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CONDOMINIO:

6 FORMULE COMMENTATE
TRATTE DA ONE LEGALE
Come contestare e difendersi in giudizio
per difetti di costruzione, spese condominiali
e revisione di tabelle millesimali

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One
CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 3

Sommario
Sollecito dell’amministratore del condominio
al pagamento delle spese condominiali��������������������������������������������������������������������������������������������� 4

Lettera all’amministratore per le infiltrazioni


provenienti dal lastrico solare condominiale������������������������������������������������������������������������������������7

Ricorso per decreto ingiuntivo dell’amministratore contro il condominio����������������������������� 9

Atto di citazione per difetti di costruzione (art. 1667 c.c.)������������������������������������������������������������14

Atto di citazione per revisione delle tabelle millesimali


proposto dal singolo condomino���������������������������������������������������������������������������������������������������������21

Comparsa di costituzione e risposta del condominio


citato in giudizio (art. 1131, co. 2, c.c.)������������������������������������������������������������������������������������������������� 25

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 4

Sollecito dell’amministratore del condominio


al pagamento delle spese condominiali

L’amministratore, con il riformulato  art. 1129, comma 9, c.c., deve ora «agi-
re per la riscossione forzosa delle somme dovute dagli obbligati entro sei
mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale sia compreso il credito esigibile, a
meno che non sia stato espressamente dispensato dall’assemblea».

Ai sensi del riformulato art. 1129, comma 9, c.c., l’amministratore deve ora
«agire per la riscossione forzosa delle somme dovute dagli obbligati entro
sei mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale sia compreso il credito esigi-
bile, a meno che non sia stato espressamente dispensato dall’assemblea».

Tale previsione va posta in relazione con l’art. 63 disp. att. c.c., norma che
disciplina l’ipotesi di condomini in ritardo nei pagamenti delle quote condo-
miniali (comma 1).

La nuova formulazione della disposizione di attuazione ripropone, tra le al-


tre questioni, il tema del trattamento della morosità: la norma rappresen-
ta uno degli strumenti persuasivi per combattere le morosità condominiali,
prevedendo la possibilità di escludere il comproprietario, in ritardo con i
pagamenti, dall’utilizzazione dei beni e dei servizi comuni (comma 3).

Dal punto di vista processuale, l’amministratore può così agire per la riscos-
sione forzosa delle somme dovute dai condomini morosi entro sei mesi dalla
chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso, azionando la
procedura giudiziaria di ingiunzione.

Tale procedura ha il vantaggio di condurre speditamente all’ottenimento del


titolo esecutivo: l’amministratore non dovrà quindi attendere i quaranta gior-
ni durante i quali, comunque, la controparte conserva il diritto di presentare
opposizione, atto che potrà vertere esclusivamente sulle irregolarità del de-
creto stesso (per esempio, la mancata approvazione del riparto delle spese
da parte dell’assemblea). [Si segnala peraltro che un recente orientamento

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della Cassazione ha riconosciuto la possibilità di richiedere l’emissione del


decreto ingiuntivo anche sulla base del solo bilancio preventivo, purché re-
golarmente approvato dall’assemblea. Così Cass. civ., 29 settembre 2008, n.
24299 ].

Sempre in forza della medesima norma, il condomino moroso può essere


esposto anche all’azione dei creditori del condominio: la riforma ha infat-
ti introdotto l’obbligo per l’amministratore di comunicare le generalità dei
condomini morosi ai creditori che lo interpellino e non ancora soddisfatti
(art. 63, comma 1 disp. att. c.c.,).

Con la riforma del condominio, si passa dunque dalla possibilità all’obbligo


dell’amministratore di comunicare le informazioni concernenti i condomini
morosi ai creditori: unica condizione è che questi ultimi ne facciano richie-
sta. In tal caso, potranno essere resi noti i nominativi dei condomini non in
regola con il pagamento della somma dovuta e delle rispettive quote mil-
lesimali, con una comunicazione propedeutica ad informare i creditori del
condominio dell’esatta identità di quei componenti della collettività condo-
miniale, che non avendo pagato le rate condominiali, rischiano di mettere in
difficoltà il condominio nel suo complesso.

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Sollecito dell’amministratore del condominio


al pagamento delle spese condominiali

Egr. Condomino Sig.ra ..................................

Raccomandata a.r.

Luogo e data ..................................

Oggetto: pagamento quote condominiali scadute - sollecito

In riferimento alla delibera dell’assemblea condominiale di approvazione del bilancio


preventivo in data ................................../................................../.................................. Le comunico
che è scaduto il termine di pagamento della rata di spese condominiali di Sua spettanza.

La invito, pertanto, a provvede al pagamento dell’importo di € .................................. entro e


non oltre il .................................., con l’avvertimento che in mancanza mi vedrò costretto ad
adire l’autorità giudiziaria con aggravio di spese a Suo carico.

Le rammento altresì che, decorso il termine predetto, sarà mia facoltà procedere, senza
ulteriore avviso, alla sospensione della S.V. dalla fruizione dei servizi comuni ai sensi
dell’art. 63, co. 3, disp. att .c.c.

Qualora nel frattempo abbia effettuato il versamento La prego di volermene cortesemen-


te comunicare gli estremi e di considerare la presente priva di ogni effetto.

Cordiali saluti.

L’Amministratore del condominio

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Lettera all’amministratore per le infiltrazioni


provenienti dal lastrico solare condominiale

Accade di frequente che si verifichino infiltrazioni nei piani sottostanti a cau-


sa del deteriorarsi di parti del lastrico solare. In questi casi, il condomino
danneggiato potrà avanzare pretesa risarcitoria nei confronti del condomi-
nio e/o del proprietario esclusivo del lastrico solare. Nel caso in cui il lastrico
solare non sia di proprietà di nessun condomino e, quindi, appartenga “pro
quota” a tutti i proprietari di appartamento dello stabile a pagare deve esse-
re il condominio, che poi ripartirà la spesa secondo millesimi tra i vari con-
dòmini (art. 1123 c.c.). Nel caso in cui il lastrico solare sia in uso esclusivo di
un solo condomino, questi è tenuto a pagare 1/3 della spesa, mentre i restanti
2/3 vengono ripartiti sul resto del condominio.

