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Simboli & archetipi


DUALITA’
Tutto quello che ci circonda ha un aspetto duale. è la combinazione dei due opposti che origina
l’elemento nuovo, ossia la creazione…

di Guglielmo Menegatti

L’ argomento dualità mi ha sempre affascinato, vi ho dedicato moltissima tempo ed attenzione. Ho


fatto ricerche su questo argomento non solo sotto l’aspetto religioso e filosofico ma anche per
quello tecnico-scientifico.
La mia teoria sulla dualità è riportata in alcune parti del sito dei Gradienti temporali, in particolare
dove si parla di  “Gravitazione Universale”,  nella parte in cui si parla di “Terza forza”.

Ogni cosa esistente, anche la nostra coscienza, è costituita da due parti simmetriche e speculari. Le
due parti però non sono perfettamente uguali e una parte prevale in piccola misura sull’altra.

Per circoscrivere il discorso alla questione inerente il risveglio della coscienza si può riassumere
così:

La liberazione interiore corrisponde alla presa di coscienza che ciascuno di noi è costituito da due
parti distinte e indipendenti.

La stessa cosa espressa in modo figurato può essere immaginata pensando ad una coppia formata da
un maschio e da una femmina, in altre parole in ciascuno di noi convivono due persone di sesso
opposto.

Normalmente durante la formulazione dei nostri pensieri usiamo solo quella parte che in noi è
prevalente.
La presa di coscienza dell’esistenza della dualità interiore, comporta la nascita
immediata di un terzo componente e cioè noi stessi nella nostra vera e reale essenza.

Quindi si potrebbe dire che la nostra consapevolezza, o meglio quello che ritentiamo di essere è  il
risultato della modulazione ed interferenza tra due opposti.
Immaginiamo di essere un giudice che  ascolta i testimoni e poi valuta il tutto prima di emettere una
sentenza.

Nell’istante in cui l’individuo  ammette l’esistenza della dualità  può diventare giudice e arbitro  di
se  stesso e agire come fa un re che ascolta i suoi consiglieri prima di prendere qualsiasi decisione,
non piu’ in modo automatico ma nel controllo della situazione.

La ricerca della libertà si sviluppa  all’interno all’individuo tramite un percorso che gli permetta di
riconoscere il suo aspetto duale. Egli inizia  a essere  in controllo delle sue decisioni e non piu’ una
nave trasportata dai venti.

Ma un uomo non può essere libero o insegnare come divenire libero se è  dipendente dagli altri. La
ricerca della libertà passa anche attraverso  la capacità di rendersi indipendenti.
Le  tecniche per vincere la paura e per diventare indistruttibili non appartengono però al solo
pensiero, ma anche alle cose banali.

Vi sono alcuni concetti che sono stranamente comuni e diffusi in tutte le religioni e filosofie del
mondo, vediamone alcuni e cerchiamo di approfondirne  il senso:
La parola greca “Logos”
Logos ha due significati che sono intimamente legati: “Ascoltare” e “Tradurre il pensiero in parole
o azioni”.
In definitiva il concetto di Logos si può interpretare in questo modo: “Ascoltare prima di agire”.

La dottrina dei “contrari”.


Eraclito probabilmente è stato il primo a tentare una codifica razionale e sintetica del concetto
moderno di Dualità, concetto che ha comunque un origine precedente e lontanissima nella storia
degli uomini.
Secondo Eraclito la principale legge della vita è rappresentabile con due elementi che sono opposti
e contrari, elementi che però appartengono alla stessa unità e quindi pur essendo in continua lotta e
contrapposizione non possono separarsi o essere separati.

Atarassia
Generalmente è definita come filosofia ma è in realtà è costituita da una serie di metodi pratici per il
raggiungimento della pace interiore e la conseguente felicità.
L’origine della parola Atarassia e dal greco antico e la traduzione che è più vicina al significato
primigenio è “tranquillità”.
Atarassia può anche essere definita come un metodo per annullare il dolore.

Estrapolazione.
Tramite la fusione o singola enfatizzazione dei concetti di Logos e Atarassia è possibile estrapolare
le fondamenta di qualsiasi pensiero filosofico e religioso che conosciamo.

Metodi per il risveglio di se stessi

Apatia
Prima ‘d’iniziare la descrizione di qualche metodo pratico devo forzatamente citare l’Apatia perché
questa scuola di pensiero è fondamentale alla nostra cultura cattolica ma anche perché essa è
funzionale, seppur indirettamente, al risveglio di noi stessi.
L’Apatia può essere più facilmente compresa se si associa o si sostituisce il suo nome con la parola:
Provvidenza.
L’insegnamento di base consiste nel mantenere uno stato d’indifferenza (impassibilità) rispetto agli
eventi.
L’indifferenza ha come risultato un esito positivo e quasi sempre risolutivo della situazione.
Per un approfondimento si ricerchi in internet anche “Stoicismo”.

Il meccanismo che rende utile l’Apatia è molto semplice e consiste nell’uscire ed estraniarsi dalla
disputa “duale” che s’innesca all’interno di noi stessi per ogni evento traumatizzante.
In altre parole si deve affidare senza interferire ai due elementi che costituiscono la nostra
personalità la ricerca di una soluzione di quel problema che è contingente.

Un testo sapienziale di qualsiasi origine contiene sempre delle appendici anomale; sono proprio
queste appendici che consentono l’interpretazione e la valutazione della qualità dell’insegnamento
che il testo vuole realmente comunicare.
Imparare a riconoscere queste variazioni di tema o appendici anomale, non è difficile. E’ sufficiente
sapere che esistono e che si tratta di un normale metodo  con il quale si esprimevano e
trasmettevano gli insegnamenti  gli antichi uomini di conoscenza.
Questo metodo consentiva di celare in un racconto l’insegnamento a chi non aveva raggiunto il
giusto grado di evoluzione, un metodo per “non gettare  perle ai porci”.

Prendiamo per esempio questo  brano dal  vangelo di Giovanni capitolo (8.5)

Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa.


“Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito in terra.
E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro:
“Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse:
“ Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.
Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”.
E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più”.

L’appendice anomala di questo brano, che sembra una cosa fuori contesto, stà nella frase peraltro
ripetuta due volte:

..Gesù chinatosi scriveva col dito in terra…”

Frase che sembrerebbe non avere alcuna rilevanza rispetto al senso della storia.

Ora anche se non hai immediatamente disponibile la chiave interpretativa di ciò che l’appendice
vuole comunicare almeno si capisce dove si deve concentrare la propria attenzione e ricerche.

Il concetto di “dito” e “terra” rappresenta un’azione rigenerativa di tipo meccanico che è possibile
applicare al proprio corpo. Una specie di massaggio. Questo argomento  merita un lungo discorso di
approfondimento che non può essere affrontato qui.
Il primo passo verso la conoscenza stà  proprio in un’analisi attenta della congruità dei fatti che
sono narrati facendo attenzione di  applicare  il seguente concetto: “Se anche una sola parte di un
insegnamento o di un testo che si presume sapienziale, non è vera, anche  tutto il resto
dell’insegnamento potrebbe essere falso.

Con un po’ di pratica e usando la stessa tecnica delle appendici anomale sarà  abbastanza facile
riconoscere gli insegnamenti falsi o mal ricopiati da quelli veri.

Scritto ilgennaio 18, 2020Categorieconfini,metafisica,Natura,Simboli & archetipi1 commentosu


DUALITA’
Walnut and alchemy

by Guglielmo Menegatti (original link here)

We are adding this appendix as  following the publishing of the article “Tesla and his golden eggs”
we got many request from all over the world to give more information  concerning the use of
Walnut in alchemy.

The most common question we received was that there are not alchemic books that openly speak
about  walnut, his tree or  derived   products used as a main element for alchemic
purpose, therefore they wanted to know from where the author has got the information cited in the
document.

We will try to explain our reason but as a premise  we have to start with this statement “the
wallnut, his fruit belong to a very high level of knowledge in alchemy”.
Unfortunatelly the usage and usefulness of Walnut in  alchemical applications, pharmacological,
physical or chemical is not directly obtainable from some specific book,  but it can be only
deductible through the study of primordial symbolism, from which over time it  has been
originated and evolved  the words and immages language,   which is now familiar to all  alchemy
lovers.
We’ll start now with the identification of the basic symbol that has ancient origins and is
widespread in all cultures of the world.
This basic symbol actually has no specific name for this reason we will call it simply: “alchemic
flower”.

alchemic flower”.

The Flower in his whole rapresent all the fundamental knowledge and it is divisible in two units,
the top side  ( the right one  in the picture) is referred to the knowledge of the power  needed  to
deal with  world, including precisely: alchemy, physics and all sciences in general; while the lower
part (circle) is referred to the knowledge  needed  to deal with our body and our ego; in this
appendix we will not talk about the lower part of the symbol or about other elements  that are part
of it (an that  describe the origin of our race).

The image shown is part of the culture Paziric (or Pazyryc).


http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_di_Pazyryk

The  alchemic flower as a symbol contains mainly the  graphic combination of the male and female
flower of wallnut  tree.

