. Posso o esse e più o e o lunghi.
Il canale è diretto quando il prodotto perviene direttamente dal produttore al consumatore; è corto
quando interviene un solo intermediario (azienda di servizi); è lungo quando intervengono più
intermediari.
La scelta dipende dal mercato (il numero di clienti), dal prodotto (il valore unitario di prodotto),
dagli intermediari commerciali (presenza sul mercato degli intermediari in grado di rispondere alle
esige ze dell’azie da e dall’i p esa p odutt i e isog a o side a e la situazio e fi a zia ia).

FASI DI VENDITA

1. ACQUI“I)IONE ORDINI: A uisizio i p esso l’azie da o p esso il lie te, di ette o a ezzo
rappresentanti, con ordini inviati per posta o per fax;
2. CONTROLLO AFFIDAMENTO CLIENTE: è rappresentato dal rispetto dei limiti di fido accordati al
lie te sulla ase dei segue ti ele e ti: “OLVIBILITA’ apa ità di fa f o te agli i peg i assu ti ,
PUNTUALITA’ DI PAGAMENTO valutata sulla ase di dati sto i i e POTEN)IALITA’ COMMERCIALE
(caratteristiche del cliente in termini di onestà e professionalità);
3. CONTROLLO DI“PONIBILITA’ PRODOTTI: QUANTITA’ E“I“TENTI IN MAGA))INO + CARICHI PREVI“TI
(ordini di acquisto indirizzati ai fornitori, ordini di lavorazione indirizzati ai reparti produttivi e ai
lavoranti esterni) – SCARICHI PREVISTI. Nei casi in cui la quantità disponibile non è sufficiente,
l’azie da può de ide e se evade e l’o di e pe ua tità pa ziali o ifiuta e;
4. EMI““IONE CONFERMA D’ORDINE: L’azie da si p edispo e pe la p epa azio e e la o seg a della
e e. Vie e e essa la o fe a d’o di e i uatt o opie: l’o igi ale va al lie te, u a opia al
agazzi o, u a opia all’uffi io fattu azio e e u a opia all’uffi io o e iale;
5. CONTROLLO AVANZAMENTO ORDINE;
6. EVASIONE ORDINI: comprende le operazioni di predisposizione e consegna dei prodotti.

CONSEGNA DEI BENI

“i o po e di due ope azio i: l’us ita dal agazzi o o elativo a i o della e e sul vetto e
commerciale ed il trasporto fino al luogo di destinazione stabilito.

Al fine di ottimizzare i carichi bisogna:

 Rispettare i tempi pattuiti: evitare ritardi e anticipi;


 Consegnare ordini conformi: in termini quantitativi e qualitativi.

Talvolta, le azie de de ido o di affida e l’i te a gestio e delle o seg e ad azie de spe ializzate i
operazioni di outsourcing.
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CAPITOLO 6: PROCESSI ACQUISIZIONE FATTORI CORRENTI


FLUSSI DI ACQUISTO

Flussi fisico – tecnici: entrata di materiale

Flussi e o o i i: osti d’a uisto

Flussi finanziari: uscita di denaro (debiti di regolamento)

ANALISI DEL MERCATO DI APPROVVIGIONAMENTO

Bisogna reperire delle informazioni relative:

 Al GRADO DI CONCENTRAZIONE DEL MERCATO: Esprime il numero e la dimensione dei fornitori


presenti sul mercato;
 Alla PRE“EN)A DI FORNITORI DI PRODOTTI “O“TITUTIVI: E’ oppo tu o ve ifi a e l’esiste za di
fornitori di beni sostitutivi, in quanto più alta la sostitui ilità più alta l’i dipe de za dell’azie da
dai fornitori;
 Al RITMO DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA: Permette di valutare la capacità dei fornitori di superare
problemi di obsolescenza, effettuando ricerche e studi di nuovi prodotti;
 Alla LOCALIZZAZIONE: Attie e sia alla dista za geog afi a dei fo ito i ispetto all’azie da aggio i
costi per il trasporto) e alla collocazione geografica (incide sul grado di rischiosità della fornitura).

POLITICA DEI MATERIALI E DEI SERVIZI

MATERIALI COLLI DI BOTTIGLIA: MATERIALI STRATEGICI:


elevato
approvvigionamento

Ese pio: “ elta a u a te ae eo L’azie da ha isog o di fo ito i he


Rischio di

garantiscono elevate qualità


Modesto

MATERIALI NON CRITICI MATERIALI CON EFFETTO LEVA

Elevata epe i ilità più o ve ie ti pe l’azie da

Modesto elevato

Impatto sulla redditività aziendale

POLITICA DELLE RELAZIONI AZIENDA – FORNITORI

E’ oppo tu o selezio a e più fo ito i pe l’a uisto di u o stesso ate iale sia pe idu e il is hio di
dipendenza da un fornitore, sia per riuscire meglio ad affrontare situazioni impreviste di indisponibilità del
ate iale a uistato. Al o t a io, ave e po hi fo ito i app ese ta pe l’azie da la possi ilità di ave e
maggiore forza contrattuale.