In tale fase, la prima cosa da fare è scrivere una lettera al proprietario del
bene dal quale proviene l’infiltrazione; all’amministratore di condominio se:
il danno proviene da parti comuni; la provenienza è incerta; le infiltrazioni
provengono dal terrazzo a livello o lastrico solare di uso e/o proprietà esclu-
siva. Nella lettera da inviare, tramite raccomandata con avviso di ricevimento
(che può essere anche anticipata verbalmente, se lo si ritiene opportuno), si
deve chiedere all’interessato un sopralluogo in contraddittorio per verifica-
re lo stato dei luoghi, meglio se alla presenza di tecnici per comprendere le
cause ed il da farsi e di conseguenza l’eliminazione della causa del danno,
riservandosi le più opportune valutazioni sul da farsi.

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Lettera all’amministratore per le infiltrazioni


provenienti dal lastrico solare condominiale

Egr. Sig. ..................................

In qualità di amministratore p.t. del condominio di ..................................

Via .................................., n. ..................................

Cap. .................................. Città .................................. (..................................)

Raccomandata A.R.

Luogo e data ..................................

Oggetto: Infiltrazioni d’acqua provenienti dal lastrico solare del condominio di .....................

Via ..................................

Il sottoscritto Sig. .................................., proprietario dell’unità abitativa dello stabile sito in


.................................. alla via .................................., con la presente denuncio i danni occorsi al
soffitto del bagno per le infiltrazioni provenienti dal solaio di copertura (lastrico solare).

Le chiedo, pertanto, di provvedere sollecitamente all’eliminazione delle suddette infiltra-


zioni.

Chiedo inoltre, se possibile anche mediante il coinvolgimento della Compagnia assicura-


trice del fabbricato, il risarcimento di tutti i danni subiti . ..................................

In attesa di sollecito cortese riscontro, distintamente La saluto.

Città ..................................

Data ..................................

Sig. ..................................

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Ricorso per decreto ingiuntivo dell’amministratore


contro il condominio

L’amministratore provvede all’erogazione delle spese occorrenti per la manu-


tenzione ordinaria delle parti comuni dell’edificio e per l’esercizio dei servizi
comuni. L’erogazione delle spese in questione non richiede la preventiva ap-
provazione dell’assemblea dei condomini, in quanto trattasi di esborsi (con-
tributi, utenze, premi assicurativi, spese per il riscaldamento, ecc.) dovuti a
scadenze. L’approvazione dell’assemblea, invece, è richiesta in sede di con-
suntivo, giacché solo con questo si accertano le spese e si approva lo stato di
ripartizione definitivo che legittima l’amministratore ad agire contro i condo-
mini morosi per il recupero delle quote poste a suo carico.

L’art. 633 c.p.c. dispone che «Su domanda di chi è creditore di una somma
liquida di danaro o di una determinata quantità di cose fungibili, o di chi ha
diritto alla consegna di una cosa mobile determinata, il giudice competente
pronuncia ingiunzione di pagamento o di consegna:

1) se del diritto fatto valere si dà prova scritta;


2) se il credito riguarda onorari per prestazioni giudiziali o stragiudiziali o
rimborso di spese fatte da avvocati, procuratori, cancellieri, ufficiali giu-
diziari o da chiunque altro ha prestato la sua opera in occasione di un
processo;
3) se il credito riguarda onorari, diritti o rimborsi spettanti ai notai a norma
della loro legge professionale, oppure ad altri esercenti una libera profes-
sione o arte, per la quale esiste una tariffa legalmente approvata.

L’ingiunzione può essere pronunciata anche se il diritto dipende da una con-


troprestazione o da una condizione, purché il ricorrente offra elementi atti a
far presumere l’adempimento della controprestazione o l’avveramento della
condizione».

L’amministratore di condominio potrà quindi azionare un procedimento som-


mario di ingiunzione disponendo egli di norma, per i compensi professionali,

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di fatture – tipico esempio di prova scritta su cui fondare il proprio diritto.


Peraltro, nell’ipotesi in cui le fatture emesse dall’amministratore siano state
approvate dall’assemblea, se ne potrà richiedere la provvisoria esecuzione
ex artt. 642 c.p.c. e 63 disp. att. c.c. Si rammenta infatti che, ai sensi del com-
ma 1 della disposizione da ultimo citata, «Per la riscossione dei contributi in
base allo stato di ripartizione approvato dall’assemblea, l’amministratore,
senza bisogno di autorizzazione di questa, può ottenere un decreto di in-
giunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione».

Si segnala inoltre che le controversie in materia di somme e compensi non


percepiti dall’amministratore rientrano nell’alveo delle liti condominiali per
le quali la legge sancisce l’obbligatorietà, a pena di improcedbilità della do-
manda giudiziale, del tentativo di conciliazione: lo ha stabilito il Tribunale di
Bari, con ordinanza emessa il 22-28 maggio 2014 a seguito di riserva, affer-
mando che le domande inerenti le pretese economiche vantate dall’ammi-
nistratore ricadono nella materia condominiale ai sensi dell’art. 5, comma 1,
d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28 in quanto «obbligazioni nei rapporti tra Ammini-
stratore e Condominio» (Trib. Bari, ord. cit.).

Si deve però tenere presente la questione si articola differentemente a se-


conda che l’amministratore agisca mediante azione ordinaria di cognizione
oppure mediante procedimento per ingiunzione.

Regola generale è che la mediazione si svolga e sia conclusa prima di pro-


porre la domanda giudiziale introduttiva della causa: vi fanno tuttavia ecce-
zione una serie di procedimenti, per i quali la domanda di mediazione andrà
invece proposta dopo la domanda giudiziale; specificamente:

• per i procedimenti per convalida di sfratto dopo la pronuncia del muta-


mento del rito ex art. 667 c.p.c.;
• per i procedimenti possessori dopo l’ordinanza che pronuncia sul provve-
dimento d’urgenza ai sensi dell’art. 703, comma 3, c.p.c.;
• per i procedimenti per ingiunzione (inclusa l’opposizione) dopo la pronun-
cia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione.

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Proprio con riferimento a quest’ultima ipotesi, si rammenta che l’opposi-


zione deve essere proposta in conformità delle norme introdotte per il rito
del lavoro, ossia con ricorso depositato in cancelleria (art. 415 c.p.c.) entro il
termine di quaranta giorni dalla notificazione dello stesso decreto ingiunti-
vo; l’opposizione proposta con atto notificato entro il predetto termine ma
depositata successivamente è da considerarsi tardiva.