In the image below you can see the assembled parts (left) and the original.
 

The assembly of the two flowers graphic immages  has not been obtained sole  from  logical
deduction of the graphic symmetries but it is a precise feedback that  outcomed after  long  study
on  prehistoric symbols and  their geographical and temporal evolution.
Below are two examples of its transformation:
in the below link it is possible to see   other examples of this stylistic variation:
http://en.wikipedia.org/wiki/Fleur-de-lis

Often, the symbol of the walnut tree male flower is mistakenly confused with the pine cone, but
with the observation of some details it is easy to understand that it is not like that.
The  pine’s cone bracts have  irregular shape, not rhomboidal, and also does not have at its peak a
tip while instead this  is a classical charachteristic of  male flower of Walnut.
A classic example of this misinterpretation  is the huge statue in the Vatican that scholars interpret
as a pine cone.

In the image below: on the left the Vatican pinecone, in the center  the male  Walnut flower and at
the right the classic hexagonal cone pines:
An other reason why the this interpretation is  easily refuted is the fact that  pine tree  is not  spread
throughout the world, moreover many other archaeological finds show various stages of
development in length of walnut  Flower  that cannot be possible  confused with other species of
plants.

Here below images from all over the world and from different cultures where it is evident that
pinecones are not involved.

 
Here below as comparison you can see some pictures showing the various stages of development of
the walnut male flower.

If you still think that walnut tree or its fruit and in particular its male flowers are not used for
alchemical operations or other technology it may  be sufficient to look at the following pictures to
change your mind.

click in the below picture to see the high version resolution

Satchel
Book of the Cartaginesee Omeyyade de
 Olmec culture
Holy Trinity armor Leyre, cathedral
Pampelume

sumerian sumerian sumerian Armenian


culture culture culture culture
Manuscript Indian coin
 S.Martin Gaceo  Assyrian
Walters art 230AC
church  Spain culture
museum Nasik region

In particular the Walnut male fruit seems to possess property of  improving  human intellectual
capacity and in fact we find it almost always related to  elements that are in connection with head
such as crowns, etc. drapes. and in the Buddhist religion it is laid on top of Buddah head. (ndr we
wish to  remind the well note “doctrine of signature”  a theory developed by 16th century
Renaissance physician Paracelsus, that said plants that resemble parts of the body had healthy
benefits for that body part, and  walnut  in fact looks a lot like a human brain…)

Very interesting is  Dionysus  mythological story (aka God of  pine trees) that has been  identified
by mistake  as Wine’s God, Dionysus was  known for  drinking something, but it’s easier that it was
drinking an infusion of walnut rather than wine.
The oldest representations of this God shown with great evidence that it wasn’t grapes but it was
something that  we finally know.
In the image below you can compare the gems of walnut  male flowers with  fruits (which are not
absolutely grapes)  in the  crown that surrounds  Dionysius head.
In the following picture you can see a  sculpture of this God that leads on top of the head a stylized
flame and in the top of the stick that he is holding in  his hand there is   a  Walnut male flower. This
is a special stick  known with the named Tirso and it is known  to belong to  Dionisio.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tirso_(bastone)
In the below relief   is told  perhaps the true story of an   Dionysius aged, that  is trying to  offer to
the woman at left, some wine to get  in exchange something that shall help him to return young.
The woman  is  holding  this “magic stuff” in her left hand.

We can see roughly the same scene showed in  “Guta-Sintram” code,  we can see Jesus, who is
asking something to his mother,  but she,  with a  serious expression does not seem willing to give
him it easly.
http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_Guta-Sintram
We can find many indirect reference to walnut tree in Egyptians Papyris and murals and in
Mesopotamia’s culture,  Those references are recognizable if you consider the typical  characteristic
of this tree leaves.
In fact walnut branch always have an odd number  of leaves for example five, seven or nine.
The Egyptians and the Sumerians in their documents used  to indicate  walnut tree  showed their
leaves, the Egyptians have also used the symbol for “life” called “Isis cross” while the Sumerians
have  used a symbol that is similar to our “Alchemical Flower”.

For example here below there  is an Egyptian  picture that show the  transformation of nuts in a
drink. What is identify it as a walnut tree  are  the  two birds located on the base which together
with the  tree are creating  the symbol of life.

You can see that  the transformation of nuts is  creating three types of drink, one that is  destinate
for use of nobles people, one that is destinate to  the animals and the third one  for the normal
people. You can  understand those different productive characteristics  just  following  the flow of
the liquid,   exiting from the jar hold from the fruit picker climbed on tree.
In the   Mesopotamia traditions as well as in Egypt, there are many examples of the usage of a
walnut based drink.
In the Sumerian image below you can see a sick person that together with a “doctor” (practitioner )
goes to an expert to buy medicine.
From the symbol  placed over the jar  helded in the right hand by the pharmacist we can easy
identify the origin of the medicine.
Here below an other picture where the walnut leaves are evident.

from the  Etruscan mirror that we show here below we can also assume that  the drink can  have
aphrodisiac effect

The Walnut is very frequently associated with an unidentified bird but defined in some cultures as
“Phoenix”, Phenix is immortal and reborn from its ashes.
The picture below is taken from the Indian text “Panchatantra” of the third century BC.
Another picture taken from the San Marco Church in Venice

… again from Guta-Sintram codex of 1154


Concerning the myth of transformation of eggs in gold we report below a picture  that has been the
source of our document (about Tesla), it is an ancient Egyptian  mural in the Mastaba of Ptah-
hotep Saqqara (about 2400 BC).
In the scene we can see a person  that holds a bird while he is introducing a tube into its  stomach.
The tube is connected to a kind of oven from which are outcoming  eighter  vapors or ash  from
burning or boiling  male Walnut fruits.
In the background at the left top a pyramid made maybe  with the likely eggs (gold).
But the  connection  between  eggs – walnut  was confirmed by the analysis of the pictures showed
in   the works of  female Catholic and alchemist visionary “Hildegard of Bingen”,  we show someone
for demonstration purposes:

click in the below picture to see the high version resolution

Fertilizati Golden
bird,
Alchemic flower, on, egg,
alchemic
golden egg alchemic alchemic
flower
flower flower

To learn more about Hildegard you can  click the link below:


http://it.wikipedia.org/wiki/Ildegarda_di_Bingen
Someone has asked us to provide a recipe for immortality, this is obviously not our intention, but
anyway we wish to give you our suggestion to do the following things:
Replace breakfast with a glass of olive leaf extract sweetened with honey and three nuts (30 grams
unshelled)

Obviously you should counsel first with your doctor or herbalist.

Below two links that may be useful:


1) The-nuts-stretch-the-life-the-confirmation-of-a-new-study
2) Extract-of-leaves-of-olive-benefits-and-preparation

There would be many other things to say about the walnut but we believe to have sufficiently
answered to  what we have been requested by our readers friends via email, but we want to add one
more little  information that will be useful to investigators and Alchemy lovers.
The male flower and probably the Walnut fruits  must be collected in the  exact maturity period and
only in this way they can be used for purposes that are planned.
As proof we recall that traditionally witches and those who manufacture the  Nocino liquor collect
exclusively during the  St. John night (23 june), in our opinion, however,  it is not needed to respect
that precise  date but it is important to  carefully choose a suitable state of maturation.

As a greeting and thanks for your attention to our work we will give you two beautiful images of the
painter Vladimir Kush.
 

Riferimenti utili
http://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla
http://www.iosononelfuturo.it/files/oro_alchemico.html
Http://La noce simbolo dell’uomo e della divinità
http://www.cavernacosmica.com/simbolo-e-significato-
dellalbero-di-noce/
http://ok-ambiente.com/2009/11/24/il-noce-simbolo-di-
morte-e-rigenerazione-e-potente-rimedio-fitoterapico/
http://www.cartomanzia-astrologia.com/le-erbe-magiche/il-
noce/
http://it.wikipedia.org/wiki/Corentin_Louis_Kervran
http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/tt2/Esopo/Esopo089b.
html
http://www.educazionesostenibile.it/portale/sostenibilita/tec
nica-a-ecologia/racconti/1598-npk-k-per-potassio.html
http://www.fisicamente.net/FISICA/index-1387.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Vetro_solubile
http://en.wikipedia.org/wiki/Vivekananda
http://www.windoweb.it/guida/scienze/biografia_Nikola_Tes
la_07.htm
http://menteecuoreincucina.wordpress.com/2014/06/24/il-
liquore-delle-streghe-il-nocino-di-san-giovanni/
http://it.wikipedia.org/wiki/Uovo_cosmico
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=728
http://icbrisighella.racine.ra.it/progscientuovo/uovo_mitologi
a.htm
http://www.angolohermes.com/Simboli/Noce/Noce.html
http://www.angolohermes.com/Simboli/Uovo/Uovo.html#U
ovo_Filosofale
other documents of Guglielmo Menegatti
Alchimia e elettricità
Comparazione fra la sindone e la Gioconda di Leonardo
 

Il noce e l’alchimia

Questa appendice è stata aggiunta perché a seguito della pubblicazione di “Tesla e le uova” l’autore
ha ricevuto lettere che chiedevano ulteriori spiegazioni inerenti l’uso della Noce in alchimia.
In definitiva la domanda comune che ci è stata posta è la seguente: “Non esistono libri in alchimia
che parlano della noce, del suo albero o di prodotti derivati dalla sua lavorazione e quindi da dove
sono state ricavate le informazioni citate in questo documento? “.
Cercheremo ora di spiegare le nostre ragioni ma come premessa faremo subito questa
affermazione:
“Il noce, i suoi frutti e i suoi fiori appartengono ad un livello di conoscenza alchemica molto
elevato”.
L’uso e l’utilità del Noce in applicazioni alchemiche, farmacologiche, fisiche o chimiche non è
ricavabile tramite nessun testo ma è deducibile esclusivamente attraverso lo studio della
simbologia primordiale dalla quale è poi scaturito e si è formato nel tempo quel linguaggio di
parole e disegni che è a noi amanti dell’alchimia è famigliare.
Inizieremo ora con l’identificazione del simbolo di base che ha origini antichissime ed è diffuso in
tutte le culture del mondo.
Questo simbolo basilare in realtà non ha nessun nome specifico per cui lo chiameremo
semplicemente: “Fiore alchemico”.

