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Economia aziendale
Prof: GIUSEPPE D'ONZA
Autore: martinapolo
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CAPITOLO 1: L’AZIENDA
ATTIVITA’ ECONOMICA
BENI ECONOMICI
FATTORI PRODUTTIVI
I fattori produttivi sono qualsiasi elemento in grado di forni e utilità all’attività di p oduzio e di e i e
servizi.
REQUISITI
Affinché un fattore produttivo sia ritenuto tale deve soddisfare dei requisiti:
CONDIZIONI PRODUTTIVE
Non sono fattori ma condizio i pe h a a o del e uisito dell’o e osità i ua to isulta diffi ile
esprimere in forma monetaria il loro valore. Sono rappresentate, per esempio, dalla buona reputazione sul
mercato e dalle conoscenze tecniche dei prodotti da realizzare. Sono condizioni in quanto si guadagnano
nel tempo senza essere acquistate.
INTERPRETAZIONI AZIENDA
ECONOMIA AZIENDALE
APERTO i ua to ha s a i o l’este o;
DINAMICO in quanto esiste ed è funzionante;
COMPLESSO in quanto ha molteplici elementi e molteplici relazioni tra gli elementi;
PROBABILISTICO in quanto è sottoposta costantemente a rischi che minacciano il perseguimento
degli obiettivi;
FINALIZZATO in quanto ha la capacità di pervenire ad un risultato.
REQUISITI DI AZIENDALITA’
“o o e essa i pe api e ua do u ’azie da può esse e defi ita tale. Devo o esse e p ese ti
congiuntamente.
CONDIZIONI OGGETTIVE:
CONDIZIONI SOGGETTIVE:
DURATA: per produrre ricchezza
VISIONE SISTEMICA: concezione
l’azie da ha isog o di ope a e el
di azienda come relazione tra
tempo, stabilendo relazioni con i
fattori che creano un valore
fornitori e clienti;
aggiunto;
“TATI D’ORDINE:
AUTONOMIA: se l’azie da
- SISTEMATICO: garantire il
dipende da altre aziende deve
coordinamento tra le operazioni
soddisfare anche le esigenze di
di gestione;
soggetti esterni che potrebbero
- COMBINATORIO: gestire la
essere diverse dalle sue;
quantità e la qualità dei fattori,
alt i e ti l’azie da p odu e ECONOMICITA’: apa ità di
diseconomicità; produrre ricchezza attraverso il
- DI COMPOSIZIONE: garantire il conseguimento di ricavi al netto
coordinamento tra forze interne dei costi.
ed esterne.
CICLI AZIENDALI
Tra le aziende private si distinguono le AZIENDE INDIVIDUALI (vengono poste in essere da un unico
individuo che ne fa propri gli utili, ne subisce le perdite e risponde delle obbligazioni contratte con i terzi) e
“OCIETA’ vie e posta i esse e da più i dividui .
In tutte le forme societarie i soci sono obbligati ad effettuare dei conferimenti e il valore complessivo di
quest’ulti i app ese ta il apitale so iale. Queste tipologie di so ietà so o a s opo lu ativo: ha o lo
scopo di conseguire utili.
Le società possono essere anche consortili (viene perseguito il vantaggio economico degli imprenditori
consorziati) e mutualistiche (lo scopo è quello di fornire ai soci beni, servizi, occasioni di vendita più
vantaggiose di quelle di mercato).
SOGGETTO ECONOMICO
Per Bertini il soggetto economico non riguarda soltanto la proprietà, ma un mix di:
Proprietà;
Capitale di comodo: rappresenta coloro che detengono la maggioranza. Può partecipare anche la
minoranza quando si istituiscono dei pool che unendo le forze possono prendere le decisioni;
Forze esterne;
Fattore lavoro: è difficile trovarlo in Italia;
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Nelle aziende individuali è il titolare, nelle società di persone è rappresentato da coloro che possono
esercitare i diritti di voto nelle assemblee, nelle società di capitali è rappresentato dai capitalisti che
detengono la maggioranza.
SOGGETTO GIURIDICO
Nella società di persone è la società e i soci acco a data i ed a i ist ato i. L’auto o ia pat i o iale
i pe fetta: se ’ u a situazio e di falli e to e la so ietà o i g ado di e u e a e le o ligazio i
tramite il capitale aziendale, si preleva una parte dal patrimonio dei soci che rispondono in misura dei loro
conferimenti.
Nelle so ietà di apitali la so ietà stessa. L’auto o ia pat i o iale pe fetta: i edito i o va ta o
alcun diritto nei confronti del patrimonio dei soci.
Dipe de da due otivi: uelli di a atte e fi a zia io, io l’esige za di o divide e l’appo to di apitale
proprio; quelli di tipo psicologico, cioè la disponibilità a condividere la gestione con i soci.
Per attività che richiedono un limitato investimento iniziale il ricorso alla forma giuridica ad autonomia
patrimoniale perfetta non è conveniente a causa degli adempimenti molto onerosi.