La Suprema Corte chiarisce peraltro che nell’ipotesi in cui sia erroneamen-


te proposta con citazione, l’opposizione può impedire comunque che il de-
creto divenga definitivo ove sia non già notificata alla controparte entro il
termine di cui all’art. 641 c.p.c., ma, entro tale termine, altresì depositata in
cancelleria; e aggiunge: «ricorrendo tale ipotesi, il giudice dovrà ordinare
d’ufficio la conversione del rito, disponendo la notifica del proprio provvedi-
mento all’opposto, ove contumace, senza necessità che l’opponente richieda
l’emanazione del decreto di fissazione dell’udienza di discussione, ai sensi
dell’art. 420 c.p.c.» (Cass. civ., 15 gennaio 2013, n. 797).

Per effetto dell’opposizione si apre un processo ordinario di cognizione se-


condo le regole di cui all’art. 447-bis c.p.c. fino alla pronuncia sulle istanze di
concessione e sospensione della provvisoria esecuzione.

Considerato che il mancato esperimento del tentativo di mediazione deve


essere eccepito dal giudice –ovvero dal convenuto – entro e non oltre la
prima udienza, qualora il giudice rilevi il mancato esperimento della media-
zione, dichiara l’improcedibilità della causa; in tal caso l’opponente, oltre a
promuovere la causa di opposizione, una volta che il giudice si è pronunciato
sulla provvisoria esecuzione del decreto, dovrà anche esperire tempestiva-
mente la mediazione.

In difetto, il giudice potrebbe rilevare d’ufficio il vizio e dichiarare improcedi-


bile l’opposizione, con la conseguenza che il decreto ingiuntivo diventerebbe
definitivo.

In sostanza, nell’ipotesi in cui si azioni un procedimento di ingiunzione, la me-


diazione si sposta in avanti, all’eventuale instaurazione del giudizio ordinario.

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Ricorso per decreto ingiuntivo


dell’amministratore contro il condominio

GIUDICE DI PACE DI ..................................


RICORSO PER DECRETO INGIUNTIVO

Il sig. .................................. nato a .................................. il .................................. (C.F. ...............................


...) rappresentato e difeso dall’avv. .................................. (C.F. ..................................), Fax .................
................. PEC .................................., con studio in .................................. giusta procura a margine
del presente atto, presso il quale elegge domicilio

PREMESSO

- che il sig. .................................. ha amministrato il condominio .................................. sino alla


sua revoca, giusta delibera assembleare del .................................. (doc. 1) con passaggio di
consegne dei documenti relativi al condominio a mani del nuovo amministratore, .............
....................., avvenuto il ..................................;

- che il sig. .................................. ha pertanto emesso fattura n. .................................. del ..............


.................... di Euro .................................. (doc. 2) intestata al condominio .................................. in
relazione all’attività prestata per compensi deliberati dall’assemblea di condominio del ..
................................ (doc. 3) come da preventivo dei compensi allegato (doc. 4);

- che il ricorrente a fronte del suo credito ha trattenuto in acconto un fondo di riserva di
Euro .................................. come da documento esplicativo allegato (doc. 5-6-7);

- che nonostante i solleciti inviati il condominio .................................. sedente in ......................


............ in persona del suo amministratore pro tempore, .................................., ha versato solo
Euro .................................. trattenuti in acconto sul maggior dovuto che pertanto allo stato
ammonta a Euro .................................. (doc. 8).

- Premesso tutto quanto sopra dedotto, il sig. .................................. ut supra rappresentato

CHIEDE

che la S.V. a norma degli artt. 633 e segg. c.p.c. voglia ingiungere al condominio ..................
................ in persona del suo amministratore pro tempore, sig. .................................. di pagare
al ricorrente la somma di Euro .................................. oltre interessi di mora con le spese e
competenze di questo procedimento e successive occorrende.

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Ai sensi dell’art. 9, L. n. 488/1999 si dichiara che il valore della presente controversia è di


Euro .................................. .

Si produce:

1) ......................................................................................................

Ai fini del pagamento del contributo unificato, si dichiara che il valore della causa è di
Euro .................................. e che il relativo importo pagato è pari ad Euro ..................................

Dichiara altresì di voler ricevere gli avvisi e le comunicazioni di cui agli artt. 133, comma 3,
134, comma 3 e 176, comma 2, c.p.c. al numero di fax e/o all’indirizzo e-mail e/o PEC sopra
indicati.

Salvezze illimitate.

Data .................................

Avv. ..................................

Avv. ..................................

GIUDICE DI PACE DI ..................................

Letto il ricorso che precede, ritenuta regolare e fondata la domanda, visti gli artt. 633 e
segg. c.p.c.

INGIUNGE

al condominio .................................. in persona del suo amministratore pro-tempore, ............


...................... di pagare entro 40 giorni dalla notifica del presente decreto al sig. ..................
................ la somma di Euro .................................. oltre interessi legali di mora con le spese e
competenze di questo procedimento da liquidarsi in Euro .................................. , di cui Euro ..
................................ per onorari, Euro .................................. per diritti, Euro .................................. per
spese oltre I.V.A., CPA e forfait 12,50% per spese generali e le successive.

Fissa al debitore il termine di giorni quaranta dalla notifica di questo provvedimento per
fare opposizione e proporre eventuali domande riconvenzionali.

..................................

Il Giudice di Pace

Il Cancelliere

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Atto di citazione per difetti di costruzione


(art. 1667 c.c.)

In tema di responsabilità dell’appaltatore per difetti riconducibili a diffor-


mità e vizi di cui all’art. 1667 c.c., la relativa azione - di natura contrattua-
le - potrà essere esercitata dall’amministratore solo previa autorizzazione
dell’assemblea. Nella ipotesi (a cui si riferisce la formula) di responsabilità
dell’appaltatore per difetti di costruzione, se tali difetti determinano un’al-
terazione che incida negativamente ed in modo considerevole sul godimento
dell’immobile, ponendo in pericolo la sicurezza dell’edificio, la relativa azio-
ne ex art. 1669 c.c. – di natura extracontrattuale – rientra nel novero degli atti
conservativi e può essere proposta anche dall’amministratore, senza pre-
ventiva autorizzazione dell’assemblea (Cass. civ., 6.2.2009, n. 3040).

