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STORIA DELLE RELIGIONI

le religioni sono tantissime,in numero difficile da quantificare, e difficile classificarle e


delimitarle. Non e facile descrivere le religioni se non rimanendo in superficie. Cercheremo di
avere concetti categorie e strumenti per studiare le religioni non descrivendole una ad una ma
cercando di capirle autonomamente, bisogna però capire come tali religioni sono state studiate
dall'ultimo quarto dell'ottocento sino ad oggi. Storia delle religioni trae contenuti da
linguistica,sociologia,antropologia,linguistica,teologia,psicologia. Pero ha una sua autonomia
con caratteri distintivi ovvero individuazione di oggetti specifici con una propria metodologia.
L'oggetto e la religione. La religione ha diverse definizioni in base anche agli autori che ne
parlano. In via preliminare religione etimologicamente deriva da religio in latino. 3 terminologie
principali : la prima riguarda cicerone nel 1 secolo a.c secondo il quale religione deriva da
relegere che significa scegliere di nuovo. Nel termine cicerone vede cura,attenzione nello
svolgimento di un atto. Il prefisso re implica una ripetizione,che si collega ai riti religiosi in cui
avviene la ripetizione di un atto con molta cura. I riti religiosi dovevano essere svolti
perfettamente, nel migliore dei modi. Si spiega se pensiamo che i romani credevano in un
rapporto tra dei e uomini che esprimevano con i termini:Pax deorum. Pax significa pace ma
all'origine c'e anche il patto,un accordo che vincolava uomini e dei secondo il quale ricevevano
protezione dagli dei ma dovevano compiere con cura e attenzione i riti,soprattutto quello del
sacrificio. Pax deorum e l'equilibrio dell'universo. I riti venivano ripetuti perche dovevano
essere perfetti per il mantenimento dell'accordo e della pace. Seconda etimologia: Lattanzio
scrittore cristiano tra il 3 e il 4 secolo d.c, religio deriva da religare che significa legare nel
senso di rilegare in italiano per esempio. La religione quindi lega gli uomini e gli dei. Tale
risposta e piu coerente con il cristianesimo. Gli studiosi considerano la piu probabile la prima
perche coerente con la religione cristiana. La terza viene da masurio sabino,scrittore del 1
secolo a.c secondo cui religione deriva da relinquere,cioe lasciare. La religione lascia
all'esterno,separa. Tale idea si collega all'idea di religione come separazione tra sacro e profano.
Questa terza si ritrova nella definizione sociologica piu importante di religione. La storia delle
religioni ha un suo metodo: e una disciplina comparativa che effettua paragoni, ad esempio i
rituali come i sacrifici (gli ebrei che sacrificano l'agnello) si somigliano e vengono paragonati
partendo dalle loro somiglianze ponendosi il problema del perche avvengono tali sacrifici in
varie societa. Cio accade anche con i simboli. Paragona religioni differenti in contesti differenti
per capire somiglianze,differenze e conclusioni. La storia delle religioni e una disciplina storica
che la distingue dalla teologia che riguarda lo studio delle religioni in una prospettiva
confessionale cioe di fede e di adesione ad una religione. Il teologo studia la religione dal suo
interno, la storia delle religioni dall'esterno. Non e neanche come scienze delle religioni che la
studiano come oggetto esterno, esempio antropologia delle religioni. La storia delle religioni usa
tali scienze per una visione piu completa della religione. Parte anche da un idea di pluralita dei
suoi oggetti. Non sappiamo quando nasce la storia delle religioni se non dal momento in cui le
civilta si interrogano su altre religioni. La disciplina scientifica si manifesta negli ultimi 25 anni
dell'ottocento, il fondatore e Friedrich Max Muller che nasce nel 1832 e muore nel 1917. era
tedesco e si interessava alla linguistica,disciplina da cui poi nasce la storia delle religioni. La
linguistica comparata era la piu sviluppata ;tale comparazione portava somiglianze tra le
lingue,legate tra loro e appartenenti a diverse famiglie. La famiglia indoeuropea
(latino,greco,antico persiano,sanscrito) e una di quelle che e stata individuata. Muller studia le
lingue indoeuropee e si interessa alla parte piu antica dei Veda ovvero i testi sacri dell'india; per
lui era un lavoro di ricostuzione e traduzione che e il lavoro dei filologi che si occupano di
redarre i testi antichi. Tali testi pero sono manoscritti diversi tra loro,li paragona e con varie
tecniche ricostruiscono la forma piu autentica. Tale lavoro viene fatto da muller a Parigi ma
quando vuole fare l'edizione critica ha bisogno dei testi per fare dei paragoni che in realta si
trovano in inghilterra. Si trasferisce dunque ad oxford ma per problemi economici si reca
dall'ambasciatore di prussia esponendo la situazione per proseguire gli studi. Gli trova un
finanziamento da un ente britannico “la compagnia delle indie orientali”, il che e interessante
perche tale ente era la societa che gestiva il traffico con le colonie, fa da mediatore per l'impresa
coloniale di muller. Cio ci mostra che la storia delle religioni nasce anche da caratteri di
interesse coloniale poiche il colonialismo necessitava la conoscenza dei popoli che gli
interessavano e su cui voleva agire. L'interese per le popolazioni altre ci spiega come sia
antropologia che storia delle religioni nascano dalla massima potenza coloniale e dunque hanno
stampo britannico. Non sono pero imprese coloniali anche perche max muller stimava l'india ed
era interessato alla cultura e non alle operazioni di colonialismo o sfruttamento. Metteva sullo
stesso piano cultura indiana e britannica. Muller lavora questa edizione critica dei veda ed
applica la linguistica comparata alla storia delle religioni studiando i termini e i discorsi
religiosi. Crea un opera di sistematica comparazione dei nomi degli dei che lo porta ad una
concezione che si sintetizza con l'espressione latina “nomina numina” cio significa che i nomi
degli dei sono collegati a cio che sono gli dei stessi, dunque per capire chi sono gli dei
bisognava studiare i loro nomi. Si rilevano considerazioni errate tranne che per zeus, che
paragona lo zeus greco con altre divinita indoeuropee che hanno tutti la stessa radice. Tale
radice ha a che fare con il concetto della luminosita. Muller con tale metodo comparativo
identifica le divinita indoeuropee come fenomeni celesti. Studia anche i discorsi religiosi e
pensa che il mito sia la malattia del linguaggio poiche non ha valore in quanto tale ma e
espressione di verita fisiche delle quali non si ricorda e che si scambia con il divino. Esempio
apollo e dafne. Dafne sfugge da apollo e mentre apollo la afferra lei si trasforma in un ramo
d'alloro. Secondo muller apollo e il sole,entita celeste. Dafne rappresenta l'aurora, cioe il sorgere
del sole. Dafne si trasforma in alloro quando il sole la tocca e l'alba che non e mai compresente
con il sole. Per muller il mito e l'insieme di varieta linguistiche di cui dimenticando il significato
sono state scambiate con il divino. La prospettiva di muller e razionalista e positivista. La
concezione negativa del mito non corrisponde alla sua considerazione della religione. Si
possono comparare solo civilta affini perche la comparazione ha senso solo per civilta
indoeuropee. Questo rappresenta un limite. La filologia comparata da un lato e l'antopologia
dall'altro. L'antropologia e un modello comparativo che va oltre i limiti linguistici e culturali per
potersi esercitare su tutte le produzioni culturali. Si impone in gran bretagna l'antropologia
classica che e molto importante per la nascente storia delle religioni. L'antropologia nasce come
interesse di studio spiccato nei confronti delle popolazioni altre che e condizionato dagli
interessi coloniali della gran bretagna. Le caratteristiche dell'antropologia classica sono diverse.
Per prima cosa si studiano le civilta altre secondo gli stessi parametri e l'idea dell'uniformita
delle popolazioni primitive. Si ritiene che le civilta orali siano dello stesso genere di quelle
primitive. Si impone il concetto di uomo primitivo che agisce all'interno delle civilta orali.
Prima si chiamavano civilta selvagge con tono dispregiativo,intesi come coloro dove la civilta
non era ancora arrivata. I primitivi sono tutti uguali tra loro con lo stesso tipo di cultura. Dunque
primo presupposto dell'antropologia e l'uniformita del primitivo cioe la mente umana funziona
per tutti allo stesso modo dunque i primitivi fanno funzionare la mente in modalita analoghe con
uguali processi culturali. La seconda caratteristica dell'antropologia classica e quela
dell'evoluzionismo. Il contesto culturale era un contesto in cui si era sviluppato l'evoluzionismo
e il tema si impone anche in ricostruzione antropologica. Non e evoluzionismo di Darwin,
intendiamo l'idea che tutte le civilta attraersano fasi che sono sempre le stesse ed evolutive.
Esistono dunque gradini evolutivi uguali indipendentemente da luogo e tempo in cui
avvengono. Valgono dunque per tutti. Tali gradini sono in una scala di tipo evolutivo partendo
da situazioni semplici via via piu complesse. Tale processo implica la superiorita per le civilta al
vertice del progresso. La conseguenza di questo tipo di impostazione e la ricerca dell'origine. Se
non troviamo il momento di partenza non riusciamo a capirci niente. La ricerca della fase
originaria e il motivo dominante di questa fase dell'antropologia. Nel concetto di origine infatti
c'e qualcosa di valoriale cioe capire il vero significato, cio e stato stigmatizzato da Marc Bloch
che ha parlato dell'ossessione delle origine come caratteristica culturale. Significa che si cerca
sempre del momento originario ma per bloch dal punto di vista storico non ha importanza. Se il
momento delle origini e importante diventa importante anche l'avvicinamento alla societa. Dal
punto di vista culturale abbiamo positivismo con la prevalenza della ragione in grado di
spiegare tutto e l'evoluzionismo. Cio ci porta alla spiegazione della religione e cio ci viene
formito da Tylor (1832-1917) che si chiede la forma originaria della religione e risponde
pensando ad un uomo primitivo che fa le sue esprienze per arrivare ad una forma di reigione. La
prima e l'esperienza del sonno,la seconda della morte. Entrambe danno l'idea che esista un
corpo e un anima. Nel sonno il corpo e immobile ma esiste un attivita. Ci sono dunque realta
corporea e una non corporea. Nella morte il corpo vitale diventa inerte e la vitalita si distacca da
corpo e assume autonomia. Tutto cio fa pensare all'esistenza di una realta corporea e non
corporea inducendo a credere nell'esistenza di un anima. Da cio si pensa che anche le atre cose
abbiano un anima. Il passo successivo e ritenere che tutto il cosmo sia animato da anime
individuali. Tale posizione e l'animismo. Se ognuno ha un anima dopo la morte l'anima di
distacca ed esiste indipendente dal corpo. Si impone l'idea di anima indipendente dal corpo,
dall'animismo (religione orginaria)nasce il politeismo(evolutiva), dal politeismo nasce il
monoteismo (forma finale). All'idea dell'evoluzione si collega l'idea delle sopravvivenze. Ogni
teoria evolutiva presuppone che si passi da uno stadio all'altro. Lo sviluppo della religione da
uno stadio all'altro puo causare dei problemi,cioe non tutto cio che e animista scompare nel
politeismo e cio che e politeista non scompare del tutto nel monoteismo. Ci possono essere
dunque dei residui. La sopravvivenza e qualcosa che dallo stadio precedente rimane nello stadio
attuale ma non integrandosi, costituisce un elemento non integrato. E la stessa cosa dei fossili
viventi. L'idea delle sopravvivenze e fondamentale per lo studio degli evoluzionisti perche
quando non sappiamo lo stadio precedente si ricercano le sopravvivenze (esempio religione
greca a noi pervenuta come politeista, si ricerca l'animismo per esempio nel fumo dei sacrifici).
Culto dei santi puo essere un residuo politeista in societa monoteista. Nel passaggio da uno
stadio ordinario all'altro gli antropologi cercano di dare diverse risposte, il successore di tylor fu
marett (1866-1943) alla cattedra di oxford e parlo di pre animismo che consisteva nel credere
che le anime indivuali siano una specificazione di un anima piu generale. All'origine delle
religioni c'era un'entita indifferenziata che pervade tutte le cose e si individualizza nella fase
animista successiva. Tale enegia si chiama mana, deriva dalla cultura della melanesia. Il mana
rappresenta un po l'energia elettrica,un flusso indifferenziato. Si sviluppa anhe un altra ipotesi
sull'origine della religione che e il totemismo. Tale concetto e intrdotto da McLennan (1827-
1881). prende il concetto dalla cultura dei nativi americani dei grandi laghi. In tale prospettiva il
concetto dei totem indica un modo generale di concepire la religione. Il totemismo e un
principio di organizzazione sociale cioe societa divise in clan e ogni clan e diverso dall'altro.
Ciascun clan si riferisce ad un animale,vegetale o oggetto che funge da simbolo dell'identita e
della coesione. Il totem e l'antenato comune. In ogni clan ci sono 2 regole: divieto di unirsi in
matrimonio nello stesso clan (esogamia) ; proibizione dell'uccisione dell'animale totemico.
Dalla coesione sociale dipendono gli scambi con altri clan totemici. Il principio del totemismo
si trova ad una fase primitiva. Un'altra forma di religione originaria e la magia. Da queste
considerazioni nella storia delle religioni il modello della filologia comparata di muller e
l'antropologia classica si fondono; da tale fusione nascono le forme pioneristiche di storia delle
religioni nella seconda meta dell'800 poi nel 900. tale fusione di prospettive prevede che si
usino i concetti dell'antropologia per studiare anche le civilta antiche. Vengono dunque studiate
le religioni antiche con i concetti di Mana, di totemismo e di magia. 2 casi di forme
pioneristiche di storia delle religioni:Robertson Smith (1846-1894), era uno scozzese pastore
protestante,professore di ebraico. Ha scritto un libro “le religioni dei semiti”. E molto
interessato alla civilta ebraica che ha come rituale il sacrificio. Smith cerca il punto
caratterizzante della civilta ebraica per cui contava non il mito ma il rito, praticato nel tempio di
gerusalemme e alla distruzione del tempio hanno smesso di praticarlo. L'origine del rituale del
sacrificio ebraico e difficile da trovare, per poterlo fare smith propone la comparazione tra cio
che ci dice la bibbia sulla civilta e cio che trova nei resoconti del V secolo d.c in cui si parla di
popoli del deserto che praticavano il rituale del sacrifici. Tali resoconti furono scritti da San
Nilo. Tale rituale vede come punto di riferimento l'animale sacro,il dromedario,che non puo
essere ucciso. Smith applica il totemismo a questa societa e ritiene che essa abbia
un'organizzazione totemica. 1 volta l'anno pero tale popolazione fa una grande festa uccidendo
il dromedario per cibarsene, questo e il tema del banchetto totemico sviluppato proprio da
smith. L'animale totemico rappresenta la collettivita dunque l'intera collettivita si prende la
responsabilita dell'uccisione dell'animale totemico che viene ucciso per rafforzare il legame
sociale. Secondo smith dunque il sacrificio ebraico nasce dal banchetto totemico. Il sacrificio
ebraico e la parte precedente del sacrificio cristiano in cui i membri della comunita condividono
il pane e il vino. A tale continuita Smith accenna infatti la chiesa si scandalizza e nasce una
polemica che lo porta all'omissione di questo riferimento al sacrificio cristiano. L'ideologia era
che il cristianesimo fosse incomparabile per questo non poteva essere comparato a religioni
primitive. La seconda figura che rappresenta come si integra lo studio antropologico e Frazer
(1854-1991) ha scritto il ramo d'oro che e molto importante per l'antropologia, fu uno studioso
delle civilta altre ma un antropologo a tavolino cioe senza spedizioni solo con lo studio dei
resoconti. E un conoscitore della letteratura greca e romana e conosce bene il folklore che e lo
studio delle tradizioni. Ci da dunque un esempio di comparazione vedendo come si applicano le
categorie etnologiche allo studio di un rituale. Il ramo d'oro e dedicato allo studio della religione
romana e di un'usanza molto singolare della societa romana con uno studio vastissimo e
un'analisi comparativa che si protrae per 12 volumi. Frazer parte dal quadro di turner che
rappresenta proprio il ramo d'oro,presentato il quadro spiega l'usanza e dove si svolge. Frazer
dice che in tempi antichi tale paesaggio era la scena di una tragedia, il paesaggio rappresentava
un bosco dal quale appariva una figura,un sacerdote. E un santuario dedicato alla dea diana che
si trova vcino alla citta ariccia nel lazio. Il sacerdote capo del santuario viene chiamato re del
bosco e viene rappresentato come uno schiavo fuggitivo con la spada sguainata che arriva al
santuario e trovando il sacerdote precedente lo uccide e prende il suo posto. Tale e l'usanza del
santuario di nemi. Il passaggio da un sacerdote all'altro consiste nell'uccisione del precedente. E
un usanza molto barbarica praticata in periodo imperiale. Frazer utilizza 12 volumi per
commentare tale evento con comparazioni di tutte le civilta umane. Procede introducendo due
concetti chiave: il primo e il concetto di magia che era sempre oggetto di studio nell'ambito
delle religioni ma il modo in cui si considerava la magia era poco raffinato perche era un
insieme di pratiche superstiziose bizzarre e stravagante dettate da ignoranza. Un sottoprodotto
di scarso interesse. Tylor da una spiegazione piu scientifica dicendo che la magia e la scienza
hanno caratteristiche comuni poiche entrambe sono forme di sapere che hanno delle leggi per
cui esiste un ordine e una razionalita interna. Magia e scienza si differenziano invece per
presupposti errati poiche il fondamento della magia si fonda sull'associazione di idee,processo
mentale che fa si che troviamo nelle nostre esperienze reali cose che associamo alla mente.
Tylor fa si che queste cose associate nella mente siano associate anche nella realta, questo e
l'errore che da origine alla magia. Frazer riprende tale pensiero e fa due cose: la approfondisce
capendo le leggi su cui si fonda e poi pensa che il pensiero magico e cio da cui scaturiscono le
religioni. Secondo frazer la magia e tutta magia simpatica (deriva dal greco e significa affinita)
cioe significa che la magia e fondata sull'affinita. La magia presuppone un affinita fra tutte le
cose,anche cose che non hanno un rapporto causa effetto vengono considerate legate tra loro.