AGGREGAZIONI AZIENDALI
Sono qualsiasi forma di coesione o unione tra unità aziendali distinte sotto il profilo giuridico ed economico.
Alla base di qualsiasi aggregato aziendale si collocano gli accordi tra aziende mediante i quali si stabiliscono
relazioni di una certa durata che implicano una serie di obblighi di comportamento.
Legami tecnologici: condivisione del rischio connesso allo sviluppo di attività di ricerca e sviluppo;
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Legami produttivi: conseguimento di benefici delle economie di scala, incremento della capacità
produttiva, condivisione costi ed investimenti troppo onerosi per una sola azienda;
Legami commerciali: avere nuovi sbocchi sul mercato;
Altri legami: di tipo fiscale o tributari.
Gli accordi su base contrattuale si caratterizzano di vincoli relativi a determinate materie anziché tutta la
gestione e quasi sempre esiste un termine di scadenza (per esempio: associazioni in partecipazione,
franchising, consorzi, joint ventures).
Gli accordi informali nascono sulla base di legami natura produttiva o finanziaria (per esempio: rapporti che
as o o i seguito a p o essi di de e t a e to p oduttivo di u ’azie da di grandi dimensioni; legami di
natura personale tra i soggetti che gestiscono le diverse aziende coinvolte; i distretti industriali che sono
composti da un elevato numero di aziende connesse da relazioni di varia natura ma caratterizzate dalla
stessa localizzazio e geog afi a he att i uis e alle azie de u ’elevata si ila ità te i a, e o o i a, so iale
e culturale.
U ’alt a lassifi azio e data t a e uit a o di su ase pat i o iale e o e uit ag ee e t (accordi
che mancano di una partecipazione azionaria).
MOTIVAZIONI AGGREGAZIONI
Conseguimento di economie di scala: accordi tra aziende che svolgono attività simili;
Quasi integrazione verticale: accordi tra aziende che svolgono attività dissimili ma complementari
pe ese pio: la ost uzio e di u ’ope a pu li a ;
Conseguimento di economie di raggio d’azio e o di s opo : a o di t a azie de he svolgo o
attività dissimili e non complementari (processi di diversificazione).
GRUPPI AZIENDALI
CONTRATTUALISTICA: deriva da un accordo fra aziende che rinunciano ad una parte della loro
autonomia a favore del gruppo. Il potere di controllo può essere assegnato: ad una delle aziende;
ad un organo di direzione comune; ad un soggetto designato dalle aziende;
VINCOLISTICA: rapporti finanziari e/o commerciali in base alla portata del rischio che comportano
per una delle parti. Il rischio della gestione di u ’azie da può iflette si fo te e te sull’alt a.
Quest’ulti a può i hiede e delle fo e di tutela app ese tate dal o t ollo di etto: o i a dei
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o po e ti del o siglio d’a i ist azio e; i di etto: o o so alla defi izio e delle de isio i
della gestio e dell’azie da fi a ziata;
PARTECIPATIVA: scaturisce dai diritti di voto che consentono di scegliere i membri del consiglio di
amministrazione della partecipata.
Il lega e più se pli e si ha ua do l’azie da A o t olla di etta e te B pe h detiene
partecipazioni di maggioranza in B:
A B
U ’alt a pa te ipazio e si ha ua do A pa te ipa i di etta e te i C edia te B i ua to A
detiene partecipazioni di maggioranza in B e, a sua volta, B detiene partecipazioni di maggioranza in
C:
A B C
U ’alt a pa te ipazio e si ha ua do A pa te ipa di etta e te i B e C i ua to detie e delle
partecipazioni di maggioranza ma anche B detiene delle partecipazioni in C. quindi A controlla C
direttamente e indirettamente mediante B e B controlla C direttamente:
B C
U ’alt a pa te ipazio e uella e ip o a i ui A ha pa te ipazio i i B e B ha pa te ipazio i i A.