In tema di responsabilità dell’appaltatore per difetti riconducibili a diffor-


mità e vizi di cui all’art. 1667 c.c., la relativa azione - di natura contrattua-
le - potrà essere esercitata dall’amministratore solo previa autorizzazione
dell’assemblea. Nella ipotesi (a cui si riferisce la formula) di responsabilità
dell’appaltatore per difetti di costruzione, se tali difetti determinano un’al-
terazione che incida negativamente ed in modo considerevole sul godimen-
to dell’immobile, ponendo in pericolo la sicurezza dell’edificio, la relativa
azione ex art. 1669 c.c. – di natura extracontrattuale – rientra nel novero de-
gli atti conservativi e può essere proposta anche dall’amministratore, senza
preventiva autorizzazione dell’assemblea (Cass. civ., 6.2.2009, n. 3040).L’art
1130, n 4, c.c., che attribuisce all’amministratore del condominio il potere di
compiere gli «atti conservativi relativi alle parti comuni dell’edificio» (nuova
formulazione; si rammenta che nel testo previgente il riferimento è agli «atti
conservativi dei diritti inerenti alle parti comuni dell’edificio»), deve inter-
pretarsi estensivamente nel senso che, oltre agli atti conservativi necessari
ad evitare pregiudizi alle parti comuni, l’amministratore ha il potere-dovere
di compiere analoghi atti per la salva¬guardia dei diritti concernenti l’edifi-
cio condominiale unitariamente considerato. Può quindi ritenersi che rientri
nel novero degli atti conservativi di cui al citato art. 1130, n. 4, c.c. l’azione di

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cui all’art. 1669 c.c. diretta a rimuovere i gravi difetti di costruzione. L’ammis-
sibilità della legittimazione processuale dell’amministratore ad agire in forza
dell’art. 1669 c.c. allorché i difetti di costruzione riguardino l’intero edificio
condominiale ed i singoli appartamenti è stata espressamente riconosciuta
dalla Suprema Corte in virtù della considerazione che in tal caso «si verifica
una causa comune di danno che abilita alternativamente l’amministratore
del condominio o i singoli condomini ad agire per il consolidamento dell’in-
tero stabile, senza che possa farsi distinzione fra parti comuni e singoli ap-
partamenti o parti di esso soltanto» (Cass. civ., 18 febbraio 1980, n. 1178).
Detto principio trova espressione anche più di recente quando la Corte di
legittimità, nel ricomprendere nella categoria degli “atti conservativi” anche
l’azione ex art. 1669 c.c., implicitamente la qualifica come facoltà autonoma
dell’amministratore (Cass. civ., 31 marzo 2011, n. 7470. Ancora, ex multis, Cass.,
8 novembre 2010, n. 22656; Cass., 1° agosto 2006, n. 17484; Cass., 21 marzo
2000, n. 3304; Cass., 20 marzo 1997, n. 2775).

L’amministratore è quindi legittimato a proporre l’azione diretta a rimuovere


i gravi difetti di costruzione anche senza la preventiva autorizzazione dell’as-
semblea (Cass. civ., 8 agosto 1990, n. 8053; 29 aprile 1983, n. 2954; 19 gennaio
1985 n. 152): il compimento di tutti gli atti volti alla conservazione delle parti
comuni ex art. 1669 c.c. può infatti essere considerato come una peculiare
manifestazione delle facoltà attribuite all’amministratore durante il compi-
mento del suo incarico, e questi potrà rivolgersi nei confronti dell’appaltato-
re o venditore quale diretto costruttore dell’immobile, qualora i gravi difetti
mettano in pericolo la sicurezza, la stabilità e la funzionalità dello stabile
amministrato (Cass. civ., 21 marzo 2000, n. 3304; 23 marzo 1996, n. 3366).

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Atto di citazione per difetti di costruzione (art. 1667 c.c.)

TRIBUNALE DI ..................................

ATTO DI CITAZIONE

Il Condominio sito in .................................., alla Via .................................., in persona dell’ammi-


nistratore pro tempore, sig. .................................., rappresentato e difeso, come da procura
a margine del presente atto, dall’avv. .................................., C.F. .................................. presso il
quale elegge domicilio in .................................. , alla Via .................................., Fax ...........................
....... PEC .................................., espone quanto segue.

IN FATTO

L’edificio condominiale è stato edificato negli anni ................................../..................................


dalla Ditta .................................. s.n.c. in forza di un contratto di appalto stipulato il ...............
................... con la società Cooperativa a r.l. .................................., che ha poi venduto i singoli
appartamenti agli attuali proprietari.

I lavori di costruzione, eseguiti in forza di concessione edilizia n. ................................../...........


....................... rilasciata il .................................. dal Comune di .................................., e per i quali è
stato richiesto certificato di abitabilità in data .................................., sono terminati il .............
....................., come risulta da verbale di consegna provvisoria degli alloggi (doc. n. 1).

Tuttavia, sin dal novembre .................................., si evidenziarono molteplici difetti di costru-


zione, che venivano dettagliatamente segnalati con raccomandata A/R del ...........................
....... (doc. n. 2) alla Ditta .................................. s.n.c. e alla Cooperativa .................................. a r.l.
dal precedente amministratore del condominio.

Alla predetta missiva rispondeva la sola Ditta .................................. s.n.c., che contestava par-
zialmente i vizi addebitati, e tuttavia s’impegnava ad effettuare sopralluoghi ed interven-
ti, ove si rendesse necessario (doc. n. ..................................).

La Ditta .................................. s.n.c. effettuava, dunque, due sopralluoghi, con relativi inter-
venti di completamento delle opere mancanti e/o di riparazione di quelle mal eseguite.

I vizi lamentati, tuttavia, persistevano sia dopo l’intervento compiuto dalla Ditta ..............
.................... s.n.c. in data .................................. , sai dopo l’intervento successivo, compiuto in
data ................................... Tali vizi sono sempre stati segnalati dal condominio in data ..........
........................ (doc. n. .................................. ) e in data .................................. (doc. n. ..........................

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 17

........ ) alla Ditta .................................. s.n.c. e alla società Cooperativa a r.l. ...................................

La Ditta .................................. s.n.c. negava ogni residua responsabilità per le opere eseguite
sull’edificio condominiale, sostenendo di aver incolpevolmente adoperato materie prime
di scadente qualità, ed invocando pertanto la responsabilità della ditta fornitrice, con
conseguente obbligo di riparazione a carico esclusivamente di quest’ultima.

