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Claudio Cappabianca
Associazione Italiana Prove non Distruttive e Monitoraggi, via Foresti 525127 Brescia
claudiocappabianca.cc@gmail.com
Abstract Vengono descritti quali siano i controlli non distruttivi necessari alla qualifica e alla
ispezione dei componenti realizzati in materiali compositi in relazione anche ai fattori
costi/benefici.
1 Introduzione
Il mondo industriale dovendo rispondere ad esigenze di economicità, sicurezza ed ancora a
maggiori sollecitazioni meccaniche, termiche, corrosione ricorre sempre più frequente all'uso
diffuso di materiali compositi.
1.1 Definizione materiali compositi
La locuzione materiali compositi individua manufatti composti in forma tridimensionale di
due o più componenti con interfaccia di separazione. Il risultato è un manufatto avente
caratteristiche chimico/fisiche nettamente differenti dai materiali costituenti. I compositi
tipicamente hanno comportamento elastico lineare e fragile, ciò determina la loro rottura
senza passare attraverso una deformazione plastica e nessuna deformazione permanente. Altra
caratteristica è la loro anisotropia, l'orientamento delle fibre viene selezionato in funzione
delle sollecitazioni previste.
1.2 Campi di utilizzo dei materiali compositi
I settori di maggiore utilizzo sono laddove sono richieste elevate prestazioni meccaniche e
basso peso, vedi tabella 1.
Settore Applicazione
Aeronatico Parti di ala, code, fusoliere, pannelli interni, pale di elicottero
Automotivo Parti di carrozzeria, spoiler, cabine per camion, pannelli porta strumenti
Civile, edilizia Condotte sotterranee, elementi di rinforzo per il recupero, recinzioni
Nautico Scafi, vele, ponti, profili strutturali, alberi, cordame
Sportivo Canne da pesca, mazze da golf, biciclette, sci, canoe, racchette da tennis
E' bene ricordare che anche il cemento armato può essere compreso nei materiali compositi,
come tanti altri: conglomerati legnosi etc. In questo articolo vengono presi in considerazione
solo quei materiali aventi per base fibre tipo silicio, carbonio, boro, fibra aramidica, o anche
fili metallici, inglobate in una matrice di resina non avente compiti essenziali di resistenza
meccanica ma funzione di coesione tra le fibre e tra i vari strati costituenti il manufatto. Le
resine utilizzate sono: poliestere, vinilica, epossidica, fenolica. Le fibre,in genere, sono
disposte in direzione longitudinale e hanno il compito di assicurare resistenza e rigidezza
meccanica, mentre la matrice funge da tessuto connettivo tra le fibre.
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Fig.2 Cricche
I metodi maggiormente impiegati o utilizzati in fase di fabbricazione e esercizio sono:
• radiografia
o classica/digitale
o tomografia
• ultrasuoni
o A-B-C scan
o MIA
• shearografia
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• termografia
• emissione acustica
4 Radiografia
La radiografia sia tradizionale, sia la CR o DR (computer radiography e digital radiography) è
in grado di rilevare difetti del tipo, vedi figura 3a-b-c:
• variazioni della densità sia nella matrice sia nelle fibre
• rottura delle fibre
• disallineamento delle fibre
A B C
Fig.3 A- Orientamento delle fibre, B- Distribuzione matrice e porosità, C- Struttura in honeycomb
La rivelazione dei inclusioni gassose prevede che queste abbiano una dimensione, parallela al
fascio di radiazione; la rivelazione di sacche d'aria queste devono avere una dimensione
parallela al fascio di radiazioni approssimativamente uguale o maggiore del 2% al materiale
adiacente. Sono, invece, difficilmente rivelabili delaminazioni, cosa invece possibile con la
tomografia, vedi figura 4 e 5. In alcuni casi, ad esempio, per meglio visualizzare difetti aperti
in superficie, danni da impatto, è possibile incrementare il contrasto utilizzando opportuni
mezzi di contrasto quali il diiodometano (o ioduro di metilene), o il tetrabormoethane (TBE),
che avendo un coefficiente di assorbimento molto superiore rispetto ai materiali compositi
permettono di individuare difetti altrimenti poco visibili. Il fluido viene applicato sulla
superficie del campione prima dell'esame e lasciato penetrare per circa 30 minuti.
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5 Metodi ultrasonici
Sicuramente i metodi ad ultrasuoni sono i più utilizzati per controllare compositi fibro-
rinforzati: le visualizzazioni nelle modalità A, B e C scan. Le visualizzazioni in B e C scan
consentono di individuare spazialmente il difetto; in questi casi l'ispezione richiede l'ausilio di
scanner per la movimentazione delle sonde e necessariamente l'accoppiamento sonda/oggetto
avviene o con opportuni squirter o immergendo l'oggetto in apposite vasche, figura 8.