Esistono 2 tipi di magia: omeopatica e contagiosa. La magia omeopatica e quel tipo di magia
secondo la quale il simile produce il simile (es statuetta voodo). La magia contagiosa invece si
fonda sul contatto e quindi e quella magia secondo la quale cose che entrano in contatto 1 volta
continuano a influire una sull'altra (es veggenza). Frazer aggiunge un elemento cioe il fatto che
la magia e la forma di credenza religiosa piu antica,cioe la forma originaria. Secondo concetto
chiave: dio morente. Tale concetto viene tratto da frazer dagli studi su folklore,cioe lo studio
delle tradizioni popolari. Gli studi sul folklore iniziano a svilupparsi nella prima meta
dell'ottocento quando sono all'ordine del giorno i discorsi sui nazionalismi insistendo
sull'identita delle nazioni cioe gli elementi che la caratterizzano. Questa identita viene cercata
non nella storia dominata dal cristianesimo ma nel mondo pagano o nella religione
popolare,nelle credenze delle campagne che sono delle sopravvivenze delle credenze pagane
sconfitte dal cristianesimo. Questa ideologia provoca interesse nei confronti della religione
popolare soprattutto in germania dove emerge la volonta di unificazione. Tali studi sulle
credenze popolari vengono iniziati dai fratelli grimm che srivono delle fiabe che appartengono
ai racconti delle credenze popolari della popolazione tedesca,basati su testimonianze. In tale
periodo si costruiscono anche le prime sagre popolari per esempio in finlandia ed estonia. Nel
1846 nasce la parola folklore (sapere del popolo) nasce in ambito britannico e all'interno di
questa disciplina si pone un nuovo studioso: Mannhart che studia le credenze delle campagne
tedesche. Nasce nel 1841 e muore nel 1880. studia tali credenze mandando nelle campagne dei
questionari da compilare in cui si interessa soprattutto agli usi dei coltivatori del grano e mette
in rilievo un rituale popolare che esiste dappertutto e riguarda vari amiti della coltivazione del
grano ad esempio quando si falcia si arriva ad un ultima parte di spighe da falciare che non
vengono falciate come tutte. Oppure la trebbiatura che si effettua su tutte le spighe ma
sull'ultimo fascio si agisce in maniera differente dalle altre. Mannhart interpreta l'attenzione
delle ultime spighe da falciare come l'esistenza di un demone del grano che man mano che si
procede si ritira sempre di piu finche non rimangono solo poche spighe e il demone si ritira in
queste ultime. Tagliare queste spighe significherebbe ucciderlo ma cio e necessario ma anche
pericoloso dunque i mietitori chiedono al padrone del campo di avere un premio supplementare
per poter uccidere tale demone. Mannhart interpreta quel che succede nei campi utilizzando
delle teorie animiste (tylor) dunque anche il campo di grano ha un'anima. Frazer tra la
documentazione che usa e il folklore riprende gli studi di mannhart e trae dunque l'idea del dio
morente dicendo che questo demone del grano ucciso per dar luogo ad una successiva
vegetazione costituisce lo spunto di tale teoria. Il dio morente e un modello divino che ci aiuta a
comprendere sia le religioni della grecia che del vicino oriente. E la figura di dio che muore e
rinasce e lo identifica in diverse figure divine (es Dioniso dio del vino ucciso dai titani che lo
fanno a pezzi e lo mangiano,cosi facendo compiono un peccato e vengono folgorati da zeus
percio dioniso rinasce; stessa cosa vale per osiride ucciso da set che lo taglia a pezzi e
seppelisce tali pezzi in giro per l'egitto. La sorella iside ricompone il corpo ed esso rinasce). Tali
analogie si ritrovano anche in altre figure come Attis o Adone. Sulla base di tutto questo frazer
costruisce un modello del dio morente che secondo lui ci da spiegazioni per comprendere la
religiosita di tali culture. Tale modello del dio morente viene elaborato sulla base della vicenda
tipica della natura cioe corrisponde anche a cio che fa la vegetazione cioe muore e rinasce
(alberi che perdono le foglie in autunno e le rimettono in primavera,morte e rinascita). La natura
dunque e ciclica, secondo frazer gli dei che muoiono e rinascono vengono costruiti sulla base di
tale natura. Ritorniamo dunque all'interpretazione dell'usanza del santuario di Nemi: secondo
frazer il sacerdote e considerato come lo spirito del santuario che rappresenta la vegetazione che
deve essere stimolata perche la fecondita della natura sia maggiore. Per far si che cio succeda si
ricorre alla ierogamia cioe matrimonio sacro,un rituale delle religioni antiche. Dunque al
santuario si svolgeva tale ierogamia tra il sacerdote e la dea diana; lo scopo e quello di
promuovere la fecondita e allo stesso modo serviva a incrementare la fertilita dei campi. Perche
il matrimonio sacro incrementa la fertilita dei campi? Per il tema della magia in cui il simile
produce il simile, il matrimonio tra uomo e donna produce fecondita cosi tra uomo e dea
produce fecondita naturale. E necessario pero che l'uomo sia forte fisicamente e sessualmente
quindi va sostituito quando perde la propria prestanza fisica valutabile in un duello. Dunque lo
schiavo fuggitivo che uccide il sacerdote e piu forte e garantisce la fertilita. La magia e il dio
morente dunque sono i due concetti di frazer per spiegare tale usanza. Non c'e la successione di
continuita semplicemente morto uno l'altro prende il suo posto per mantenere la fertilita. Il
sacerdote deve staccare dall'albero prima del duello un ramo d'oro che rappresenta per frazer il
vischio che si distingue dai rami della quercia. Deve staccare tale ramo poiche rappresenta
l'anima della quercia. Il concetto di dio morente e un tema che ha avuto un grande successo e ha
dato luogo a diversi dibattiti: e stata oggetto di varie critiche. Tali personalita sovraumane in cui
riconosce morte e rinascita sono figure eterogenee tra di loro perche si vuole che vengano messe
figure molto diverse tra loro per esempio attis e adone sono degli eroi mentre dioniso e osiride
sono dei. Se e strano che un dio muoia e normale che muoia invece un eroe. Un'altra
osservazione e che questi esseri sovraumani hanno varie diverse caratteristiche storiche (dioniso
ha a che fare con la coltivazione del vino mentre osiride sulla divisione dell'egitto). Un altra
osservazione e che non tutti muoiono e riascono collegati al mondo agricolo. Una terza critica e
che frazer aveva in testa il mondo cristiano cioe pur avendo delle opinioni critiche per la
religione cristiana agiva nella civilta in cui il cristianesimo era fondamentale. L'idea cristiana di
dio che muore e risorge e stata riconosciuta anche in situazioni del mondo antico in cui non
esistevano tali idee. A fronte di tali criticita sono state presentate il modello del dio morente e
stato considerato non piu attuale ma ci sono state diverse reazioni a queste critiche: in alcuni
casi viene ancora riproposto mentre altri respingono totalmente tale modello e queste figure
divine vengono interpretati in contesti differenti senza risultati che valgano per tutti. In
particolare e il caso dell'egitto per cui osiride ha a che fare con un episodio mitico sulla
successione egiziana. Il tema del dio morente viene anche riformulato cercando di superare le
critiche, tali riprese del modello si devono a Jensen e Ugo Bianchi. Jenser e stato un etnologo e
parte analizzando un mito indonesiano che ha come protagonista Hainuwele che e una figura
femminile e ha una particolarita cioe tutte le sue feci diventano oggetti preziosi. Esiste una festa
nel villaggio in cui le donne fanno regali alle divinita e lei ha dei regali molto piu belli da offrire
destando l'invidia delle altre che tentano di ucciderla e alla fine la seppelliscono viva. Suo padre
trova il cadavere e riesumandolo lo taglia in pezzi e lo seppellisce in vari punti. Da tali diversi
pezzi di cadavere nascono piante utili che fanno parte dell'aimentazione del popolo. Il mito
racconta l'origine delle piante commestibili e lo studioso ritiene che i coltivatori di tuberi si
collochino in una fase molto antica di fare pre cerealicola, cioe una fase di agricoltura primitiva
che consiste nel piantare i tuberi. I tuberi si piantano tagliando pezzettini di tuberi dal quale
germogliera la nuova pianta. Quello che succede nel mto rispecchia le modalita di coltivazione
dei tuberi nella fase pre cerealicola collocata nel neolitico,nella preistoria. Jensen estende questo
discorso a tutte le culture delle civilta pre cerealicole e prende il termine di una cultura
facendolo diventare universale. Tale termine e il termine dema che e un termine delle culture
della nuova guinea e rappresenta la fase molto primitiva delle culture. Esiste dunque secondo lui
tale tipologia di divinita che vanno uccise e spezzettate per dare origine alle piante. E una sorta
di collegamento con il tema del dio morente ma in un periodo piu antico e primitivo. Le divinita
che incontriamo sono antenati dei dema. Anche nella mitologia greca esistono degli eroi che
morendo danno origine alle piante. Il concetto del dema e oggetto di critiche e dibattito. La
critica principale e quella del'attribuzione di universalita in realta circoscritta, poi viene criticato
il fatto di usare modelli di tipo cristiano. L'autore delle critiche e Dario sabatucci che ha scritto
un libro in proposito che ha determinato la crisi di tale modello. Il secondo tipo di ripresa di tale
modello frazeriano e ripreso da ugo bianchi che parte dall'osservazine della religione greca
antica in cui abbiamo delle divinita prevalenti con una religiosita olimpica con diverse
caratteristica tra cui la principale e la distanza tra dei e uomini. C'e una differenza abissale tra i
due mondi senza connessione poiche gli dei hanno l'immortalita e la beatitudine. Beatitudine
significa possedere una situazione di felicita che gli uomini non potranno mai avere. La
prospettiva olimpica e caratterizzata dall'impossibilita da parte dell'uomo dell'immortalita e di
un dio l'impossibilita di morire. C'e una religiosita dei misteri nella prospettiva olimpica che e
destinata a particolari iniziati (che subiscono dei riti) e presentano una possibilita di una vita
migliore per gli uomini.Cosi L'uomo si avvicina al dio ma anche il dio all'uomo e per questo si
parla di dio in vicenda che e una divinita ancorata ai culti dei misteri che non e beata e conosce
sofferenze che possono arrivare alla morte (es. demetra e dioniso). Questo modello e molto
diverso dal dio morente per esempio il dio morente e solo di genere maschile mentre nel dio in
vicenda ci possono esere figure femminili mentre un'altra differenza e che nel dio in vicenda gli
dei non muoiono per forza. Il concetto di dio in vicenda e molto piu elastico e applicabile. I
misteri di dioniso sono misteri orfici e misteri dionisiaci che sono rituali per gruppi ristretti di
persone dedicate proprio al dio stesso. Il modello di smith e frazer che vede l'uso degli strumenti
dell'antropologia britannica viene meno ed entra in crisi perche vanno in crisi i suoi fondamenti
cioe: l'uniformita del primitivo (tutti i primitivi sono uguali e tutti gli attuali si assomigliano)
dunque manca una collocazione cronologica. Questa prospettiva viene meno per gli studi di
ratzel. Noi facciamo la storia tramite i documenti che possono appartenere ad un epoca piuttosto
che un'altra ma cio non e possibile per le civilta orali motivo per cui tutto viene appiattito ad una
dimensione. Ratzel dice che possiamo capire le tempistiche tramite un analisi dei manufatti
prodotti da queste civilta. Elabora un sistema di tali manufatti che si basa su un principio base: il
manufatto e cio da cui si parte (es. l'arco) che e diffuso in molte civilta per la caccia. Ci sono
pero diverse forme di arco e cerca di capire dove sono diffuse costruendo una cartina di
diffusione delle diverse forme. L'etnologo fa la stessa cosa (es.forma di una capanna) e
attraverso un inventario sulle diverse forme segnera i modi e le civilta. Cio viene fatto con tutti i
tipi di manufatti avendo poi diverse cartine che rappresentano la diffusione. Sovrapponendole
notera che in una certa zona con arco A ci sara anche la capanna A e via dicendo. Su tali basi
trova delle somiglienze che mettono in collegamento diverse aree culturali caratterizzate da un
insieme di manufatti con determinate caratteristiche. Grazie a questo sistema si creano nuove
aree culturali e questo va contro all'uniformita del primitivo di cui si parlava prima. Una volta
definite le aree geografiche esse si confrontano tra loro mostrando caratteristiche che possono
essere piu o meno simili sia qualitativamente che quantitativamente. Se hanno delle cose in
comune o derivano dalla stessa fonte o una le ha prese dall'altra. Si introduce cosi la dimensione
del pasato e del presente e le civilta non sono piu tutte sincrone ma si individua la dimensione
cronologica. La civilta assume dunque un nuovo aspetto cioe diventano civilta etnologicamente
piu antiche dunque non piu sincrone. Tutti gli studiosi di questa scuola sono della scuola storico
culturale o dei cicli (kyclos-cerchio)culturali. Cio perche si occupa di aree culturali piuttosto che
altre. A questa scuola si applica anche il diffusionismo cioe capire perche in contesti culturali
differenti abbiamo cose che si somigliano. Secondo i diffusionisti cio si spiega solo sulla base
della diffusione cioe una cultura ha influenzato l'altra oppure entrambe influenzate da una
precedente. Grazie a questa scuola i primitivi si diversificano anche sul piano storico. Un altro
fondamento che crolla e quello dell'evoluzionismo che viene pero per degli studi che
dimostrano come le categori evoluzioniste non reggono il confronto coi fatti. Lo studioso che fa
questo discorso e un antropologo britannico,andrew lang che svolge le sue ricerche presso gli
aborigeni dell'australia del sud est che dovrebbero essere popolazioni primitive e animiste. Non
e cosi pero perche venerano un essere supremo considerato come creatore del mondo e come
padre quindi un dio monoteista. Pubblica i risultati a cui e arrivato e questi confutano la teoria di
tylor facendo nascere un dibattito sulla questione. Tylor risponde dicendo che in realta tale
popolo e stato infuenzato dai missionari. Lang pero controbatte dicendo che ci sono credenze
piu esplicite e altre piu nascoste e intime,vicine al mistero. La credenza del monoteismo non e
stata trovata nelle credenze piu influenzabile e quindi esteriori ma in quelle piu nascoste dunque
e improbabile che i missionari abbiano scalfito in cosi poco le credenze interiori. Tylor si chiede
come queste credenze siano state trovate perche il primitivo doveva essere primitivo anche a
livello intellettuale quindi come saranno arrivati ad una credenza cosi raffinata? Lang risponde
che avevano una mente razionale e attraverso l'uso corretto della ragione si potevano
raggiungere questo tipo di credenze. Lang scalfisce le idee di tylor dimostrando la visione
monoteista. Bisognava mostrare che non fosse l'eccezione e dunque un altro studioso,
Schimdt ,un missionario e prete cattolico, si pone nel suo libro “l'origine dell'idea di dio” di
dimostrare l'esistenza del monoteismo primordiale e cioe il primo sviluppo di religione e quello
monoteista. Schimdt dimostra cio cercando le civilta piu primitive delle altre, una volta
dimostrato cio il monoteismo sara definito primordiale. Le civilta piu primitive delle altre si
trovano grazie alla scuola dei cicli naturali dunque con lo stesso metodo. Tra le civilta piu
antiche ci sono gli aborigeni australiani o i pigmei in cui viene riconosciuto il monoteismo
primordiale. Schmidt studiando tali civilta trova le caratteristiche di un dio unico creatore e
personale. Riprende il discorso sulla ragione di Lang pero non gli basta e aggiunge un nuovo
elemento, cioe secondo lui i primitivi piu antichi sono monoteisti perche e dio stesso ad essersi
rivelato a loro. Tale argomentazione e del tutto teologica. Se dio si fosse realmente palesato
com'e possibile che nelle civilta orali ci siano dei,spiriti e demoni? Per Schmidt c'e stata una
devoluzione cioe una decadenza secondo cui l'origine si sia cancellata,offuscata. La concezione
di monoteismo primordiale ha subito una serie di critiche ma e la teoria che ha definitivamente
eliminato la teoria evoluzionista.il successo di tale prospettiva e stato favorito dall'interesse
della chiesa cattolica nei confronti dell'etnologia che nasce dall'esigenza missionaria anche
perche tale missione aveva piu successo se si conoscevano le culture sulle quali si andava ad
agire. La chiesa cattolica ha la concorrenza dei protestanti e dell'islam. L'etnologia di quel
periodo e anglosassone ma per la chiesa cattolica aveva un problema perche aveva
caratteristiche positiviste ed evoluzioniste e credeva che dopo la religione doveva imporsi la
scienza per cui occorreva un modello alternativo e proprio in questo momento arriva la scuola
dei cicli naturali e Schimdt risulta accettabile dalla chiesa perche la sua idea aveva impostazione
di carattere teologico e accettava l'idea di religione razionale, aveva il senso della decadenza che
si collegava all'idea del peccato originale e inoltre va considerato il fatto che lo stesso studioso
era un sacerdote cattolico e missionario. Diventa l'etnologo ufficiale della chiesa cattolica al
punto che nei manuali di teologia quando si parla di prove dell'esistenza di dio si aggiunge
“l'argomento degli inizi o etnologico” che e la prospettiva di Schimdt. Il vaticano fonda il
museo missionario etnologico e viene chiamato Schimdt sia a scegliere le collezioni da mostrare
ma diventa anche il direttore del museo. Non e stata pero una prospettiva accettata in modo
facile e naturale ma ha dato luogo ad una intensa polemica. La prima critica viene dalla
sociologia francese poiche loro notano che parlando di monoteismo primordiale si usano parole
come “onnisciente” che non sono parole presenti in tali civilta primitive ma appartengono allo
spiritualismo cristiano. Una seconda serie di critiche arriva da Raffaele Pettazzoni che diventera
il fondatore della storia delle religioni italiana instaurando con Schimdt un dibattito intenso.
Pettazzoni fa una critica che si muove in due vie differenti perche lui dice che non sono degli
dei unici mentre monoteismo e un dio unico, quelli che ha trovato Schimdt sono esseri supremi
ai quali viene rivolto un culto maggiore,esseri supremi di un tipo particolare,degli dei celesti che
sono personificazioni del cielo. Gli uomini fanno esperienza di fenomeni naturali e a questa
attribuiscono caratteristiche naturali. Nell'ultima fase del pensiero dira che gli esseri supremi
sono la proiezione di tratti umani perche questi esseri supremi rispondono ad esigenze umane e
in base a questo possono essere di tipi differenti. Per il sostentamento dell'uomo tali esseri
supremi dipendono dal tipo di economia di ogni civilta. In particolare classifica tre tipi di esseri
supremi che corrispondono a tre tipi di societa: societa che si fondano su caccia e raccolta,il cui
punto di riferimento e il signore degli animali che fa parte del mondo divino ed e il capo della
foresta. Societa che si fondano sull'allevamento del bestiame in cui il punto di riferimento e una
divinita celeste. L'essere supremo ebraico che poi diventera il dio monoteista,nasce da una
societa dedita alla pastorizia. La terza tipologia di societa e quella dele societa agricole dedite
alla coltivazione della terra che puo essere relativa ad una divinita femminile perche si parla di
fecondita della terra. La seconda argomentazione della critica di Pettazzoni a Schimdt riguarda
l'origine del monoteismo partendo dall'ipotesi di Tylor cioe il monoteismo nasce dal politeismo
preesistente, la seconda ipotesi era quella di Schimdt del monoteismo primordiale. Pettazzoni ne
propone una nuova: il monoteismo nasce sempre da un politeismo preesistente in un ambito
culturale in cui prevale il politeismo. Il monoteismo non nasce per evoluzione ma per
Rivoluzione ovvero rispetto al politeismo non c'e un tranquillo scorrimento verso il monoteismo
ma c'e una sorta di rottura che viene fatta da un fondatore che rompe con la situazione
precedente e vale per le forme di monoteismo ebraico (il fondatore si definisce Mose),
monoteismo cristiano (si sviluppa nell'impero romano politeista grazie a S. Paolo che esercita il
ruolo di rottura), monoteismo islamico (profeta Muhammed=maometto). nella penisola arabica
caratterizzata da politeismo). Cita anche lo zoroastraismo fondato da Zaratustra che si basa su
una sorta di dualismo ma viene considerato monoteista, nato da un politeismo persiano di
matrice indoeuropea al quale viene imposta una riforma rivoluzionaria da Zaratustra (o
zoroastro). Un terzo fondamento che viene meno all'antropologia classica e il concetto di
sopravvivenza che diventa obsoleto; questo perche si impongono le prospettive funzionaliste
che si riferiscono al tema della funzione e tali prospettive sono quelle di Radcliffe Brown che e
il massimo esponente dell'antropologia sociale. Per lui la societa non e un insieme di individui
ma un sistema definibile complesso organico che ci rimanda all'organismo vivente che ha delle
parti ciascuna con una sua funzione,dunque un sistema organizzato. Tale sistema e retto da leggi
di funzionamento. Ogni parte di questo sistema ha il suo ruolo,la sua funzione ovvero il
contributo che un'attivita parziale da all'attivita totale. Lo studioso non ama definirsi
funzionalista (prospettiva di Malinovski da cui vuole distaccarsi, l'unica differenza pero tra i due
e che radcliff brown parla di cultura come esigenza di sistema mentre malinovski si concentra
sull'individuo). Malinovski parla di imperativi derivati che rispondono alle esigenze primarie
individuali. Dagli imperativi derivati (economia,politica) derivano gli imperativi integrati come
ad esempio l'arte che non risponde ad un bisogno di sopravvivenza ma nasce comunque dagli
imperativi derivati a loro volta derivanti da esigenze primarie. Per radcliff brown ogni parte ha
una sua funzione nel meccanismo generale ma se tutto serve a qualcosa le
sopravvivenze(residui di un momento passato) declinano del tutto. Dunque l'antropologia
classica perde tutti i suoi fondamenti per cui la storia delle religioni deve rispondere a nuovi
stimoli che sono collegati alla religiosita dal punto di vista sociologico e psicologico,nel periodo
tra fine 800 e inizio 900). La sociologia della religione ha un enorme sviluppo nei primi del 900
in due ambiti culturali: francese e tedesco. Nell'ambito culturale francese la sociologia della
religione nasce in continuita con l'interesse della sociologia in generale stimolato dal
positivismo francese e dal suo massimo esponente che era Comte che voleva applicare le
categorie scientifiche alle categorie del mondo umano e in particolare lo applica ai
comportamenti umani tramite la sociologia. Nasce in francia la sociologia religiosa grazie a
Durkeim che si interessa anche ai progressi dell'etnologia e dedica il suo libro al tema della
sociologia religiosa, “le forme elementari della vita religiosa” 1912.Tratta l'idea delle forme
elementari cioe la ricerca dell'origine per poter studiare un fenomeno. Durkeim si pone il
problema dell'origine e si rende conto che gli serve una definizione della religione in primis.
Propone una definizione che diventa un grande classico partendo dall'idea che noi parliamo di
religione come rapporto tra uomini e dei ma nota che tra le cose che definiamo religioni questo
rapporto non c'e o non e fondamentale. Inserisce infatti il buddismo in cui il rapporto non c'e o
non e significativo poiche la via di liberazione prescinde dagli dei anzi persino essi aspirano alla
liberazione. Per durkeim la religione e in rapporto con il sacro che e cio che e separato dalla
nostra realta ordinaria,ovvero cio che e profano. La religione presuppone dunque una
separazione tra sacro e profano. Nella religione abbiamo l'esperienza di tutti i giorni e la realta
del sacro separata rispetto ad essa. Sacro quindi opposto a profano e separato. Durkeim cerca di
capire in cosa consiste il sacro. Ci riporta ad una societa primitiva cercando di capire il primo
momento in cui gliuomini si sono trovati a convivere. Ciascuno di essi ha una coscienza,
un'idea, e in ambito di coesione sociale si scontrano uno con l'altro (anarchia sociale, hobbs
homo homini lupus). Bisogna dunque che si crei un'organizzazione sociale e bisogna che
ciascuno degli individui rinunci a qualcuna delle sue prerogative. Nessuno pero rinuncerebbe
alle proprie prerogative in favore di un altro dunque la soluzione e rinunciare in favore della
collettivita che e un entita sovraordinata. Da questo nasce una conoscenza o una volonta
collettiva che non e la somma degli individui ma qualcosa di sovraordinato,cosi nasce la societa
che e molto importante e intoccabile. Il sacro e tutti gli elementi della religione sono simboli di
questa volonta sociale quindi le religioni e le loro componenti hanno come fondamento tale
volonta. La religione diventa dunque un collante sociale. Durkeim sceglie di appoggiarsi all'idea
dell'origine della religione totemista perche il totemismo era un principio di organizzazione
sociale. Sceglie pero anche la nozione di mana perche gli piace l'idea del mana come energia o
spirito di forza comune come forza della societa. Definizione di religione di durkeim: la
religione e un sistema di credenze e di pratiche relative a cose sacre cioe separate dal mondo
degli uomini,proibite ,che nello stesso tempo sono credenze e pratiche che riuniscono in una
comunita morale chiamata chiesa coloro che vi aderiscono. Profano vuol dire davanti al recinto
del tempio dunque al di fuori del territorio delimitato dal sacro. Nella definizione abbiamo
l'unione dele credenze sacre che riuniscono coloro che aderiscono. Il concetto di chiesa e inteso
solo come una comunita di credenti. La posizione di durkeim viene portata avanti dai suoi
allievi diretti di cui il principale di essi si chiama Marcel Mauss che scrive dei lavori in
collaborazione con Hubert e la cosa significativa e che gli scambi tra Mauss e Durkeim sono
significativi dunque collaborano in modo anche contemporaneo. A differenza del suo maestro,
Mauss non vuole dare una teoria generale della religione ma insiste su argomenti particolari ai
quali da nuovi contributi. Il primo tema che tratta e il tema del sacrificio. Facciamo prima una
disamina sulle teorie del sacrificio. La prima teoria del sacrificio e proposta da Tylor,secondo lui
il sacrificio e un dono interessato agli spiriti influenzabili tramite regali (siamo in epoca
animista). Viene rappresentato con la frase do ut des ovvero ti do affinche tu mi dia. Gli uomini
cercano approvazione o provano ad eliminare le ostilita. Da questa prima fase si passerebbe alla
fase in cui il sacrificio diventa un omagio dal quale non si vuole nulla in cambio. Nella terza
fase il sacrificio diventa abnegazione, cioe il sacrificio di se,la rinuncia. Questa teoria ha avuto
molto successo ma presenta vari limiti come la prospettiva evoluzionista e soprattutto gli viene
rimproverato il fatto che ci sia un equivalenza tra cio che gli uomini possano dare agli dei e cio
che gli dei possano dare agli uomini, non e uno scambio alla pari. Un altra critica e che l'uomo
considera oggetti di sua proprieta ma in realta sono doni gia fatti dagli dei. L'altra teoria sul
sacrificio e stata mossa da robertson smith esponente del totemismo, il sacrificio come
comunione cioe poter rinsaldare la comunita sociale intorno all'animale totemico. Queste erano
le idee da cui partono Hubert e Mauss criticandole perche hanno due limiti: il primo e cercare di
interpretare il sacrificio riducendolo ad un solo principio. Il secondo e legato al primo e consiste
nel fatto che quel principio diventerebbe il principio originario. Hubert e Mauss superano questi
limiti e rinunciano all'indagine genetica cercando di capirne non l'origine ma la struttura. Questo
modo di procedere e molto innovativo perche criticano gia l'ossessione delle origini. Partono dal
prendere due sacrifici con due culture diverse quindi sacrificio ebraico e sacrificio vedico in cui
individuano la struttura ma bisogna descrivere i protagonisti e dobbiamo a loro la distinzione
terminologica. Distinguono il sacrificante e il sacrificatore. Il sarificante subisce gli effetti del
sacrificio mentre il sacrificatore si occupa dell'esecuzione del sacrificio. L'oggetto del sacrificio
e la cosa in vista in cui il sacrificio ha luogo. Cio che viene distrutto e la vittima. Sulla base di
cio sviluppano il loro saggio e danno la definizione di sacrificio: il sacrificio consiste nello
stabilire una comunicazione tra mondo sacro e profano con l'intermediario di una vittima cioe
distrutta durante la cerimonia. Viviamo nel profano ma Per poter vivere ci mettiamo spesso in
contatto con la realta del sacro che e cio che favorisce la coesione sociale. Accedere al sacro puo
essere pericoloso (es.energia elettrica) perche la realta del sacro deve essere tenuta al sicuro. Per
avere a che fare con questa realta si entra e si esce dal sacro tramite un intermediario che e la
vittima. Il sacrificante non puo toccare il sacro per questo esiste la vittima. Si sacrifica per un
contatto vitalizzante ma non per rimanere sempre nel sacro. La vittima ci permette di entrare nel
sacro e muore al posto nostro appena tocca e vede il sacro. La novita di mauss e hubert e la
prospettiva strutturale. Successivamente abbiamo altre 2 teorie del sacrificio: Durkeim riprende
le forme del sacrificio e si chiede cos'e partendo da una critica rivolta a Tylor. Se il sacrificio e
uno scambio tra uomo e dei che senso ha se non hanno bisogno di niente? Durkeim dice che il
sacro rappresenta la societa che da agli uomini cio di cui necessitano ma se questo e vero senza
gli uomini non avremmo neanche il sacro. Quindi non e vero che gli dei non necessitano degli
uomini perche senza di essi gli dei non esistono perche senza uomini non esiste la societa.