I vizi de quibus, segnalati a più riprese anche dai singoli condomini, sono stati in seguito
riconosciuti anche dal direttore dei lavori (doc. n. ..................................), nonché dalla società
Cooperativa a r.l. .................................. (doc. n. ..................................). Tali vizi sono stati detta-
gliatamente illustrati con relazione tecnica redatta per il condominio dal geom. .................
................. in data .................................. (doc. n. ..................................).[1]

IN DIRITTO

Con il contratto stipulato il .................................. la Ditta .................................. s.n.c. ha assunto


il formale impegno, nei confronti della società Cooperativa a r.l. .................................. , di
costruire il fabbricato condominiale secondo la regola d’arte, in forza di quanto previsto
dall’arti. 1655 c.c. Il predetto contratto ha vincolato altresì il direttore dei lavori, ing. .........
........................., a controllare la corretta esecuzione degli stessi; da tale contratto è, inoltre,
scaturito il diritto del committente a verificare lo stato di tali lavori, sia in corso d’ope-
ra che ad ultimazione degli stessi, in forza dell’art. 1662 c.c.. Correlativamente, tuttavia,
incombe sul committente anche la responsabilità ex art. 1669 c.c., nei confronti dei terzi
aventi causa, per i vizi dell’opera eseguita in forza del contratto d’appalto.

La manifestazione di vizi nell’immobile, riconducibili all’esecuzione dell’appalto, compor-


ta quindi una responsabilità che fa capo, in primis, all’appaltatore in forza degli artt. 1667-
1669 c.c.. Tale responsabilità ha natura contrattuale, nei confronti del committente, per
quanto specificamente attiene all’inadempimento degli accordi assunti con il contratto di
appalto. La responsabilità dell’appaltatore per difetti di costruzione prevista dall’art. 1669
c.c. ha, invece, natura extracontrattuale e sussiste, pertanto, anche nei confronti dei terzi
aventi causa dal committente.[2]

Legittimamente, pertanto, il condominio può pretendere che la Ditta .................................


s.n.c. ripari a sue spese i vizia più riprese tempestivamente contestati sull’immobile, a
nulla valendo la circostanza che la ditta appaltatrice abbia operato inconsapevolmente
con materiale scadente, poiché, come noto, in base all’art. 1665 c.c. l’appaltatore opera
con organizzazione di mezzi propri e a proprio rischio. L’accurata scelta dei materiali da

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 18

utilizzare per la corretta esecuzione dei lavori appaltati è, quindi. Onere che incombe
esclusivamente sull’appaltatore, rientrando appieno nella prestazione dedotta nel con-
tratto d’appalto, e suscettibile pertanto di essere valutata come inadempimento, laddo-
ve non assolta a regola d’arte.[3] Occorre precisare che i vizi denunciati dal condominio
riguardano, altresì, alcune riparazioni male eseguite dalla Ditta .................................. s.n.c.
negli interventi del .................................. e del .................................. , per le quali dunque viene
in considerazione esclusivamente la non corretta esecuzione dei lavori da parte dell’ap-
paltatrice.

La responsabilità per i vizi dell’opera può, tuttavia, esser fatta valere dai terzi acquiren-
ti anche nei confronti del committente-venditore. La giurisprudenza ha, infatti, chiarito
che l’applicazione dell’art. 1669 c.c. è giustificata allorché il venditore abbia assunto nei
confronti dei terzi e degli stessi acquirenti una diretta responsabilità nella costruzione
dell’opera (Cass., Sez. II., 26.05.2000 n. 6697).

Il venditore di appartamenti per uso abitazione affetti da gravi vizi può, quindi, essere
condannato al pagamento, a titolo di risarcimento, delle spese necessarie all’elimina-
zione di tali difetti nei confronti degli acquirenti, anche quando la relativa domanda sia
proposta oltre un anno dopo la consegna del bene, poiché anche laddove sia spirato il
termine di decadenza previsto in materia di compravendita dall’art. 1495 c.c. per i vizi del
bene venduto, permane tuttavia in capo al venditore-costruttore dell’immobile la respon-
sabilità extracontrattuale ex art. 1669 c.c..[4]

Premesso tutto quanto sopra esposto, il condominio sito in .................................. , via .............
..................... , in persona del suo amministratore pro tempore, ut supra rappresentato

CITA

La Ditta .................................. s.n.c., sedente in .................................. , via .................................. in


persona del suo legale rappresentante e la società Cooperativa a r.l. .................................. ,
sedente in .................................. , via .................................. , in persona del suo legale rappresen-
tane, a comparire all’udienza del .................................. , ora di rito avanti al Tribunale di ..........
........................ , magistrato da designarsi ai sensi dell’art. 168 bis c.p.c. invitandoli a costitu-
irsi nel termine di giorni 20 prima della data dell’udienza di comparizione nei modi e nelle
forme di cui all’art. 166 c.p.c. con espresso avvertimento che, in mancanza, incorreranno
nelle preclusioni e decadenze previste dagli artt. 38 e 167 c.p.c. e si procederà in loro le-
gittima e dichiarata contumacia per ivi -previe declaratorie tutte del caso, ogni domanda,

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 19

istanza, eccezione in rito e merito adversa rejetta- sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

In via principale:

Previo riconoscimento delle rispettive responsabilità, ex art. 1669 c.c., condannare la Ditta
.................................. s.n.c. e la società Cooperativa a r.l. .................................. , in solido fra loro,
al compimento degli interventi ripetutamente richiesti al fabbricato condominiale e di cui
in narrativa.

In via istruttoria:

Si chiede fin da ora ammettersi CTU, con riserva di articolare altri mezzi istruttori.

Ai sensi dell’art. 13 D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, si dichiara espressamente che il valore
del presente procedimento è indeterminabile.

Con vittoria di spese, diritti e onorari di causa oltre a IVA e CPA da distrarsi a favore
dell’avv. .................................. .

Si producono:

- ..................................

- ..................................

- ..................................

Avv. ..................................

Note
[1] È ricorrente in giurisprudenza l’affermazione secondo la quale i gravi difetti di cui all’art. 1669 c.c. sono quei difetti che compromet-
tano il godimento e la funzione dell’immobile [Cass. civ., 14 febbraio 2000, n. 1608], ossia «quelle deficienze costruttive incidenti sulla
funzionalità dell’opera e comportanti una menomazione del godimento dell’immobile con pericolo per la durata e la conservazione
della costruzione» [Cass. civ., 7 giugno 2000, n. 81] Si statuisce altresì che «il difetto di costruzione che, ai sensi dell’art. 1669 c.c., legit-
tima il committente alla relativa azione, può consistere in una qualsiasi alterazione, conseguente ad un’insoddisfacente realizzazione
dell’opera, che, pur non riguardando parti essenziali della stessa [e perciò non determinandone la “rovina” od il “pericolo di rovina”],
bensì quegli elementi accessori o secondari che ne consentono l’impiego duraturo cui è destinata [quali, ad esempio, le condutture
di adduzione idrica, i rivestimenti, l’impianto di riscaldamento, la canna fumaria], incida negativamente ed in modo considerevole sul
godimento dell’immobile medesimo» [Cass. civ., 1 agosto 2003, n. 11740].