L’azie da deve e a e di dispo e di fo itori competenti, competitivi e in grado di fornire beni e servizi
tecnologicamente avanzati.

Per valutare i fornitori possono essere presi in considerazione i seguenti fattori:

 DIMENSIONALI: Capacità del fornitore di soddisfare i quantitativi richiesti;


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 TECNOLOGICI: Capacità di soddisfare le esigenze di fornitura con soluzioni innovative;


 ORGANIZZATIVI: Capacità di fornire livelli elevati di servizio;
 ECONOMICO – FINAN)IARI: Pe o p e de e lo sviluppo dell’azie da fo it i e.

FASI DI ACQUISTO

 DEFINIZIONE DEI FABBISOGNI: L’azie da e essita della disti ta ase do u e to he fo is e i


dati elativi alla o posizio e del p odotto: oeffi ie ti d’i piego dei o po e ti, io le ua tità
dei singoli componenti necessari per realizzare una unità di prodotto);
 CONTROLLO DELLA DI“PONIBILITA’ DI MAGA))INO: “i disti guo o t e odalità di io di o delle
s o te: . RIORDINO DI QUANTITA’ VARIABILI AD INTERVALLI FI““I te po i a e fisso, va ia la
ua tità dell’o di e ; . RIORDINO DI QUANTITA’ FI““E AD INTERVALLI VARIABILI (le quantità
i hieste so o se p e uguali, va ia l’i te vallo di te po he i te o e t a u o di e e l’alt o. “e la
p oduzio e au e ta, l’i te vallo si idu e ; . RIORDINO DI QUANTITA’ VARIABILI AD INTERVALLI
VARIABILI (viene utilizzato per avere la massima flessibilità nella gestione degli
approvvigionamenti). L’a o ta e delle ate ie da o di a e dov e e esse e pa i ai o su i
previsti (quantità impegnate nei programmi di produzione) nel periodo di riordino e nel periodo di
consegna (rappresentato dall’i te vallo di te po he o e t a l’e issio e dell’o di e ed il
ricevimento delle materie) meno le quantità disponibili più la scorta di sicurezza (la scorta
necessaria per prevenire situazioni di rottura di stock determinate da consumi superiori a quelli
p evisti oppu e a ita di di ese uzio e degli o di i da pa te dei fo ito i. E’ u i vesti e to fisso
pe l’azie da . Le ua tità da o di a e dipe do o a he da alt i fatto i e o o i i ese pio: s o ti
su volumi). Aumentare le scorte è un investimento ma anche un rischio perché il ricavo non è
assicurato e il magazzino ha un costo di gestione;
 “CELTA DEL FORNITORE: E’ u su p o esso he o tie e più attività. La selezio e può esse e lu ga
perché in alcuni contesti la legge impone la selezione mediante ga e d’appalto. L’o ologazio e
consiste nella qualifica, ossia la valutazione iniziale del fornitore. Un fornitore, nel momento in cui
vie e o ologato, vie e i se ito ell’a hivio fo ito i he vie e o ti ua e te aggio ato e
revisionato per eliminare i fornitori non affidabili;
 EMI““IONE E “OLLECITO DEGLI ORDINI: L’e issio e dell’o di e o dà luogo ad u a ilevazio e i
contabilità generale perché non si ha la manifestazione finanziaria che avverrà quando si riceverà la
fattura;
 RICEVIMENTO DELLE MATERIE;
 RICEVIMENTO E PAGAMENTO DELLA FATTURA.

LOGISTICA IN ENTRATA

Deve essere emesso un documento interno (buono di carico) nel quale sono indicati anche i risultati dei
controlli:

 T a le ua tità i di ate el do u e to di t aspo to e uelle ipo tate ell’ordine;


 Tra le quantità indicate nel documento di trasporto e quelle effettivamente consegnate;
 Della qualità.

La merce può essere accompagnata dal DDT (Documento Di Trasporto) oppure dalla fattura
accompagnatoria. Se la merce viaggia con DDT si ha il carico di magazzino ma non la rilevazione in
contabilità generale. Se la merce viaggia con fattura accompagnatoria si ha anche la rilevazione in
contabilità.
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CAPITOLO 7: PROCESSI ACQUISIZIONE FATTORE LAVORO


FLUSSI

Flussi fisico – tecnici: prestazione umana

Flussi economici: costo del personale

Flussi finanziari: uscita di denaro (debiti di regolamento)

TIPOLOGIE DI LAVORO

 DI GOVERNO: Indipendente (svolto dal soggetto economico);


 SUBORDINATO: Dipendente (svolto da più soggetti) si suddivide in: DIRETTIVO (di tipo decisionale)
ed ESECUTIVO (di tipo operativo).