Esiste un'altra teoria sul sacrificio che e la prospettiva di Schimdt cioe lo studioso del
monoteismo primordiale e parte anche lui dalle critiche mosse a Tylor criticandola perche non
potrebbe funzionare per i sacrifici primiziali che vengono fatti per dare agli dei alcune primizie.
Il sacrificio primiziale non e una richiesta agli dei perche il buon raccolto lo ha gia ottenuto
quindi non esiste il do ut des ma al massimo il sacrificio come dono,come una sorta di
ringraziamento.fondamentalmente gli studiosi scelgono l'idea di sacrificio che preferiscono
mettendolo all'origine costruendo poi una scala evolutiva. Mauss si occupa anche di un altro
tema che e quello della magia di cui abbiamo gia parlato per tylor e frazer. Prima di Mauss la
magia era pensata come un insieme di pratiche e credenze private che non hanno a che fare con
il pubblico che e la religione. Parte dunque da questa opposizione facendo un passo avanti e
specificando che anche la magia ha carattere collettivo perche gli atti magici rientrano in una
forma di sapere di una societa cioe essa e efficace se socialmente riconosciuta. Il terzo tema di
Mauss e il tema del dono che viene definito partendo dalle ricerche etnologiche del Kula ovvero
un rituale descritto da malinovski delle isole trobriand, era una tradizione religiosa secondo cui
le popolazioni dovevano scambiarsi degli oggetti che erano di 2 tipi: braccialetti fatti di
conchiglie da ovest a est e si intrecciando con lo scambio da est a ovest di collane di
madreperla. Questi scambi sono regolamentati con una struttura rigida. Questi oggetti assumono
identita e non sono conservabili perche devono essere regalati a qualcun altro secondo il sistema
di donazioni specifiche. Avere l'oggetto rappresenta la virtu e la forza Hau che ci viene data da
esso sotanto se regaliamo l'oggetto a qualcun altro. Tale processo di scambi da luogo a relazioni
sociali in cui entrano anche le relazioni di tipo matrimoniale. L'altro caso e quello del Potlach
che riguarda i nativi americani del nord ovest e riguarda certe feste in cui si riuniscono i vari
gruppi e si festeggia consumando dei cibi. Ognuno dei gruppi deve portare piu cose e cercare di
consumarne di piu. Vincera chi ne consuma di piu assumendo del prestigio. Cio che non viene
consumato viene buttato dunque e una festa dello spreco. Dal punto di vista sociale chi ha
sprecato di piu ha maggiore prestigio sociale che ristabilisce o ridefinisce nuove gerarchie
sociali. Si parla in entrambi i casi di economia. Mauss trae delle conseguenze di natura
economica secondo cui la prima forma di scambio consisteva nel baratto la cui evoluzione
arriva ai contanti e infine si arriva allo sviluppo maggiore di economia. Tale teoria non va bene
perche alle origini per mauss c'e il dono che nasconde una logica simbolica il cui elemento
chiave e quello sociale. Per mauss questa logica del dono non coinvolge solo gli uomini tra loro
ma anche il rapporto tra uomini e dei quindi carattere sia orizzontale che verticale. La logica del
dono si puo applicare anche alla cultura contemporanea come le feste dei matrimoni. Questo
spirito degli oggetti chiamato Hau ci obbliga a scambiare gli oggetti e su questo c'e una critica
mossa da Levi strauss che accetta la prospettiva di mauss perche dice che quello che ha scoperto
è l'importanza dello scambio ma lo scambio è piu importante dell'oggetto scambiato. Dunque
non contano i contenuti ma la loro struttura. L'insegnamento di durkeim continua a influire sula
sociologia in generale in particolare sula sociologia francese. La sociologia francese si sviluppa
negli anni 30 nell'ambito del collegio di sociologia che e un gruppo di studiosi che condividono
delle tematiche comuni e la cui aspirazione fondamentale e applicare gli studi della sociologia
alla società contemporanea dunque per l'interpretazione di rituali quotidiani e sociali. Hanno
come scopo il trovare il funzionamento del sacro nella società. Ma quale sacro? Il sacro di
Durkeim sicuramente che e la coscienza sociale ma nel frattempo c'era stata la lezione sulla
psicoanalisi di Freud per cui gli studiosi ritengono che il sacro sia anche l'inconscio sociale, il
sacro dunque e il luogo d'emergenza di quegli aspetti irrazionali. Tutto questo si coagula in una
concezione di sacro come energia sociale all'interno della società. l' esponente maggiore del
consiglio di sociologia e roger caillois autore del “sacro e l'uomo” e intende il sacro come tutte
le forze che agiscono nel mondo e possono essere sia forze positive che negative. Il sacro è
l'insieme delle forze che determinano vita e morte ma devono essere tenute in equilibrio e tale
equilibrio si chiama sacrè de regulation ovvero il principio vitale che bilancia tutto. Secondo
caillois pero tale equilibrio può usurarsi e quindi deve essere rinnovata. Un'altra cosa che può
succedere è che in una società che funziona bene possono esserci momenti critici.sia l'usura che
i momenti critici richiedono dunque il rinnovo e perchè questo succeda bisogna attingere a
quella fonte di energia costituita dal sacro . Il rinnovamento della società avviene in diverse
situazioni in cui avviene un'annullamento della realtà esitente per tornare a un momento
originario e far rinascere la società. Secondo caillois questo dovrebbe avvenire ripetutamente, il
ritorno all'origine può essere simbolico o effettivo. Il ritorno al caos viene esemplificato
parlando dell'orgia in cui regna l'eccesso, nella festa oppure nella guerra. Il controllo degli
istinti non può essere eterno, es la pentola a pressione ad un certo punto o scoppia o si fa uscire
un po' di vapore tramite la valvola. La festa è questo tipo di abbandono alle norme sociali che
servono alla società per ricaricarsi. Questo è il sacre de transgretion che serve a rompere le
regole e a tornare a caos originario. Il dibattito del sacrifici attuale cerca di capire se esiste un
concetto unico di sacrificio ma la risposta di alcuni studiosi tra cui Brelich è stata negativa
perche non esiste un carattere unico ma una tipologia di sacrificio. Altri studiosi invece hann
pensato che sia possibie arrivare ad un concetto unitario e tra questi studiosi c'è Valerio Valeri
che sostiene che tutti i sacrifici hanno delle caratteristiche familiari che sono il fatto di togliere
la vita ad un animale sacrificato oppure distruggere l'oggetto del sacrificio rimuovendolo
dall'uso umano. La seconda caratteristica è lo scopo di ottenere benefici. Questo concetto è
molto generale e può essere adatto a parlare del sacrificio oggi ma non ci sono teorie generali
sul sacrificio piuttosto ci sono componenti che gli studiosi italiani hanno studiato. Componente
dello scambio ritenendo che non sia di carattere utilitaristico e meccanico ma piuttosto di uno
scambio simbolico. Si concentrano a studiare anche la purezza morale dell'offerente e quindi
come questi debbano avere le caratteristiche morali per poterlo fare. La seconda componente è i
rapporto tra sacrificio e violenza: il primo è affrontato da Burkert che è uno studioso classico e
parte dal materiale del mondo greco per poi arrivare a concezioni piu generali. Ne deriva che in
grecia il sacrificio deriva dai rituali dei cacciatori del paleolitico che lo inventano per superare il
trauma sacrificale che era un senso di disagio relativo alla violenza poiché la violenza era un
atto che creava disagio però siccome per vivere l'uomo doveva cacciare doveva per forza essere
violento e da tale violenza che crea disagio nasce il sacrificio.Secondo Burkett ciò viene ripreso
dalle popolazioni neolitiche in cui si colloca la scoperta dell'agricoltura in cu il problema della
violenza ritorna perchè ciò che procura cibo è la coltivazione della terra ma mangiano anche
carne che deriva da animali da allevamento, come il bue, presente nella letteratura e nella
mitologia greca presente come bue aratore dunque utile per la coltivazione che poi verra ucciso
con un forte senso di disagio. Nurkett quindi pensa che a tale violenza risponda il rito sacrificale
e un esempio è quello della festa delle bufonie in onore di zeus in cui si facev una processione
con dei buoi che venivano portati vicino ad un'altare e giravano intorno ad esso. Sull'altare
c'erano delle focacce e ad un certo punto il primo bue he si avvicina al cibo viene abbattutto con
una scure. Questo perchè si è trovata una ragione rituale cioè hanno mangiato il cibo che si era
offerto agli dei. A questo punto chi ha ucciso il bue getta la scure e scappa;arrivano le portatrici
d'acqua che accusano chi ha sfilato la scure e a sua volta accusa chi ha portato la scure e cosi via
come uno scarica barile simbolico perchè tale disagio deve essere spostato finchè la colpa viene
data alla scure che viene condannato e buttato in mare. Da questo mito vediamo l'origine del
mito come disagio alla violenza a cui si risponde proprio con il sacrificio che speso è uno
strumento per risolvere questioni problematich. Questa posizione però viene criticata perchè
funziona bene per le civiltà agricole ma meno per le civiltà di caccia in cui è vero che si uccide
per mangiare ma il sacrificio non serve per questo anzi viene dopo l'uccisione come offerta a
ringraziamento degli dei. La seconda teoria che riguarda la violenza del sacrificio è quella
relativa a Jensen relativa al dema che parlava dell'economia in cui l'oggetto sono i tuberi che
vanno spezzettati per essere piantati. Secondo lui il sacrificio è un rituale limitato a queste
attività agricole. La terza idea del sacrificio come violenza è stata proposta da Girard che parte
dall'ipotesi di come potevano vivere gli uomini del primo gruppo sociale senza un vero e
proprio ordine ma i desideri di ognuno convergogno su uno stesso oggetto e fa si che sorgano
delle rivalità che sfociano in violenza. La violenza mette a rischio l'ordine sociale e bisogna
canalizzarla spostandola su un oggetto marginale ossia il capro espiatorio. Il concetto di capro
espiatorio viene da Yom Kippur che ci spiega che il giorno della festa vengono presi due capri
di cui uno sacrificato e il suo sangue si usa per purificare il tempio mentre l'altro viene utilizzato
per confessare tutti i peccati di Israele. Viene poi mandato nel deserto dove o muore o viene
precipitato giu da una rupe. Morendo infatti espia i peccati di israele ed è come se morissero
insieme a lui. Il sacrificio dunque canalizza la violenza; girard si occupa anche di molto
argomenti con carattere teologico e ritiene che tale meccanismo viene sconvolto dal
cristianesimo perchè lo stesso gesu diventa il capro espiatorio che espia tutti i peccati
dell'umanità.le idee di Girard ci fanno capire meglio questo meccanismo del sacrificio. La terza
componente del sacrificio del dibattito contemporaneo è la componente del consumo cioè il
sacrificio in rapporto con l'alimentazione carnea trattato da Vernant,anch'esso studioso del
mondo greco. Il mito che fonda il sacrificio in grecia è il mito di Esiodo che ci spiega la nascita
del cosmo e la ondazione del sacrificio è compresa in questa teogonia. La località è Mecone e il
protagonista è Prometeo che affronta il primo sacrificio di un bue ma non c'è proprio la
descrizione probabilmente per questo orrore nei confronti della violenza. A questo punto invece
c'è la spartizione di questo animale che mette da un lato le carni e le viscere e dall'altro le ossa
coperte di grasso ma essendo il prim non sa ancora come dividerli cosi chiede a zeus quale parte
desidera. Zeus sceglie le ossa coperte del grasso ma appena scopre che non si mangiano si adira
e cosi è fondata la pratica sacrificale tramite l'inganno di Prometeo. Secondo vernant questo
sacrificio ha il significato di stabilire la divisione dell'universo greco in 3 parti: la premessa da
cui partiamo è che per i greci il consumo della carne è fondamentale ma la carne può essere solo
sacrificata. cosi l'universo greco si divide in dei uomini e animali,tre livelli del tutto divisi tra
loro e non si può passare da un livello all'altro. Il sacrificio dunque per Vernant è la
rappresentazione simbolica di questa divisione del cosmo poiché l'uomo mangia carne cotta,gli
animali carne cruda e gli dei che aspirano il fumo del sacrificio. Tutto questo ha un rilievo
politico poichè l'ordine del cosmo rispecchia l'ordine politico. Il sacrificio rispecchia il regime
alimentare che è diverso tra uomo e dei ma altri studiosi hanno sottolineato che non sempre
questo può valere perche entrambi comunque partecipano allo stesso banchetto e traggono
vantaggio dall'animale sacrificato perchè pur non cibandosene lo condividono;se non si vuole
instaurare questa relazione per esempio per gli dei degli inferi i greci preferiscono bruciare
integralmente l'animale per mantenere anche questa relazione piuttosto che fare il rito sacrificale
e condividere. Molti studiosi contemporanei riprendono da Vernant questa concezione
sacrificale legata all'alimentazione. È stata studiata anche la componente psicologica sul rito
sociale. Lanternari fa riferimento ad un tipo di nevrosi nella quale se si ha successo si tende a
distruggere quella cosa. Allo stesso modo in una caccia molto fortunata si reagisce con una
distruzione simbolica di quanto ottenuto e fa riferimento ad uno studioso, Cazeneuve, che
ritiene che l'uomo si trova in una situazione di creaturalità cioè si sente dipendente dagli dei e si
sente colpevole nel senso di insufficienza poichè tutto dipende da altro. Per superare questo
senso di dipendenza bisognerebbe evitare di comportarsi come se non ci fosse altro al di fuori
di lui.questo l'uomo può farlo dedicando una parte dei suoi beni agli dei privandosi di qualcosa.
Cazeneuve ci parla del complesso di policrate che era un tiranno al quale fu collegata una
leggenda. Policrate era ricchissimo e fortunatissimo ma ad un certo punto il faraone Amasis con
cui era alleato lo avverte della sua troppa fortuna che avrebbe potuto creare l'invidia degli dei;
cosi Policrate si spossessa dell'annello a cui tiene di piu buttandolo in mare. Questo viene poi
inghiottito da un pesce che viene pescato e lo porta da Policrate in regalo e mentre i cuochi lo
preparano trovano questo anello che gli viene restituito perche gli dei non hanno accettato che
lui si liberasse dell'anello per mostrare la sua inferiorità. Amasis rompe l'alleanza con lui e
Policrate tramite un inganno viene ucciso da lui stesso che lo crocifigge. L'uomo non deve mai
peccare di presunzione perchè i beni che si è meritato derivano dalla benevolenza degli dei
quindi ci si deve alleggerire riconoscendo qualcosa agli dei. Per completare il discorso dei
sacrifici oltre alle teorie classiche e il dibattito attuale dobbiamo parlare del sacrificio di
fondazione che si differenzia da tutti gli altri. Partiamo dall'opera di uno studioso di storia delle
religioni che è Mircea Eliade. È un romeno e studia una tradizione popolare del suo paese e
tratta un personaggio di nome Mastro Manole che è una via di mezzo tra muratore e costruttore
della cattedrale di Curtea de Arges,un monumento che esiste realmente e la leggenda vuole che
questa cattedrale dovesse essere particolarmente bella ma ogni notte crollava la parte costruita
durante il giorno dunque non era un edificio stabile. Bisognava poi riedificarlo ex novo finchè
Mastro Manole fa un sogno che gli rivela che la cattedrale sarebbe rimasta in piedi se veniva
murata viva la prima persna che comparirà al mattino. Questa persona è sua moglie incinta e
prega affinchè sia risparmiata e dio manda una tempesta che avrebbe dovuto allontanarla ma lei
prosegue e dunque sarà murata viva e la cattedrale rimarrà in piedi. Tale leggenda fa parte del
folklore romeno. Da questo tema Eliade fa una serie di considerazioni facendo rierimento a dei
racconti mitici che trattano di un sacrificio che da luogo all'edificazione di qualcosa. Sono 3
questi riferimenti mitici: il primo è riferito al mondo indiano e in particolare ad un racconto che
ha come oggetto il Purusa che è una figura che emerge nell'ambito della religione indiana e una
delle sue espressioni è quella del cosiddetto maschio o uomo cosmico. È una sorta di divinità
con mille teste e mille gambe che indicano l'indeterminato delle origine. Tale uomo primordiale
viene fatto oggetto di un sacrificio da parte degli dei e da tale sacrificio emerge il cosmo con le
sue varie componenti in particolare dalla bocca esce il bramano,dal braccio il guerriero e dalla
coscia l'agricoltore che rappresentano 3 settori essenziali della società indiana. Dai piedi
vengono fuori invece i sudra che sono gli uomini liberi senza diritti e da questa parte inferiore
nascono anche i casta. C'è questo essere dunque antropocosmico,dunque un antropocosmo che è
un uomo che si identifica con il cosmo e affinchè il cosmo nasca è necessaria la sua uccisione e
la sua divisione. Il tema del burusa è un tema che si trova già nei Veda.

Il secondo esempio riguarda la mitologia nordica e in particolare da un gigante di


nome Ymir che viene sacrificato da 3 dei e dal corpo sacrifiato vengono fuori le
parti del cosmo, anziché di far nscere l'ordine sociale come il burusa da qui nasce
proprio il cosmo; dal corpo la terra,dal sangue il mare,dalle ossa le pietre,dai
capelli la foresta,dal cranio la volta celeste e dal cervello le nubi. Quindi anche
qui abbiamo un essere antropocosmo dal cui sacrificio nacono tutte le cose. Un
altro esempio è quello del mondo mesopotamico dove abbiamo a che fare con
una coppia divina formata da Apsu l'acqua dolce e Tiamat il mare, sono due
divinità primordiali e acquatiche perche l'acqua da l'idea di indeterminato e
indefinito e dai due nascono diverse coppie divine e in particolare ad un dio piu
recente di nome Marduk il cui mito finisce con il fatto che Marduk combatte con
le attività primordiali e rappresenta l'timo passo dell'ordine contro il caos. Tiamat
viene uccisa e smembrata, viene tgliata in due e dalle due parti vengono fuori il
cielo e la terra,dagli occhi nascono il tigri e l'eufrate. Era una dea mostruosa e da
suo ricciolo della coda nasce il legame tra il cielo e la terra. Tale mito ha diverse
conseguenze soprattutto nelle vicende politiche della mesopotamia e rappresenta
una situazione simile al burusa e Ymir cioè l'idea di un essere cosmico
primordiale dal ui smembramento viene fuori l'universo. Secondo eliade da
questo sacrificio di fondazione nasce la stessa idea che si trova dietro la leggenda
di mastro manole,dunque da un sacrificio può nascere qualcosa di stabile e
importante. L'idea di base è che per assicurarsi la durata diqualcosa a questo
qualcosa va data un'anima e bisogna sacrificarne un'altra la cui morte deve essere
violenta perchè la vita non deve ancora aver compiuto il suo destino. È quel tipo
di sacrificio che permette l'esistenza di qualcosa dandogli un'anima, rispetto agli
altri si svolge in un tempo mitico e non storico.

C’è un'altra figura del collegio di sociologia legata alla figura di Mauss: George
Bataille, il quale si collega ai discorsi a proposito del saggio sul dono di Mauss.
Mauss aveva scritto del saggio sul dono che le forme più antiche di scambio non
consistono in uno scambio utilitario perché, come nel caso del Kula e Potlac,
abbiamo forme di scambio che comportano caratteristiche non utilitarie e non
razionali (in particolare in quello del Potlac l’elemento principale è lo spreco
che ha conseguenze gerarchiche). Bataille riprende l’idea dello spreco e da uno
sviluppo singolare: le dinamiche della società non si spiegano con il concetto
dell’utile e del razionale. Così introduce un nuovo concetto per spiegare le parti
non razionali e non utili: dépense traducibile con spesa con l’idea di un
dispendio improduttivo (= spreco).
Spiega la necessità di questo tema all’interno della società con un discorso filosofico
diverso da Mauss secondo cui le cose devono essere considerate non dal punto di
vista del mondo con risorse limitate ma dal punto di vista del cosmo (cita l’esempio
del sole come energia inesauribile che si espande e trova degli ostacoli, deve quindi
essere canalizzata per usufruirne, ma a questo punto si riduce e soprattutto se si
accumula può esplodere.) Bataille dice che “per evitare questa accumulazione va
dilapidata, quindi sprecata”, un dispendio di energie gratuite per garantire
l’equilibrio cosmico.