[2] L’orientamento nettamente dominante in giurisprudenza ritiene infatti che l’art. 1669 c.c. configuri un’ipotesi di responsabilità
aquiliana. L’accoglimento della tesi della natura extracontrattuale di detta responsabilità, svincolando l’azione dall’esistenza di un
contratto di appalto, implica una dilatazione della nozione di appaltatore, fino a ricomprendere altre figure, quali il costruttore – in-
teso quale soggetto che, in virtù di un qualsiasi rapporto giuridico, abbia proceduto all’edificazione sotto la propria responsabilità
–, il costruttore-venditore, che costruisce nel proprio interesse per vendere successivamente, il progettista, il direttore dei lavori. In
giurisprudenza si afferma infatti che «In tema di appalto ed in ipotesi di responsabilità ex art. 1669 c.c. per rovina o difetti dell’opera,
la natura extracontrattuale di tale responsabilità trova applicazione anche a carico di coloro che abbiano collaborato nella costruzio-
ne, sia nella fase di progettazione o dei calcoli relativi alla statica dell’edificio, che in quella di direzione dell’esecuzione dell’opera,
qualora detta rovina o detti difetti siano ricollegabili a fatto loro imputabile. Ne consegue che la chiamata in causa del progettista e/o
direttore dei lavori da parte dell’appaltatore, convenuto in giudizio per rispondere, ai sensi dell’art. 1669 c.c., dell’esistenza di gravi
difetti dell’opera, e la successiva chiamata in causa di chi ha effettuato i calcoli relativi alla struttura e statica dell’immobile da parte

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 20

del progettista e/o direttore dei lavori, effettuata non solo a fini di garanzia ma anche per rispondere della pretesa dell’attore, com-
porta, in virtù di quest’ultimo aspetto, che la domanda originaria, anche in mancanza di espressa istanza, si intende automaticamente
estesa al terzo, trattandosi di individuare il responsabile nel quadro di un rapporto oggettivamente unico» [Cass. civ., 30 maggio 2003,
n. 8811]. Si chiarisce altresì che per aventi causa del committente devono intendersi coloro che hanno acquistato il diritto di proprietà
sull’immobile, a titolo singolare, per atto inter vivos, per legato, o per aggiudicazione in seguito a esecuzione forzata o ad altra proce-
dura espropriativa; restano invece esclusi da detto novero quanti abbiano acquistato soltanto un diritto reale limitato sull’immobile.
In tal senso si esprimono RUBINO, IUDICA, Dell’appalto. Art. 1655-1677, cit., 471. Gli AA. specificano inoltre che l’avente causa del com-
mittente subentra soltanto nel rapporto di responsabilità ex art. 1669 c.c., rimanendo del tutto estraneo agli altri obblighi e diritti che
si configurano in capo al committente medesimo per effetto del contratto d’appalto

[3] Secondo quanto previsto dalla norma generale in materia – art. 1658 c.c. –, i materiali debbono essere forniti dall’appaltatore.
Nell’ipotesi in cui i materiali siano forniti dal committente l’appaltatore ha però l’onere di avvertire tempestivamente il committen-
te degli eventuali difetti scoperti, astenendosi in tal caso dall’opera. Ove decida di darvi esecuzione, l’appaltatore andrà esente da
responsabilità soltanto nell’eventualità in cui dimostri che il committente, adeguatamente informato, abbia insistito nel pretendere
l’esecuzione del contratto.

[4] La denuncia dei difetti o della rovina o del pericolo di rovina va compiuta entro un anno dalla scoperta, a pena di decadenza [art.
1669, comma 1, ultima parte, c.c.]. Secondo il prevalente orientamento giurisprudenziale la decorrenza di tale termine si ha quando il
danneggiato scopra la rovina, il pericolo di rovina o il grave difetto in termini di certezza o con un apprezzabile grado di conoscenza
obiettiva completa, tanto della gravità dei difetti quanto della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera [Cass.
civ., 1 febbraio 2008, n. 2460. In particolare, nel caso di specie è stata ritenuta correttamente motivata la decisione di merito che aveva
fatto risalire la scoperta dei difetti dell’opera al momento del deposito della relazione della A.S.L., che aveva indotto a negare il rilascio
di licenza di abitabilità. Si veda altresì Cass. civ., 22 agosto 2003, n. 1238]. Nell’eventualità in cui si renda necessaria l’acquisizione della
relazione di un consulente tecnico, si stabilisce inoltre che «In materia di responsabilità decennale per rovina e difetti di cose immo-
bili di cui all’art. 1669 c.c., la conoscenza del difetto e delle sue specifiche cause, oltreché della sua gravità, consegue alla semplice
constatazione dell’aspetto delle cose solo quando si tratti di manifestazioni indubbie (come cadute, rovine estese, e simili). Per lo più,
invece, quando si tratti di opere di una certa entità, deriva dall’espletamento di indagini tecniche suggerite dall’ovvia prudenza di non
iniziare azioni infondate, con la conseguenza, in questa seconda ipotesi, che il termine di decadenza della prima parte della norma,
condizionante il decorso del successivo termine di prescrizione previsto dal comma 2 dello stesso articolo, incomincia a decorrere
solo dall’acquisizione della relazione del tecnico» (Cass. civ., 20 marzo 1998, n. 2977). Quanto alla forma della denuncia, non è previsto
alcun particolare requisito, ben potendo essere manifestata con atto stragiudiziale, con lettera e anche oralmente; non occorrerà, a
maggior ragione, che essa sia compiuta con un atto formalmente autonomo, potendo la medesima essere contenuta nello stesso atto
di citazione. Inoltre, l’avvenuta decadenza per tardività della denunzia non è rilevabile d’ufficio e, pertanto, dovrà essere eccepita dal
costruttore che voglia neutralizzare l’azione spettante al committente o al suo avente causa.

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 21

Atto di citazione per revisione delle tabelle


millesimali proposto dal singolo condomino

L’art. 69 disp. att. cod. civ. costituisce norma inderogabile, pertanto, nessu-
na norma di regolamento, neppure di natura contrattuale, può modificare la
procedura dalla stessa dettata.

In linea di principio, il cambiamento o la rettifica delle tabelle millesimali è


possibile unicamente con l’assenso di tutti i condomini (art. 69 disp. att. cod.
civ.).