Affinché ci sia una partecipazione di questo tipo una delle due società deve avere il comando
dell’alt a:
A B
U ’alt a pa te ipazio e uella i ola e i ui A ha pa te ipazio i di aggio a za i B he a sua
B C
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MOTIVAZIONI GRUPPI
PER AREE FUNZIONALI: criterio: omogeneità delle operazioni da un punto di vista tecnico, cioè in
termini di risorse, fattori produttivi, conoscenze e competenze. Si vengono a creare le diverse
fu zio i azie dali he si disti guo o i fu zio i OPERATIVE si a atte izza o pe esse e
direttamente rivolte al perseguimento degli obiettivi. Sono: RICERCA E SVILUPPO;
APPROVVIGIONAMENTO; COMMERCIALE E MARKETING; PRODUZIONE) e funzioni DI SUPPORTO o
DI INTEGRAZIONE (favoriscono lo svolgimento delle attività caratteristiche. Hanno un legame
indiretto con la realizzazione del prodotto. Sono: 1.MANAGEMENT distinto in: PIANIFICAZIONE ED
ORGANI))A)IONE: defi i e gli o iettivi e le li ee d’azio e da ealizza e pe aggiu ge li e
CONTROLLO: verificare ogni mese in contabilità le vendite pianificate con quelle effettive mediante
il budget delle vendite. Se gli obiettivi non sono stati realizzati, il controllo indaga la causa per poter
intervenire. 2. FINANZA: ricerca le fonti di finanziamento più convenienti. 3. AMMINISTRAZIONE:
fase delle rilevazioni contabili mediante le quali si predispone il bilancio. 4. ORGANIZZAZIONE E
GESTIONE DEL PERSONALE: gestire le assunzioni, le attività amministrative e formative;
PER PROCE““I: ite io: o oge eità del fi e i teso o e o iettivo. C’ u ecupero della
p ospettiva o izzo tale ispetto alla p ospettiva ve ti ale dell’agg egazioni per aree funzionali. È
orizzontale perché si vengono a creare dei processi che richiedono la creazione di gruppi di lavoro
interfunzionali, infatti nella realtà le aziende sono strutturate per funzioni verticali ma funzionano
per processi orizzontali. Tra le tecniche manageriali segnaliamo: Total Quality Management e
Custo e “atisfa tio he pu ta o al oi volgi e to di tutta l’o ga izzazio e aziendale per
soddisfare i clienti; Activity Based Costing e Activity Based Management mirano al calcolo dei costi
e al perseguimento di efficacia ed efficienza. Con il termine attività si identificano classi di attività
inquadrate nella LOGICA CLIENTE-FORNITORE: i clienti sono diversi in base a cosa acquistano. Non
av e e se so u ’agg egazio e per funzioni i ua to isog a ave e u ’o ga izzazio e i te a i
base alle diverse esigenze dei clienti. Le modalità di vendita e la produzione risentono delle
esigenze dei clienti.
Pe p o esso s’i te de u ’i sie e di attività u i sie e di attività svolte utilizza do input per
otte e e u dete i ato output. Att ave so il a keti g l’azie da pu li izza i suoi p odotti e
ottiene degli ordini dai clienti i izia il p o esso di app ovvigio a e to e o segue l’o di e ai
for ito i e l’o di e di lavo o logisti a i e trata). Ottenuto il prodotto viene consegnato al cliente
(logistica in uscita).
PROCESSI DI FINANZIAMENTO
Ogni azienda per funzionare ha bisogno dei fattori produttivi tra cui il denaro. In base alla provenienza
distinguiamo:
FONTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO: de a o appo tato dal titola e o dai so i dell’azie da. La
e u e azio e avvie e edia te i divide di. Nel o e to i ui l’azie da li uida u a uota di u
socio che recede, si verificherà: - CASSA e – CAPITALE SOCIALE;
FONTI A TITOLO DI CAPITALE DI CREDITO: denaro apportato da soggetti esterni. La remunerazione
avviene mediante il pagamento degli interessi.
MODULO COMBINATORIO
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VALORI NUMERARI
CERTI: il valore dei beni è uguale al valore nominale. Ne fanno parte le disponibilità liquide: denaro
in cassa, c/c postale, c/c bancario. Sono liquide in quanto immediatamente utilizzabili;
ASSIMILATI: rappresentati da crediti e debiti di regolamento che sostituiscono movimenti di
capitale (valori numerari certi);
PRESUNTI: rappresentati da crediti e debiti espressi in moneta estera (al momento della
conversione il valore ottenuto dipende dal valore di cambio).
VALORI ECONOMICI
ECONOMICO-REDDITUALI: riferiti alle operazioni di gestione che concorrono alla formazione del
reddito (costi e ricavi);
ECONOMICO-FINANZIARI: debiti , crediti, capitale e relative movimentazioni.
FLUSSI
IMPIEGHI E FONTI
I pieghi: ualsiasi deflusso o a ato afflusso ope azio e he evita l’e t ata di ezzi fi anziari. Sono
rappresentati dai crediti e dai costi.
Fo ti: ualsiasi afflusso o a ato deflusso ope azio e he evita l’us ita di ezzi fi a zia i. “o o
rappresentati dal capitale, dai debiti e dai ricavi.
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I consumi fisici dei fattori danno luogo a flussi fisico-tecnici. I costi di utilizzazione dei fattori e il valore della
produzione realizzata danno luogo a flussi economico-reddituali.
REDDITO
REDDITO GLOBALE
E’ l’esp essio e del isultato e o o i o ife ito alla gestio e svolta du a te l’i te a vita dell’azie da.
Può essere calcolato con il metodo diretto: RICAVI TOTALI – COSTI TOTALI
REDDITO DI PERIODO
Esistono esigenze di amministrazione aziendale che impongono la determinazione del reddito di periodo.
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Quando non viene specificato il periodo a cui fa riferimento si sottintende il periodo amministrativo solare.
Può essere anche un periodo pluriennale (al fine di redigere il business plan) e infrannuale (il periodo
annuale viene suddiviso in più esercizi).
PRINCIPIO DI PRUDENZA
Nella determinazione del reddito bisogna tener conto soltanto di perdite (anche future e non certe) e degli
utili effettivamente realizzati.
PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA
RICAVO DI COMPETENZA
COSTO DI COMPETENZA
Se in quell’a o ha dato la sua utilità e ha pe esso all’azie da di otte e e u i avo di o pete za.
Costo materie disponibili – Rimanenze finali di materie = COSTO DI UTILIZZAZIONE DELLE MATERIE.
Le motivazioni che giustificano la scelta del costo come criterio base delle valutazioni di bilancio sono:
COSTO, gli utili in corso di formazione vengono iscritti nel prospetto del reddito solo quando sono
realizzati attraverso le vendite;
COSTO per la valutazione dei fattori produttivi in rimanenza e RICAVO FUTURO per la valutazione
della produzione realizzata e non venduta, gli utili/perdite in corso di formazione vengono iscritti
nel prospetto del reddito nel momento in cui termina il processo produttivo;
RICAVO FUTURO per la valutazione dei fattori produttivi in rimanenza e per la valutazione della
produzione realizzata e non venduta, gli utili/perdite in corso di formazione vengono iscritti nel
prospetto del reddito nel momento in cui inizia il processo produttivo.
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Nel ripa ti e l’utile i o so di fo azio e isog a adotta e u app o io o etto, i ua to l’azie da vie e
vista come un sistema di operazioni che forniscono tutte un contributo alla formazione del reddito.
Il criterio più corretto è lo storno di costo in quanto dà maggiore oggettività, verificabilità e comparabilità
dei valo i, a a he u a li itata ileva za dell’e o e.
Bisog a te e o to a he della sta ilizzazio e degli utili el te po, pe evita e di att i ui e all’ese izio
utili solo sperati che potrebbero non essere confermati.
CONTROLLO FINANZIARIO
Viene effettuato mediante un documento noto come RENDICONTO FINANZIARIO: raggruppa in relazione a
determinati obiettivi i flussi che sono intervenuti nella situazione patrimoniale.
CAPITALE
Il apitale d’i p esa, agli effetti della ilevazio e del eddito, u fo do di valo i – Zappa.
I caratteri sono:
Le considerazioni sul capitale valgono principalmente per il capitale di funzionamento: il capitale impiegato
ell’ese izio e he ui di fa riferimento ad una azienda in funzionamento.
I componenti del reddito sono valori – flusso: costi e ricavi; i componenti del capitale sono valori – stock:
valori monetari, finanziari ed economici.
L’azie da deve disporre in ogni momento della propria esistenza dei finanziamenti sufficienti a coprire gli
i vesti e ti i hiesti dalla gestio e, dove do se p e esse e ve ifi ata l’uguaglia za fo ti – impieghi.
Le fonti si distinguono in: finanziamenti e disinvestimenti. Gli impieghi si distinguono in: investimenti e
rimborsi di capitale.
STRUTTURALI: sono quelli destinati a permanere per lungo periodo in azienda (macchinari);
CORRENTI: sono quelli effettuati per dar luogo ad un unico ciclo produttivo (materie prime).
FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO
Si riferisce ad un certo intervallo temporale in quanto gli investimenti in produzione venduta e i rimborsi di
capitale consistono in operazioni che si susseguono continuamente.
Il fa isog o au e ta i ase all’au e to dei osti d’a uisto, alle ua tità dei fatto i p oduttivi e alla
riduzione della capacità di rientro dei fattori produttivi.
Anche le fonti soddisfano il fabbisogno di finanziamento e si distinguono in fonti interne (ricavi di vendita) e
fonti esterne (afflussi di iso se p ove ie ti dall’este o .
L’otte i e to di i avi pe esso p op io dalle ope azio i o piute utilizza do gli i vesti e ti utilizzati.
L’azie da svolge u a o ti ua ope a di t asformazione degli impieghi in fonti interne e queste permettono
di effettuare nuovi impieghi.
I ricavi di vendita coincidono con la velocità di rientro dei fattori produttivi e rappresentano gli afflussi di
de a o he p ove go o dallo svolgi e to dell’attività azie dale. No dete i a o se p e i ediate
entrate monetarie ma possono far sorgere un credito di regolamento. I ricavi di vendita sono una forma di
finanziame to ge e ata i te a e te all’azie da.
I costi aventi manifestazione finanziaria o costi monetari si hanno nel momento i ui l’azie da sostie e u
esborso di denaro.
L’autofi a zia e to lo do app ese ta u flusso o eta io lo do, l’autofi a zia e to etto app ese ta
un flusso monetario per costi d’ese izio. La diffe e za t a i due i dà il FLU““O MONETARIO NETTO Flusso
di cassa operativo o Cash flow).
Possia o disti gue e due dive se odalità pe al ola e l’autofi a zia e to:
I Costi senza manifestazione finanziaria (o costi non monetari) sono gli Ammortamenti (ripartizione del
osto plu ie ale pe il pe iodo di vita utile del e e. L’us ita si ve ifi ata ua do l’azie da ha a uistato
il bene) e gli Accantonamenti (in base al principio della prudenza, gli amministratori accantonano una parte
delle risorse finanziarie in un fondo apposito nel caso in cui non vengono riscossi i crediti. Non
app ese ta o u ’us ita pe h al o e to ’ solta to la eazio e di u fo do .