In cosa consiste la dépense? Nella nostra società si fanno delle cose che non servono
a niente (cita una frase di Bataille dove elenca tutti gli sprechi “il lusso, i lutti, le
guerre, i culti, le costruzioni di monumenti suntuari [da sumptus, sumere= comprare]
i giochi, gli spettacoli, le arti, l’attività sessuale perversa [deviata dalla finalità
genitale o procreativa]). Queste cose non sono ben viste dalla società, maledette
tanto che scriverà l’opera “la partie maudite”. Dal punto di vista della religione è
interessante perché la logica del religioso non è mai dell’utile o per lo meno lo può
essere ma poi sfugge. Con il concetto di dépense si vede come il concetto di spreco
di Mauss trova uno sviluppo.

Un’ ultima prospettiva, diversa da queste perché non fa parte della stessa tradizione,
è sostenuta da Lévy-Bruhl (1857-1939) egli ha sempre avuto una posizione diversa
rispetto alle ideologie francesi. Ha introdotto una nuova idea e cioè quello secondo
cui il pensiero primitivo è un pensiero diverso dal nostro, per tutta la tradizione
dell’antropologia il presupposto era che la mente funzionasse ugualmente anche se la
mente del primitivo era più bambina, volgare. Per Lévy-Bruhl c’è una differenza
qualitativa tra le due menti, la mente primitiva è caratterizzata da un pensiero
prelogico (non possiedono le capacità logiche e razionali) per cui non possiedono i
principi della nostra (non contraddizione o di causalità). Il pensiero prelogico
funziona seconda una legge che chiama di partecipazione ( tutte le cose sono legate
anche se non hanno un legame di causa-effetto contiguità, come se tutto il mondo
fosse una rete), non è una partecipazione evidente bensì nascosta infatti viene
chiamata partecipazione mistica (misteriosa, nascosta). E’ un’idea evoluzionista
perché con il progresso la mentalità prelogica scompare, questo fu criticato perché
considerato meccanico e anteriore, Lévy-Bruhl risponde con dei carnets pubblicati
postumi dove cambia idea e ritiene che la mentalità prelogica con la partecipazione
mista e la mentalità logica non siano due fasi consecutive bensì due componenti del
modo di pensare dell’uomo che esistono a tutti i livelli di civiltà, così quando
tendiamo ad agire in un senso non conforme a quello che la logica vorrebbe è in
azione la mentalità prelogica e la legge di partecipazione che si affiancano alla
mentalità logica. Con questa legge vengono spiegate anche delle attività che
altrimenti non sarebbero spiegabili su base logica.

Su questa posizione si scontreranno poi altri studiosi che ritengono che non ci
possono essere due modi di agire ma ritornano all’idea dell’antropologia
tradizionale.

Passiamo adesso alla sociologia tedesca, per la sociologia francese il punto di


riferimento era Comte mentre per quella tedesca il punto di riferimento è la
prospettiva di Marx e Engels che trattano anche tematiche religise. La scioogia
francese costruisce sistemi interpretativi dando letture nuove al fenomeno dell
religione mentre in ambito tedesco la sociogia nasce con interesse a tematiche piu
specifiche. Inoltre la sociologia della religione francese si riferisce al collettivo
mentre la sociologia delle religioni tedesca si concentra sull'individuo. Nascono
quasi contemporaneamente. Marx aveva posto il problema dell'analisi della societò
in rapporto al fattore economico, il riferimento religioso non è trattato in modo
sistematico. Questi studiosi fanno riferimento alle tesi di Feuerbach nelle quali
Marx presenta alcune caratterstiche religiose insistendo sul fatto che la religione
postula l'esistenza dell'aldilà che ha lo scopo di creare una consolazione che
compensi la vita di sofferenza e sfruttamento. Un secono elemento religioso che
viene trattato riguarda il tema della carità,virtu tipica del cristianesimo,che da luoo
alla beneficienza,al volontariato ma secondo Marx serve a chi è benestante per
lavarsi la coscienza. Il terzo aspetto è che la religione faccia da sostegno all'ordine
sociale che risulta fondato anche grazie alla religione dunque fa da garanzia del
mantenimento dell'ordine sociale cosi com'è. La religione dunque ha funzione
conservatrice e di supporto del'ordine e del potere. Tali idee sono nell'opera di Marx
ed Engels in un contesto in cui la religione ha un carattere sovrastrutturale poiché la
realtà sociale ha una sua struttura ma non è di carattere religioso ma economico dal
quale al massimo può derivare la religione che non ha una sua autonomia ma
dipende dalle condizioni economiche, diventa poi con funzione consolatoria tant'è
che la cit di Marx è che la religione è l'oppio dei popoli. Questa sociologia tedesca
però si sviluppa contro tale idea di Marx in particolare per i due massimi esponenti
della sociologia religiosa. Il primo piu famoso è Max Weber (1864-1920) nello
stesso periodo di Durkeim. 3 sono gli ambiti piu influenti che tratta Weber: il
concetto di tipo ideale,di carisma e di etica economica della religione. Tipo ideale o
idealtipo: nella storia delle religioni ci serviamo di concetti e categorie,il problema è
lo statuto delle nozioni che impieghiamo cioè a che cosa specificamente ci riferiamo.
Ci riferiamo ad una realtà soprasensibile che possiamo cogliere solo con l'intelletto
oppure è un termine come un altro? Questo è il problema che weber si pone
studiando il metodo delle scienze sociali, studiando parole come artigianato o
capitalismo. Riferendoci ad artiginato qual è lo statuto? Non esiste una realtà fisica e
sensibile a cui ci rferiamo con questo nome, ma non è neanche una realtà
soprasensibile, per Weber è infatti un tipo ideale,concetti che nascono per
organizzare le nostre esperienze. Selezioniamo alcuni aspetti dell'attività di alcuni
personaggi a discapito di altri, che sono tipici e hanno qualcosa in comune,unendoli
in un quadro concettuale unitario. Cosi creiamo un idealtipo che ci serve a capire la
realtà. Per esempio adesso possiamo chiederci a cosa serve l'artigianato nelle civiltà
medievali che è un concetto provvisorio e si può cambiare se è inadeguato,non
essendo una realtà particolare. Ci da dunque una teoria dei concetti di cui si servono
le scienze che però può essere esteso anche al campo della storia delle religioni.il
sacro per Weber è un idealtipo,un concetto prvvisorio eliminabile quando se ne ha
voglia,magari perchè troviamo troppe inadeguatezze. Passiamo al Concetto di
carisma che non è un concetto cosi scontato anche se lo usiamo nella nostra società,
è stato introdotto proprio da weber. Carisma in greco vuol dire regalo,dono. Nella
nstra società è stato introdotto dalle teorie cristiane, si trova nell'antico testamento e
nelle lettere di Paolo di tarso che lo usa per indicare un dono dello spirito santo.
Nella comunità cristiana primitiva si riteneva che si avessero diversi ruoli non scelti
autonomamente ma da un dono fatto dallo spirito santo ai membri della comunità.
Questi doni erano straordinari, ad esempio scacciare il demonio,compiere guarigioni
miracolose,parlare lingue diverse rispetto alla propria. Si tratta di caratteristiche
straordinarie ma non solo poiché poteva essere anche una scelta di vita decisa dallo
spirito santo come il celibato. Il termine carisma non diventa centrale nella teoria
cristiana finchè non entra nella teologia tedesca dell'800. Cosi weber lo riprende
all'interno della sua prospettiva sociologica tant'è che diventa un concetto chiave che
definisce cosi: una qualità straordinaria attribuita ad una persona dotata di forze
eccezionali. Il carisma deriva da: innanzitutto ci deve esere una persona con
eccezionali qualità che devono essere riconosciute dal gruppo quindi a livello
sociale, questo crea consenso e quindi fa si che si formi un gruppo di seguaci. A
questo punto occorre che l'individuo che ha delle capacità straordinarie dia una prova
dei suoi poteri che da luog ad una risposta emotiva (es la fede, la conversione). Tutto
ciò si ritrova anche nell'attività di Gesu. Al personaggio dunque vengon attribuite
caratteristiche sovraumane. Il carisma si manifesta soprattutto in momenti
critici,situazioni di tensione,nelle quali occorre qualcuno che li risolva e che
rappresenta una causa in cui il gruppo crede e ha una missione alla quale il gruppo si
accoda. Si crea un mvimento attorno al personaggio carismatico con
un'organizzazione che non è ancora ben salda dunque non ha una fluidità che però
comporta fragilità. Questa fragilità fa si che spesso i personaggi carismatici crollino
per gli insuccessi ma può anche accadere che il carisma si consolidi e questo avviene
alla morte del personaggio e il suo carisma si trasferisce ad una istituzione. Weber
chiama questa istituzionalizzazione l'oggetivazione del carisma cioè nasce con virtu
soggettiva ma a volte si trasferisce da individuo a organizzazione dunque non c'è piu
il personaggio carismatico ma c'è l'istituzione. Nella sua descrizione del tema del
carisma viene elaborata ispirandosi a temi religiosi ma pian piano ritiene che sia
adatto a parlare di temi e tematiche anche non religiose poichè i personaggi
carismatici possono essere il motore anche delle svolte in ambito storico,per questo
dunque la sociologia tedesca si riferisce all'individuo che interessa a Weber partendo
da un soggetto si hanno anche svolte storiche. L'occidente è caratterizzato da una
progressiva razionalizzazione dunque domina la ragione sulla realtà e cio porta un
indebolimento delle forze carismatiche, in realtà pero non ci ha proprio azzeccato. Il
carisma successivamente si è imposto nella società ed è diventato un perno nella
società contemporanea ma ha anche sviluppato critiche. Weber lo considerava un
concetto unitario mente successivament si sono distinte diverse tipologie di carisma
che hanno un funzionamento diverso,tuttavia non è una negazione del concetto ma
un suo sviluppo. Il terzo concetto è quello dell'etica della religione e si ricollega a
Marx e alla sua idea che la religione sia una sovrastruttura dunque una conseguenza
indiretta dello sviluppo economico. Per weber però la religione ha una sua
autonomia e anzi può influenzare l'economia stessa poiché la religione impone degli
impulsi all'azione e questo possono avere conseguenze a livello economico. Queste
tematiche vengono declinate in diversi ambiti ma soprattutto nel suo volume “l'etica
protestante e lo spirito del capitalismo” che risale al 1904 ma è stato piu volte
sviluppato. Questo volume tratta della concezione della religione che è utile a
sviluppare il capitalismo ossia una tendenza a orientare la propria vita allo scopo di
aumentare la ricchezza. Questo riflette il concetto culturale dell'europa del 500-600
in cui c'è una cultura permeata dalla religione calvinista in misure minore anche in
zone in cui ci sono religioni come il pietismo e quaccheri. Weber dunque dice che il
capitalismo si sviluppa soprattutto in società protestanti e alla base di questo
capitalismo ci sono 2 concetti: vocazione perchè la salvezza non nasce dai meriti che
si acquisiscono da opere buone ma sono doni di dio.a tale concetto si associa il
concetto di predestinazione, cioè abbiamo la possibilità di salvarci autonomamente o
dio ci ha già riservato o la salvezza o l'essere condannati? Dunque per i protestanti
dio ha già deciso per noi fin dall'eternità chi arriverà alla salvezza. Queste due
concezioni che effetti hanno sulla vita delle persone? Non incentivano per niente la
vita umana poiché se è tutto gia stabilito non possiamo migliore nulla dunque
inerzia. Per weber invece questo da origine a uno sviluppo economico perchè
nessuno ci dice se apparteniamo al gruppo dei salvati o dei condnnati quidi si cerca
con ansia un segno che gi confermi la salvezza quindi il credente ignaro cerca un
segno di dio. Nelle sacre scritture si dice che i prescelti sono anche benedetti e
questo concetto di benedizione possiamo interpretarlo seondo weber come successo
economico nella vita,siamo benedetti dal signore se abbiamo successo economico.
Ciò ha una conseguenza a lavorare bene e ad avere successo nella vita. Questa
concezione si collega a quello che weber chiama ascesi intramondana cioè nelle
religioni c'è sempre una tendenza all'ascesi che è la vita di qualcuno che ha una vita
di rinunce e questo prevede il fatto di non essere attaccati alle cose mondane, dunque
si manifesta come rinuncia al superfluo. Questa ascesi è presente anche in ambito
cristiano e viene praticata dai monaci che si distaccano dalle cose del mondo ritirarsi
in monastero. L'ascesi del monaco è quindi extramondana poiché il mondo in cui
viviamo viene abbandonato rinunciando alla realtà di tutti i giorni. Nel
protestantesimo però la vita monastica viene abolita e si aboliscono le differenze fra
le varie forme di vita religiosa. Nel cristianesimo cattolico si può essere
semplicemente praticanti,essere preti e ci sono tutte le forme di vita monastica. Nel
protestantesimo tutto questo viene abolito quindi i cristiani sono tutti uguali con gli
stessi doveri, ci sono alcuni che hanno scelto di essere preti ma senza il sacramento
dell'ordine dunque un fedele come tutti che svolge in modo piu professionalizzato
l'attività del sacerdozio ma non ha uno statuto diverso rispetto al fedele normale. Chi
vuole svolgere una vita ascetica quindi non può uscire dal mondo ma la deve
svolgere all'interno di esso,ciò è l'ascesi intramondana che è la rinuncia al superfluo
fatta all'interno del mondo stesso,nella propria attività quotidiana. Rinunciando al
superfluo noi risparmiamo anche molti soldi e da luogo all'utilizzo di questo denaro
per reinvestirlo dando luogo al meccanismo del capitalismo. Quelli che credono in
questo meccanismo sono coloro che rinunciano al superfluo reinvestendolo nella
propria azienda. Questo meccanismo provoca il cosiddetto da Weber disincanto del
mondo che consiste nel fatto che visto che vivere signifi produrre denrio tutto ciò che
riguarda la nostra esperienza viene visto sempre dal punto di vista capitalistico (es.
possiamo emozionarci davanti ad una cascata ma il capitalista pensa subito a come
sfruttare la bellezza del paesaggio a livello turistico oppure a livello idraulico)
dunque l'idea e il nostro atteggiamento nei confronti del mondo non è piu
emozionale ma prevale il concetto della natura intesa come un insieme di elementi
sfruttabili dal punto di vista razionale e succede anche per lo sviluppo di scienza e
tecnica. L'espressione che usa Weber è il mondo prima era espressiona di potenze
impreveibili e misteriose che ora non ci sono piu,esse aprivano la strada a magia e
religione per esempio. Quindi il capitalismo nasce da una base religiosa però a poco
a poco diventa autonomo e un fattore di eliminazione del religioso. Secondo weber
questo pocesso di progressiva secolarizzazione ha avuto il suo culmine negli anni 60-
70 e tra gli esponenti c'era proprio weber con l'ide del disincanto del mondo ma
questo è definitivo? No perchè ci sarà sempre la volontà di dare un senso alle cose
che ci circondando e da qui riemergerà la religione, tale idea ci spiega perchè il
carisma ad un certo punto prende una posizione secondaria. Per weber l'etica
economica della religione è diffusa anche in religioni non cristiane ad esempio
nell'induismo che indica le religioni della cultura indiana (anche se non tutte).
Nell'induismo l'organizzazione sociale è castale,cioè divisione nella società di
caste,tutte determinate e fondate dal mito del Burusa. Il fedele induista deve svolgere
nel modo migliore la sua attività all'interno della sua casta e l'uomo avrà compiuto il
senso della sua vita se svolgerà bene questa attività. Per weber questo si riferisce alla
religione e non al mito di fondazione piuttosto fa da supporto a questa situazione
attraverso il sistema della reincarnazione,cioè della rinascita dopo la morte e le cose
che abbiamo compiuto nella vita ci condannano o ci ammettono a situazioni diverse
nella seconda nascita. Chi non ha svolto i compiti fissati è condannato ad una nascita
infelice probabilmente in una casta piu bassa o sottoforma di animale. Tale
meccanismo per weber da luogo all'immobilità sociale tipica dell'india per cui la
religione la favorisce. L'immobilità sociale ha conseguenze economiche.
Un altro esponente della sociologia della religione tedesca è Ernst Troeltsch che è
contemporaneo di Weber e la sua opera è stata fondamentale per lo studio del
cristianesimo. Anche lui si riferisce alla teoria marxiana e dunque è d'accordo con
Weber dicendo che la religione è autonoma dall'economia e ha conseguenze su di
essa. Anch'esso si occupa degli idealtipi dedicandosi al tipo della chiesa,la setta e
mistica. La chiesa è qualcosa a cui si appartiene per nascita, si trova in compromesso
con la società e ha come caratteristica la volontà di convertire tutti. La setta è
qualcosa che si distacca dalla chiesa,non fa compromessi con la società ed è
esclusiva cioè ad essa si accede per scelta. La mistica è l'interiorizzazione delle
credenze religiose,non vissute in manifestazioni esteriori come andare in chiesa ma
la religione viene vissuta nei tratti inferiori, in vista di un possesso piu personale e
piu intimo. Questi tre concetti sono gli idealtipi o tipi ideali di Troeltsch,concetti
costruiti a cui corrispondono 3 riferimenti alla storia del protestantesimo. La chiesa
si applica alla chiesa cattolica ma anche protestanti, il concetto di setta viene
esemplificato dal protestantesimo dei padri fondatori (lutero,calvino), mentre la
mistica corrisponde al protestantesimo contemporaneo in cui si insiste il legame di
scelta soggettiva sfrontando tutti gli aspetti esteriori della religiosità. Dopo la
sociologia della religione passiamo ad una nuova materia che rinnova i panorami
della religione ed è la psicologia. Ha diversi esponenti che articolano diversi
tematiche e in ambiti differenti ma aldilà di tali studi di tematiche piu particolari il
rinnovamento maggiore del settore è dovuto alla psicoanalisi con riferimento a Freud
e alla psicologia analitica di Carlos Naviung. Sigmun Freud nasce nel 1856 e muore
nel 1939.La sua prospettiva è successibile di una trattazione piu ordinata e
sistematica. Ci sofferiamo sulle opere che trattano il tema della religione
distinguendo in 2 fasi l'opera freudiana; quella precedente il 1910 e la successiva. In
quella precedente al 1910 non si riferisce propriamente alla religione ma si concentra
su problematiche psicologiche di altro genere a partire dalle quali dà degli spunti per
lo studio della religione. Nella “interpretazione dei sogni” (1899) cerca di capire
come nascono i sogni e come vanno interpretati. Nel trattare il processo Freud si
concentra parlando dell'analogia da mito e sogno accomunati da caratteristiche
formali e contenutistiche,contenuti inconsci che lui chiama complessi psichici,che
vogliono emergere. Non lo fanno in modo diretto ma mediato e la mediazione
comporta un mutamento. L'idea di partenza è che nella vita psicologica della persona
ci siano contenuti che stanno nell'inconscio perchè non accettabili a livello cosciente.
Durante il sogno riescono ad esprimersi ma non in modo diretto,essendo stati lasciati
nella loro dimensione, ma emergono in modo mediato. Il sogno procede con vari
meccanismi che agiscono anche all'interno del mito cioè il mito ha contenuti non
accettati dalla società e subiscono processi di deformazione quando vengono
raccontati. In particolare il contenuto rimosso principale è il complesso di Edipo
dove Freud si riferisce ad un mito che mette in scena una vicenda psicologica
personale della quale si fa portatore. La prima analogia dunque è tra mito e sogno;
arriva al punto di parlare del mito come “i sogni secolari della giovane umanità”.
L'individuo ha dei sogni ma anche l'umanità ha dei sogni e tali sogni sono i miti. Il
secondo tipo di considerazione è l'analogia tra un tipo di disagio psichico e la
religione, in particolare parla del paranoico che è colui che sposta sul mondo esterno
i contenuti della psiche. L'esempio piu facile è quello del delirio di persecuzione o
complesso di persecuzione ovvero la sensazione di avere qualcuno che ci segue e ci
sorveglia e questo arriva nelle dimostrazioni piu nevrotiche quando si ha proprio la
convinzione di esere seguiti e guardati. Cio nasce non dalla realtà del fatto ma cio
che ci sta realmente sorvegliando è all'nterno di noi quindi fa parte della nostra
psiche. Dunque abbiamo un dio che ci osserva e controlla le nostre azioni ma non è
un dio con una proiezione esterna ma nasce dai nostri disagi,dai nostri problemi
interni. Il terzo tipo di considerazione è l'analogia tra la religione e la nevrosi
ossesiva che consiste nell'impulso a compiere atti indesiderati. Si tratta di quello che
noi nella nostra esperienza quotidiana conosciamo come piccoli rituali
quotidiani,ricchi di carattere ossessivo che puo essere anche particolarmente grave
ma tutti noi a livello basilare li conosciamo. I rituali nascono dalle pulsioni, concetto
basilare di Freud, definibile come eccitazione del corpo che provoca una scarica
energetica che tende verso una meta (es pulsione:desiderio). La meta verso cui si
tende è la soppressione dello stato di tensione stesso, un bisogno che aspira ad essere
soddisfatto. Molte delle pulsioni che abbiamo sono indesiderate o rimosse perchè
sono cose inaccettabili,erotiche, che la nostra società non accetterebbe. Il fatto che
vengono rimossi però non è la sua abolizione perchè tale carica è sempre viva.
Questi desideri vanno a finire dunque nell'inconscio e premono costantemente per
emergere,ciò fa si che si da luogo alle formazioni di compromesso cioè le pulsioni si
compiono ugualmente ma non come tali piuttosto escono in forma differente che li
renda piu accettabili. I rituali della nevrosi ossessiva rientrano tra queste
formazioni,spiegabili sulla base di desideri rimossi che vogliono manifestarsi ma non
possono in quanto tali e trovano canali diversi. Tali rituali hanno caratteristiche:
irrazionali poiché i desideri che vogliono esprimersi si esprimono in maniera distorta
rispetto alla loro reale portata, obbligatori perchè sono particolarmente forti,ripetitivi
percè questo modo di emergere delle pulsioni fa si che la pulsione non si manifesti
mai pienamente quindi ogni vota c'è un'insoddisfazione che provoca sforzi per far
emergere il desiderio. La religione presenta un funzionamento analogo ai rituali di
tipo nevrotico,cioè il rituale religioso è anch'esso obbligatorio,irrazionale e ripetitivo.