 
Il Fiore nel suo insieme rappresenta tutte le conoscenze fondamentali ed è ripartibile in due unità,
la parte superiore (a destra nell’immagine) riguarda le conoscenze del potere che servono per
gestire il mondo, fra le quali appunto l’alchimia, la fisica e tutte le scienze in generale mentre la
parte inferiore (cerchio) riguarda le conoscenze che servono per gestire e conoscere il nostro corpo
e il nostro ego; in questa appendice non si parlerà della parte inferiore del simbolo e nemmeno di
altri elementi che ne fanno parte e che descrivono l’origine della nostra razza.

L’immagine riportata fa parte della cultura Paziric (oppure Pazyryc).


http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_di_Pazyryk
Il Fiore come simbolo racchiude principalmente la somma grafica del fiore maschile e quello
femminile dell’albero della Noce.
Nell’immagine che segue è possibile vedere le parti assemblate (a sinistra) e quelle originali.
 

L’assemblaggio dei due fiori non è stato ricavato dalla deduzione logica basata sulle simmetrie
grafiche ma è un preciso riscontro che deriva dallo studio dei simboli preistorici nella loro
evoluzione geografica e temporale.
Qui sotto due esempi della sua trasformazione:
E nel link qui sotto ancora altri esempi della sua variazione stilistica:
http://en.wikipedia.org/wiki/Fleur-de-lis
Frequentemente il simbolo del fiore maschile dell’albero della noce è erroneamente confuso con la
pigna dei Pini però se si osservano alcuni particolari è facile ricredersi.
La pigna dei pini ha una forma irregolare, non romboidale e inoltre non presenta al suo apice una
punta che invece è classica del del fiore maschile del Noce.
Errore classico ad esempio è quello dell’enorme statua in Vaticano che gli studiosi interpretano
come pigna del pino.

Nell’immagine qui sotto: a sinistra la pigna Vaticana, in centro il fiore maschile del Noce e a destra
la pigna classica esagonale dei pini:
 

L’interpretazione è anche confutata facilmente dal fatto che il Pino non è un albero diffuso in tutto
il mondo e inoltre moltissimi altri reperti archeologici mostrano i vari stadi dello sviluppo in
lunghezza del fiore del Noce che non può quindi assolutamente essere confuso con altre specie di
piante.

Qui sotto immagini provenienti da tutto il mondo e da culture diverse dove risulta ben evidente che
non si tratta di Pini.

E ancora se può servire come comparazione in questa immagine sono in mostra i vari stadi di
sviluppo del fiore maschile del Noce.

 
Se pensate che l’albero della Noce, il suo frutto e in particolare il suo fiore maschile non siano usati
per operazioni alchemiche o comunque tecnologiche sarà sufficiente osservare le immagini che
troverete qui sotto per cambiare opinione.

Fare click sulle immagini per vedere la versione in alta risoluzione

Bauletto
Omeyyade de
Book of the Armatura
Cultura Olmec Leyre,
Holy Trinity Cartaginese
cattedrale di
Pampelume

Cultura Cultura Cultura Cultura


Sumerica Sumerica Sumerica Armena

Chiesa
Manoscritto Moneta Indiana
S.Martin
Walters art 230AC  Cultura Assira
Gaceo
museum Regione Nasik
Spagna

 
In particolare il frutto maschile del Noce sembra possedere la proprietà di migliorare le qualità
intellettive infatti lo ritroviamo quasi sempre con elementi che sono in relazione con la testa come
corone, drappi ecc. e nella religione buddhista è posato sulla sommità del capo.

Molto interessante è la storia mitologica di Dionisio (Dio dei pini) che erroneamente è identificato
come dio del vino, in realtà Dionisio beve qualche cosa ma è più facile che si disseti con un infuso
della Noce piuttosto che della vite.
Le più antiche rappresentazioni di questo Dio mostrano con grande evidenza che non si tratta di
Uva ma di qualche cosa che ora finalmente noi conosciamo.
Nell’immagine qui sotto è possibile comparare le gemme dei fiori maschili del Noce con i frutti (che
non sono assolutamente Uva) della corona che cinge la fronte di Dionisio.
In questa scultura il Dio porta sulla sommità del capo una fiamma stilizzata e in mano ha un
bastone che sulla cima ha un fiore di Noce maschile. Questo speciale bastone che è classicamente
appartenente a Dionisio è noto con il nome di Tirso.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tirso_(bastone)
    Nel bassorilievo riportato qui sotto forse è contenuta la vera storia di Dionisio il quale essendo
invecchiato offre del vino per ottenere in cambio qualche cosa per ritornare giovane e che si trova
nella mano sinistra della donna.

   All’incirca la stessa scena ripresa dal codice “Guta-Sintram” dove si vede Gesù che chiede qualche
cosa alla madre che però con fare serio non sembra facilmente disposta a concedere.
http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_Guta-Sintram
 

Nei papiri e dipinti murali Egiziani e nella cultura della Mesopotamia ci sono moltissimi riferimenti
all’albero della noce ma sono riconoscibili tenendo conto dell’aspetto caratteristico delle foglie di
questo albero.
Le foglie del noce infatti hanno sempre un numero dispari che produce i numeri cinque, sette o
nove.
Gli Egiziani e i Sumeri nei loro documenti per indicare il Noce mostrano frequentemente le foglie,
gli Egiziani usano anche il simbolo della “vita” detto “croce d’Iside” mentre i Sumeri usano un
simbolo che è simile al nostro “Fiore Alchemico”.

Ad esempio ecco un’immagine Egiziana descrittiva della trasformazione delle noci in una bibita.
L’identificativo che si tratta di un albero di Noce è determinato dal disegno dei due uccelli posti sul
basamento che insieme all’albero creano il simbolo della vita.
Si noti anche che la trasformazione crea tre tipi di bevanda, una per uso dei nobili, una per gli
animali e l’altra per il popolo, per comprendere questa ripartizione produttiva si segua il flusso del
liquido che sgorga dal vaso della raccoglitrice di frutti che è arrampicata sull’albero.
 

Nella tradizione della Mesopotamia così come in Egitto ci sono moltissimi esempi dell’uso di una
bibita a base di noci.
Nell’immagine qui sotto di origine Sumera si vede un malato che accompagnato dal medico va
dall’esperto per acquistare la medicina.
L’identificazione dell’origine risulta facile per il simbolo che è posto sopra il vaso che è tenuto con
la mano destra dal farmacista.
Qui sotto un’altra scena dove sono in evidenza le foglie.

La bevanda pare essere anche un afrodisiaco, almeno da quanto si evince da uno specchio Etrusco
che riportiamo qui sotto riprodotto in grafica.
Il Noce è associato molto frequentemente ad un uccello non identificato ma definito in alcune
culture “Fenice”, La Fenice è immortale e rinascere dalle proprie ceneri.
L’immagine qui sotto è tratta dal testo indiano “Panchatantra“ del terzo secolo AC.

Un’altra immagine dalla chiesa di San Marco a Venezia.