AREA LAVORO

Si suddivide in tre fasi:

1. DEFINI)IONE DELL’A““ETTO ORGANI))ATIVO:


 PROGETTARE LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA: Definisce le modalità di distribuzione di
compiti e responsabilità. Bisogna individuare gli organi a cui affidare lo svolgimento delle
attività gestionali e definire le relazioni che intercorrono tra le unità aziendali. La struttura
organizzativa può essere SEMPLICE: Il soggetto economico guida e coordina la struttura
operativa di base (piccole – medie aziende) e FUNZIONALE: Il presidente/amministratore
delegato guida e oo di a il di etto e ge e ale he, a sua volta, guida e oo di a le UNITA’
DI STAFF (funzioni di consulenza,assistenza e supporto. Per esempio, Pianificazione
strategia, Sistemi i fo ativi, Pia ifi azio e e o t ollo e le UNITA’ DI LINE ope azio i
caratteristiche. Per esempio, Direzione Acquisti, Direzione Produzione, Direzione
Commerciale, Direzione Risorse Umane, Direzione Amministrazione – Finanza);
 PROGETTARE I MECCANISMI OPERATIVI: SISTEMI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO
(redigere il budget: documento he sta ilis e gli o iettivi futu i he l’azie da i te de
raggiungere), SISTEMI DI RICERCA E SELEZIONE DEL PERSONALE (assumere i candidati
migliori), SISTEMI DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO (al fine di migliorare le
conoscenze), SISTEMI DI VALUTAZIONE, RETRIBUZIONE E CARRIERA (meccanismi per
valutarle prestazioni dei lavoratori per definire la retribuzione e la progressione di carriera).
L’ORGANIGRAMMA la app ese tazio e g afica degli organi e delle loro funzioni. Il
MANSIONARIO è il documento che definisce i compiti degli individui;
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2. PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE UMANE: CICLO DEL PERSONALE:

1. PROGRAMMAZIONE 2. RECLUTAMENTO E 3. ADDESTRAMENTO E


RISORSE UMANE: SELEZIONE: Tutte le azioni FORMAZIONE: Si tratta
Fabbisogno di risorse volte ad attivare le diverse di fornire le
in termini quantitativi candidature (selezione conoscenze tecniche
e qualitativi. mediante annunci, web, per acquisire le abilità
operatori specializzati). La nello svolgimento delle
selezione si attua attraverso specifiche mansioni
l’a hivio dei a didati lavorative.
NUOVO (scelte le persone più
FABBISOGNO: idonee)
Formalizzato con il
budget delle risorse 5. CESSAZIONE: Fine del 4. GESTIONE CORRENTE: Il
umane. rapporto di lavoro. Può personale assunto inizia
dipe de e dall’azie da l’attività uotidia a per la
(riduzione dei volumi quale è stato assunto. In
d’attività o i apa ità dei questa fase rientrano:
soggetti) o dal lavoratore liquidazione salari e stipendi,
(pensionamento o rilevazione oneri a carico
esigenze personali) dell’azie da e le ite ute.

3. FORMULAZIONE DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE: SCALA DEI BISOGNI DI MASLOW:


L’azie da deve e a e di soddisfa e i isog i a ifestati dai lavo ato i al fi e di a te e e il
proprio capitale umano. Maslow ha suddiviso i bisogni in ordine gerarchico:
 FISIOLOGICI: Soddisfatti mediante la remunerazione del fattore lavoro;
 DI “ICURE))A: L’azie da deve assi u a e l’i teg ità e la si u ezza ei luoghi i ui il
personale svolge le mansioni lavorative;
 “OCIALI: L’azie da deve fa i odo he i lavo ato i si se ta o pa te di u a o u ità,
questo comporta un aumento della produttività e una riduzione del rischio di perdere
personale;
 DI “TIMA: L’azie da deve fa i odo he i lavo ato i si se ta o sti ati o ede do, pe
esempio, dei premi di produttività;
 DI AUTOREALI))A)IONE: L’azie da deve affida e ai lavo ato i attività strategiche che
i hiedo o u ’elevata eatività.
Il LIVELLO RETRIBUTIVO ollegato al saggio di et i uzio e he l’azie da de ide di paga e te e do
conto dei vincoli.
La “TRUTTURA RETRIBUTIVA defi is e l’a o ta e delle et i uzio i i appo to alle ualifiche dei
lavoratori.
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COSTO DEL LAVORO

Si compone:

 Della RETRIBUZIONE: Dipende dal minimo contrattuale, dalle scelte di politica dei concorrenti e
dalle s elte dell’azie da;
 Dei CONTRIBUTI “OCIALI: L’azie da ope a da sostituto d’i posta ve sa do agli enti di previdenza e
assistenza le ritenute al fine di garantire una copertura pensionistica e sanitaria;
 Dei CONTRIBUTI A““ICURATIVI: L’azie da ve sa ad appositi e ti le ite ute al fi e di tutela e il
dipendente in caso di infortuni sul lavoro e malattie professionali;
 Del TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO: Costo aggiu tivo ispetto all’a o ta e delle et i uzio i
lo de e ogate e sil e te. Rapp ese ta u ’i de ità p evista dalla legge da e oga e al lavo ato e
al momento della cessazione di un rapporto di lavoro subordinato;
 CONTRIBUTI VERSATI A FONDI PENSIONE: Strumenti volti a produrre rendite pensionistiche
aggiuntive a quelle di base.