Per Freud quindi anche i riti religiosi nascono allo stesso modo e hanno alla base la
rimozione di desideri inaccettabili. Ritiene però che nascano da pulsioni
egoistiche,violente e socialmente dannose. I rituali invece nevrotici derivano da
pulsioni erotiche e sessuali. Ad un certo punto però Freud cambia idea dicendo che
tutte le forme non solo religiose ma anche culturali delle esperienze psichiche
dell'umanità nascono da pulsioni sessuali. La religione è per Freud una “nevrosi
ossessiva universale”,mentre la nevrosi ossessiva si gioca a livello di individui nella
religione diventa collettivo. La religione romana per esempio con un ritualismo
esasperato riflette quest'idea della nevrosi ossessiva universale. Prima del 1910
quindi le sue idee sono tratte da una forma di psicologia normale (sogno), patologica
(paranoia e nevrosi ossessiva) ma non fa un discorso generale sulla religione. Nel
1910 poi Freud si pone il problema del significato della religione in generale, non lo
fa in un opera specifia per carattere religioso ma in “ricordo di infanzia di Leonardo
Da vinci” in cui fa una sorta di psicoanalisi di Da vinci poiché lo riteneva
omosessuale e ha fatto l'interpretazione di un suo quadro. Definisce la religione
dicendo di dover ricostruire la situazione di un bambino piccolo che si trova in una
situazione di debolezza e dipendenza poiché è debole per il fisico e ad ogni suo
bisogno ricorre a qualcuno che lo aiuti,in particolare ai suoi genitori che esaudiscono
i suoi bisogni. Secondo Freud questa debolezza si riproduce nell'adulto perchè ci
sono momenti in cui l'uomo la sente maggiormente ed è una debolezza nei confronti
delle forze esterne della natura(es.un albero che ci cade addosso) ma anche per le
forze interne dell'inconscio. Quando un uomo sente la debolezza regredisce
all'infanzia e dunque cosi si ritorna ai genitori che badavano ai nostri bisogni per cui
Dio non è altro che la proiezione dei nostri genitori. L'idea della religione di Freud
emerge nel 1910 e consiste nella visione di dio come proiezione dei genitori cosi
come i nostri genitori rispondevano ai nostri bisogni facendo da rimedio a impotenza
e debolezza cosi dio risponde alle nostre esigenze e compensa alle nostre debolezze.
Soprattutto chi esaudiva i nostri bisogni è la mamma,dunque la proiezione doveva
avvenire verso una figura femminile ma Freud è ebraico e quindi riflette la sua
concezione di dio monoteista e figura maschile. Il tema di dio come proiezione dei
genitori ritorna spesso 10 anni dopo in un opera “l'avvenire dell'illusione” in cui le
tematiche sono piu svluppate perchè la consolazione dell'uomo si risolve proiettando
la figura del padre nella figura di dio ma tale consolazione è puramente illusoria
tant'è vero che Freud si chiede quale sia l'avvenire di tale illusione e la sua risposta è
che l'uomo si rende conto che la religione è solo una proiezione. Freud è di stampo
positivista perchè crede che attraverso metodi e scienza si può conoscere sempre di
piu. Successivamente Freud si dedica allo studio di come la religione si manifesta
nella società e nelle sue radici psicologiche. In queste opere piu che di psicologia si
occupa di storia dell'umanità. Le due opere che rappresentano la piena maturità di
Freud sono totem e tabù e l'uomo Mosè e la religione monoteista. Per capire l'opera
totem e tabù bisogna introdurre il complesso di Edipo: nei tre saggi sulla sessualitò
del 1905 Freud studia la sessualità infantile,studio totalmente rivoluzionario perchè
si riteneva che il bambino non avesse una sessualità ma in realtà freud la definisce
perversa e polimorfa. Per perversione non intende però l'aspetto negativo ma il fatto
che l'energia sessuale ha come scopo quello di incanalarsi nell'atto sessuale dando
luogo alla procreazione. Ci sono attività sessuali che però non vanno in questa
direzione per cui si parla di perversione come direzione diversa rispetto alla
principale. Il bambino dunque è perverso perchè il bambino non va verso l'atto
procreativo. Polimorfo perchè questa energia sessuale ha più forme e una vaerità di
declinazioni che dipendono dalle varie zone erogene che vengono interessate dalle
diverse fasi di sviluppo del bambino: prima fase orale 0-18 mesi perchè usa la bocca
per succhiare il latte della madre. Dai 18 ai 36 mesi il bambino impara a trattenere le
feci dunque la sua energia è controllata verso l'ano per cui si parla di sessualità anale.
Infine dai 3 ai 6 anni si parla di sessualità fallica perchè la zona erogena è l'organo
sessuale. Da qui emerge il complesso di Edipo in cui il bambino vorrebbe avere il
possesso esclusivo della madre per la semplice ragione che è stata lei a provvedere ai
suoi bisogni ed è la figura più legata a lui, il bambino si innamora della madre e
ovviamente rispetto a tale desiderio c'è un ostacolo che è il padre con il quale la
madre va condivisa. Nasce dunque l'ostilità tra padre e figlio e nasce il desiderio di
ucciderlo che viene realizzato nel suo immaginario. Per spiegare ciò freud inserisce
un elemento religioso che è la magia in cui la sua volontà era sbarazzarsi del padre e
nel suo immaginario questa cosa avviene facilmente,dunque il parricidio. Il
parricidio contiene due conseguenze emozionali: senso di colpa perchè il bambino ha
coscienza del fatto che il padre sia fonte di amore e tenerezza. Il secondo sentimento
è la paura della ritorsione che è la castrazione come risposta del padre. In realtà il
padre in questo immaginario simbolico resiste sempre. Quando si rende conto che il
desiderio del possesso esclusivo della madre non può esistere procede con
l'imitazione del padre e quindi tende a portare dentro di sé la figura del
padre,diventando come lui. Tutto questo processo porta a instaurarsi di un periodo di
latenza in cui la sessualità fallica viene meno fino all'adolescenza dove ritorneranno
le pulsioni sessuali e genitali. Si chiama complesso di edipo perchè si rifà al mito in
cui Edipo uccide il padre e si unisce alla madre senza sapere che lo fosse e commette
l'incesto,dunque in questo mito vengono realizzati quei 2 desideri a cui si aspira nel
complesso di Freud. Questa concezione funziona coerentemente per il maschio ma
per la femmina ha cercato di adattarlo al mondo femminile (complesso di Elettra) ma
con un tentativo maldestro perchè per la donna tale processo funziona molto meno.
Sulla base di queste tematiche freud pensa di aver capito come funziona lo sviluppo
sessuale del bambino e scrive nel 1912 totem e tabù in cui parte dal presupposto che
ciò che succede nella vita individuale del bambino succede anche nella vita della
società,collettivamente. Cerca dunque di capire come si verifichi a livello di storia
della civiltà cercando la fase più antica di essa. Freud tra le tante proposte del tempo
sull'origine della civiltà sceglie il totemismo come durkeim perchè si adatta molto
bene al suo tipo di discorso visto che nella società totemica non si può uccidere
l'antenato totemico e non si possono sposare le donne del clan. Succede la stessa
cosa nel complesso di edipo perchè quando capisce che non può uccidere il padre
farà suoi i divieti del padre cioè non unirsi alla madre e non desiderarla più. L'opera
dunque prende questo titolo perchèpabbraccia la teoria totemista e in questa teorizza
i 2 tabù poiché il divieto di non sposare le donne del clan si riferisce al non sposare
la madre e il divieto di uccidere il padre si riferisce al non uccidere l'animale
totemico che rappresenta l'antenato. Sorge però un dubbio: se freud cerca l'origine
della civiltà, la trova realmente nel totemismo? In realtà no perchè a parte i 2 divieti
non rappresenta l'origine ma ciò che viene dopo. Se esiste un parallelo ta vita
individuale e collettiva nella vita collettiva il totemismo corrisponde a un momento
di vita collettiva postuma al complesso di edipo. Fa un passo avanti e si chiede la
fase anteriore del totemismo ricostruendola prendendo spunto da 2 studiosi:
robertson Smith studioso del sacrificio ebraico e Darwin studioso delle teorie
generativiste. Da quest'ultimo prende l'idea dell'orda primordiale o primitiva cioè
l'ipotesi sulla costruzione della prima società umana; era una serie di gruppi familiari
con come capo il padre con una posizione tirannica che gestiva il gruppo e impediva
rapporti sessuali tra gli uomini (che erano i suoi figli) e le donne. Gli uomini a un
certo punto venivano allontanati peer ricreare nuovi gruppi. Freud associa l'orda
primordiale con il concetto di sacrificio di Robertson Smith ricavandone che ad un
certo punto questi figli con una fruizione sessuale delle donne del gruppo si ribellano
al padre e lo uccidono mangiandolo. Il gruppo trova la forza di farlo non per
l'individuo ma per la collettività. Tale vicenda è la premessa del totemismo, la figura
del padre non è stata eliminata ma introiettata dunque il padre è all'interno di essi.
Freud però neanche stavolta crede veramente che l'origine della civiltà sia questa
orda primordiale,la presenta come ipotesi di lavoro,non come qualcosa che è
avvenuto davvero ma una specie di storia ideale che rende conto precisamente di ciò
che è successo dopo. Tale ipotesi ha avuto un forte impatto e ha subito varie
polemiche e critiche,in particolare da due studiosi:Schimdt (teorico del monoteismo
primordiale) che la critica su un piano storico cioè sulla base delle ricerche
etnologiche nessuna delle componenti dell'orda primordiale è presente nelle società
primitive analizzate. E poi da Malinovski che dice che non è vero che il divieo
dell'incesto è universale perchè la dinamica di Freud è una dinamica familiare che
funziona per la famiglia europea occidentale del diciannovesimo secolo. Ci sono
società studiate da Malinovski in cui la struttura è differente e il punto di riferimento
non è il padre ma la madre e il fratello della madre,dunque famiglia con stuttura
matrilineare completamente differente. Quello che freud ritiene processo universale
riguarda il tipo di famiglia occidentale. A tale dibattito risponde un etnologo
psicoanalista fondatore dell'etnologia psicoanalitica ed è Roaim che cerca di
dimostrare che quello che dice malinovski non contrasta Freud perchè nelle società
matrilineari semplicemente il processo psicologico viene spostato dalla figura del
padre alla figura dello zio materno. L'altro libro di Freud risalente al 1939 è l'uomo
Mosè e la religione monoteista in cui freud vuole fare i conti con la sua tradizione
religiosa di nascita e cerca di rispondere al problema dell'origine del monoteismo
riportando lo stesso schema dell'opera precedente. Ritiene che il monoteismo è stato
fondato da Mosè ritenuto un egiziano che si è convertito al monoteismo
solare,riferito al fatto che la società egizia ha un periodo in cui c'è il faraone
Akenaton o Eknaton che richiede il culto per la divinità solare Aton (incluso nel
nome del faraone), siamo nel 14 secolo a.c e questo culto della divinità solare divent
esclusivo perchè ci si rivolge a lui a discapito degli altri dei. Quest'idea del culto
solare ha fatto pensare a molti studiosi a un tipo di monoteismo chiamato solare.
Mosè quindi è stato un adepto di tale culto e a sua volta converte gli ebrei. Mosè
dunque è il fondatore del monoteismo in quanto converte gli ebrei che ad un certo
punto si ribellano e lo uccidono; da questo nasce un senso di colpa e la figura di
Mosè viene fatta propria. Arrivati in palestina gli ebrei incontrano delle popolazioni
che hanno un dio,Javhè (dio dei vulcani),si fondono con tale gruppo ed esso diventa
il loro dio egiziano monoteista. Tale costruzione freudiana è stata molto contestata
ma ha avuto anche molto successo rispetto alle altre teorie dell'origine del
monoteismo. L'origine del monoteismo è un problema che affrontano tutti gli
studiosi soprattutto di stampo cristiano. Già abbiamo parlato della prospettiva
antropologica evoluzionista e l'opposizione di Schimdt che vedeva il monoteismo
come un involuzione dell'umanità, e di Pettazzoni invece che lo definiva una
rivoluzione a partire da un politeismo. Soffermiamoci adesso sul dibattito più recente
e partiamo dalla definizione del termine monoteismo: deriva dal greco monos e teos
che significa un dio unico. Questo termine plasmato su due parole greche in realtà
non è un termine tanto antico ma è un termine moderno che si impone nella second
metà del 17 secolo,nel dibattito teologico inglese. Prima di allora non esisteva come
terminologia. Si distingue tale concetto dall'enoteismo e monolatria. Tali concetti
sono usati soprattutto da Muller perchè è cosiderato il fondatore di stoia delle
religioni. Enoteismo significa credenza in un dio ma senza l'elemento di un dio unico
che sta da solo. Muller usa tale concetto per parlare in un ambito politeista in cui un
gruppo si riferisce ad un dio solo rispetto agli altri. Monolatria invece significa
venerazione di un dio,quindi dal punto di vista dei rituali e a differenza
dell'enoteismo che presenta una situazione temporanea è un concetto più dilatato nel
tempo che quindi si è anche stabilito. Ad oggi di monolatria non ne parla più nessuno
invece di enoteismo si può ancora cogliere il concetto. Distinguiamo due tipi di
monoteismo: esclusivista e inclusivista. Quello esclusivista è un monoteismo che
esclude ogni altra divinità dunque esclude ogni altra forma di divinità; in quello
inclusivista invece si considera una sola divinità ma è sopra a tutte le altre quindi le
divinità sono tante pur avendo tutte lo stesso principio. Si è insistito molto sui
monoteismi esclusivisti: il primo è ebraico con il dio Javhè, da esso nasce il
cristiano, da questi 2 nasce l'islamico e infine l'ultima forma è il monoteismo
zoroastriano ma di cui non siamo molto sicuri. Nel momento in cui però ci
chiediamo l'origine del monoteismo esclusivista dobbiamo chiederci l'origine del
monoteismo ebraico che si considera il primo da cui derivano i successivi. Il
monoteismo esclusivista è spiegato da 2 prospettive: ad intra dall'interno, ab extra
dall'esterno. Ab extra vuol dire che l'origine del monoteismo ebraico nasce
dall'influenza di un'altra cultura e tali culture precedenti alla cultura ebraica sono
quella egizia e zoroastriana. Freud fu il primo a sostenere la cultura egiziana pur non
avendo tanti elementi di base documentaria ma ricostruendoli con componente
psicologica. L'idea è che gli ebrei abbiano ripreso il modello del culto del dio sole
Aton proposto dal faraone Akenaton (amenophi IV), si parla nelle formule rituali del
fatto che non cia nessun altro al di fuori di lui, non ha una precisa mitologia con
ordine genealogico, tutto questo ha fatto pensare ad una forma di monoteismo che
avrebbe potuto fare da modello per il modello ebraio. Su questo tema c'è stato un
dibattito e alcuni studiosi non lo considerano forma di monoteismo perchè alcune
divinità continuano ad essere presenti come RA E OSIRIDE, c'è un dio il cui nome
viene cancellato ed è Amon che era il dio della città di Tebe ed era uno dei centri più
importanti del sacerdozio egizio. Dunque Amenofi IV ha voluto insistere sul culto di
Aton in funzione negativa di quello di Amon perchè la classe sacerdotale era padrona
della situazione politica. Si propone il culto di una divinità a discapito di altre per
ragioni politiche. Il faraone successivo fu Tutankhamon che anche il nome stesso fa
vedere come sia stato ripristinato il culto di Amon precedentemente respinto. Questa
teoria di Freud ha avuto alcuni seguaci ma poi è stato ripreso in una fase più
recente,riproposta da uno studioso tedesco che si chiama Jan Assman e scrive: mosè
èvuna figura della memoria e non della storia mentre akenaton è figura della storia e
non della memoria. Questo per dire che per lui il monoteismo nasce in egitto e si
diffonde per ripresa del monoteismo egiziano da parte deli ebrei e i protagonisti sono
Mosè e Akenaton,complementari ta di loro poiché mosè è fgura della memoria
perchè l'intera tradizione ebraica fa riferimento sostanziale alla bibbia ma non è
figura della storia perchè abbiamo solo la descrizione della vita tramite la bibbia ed è
una cotruzione della memoria del popolo di israele. Akenaton è una figura della
storia con dati ben precisi ma come figua dela memoria è stata considerata una
parentesi che si è definitivamente chiusa dunque dopo la morte nessuno ne ha più
parlato. La seconda ipotesi invece ab extra parte dall'idea che tutto arriva dallo
zoroastrismo che presuppone l'esistenza di un unico principio, cioè si parte dal
principio del bene e dal principio del mae che combatton nel cosmo da sempre ma
che in qualche modo tale scontro viene intrappolato nella storia del mondo che avrà
fine al prevalere del principio positivo. Inoltre si sostiene che tali principi derivano
da un principio unico ma su di esso gli studiosi si dividono,alcuni considerandolo
monoteismo e altri definendolo dualismo. Perchè dunque ha influito sulla
formazione del monoteismo ebraico? Sia per il punto di vista territoriale visto che lo
zoroastrismo si sviluppa in ambito persiano sia perchè il monoteismo zoroastriano
viene prima di quello ebraico. Le fonti però dello zoroastrismo sono molto tarde
rispett alla sua origine, infatti il testo sacro a cui ci riferiamo è l'avesta che
corrisponde al 7/8 secolo che risulta molto recente e quindi non sappiamo quali
fossero realmente gli insegnamenti e a quale periodo storico corrispondono di
preciso. All'ipotesi ab extra si uniscono le ipotesi ab intra che riguardano l'origine del
monoteismo ebraico dall'interno del monoteismo ebraico stesso cioè una prospettiva
evolutiva in cui gli studiosi ritengono che il popolo di israele passi dalla presenza di
più divinità ad una unica. Partendo da tale presupposto si arriverebbe per una
dinamica interna a definire una divinità unica. Questo può essere successo secodo
l'ipotesi maggiormente accreditata durante il governo di Giosia (640/209) in cui si
pone la legge che si esprime in modo forte sull'unità di dio, la distruzione dei culti
degli dei palestinesi come il dio baal e c'è anche l'uccisione dei sacerdoti di Baal
dunque una definizione di culti monoteisti con la soppressione di ciò che non
riguarda il dio d'israele che probabilmente prima era di tipo enoteista per poi essee
unico dio,unico popolo,unico Israele. Il secondo autore relativo alla psicologia di
storia delle religioni è un allievo di Freud ed è Karl Jung (1875-1961) era uno
psichiatra ed esercitava a zurigo è stato l'allievo principale di Freud però nella sua
carriera ad un certo punto si distacca dalle prospettive freudiane e interrompe anche i
rapporti personali con esso. Jung per differenziarsi da Freud chiama la psicoanalisi
psicologia analitica. La psicologia è lo studi della psiche e la psiche è l'insieme di
tutti i processi mentali che possono essere inconsci o coscienti. I coscienti si trovano
nella coscienza che è l'insieme dei contenuti della psiche attualmente presenti nella
nostra mente. Attraverso la coscienza le persone si adattano alla realtà esterna e si
costruisce la persona (in latino maschera) che è in qualche modo ciò che fa da
tramite tra la nostra interiorità e il mondo esterno,dunque è come se ci costruissimo
una mschera che nasconde la nostra vera identità ma anche ciò che gli altri vedono
quando la indossiamo,dunque è la nostra personalità sociale. L'inconscio è diviso in
2 parti: incoscio personale,ovvero insieme di contenuti che non sono nella nostra
coscienza attualmente ma che possiamo richiamare in ogni momento. Ciò significa
che i contenuti non attualmente coscienti si trovano in questo incoscio. Qui si
trovano anche i contenuti sgradevoli che rimuoviamo. Oltre all'incoscio personale
abbiamo quello collettivo che è ereditario e comune a tutta la società e dice che si è
costruito a poco a poco attraverso le esperienze degli uomini primitivi poi
interiorizzate. Dentro tale inconscio collettivo ci sono archetipi che viene dalla
filosofia greca e significa letteralmente archè modello e typos modello. Modello nel
senso di stampo,come nella parola topografia. L'archetipo è dunque un modello
originario di cui è fatto l'inconscio collettivo. Ma questi modelli servono a riprodurre
immagini che nascono dall'applicazione di modeli originari che stanno nella nostra
psiche. Nelle religioni per esempio abbiamo tanti simboli come l'albero sacro, la
produzione artistica dei popoli in cui è presente tale simbolo avrà sempre lo stesso
significato di rierimento. Questo perchè? Perchè si riferisce ad archetipi,modelli
originari dell'inconscio collettivo. Jung ha studiato anche casi clinici in cui si
interessava alle figure disegnate dai malati psichiatrici e ci sono simboli comuni alle
varie religioni perchè sono immagini che nascono dagli stessi archetipi. Distingue
l'archetipo tra due concetti ovvero l'archetipo in sé e gli archetipi attualizzati. I primi
sono archetipi generalissimi che non si sono concretizzati in una vera e propria
immagine; mentre gli archetipi attualizzati rappresentano lo stampino che stampa
qualcosa dunque l'immagine presente nella nostra vita e realtà. Un sinonimo
dell'immagine archetipica è il simbolo,dunque quei simboli presenti nel collettivo
sono archetipi attualizzati. Per poter funzionare la mente ha bisogno di energia
quindi c'è un'energia che all'interno della psiche in qualche modo si muove che si
richiama all'energia sessuale di Freud ma per Jung l'energia della psiche non è
sessuale ma indifferrenziata; questo è stato il loro punto di rottura. Inoltre anche per
l'idea dell'esistenza dell'inconscio collettivo a cui Freud non fa riferimento.