 

… ancora dal Guta-Sintram codex del 1154


Per la trasformazione invece delle uova in oro riportiamo qui sotto l’immagine che è stata l’origine
del nostro documento, si tratta di un murale dell’antico Egitto nella Mastaba di Ptah-hotep di
Saqqara (circa 2400 AC).
Nella scena si vede un individuo che tiene fermo un uccello mentre gli introduce un tubo nel
ventre.
Il tubo è connesso ad una specie di Forno dal quale escono vapori o cenere della combustione o
bollitura dei frutti maschili del Noce.
Sullo sfondo in alto a sinistra una piramide fatta con le probabili uova (d’oro).
La connessione uova – noce però ci è stata confermata dall’analisi delle immagini che
accompagnano le opere della veggente cattolica e alchimista “Hildegard of Bingen”, ne riportiamo
alcune a scopo dimostrativo:

Fare click sulle immagini per vedere la versione in alta


risoluzione

Fecondazi Uova Uccello,


Uovo d’oro, Fiore
one, Fiore d’oro, Fiore Fiore
Alchemico
Alchemico Alchemico Alchemico

Per conoscere meglio la Hildegard fare click sul link qui sotto:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ildegarda_di_Bingen
Qualcuno ha anche richiesto di formulare una ricetta dell’immortalità, ovviamente non è nei nostri
intenti ma allo scopo di rispondere in maniera più esauriente possibile ad ogni dubbio consigliamo
di fare le seguenti cose:
Sostituire la colazione con un bicchiere di estratto di foglie di olivo addolcito al miele e tre noci (30
grammi senza guscio)

Ovviamente è opportuno consigliarsi prima con il proprio medico o con l’erborista.

Qui sotto due link che potrebbero risultare utili:


1) Le-noci-allungano-la-vita-la-conferma-da-un-nuovo-studio
2) Estratto-di-foglie-di-olivo-benefici-e-preparazione

Ci sarebbero molte altre cose da dire sul noce ma crediamo di aver risposto a sufficienza
relativamente a quanto ci è stato richiesto dai nostri amici lettori tramite email, vogliamo però
aggiungere ancora un’informazione che potrà essere utile agli sperimentatori e agli amanti
dell’Alchimia.
Il fiore maschile e probabilmente i frutti del Noce devono essere raccolti in un periodo esatto della
loro maturazione e solo in questo modo essi potranno essere usati per gli scopi che sono previsti.
Come prova rammentiamo che per tradizione le streghe e coloro che fabbricano il liquore Nocino
raccolgono solo ed esclusivamente durante la notte di San Giovanni, secondo noi però non si tratta
di rispettare una data ma di scegliere con cura l’adatto stato di maturazione.

Come saluto e ringraziamento per averci letto vi regaliamo due belle immagini del pittore: Vladimir
Kush.
Ciao

Guglielmo Menegatti

“L’antico Noce, Sacro e maestoso, ancora ombreggia la radura e se saprai scivolare lentamente
nel languore del crepuscolo..le sentirai..Orsolina la Rossa, Gostanza, Alcina, Matteuccia…la
musica delle danze frenetiche, lo zoccolio del Dio del Bosco e i canti selvaggi delle Dianare. Mille
sono le storie raccontate nell’abbraccio incantato delle sue fronde… libri, sogni e incantesimi, un
pò di tutto questo tenterò di raccontarti”.

Riferimenti utili
http://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla
http://www.iosononelfuturo.it/files/oro_alchemico.html
Http://La noce simbolo dell’uomo e della divinità
http://www.cavernacosmica.com/simbolo-e-significato-
dellalbero-di-noce/
http://ok-ambiente.com/2009/11/24/il-noce-simbolo-di-
morte-e-rigenerazione-e-potente-rimedio-fitoterapico/
http://www.cartomanzia-astrologia.com/le-erbe-magiche/il-
noce/
http://it.wikipedia.org/wiki/Corentin_Louis_Kervran
http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/tt2/Esopo/Esopo089b.
html
http://www.educazionesostenibile.it/portale/sostenibilita/tec
nica-a-ecologia/racconti/1598-npk-k-per-potassio.html
http://www.fisicamente.net/FISICA/index-1387.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Vetro_solubile
http://en.wikipedia.org/wiki/Vivekananda
http://www.windoweb.it/guida/scienze/biografia_Nikola_Tes
la_07.htm
http://menteecuoreincucina.wordpress.com/2014/06/24/il-
liquore-delle-streghe-il-nocino-di-san-giovanni/
http://it.wikipedia.org/wiki/Uovo_cosmico
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=728
http://icbrisighella.raci

Dal Fleur-de-lis al fiore della vita tra gigli e tridenti


Sono molti gli antichi simboli che travalicano confini spaziali e temporali e che continuano a
stuzzicare la curiosità dell’uomo moderno che ha dimenticato le origini delle sue stesse
conoscenze. Uno dei  simboli più affascinanti che ha accompagnato in varie forme l’umanità nei
secoli è il simbolo del fleur de lis. Ad esso  sono stati attribuiti molteplici significati ed è stato
conosciuto  con molti altri nomi.
L’origine del “fleur-de-lis” è stato dibattuto per secoli. Ci sono da considerare alcune questioni
collegate tra loro rispetto a questo simbolo:

Non si conosce con sicurezza la sua origine, quello che è noto e che ad un certo punto è stato
adottato dai re di Francia. Non è chiaro neanche cosa questo simbolo rappresenti veramente e le
principali teorie tendono a dargli un significato floreale.

Anche se il simbolo  che ha assunto più recentemente fama per il suo collegamento  con la dinastia
merovingia esso non nasce con essa. Infatti lo possiamo  ritrovare in molti luoghi, molto prima dei
tempi araldici, già fino dall’antica Mesopotamia. E’ essenzialmente un fiore stilizzato che serviva
come elemento decorativo ed stato  associato nel tempo alla regalità, specialmente nell’alto medio
evo

Il suo utilizzo in araldica si può fare risalire al 12° secolo. Con certezza è stato dapprima adottato in
forma di  serie su un campo monocolre dal re francese Filippo II (1180-1214) e forse già dal padre
Luigi VII (1137-80). Almeno dal 1200 lo stemma con base azzurro e con una serie di “fleur-de-lis”di
colore oro viene associato alla monarchia francese. Esso  appare su monete e sigilli dal 10° secolo
almeno.  Tipicamente si trova nell’impugnatura dello scettro o decora il bordo della corona, oppure
viene retto in mano  in versione ingigantita assieme allo scettro. Quindi dall’11° al 12° secolo c’è una
forte associazione tra questo simbolo e la sovranità regnante. Monete dell’imperatore Federico I lo
mostrano mentre regge questo scettro. Si suppone che già al tempo avesse assunto il nome di fleur-
de-lis e avesse forti connotazioni religiose, specialmente legate alla Vergine Maria, e più tardi (nel
14° secolo) alla Trinità.
Sigillo di Filippo II Augusto, Re di Francia, 1180.
Legenda: Filippo Dei gratia Francorum rex “.

Dal “trattato di Araldica” di Michel Pastoureau Parigi 1979:

l’uso  del fiore stilizzato  chiamato solitamente “fleur de lis” è comune a tutte le epoche e tutte le
civiltà. Si tratta di un tema essenzialmente grafico trovato su cilindri mesopotamici, bassorilievi
egizi, ceramiche micenee, tessuti  sassanidi,  monete galliche e mamelucche, vestiti indonesiani,
emblemi giapponesi e perfino su  totem Dogon.

i vari scrittori che hanno discusso l’argomento concordano che ha poco a che fare con la grafica del
giglio;non sono d’accordo se si tratta di una derivazione del giglio, del loto o della ginestra, o se
rappresenta un tridente, una freccia, una doppia ascia, oppure una colomba o un piccione e
comunque riteniamo che la cosa abbia poca importanza.
Il punto essenziale è che è una figura molto stilizzata, probabilmente un fiore  che è stato usato
come ornamento o come emblema da quasi tutte le civiltà del vecchio e nuovo mondo.

I più antichi esempi conosciuti di fleur-de-lis simili a quelli usati nel mondo occidentale medievale
e nei tempi moderni si possono trovare sui bassorilievi assiri dal 3° millennio A.C. ai trova in
diademi, collane, scettri, e sembra già che assuma il significato di attributo reale. Quelli che si
trovano successivamente a Creta, in India ed in Egitto, probabilmente hanno un significato simile.
In numismatica, troviamo i fleur-de-lis su monete greche e su alcune monete romane della
Repubblica  o dell’Impero  e soprattutto sulle monete galliche. [Il libro mostra tre monete: una
moneta gallica (1° secolo DC), una moneta mamelucca (1390) e una moneta di Luigi VI di Francia
(1110-1130), tutte mostrano un inconfondibile fleur-de-lis (almeno la sua metà superiore, e una
sorta di triangolo nella parte bassa)]. se nelle monete greche e romane, è una fiorone di forma
variabile, in quella celtica è un vero  fleur-de-lis araldico  come riappare nel 13mo secolo.