RIFORMA PREVIDENZIALE 01-01-2007

Al o e to dell’assu zio e, il dipe de te può de ide e se:

 MANTENERE IL TFR IN AZIENDA;


 ADERIRE AD UN FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE.
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CAPITOLO 8: PROCESSI ACQUISIZIONE FATTORI PLURIENNALI


FLUSSI

Flussi fisico – tecnici: immobilizzazioni

Flussi e o o i i: osti d’a uisto

Flussi finanziari: uscita di denaro (debiti di regolamento)

CARATTERISTICHE

 AD USO DUREVOLE: Partecipano a più cicli produttivi;


 DI TENDEN)IALE RIGIDITA’ DELLA “TRUTTURA: L’azie da i veste i u ’i o ilizzazio e pe h ha
i te zio e di utilizza la pe più a i. Questa ope azio e vi ola l’azie da poi h isog a
e upe a e l’i vesti e to effettuato: l’a uisizio e dà luogo al soste i e to di u osto a ti ipato
o u e a più ese izi e te de zial e te i a e osta te. E’ a ti ipato ispetto alla ve dita dei
fatto i alla ui ealizzazio e uell’i o ilizzazio e oncorre.

PUNTO DI VISTA FINANZIARIO

Si ha un esborso anticipato e a lento rigiro: il recupero avviene gradualmente nel tempo mediante le quote
di ammortamento.

PROCESSI DI ACQUISIZIONE

Bisogna stabilire:

FABBISOGNO DEL FATTORE: MODALITA’ DI ACQUI“I)IONE:


 CAPACITA’ PRODUTTIVA: Dipende dai  PRESSO TER)I: L’azie da si ivolge ad u
volumi di produzione; fornitore di immobilizzazioni;
 SPECIALIZZAZIONE PRODUTTIVA: Consente  PRODU)IONE INTERNA: L’azie da utilizza la
di raggiungere un elevato di efficienza e propria forza lavoro per effettuare una
accumulare maggiori competenze costruzione in economia che permette di
spe ifi he. Più u ’i o ilizzazio e risparmiare qualora i costi di produzione
specializzata meno sarà elastica; p ati ati dall’azie da isultino essere
 ELA“TICITA’ PRODUTTIVA: inferiori di quelli praticati dal mercato;
U ’i o ilizzazio e elastica quando può  LEASING.
essere utilizzata per più produzioni. I
processi produttivi con costi fissi bassi sono
più elastici;
 FLE““IBILITA’ PRODUTTIVA: Possi ilità di
variare la produzione nel momento in cui
cambia la domanda.

MANUTENZIONI

Sono tutti gli interventi volti a recuperare le funzionalità progressivamente perdute.


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Possono essere:

 ORDINARIE: Si effettua una verifica del funzionamento del bene e si adottano dei provvedimenti
per garantire il miglior funzionamento;
 STRAORDINARIE: Operazioni di modifica, trasformazione e ammodernamento dei beni strumentali.

RINNOVO

 ELIMINAZIONE: Il bene strumentale ha perso completamente le potenzialità produttive


(rottamazione);
 VENDITA O PERMUTA: Il bene strumentale ha ancora funzionalità produttive.

VITA

 VITA UTILE: Intervallo temporale entro cui il bene strumentale si mantiene valido;
 VITA FISICA: Intervallo temporale entro cui il bene strumentale può essere utilizzato in condizioni di
equilibrio economico.

UTILIZZO

 DEPERIMENTO FISICO – TECNICO: Fattori pluriennali materiali. Viene contrastato mediante le


manutenzioni ordinarie;
 OBSOLESCENZA: Un fattore è obsoleto quando non può essere utilizzato a causa del progresso
tecnico – s ie tifi o, del a ia e to ei gusti dei o su ato i o dell’e a azio e di
divieti/vincoli.

INCIDENZA ECONOMICA

 ORDINARIA: Mediante il processo di ammortamento;


 STRAORDINARIA: Mediante svalutazioni e rivalutazioni.

QUOTE DI AMMORTAMENTO

 ASPETTO ECONOMICO: Trasferimento graduale del valore dei fattori sulle produzioni e sul risultato.
La reintegrazione si realizza con i ricavi di vendita;
 ASPETTO FINANZIARIO: Ricostruzione graduale, tramite i ricavi, delle risorse finanziarie impiegate
ell’a uisizione dei fattori;
 APETTO PATRIMONIALE: Diminuzione graduale di valore delle immobilizzazioni. Attraverso un
processo di valutazione si determina il valore residuo da ammortizzare.