L'energia indifferenziata dal punto di vista religioso ci fa venire in mente il mana
anche perchè Jung è stato un lettore di Marett. Gli archetipi si trasmettono per via
genetica cioè di madre o padre in figlio quindi nasciamo possedendo già gli
archetipi. Il concetto di simbolo per Jung riguarda due concetti relativi a segno e
simbolo. Il segno è un oggetto che esprime una realtà psichica esemplificabile
nell'esempio di Freud che spiega che un bambino aveva paura del cane che in realtà
era l'immagine mentale del padre quindi il segno è qualcosa di perfettamente
conoscibile. Il simbolo invece è un oggetto rappresentante realtà psichica però tale
realtà psichica non è completamente conoscibile cioè il simbolo non può essere
conosciuto a pieno perche le sue radici affondano nell'inconscio collettivo dunque la
nostra realtà conoscitiva in realtà è un settore minimo,un po' come un isola
confrontata ad un oceano.il termine greco simbolo deriva dalla parola symballo che
vuol dire raccogliere,riunire,mettere insieme dunque il simbolo è riconducibile ad un
fascio di significati non conoscibili. Il contrario di symballo è diaballo, che vuol dire
dividere quindi tale parola è quella da cui deriva il diavolo. Il simbolo ha funzione
unificante,il diavolo funzione divisoria. Due realtà opposte tra loro possono essere
unite dal simbolo. Jung ci da una teoria sulla personalità umana e sulle caratteristiche
che abbiamo ma ci dà anche una descrizione sulla dinamica dela personalità capendo
anche come essa si sviluppa. Ciò accade tramite il processo di individuazione cioè
quando diventiamo noi stessi,noi lo chiamiamo realizzare se stesso. Secondo Jung
questo compito è presente in ciascuno di noi ma come si fa realizzare se stessi? Jung
ritiene che nella prima parte della nostra vita ci adattiamo a ciò che ci circorda,
dunque una società con vari ruoli nella quale troviamo un posto dunque crearsi la
propria maschera e rispondere anche a ciò che la società chiede e impone per poi
avere un ruolo proprio; quando però bisogna scegliere delle cose piuttosto che delle
altre, dobbiamo aspirare a qualcosa di completo e totale,cioè per vivere una vita
soddisfaciente eliminiamo alcune caratteristiche della nostra personalità e ne
utilizziamo solo alcune ma questo è un processo doloroso. Appena abbiamo un posto
in società cerchiamo di recuperare le attività che abbiamo dovuto sopprimere. Jung
dice che in questo processo di individuazione abbiamo 4 fasi: la prima fase consiste
nel recupero dell'ombra ovvero ognuno di noi ne possiede una e questa va
recuperata. L'ombra consiste nei contenuti rimossi, che in realtò rimangono con noi
sotto forma di contenuti inconsci che si esprimono sotto forma di ombra. Possono
anche esprimersi attraverso il doppio cioè per esempio un fratello gemello oppure la
nostra ombra che tutti possediamo. Secondo jung quindi questa ombra va recuperata
e dobbiamo rifare conoscenza con il nostro inconscio, il nostro io e la sua ombra
sono unificati attraverso i simboli. La seconda fase è il recupero della parte dell'altro
sesso che portiamo in noi ma Jung dice che nella mente ci sono le caratteristiche di
entrambi i sessi ma per pressione dela società si prendono solo le caratteristiche
sessuali tipiche del proprio sesso che non annulla le caratteristiche del sesso opposto
semplicemente le marginalizza. Il recupero di tali caratteristiche è simboleggiato dai
simboli dell'animus e dell'anima,termini latini che indicano l'anima ma con
variazioni a seconda dell'ambito. L'animus per jung è la componente maschile della
donna mentre l'anima è la componente femminile dell'uomo. La terza fase di tale
processo consiste nel superare un'altra opposizione cioè tra spirito e materia. Noi
riteniamo che la materia sia una realtà visibile mentre quella spirituale non ci è
possibie vederla, è un opposizione he nasce dalla mente razionale e va in qualche
modo recuperata. Jung pensa che i due simboli coinvolti siano la magna mater e il
vecchio saggio. Magna mater di solito si associa alla terra quindi è la realtà materiale
che deve riconciliarsi con la realtà spirituale associata al vecchio saggio. Quando
nella vita psichica compaiono queste figure vuol dire che dobbiamo riequilbrre la
nostra attività mentale unificndo queste 2 realtà opposte. 4 fase che è la scoperta e la
realizzazione del sé cioè il raggiungimento di una totalità psichica, una fase in cui si
superano tutte le opposizioni sia a livello di conscio e inconscio. I simboli del
raggiungimento della pienezza del sé sono: simbolo della quaternità cioè il numero 4
è il compimento di tutto il processo. Secondo simbolo l'oro alchemico cioè il
prodotto del processo tipico dell'alchimia. Lo scopo dell'alchimia è la volontà di
trasformazione dei metalli vili in metalli nobili fino ad arrivare all'oro. Questo tema è
stato interpretato come pre chimica in cui si elaborava questa tecnica perchè non si
conoscevano ancora i metalli. Si è sviluppato un modo di vedere dell'alchimia
diversa che viene vista come rappresentazione simbolia di un cammino spirituale.
Quindi i vari momenti del passaggio da metallo vile all'ora più che essere viste come
tecniche venivano viste come metafore di un cammino spirituale. Jung ha sviluppato
questo studio legato più all'elemento culturale che scientifico definendo l'alchimia
l'espressione metaforica attraverso il quale si svolge il processo di individuazione. Le
trasmutazioni della materia sono i momenti di sviluppo dell'umanità quindi l'oro
alchemico è il simbolo del conseguimento del sé. Un altro simbolo del
consegumento del sé è quello del mandala,termine che deriva dal sanscrito e viene
applicato ad una precisa figura con determinate caratteristiche. È una figura presente
sia in induismo che buddismo soprattutto tibetano e ha diverse caratteristiche tra cui
la principale è quella di essere una figura centrata in cui ci sono 2 elementi:cerchio e
quadrato,fattori principali dei mandala-denominatore comune di tutte le figure. Altro
aspetto è la stuttura fondata sul numero 4, il quadrato ha 4 lati e 4 angoli ma spesso il
4 si trova anche in altri elementi come per esempio a metà di ogni lato del quadrato
ci sono delle porte con 4 accessi e ha a che fare con i 4 punti cardinali. Hanno un
significato che evoca la socialità indicando la totalità. È quindi un tema iconografico
e uno studioso scientifico di nome Tucci dà una definizione molto sintetica del
mandala chiamandolo psicocosmogramma. Vuol dire un immagine con un valore e
ruolo psichico ma anche cosmico. Ha ruolo psichico e cosmico perchè unisce
l'aspetto individuale e personale con l'aspetto universale. Personale perchè fa da
supporto alla meditazione nel quale si combinano 3 livelli di esistenza:
interiore,cosmico e poi tutto quello che riguarda le forme delle cose come un tempio
che ha forme di mandala evocando la sua struttura. Alcuni mandala si disegnano con
la sabbia ma sono destinati ad essere spazzati via,anche il mandala va in qualche
modo superato liberandosi dalle forme visive. Il mandala esprime l'universo
cosmico, l'universo dentro di noi psichico e l'universo intermedio che vien espresso
per esempio dalle forme del tempio. Questo psicocosmogramma è una
rappresentazione del conseguimento del sé. Il processo di individuazione per jung è
qualcosa a cui siamo tutti chiamati,cioè la nostra psiche ci fa sentire questo bisogno
di individuazione ma noi possiamo non accorgercene o ignorarlo. Ha a che far con la
vita generale di tutti e si manifesta diversamente in base alle rappresentazioni
pschiche di ognuno. Tutto questo patrimonio simbolico lo troviamo in varie
produzioni culturali dell'umanità e attraverso i sogni e le esperienze mentali siamo
interpellati da tale patrimonio. Non appena questa pienezza del sé è stata raggiunta
cosa si fa? Per jung il processo di individuazione non finisce mai,un po' come le
telenovele in cui le cose ad un certo punto sembrano risolte ma poi arriva qualcosa a
rompere l'equilibrio che ci porta a compiere un equilibrio di livello superiore e
questo perchè la condizione umana è un processo di continuo divenire. La totalità del
sé infatti noi non la conseguiamo mai, lo poniamo come obiettivo ma mai o
raggiungeremo definitivamente. In storia delle religioni jung è stato importante
perchè risponde a 2 problemi cioè perchè abbiamo diritto di comparare realtà lontane
tra loro e perchè tali realtà si somigliano. La sua risposta sta proprio negli archetipi
cioè griglie comuni che danno immagini comuni a tutti. Tali prospettive allontanano
la visione di Jung dalla storia e sono stati visti in modo scettico dagli studiosi.
Applicando la prospettiva di Jung al critianesimo cosa troviamo? Jung viveva a
zurigo che è una città protestante quindi quando veniva interpellato sul punto di vista
cristiano diceva di veder le cose solo da un pnto di vista psicologico. A un certo
punto dice che Cristo rappresenta l'archetipo del sé dal punto di vista psicologico
perchè rappresenta la pienezza verso la quale si tende. Nel cristianesimo però
abbiamo una situazione in qualche modo imperfetta cioè il cristianesimo manca di
totalità perchè per lui c'è qualcosa di insufficiente. Quello che manca nel
cristianesimo è il simbolo quaternario perchè in realtà è ternario quindi crede nella
trinità. Il quarto elemento che manca nel cristianesimo è la realtà del male che è stata
estromessa dal cristianesimo CATTOLICO. Inoltre manca l'elemento femminile
tant'è vero che ci sono anche speculazioni che legano lo spirito santo ad una figura
femminile. In particolare Jung quando nel 1950 è stato proclamato il dogma
dell'assunzione di maria in cielo ha scrtto parole cariche di entusiasmo perchè
integravano e recuperavano l'aspetto del femminile. Le teorie di jung sono state
respinte per il loro stampo mistico ma la sua opera ha comunque avuto molto
successo. Sulla base della novità della psicologia e della sociologia della religione
mentre abbiamo parlato di psicologia,sociologia e antropologia si definisce la storia
delle religioni sempre piu una materia a parte dunque anche gli studiosi si
distinguono nel 20 secolo 3 vie di approccio ai fatti religiosi che sintetizzano tutta la
storia delle religioni. Questi 3 approcci sono fenomenologia storicismo e
strutturalismo. Il concetto di fenomenologia può essere utilizzato in 2 sensi: per
fenomenologia delle religioni si intende lo studio delle religioni che presuppone
un'attività di classificazione. Le religioni sono dverse in ogni ambito culturale ma
mostrano anche delle somiglianze,dunque si possono distinguere vari tipi di
religioni,per esempio alcune fondate altre etniche,oppure monoteismo o politeismo.
Accanto al concetto di fenomenologia come clasificazione abbiamo anche una
corrente fenomenologica piu specifica: su di essa confluiscono 2 elementi culturali
che costituiscono un'innovazione. Il primo elemento è lo sviluppo in germania di una
prospettiva di Dilthey che è un filosofo che parte dal modello di riferimento delle
prospettive positiviste che consistono in una fiducia nei confronti della ragione e
della ragione esercitata nel metodo scientifico. Questo nasce dallo sviluppo delle
scienze della natura e dunque ritengono che si possano applicare i metodi scientifici
per lo studio di tutte le società. In sostanza il positivismo si insinua nel mondo
culturale e influisce nella mentalità del tempo. Dalla fiducia data alla scienza e allo
studio della società si pensa di poter studiare ogni elemento dell'esperienza umana.
Dilthey rappresenta una reazione a tali prospettive insistendo su 2 forme di
conoscenza: scienze della natura e scienze dello spirito che si esercitano con 2
metodologie diverse. Le scienze della natura spiegano i loro fatti e usa il termine
Eklaren attraverso l'applicazione dei metodi scientifici come per esempio causa-
effetto. Le scienze delo spirito invece aspirano alla comprensione, usando il termine
Verstehen,che significa comprendere. Cos'è la comprensione? Si comprende una
realtà se la si vive o si rivive. Il concetto è quello della Erlebnis (esperienza vissuta)
e costituisce il nucleo delle scienze dello spirito. Cioè non possiamo capire una realtà
naturale se non la riviviamo quindi non la riproduciamo in noi stessi. Per
comprendere per esempio lo studio delle religioni vuol dire non studiare solo la
nostra religione perchè per comprendere anche le altre religioni dobbiamo ricostruire
in sé le condizioni di possibilità di ciò che si studia cioè se c'è un'esperieza religiosa
del buddismo dobbiamo riuscire a viverla per poterla capire a pieno. Se dobbiamo
studiare un sacrificio non dobbiamo vivere un sacrificio ma dobbiamo capire che
significa sacrificarsi. La seconda caratteristica è la posizione di un filosofo teologo
Rudolf Otto il quale viene considerato come il personaggio base della fenomenologia
anche se non è ancora classificabile come tale ma si considera il padre fondatore. La
sua prospettiva parte dalla considerazione che otto affonda le sue radici nella
prospettiva romantica che insisteva sull'idea del divino come una realtà che
costituisce l'essenza dalla quale derivano tutte le nostre realtà fisiche. Un altro
elemento di base della sua posizione ono i viaggi in asia in cui conosce la filosofia di
quei popoli orientali sprattutto si interessa alle mistiche orientali paragonate a quelle
occidentali. Nelle sue conoscenze in oriente incontra la filosofia dell'india e da
questa recepisce un idea centrale che è quella del brahman,una realtà spirituale che
riguarda tutte le attività vitali con cui abbiamo a che fare ma si trova in una
dimensione altra rispetto alla nostra. Un principio spirituale alla base della realtà.
Sulla base del romanticismo e dei suoi viaggi lui espone la sua prospettiva tramite il
libro del 1917 che si chiama “il sacro”; accanto alla concezione del sacro di Durkeim
si trova la sua concezione che è diversa e fa parte di un'altra tradizione. Il sacro per
Otto è una realtà totalmente altra (ganz anderes), questo perchè il sacro è n una
dimensione altra rispetto a qualunque nostra esperienza. Possiamo fare esperienze
grazie ai nostri sensi ma il sacro si trova aldilà dei nostri sensi, ci sono anche
esperienze alle quali arriviamo tramite l'intelletto,la ragione. È totalmente altro
perchè non lo raggiungiamo ne coi sensi né con la ragione. È un'esperienza che va
oltre l'umano, dunque noi come facciamo a sapere che c'è? Possiamo avere
esperienza del sacro tramite esperienza religiosa. Ogni studio delle religioni parte
dall'esperienza religiosa quindi c'è un sacro che sta aldilà delle religioni ma si può
cogliere con l'esperienza religiosa. Non si può descrivere il sacro però possiamo
descrivere la nostra esperienza religiosa e da questa emergono alcune caratteristiche
attribuibili al sacro stesso. Tali caratteri sono: in primis il fatto che l'esperienza
religiosa è esperienza del numinoso (numen) sta ad indicare la caratteristica
dell'esperienza del sacro non facilmente definibile, tant'è vero che l'altro elmento è
l'idea del mistero,il sacro è in ogni casoo mysterium perchè noi conosciamo ciò che è
limitato ma non possiamo conoscere ciò che viene dopo ,dunque mysterium
fascinans cioè c'è sempre qualcosa che ci attrae dalla religione (es.amore di
dio,esperienza mistica,luogo di rifugio ai nostri problemi). Contemporaneamente il
acro è anche l'opposto cioè mysterium tremendum,cioè la divinità come qualcosa che
si teme. Come convivono fascinans e tremendum? In dio c'è la compresenza di realtà
opposte. Un'altra caratteristica del Ganz anderes è di essere augustum cioè le
caratteristiche in cui abbiamo nei confronti della religione un atteggiamento di
profondo rispetto. Queste sono le caratteristiche del sacro; lui aggiunge anche
l'importanza dei simboli cioè se il sacro è distante dagli uomini ci vuole qualcosa che
faccia da mediatore. Questo mediatore è il simbolo che coincilia la realtà del sacro e
la realtà della nostra esperienza. Tali simboli si chiamano ideogrammi. Questo
concetto del sacro ha una somiglianza con quello di Durkeim che per lui è separata
dal mondo ordinario e per otto è una realtà altra rispetto alla nostra realtà ma ciò che
è diverso è che per otto il sacro è esperienza pesonale, per durkeim è un evento di
carattere sociale. La fenomenologia della religione nasce dunque dalla prospettiva di
Dalthey e da quella di Otto e si combinano nella fenomenologia religiosa vera e
propria a cui è associato Gerardus Van der Leeuw (1890-1950) il quale ha scritto un
libro “fenomenologia della religione” in cui applica le idee che abbiamo appena
detto per una classificazione di fatti religiosi. L'opera ha avuto successo ma non è il
fenomenologo più famoso del secolo. Con Var de Leuw si definisce la
fenomenologia classica che è lo sviluppo delle idee precedenti: una realtà del sacro
che sta oltre le nostre esperienze, la fenomenologia della religione studia il sacro
all'interno della nostra esperienza, importanza del simbolo come mediatore, per
studiare le religioni dobbiamo capire ciò che accomuna le varie esperienze religiose
dell'umanità classificandole in base alle cose in comune. Studino le relgioni nelle
loro analogie per cercare di capire il senso dei fenomeni religiosi attraverso lo studio
comparato di tali elementi in comune. Lo studioso più famoso della fenomenologia
classica è Mircea Elia'de (1907-1986) durante la sua giovinezza rimane affascinato
dalle religioni dell'oriente in particolare lo yoga e uindi grazie ad una borsa di studio
rimane a studiare i testi della religione indiana e fa esperienza dello yoga per toccare
con mano come funzionava. Al rientro in Romania diventa particolarmente famoso.
È il periodo del fascismo in romania elui presenta militanza politica in questi
movimenti affini a quelli italiani. La sua attività politica gli è stata rimproverata,
durante il comunismo in romnia ui è all'esterno e non rientrerà mai in patria. Diventa
poi insegnante all'università di chicago e il suo studio delle religioni aumenta
notevolmente. È lo studiso delle religioni decisamente più famoso,con molte opere
tradotte e revisionate anche nel mercato itaiano. Le sue opere principali sono del
1949 del suo periodo in francia e si intitolano “trattato di storia delle religioni” “il
mito dell'eterno ritorno” ha scritto anche infinite alte opere in cui ha sviluppato
sempr le stesse tematiche. Secondo eliade la storia delle religioni è una disciplina
autonoma ed insiste molto sull'irriducibilità della religione cioè la religione è
qualcosa di sui generis cioè è qualcosa a sé non riconducibile a nient'altro. Dal punto
di vista ad esempio della sociologia la religione è un fatto sociale riducibile alla
società,dal punto di vista della psicologia si riduce ad una forma di nevrosi,dal punto
di vista marxiano è una manifestazione dell'economia.l'idea di Eliade è invece che
non sia riducibile a nulla che sia extrareligioso. Questa religione consiste in delle
ierofanie che è l'oggetto di studio. Ierofania deriva da ieros sacro e fainomai
manifestarsi dunque manifestazione del sacro,in questo vediamo l'importanza dei
simboli. Il sacro viene studiato da eliade secndo le stesse caratteristiche attribuite da
rudolf otto. Lo storico delle religioni dovrà cercare le varie ierofanie nelle
religioni,comparandole e cercando di capire il loro significato che viene definito
universale. Ogni cultura ha i suoi simboli cotruiti ma dietro alle costruzioni i
significati dei simboli sono universali. Dai paragoni delle ierofanie vengono fuori
delle strutture simboliche che si chiamano archetipi,termine già utilizzato da Yung.
Eliade parla di archetipi perchè si tova in una cultura condizionata da questo
pensiero. Per jung però era parte dell'inconscio collettivo mentre per Eliade interessa
solo il modello al quale si riferiscono i simboli. Se abbiamoil simbolo e il sacro in
mezzo a loro ci sono stutture simboliche costituite dagli archetipi. Es la luna è un po
dappertutto qundi possiamo dire che ci sia un archetipo della luna. l'attività di
interpretazione dei simboli è un'attività di ermeneutica cioè interpetazione. Anche
per Eliade i simboli sono dei cntenitori di significati che non hanno fine, inesauribili.
Per jung e anche per eliade i simboli non hanno 1 solo significato ma tanti,eliade
parla infatti di ermeneutica infinita perchè fa riferimento ad una fonte di significati
illimitata. Un concetto fodamentale di eliade è quello di Homo religiosus che nasce
da una tematica da sempre presente nella nostra cultura. L'uomo aderisce alla
religione per un dato esteriore o fa parte della costruzione stessa dell'umanità? Non
esiste cultura senza religione quindi non esiste l'uomo ateo ma per Eliade l'uomo è
religioso perchè la religione non è una fase della costruzione umana ma è un suo
dato strutturale, perchè dentro di sè ha il senso della sua incompiutezza. L'umanità è
caratterizzata da tale incompiutezza poiché l'essere umano è un essere finito, questo
suo essere manchevole di molte cose lo porta a voler colmare il vuoto e questo
stimolo verso l'autocompletamento è la caratteristica essenziale della religione.
Eliade ritiene che dalla finitezza dell'uomo nasce un attenzione naturale verso il
completamento ,da ciò ne deriva che non esiste un uomo ateo o meglio l'uomo può
rifiutare coscientemente la religione ma la tensione rimane e si manifesta in altre
forme.Chi rifiuta la religiosità ha comunque questo bisogno che si esprime solo in
modo diverso. Eliade individua un tipo di religioni chiamate tradizionali o arcaiche
(religioni popolazioni orali), caratterizzate da 2 elementi: il primo è vedere il mondo
che ci circonda come popolato costruito e costituito da simboli, non c'è una realtà del
sacro distinta ma ogni realtà naturale assume un carattere simbolico quindi eliade
studia i simboli naturali delle varie religioni e i vari sensi che hanno. Es il cielo è
qualcosa che rappresenta il trascendente, qualcosa sopra di noi,infinito,non ha un
colore e né forma ben definito. Trascendente significa superare quindi ciò che supera
la dimensione umana. Es terra considerata la stregua di una madre perchè è fertile e
da essa nascono vegetali piante e ciò che ci da sostentamento quindi attribuzione di
caratteristiche materne alla terra è evidente e intuitiva. Al mondo femminile eliade
accosta anche la luna e dunque le fasi lunari ricordano il ciclo mestruale con il quale
entrano in rapporto. Tutta una grande parte del suo lavoro è dedicata al simbolismo
delle acque che sono qualcosa di originario del mondo,una sorta di espressione
dell'informe origiario. Il mondo originario è dove le coe non hanno ancora forme
definite ma caratterizzate da fluidità così com'è l'acqua che nella sua fluidità dà l'idea
di qualcosa di ancora incompiuto. Eliade definisce l'acqua come la somma delle
virtualità. Il diluvio per esempio è qualcosa che avviene in situazione di crisi o
degenerazione dell'universo che ripulisce tutto e riparte da zero. Le acque hanno a
che fare anche con il pulire,purificazione dei peccati,delle impurità. Il discorso di
eliade parte dallo studio delle cviltà orali ma la naturalizzazione del piano religioso
per eliade è tipica anche di religioni diverse come orientali o antiche, la
valorizzazione religiosa della natura viene meno solo con l'arrivo dell'ebraismo e del
cristianesimo. Ogni civiltà arcaica organizza in modo sacrale anche lo spazio e
questo signifia trasformare uno spazio estraneo all'umanità in qualcosa di ordinato.
Ciò si può fare tramite la definizione di un centro che assume il carattere di ombelico
del mondo,dunque non qualcosa di provvisorio ma qualcosa di importante. Lo spazio
sacro si può costruire definendo anche i 4 punti cardinali. Secondo eliade tutte le
civiltà arcaiche hanno questa caratteristica,questo però potrebbe essere un problema
per le civiltà nomadi; eliade si riferisce ad una popolazione nomade dell'australia,
Achilpa,che portano sempre cn sé un palo che piantano ciascuna volta che
costruiscono un villaggio dunque il centro sacro rimane. In più questo palo tende a
deteriorarsi e quando è inservibile se ne costruicono altri ma la tribù si frammenta. Il
palo è visto come un pilastro cosmico visto in varie
religioni come la colonna che regge il cielo e quindi mette in comunicazione il
mondo umano e quello celeste. Questo discorso infatti ha a che fare con l'unione e la
separazione dei piani di cui esso si compone. Dunque le realtà naturali sono
impregnate dal sacro. La seconda caratteristica di tali società è la concezione ciclica
del tempo, esemplificabile dall'immagine della ruota. Il tempo è come una ruota che
gira toccando sempre gli stessi punti quindi è una ripetizione ciclica di qualcosa già
avveuto. Per le civiltà tradizionali dunque tutto è ripetizione di qualcosa che è già
avvenuto e da qui dobbiamo ricollegarci al mito che è un racconto che fonda una
realtà attuale. Esiste quindi un tempo del mito che è il tempo dei primordi,precede i
tempo storico e in esso si mettono le basi di ciò che viene dopo, modelli ai quali poi
dobbiamo conformarci. La nostra società attuale trova il suo modello nel tempo del
mito e tale proceso per eliade è una caratteristica tipica delle società tradizionali.