Pur mantenendo il suo significato di attributo regale, le fleur-de-lis acquista nel Medioevo un forte
significato cristico, che deriva (tra gli altri) dal celebre versetto del Cantico dei Cantici (2: 1): “ego
flos campi et lilium convallium ” ripetuto e commentato molte volte da San Girolamo a San
Bernardo. Quindi non è raro, fino alla fine del 12° secolo, vedere Cristo rappresentato tra  gigli o
fioroni stilizzati, il cui disegno potrebbe ricordare anche la Trinità del Chrismon (il monogramma
di Cristo). Poi, lentamente, a questo contenuto cristico si aggiunge il simbolismo legato allo
sviluppo del culto di Maria,  e al versetto successivo del Cantico dei Cantici (2: 2): «sicut lilium
interrelazioni Spinas, sic amica mea interrelazioni Filias” e molte parti delle Scritture e dei Padri
della Chiesa, in cui il giglio è presentato come simbolo di purezza, verginità e castità.
Nell’iconografia, il giglio diventa un attributo preferito della Vergine Maria e lo rimarrà fino al 16°
secolo.
Possiamo trovare una versione stilizzata del fleur-de-lis in un urna da  Oaxaca Mexico,  in
fornellini di ceramica  per bruciare   incenso  del periodo Classico (200-650 C.E.) dall’antica città di
Palenque, e come un simbolo in Mesoamerica collegato all’albero della vita, e al sacro fungo (la
frutta proibita) che cresce sotto,  alla trinità degli dei creatori legati al pianeta Venere o come la
stella della resurrezione divina.

Nella civiltà  Zapotec i glifi a includono il simbolo in fondo a destra,racchiudente un simbolo di


autorità, resurrezione e trinità degli dei creatori.

In alto a sinistra c’è un disegno di una  pietra olmeca (900-500 aC), raffigurante una divinità alata
coronata con un simbolo del Fleur de lis che assume un significato simile a quello attribuito nel
vecchio continente.
Il disegno successivo rappresenta una  Stele, presso il sito archeologico di Coba in Quintana Roo,
Messico, che ritrae i un sovrano Maya coronato con un simbolo simile nella forma al Fleur de lis
che assume un significato simile al vecchio continente.

Il sovrano Maya è raffigurato mentre  impersona il Dio Maya  Chac-Xib-Chac. Egli regge una “barra
con un serpente a due teste” nota come barra cerimoniale bicefala che rappresenta l’”albero del
Mondo” noto come il Wakah Chan ( “sollevato verso il cielo”), un portale sacro che porta al mondo
soprannaturale dell’immortalità. (ndr le quattro direzioni sono collegate da una gigantesca croce
che sorge per divenire Wakah Chan, l’albero del mondo che collega il cielo la terra e il mondo degli
inferi. Nella mitologia maya rappresenta il momento della creazione ed è connessa al luogo dove ha
inizio il mondo chiamato posto delle canne). La barra cerimoniale potrebbe rappresentare un’icona
cosmologica dell’albero del Mondo, ossia degli “axis mundi”, un portale dell’alto e del basso legato
alla natura dualistica del pianeta venere. Il sovrano indossa abiti in cui è codificato il potivo a tre
punti, un simbolo sacro delle tre pietre del cuore della creazione legate anche alla trinità dei
creatori.

In alto a destra un re assiro (722 aC-705 aC) indossa un casco coronato con il Fleur-de-lis, che
simboleggia la divinità e sovranità e una trinità di dei. Si noti la simbologia del numero 3  codificato
nell’Albero della Vita. Il sovrano è ritratto in piedi di fronte l’Albero della Vita, con il Fleur-de-lis
codificato alla base, che simboleggia la saggezza, l’immortalità, e resurrezione divina.

A destra c’è una lastra di pietra babilonese (dalla parete nord del palazzo di Re Sargon a Durrukin,
713-716 BC) raffigurante una divinità alata che indossa un casco coronato ancora con il simbolo del
Fleur de lis.
Il dio alato è raffigurato mentre porta un secchiello rituale in una mano e una pigna dall’albero
della vita eterna nell’altra.

Nelle lingue maya parola Chan significa sia il cielo e il serpente, ed è il codice per indicare
l’immagine del portale  del cielo  serpente che  allude al percorso  degli dei e al viaggio dei primi
antenati nel loro cammino dento  e fuori dagli inferi durante  le cerimonie sanguinose, e alla morte
e resurrezione.  Gli antichi Maya credevano che gli dei che hanno creato il mondo attuale abbiano
sollevato il cielo mettendo un asse verticale che indica l’alto e il basso al centro del cosmo

In alto a sinistra è una scena finale dal manoscritto precolombiano conosciuto come il Codex Laud.
La scena sembra raffigurare una divinità serpente (Quetzalcoatl)  immaginata come l’Albero della
Vita o Albero del Mondo, che riporta i tre fleur de lis simboli. Potrebbe rappresentare la trinità dei
dei creatori in mesoamerica
Incensiere raffigurante un dio Maya che indossa il copricapo chiamato dagli studiosi il copricapo
del dio giullare. Guatemala 250-900 Ac.

Qui di seguito alcune opere artistiche che riportando il simbolo del Fleur de lis
Abbiamo quindi visto che il simbolo del Fleur de lis appare nell’arte della Mesopotamia
approssimativamente allo stesso tempo nella storia con la presenza degli antichi Olmechi. E’ 
sorprendente come l’emblema del fleur del lis nell’arte omeca e iconografia porta lo stesso
simbolismo della divinità che abbiamo nel Vecchio mondo, legata alla trinità degli dei, esso è legato
all’Albero della vita ed è un frutto proibito. Molto prima dei viaggi di Cristoforo Colombo un popolo
potente conosciuti come olmechi  emersero dalla giungla paludosa della costa del Golfo che oggi
chiamiamo Messico attorno al 1500-1200 AC. L’aumento della presenza di questa civiltà lascia
perplessi gli archeologi. Questa cultura infatti sembra provenire dal nulla nella zona di San lorenzo
nel Chiapas.
Ma il simbolo lo possiamo ritrovare anche in altre parti del sud america e a volte in collegamento
con immagini Feline. Qui di seguito una ceramica policroma”bottiglietta per il veleno”  dal Peru,
cultura Wari 500-100 AD, che mostra una deità felina con la cofifica del Fleur De lis  sulla schiena..
Di seguito un’immagine dal Guatemala che mostra una coppia di giaguari in associazione con
l’albero della vita e il a Fleur de lis.
Immagini da stucchi a  Campeche con Fleur de lis e giaguari
Vediamo altre immagini ma dal vecchio mondo relativi a collegamenti tra felini e Fleur de lis:
Alcuni esempi di fleur de lis lo troviamo legato alla cultura ebraica:

Il Fleur de lis  è stato ritrovato su alcuni manufatti religiosi ebraici sequestrati in Damietta Egitto.
Il fleur de lis è uno dei simboli sacri che rappresenta la vera linea di sangue ebraico.

alcune monete indiane antiche con rappresentazione del fleur de lis


Un’immagine molto cuirosa che potrebbe essere legata al Fleur de lis la troviamo  nella cultura
indu e prende il nome di  Ahmuvan:

Qui sotto portale del 16° secolo nel Tempio Padmanabhaswamy localizzato a Thiruvanthapuram
India. Le porte del tempio rappresentano il serpente doppio e il simbolo del Flerud de Lis.
L’aquila bicefala o l’uccello a due teste sono un tema comune nella mitologia indu e nell’arte
precolombiana. Nella mesoamercia gli uccelli a due teste e i serpenti a due teste erano collegati alla
sacralità e alla sovranità, così come alla natura dualistica del pianeta venere.

Alcune immagini del Fleur de lis nell’arte buddista:


Ci sono altre raffigurazioni che potrebbero essere ricollegati alla simbologia del fleur de lis

E forse se ricerchiamo più profondamente nel nostro passato, arriveremo alla conclusione che
questo simbolo è molto ma molto piu’ antico e il suo significato si è completamente perso nei
secoli:

I Misteri del Giglio di Trieste  


Di Giancarlo Pavat :

“Nel “Tesoro” della elegante Cattedrale trecentesca di San Giusto a Trieste, formata dall’unione di
due chiese romaniche, eretta sulle fondamenta di una Basilica paleocristiana che a sua volta
sorgeva su strutture di un edifico sacro romano) si conserva ancora oggi una Alabarda detta “di
San Sergio” che si racconta sia caduta dal cielo.

In realtà, da un’analisi della forma (slanciata all’asta e fiancheggiata da due bracci o raffi, uno
più corto dell’altro) si nota che non si tratta di un arma romana ma “corsesca” di epoca
medioevale. Fabbricata in Persia o, comunque, in Medio Oriente. Quasi certamente proveniente
dalla Terrasanta come bottino di guerra della Prima Crociata a cui parteciparono anche molti
Triestini. Aldilà delle leggende, l’Alabarda della Cattedrale ha una caratteristica che l’avvicina a
determinati oggetti, sparsi in tutti i continenti, che per alcune loro peculiarità sono avvolti nel
mistero e hanno spesso suscitato le ipotesi più affascinanti, straordinarie o stravaganti. Come
quelle di essere il retaggio di una civiltà superiore scomparsa migliaia di anni prima della storia
da noi conosciuta oppure di provenire da altri mondi. Infatti, l’Alabarda Triestina è fatta in una
lega particolare che non si ossida. E’ immune alla ruggine ed è impossibile rivestirla d’oro. Gli
appassionati e gli studiosi di antichi enigmi, andranno certamente con il pensiero alla
famosissima “Colonna che non s’arrugginisce”, che si innalza in India, presso la città di Mehauli.
L’Alabarda è stata forgiata probabilmente con il cosiddetto acciaio indiano (ferro meteorico e
platino) celebre nel Medio Evo per la sua capacità di non perdere la lucentezza e per la specifica
robustezza.