Tuttavia, sussistono due ipotesi in cui la modifica può avvenire nel cor-
so dell’assemblea condominiale con l’assenso della maggioranza prevista
dall’art. 1136, comma 2, cod. civ.:

• quando il calcolo dei millesimi è conseguenza di un errore;


• quando a seguito di sopraelevazioni, aumenti di superficie o incrementi
o diminuzioni del numero delle unità immobiliari è alterato per più di un
quinto il valore proporzionale dell’unità immobiliare anche di un solo con-
domino.

Nel caso in cui l’assemblea condominiale rifiuti la modifica, il condomino


può sempre ricorrere al giudice per tentare di ottenerla.

“Ai soli fini della revisione dei valori proporzionali espressi nella tabella mil-
lesimale allegata al regolamento di condominio ai sensi dell’art. 68, può es-
sere convenuto in giudizio unicamente il condominio in persona dell’ammi-
nistratore”.

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 22

Atto di citazione per revisione delle tabelle millesimali


proposto dal singolo condomino

TRIBUNALE DI ..................................
ATTO DI CITAZIONE

Il Sig. .................................., nato a .................................. (..................................) il .................................


. (C.F.: ..................................), residente in .................................., Via .................................. n. ...............
..................., rappresentato e difeso dall’Avv. ..................................del Foro di ................................
.., ed elettivamente domiciliato presso di lui e nel suo studio in .................................., Via ....
.............................., n. .................................., giusta procura in calce/a margine al presente atto;

PREMESSO

1) che il comparente è proprietario di una unità immobiliare nel Condominio sito in .........
......................... alla Via .................................. n. ..................................;

2) che il Condominio, composto da n. .................................. unità immobiliari, è dotato di


Regolamento (cfr. allegato n. 1), approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Condomini in
data ..................................(cfr. allegato n. 2);

3) che dopo l’approvazione del Regolamento e delle allegate tabelle millesimali, quattro
condomini su un totale di dieci hanno effettuato lavori di ampliamento delle singole unità
immobiliari di loro proprietà, così alterando il rapporto di proporzione tra le singole unità
e l’intero stabile;

4) che tali lavori sono avvenuti senza alcuna preventiva autorizzazione dell’Assemblea
condominiale né, tantomeno, in forza di idonea licenza edilizia;

5) che, tuttavia, in una successiva assemblea condominiale la maggioranza dei condomini


ha approvato le modifiche strutturali delle unità immobiliari in questione, in quanto in-
tervenuta sanatoria (cfr. allegato n. 3);

6) che né su iniziativa dell’amministratore né dell’assemblea condominiale sono state


modificate le vigenti tabelle millesimali a seguito delle citate modificazioni strutturali;

7) che l’art. 69, comma 1, disp. att. cod. civ. prevede espressamente che “i valori propor-
zionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale di cui all’art. 68
possono essere rettificati o modificati all’unanimità. Tali valori, anche nell’interesse di
un solo condomino, possono essere riveduti o modificati, con la maggioranza prevista

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 23

dall’art. 1136, secondo comma, del codice, nei seguenti casi: 1) quando risulta che sono
conseguenza di un errore di calcolo materiale; 2) quando, per le mutate condizioni di una
parte dell’edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di incremento di superfici o di in-
cremento o di diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il valore
proporzionale dell’unità immobiliare anche di un solo condomino”.

8) che a norma del comma 2 dell’art. 69 disp. att. cod. civ. “ai soli fini della revisione dei
valori proporzionali espressi nella tabella millesimale allegata al Regolamento di condo-
minio ai sensi dell’art. 68, può essere convenuto in giudizio unicamente il condominio in
persona dell’amministratore”;

9) che su incarico dell’odierno attore ha provveduto a redigere nuove tabelle millesimali


l’Ing. .................................. (cfr. allegato n. 4).

Tanto premesso, il Sig. .................................., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato,

CITA

il Sig. .................................., residente in .................................. alla Via .................................., nella


sua qualità di amministratore del Condominio sito in .................................. alla Via .................
.................

a comparire davanti all’Ill.mo Tribunale adito, G.I. designando, all’udienza che da questi
sarà tenuta il giorno .................................., ad ore di rito, nei locali di sua solita residenza, con
invito a costituirsi in Cancelleria nelle forme e nei termini di legge (art. 166 c.p.c.), ovvero
almeno 20 gg. prima dell’udienza fissata, per non incorrere nelle decadenze di cui agli
artt. 38 c.p.c. e 167 c.p.c., con espressa avvertenza che in caso di sua mancata costituzione
in giudizio si procederà in sua legittima contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

conclusioni:

Voglia l’Ill.mo Tribunale adito, contrariis rejectis, per i motivi di che in premessa, in acco-
glimento della domanda proposta dall’attore, Sig. .................................., come sopra qualifi-
cato, difeso e domiciliato,

a) in via principale: dichiarare valide le tabelle così come predisposte dall’Ing. ....................
.............. o accertare le eventuali variazioni del caso;

b) In via istruttoria: si chiede ammissione di C.T.U. al fine di valutare l’idoneità delle ta-
belle millesimali prodotte in relazione alle modifiche strutturali apportate alle unità im-
mobiliari di proprietà dei Sig.ri .................................., .................................., ..................................,

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 24

.................................. con riserva espressa di chiedere ammissione di prova per testi sulle
circostanze di cui in narrativa.

Con vittoria di spese, diritti e onorari del giudizio, rimborso spese generali 12,5%, IVA e CPA
come per legge.

Si producono i documenti indicati in narrativa (dal nr. 1 al nr. 4).

Si dichiara, ai sensi dell’art. 14, 2° co., del d.p.r. 30.5.2002, n. 115 che il valore del presente
procedimento (determinato ai sensi dell’art. 10 c.p.c.) è pari ad .................................. e che il
contributo unico dovuto (art. 9), dunque, sarà di .................................. (art. 13).

Infine, ai sensi degli artt. 133 e segg. c.p.c., così come modificati dalla l. 80/2005, si precisa
il numero di fax (..................................) e la propria e-mail (..................................) per comunica-
zioni da parte della Cancelleria.

Salvezze illimitate.

.................................., lì ..................................

Avv. ..................................

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 25

Comparsa di costituzione e risposta del


condominio citato in giudizio (art. 1131, co. 2, c.c.)

Ai sensi del comma 2 dell’art. 1131 c.c., l’amministratore di condominio può


essere convenuto in giudizio per qualunque azione concernente le parti co-
muni dell’edificio; a lui sono notificati i provvedimenti dell’autorità giudizia-
ria che si riferiscono allo stesso oggetto.