IN SENSO STRETTO: Sono riserve palesi in quanto sono rappresentate dagli utili accantonati a
riserva (Riserva legale, Riserva statutaria, Altre riserve);
OCCOLTE: Si hanno nel momento in cui vengono aumentati gli ammortamenti e gli accantonamenti.
Vengono trattenute più riso se o eta ie i azie da e si idu e l’utile. “o o o ulte i ua to o
si sa il motivo preciso per cui le quote di ammortamento e accantonamenti sono cresciute.
“e l’autofi a zia e to etto positivo sig ifi a he l’azie da i g ado di effettua e uovi investimenti
senza dover ricorrere a fonti esterne e rimborsare parte delle fonti esterne già acquisite; se
l’autofi a zia e to egativo sig ifi a he i i avi di ve dita o so o stati i g ado di op i e i osti
o eta i. I tale situazio e, l’azie da deve necessariamente acquisire nuove fonti esterne per fronteggiare
la ope tu a dei osti d’ese izio.
Lo scopo delle fonti esterne è quello di sostenere il fabbisogno di finanziamento che non è stato coperto
dalle fonti interne.
Possiamo distinguere:
delle persone dei soci. Ciascuna azione costituisce un complesso unitario di diritti e poteri. Sono
tutte uguali e attribuiscono uguali diritti e poteri e sono rappresentate da titoli circolanti che si
posso o t asfe i e da u so io all’alt o.
DEBITI: sono generalmente contratti nei confronti di soggetti non proprietari. La restituzione è
giuridicamente prevista e sono soggetti a rimborso ad una scadenza prefissata. Viene stabilita la
e u e azio e t a ite u saggio di i te esse he oltipli ato pe l’i po to dei apitali fo iti e la
durata del finanziamenti determina un interesse. Il rischio è limitato. Vengono distinti tra: DEBITI DI
FINANZIAMENTO (creditori spe ializzati i se vizi di p estito di de a o. Co po ta o u ’e t ata di
denaro. La durata può essere più o meno lunga. Hanno un costo esplicito rappresentato dal tasso di
interesse) e i DEBITI DI REGOLAMENTO (soggetti che assumono la qualifica di fornitori di fattori
p oduttivi spe ifi i. “ostituis o o u ’us ita di de a o he si sa e e avuta se il egola e to fosse
avvenuto per contanti e non a dilazione. Hanno scadenza nel breve periodo e il costo non è
prestabilito.
nominale), alla pari (valore uguale al valore nominale) e sotto la pari (valore inferiore del valore
nominale). Il rimborso viene effettuato mediante un piano di ammortamento.
Rappresenta le uscite monetarie necessarie per acquistare i fattori produttivi (Impieghi) mediante i ricavi, il
capitale proprio e il capitale di terzi.
∑ fxp / v = ∑ c
CICLO OPERATIVO: ope azio i he va o dall’a uisto dei fatto i fi o alla ve dita dei p odotti;
CICLO ECONOMICO: operazioni che vanno dal sostenimento del costo fino al conseguimento del
ricavo;
CICLO FINAN)IARIO: ope azio i he va o dal o e to i ui avvie e l’us ita al o e to i ui si
ottie e l’e t ata.
COMPARATIVA DEL COSTO DELLE FONTI: bisogna tenere in considerazione che il costo di un
finanziamento dipe de a he dalle p e ede ti de isio i fi a zia ie p ese dall’azie da ad
ese pio, se u ’azie da i passato ha i o so e essiva e te all’i de ita e to, si t ove à ella
situazio e i ui dov à o ispo de e tassi d’i te esse elevati . Le fo ti di fi a ziamento vanno a
op i e i fa isog i fi a zia i de iva ti dagli i vesti e ti e ui di l’a alisi deve te e o to dei
rendimenti degli investimenti. Oltretutto i finanziamenti si distinguono in base alla durata e alla
flessibilità;
ANALISI EVOLUTIVA DELLA STRUTTURA EVOLUTIVA: Gli investimenti strutturali danno luogo al
capitale immobilizzato, quelli correnti al capitale circolante. Le fonti tendenzialmente durevoli
devono andare a coprire gli investimenti strutturali. Se le passività a breve termine sono coperte
dagli i vesti e ti i ola ti e l’azie da ies e a a te e e u a suffi ie te apa ità di a ov a
delle fonti si potrà ridurre il rischio di tensioni finanziarie;
ANALI“I DELL’EFFETTO LEVA FINAN)IARIA: Può esse e i teso o e l’esa e degli i te ve ti
tendenti al controllo del grado di indebitamento al fine di ricevere quel livello capace di
assi izza e la edditività del apitale p op io. “e l’azie da sf utta la leva fi a zia ia vuol di e
prendere in prestito capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un
e di e to aggio e ispetto al tasso d’i te esse del fi a zia e to;
ANALI“I DEL GRADO DI ELA“TICITA’ FINAN)IARIA: l’elasti ità legata all’i sie e delle iso se
effettivamente disponibili per fronteggiare fabbisogni di finanziamenti non previsti.