PIANO D’AMMORTAMENTO

Formato da:

 VALORE DA AMMORTIZZARE: Costo di acquisizione + oneri accessori - valore residuo di


eliminazione;
 VITA UTILE: Pe dete i a la isog a o side a e: l’o soles e za, appo ti o le alt e
immobilizzazioni, piani aziendali per il rinnovo, condizioni di utilizzo, fattori ambientali, politiche di
manutenzione;
 CRITERI E METODI DI RIPARTIZIONE: Ammortamento a quote costanti è il più diffuso perché di
fa ile appli azio e e agevola l’i te p etazio e dei valo i.
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CAPITOLO 9: EFFICACIA ED EFFICIENZA NEI PROCESSI DI PRODUZIONE


ASPETTI DELLA PRODUZIONE

 ASPETTO TECNICO: Processo di trasformazioni attraverso le quali si ottiene un prodotto;


 ASPETTO ECONOMICO: Viene espresso un giudizio di convenienza rispetto alla decisione della
produzione;
 ASPETTO MANAGERIALE: Bisogna gestire le risorse al fine di ottenere il controllo delle condizioni di
efficacia e di efficienza delle operazioni.

PROGRAMMAZIONE PRODUZIONE

L’azie da deve p og a a e la p oduzio e ui di deve:

 Garantire un continuo utilizzo della struttura produttiva;


 P odu e solo uello he l’azie da i grado di vendere;
 Rispettare i tempi di consegna.

CICLO DELLA LAVORAZIONE

E’ lo st u e to i fo ativo he p e isa la tipologia delle ope azio i e i te pi i ui svolge le pe otte e e


un prodotto.

CONDIZIONI DI EFFICACIA ED EFFICIENZA

 EFFICACIA: Capacità dell’azie da di o segui e gli o iettivi p edefi iti;


 EFFICIEN)A: Capa ità dell’azie da di utilizza e i odo otti ale le iso se.

CLASSI DI MISURAZIONE

 COSTI
 RENDIMENTI
 MI“URE DI QUALITA’ (per esempio, i resi in quanto riducono i ricavi) E FLE““IBILITA’ (per esempio,
l’a piezza della ga a di p odotto .

COSTO DI PRODUZIONE

E’ la so ato ia dei valo i dei fatto i i peg ati ei p o essi p oduttivi allo s opo di o segui e u isultato.
Si distinguono in:

 CO“TI DIRETTI: E’ possi ile att i ui li allo spe ifi o oggetto di costo (per esempio, le materie prime);
 COSTI INDIRETTI: Relativi a risorse utilizzate in comune da più oggetti di costo (per esempio, le
manutenzioni).

RIPARTIZIONE

Stima quantitativa della porzione di servizio utilizzata da ciascun oggetto di costo in modo tale da attribuire
una quota di costo indiretto proporzionale.

BASE DI RIPARTO
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E’ la g a dezza utilizzata pe sti a e la uota di fatto e p oduttivo a osto i di etto utilizzata dagli oggetti
di costo. Può essere:

 Su basi FISICHE: valori non numerari;


 Su basi MONETARIE: valori monetari.

COSTO TOTALE: COSTI FISSI + COSTI VARIABILI

COSTO UNITARIO: COSTI TOTALI

VOLUMI DI PRODUZIONE

CENTRO DI COSTO: Unità organizzativa che svolge una specifica attività.

La variabilità dei costi si determina in base ai COST DRIVER: rappresentano la causa del sostenimento dei
costi.

COSTI FISSI: Non variano al variare del volume di cost driver (per esempio, fitti).

COSTI VARIABILI: Variano al variare del volume di cost driver (per esempio, materie prime).

COSTI MISTI: Comprendono COSTI SEMIVARIABILI (composti da una quota fissa + quota variabile. Per
ese pio, osti telefo i i e CO“TI A “CALINI i e e ti di osti ell’a ea di ileva za .

CONFIGURAZIONI DI COSTO

Somma dei valori di costo al fine di ottenere informazioni economico – finanziarie utili per prendere delle
decisioni.

COSTO PRIMO: sommatoria delle materie prime, manodopera diretta, quote di ammortamento, lavorazioni
di terzi.

+ forza motrice, manodopera indiretta, servizi alla produzione

= COSTO INDUSTRIALE

+ costi relativi al processo manifatturiero, ad esclusione delle materie prime

= COSTO DI FABBRICAZIONE

+ costi generali commerciali

= COSTI DI COMMERCIALIZZAZIONE

+ osti d’a i ist azio e, ve dita, fi a ziari e oneri tributari

= COSTO COMPLESSIVO

ANALISI COSTI – VOLUMI – RISULTATI

Co se te di otte e e l’uguaglia za CO“TI – RICAVI (PUNTO DI EQUILIBRIO).