Tutti gli studiosi del tempo son piu o meno d'accordo con la concezione di mito ed
eliade lo rende centrale introducendo l'espressione in illo tempore riferito a illud
tempus. Qualcosa che è successo in tempi remotissimi viene definita in illo tempore.
Illud tempus significa quel tempo, quel tempo si riferisce ad un tempo mitico e
quindi in illo tempore significa nel tempo del mito espressione coniata da Eliade.
Quindi per tali società nulla è nuovo perchè tutto ciò che si fa si riferisce al tempo
mitico. A partire da questa idea si sviluppano idee piu raffinate secondo le quali il
tempo è diviso in cicli e l'aspetto circolare è pi evidente: concezione indiana in cui il
tempo è divis in periodi chiamati yuga divisi in elementi circolari, dunque si
ripeteranno sempre. Queste derivazioni sono arrivat dopo l'idea principare secondo
cui non c'è niente di nuovo ma tutto si ripete. Tale modello però a un certo punto
viene sospeso cioè l'idea di cività tradizionale viene meno quando la storia porta un
nuovo modello di civiltà,portato dall'ebraismo e dal cristianesimo,che interrompono
il sistema tradizionale. Questo perchè non si sacralizza piu la natura ma la storia e
questo porta al passaggio del tempo ciclico al tempo lineare,rappresentato
dall'immagine della freccia che parte da un punto ha uno svolgimento e ad un certo
punto o finisce o va avanti all'infinito. Gli eventi non si ripetono piu ed ogni fatto è
nuovo particolare e irreversibile. Questo passaggio avviene perchè la civiltà ebraica è
stata la prima a valorizzare la storia facendo della storia il luogo in cui si manifesta,
il tempo storico si identifica con la storia sacra di israele in cui dio interviene molto
spesso; se si è fedeli a dio esso si manifesta attraverso vittorie
militari,prosperità,buoni periodi,se si è infedeli come per esempio attraverso
l'idolatria ci saranno dunque sconfitte e sciagure. Il dio ebraico però è esterno alla
storia. La storia di israele dipende dunque dall'intervento di dio e se appare nella
storia essa viene valorizzata. Anche il cristianesimo porta avanti l'idea della
valorizzazione della storia facendo nascere e morire gesu in un ambito e periodo
storico,che vive all'interno della storia stessa. Il tempo lineare non comporta un totale
abbandono del tempo ciclico perchè anche in ambio di tempo lineare ci sono i
simboli, le valorizzazioni relgiose, ma per eliade non allo stesso modo. Il tempo
lineare si identifica con le tradizioni nate dall'ebraismo. La distinzione tempo ciclico
tempo lineare ha avuto un riscontro nella distinzione temporale delle religioni
presentando però 3 limiti: 1 il fatto che le civiltà tradizionali sono tutte tranne
ebraismo e cristianesimo;quindi il concetto di società tradizionale perde vigore
perche se usiamo categorie concettuali per capire i fatti storici ma se riguardano tutto
non ha senso e perde valore l'indagine storica. 2 in realtà non sembra che ci siano
siturazioni in cui il tempo è tutto lineare o tutto ciclico perchè in molte civiltà
abbiamo un intrecciarsi di entrambi le concezioni. 3 il tempo lineare pr eliade nasce
in tradizione ebraica ma potrebbe essere nata in altre culture,critica mossa da
sabatucci che accetta la distinzione dicendo che il tempo ciclico ha massima
dimostrazione in mesopotamia (es.città tempio dunque centro sacro e ripetizione
ciclica) però rispetto ad essa avviene la novità della concezione ebraica che non è
orginariamente ebraica ma egizia,manifestatasi attraverso il contatto diretto tra ebrei
e egiziani nel periodo di esilio prima di raggiugere la terra promessa. Il tempo lineare
nascerebbe in egitto perchè per gli egiziani il probema religioso fondamentale è la
dinastia,il tempo è calcolato sulla base del succedersi della dinastia perchè presso gli
egiziani c'è un senso molto forte del calcolo del tempo e di valorizzazione della
storia perchè attraverso essi si esprimono i faraoni. Dunque la distinzione tempo
ciclico e tempo lineare di eliade è stata molto discussa ma anche molto dibattuta e
può continuare a sopravvivere anche oltre questi 3 limiti. La storia valorizzata
dall'ebraismo in quanto luogo di intervento di dio è diventata qualcosa di
significativo per l'uomo occidentale perchè anche senza l'intervento di dio viene
valorizzata in quanto tale e si definisce sempre piu l'idea di una storia in cui l'uomo
vive indipendentemente dai presupposti religiosi. Il fatto che la società possa vivere
anche senza bisogno di riferimento al sacro è qualcosa di negativo per eliade perchè
per lui l'uomo è religioso e aspira continuamente a tale dimensione. In questa società
laica attuale si realizzano espressioni parareligiose, e il sacro si manifesta attraverso
le produzini dell'inconscio,l'arte,il cinema in cui l'aspirazione religiosa dell'uomo si
esprime. Eliade infatti è promotore della risacralizzazione e rispetto alle generazioni
degli anni 50 in america (hippie,figli dei fiori) è visto come guru,proponendo la
storia delle religioni come saving discipline dunque disciplina di salvezza perchè
conoscere le religioni altrui,soprattutto quelle orientali,puo portare alla savezza dalla
dimensione troppo laica. Eliade ha dato dei contributi sulla tematica dell'iniziazione
e sulla tematica dello sciamanismo. L'iniziazione deriva dal latino initium con il
significato inizio ma con qualche accezione in piu; in vuol dire dentro e ire vuol dire
andare quindi etimologicamente il significato diventa entrare da qualche altra parte. I
rituali di iniziazione sono riti di passaggio e accompagnano da uno status all'altro.
Alcuni studiosi pero distinguono i riti di pasaggio dai riti di iniziazione perchè i riti
di passaggi sono molto generali mentre quelli di iniziazione sono un sottoinsieme
spesso accostato al rito di pubertà, può succedere la stessa cosa anche al contrario
quindi ci sono concezioni differenti. Noi li consideriamo sinonimi. Nella storia delle
religioni assistiamo ai riti di passaggio nei riti di pubertà, nelle forme religiose
misteriche e nell'iniziazione speciale distinta da quella generale. Quella speciale è un
rito di passggio che riguarda chi deve svolgere una determinata attività mentre la
generale riguarda tutti. I rituali di iniziazione sono stati studiati da Van Gennep
(1873-1957)per primo ,attraverso un suo libro del 1909, distingue 3 fasi in questi riti
e sono: fase della separazione in cui per esempio chi ha raggiunto la pubertà viene
separato dalla società in cui vive,un'uscita dal loro status, può essere anche fisica. La
seconda è la fase di margine in cui questo gruppo che è stato separato si trova isolato
e diventa oggetto di rituali e insegnamento. I rituali subiti sono violenti e si ha la
presenza di sangue (es circoncisione). Non per forza tutti nella fase di margine
superano il rito di passaggio, chi lo passa raggiunge la terza fase che si chiama
aggregazione e comporta un ricongiungimento con la società che si era
abbandonata,dunque la società di partenza con uno status differente. Si può estendere
però il concetto di rituale di passaggio in situazioni meno cruente,addirittura in una
società contemporanea (es. il servizio militare,il collegio universitario nelle città
nordiche). La dinamica delle 3 fasi per esempio è applicabile anche alle feste come
quella di capodanno. La tripartizione di Van gennep è rimasta integra,sono stati
cambiati i termini e quacuno ha cercato di riarticolarla. La riformulazione piu
important è di Turner che parla di rituali preliminari,liminari e postliminari cioè le 3
categorie di Van Gennep rimodulate nell'ambito di una prospettiva che si riferisce al
termine limen cioè il confine, il punto di passaggio. Eliade ha arricchito studiando
particolarmente la fase di margine o liminare in cui ci sono rituali cruenti
chiedendosi il perchè e spiega che i rituali riguardano una morte simbolica perchè
bisogna abbandonare uno status e passare ad un altro, il modo piu drastico è
annullarla e ricostruire tutto da zero dunque con la morte. Un secondo elemento è la
dfferenza fra 2 forme di iniziazione: quest e call. Qui stiamo parlando di iniziazioni
speciali ed Eliade ha studiato soprattutto a religione dello sciamanismo. Quest
significa ricerca,l'idea è che si entri in una iniziazione speciale perchè si vuole farlo.
Call vuol dire chiamata e l'idea è che l'iniziazione nasca dall'entrata in una carriera
religiosa perchè si sente una chiamata che lo porta verso lì. Eliade ha scritto un'opera
sullo sciamanismo e ha rinnovato lo sciamanesimo e lo ha portato ai giorni piu
attuali. Lo sciamanismo è una religione il cui centro è la figura dello sciamano, la
parola sciamano si svilupp all'interno della figura dei tungusi presso i quali la parola
sciamanismo ha a che fare con la radice di una parola il cui significato è colui che sa.
Sciamano dunque colui che sa. Lo sciamanismo nasce nel paleolitico, una forma
religiosa che si sviluppa a partire da culture di cacciatori. Nasce in siberia e nell'asia
centrale e ha tutto un suo sviluppo sia a est verso giappone e corea sia a ovest in
lapponia. Lo sciamanismo si sviluppa in un contesto religioso con 2 caratteristiche:
continuità con ciò che appartiene al mondo naturale, tra uomo e animale. Questa
natura è considerata animata da spiriti,tutto possiede 1 o piu anime e anche
all'interno dell'uomo possono esserci uno o più. Questo è l'elemento determinante
dello sciamanismo e lo sciamano è colui che comunica con questo mondo delle
anime. Ha degli spiriti con cui si trova in particolare relazione chiamati adiutori
(colui che aiuta) spesso di origine animale, individua spiriti di altri, ha la capacità di
liberare il suo spirito per mettersi in contatto con altri,conosce lingue segrete, può
traformarsi in animale. Queste doti le esercita in campo medico, usa le sue virtù in
comunicazione con il mondo degli spiriti per esercitare la guarigione altra attività è
la divinazione, altra è l'attività dello psicopompo cioè colui che accompagna le
anime nel mondo dell'oltretomba,ha funzioni sacerdotali,ecc. Collegti allo
sciamansmo ci sono smboli ai quali lo sciamano ricorre fra cui è fondamentale
quello del tamburo, come strumento per accmpagnare il canto,evoare gli spiriti e
provocare quella situzione di estasi che consente allo sciamano di viaggiare nel
mondo degli spiriti. Sono stati identificati alcuni tratti dello sciamanismo che ne
fanno una categoria di carattere generale, cioè un fenomeno che aldilà delle
caratterizzazioni storiche si può trovare dappertutto. Eliade è diffiente sull'estendere
troppo la figura dello sciamanismo perchè per lui riguarda una precisa fase storica e
un preciso luogo di diffusione. Lo spiega sulla base di universo arcaico di cui lo
sciamanismo è espressione. Nell'epoca in cui eliade scrive c'erano molte idee che lo
scimanismo fosse una nevrosi artica, cioè una malattia mentale. Eliade si è occupato
di studiarla dal punto di vista culturale, distaccando gli studi sciamanici dal punto di
vista fisico e patologico. Nel corso del novecento si sviluppano 3 metodologie di
interpretazione di storia delle religioni e noi abbiamo trattato quella fenomenologica,
adesso passiamo alla concezione storicista, un impostazione che si basa sull'oggetto
storico. È una scuola essenzialmente italiana, il suo esponente principale è Raffaele
pettazzoni (1893-1959), da lui poi partono i successori che rielaborano le tematiche.
Pettazzoni presenta una propettiva storicista che differenziamo dalla fenomenologia
perchè essa si occupa dello studio dei fenomeni,cioè manifestazioni,ma quello che si
manifesta è il sacro. La prospettiva storicista non considera come suo oggetto i
fenomeni religiosi ma i fatti, fatto deriva da factum cioè ciò che è stato fatto, ma chi
è che ha fatto ciò di cui si occupa la storia delle religioni? L'essere umano. Lo
storicismo studia infatti i fatti come prodotti umani, il fatto religioso è un fatto
propriamente umano,come produzione culturale. Nell'epoca in cui pettazzoni
comincia a studiare la storia delle religioni la parola storicismo era riferita ad un
preciso momento culturale,associata a Benedetto croce che però non inseriva la
storia delle religioni nella sua prospettiva perchè aveva una posizione molto
dubbiosa perchè secondo pettazzoni tutta la vita era umana e spirituale ma lo spirito
umano per croce funziona secondo determinate categorie tra le quali non c'è la
categoria religiosa, un modo di procedere dello spirito umano propriamente religioso
ma la religione proviene da altri tipi di sfere non avendo una sua autonomia. Inotre
croce aderisce al fatto storico per cui rifiuta il metodo comparativo tipico della storia
delle religioni; per lui la storia è insieme di fatti nuovi e irripetibili quindi è inutile
paragonarli ad altri. Un alievo di croce diceva che non ha senso paragonare un
battesimo cristiano con un'aspersione d'acqua di altra cultura perchè sono due eventi
diversi, inoltre non ha senso paragonare il battesimo originario con quello medievale
o moderno perchè ogni volta appartiene ad un contesto diverso. La comparazione per
la scuola di croce serve solo per le scienze naturali in cui ci sono delle ricorrenze.
Per pettazzoni non dobbiamo cercare somiglianze e analogie ma ricostruire un fatto
nelle sue circostanze storiche cioè un fatto è collegato agli antecedenti e le
conseguenze. In secondo luogo studiare un fatto storicamente significa inserirlo nel
suo quadro culturale generale quindi la religione viene studiata all'interno di fattori e
determinazioni di ordine culturale. Per pettazzoni è fondamentae riconoscere che la
storia delle religioni ha una sua autonomia del religioso e c'è una necessità del
metodo comparativo. Per lui ciò che è importante nella comprensione di un fatto
religioso è ricostruire l'esigenza umana esistenziale a cui il fatto risponde. Per
esempio a quale esigenza umana risponde la confessione dei peccati? È un rito
catartico,purificatore che elimina il peccato utilizzando la magia della parola che ha
degli effetti, un valore performativo. Nella confessione dei peccati la funzione è
confessare il peccato e tramite tale enunciazione riuscire ad eliminarlo. Si deve
essere fedeli alla storia come fatto storico e la comparazione è essenziale per lo
studio delle religioni. Pettazzoni però si riferisce sempre a Croce perchè ha una
posizione di assoluto prestigio ma in croce non trova la giustificazione per
l'autonomia della religione e pettazzoni si trova a cercare altri punti di riferimento
per dare un fondamento alla sua autonomia della religione e al suo giustificare e
capire il metodo comparativo, quindi si riferisce sempre un po' alla fenomenologia
terizzando un associazione tra storicismo e fenomenologia. Per fare storia delle
religioni bisogna mettere insieme sia storicismo che ci da la dimensione storica sia
fenomenoogia che ci da autonomia e metodo comparativo; tale prospettiva però non
ha avuto molto successo perchè hanno due realtà molto eterogenee. Si è
occupato,oltre alle critiche del monoteismo primordiale, della ricerca della verità del
mito il cui punto di riferimento è sempre quello fenomenologico. La verità del mito è
universale cioè italiani del 21 secolo se leggiamo un mito dei nativi americani
possiamo sentire qualche emozione e goderci la lettura di tale mito perchè questi miti
ci coinvolgono direttamente nonostante non conoscessimo la cultura di tali popoli.
Dunque il mito è sempre verso perchè riesce a parlare a tutti dicendo verità sull'uomo
e sul sacro in generale ma dietro condizionamenti culturali c'è una verità universale.
Secondo il pettazzoni il mito è vero se è considerato vero ed è creduto all'interno
della singola civiltà in cui la funzione del mitoè fondare la situazione attuale,cioè le
cose di cui l'essere umano ha esperienza. Tale idea non è una sua idea propria perchè
ne parlano anche molti studiosi (es. Malinovski che lo definiva una carta di
fondazione della società dove per carta si intende lo stesso termine di Carta
costituzionale quindi il fondamento). Dunque il mito non è vero a prescindere ma
solo se è sempre creduto come carta di fondazione della società, ma i cambiamenti
della società ad un certo punto possono far decadere la credenza al mito e Pettazzoni
dice che a quel punto diventa una favola. L'insegnamento di pettazzoni viene portato
avanti d Angelo Brelic e Ernesto de martino. La cattedra di Pettazzoni al suo
pensionamento fu messa a concorso e i tre vincitori furono proprio i 3 punti di
riferimento della storia della religione successiva; angelo brelich, ernesto de martino
e ugo bianchi (non definibile a pieno storico delle religioni). I primi 2 però non
condividono l'idea di pettazzoni di associare la fenomenologia allo storicismo perchè
è un principio che non funziona, lo storicismo deve sapersi reggere da solo. Entrambi
sviluppano tematiche di pettazzoni portandole oltre. Angelo Brelich (1913-1977)
successore nella cattedra di pettazzoni all'università di Roma (di cui pettazzoni fu il
primo ad avere la cattedra di storia delle religioni nel 1923). cerca di fondare la storia
delle religioni su base esclusivamente teorica e sviluppa le sue tematiche, in
particolare l'autonomia della religione e il metodo comparativo. Brelich parte dal
voler definire la religione, ma si trova davanti al pronlema che non tutte e culture
posseggono il termine religione. In popoli per esempio della nuova guinea come
facciamo a trovare il religioso? Brelich fa un esperimento mentale e invita i lettori a
pensare ad un indigeno della nuova guinea che sta costruendo una barca, svolge
un'attività tecnica ma cosa c'è di religioso in tale attività? La barca viene costruita
per essere idonea a galleggiare,ha uno scopo utilitario ma non c'è niente che
consideriamo propriamente religioso. Però ha delle decorazioni, con scopo estetico,
quindi scopo utilitario ed estetico ma ancora nessun aspetto religioso. Ci sono però
degli atti che fa il nativo nel costruire la barca che non sono né utilitari né estetici.
Per esempio sono rappresentati i coccodrilli che non sono aspetto estetico perchè
potrebbero essere o più belli o fatti meglio e soprattutto costruito sempre nello stesso
modo. Qui brelich individua uno spiraglio per capire la religiosità, ma poi si scopre
che il coccodrillo è nei racconti della società ed è legato all'attività della pesca. Cos'è
dunque il religioso? Definizione residuale della religione: partendo da un'attività
umana, se individuiamo l'utilitario e l'estetico, ciò che non si può individuare con
strumenti razionali apre le porte al religioso. L'indigeno non fa nella sua mente
distinzione tra ciò che è religioso o meno ma noi studiandolo facciamo tale
distinzione. Brelich introduce l'autonomia della religione senza dare una definizione
forte della religione come quella dei fenomenologi o di Durkeim. L'assegnazione di
un valore residuale al concetto di religione non impedisce che ci si possa avvicinare
di più, e parte da alcune esperienze, da ciò che viene considerato religioso e cercare
di capire se con quelle ci si può approssimare di piu al significato del religioso. Parte
da 3 elementi: gli dei,i riti, i miti. Cecando di comprendere meglio queste 3 categorie
possiamo capire meglio cos'è la religione. Partiamo dalla definizione degli dei, di cui
non parla volentieri, preferisce definirli esseri sovraumani ma non soprannaturali
perchè bisognerebbe avere un'idea chiara di cos'è la natura che non è presente in tutte
le culture. Esempio di una società di cacciatori il cui sostentamento deriva dal poter
andare a caccia nella foresta che però è un uogo sconosciuto e misterioso. Come si
supera tale difficoltà?un modo è costruire l'idea di esere sovraumano,il signore degli
animali, a cui si può rivolgersi con un offerta oppure non si entra in un modo senza
punti di riferimento ma si entra in una realtà con come punto di riferimento il signore
degli animali, la realtà comincia dunque ad essere ordinata. Se estendiamo questo
discorso ai vari settori otteniamo alcuni dati per capire meglio alcune dinamiche
religiose. Es nella religione greca gli dei come afrodite dea dell'amore o atena dea
della guerra divide la realtà in tanti settori e ciascuno di esso ha una divinità che fa
da padrone. Il secondo concetto è quello del mito,cercando di capire la funzione.
Brelich dice che il mito serve a spiegare e realtà esistenti, l'espressione spiegare non
è adatto perchè il mito non spiega ma chiariscegetta luce, rende accettabile
razionalmente. Il mito non spiega mai, fonda una realtà della nostra esperienza
attuale. Per esempio Malinovski in un mito della morte delle isole trobriand racconta
di una vecchia che entra nell'acqua,cmbia pelle ringiovanendo e quando esce va
incontro alla sua nipotina che non la riconosce, cosi va a riprendersi la pelle e torna
dalla bambina, da allora gli umani sono costretti a invecchiare. Il mito non sta
spiegando nulla razionalmente, non è consolante ma racconta come la morte è venuta
all'essere,semplicemente dà un senso. Terzo esempio di Brelich è il rito e come
esempio part da un rito iniziatico, in cui ci sono dei giovani che devono entrare a far
parte del mondo degli adulti e fanno dei cerimoniali che li faranno passare in un
nuovo status. Ma la maturità sessuale sarebbe arrivata anche senza cerimoniali,
arriva o no indipendentemente dalla nostra volontà,un evento che subiamo e non
possiamo controllare. Se costruiamo un rito iniziatico,dice brelich,è qualcosa di
socialmente definito e determinato, è la società che ha costruito tale rito di
iniziazione quindi lo può controllare perchè ritualizzato. Ritualizzare significa
rendere controllabile. Questi 3 casi studiati da Brelich ci aiutano a capire che la
religione è un modo per esercitare una forma di controllo a ciò che ci sfugge. La
scienza e la razionalità non sempre riescono a rendere controllabile, lì arriva la
religione che dà un senso, un significato, alle esperienze che non hanno ancora un
posto. La religione quindi riconduce alla portata dell'uomo l'incontrollabile dando un
significato e valori umani. Tutto questo disorso viene fatto senza fare riferimento alla
fenomenologia distanziandosi da Pettazzoni. Si pone anche la questione del
fondamento dell'attività comparativa. Brelich cerca di giustificare ciò sempre dal
punto di vista storico,ribalta la critica d Croce che sosteneva che i fatti sono sempre
nuovi e irripetibili quindi non vanno paragonati. Dice che per dire che qualcosa è
nuovo e originale va paragonata e confrontata sempre a qualcos'altro. La
comparazione è quindi ammisibile dal punto di vista storico ma è addirittura
necessario per capire fino in fondo i significati e le peculiarità di qualcosa, tale
comparativismo o comparazione si può definire differenziale in cui brelich si
contrappone alla comparazione dei fenomenologi,in cui si cercano differenze e non
somiglianze. Però per procedere nella comparazione è necessario che le cose abbiano
qualcosa in comune,anche se poi cerchiamo le differenze. Brelich cerca un modo di
rispondere a questo problema che rimanga esclusivamente in ambito storico dicendo
che ciò che si somiglia nella religione si somiglia grazie i fatti culturali, si fonda sule
ricerce paleontologiche e paleoetnologiche del tempo affermando che l'umanità
deriva da un unico ambito,quindi in un livello preistorico abbiamo una cultura dalla
quale si distaccano tutte le altre. Quelli che derivano dal primo gruppo per esempio
hanno caratteristiche universali. Tale risposta si lega ad un certo ambito cuturale che
è tipico del periodo in cui brelich scriveva e anche perchè voleva dare giustificazione
pienamente storica. Successivamente gli studiosi hanno molto discusso su questa
tematica. Ernesto de martino (1908-1965) si è occupato di etnologia ma ha anche
avuto una formazione filosofica interessandosi anche alla psicologia. La sua opera “il
mondo magico” (1948) è influenzata dal personaggio tipico del suo ambito
culturale, benedetto croce, secondo il quale tutte le attività umane nascono dallo
spirito umano e le attività spirituali umane sono legate alla struttura della mente
umana che ha delle categorie attraverso le quali agisce; queste forme sono 2,
teoretica relativa alle attività spirituali che hanno a che fare con la conoscenza e a
sua volta può riguardare la sfera estetica che valuta la realtà sulle categorie del bello
e del brutto, e la sfera logica che funziona secondo le ategorie vero falso. L'altra
forma dello spirito è quella pratica che ha a che fare con l'azione e si divide in
economica, principio utile, e etica che si muove secondo il principio del bene.