Il metodo phased array permette la generazione di un fascio focalizzato. Il fascio può anche
essere multiplexato su matrici di grandi dimensioni. Nel controllo di compositi, la scansione
con angolo 0° viene eseguita eccitando in successione gli elementi. I vantaggi di usare questa
tipologia di sonde sono molteplici: velocità di ispezione, maggiore copertura dell’area in
ispezione, risoluzione. I dati immagazzinati possono essere analizzati successivamente e
visualizzarli nelle modalità A, B e C-scan, figura 9.
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Piano impedenza Modalità MIA RF con split scan Fase, ampiezza e Pitch catch in RF
curve di
riferimento
Fig.11 Visualizzazioni relative ai vari metodi di ispezione
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dove:
h= profondità del difetto
r = raggio del difetto
E = modulo di Young del materiale sopra il difetto
E = modulo di Young del materiale sopra il difetto
R = densità del materiale
= rapporto di Poisson del materiale sopra il difetto
Ancora, è da ricordare il metodo per Risonanza, figura 12, in questo caso la sonda ad
ultrasuoni viene eccitata alla frequenza di risonanza del componente in ispezione. Un
componente in cui sia presente una delaminazione la frequenza di risonanza sarà determinata
dalla frequenza di risonanza dello strato superiore, e data dall'equazione 2:
dove:
h = la profondità del difetto
r = raggio del difetto
E= modulo di Young dello strato sopra il difetto
ρ = densità del materiale
ν = rapporto di Poisson dello strato sopra il difetto
L'equazione fa riferimento alla frequenza di risonanza al centro dello strato e il diametro del
difetto deve essere ≤ 20 volte lo spessore dello strato; in pratica la frequenza di risonanza è
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funzione della profondità cui si trova il difetto, della dimensione del difetto e ovviamente
dalle caratteristiche dell'area circostante.
In alcuni casi, la profondità dell’eventuale distacco può essere correlata alla rotazione di fase
del segnale. Vantaggio del metodo di risonanza è di non avere bisogno di nessun mezzo di
accoppiamento tra sonda e oggetto.
6 Termografia
Il metodo termografico attualmente è uno dei metodi maggiormente impiegato grazie alla
velocità e in molti casi alla facilità di ispezione.
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La selezione della frequenza dell'onda termica è determinante per potere rivelare difetti
piccoli e rilevarne la loro dislocazione, figura 14.
Infine, in particolari casi la sollecitazione termica è ottenuta con correnti indotte, eddy-current. La
profondità di ispezione dipende dalla conducibilità dell’oggetto e dalla frequenza della sonda
eccitatrice, l’analisi dell’angolo di fase rivela i difetti. La frequenza della sonda è di circa 10÷40 Hz
con potenza fino a 10 kW, in figura 17 vengono mostrati difetti da danno di impatto e l'energia
termica è ottenuta con eddy-current.
7 Shearografia
La shearografia, riconducibile alla interferometria olografica, è un metodo ottico che rende
possibile la rivelazione di eventuali deformazioni della superficie dell’oggetto in esame in
relazione al carico della struttura. La sollecitazione e quindi il carico può essere indotto a
mezzo di calore, pressione o vibrazione; gli eventuali difetti vengono evidenziati per
differente deformazione rispetto alle zone circostanti non difettate. Una sorgente laser viene
utilizzata per produrre un fronte sferico che illumina la superficie da ispezionare; il risultato
per una superficie piana, in assenza di deformazioni o difetti, è un interferogramma mostrante
una serie di anelli concentrici bianchi e neri, fig.18.
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In ottica il termine speckle definisce l’immagine puntiforme formata allorché un fascio di luce
coerente viene fatto passare attraverso un mezzo disordinato. L’immagine prodotta deriva da
un variazione di fase casuale del fascio incidente. La telecamera registrerà una serie di onde,
immagini, coerenti ma con fase casuale che per alcune direzioni saranno costruttive e per altre
distruttive: ecco quindi il formarsi di una immagine interferometrica con anelli chiari e scuri.
In effetti, le due immagini speckle, spostate in fase vengono focalizzate sull’elemento
sensibile di una videocamera CCD. Ciascun frame è la sommatoria complessa dei due speckle
e possono essere sottratte da una immagine preregistrata e di riferimento; il risultato viene
direttamente osservato sul monitor. I risultati ottenuti sono mostrati in figura 19 e 20. In
tabella 3, vengono riportati i vari metodi di sollecitazione in relazione alla tipologia del
composito da analizzare e dei difetti da rivelare.
Fig.20 Struttura in Honeycomb 700x500 mm tempo di ispezione circa 20 sec. Pressurizzazione dall’interno
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