CF + CV = RT

CF sono i costi fissi; CV sono i costi variabili; RT sono i ricavi totali.


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Permette di individuare alternative di scelta relative alla gestione dei costi, modifica dei prezzi, volumi, costi
fissi e costi variabili.

RENDIMENTI

Sono la rappresentazione quantitativa dei risultati in termini fisico – tecnici relativ allo svolgimento del
processo produttivo.

Formula: VOLUMI DI OUTPUT

VOLUMI DI INPUT DI FATTORI IMPIEGATI

MARGINE DI CONTRIBUZIONE

Margine in quanto è una differenza; di Contribuzione perché indica in che misura il prezzo di vendita dei
prodotti contribuisce alla copertura dei costi fissi, una volta coperti i costi variabili.

Formula: PV – CU

PV è il prezzo di vendita; CU è il costo unitario.

Il margine di contribuzione aiuta nella scelta del MIX PRODUTTIVO. Bisogna vendere il prodotto con il
margine di contribuzione più elevato.
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CAPITOLO 10: CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AZIENDALE


EQUAZIONE ECONOMICA

Esp i e le o dizio i e essa ie affi h si ealizzi l’e uili io e o o i o.

Può essere:

 PARZIALE: Vengono presi in considerazione soltanto alcuni costi e ricavi;


 GLOBALE: Vengono presi in considerazione tutti i costi e ricavi.

Formula: ΣC+r=Σ R
C sta per costi; r sta per reddito; R sta per ricavi.

Scomponendo questa equazione abbiamo che la sommatoria dei costi è data dalla sommatoria dei fattori
p oduttivi il p ezzo d’a uisizio e. La so ato ia dei i avi data dalla so ato ia dei p odotti il
prezzo di ricavo.

Ha validità illimitata, può essere verificata nel breve e nel lungo periodo, è necessario che sia perseguibile
nel lungo periodo.

I a atte i dell’e uili io e o o i o so o:

 DINAMICO: Le componenti variano in continuazione;


 DUREVOLE: Deve valere nel tempo;
 PROBABILISTICO: Non è sicuro che viene raggiunto.

Le a ee dell’e uazio e pa ziale so o:

 CARATTERISTICA: Operazioni rivolte al conseguimento degli obiettivi della gestione tipica


dell’azie da;
 EXTRA – CARATTERISTICA: Operazioni che non rientrano ell’oggetto p i ipale dell’attività
aziendale (per esempio, locazione degli immobili);
 FINANZIARIA: P o essi di a uisizio e/ i o so di fi a zia e ti ua do l’azie da i hiede u
finanziamento dovrà corrispondere interessi e commissioni passive) e gestione della liquidità (i
dividendi pagati rappresentano il costo del capitale proprio). I ricavi provengono dalla concessione
di fi a zia e ti e dall’i vesti e to della li uidità in esubero l’azie da o p a azio i, o ligazio i,
titoli di Stato che generano proventi finanziari). Un risultato della gestione finanziaria negativa non
sig ifi a he l’azie da o i g ado di otte e e u ’utile;
 STRAORDINARIA: Operazioni legate ad eventi occasionali (per esempio furti, incendi). Qui
ritroviamo le plusvalenze e le minusvalenze;
 TRIBUTARIA: Ope azio i ivolte alla dete i azio e delle i poste. E’ u a gestio e he produce
uasi se p e osti e o i avi al assi o editi d’i posta . Le i poste se vo o pe a uisi e u
servizio che la Pubblica Amministrazione dovrebbe garantire.

Pe aggiu ge e l’e uili io e essa io e u e a e a he i CO“TI FIGURATIVI: o figurano nel conto


e o o i o pe ese pio, l’i p e dito e p esta la sua attività all’azie da a i u ia alla e u e azio e
ui di au e ta l’utile e appa e te e te l’azie da ha u isultato positivo a isog a o side a e te e
conto che non è avvenuta la remunerazione).
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L’azienda si dice in equilibrio economico quando raggiunge quattro risultati positivi:

1. RIS. ECONOMICO – FINANZIARIO: Economico (utile/perdita). Finanziario (entrate/uscite).


Normalmente nelle aziende le entrate non coincidono con i ricavi e le uscite non coincidono con i
costi;
2. RIS. COMPETITIVO: Si ha un risultato competitivo positivo quando l’azienda ottiene una crescita
della quota di mercato mentre il suo concorrente perde quote di mercato (per esempio, QUOTA
MERCATO 10%. Fatto 100 le vendite di auto in un Paese, 10 sono state vendute dalla FIAT. La FIAT
ha un risultato competitivo positivo se ha 11 % q.m. e la FORD da 15% passa a 13%);
3. RIS. SOCIALE: L’azienda deve soddisfare i bisogni sociali dei lavoratori;
4. RIS. DI SVILUPPO: Nel tempo l’azienda cresce.