Effettivamente, per quei tempi, si trattava di un arma tecnicamente avanzatissima.

Quanto al racconto della sua provenienza celeste, si riallaccia a molti miti, in genere di
fondazioni di stirpi o città o di investitura di condottieri e capi popolo. Ad esempio, si narra che il
capo Unno Attila, decise di lanciarsi alla conquista dell’Impero Romano, dopo che un misteriosa
“Spada magica”, precipitata dal cielo, aveva ucciso una giovenca. Nell’arma, il capo barbaro
asserì di aver riconosciuto la Spada che un tempo veniva adorata dagli antenati nelle immense
distese dell’Asia. La sua ricomparsa era quindi un segno di buon auspicio. E come non pensare a
tutta la serie di altre “spade fatate” o “lance sacre” che hanno attraversato il Medio Evo,
contemporanee dell’Alabarda Triestina. La quale è attestata con sicurezza, quale Stemma
Cittadino, sin dal XIII secolo. Visto che compare su alcune monete coniate dal Vescovo
Volrico. Alcune di queste “Armi” dai poteri mistici e misteriosi sono famosissime. Come
l’Exscalibur di Re Artù, la “Durlindana” del Paladino Orlando e la vera “Spada nella Roccia”,
ancora visibile nell’Eremo di Montesiepi, presso la diruta e suggestiva Abbazia di San Galgano,
in Toscana.

Molte sono le spade famose nella storia a cui sono stati  riferiti speciali poteri. Un manufatto
però ha suscitato interesse fuori dal comune per il singolare alone di misticismo e devozione che
lo avvolge Si tratta della Heilige Lance, in tedesco letteralmente “Sacra Lancia”,che secondo la
leggenda sarebbe  la Lancia di Longino usata per trafiggere il costato di Gesù.

Finita in possesso dell’Imperatore Costantino, la Heilige Lance sarebbe stata impugnata durante
la decisiva battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma, contro l’usurpatore.  Da quel momento
la “Lancia” divenne un attributo della Potestas e Divinitas degli Imperatori Romani Cristiani.
Sempre secondo la tradizione, grazie ad essa Teodosio sconfisse i Goti (385) e il generale Ezio,
“l’ultimo dei Romani” bloccò Attila. Con il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, la Reliquia
sarebbe passò alla stirpe Carolingia e fu brandita anche da Carlo “Magno”. Dai Carolingi, la
“Lancia Sacra”, passò agli Imperatori Sassoni, poi agli Svevi,  ed infine agli Asburgo. Al termine
della Prima Guerra Mondiale la Città di Trieste venne premiata con il titolo di Urbs Fidelissima.
L’ Imperatore Federico III, in premio per la fedeltà mostrata dai Triestini durante la Guerra
contro Venezia, con un “Diploma Imperiale”, confermò la mistica Alabarda, quale Stemma
cittadino. Aggiungendovi l’Aquila Bicipite.

L’Alabarda Triestina va vista nell’ottica di questi oggetti e reliquie straordinarie, sopra elencate.
Le cui vicende, i miti, i racconti sorti attorno ad esse, veri o falsi che siano, fanno comunque parte
del Patrimonio Culturale del nostro Continente e della Civiltà Occidentale.”

 Il simbolismo del  “Fleur de Lis” nell’araldica e nella storia

Vetrata con la  forma di Fleur de Lys,  nellaCattedrale di Bourges,

15° secolo.
Si possono notare i vari temi: i tre petali che ricordano la trinità, gli angeli portano lo scudo perchè
difendono l’esercito di Francia, la colomba che discende dal cielo richiama la leggenda del
battesimo di Clodoveo quando una colomba portò la sacra unzione a San Remigio

 t

La Leggenda 

La traduzione  di “fleur-de-lis” è fiore del giglio. Questo simbolo che rappresenta un giglio o un
fiore di loto stilizzato ha molteplici significati. Tradizionalmente è stato usato per rappresentare la
famiglia reale francese, e in questo senso  si intende rappresentare la perfezione la luce e la vita. La
leggenda narra che un angelo ha presentato Clodoveo, il re merovingio dei Franchi, con un giglio
d’oro come simbolo di purificazione dopo la sua conversione al cristianesimo. Altri sostengono che
Clodoveo ha adottato il simbolo quando  quando le ninfee gli hanno mostrato come riuscire ad
attraversare un fiume e così ad ottenere la vittoria in battaglia.

Araldica 

Nel XII secolo  Re Luigi VI oppure  Re Luigi VII (le fonti sono discordi) è diventato il primo
monarca francese ad usare il “fleur-de-lis” sul suo scudo. I re inglesi successivamente hanno usato
il simbolo sui loro stemmi  per enfatizzare le loro pretese al trono di Francia. Nel XIV secolo il
“fleur-de-lis” era incorporato spesso negli stemmi di famiglia che erano cuciti nelle vesti che i
cavalieri indossavano  sopra la loro corazza che prendeva il nome di “veste d’arme” ossia lo
stemma. lo scopo originale di identificazione in battagli si sviluppò in un sistema di designazione di
status sociale dopo il 1483 quando re Edmondo IV stabilì il collegio di ‘araldica” per supervisionare
e garantire i fregi degli armamenti.

Religione e Guerra 

Giovanna d’arco quando condusse le truppe francesi alla vittoria contro gli inglesi in aiuto del
Delfino Carlo VII nella sua ricerca per il trono di francia, portava una bandiera bianca che mostrava
la benedizione divina sull’emblema reale francese, il Fleur-de-lis.

La chiesa romana cattolica utilizzava il giglio come emblema speciale della Verigne maria

Grazie ai suoi tre “petali” il fleur-de-li è stato anche usato per rappresentare la Santissima Trinità

Le unità militari, incluso delle divisioni della fanteria americana, hanno usato la somiglianza del
simbolo con la punta del diamante per identificarlo con il potere e la forza militare.

fonti :

http://frontiers-of-anthropology.blogspot.it/2013/09/mushroom-mythology-4.html

http://www.mushroomstone.com/fleurdelisorigin.htm
http://www.villasantostefano.com/news/2008/valcento_trieste/i_misteri_del_simbolo_di_triest
e.htm

http://www.heraldica.org/topics/fdl.htm

http://herebedragons.weebly.com/fleur-de-lis.html

https://gradientitemporali.wordpress.com/?p=1731&preview=true

http://www.marcovuyet.com/ALARMA%20SIGNUM1.htm
Scritto ildicembre 7, 2014Categoriefisica,Simboli & archetipi7 commentisu Dal Fleur-de-lis al fiore
della vita tra gigli e tridenti
Tra spirali e Labirinti
C’è un simbolo antichissimo che accompagna l’uomo da sempre. Esso accomuna  moltissimi popoli
che, teoricamente,  non dovrebbero avere avuto contatti tra di loro. Il simbolo è quello della spirale
e la sua evoluzione in labirinto. Lo troviamo  in forma più o meno evoluta in tutti i continenti  in
sculture, bassorilievi, petroglifi, dipinti etcc..  Dovunque esistono miti e leggende, favole,
architetture e giardini che fanno riferimento  e questo  simbolo.
Le rappresentazioni dei labirinti in tutto il mondo presentano da sempre una struttura omogenea
contenente  un cammino a spirale che porta fino al centro. La forma di base è una croce circoscritta
in un cerchio, generata dal movimento intorno al centro. La croce simboleggia la terra , il cerchio  è
il simbolo del sole dell’universo, del macrocosmo.

Una teoria molto accreditata  lega l’immagine della spirale al  culto della Dea
Madre che rappresenta il mondo sotterraneo. Le grotte sono i luoghi di culto della dea e anche  la
spirale rappresenterebbe il mondo sotterraneo. Le caverne sono viste  come le viscere della dea, in
particolare  l’utero  con le sue capacità riproduttive e per analogia la spirale rappresenterebbe  le
viscere umane. A  sostegno  di questa versione però non ci sono dei riscontri tangibili e si
tratta  piuttosto di una collegamento legato  al fatto, che entrambi questi simboli sono stati
riscontrati in varie culture sparse  per il mondo, che non avevano tra loro  legami spiegabili.  Resta
il fatto che questo simbolo (o simboli) devono rappresentare qualche cosa di importante e da
approfondire perché la loro diffusione geografica e quella temporale sono i sintomi di qualche cosa
che non siamo fino  ad oggi è riusciti a decifrare completamente.