Secondo croce tutte le attività spirituali umane si ricoducono a queste 4 sfere, dunque
è universale e vale dappertutto. Questo implica che ciò rende meno interessante la
religione definita dipendente da tutte e 4 ricondotta alla mescolanza di esse. Oltre a
questo se la mente umana funziona così dappertutto è piu difficile capire il
funzionamento dello spirito se non si conforma al modello di benedetto croce. Chi
non si conformava quindi veniva considerato poco o negativamente ed è il caso delle
cuture orali o etnologiche. Croce le definisce non vere e proprie culture e non
riconducibili alle culture di pensiero nostro, le soluzioni sono o lasciarle nel loro
brodo o civilizzarle. Tale concezione è fortemente etnocentrica. Tale dibattito è molto
acceso e problematico e Ernesto de martino critica la prospettiva di
croce,accogliendo il punto di vista legato alla storia ma volendo creare un etnologia
storicista mettendo insieme l'aderenza di croce alla storia con l'interesse riconosciuto
alle culture orali,fondando l'antropologia storicista, con la sua opera il mondo
magico in cui prende una serie di testimonianze che noi riteniamo magiche cioè
studia le manifestazioni parapsicologiche delle civiltà etnologiche. La sua
prospettiva teorica consiste nel ritenere le categorie di interpretazione della realtà,le
forme dello spirito, valgono ma solo per la civiltà occidentale cioè ogni civiltà
costruisceil suo mondo con categorie proprie e differenti. Ogni civiltà costruisce la
realtà a suo modo, non esiste una realtà universale valida per tutti, questo significa
che ciò che per noi è impossibile all'interno di un'altra realtà culturale potrebbe
rientrare nella normalità. È una posizione di forte relativismo che anticipa e registra
certi sviluppi del relativismo culturale. Il libro viene recensito anche negativamente
da croce e quindi de martino fa un passo indietro e non va oltre su questo piano. De
martino inizia a leggere le opere marxiste e in particolare le opere di
gramsci,assumendo una posizione tipica marxista recependo la distinzione tra culture
egemoni e popolari. Ciò consiste nel sostenere che dentro una cultura si distingue la
posizione egemonica che sottomette la dimensione di carattere popolare,lo studio si
interessa a far emergere la voce di questo sottogruppo emarginato. De martino si
interessa quindi di tale aspetto ma all'interno della civiltà occidentale stessa
occupandosi dei cosiddetti volghi, nell'italia del sud. Le opere piu significative
successiva al mondo magico riguardano la ricostruzione di tale cultura dell'italia del
sud,in particolare nel salento in puglia e nella basilicata; mette insieme degli studiosi
divisi in gruppi. In basilicata studia il tema del lamento funebre che ha a che fare con
la concezione della morte, in quelle zone la concezione è tipica del cristianesimo in
cui la morte è il momento in cui si entra nella vita eterna e nel momento
dell'immortalità. Nel mondo antico è visto come qualcosa di terribile che ha bisogno
di un riscatto,presente nel cristianesimo. Bisogna che il morto sia perpetuato e
ricordato nella società in cui viveva e questo avviene secondo vari modi poiché si
crede che tramite rituali si aiuti a famiglia a superare il lutto; questo è legato alle
lamentazioni. Esistono dei “professionisti del lamento” poiche' per celebrare tali
lamenti vengono pagati per eseguire il lamento molte volte anche per persone che
non hanno mai conosciuto. De Martino va cercare nei riti funerari della Basilicata,le
registra e scrive il proprio libro sui lamenti funebri proprio grazie a questi reperti
riscoperti proprio li. Un altro studio molto importante effettuato da De Martino non
riguarda piu la Basilicata ma la Puglia,precisamente nel Salento,e all'interno della
zona del Salento analizza il fenomeno del Tarantismo. Il Tarantismo e' un fenomeno
che ha che vedere con il moro della Taranta. La Taranta e' un ragno di cui il morso
provocava,in un certo periodo dell'anno,una sorta di frenesia e follia,tutto cio' veniva
curato l'estate attraverso dei riti che comprendevano il canto,musica e simbolismo
dei colori. Nel tarantismo avviene che la cultura e' oppressiva nei confronti degli
estinti,in particolare negli estinti sessuale sul lato femminile,sul lato maschile invece
percepiamo piu' una cultura fondata sulla miseria e sul rischio. Per De Martino nel
momento in cui si viene punti e' il momento in cui la singola persona ha la
possibilita' di “riscattarsi”,pero' non rimanendo nelle strutture sociali ma bisgona
romperle,bisogna uscire dalla quotidianeita'. Ovviamente si tatta di una
manifestazione di carattere culturale che evidenza come uscire dall'oppressione e che
attraverso determinati riti si puo' essere ricogiunti. Un ultimo volume molto
importante da prendere in considerazione di De Martino e' quello che riguarda la fine
del mondo. Si tratta di un volume che nasce da una lunga ricerca effettuae da De
Martino che e' stata ricomposta,dai suoi successori,in diverse parti. Bisogna
distiguere terminologicamente “la fine del mondo” e “la fine di un mondo”,De
Martino nota che ogni volta che noi abbiamo “la fine di un mondo” nelle religioni
coincide con il termine di un epoca e l'inizio di un mondo nuovo. Ad esempio
nell'ambito cristiano la cui parola Apocalisse e' venuta fuori,si parla della fine dei
tempi e alla fine dei tempi succedera' il Regno di Cristo ecc.. Invece parliamo di
“fine del mondo” quando tutto termina e non ci sara' un nuovo inizio,ovvero una fine
irrelativa. Secondo De Martino tale teoria pero' non si presenta nell'ambito religioso
ma si presenta nell'esperienza psichiatrica individuale. Per trattare queste tematiche
De Martino utilizza la parola “valore” perche' noi tendiamo ad attribuire valore agli
eventi,ovvero dargli un significato. Ci sono alcui concetti chiave di De Martino che
riguardano tutte queste opere precedenti. I concetti sono essenzialmente 3.
.Destorificazione: Secondo De Martino il punto di partenza consiste nella
situazione esistenziale dell'essere umano,ovvero dell'esserci. Il concetto di esserci De
Martino lo trae dalle sue letture della filosofia di Heidegger,intende esserci nel
mondo,essere presenti (presenza). La presenza umana e' caratterizzata da una estema
precarieta'.Questa precarieta' esistenziale secondo De Martino ci porta a trovare dei
strumenti culturali per poterla superare,tale strumento e' proprio quello della
destorificazione. La religione “destorifica” atrraverso i miti e i riti.
.Storicismo assoluto: De Martino con tale concetto intende che quando noi
dobbiamo spiegare un fatto religioso,la storia puo' spiegare il fatto senza
residui,ovvero puo' dare una spiegazione integrale del fatto religioso.
.Etnocentrismo critico: Si intende che noi per poter studiare le altre culture
abbiamo per forza la necessita' di porci da una certa posizione,ovvero avere un punto
di vista. Secondo De Martino non si puo' non essere etnocentrici,ognuno di noi ha la
nostra “ombra”. Per porre rimedio a questa situazione etnocentrica e' quello di
assumerla criticamente,ovvero porsi in questa situazione etnocentrica in maniera
critica.La teoria dell'etnocentrismo critico è ricomparsa sotto la forma di
awareness,cioè la consapevolezza dell'uso dele categorie. Nessuno oggi si riterrebbe
etnocentrico però questa consapevolezza dei limiti del nostro apparato concettuale
non è altro che la stessa cosa. L'unica differenza è che l'etnocentrismo deve avere
consapevolezza storica.
L'ultima prospettiva dello studio delle religioni è quello strutturalista cioè ritiene che
per poter studiare le religioni occorre capire le strutture soggiacenti ad esse cioè
esiste un lato visibile delle religioni ma anche uno non evidente che ne costituisce la
struttura. Tale impostazione ha diversi sostenitori,i principali nello studio delle
religioni sono 2 : dumezil e levi strauss. Dumezil è uno storico dlle religioni mentre
levi strauss è un antropologo che dà dei contributi sullo studio delle religioni.
Dumezil nasce nel 1988 e muore nel 1986, è francese. Riprende il dossier
indoeuropeo di Muller le cui lingue hanno caratteristiche comuni che riportano ad
un'unica famiglia,degli indoeuropei, che comprende popoli dall'europa del
nord,passando dal popolo romano, fino all'india. A partire dal 1938 rinviene una
struttura soggiacente a tutte le popolazioni indoeuropee che ci permette di capire
come funzionano tali civiltà; tale struttura viene definita trifunzionale,da cui il
concetto di trifunzionalismo o ideologia tripartita o tripartizione funzionale. Nelle
civiltà indoeuropee ci sono 3 funzioni legate a 3 settori della società: sovranità, che
può essere giuridica e sacerdotale; guerriera e la terza produttiva. Questa
tripartizione si riflette in tutte le produzioni culturali (religione,struttura del
pantheon,miti,nomi degli dei). C'è un modello sociale che si riflette nelle religioni?
Inizialmente dumezil risponde positivamente,teoria del rispecchiamento, ma in un
secondo momento dice che c'è una primarietà della tripartizione rispetto ad ogni sua
espressione. Sia la suddivisione della società che delle divinità che dei miti è
espressione di una struttura soggiacente,tutto è espressione della struttura tripartita
soggiacente. Es di ideologia funzionale: dumezil studia le popolazioni dell'antica
roma in particolare ha scritto un'opera juppiter mars quirinus (giove marte e quirino)
che secondo lui sono la triade arcaica. La religione romana si sviluppa in fasi e
quella piu antica è caratterizzata da gruppi di dei, in cui all'apice sta questa triade.
Giove è il re degli dei, marte è il dio della guerra e Quirino è un dio che è meno noto
ma era un di che si festeggiava con una festa che aveva al centro la coltivazione del
farro, un elemento essenziale dell'alimentazione romana del tempo. Dunque si riflette
la struttura tripartita. Ha sviluppato la tematica in rapporto alle altre religioni come la
persiana, india antica e scandinave e germaniche, dappertutto ha riconosciuto la
presenza della triade. La critica piu demoralizzante è quella che dice che la struttura
tripartita è generale e presente nel modo di organizzazione della società e non può
essere una specificazione europea. Se la tripartizione ha qualcuno che comanda
difende e produce è presente non solo negli indoeuropei ma in tutte le popolazioni,
anche in africa. Esistendo dappertutto è troppo generica per essere interessante. La
tripartizione indoeuropea è rinvenibile anche in tematiche più specifiche delle società
che lui studia (nel libro la festa queste 3 funzioni si ritrovano nelle 3 feste civili piu
importanti degli stati uniti d'america). L'altro esponente della prospettiva
strutturalista è levi strauss (1908-2009), è di formazione filosofica,studia in francia
ma passa un periodo in brasile compiendo ricerche etnografiche, la ricerca sul campo
è fondamentale per gli antropologi. Nel 1941 si sposta negli usa e avendo origini
ebraiche la situazione in francia era difficile. Arriva a new york e in questo viaggio
entra in contatto con esponenti della linguistica moderna. Il punto di riferimento è lo
studioso de Saussure che ha portato innovazioni nello studio della linguistica perchè
prima si studiavano solo lingue particolari di cui si studiavano vari elementi, con de
saussure l'interesse si sposta alla linguistica in generale e si crea una teoria del
linguaggio che consiste nel credere che il linguaggio sia composto da fatti
linguistici,riuniti in 2 insiemi: langue (collettiva,convenzionale, non è oggetto di
scelta) sistema al quale possiamo attingere quando parliamo;parole (individuale, non
scelta ma cosciente e intenzionale) riguarda l'insieme delle parole che usiamo nel
linguaggio comune. La linguistica è scienza della langue che è un sistema di segni
riuniti fra loro in un sistema, un segno è un'unione tra due elementi che sono
significato e significante. Il significante è l'aspetto materiale del segno, il significato
invece è il concetto che corrisponde al termine. A partire da questi presupposti la
linguistica ha fatto vari progressi e in particolare la parte che riguarda i suoni, con
questo orientamento linguistico si incontra levi strauss. Il punto di partenza dello
sviluppo della linguistica che si interessa ai suoni è l'apparato fonatorio umano che
può creare suoni infiniti; ogni lingua sceglie i suoni e li organizza in rapporto gli uni
agli altri creando le unità minime del suono che si chiamano fonemi, l'unità
elementare del suono è un rapporto tra suoni quindi ogni lingua seleziona i rapporti
fra suoni. Levi strauss applica queste idee all'ambito antropologico riprendendo:
1) l'idea che per capire qualcosa si deve andare ai suoi elementi fondamentali,
cioè cercare le componenti fondamentali di una cultura.
2) Questi mattoncini di cui è costituita la cultura non sono unità ma
rapporti,relazioni
3) il fatto che quando si cerca di interpretare una cultura si devono prendere i vari
mattoncini di cui è costituita e metterli in relazione tra loro così come la
langue è un insieme di segni in relazione tra loro. Capirne dunque la stuttura
tali studi vengono applicati a 2 ambiti: strutture di parentela (isole trobriand) in cui
abbiamo dei rapporti di parentela molto complessi, con una struttura molto
complessa rispetto a quella che conosciamo noi in occidente. Ci riesce trovando
l'unità fondamentale della parentela,mettendola nel suo sistema e nei rapporti che si
possono creare e riesce a districarsi nella struttura parentale trobriandese.
Il secondo ambito a cui applica il sistema è lo studio dei miti,partendo dal tema
dell'apparente caoticità del mito. “Se si considerano i miti con le loro varianti, col
modo in cui si sono sviluppati,la loro complessità in rapporto con tanti altri
personaggi che convocano altri miti, troviamo una situazione caotica e talvolta
incomprensibile, tant'è vero che il mito è stato considerato espressione di un pensiero
primitivo (levi strauss).” si occupa del mito per spiegare come in una situazione
apparentemente molto caotica si può trovare una struttura soggiacente che lo spiega.
Parte dal mito di edipo,dicendo che è un mito non considerabile in una sola versione
ma nelle sue varianti relative ad esso, si introduce nel ciclo tebano riferito alla città
greca di tebe. Il mito racconta la figura di un eroe che si chiama Cadmo, fratello di
un'eroina che si chiama europa, una figura della mitologia greca di cui zeus si
innamora,la rapisce e la porta via. Cadmo va a cercarla, fonda la città di tebe e
quando arriva nel territorio della città di tebe trova un drago che custodisce una fonte
d'acqua. Uccide questo drago e la dea atena gli consiglia di prendere i denti e di
seminarli, e da questi denti vengono fuori uomini armati che si chiamano Sparti. Si
combattono gli uni con gli altri uccidendosi reciprocamente finchè non ne rimangono
solo alcuni, questo momento di fondazione di tebe è l'inizio del ciclo tebano, in cui
c'è la successione dei re di tebe tra cui troviamo proprio edipo. Edipo incontra la
sfinge che gli sottopone un enigma che riesce a risolvere; a questo punto edipo
uccide la sfinge e arriva a tebe, gli si da in sposa sua madre ma dopo che viene
scoperto l'incesto se ne va via da tebe dove rimangono i suoi 2 figli che lottano per la
gestione del potere, uccidendosi alla fine l'uno con l'altro. Il re di tebe proibisce che
uno dei due figli, polinice, che è stato ucciso non può essere seppellito ma la figlia di
edipo, sorella dei due che si sono uccisi, Antigone, ritiene che sia suo dovere
seppellire suo fratello, e così fa nonostante il divieto del re. Secondo levi strauss
l'unità fondamentale del mito è il mitema,che deve essere scomposto nelle varie unità
fondamentali, in relazione tra essi come un soggetto che compie un'azione.
Raccontiamo un mito dividendolo in mitemi e li mettiamo in ordine che può essere
narrativo dunque cronologico oppure in ordine di somiglianza. Questo confluisce
nello schema che Levi strauss crea, dando un ordine cronologico da sinistra a destra
e dall'alto verso il basso. Invece leggendo dall'alto al basso troviamo 4 gruppi di
mitemi somiglianti tra loro, nella prima colonna valorizzano i legami di
parentela,nella seconda sottovalutano i legami di parentela, nella terza colonna
invece i 2 mitemi hanno un personaggio che uccide un essere mostruoso,
tecnicamente definiti ctoni, cioè relativo alla terra. 1 degli elementi tipici della
cultura greca era l'autoctonia,nati dalla terra, quindi secondo levi strauss in entrambi
i casi c'è il rifiuto dell'autoctonia. L'ultima colonna è quella meno convincente perchè
qui si fonda su ordine linguistico mettendo in ordine le 3 generazioni, il nonno,il
padre ed Edipo tutti con caratteristiche riferite all'idea di difficoltà di deambulare,
che può essere considerata la difficoltà ad avere il giusto rapporto sulla terra, ma
nonostante questo c'è l'affermazione dell'autoctonia. Da questo mettere in ordine i
mitemi ricava la struttura del mito che però non è evidente, dietro l'ordine
cronologico c'è questo ordine non evidente che deve essere colto. La struttura
consiste in 2 coppie di opposizioni, sulla base di queste si capisce che il mito ha una
struttura. Levi strauss poi cerca ulteriori conclusioni su questo ragionamento
cercando di capire il ruolo del mito nella civiltà greca. Mette in evidenza come
queste 4 colonne hanno a che vedere col problema familiare, le prime 2 con il centro
della parentela sovrastimata e sottostimata; la 3 e la 4 invece si occupano della
nascita della terra, dunque il provenire dalla terra che è fondamentale dalla cultura
greca nonostante si evinca facilmente che proveniamo dal padre e la madre, elementi
contraddittori che stanno insiemenel pensiero greco. Levi strauss si dedica quindi
allo studio dei miti, non più relativi ai greci ma ai miti dei nativi americani in cui
analizza 800 miti delle 2 americhe in 4 volumi. Non userà più il termine mitema ma
la funzione rimane sempre la stessa. L'abbandono dei miti greci è dovuto alle troppe
stratificazioni, nei miti dei nativi americani invece ci sono molte varianti su cui si
concentra lo studioso. Se aumentano le varianti è ovvio che orientarsi nella struttura
diventa più complesso, quindi usa anche strumenti matematici che rendono le sue
opere difficili da leggere. Il presupposto della prospetiva di levi strauss è che la relatà
visibile è caotica ma dietro essa c'è un ordine universale perchè dietro di esso c'è una
mente umana che funziona per tutti allo stesso modo, chiamata esprit che in questo
caso vuol dire mente. La mente umana funziona attraverso una logica
binaria,attraverso la distinzione di 2 elementi ogni volta,coppie di opposti. Il sistema
di queste opposizioni è la struttura. Si individuano alcune caratteristiche filosofiche
nella prospettiva strutturalista: carattere anti umanistico nel senso che le strutture
dominano sugli uomini, cioè non c'è l'accentuazione della libera creatività umana.
Antistoricismo ,la storia si occupa delle espressioni coscienti,ordine cronologico,ma
le strutture inconsce non sono storiche. Terza caratteristica omologia tra struttura
inconscia della mente e la natura, cioè quando individuiamo nei miti le coppie di
opposti esse dove stanno? Per levi strauss c'è un unzionamento simile tra la mente
umana e la realtà stessa. Queste prospettive hanno influito sulla storia delle religioni
non tanto nello studio dei miti molto complesso ma soprattutto per l'orientamento
generale della ricerca delle strutture, coinciliando le prospettive strutturaliste e le
esigenze storiche. Questi 3 modelli sono ancora abbastanza vitali, nelle loro
caratteristiche generali e nelle infinite articolazioni sono ancora attuali. Lo studio
delle religioni è stato però caratterizzato da una corrente che ha influenzato gli ultimi
30 anni volta a decostruire le categorie di cui gli studiosi della religione impiegano in
modi diversi tra loro ma senza mettere in dubbio il valore euristico. Invece negli
ultimi 30 anni è stato messo in discussione l'uso di tali categorie, l'idea è che
l'apparato concettuale di cui ci serviamo è nato e si è sviluppato nel contesto
culturale occidentale, ha elaborato il proprio apparato concettuale per descrivere la
realtà ma non compiendo un'operazione neutra ma di potere. Occorre dunque operare
una sua decostruzione poiché i concetti non sono universalmente validi. Lo studioso
dovrebbe dunque decostruirli con varie conseguenze come il fatto che tali concetti
non sono più utilizzabili, ma non possiamo fare a meno dei concetti, possiamo
elaborarne di nuovi ma saranno comunque di stampo occidentale. Una delle
soluzioni possibili è la consapevolezza della awareness cioè utilizzare l'apparato
concettuale avendo coscienza che non sia universale e distaccato ma coscienza che si
è formato in una tradizione occidentale con le sue prospettive e le sue pratiche di
potere. L'apparato concettuale della storia delle religioni può continuare ad essere
utilizzato ed è necessario continuare ad utilizzare le categorie ormai affermate
durante gli studi di vari studiosi.

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