Un’azienda in utile non è detto che sia in equilibrio economico (per esempio, un’azienda decide di vendere
tutte le immobilizzazioni. In questo modo realizza buoni ricavi quindi raggiunge l’utile. Ma l’utile è il
risultato di un anno, l’azienda non finisce con quell’anno ma continua e l’anno seguente si troverà nella
condizione di trovare i mezzi per fare la produzione, quindi deve ricomprarli. Questo significa avere costi
elevati e sicuramente, l’azienda, chiuderà in perdita).

Se un’azienda tutti gli anni è in utile (utile continuativo) raggiunge l’equilibrio economico nel medio/lungo
periodo.

Un’azienda in perdita non è detto che non raggiunga l’equilibrio economico (per esempio, un’azienda
appena nata, nella fase istituzionale, deve sostenere elevati costi d’istituzione quindi è probabile che in
quel periodo chiuda in perdita. L’azienda in quel momento si sta dotando di una struttura che le permetta
di competere sul mercato).

Se un’azienda tutti gli anni è in perdita (perdita continuativa) non raggiunge l’equilibrio economico nel
medio/lungo periodo.

L’EXTRA – REDDITO rappresenta il profitto minimo che l’imprenditore si aspetta.

EXTRA – REDDITO = RICAVI – COSTI EFFETTIVI (reale esborso monetario) – COSTI FIGURATIVI.

Gli indici che influiscono sull’equilibrio economico sono:

 ROE: Misura quanto il capitale proprio riesce a produrre in termini di utile. E’ un indicatore della
redditività e del grado di remunerazione del rischio. Formula: Reddito d’esercizio ;
Capitale proprio
 ROI: Misura quanto è redditizia la gestione caratteristica. E’ calcolato al fine di capire quanto
rendono gli investimenti. Formula: Reddito operativo .
Capitale proprio

Il legame tra il ROE e il ROI ci permette di calcolare la leva finanziaria.

EQUAZIONE FINANZIARIO – MONETARIA

AFFLUSSI > DEFLUSSI

Afflussi: flussi di cassa in entrata. Sono rappresentati dai ricavi, incasso di crediti, apporti di
capitale,accensione dei debiti, realizzi della gestione accessoria e disinvestimenti.
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Deflussi: flussi di cassa in uscita. Sono rappresentati dagli acquisti, pagamento dei debiti, rimborsi di
capitale, distribuzione degli utili, rimborsi di debiti ed investimenti.

In ambito di pianificazione bisogna considerare i deflussi derivanti dalla gestione tributaria e gli afflussi
derivanti dai crediti d’imposta. Plusvalenze e minusvalenze non si tengono in considerazione perché
variazioni economiche.

Lo squilibrio finanziario può avvenire per:

 STASI FINANZIARIE: E>U (Entrate > Uscite). Gli esuberi di liquidità che non trovano un investimento
nella gestione, non rappresentano una situazione di equilibrio perché quella liquidità potrebbe
essere impiegata per aumentare il reddito;
 PUNTE FINANZIARIE: E<U (Entrate<Uscite). Si ha nel momento in cui si esauriscono le scorte
monetarie iniziali. Si hanno dei ritardi nella stipulazione dei contratti di fornitura, ricorso a nuovi
finanziamenti e non si ha un rinnovo degli impianti.

I caratteri dell’equilibrio patrimoniale sono:

 DINAMICO: Le componenti variano in continuazione;


 IMMEDIATO: Non può venir meno in nessun momento.

Gli indici che incidono sull’equilibrio finanziario – monetaria sono:

 QUOZIENTE DI LIQUIDITA’: Liquidità iniziale + Liquidità differita


Passività a breve
 MARGINE DI DISPONIBILITA’: Attivo corrente – Passivo consolidato. Ci permette di capire come è
stato finanziato l’attivo circolante.

EQUAZIONE DEL CAPITALE

A=P+N

A rappresenta l’attivo; P rappresenta le passività; N rappresenta il Netto.

I caratteri dell’equilibrio patrimoniale sono:

 STATICO: E’ la fotografia in un dato momento della realtà;


 DUREVOLE: Deve valere nel tempo;
 IMMEDIATO: Non può venir meno in nessun momento.

Gli indici che influiscono sull’equilibrio patrimoniale sono:

 MARGINE DI STRUTTURA: Capitale proprio + Capitale permanente – Immobilizzazioni. Se negativo,


rappresenta una situazione di illiquidità pericolosa da gestire;
 QUOZIENTE DI AUTONOMIA FINANZIARIA: Capitale proprio .
Passività
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CAPITOLO 11: L’AZIENDA E L’AMBIENTE


L’azienda può assumere una:

 POSIZIONE PASSIVA: Si adatta al cambiamento;


 POSIZIONE ATTIVA: influenza il dinamismo delle forze sterne.