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Della concorrenza sarebbe opportuno conoscere i punti di forza e di debolezza, le differenze tra la nostra
azienda e i concorrenti più forti e prevedere i comportamenti futuri.
Del e ato, l’azie da deve esse e i g ado di o os e e i uovi s o hi o lie ti da se vi e, uovi isog i
da soddisfare con lo stesso prodotto e nuovi prodotti con cui misurarsi.
MARKETING MIX
E’ la o i azio e dei quattro fattori fondamentali che rappresentano il sistema del marketing mix di
u ’azie da:
PRODOTTO: “o o o side ati p odotti o solo i si goli e i o se vizi ealizzati dall’i p esa, a
a he u i sie e di att i uti he l’a ui e te può g adi e i uanto capaci di soddisfare i propri
isog i. L’i sie e delle de isio i elative al p odotto p e do o il o e di politi a di p odotto. Il
po tafoglio p odotti app ese ta l’i sie e di li ee di p odotto p odotti o o oge eità te i o –
produttiva o di marketing). Nelle piccole imprese il product – mix è molto omogeneo
componendosi di una singola linea di prodotto, articolata al suo interno di prodotti abbastanza
omogenei tra di loro;
PREZZO: Il valore del prodotto non corrisponde al prezzo di vendita ma al valore percepito
dall’a ui e te, ui di l’i sie e delle a atte isti he fu zio ali, psi ologi he e di se vizio he
a atte izza l’offe ta del ve dito e. L’i sie e delle de isio i elative al p ezzo p e do o il o e di
politi a di p ezzo. U ’azie da p i e taker se assume un comportamento passivo nella fissazione
del prezzo; è price maker se assume un comportamento attivo nella fissazione del prezzo. Per
determinare il prezzo bisogna considerare la domanda, la concorrenza, gli strumenti del marketing
mix e la struttura dei costi;
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FASI DI VENDITA
1. ACQUI“I)IONE ORDINI: A uisizio i p esso l’azie da o p esso il lie te, di ette o a ezzo
rappresentanti, con ordini inviati per posta o per fax;
2. CONTROLLO AFFIDAMENTO CLIENTE: è rappresentato dal rispetto dei limiti di fido accordati al
lie te sulla ase dei segue ti ele e ti: “OLVIBILITA’ apa ità di fa f o te agli i peg i assu ti ,
PUNTUALITA’ DI PAGAMENTO valutata sulla ase di dati sto i i e POTEN)IALITA’ COMMERCIALE
(caratteristiche del cliente in termini di onestà e professionalità);
3. CONTROLLO DI“PONIBILITA’ PRODOTTI: QUANTITA’ E“I“TENTI IN MAGA))INO + CARICHI PREVI“TI
(ordini di acquisto indirizzati ai fornitori, ordini di lavorazione indirizzati ai reparti produttivi e ai
lavoranti esterni) – SCARICHI PREVISTI. Nei casi in cui la quantità disponibile non è sufficiente,
l’azie da può de ide e se evade e l’o di e pe ua tità pa ziali o ifiuta e;
4. EMI““IONE CONFERMA D’ORDINE: L’azie da si p edispo e pe la p epa azio e e la o seg a della
e e. Vie e e essa la o fe a d’o di e i uatt o opie: l’o igi ale va al lie te, u a opia al
agazzi o, u a opia all’uffi io fattu azio e e u a opia all’uffi io o e iale;
5. CONTROLLO AVANZAMENTO ORDINE;
6. EVASIONE ORDINI: comprende le operazioni di predisposizione e consegna dei prodotti.
“i o po e di due ope azio i: l’us ita dal agazzi o o elativo a i o della e e sul vetto e
commerciale ed il trasporto fino al luogo di destinazione stabilito.
Talvolta, le azie de de ido o di affida e l’i te a gestio e delle o seg e ad azie de spe ializzate i
operazioni di outsourcing.
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Modesto elevato
E’ oppo tu o selezio a e più fo ito i pe l’a uisto di u o stesso ate iale sia pe idu e il is hio di
dipendenza da un fornitore, sia per riuscire meglio ad affrontare situazioni impreviste di indisponibilità del
ate iale a uistato. Al o t a io, ave e po hi fo ito i app ese ta pe l’azie da la possi ilità di ave e
maggiore forza contrattuale.
L’azie da deve e a e di dispo e di fo itori competenti, competitivi e in grado di fornire beni e servizi
tecnologicamente avanzati.
FASI DI ACQUISTO
LOGISTICA IN ENTRATA
Deve essere emesso un documento interno (buono di carico) nel quale sono indicati anche i risultati dei
controlli:
La merce può essere accompagnata dal DDT (Documento Di Trasporto) oppure dalla fattura
accompagnatoria. Se la merce viaggia con DDT si ha il carico di magazzino ma non la rilevazione in
contabilità generale. Se la merce viaggia con fattura accompagnatoria si ha anche la rilevazione in
contabilità.