Il labirinto è un archetipo molto importante e rappresenta il viaggio iniziatico, l’evoluzione


dell’uomo, la discesa agli inferi e la ricerca della conoscenza. E’ Il percorso all’interno della dea,
all’interno dell’utero per giungere all’origine della vita,  all’unità primordiale all’origine del Tutto.
Nella mitologia e nella letteratura antica la “ discesa agli inferi “è un motivo ricorrente. Tra i viaggi
più celebri ricordiamo il viaggio di Persefone, rapita  e trattenuta negli Inferi da Ade,  il viaggio
senza ritorno di Euridice, l’amata sposa di Orfeo. Nell’Ade scendono Teseo, Eracle e persino
Dioniso che si cala nell’Oltretomba per ritrovare la propria identità divina. Anche Ulisse scende
nell’Ade per apprendere quale destino lo aspetta. Ulisse mortale scende negli inferi, vivo di una
nuova vita, rinato dopo l’esperienza concessa a pochi. Alcuni secoli prima questa sorte era toccata a
Innana la Signora del Cielo e a Gilgamesh, l’eroe babilonese che combattee contro Khubaba
mostruoso gigante con la testa di toro e il volto formato da viscere. Le viscere sono collegate al
concetto di labirinto, e non a caso in alcune tecniche divinatorie il responso favorevole o meno
dipende dai rigiri delle budella.
Nel mito di Teseo e il Minotauro il “cuore” del labirinto assomiglia ad un utero materno
“rigeneratore” e il filo di Arianna ad un cordone ombelicale. Il minotauro è un embrione, un
germoglio nel ventre della madre, un ombra inquietante con cui ciascuno è chiamato a
confrontarsi. Il ritorno alla luce rappresenta una nuova nascita .

Il termine labyrinthos è greco (si è ipotizzato che l’etimo del termine labirinto sia lo stesso del
termine labra, che in greco significa nascondiglio), ma ha sicuramente origini più antiche. In epoca
più recente il termine labirinto  viene associato ai termini  latini  labor intus, che significa “lavoro
interiore” infatti rappresenta  il  lungo e difficile cammino dell’iniziato alla ricerca continua del
“centro“, dell’ asse cosmico che corrisponde a una sacra geografia interiore.  I primi testi che
parlando di labirinti sono di autori come Erodoto, Strabone, Diodoro e Plinio il vecchio. Tuttavia,
l’età del labirinto e le sue origini non sono chiare infatti ne troviamo traccia dal caucaso all’india
fino in Indonesia. In forme alterate anche in Polinesia e in tempi moderni  presso gli Indiani del
nord del Messico  fino al Mato Grosso.

Uno dei primi labirinti costruiti dall’uomo di cui si abbia notizie  fu quello del Lago di Deride nel
Fayuum. Erodoto, autore del 5° secolo a.C., afferma che al suo tempo il labirinto era antico già di
1300 anni e così lo descrive scrive nella sua opera:

«Ed io ho visto; è superiore a qualsiasi cosa si possa dire in merito; già le piramidi sono al di
sopra di ogni possibile descrizione, ma il Labirinto vince il confronto anche con le piramidi».
Il biblista Flavio Barbiero esprime l’avviso che proprio in quel labirinto Mosè avesse partecipato
alla sua cerimonia di iniziazione.

Il labirinto assume per i vari popoli e per le varie culture significati diversi.

Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire come il dedalo di  Minosse,
nell’Eneide nasconde l’entrata dell’Ade.

L’arte tantrica vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito (e l’immagine appunto ricorda il
cervello umano).

L’antico dedalo egizio riflette la struttura dell’universo.

Gli indiani D’America pensano che sia il passaggio da cui emersero ed entrarono nel mondo i loro
antenati.

Nell’antico calendario di Tiahuanaco come quello di Cnosso si ricollega la struttura del labirinto a
quella del tempo.

In India il labirinto è collegato alla tradizione del Mandala. In questo caso lo Yogi costruisce il
labirinto come un novello Dedalo, e poi come Teseo lo decodifica e lo usa per sfuggire alla sua
prigionia  dall’illusione del  Maya

Per l’uomo medioevale il labirinto  rappresenta la via di un pellegrinaggio. Proprio per questo in


numerosissime chiese d’Europa (praticamente in tutte le cattedrali gotiche) si trovano svariate
rappresentazioni di labirinti raffigurate sulle pareti o sul pavimento; nella foto seguente il labirinto
della Cattedrale di Chatres.
Qui di seguito il tracciato del labirinto posto nel lato più piccolo della cattedrale di Lucca dedicata a
San Martino,  difficile da scoprire. E’ volutamente nascosto quasi a sottolineare il suo enigmatico
simbolismo. E’ accompagnato da una scritta: ” Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal
quale nessuno che vi entrò potè uscire, eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna.”

Il simbolo del labirinto, legato alla figura di Salomone si trova anche raffigurato sul frontespizio di
alcuni manoscritti alchimici e fa parte delle tradizioni magiche attribuite a Salomone. Il passaggio
attraverso il labirinto è definito dagli esoteristi “spirale della vita”, e simboleggia il passaggio dalle
tenebre alla luce . Ed è proprio all’interno dei labirinti che gli antichi collocavano quei santuari ove
si svolgevano le cerimonie di iniziazione.

Chi entra nel labirinto è in cammino per la sua destinazione finale: il centro il nucleo del suo essere.
L’uomo in cammino nel labirinto si avvicina al centro per esserne poi allontanato subendo così un
processo di maturazione, nel corso del quale viene messa alla prova la sua volontà e perseveranza.
All’interno dello spazio chiuso del labirinto, cioè in se stesso, si possono conciliare la croce
dell’uomo terrestre e il cerchio dell’eternità.

Forse il più noto percorso  iniziatico che utilizza l’archetipo della spirale  è iIl viaggio di Dante nella
Divina Commedia. Si tratta di  un viaggio a spirale dove  i gironi sono dei cerchi concentrici e Dante
passa da un cerchio più largo a quello più stretto. Dante racconta che si aggiungono strade
sbagliate per confondere chi non è degno e per occultare la strada come nella selva oscura che è
equivalente ad un dedalo. All’interno della selva non a caso la diritta via è smarrita. Dante trova
finalmente la via guidata da Virgilio e si ha il passaggio dal dedalo al labirinto e dal labirinto alla
spirale, perché il percorso di Dante  può essere considerato spiraliforme. L’evoluzione o meglio
l’involuzione è stata da spirale a labirinto e per tornare al centro si deve passare dal labirinto alla
spirale ovvero il passaggio inverso, all’interno del labirinto bisogna trovare la via diritta. Il ricordo
di una via privilegiata, di una strada maestra che permetta di giungere al cuore dell’uomo.

Il labirinto si presenta come una rete di meandri apparentemente senza fine, almeno fino a quando
non si comprende che tutto ciò porta ad uno scopo e si riconosce l’unico cammino che conduce al
centro. Nel labirinto il cammino termina al centro. Dunque il labirinto è la via interiore che bisogna
trovare e percorrere fino al centro. Per trovarla occorre uscire dagli stereotipi della comune
percezione.

I problemi della vita appaiono spesso all’uomo comune come un intricato labirinto, nel quale è
difficile imboccare la giusta direzione, se non dopo aver compiuto molti tentativi ed errori ed
averne pagato le conseguenze. Se si potessero però vedere le cose da altri punti di vista, ad esempio
salendo di una piccola altura, il labirinto rivelerebbe subito la sua ingannevole struttura, e sarebbe
molto più facile trovare l’uscita.

L’uomo non iniziato, ancora completamente chiuso nei propri schemi mentali, è intrappolato in un
labirinto, ed incapace di vedere il percorso. L’iniziato gradualmente può riuscire ad elevarsi e
vedere la strada in maniera più chiara riuscendo a trovare la via verso il centro.

Collegate al labirinto troviamo le danze sacrali. Ogni danza antica aveva carattere ritualistico. Si
parla delle danze di Teseo anche nell’Iliade. Queste danze sarebbero la rappresentazione da parte
dell’eroe ateniese e dei fanciulli  che erano con lui della storia, della celebrazione della vittoria
all’uscita dal labirinto. I danzatori  si tenevano per mano o tenevano un filo (vedi filo di Arianna) e
ondeggiavano lungo linee sinuose, avvolgendosi come una spirale e svolgendosi in linea retta
rappresentavano l’entrata e l’uscita dal dedalo.
Iniziavano dalla sinistra (male) verso destra (bene). La danza è anche detta “ danza delle gru” 
forse ad indicare il volo verso l’alto (libertà) o i movimenti degli uccelli .

Il tema della danza sacra è  molto vasto si trova nei pellerossa, nelle Antille, tra i Maya, in Cina, in
India, in Africa (Zulu) . Tutte le danze nel mondo antico erano sacrali, e ancora oggi di queste
danze resta il ricordo in danze siciliane (il missionari), presso i pellerossa e nelle  danze funebri in
Corsica.

Nei riti praticati dagli sciamani si usa spesso  il ballo per raggiungere la  trance per  poter parlare
con gli spiriti. Si può ipotizzare che siano esistiti tipi di ballo che seguivano il percorso della spirale
per raggiungere la  trance ballando  lungo la spirale in tondo. Un po’ come i Dervisci che ballano
freneticamente roteando su se stessi, ma aggiungendo un movimento di avvicinamento  al centro.

