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C’è un'altra figura del collegio di sociologia legata alla figura di Mauss: George
Bataille, il quale si collega ai discorsi a proposito del saggio sul dono di Mauss.
Mauss aveva scritto del saggio sul dono che le forme più antiche di scambio non
consistono in uno scambio utilitario perché, come nel caso del Kula e Potlac,
abbiamo forme di scambio che comportano caratteristiche non utilitarie e non
razionali (in particolare in quello del Potlac l’elemento principale è lo spreco
che ha conseguenze gerarchiche). Bataille riprende l’idea dello spreco e da uno
sviluppo singolare: le dinamiche della società non si spiegano con il concetto
dell’utile e del razionale. Così introduce un nuovo concetto per spiegare le parti
non razionali e non utili: dépense traducibile con spesa con l’idea di un
dispendio improduttivo (= spreco).
Spiega la necessità di questo tema all’interno della società con un discorso filosofico
diverso da Mauss secondo cui le cose devono essere considerate non dal punto di
vista del mondo con risorse limitate ma dal punto di vista del cosmo (cita l’esempio
del sole come energia inesauribile che si espande e trova degli ostacoli, deve quindi
essere canalizzata per usufruirne, ma a questo punto si riduce e soprattutto se si
accumula può esplodere.) Bataille dice che “per evitare questa accumulazione va
dilapidata, quindi sprecata”, un dispendio di energie gratuite per garantire
l’equilibrio cosmico.
In cosa consiste la dépense? Nella nostra società si fanno delle cose che non servono
a niente (cita una frase di Bataille dove elenca tutti gli sprechi “il lusso, i lutti, le
guerre, i culti, le costruzioni di monumenti suntuari [da sumptus, sumere= comprare]
i giochi, gli spettacoli, le arti, l’attività sessuale perversa [deviata dalla finalità
genitale o procreativa]). Queste cose non sono ben viste dalla società, maledette
tanto che scriverà l’opera “la partie maudite”. Dal punto di vista della religione è
interessante perché la logica del religioso non è mai dell’utile o per lo meno lo può
essere ma poi sfugge. Con il concetto di dépense si vede come il concetto di spreco
di Mauss trova uno sviluppo.
Un’ ultima prospettiva, diversa da queste perché non fa parte della stessa tradizione,
è sostenuta da Lévy-Bruhl (1857-1939) egli ha sempre avuto una posizione diversa
rispetto alle ideologie francesi. Ha introdotto una nuova idea e cioè quello secondo
cui il pensiero primitivo è un pensiero diverso dal nostro, per tutta la tradizione
dell’antropologia il presupposto era che la mente funzionasse ugualmente anche se la
mente del primitivo era più bambina, volgare. Per Lévy-Bruhl c’è una differenza
qualitativa tra le due menti, la mente primitiva è caratterizzata da un pensiero
prelogico (non possiedono le capacità logiche e razionali) per cui non possiedono i
principi della nostra (non contraddizione o di causalità). Il pensiero prelogico
funziona seconda una legge che chiama di partecipazione ( tutte le cose sono legate
anche se non hanno un legame di causa-effetto contiguità, come se tutto il mondo
fosse una rete), non è una partecipazione evidente bensì nascosta infatti viene
chiamata partecipazione mistica (misteriosa, nascosta). E’ un’idea evoluzionista
perché con il progresso la mentalità prelogica scompare, questo fu criticato perché
considerato meccanico e anteriore, Lévy-Bruhl risponde con dei carnets pubblicati
postumi dove cambia idea e ritiene che la mentalità prelogica con la partecipazione
mista e la mentalità logica non siano due fasi consecutive bensì due componenti del
modo di pensare dell’uomo che esistono a tutti i livelli di civiltà, così quando
tendiamo ad agire in un senso non conforme a quello che la logica vorrebbe è in
azione la mentalità prelogica e la legge di partecipazione che si affiancano alla
mentalità logica. Con questa legge vengono spiegate anche delle attività che
altrimenti non sarebbero spiegabili su base logica.
Su questa posizione si scontreranno poi altri studiosi che ritengono che non ci
possono essere due modi di agire ma ritornano all’idea dell’antropologia
tradizionale.