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TIPOLOGIE DI LAVORO
AREA LAVORO
Si compone:
Della RETRIBUZIONE: Dipende dal minimo contrattuale, dalle scelte di politica dei concorrenti e
dalle s elte dell’azie da;
Dei CONTRIBUTI “OCIALI: L’azie da ope a da sostituto d’i posta ve sa do agli enti di previdenza e
assistenza le ritenute al fine di garantire una copertura pensionistica e sanitaria;
Dei CONTRIBUTI A““ICURATIVI: L’azie da ve sa ad appositi e ti le ite ute al fi e di tutela e il
dipendente in caso di infortuni sul lavoro e malattie professionali;
Del TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO: Costo aggiu tivo ispetto all’a o ta e delle et i uzio i
lo de e ogate e sil e te. Rapp ese ta u ’i de ità p evista dalla legge da e oga e al lavo ato e
al momento della cessazione di un rapporto di lavoro subordinato;
CONTRIBUTI VERSATI A FONDI PENSIONE: Strumenti volti a produrre rendite pensionistiche
aggiuntive a quelle di base.
CARATTERISTICHE
Si ha un esborso anticipato e a lento rigiro: il recupero avviene gradualmente nel tempo mediante le quote
di ammortamento.
PROCESSI DI ACQUISIZIONE
Bisogna stabilire:
MANUTENZIONI
Possono essere:
ORDINARIE: Si effettua una verifica del funzionamento del bene e si adottano dei provvedimenti
per garantire il miglior funzionamento;
STRAORDINARIE: Operazioni di modifica, trasformazione e ammodernamento dei beni strumentali.
RINNOVO
VITA
VITA UTILE: Intervallo temporale entro cui il bene strumentale si mantiene valido;
VITA FISICA: Intervallo temporale entro cui il bene strumentale può essere utilizzato in condizioni di
equilibrio economico.
UTILIZZO
INCIDENZA ECONOMICA
QUOTE DI AMMORTAMENTO
ASPETTO ECONOMICO: Trasferimento graduale del valore dei fattori sulle produzioni e sul risultato.
La reintegrazione si realizza con i ricavi di vendita;
ASPETTO FINANZIARIO: Ricostruzione graduale, tramite i ricavi, delle risorse finanziarie impiegate
ell’a uisizione dei fattori;
APETTO PATRIMONIALE: Diminuzione graduale di valore delle immobilizzazioni. Attraverso un
processo di valutazione si determina il valore residuo da ammortizzare.
PIANO D’AMMORTAMENTO
Formato da:
PROGRAMMAZIONE PRODUZIONE
CLASSI DI MISURAZIONE
COSTI
RENDIMENTI
MI“URE DI QUALITA’ (per esempio, i resi in quanto riducono i ricavi) E FLE““IBILITA’ (per esempio,
l’a piezza della ga a di p odotto .
COSTO DI PRODUZIONE
E’ la so ato ia dei valo i dei fatto i i peg ati ei p o essi p oduttivi allo s opo di o segui e u isultato.
Si distinguono in:
CO“TI DIRETTI: E’ possi ile att i ui li allo spe ifi o oggetto di costo (per esempio, le materie prime);
COSTI INDIRETTI: Relativi a risorse utilizzate in comune da più oggetti di costo (per esempio, le
manutenzioni).
RIPARTIZIONE
Stima quantitativa della porzione di servizio utilizzata da ciascun oggetto di costo in modo tale da attribuire
una quota di costo indiretto proporzionale.
BASE DI RIPARTO
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E’ la g a dezza utilizzata pe sti a e la uota di fatto e p oduttivo a osto i di etto utilizzata dagli oggetti
di costo. Può essere:
VOLUMI DI PRODUZIONE
La variabilità dei costi si determina in base ai COST DRIVER: rappresentano la causa del sostenimento dei
costi.
COSTI FISSI: Non variano al variare del volume di cost driver (per esempio, fitti).
COSTI VARIABILI: Variano al variare del volume di cost driver (per esempio, materie prime).
COSTI MISTI: Comprendono COSTI SEMIVARIABILI (composti da una quota fissa + quota variabile. Per
ese pio, osti telefo i i e CO“TI A “CALINI i e e ti di osti ell’a ea di ileva za .
CONFIGURAZIONI DI COSTO
Somma dei valori di costo al fine di ottenere informazioni economico – finanziarie utili per prendere delle
decisioni.
COSTO PRIMO: sommatoria delle materie prime, manodopera diretta, quote di ammortamento, lavorazioni
di terzi.
= COSTO INDUSTRIALE
= COSTO DI FABBRICAZIONE
= COSTI DI COMMERCIALIZZAZIONE
= COSTO COMPLESSIVO
CF + CV = RT
Permette di individuare alternative di scelta relative alla gestione dei costi, modifica dei prezzi, volumi, costi
fissi e costi variabili.