L’ambiente può essere:

 GENERALE: Definito da variabili di tipo politico, economico, culturale, che influenzano le operazioni
dell’azienda;
 SPECIFICO: Relativo agli scambi dell’azienda e i suoi mercati di sbocco.

STRATEGIA

E’ il modello adottato dall’azienda per ottenere il successo imprenditoriale. Definisce l’identità ed evidenzia
cosa fa o vuole fare, perché lo fa o lo vuole fare, come lo fa o lo vuole fare.

Abbiamo varie tipologie di strategia:

 ECONOMICO – FINANZIARIE: Decisioni di investimento, di finanziamento e distribuzione dividendi.


In questa categoria troviamo la CORPORATE: le aziende multi business lavorano in più aree di
business (segmenti di attività diversi in termini di clienti, prodotti e tecnologie). La capogruppo
gestisce i finanziamenti e ha maggior potere contrattuale. In generale, la Corporate rappresenta il
governo economico delle società di capitali;
 D’AFFARI: Ogni ASA (Area Strategica D’Affari) ha le proprie strategie competitive (acquisizione,
mantenimento e difesa del vantaggio concorrenziale). Possono essere: DIFFERENZIAZIONE DI
PRODOTTO (per esempio, aziende di moda) e LEADERSHIP DI COSTO (per esempio, Samsung);
 DI PORTAFOGLIO: Gestire un portafoglio di attività sfruttando le sinergie;
 SOCIALI: Mira ad ottenere un clima di consenso con gli interlocutori sociali;
 ORGANIZZATIVA: Definisce la struttura aziendale;
 DI CONSOLIDAMENTO: Rafforzare la posizione competitiva; A LIVELLO
 DI SVILUPPO: Ingresso in nuovi mercati; FUNZIONALE

ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO

Rappresenta la parte invisibile del disegno strategico. Riguarda i concetti di base della gestione ed
organizzazione definendo la filosofia dell’azienda.

Le domande a cui deve rispondere sono relative a:

 DEFINIRE IL CAMPO DI ATTIVITA’;


 DEFINIRE I FINI E GLI OBIETTIVI DI FONDO;
 CHIARIRE LA FILOSOFIA GESTIONALE ED ORGANIZZATIVA: Stabilire come l’azienda intende svolgere
la sua attività per perseguire gli obiettivi di fondo.

Questi tre aspetti si influenzano in maniera reciproca.

SISTEMA DELLE IDEE


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Rappresenta l’insieme delle rappresentazioni di fenomeni aziendali che devono essere coordinati al fine di
conseguire gli obiettivi gestionali.

Le idee possono essere:

 MANAGERIALI: Idee di successo o operative. Sono le rappresentazioni che puntano all’ottenimento


della massima funzionalità del sistema operativo;
 GUIDA: Idee di tipo imprenditoriale. Sono le rappresentazioni effettuate per migliorare le
condizioni operative aziendali.

FORMULA IMPRENDITORIALE

E’ il modello di analisi che classifica l’ambiente in sistema competitivo e sistema degli interlocutori sociali.

L’azienda deve avere una struttura coerente con il sistema di prodotto per ottenere un posto competitivo
però deve mediare anche con le forze contrapposte.

SCHEMA DI CONCORRENZA DI PORTER

CLIENTI: Hanno potere


contrattuale (sconti e
agevolazioni per non perderli)
PRODOTTI SOSTITUIBILI:
FORNITORI: Fornitori che offrono
Hanno potere CONCORRENTI DIRETTI prodotti simili o diversi che
contrattuale. soddisfano le esigenze del
mio prodotto.
POTENZIALI ENTRANTI: Soggetti che operano in
mercati simili al mio. Se entrano nel mio mercato
si crea differenziazione. E’ possibile solo se
l’azienda ha una struttura flessibile.
FATTORI FORMULA IMPRENDITORIALE DI SUCCESSO

 LUNGIMIRANZA DEL SOGGETTO ECONOMICO: Capacità di riuscire a capire come evolverà il


mercato e i bisogni dei clienti per offrire un prodotto che possa soddisfarli;
 VITALITA’ DEL CAPITALE DI RISCHIO: Capacità dell’azienda di attrarre capitale di rischio in modo tale
da avere più solidità e attrarre risparmiatori intenti ad investire nell’azienda (anche in termini
qualitativi mediante le idee);
 MANAGER COMPETENTI: Traducono l’idea in prodotto;
 FLESSIBILITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE;
 ORIENTAMENTO STRATEGICO DELLA GESTIONE: Costante attenzione verso l’innovazione. La
gestione deve essere orientata al cambiamento.

GOVERNO IMPRESE

 MULTINAZIONALI: L’o ga izzazio e osì pote te he il a age e t non è in grado di


condizionarla. La direzione è condizionata dall’o ga izzazio e;
 PICCOLE: Sono incapaci di incidere sull’ambiente esterno. Il management è inesistente. Sono
numerose in Italia.

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