I commi 2, 3 e 4 dell’art. 1131 c.c. disciplinano il potere di rappresentanza pro-


cessuale passiva dell’amministratore di condominio.

L’amministratore può essere convenuto in giudizio per qualunque azione


concernente le parti comuni dell’edificio; a lui sono notificati i provvedimenti
dell’autorità amministrativa che si riferiscono allo stesso oggetto (comma 2).

Le notificazioni vanno effettuate all’amministratore presso il suo domicilio


privato ovvero presso lo stabile condominiale, purché esistano locali desti-
nati specificamente allo svolgimento e all’organizzazione dell’attività condo-
miniale (Cass. civ., 7 luglio 2004, n. 12460).

Qualora la citazione o il provvedimento abbia un contenuto che esorbita


dalle attribuzioni dell’amministratore, questi è tenuto a darne senza indugio
notizia all’assemblea dei condomini. L’amministratore che non adempie a
quest’obbligo può essere revocato ed è tenuto al risarcimento dei danni (art.
1131, commi 3 e 4, c.c.).

Il limite della legittimazione processuale passiva dell’amministratore deve


essere inteso in modo da ricomprendere nel concetto di parti comuni qual-
siasi bene, anche se non condominiale, rispetto al quale venga in conside-
razione un interesse che i condomini vantino o ritengano di poter vantare in
quanto tali (Cass. civ., 5 aprile 1982, n. 2091).

Le disposizioni appena richiamate hanno creato non pochi problemi inter-


pretativi, soprattutto riguardo all’esatta individuazione dei procedimenti
all’interno dei quali l’amministratore può costituirsi autonomamente in giu-

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 26

dizio ed, eventualmente, impugnare la sentenza sfavorevole al condominio,


senza la preventiva autorizzazione dell’assemblea.

Secondo l’orientamento maggioritario, l’amministratore può costituirsi nel


giudizio promosso nei confronti del condominio e può impugnare la senten-
za sfavorevole al condominio stesso senza l’autorizzazione dell’assemblea.
Unico obbligo: informare l’assemblea qualora la citazione o il provvedimento
abbiano un contenuto che esorbiti dalle sue attribuzioni.

Un indirizzo minoritario ha sostenuto che la legittimazione a costituirsi in


giudizio non sia conferita automaticamente al momento della nomina: nelle
materie sottratte alle attribuzioni dell’amministratore, è sempre necessaria
la preventiva autorizzazione dell’assemblea. Con un’ulteriore conseguenza:
all’amministratore sarebbe preclusa la possibilità di impugnare autonoma-
mente la sentenza sfavorevole al condominio.

Si è dunque reso necessario l’intervento della Suprema Corte che, a sezioni


unite (6 agosto 2010, n. 18331), ha statuito che:

• è sufficiente la ratifica perché l’atto di costituzione in giudizio o di impu-


gnazione presentato dall’amministratore di condominio non sia inammis-
sibile
• l’autorizzazione dell’assemblea non è indispensabile
• la ratifica vale a sanare l’operato “d’urgenza” dell’amministratore.

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 27

Comparsa di costituzione e risposta del condominio


citato in giudizio (art. 1131, co. 2, c.c.)

TRIBUNALE DI ..................................

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA

PER: il Condominio .................................., (C.F.: ..................................) in persona dell’ammini-


stratore p.t., sig. .................................., con sede in .................................. (C.F.: ..................................)
elettivamente domiciliato in .................................., presso lo studio dell’avv. ................................
.. (C.F.: ..................................) PEC: .................................. Fax:.................................., che lo rappresenta
e difende giusta procura a margine del presente atto;

CONTRO

I Sig.ri .................................. e .................................., rappresentati e difesi dall’A


vv....................................

Con ricorso ritualmente notificato in data .................................., i sig.ri .................................. e ..


................................, convenivano in giudizio il condominio .................................., impugnando
le delibere assembleari del ................................... A fondamento della richiesta, gli attori de-
ducevano: (indicare i motivi) Assumevano che tali vizi, rendono nulle le delibere citate e
possono essere fatti valere anche oltre il termine di trenta giorni previsto dall’art. 1137
c.c. Chiedevano, dunque, la declaratoria di nullità degli atti impugnati e la rifusione delle
spese legali sostenute.

Con il presente atto, si costituisce in giudizio il condominio convenuto, il quale impugna


e contesta l’avversa domanda in quanto infondata per i seguenti

Motivi

..................................

Tutto ciò premesso, il condominio .................................., in persona dell’amministratore le-


gale rappresentante p.t., come sopra rappresentato e difeso, chiede l’accoglimento delle
seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l’Ill.mo Tribunale adito rigettare la domanda attrice perché priva di ogni fonda-
mento giuridico. Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa, oltre IVA e CAP come per

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CONDOMINIO: 6 FORMULE COMMENTATE TRATTE DA ONE LEGALE 28

legge.

Ai fini del pagamento del contributo unificato, si dichiara che il valore del presente pro-
cedimento è pari ad Euro ...................................

Dichiara altresì di voler ricevere gli avvisi e le comunicazioni di cui agli artt. 133, comma 3,
134, comma 3 e 176, comma 2, c.p.c. al numero di fax sopra indicati.

Salvezze illimitate.

Data ..................................

Avv. ..................................

Procura alle liti

Il sottoscritto .................................., informato ai sensi dell’art. 4, 3° co., del d.lg. n. 28/2010


della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fi-
scali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, come da atto allegato, delega a rappre-
sentarlo e difenderlo nel presente procedimento ed in ogni suo grado e fase, compresa
quella esecutiva ed il giudizio di opposizione, l’Avv. .................................. del Foro di ...............
..................., eleggendo domicilio presso di lui e nel suo studio in .................................. alla Via
.................................. n. .................................. e concedendogli tutte le facoltà di legge, compresa
quella di farsi sostituire, di transigere, di conciliare e sottoscrivere verbali di conciliazio-
ne, di incassare e firmare quietanze di pagamento, di rinunciare agli atti ed all’azione, di
riassumere il processo, di chiamare terzi in causa e di integrare il contraddittorio.

Il sottoscritto .................................. dichiara altresì aver preso visione della nota informativa
ex art. 13, l. n. 196/2003 e, nei limiti in cui è necessario, presta il loro consenso al tratta-
mento dei dati personali per la tutela dei propri diritti. Elegge domicilio presso lo studio
dell’Avv. .................................. in .................................., alla Via ...................................

..................................

è autentica

Avv. ..................................

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