RENDIMENTI
Sono la rappresentazione quantitativa dei risultati in termini fisico – tecnici relativ allo svolgimento del
processo produttivo.
MARGINE DI CONTRIBUZIONE
Margine in quanto è una differenza; di Contribuzione perché indica in che misura il prezzo di vendita dei
prodotti contribuisce alla copertura dei costi fissi, una volta coperti i costi variabili.
Formula: PV – CU
Il margine di contribuzione aiuta nella scelta del MIX PRODUTTIVO. Bisogna vendere il prodotto con il
margine di contribuzione più elevato.
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Può essere:
Formula: ΣC+r=Σ R
C sta per costi; r sta per reddito; R sta per ricavi.
Scomponendo questa equazione abbiamo che la sommatoria dei costi è data dalla sommatoria dei fattori
p oduttivi il p ezzo d’a uisizio e. La so ato ia dei i avi data dalla so ato ia dei p odotti il
prezzo di ricavo.
Ha validità illimitata, può essere verificata nel breve e nel lungo periodo, è necessario che sia perseguibile
nel lungo periodo.
Un’azienda in utile non è detto che sia in equilibrio economico (per esempio, un’azienda decide di vendere
tutte le immobilizzazioni. In questo modo realizza buoni ricavi quindi raggiunge l’utile. Ma l’utile è il
risultato di un anno, l’azienda non finisce con quell’anno ma continua e l’anno seguente si troverà nella
condizione di trovare i mezzi per fare la produzione, quindi deve ricomprarli. Questo significa avere costi
elevati e sicuramente, l’azienda, chiuderà in perdita).
Se un’azienda tutti gli anni è in utile (utile continuativo) raggiunge l’equilibrio economico nel medio/lungo
periodo.
Un’azienda in perdita non è detto che non raggiunga l’equilibrio economico (per esempio, un’azienda
appena nata, nella fase istituzionale, deve sostenere elevati costi d’istituzione quindi è probabile che in
quel periodo chiuda in perdita. L’azienda in quel momento si sta dotando di una struttura che le permetta
di competere sul mercato).
Se un’azienda tutti gli anni è in perdita (perdita continuativa) non raggiunge l’equilibrio economico nel
medio/lungo periodo.
EXTRA – REDDITO = RICAVI – COSTI EFFETTIVI (reale esborso monetario) – COSTI FIGURATIVI.
ROE: Misura quanto il capitale proprio riesce a produrre in termini di utile. E’ un indicatore della
redditività e del grado di remunerazione del rischio. Formula: Reddito d’esercizio ;
Capitale proprio
ROI: Misura quanto è redditizia la gestione caratteristica. E’ calcolato al fine di capire quanto
rendono gli investimenti. Formula: Reddito operativo .
Capitale proprio
Afflussi: flussi di cassa in entrata. Sono rappresentati dai ricavi, incasso di crediti, apporti di
capitale,accensione dei debiti, realizzi della gestione accessoria e disinvestimenti.
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Deflussi: flussi di cassa in uscita. Sono rappresentati dagli acquisti, pagamento dei debiti, rimborsi di
capitale, distribuzione degli utili, rimborsi di debiti ed investimenti.
In ambito di pianificazione bisogna considerare i deflussi derivanti dalla gestione tributaria e gli afflussi
derivanti dai crediti d’imposta. Plusvalenze e minusvalenze non si tengono in considerazione perché
variazioni economiche.
STASI FINANZIARIE: E>U (Entrate > Uscite). Gli esuberi di liquidità che non trovano un investimento
nella gestione, non rappresentano una situazione di equilibrio perché quella liquidità potrebbe
essere impiegata per aumentare il reddito;
PUNTE FINANZIARIE: E<U (Entrate<Uscite). Si ha nel momento in cui si esauriscono le scorte
monetarie iniziali. Si hanno dei ritardi nella stipulazione dei contratti di fornitura, ricorso a nuovi
finanziamenti e non si ha un rinnovo degli impianti.
A=P+N
GENERALE: Definito da variabili di tipo politico, economico, culturale, che influenzano le operazioni
dell’azienda;
SPECIFICO: Relativo agli scambi dell’azienda e i suoi mercati di sbocco.
STRATEGIA
E’ il modello adottato dall’azienda per ottenere il successo imprenditoriale. Definisce l’identità ed evidenzia
cosa fa o vuole fare, perché lo fa o lo vuole fare, come lo fa o lo vuole fare.
Rappresenta la parte invisibile del disegno strategico. Riguarda i concetti di base della gestione ed
organizzazione definendo la filosofia dell’azienda.
Rappresenta l’insieme delle rappresentazioni di fenomeni aziendali che devono essere coordinati al fine di
conseguire gli obiettivi gestionali.
FORMULA IMPRENDITORIALE
E’ il modello di analisi che classifica l’ambiente in sistema competitivo e sistema degli interlocutori sociali.
L’azienda deve avere una struttura coerente con il sistema di prodotto per ottenere un posto competitivo
però deve mediare anche con le forze contrapposte.
GOVERNO IMPRESE