Il  ballo verso il centro  rappresenta il viaggio verso il centro occulto dell’uomo, all’interno delle
viscere, nel cuore, centro spirituale dell’uomo che lo pone in contatto con la divinità. Come  nelle
moderne scuole di ballo sul pavimento sono disegnati i passi da eseguire, così la spirale poteva
servire agli sciamani per eseguire i loro balli e giungere alla trance.

La trance sciamanica è un modo per comunicare con l’oltremondano e può essere considerato una
sorta di viaggio. La spirale rappresenta il mondo sotterraneo proprio perché rappresenta le viscere,
ed il ballo lungo la spirale è una sorta di viaggio verso il mondo inferno per poi ri-“uscire” a
“riveder le stelle”.

Nella penisola salentina, in Puglia esistevano fino a pochi decenni fa il fenomeno delle tarantolate
ovvero di donne che pizzicate da un fantomatico ragno, la tarantola, sono percorse da spasmi che le
costringono a un ballo irrefrenabile che spesso termina nei pressi di un luogo sacro. Nonostante le
spiegazioni sociologiche è evidente il legame con i culti della Dea Madre perché il ragno è un
animale sacro alla dea ed il ballo non che può che essere il ricordo di un rito sciamanico che
prevedeva il ballo e la musica per ottenere la trance come succede tuttora in alcune popolazioni o
nel caso dei Dervisci già citato.

Il fascino del labirinto non ha lasciato indifferenti neanche gli studiosi e  scrittori  moderni, da
Jung a Kafka a Youce, da Roussel a Borges fino ad Eco e Calvino  che hanno riconosciuto nel dedalo
un’immagine efficace per descrivere il mondo.

Nel labirinto non ci si perde

Nel labirinto ci si trova

Nel labirinto non si incontra il Minotauro

Nel labirinto si incontra se stessi

Kern

riferimenti:

http://ilsitodelmistero.blogspot.it/2012/10/il-labirinto-la-spirale-ed-il-ballo.html

Tesi di Eliana Poderati “Il labirinto: archetipo universale – Kolam e Mandala”

http://www.lacosapsy.com/?p=1794 
 http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/06/12/il-labirinto-di-meride-conserva-i-segreti-della-
storia-dellantico-egitto/

http://pensieri-di-gandalf.blogspot.it/2011/12/larchetipo-del-labirinto-e-la-pietra.html

http://esoterismografico.blogspot.it/2012/06/parliamo-del-labirinto.html
Scritto ilnovembre 24, 2014CategorieArte,Simboli & archetipi2 commentisu Tra spirali e Labirinti
DEDALI E LABIRINTI
Da: http://earthworks-m.blogspot.co.uk/2011/03/into-labyrinth.html

I labirinti  e i dedali hanno una storia che risale a più di 4000 anni (ndr in questo
documento distinguiamo  il labirinto dal dedalo intendendo il primo come un
percorso tortuoso ma che ha una sola via, mentre il dedalo ha più soluzione, con
vari livelli di difficoltà). I primi esempi di labirinto sono stati trovati scolpiti nella
roccia in  varie parti del mondo. Per molte culture e per migliaia di anni, i labirinti
sono stati simboli potenti, ma  i dedali sono di origine più recente, e sono
l’evoluzione  dei primi labirinti di circa cinquemila anni fà.(caerdroia)
 La pietra Hollywood.
La pietra Hollywood  è stata ritrovata in Irlanda nel  1908, da delle persone che stavano
cacciando. Secondo la storia il loro furetto inseguiva un coniglio che era andato a nascondersi
sotto la pietra,  quando hanno tirato via la pietra hanno scoperto sotto il bassorilievo .
Un’altra versione della storia parla  invece di uomini a caccia di un ermellino. E’ stata trovata in
un vecchio  sentiero lastricato che passava attraverso le montagne di Wickow e che era
anticamente  usato dai pellegrini .
Questa è una foto di uno dei due labirinti di siepi che si trovavano nello Scarborough, nel nord
dell’irlanda. Entrambi sono stati fatti distruggere dall’amministrazione locale, uno per far posto
ad un parcheggio e l’altro per costruire una casa di riposo  per preti in pensione. E’ un mondo
strano….
Scritto ilnovembre 23, 2014Categoriefisica,Simboli & archetipi1 commentosu DEDALI E
LABIRINTI
Third force and electricity
By Guglielmo Menegatti
They say that there is no smoke without fire and also that many clues and coincidence make a sure
thing; this is what shall inspire us in reading  this article.

There are many reasons that push us to believe that in ancient times   humanity owned technical
and scientific  information  that  have  only been re-discovered  or recovered recently.

For example we know about the rescue of “Bagdad battery”:

And we have seen all over  pictures about  Dendera lamps :

In our previous work  we have explored  the possible connection between ancient alchemists and
their  aknowledege  on eletctricity and  way of producing and  using it
(https://gradientitemporali.wordpress.com/2014/10/16/alchemy-and-electricity/)

Wwe have reach the conclusion that some illustrations from an alchemic book of 1400, are actually
allegorical representations of electrical circuits. But what is even more interesting Is that those
circuits have been projected by taking advantage of different principles,  other then those 
explained in our current physical books. Even the book’s title “book of the Holy Trinity” is an hint
that is confirming our conclusion.

Our interpretative work is based on  an extensive research,  regard an effect  almost unknown and
unstudied  by classical physics, which we call the Third Force.  The Third Force is known since 
ancient time   and it is an element that has always  been a matter of great importance; it can be
found described by all the main world’s religions. The symbol used by religions is the triangle and
his name is Trinity.

In general, according the philosophy expressed  by  many different and most common dogmas, you
can say that the union of two opposites generates a third element  that compose the triad and
therefore perfection

http://www.instoria.it/home/triade.htm

this third element is also the operating and intermediary  element through which and from which it
is possible to realize and materialize the God’s desires.

Our interpretation derived from a larger work, which led us to some conclusions  partially
described in the website http://digilander.libero.it/kems/

To understand what we mean and how the third force works, we have to consider that in a closed
system, to every action there is always  a correspondent  equal and opposite re-action.  In our
closed system “Universe” there is a manifestation of the  purpose to maintaining the status quo,
which means that for every action there is a counter-balancing force from Universe itself, which
attempts to restore the original situation.

Electricity is one of the many forms in which  this re-balancing force (of the universe)  is
manifesting. In other words, electricity does  not exist in his own, but there are always and only two
original forces, the one that we cause and consequently the response from the universe ( which is
interpreted as electrical current);  this response can appear in different forms, but in essence is still
the same (gravity, energy sound etc)

For an analogy  you shall think about the concept of voltage and current and its functional process.
In fact in a circuit before there is established  a voltage, and then with a delay in time, which is
depending from the type of circuit, there is the generation of a current flow which  is also the cause
that produces the work.

In an electric circuit, we usually associate wrongly , the idea  that  the movement of a current and
the  conductor that is part of the circuit  are  two  inseparable things. In reality the conductor,
despite  having positive properties, it is not part of the circuit, but it is just a vehicle that permit to
concentrate energy in a given space.

The lack of a full understanding of how  electricity is working  has  led us, up-to-now,  to  produce
not efficient systems. In our circuits, we first create a potential difference and then we destroy it by
closing circuit  through a conductor.  In reality when you create a potential it is not absolutely
necessary to close the circuit to obtain work. What you shall do instead is  to create a disturbance,
for which it is possible to predict the rebalancing behavior of the universe , and to channel the 
outcoming energy value in a favorable way.

The third force is generated  in  special symmetric configurations, and it is pretty much a “surplus”
of balancing force of the universe.

To understand Third  Force  mechanism and the energy that this made available we need to get
used to separate the two basic forces played in whatsoever symmetrical system.

As we said any action  create always a disturbance in the Universe, which try to oppose it  and
return the system  to its previous state.  When two elements are  equal, the universe try  to control
them generating for each element a single opposition force, but in many case it adds an other force
which has the purpose of controlling also  the two forces generated by the same universe. When
this force is present,  and one element is perturbed, you will obtain an identical  perturbation even
in the other  connected element. The two events, however,  are not contemporary , in fact before
there is a  disturbance act, and then with a delay there is the universe re-action of re-balancing,

The third force, in a certain way, can be considered as a cheating  to the Universe, but  of the many
possible  way, it is the more natural and it does not need  additional devices or components to be
generated. It exploits the inability of the universe to control two identical  elements, acting  one
next to the other.

In the scientific aknowledge this element it has not been taken into account and therefore it is not
properly used, but you can find many ancient representations from which it is possible to deduce
that this type of circuit  was used in the past.

Here below  pictures from websie

http://www.bibleorigins.net/illustrations.html

Here we can find many pictures from second millenium BC where  we can see  something that 
looks like a system of production and use  of electricity based on two elements that generated a
third
One particular  device in the above picture can be  compared to other well known devices

 
An other hint that is confirming the ancient aknowledge in electric filed it the representation of 
“Nataraja”:

In this device we can see an electric motor with  brush (hand with flame) that operates at high
voltage (electrostatic), as we infer from the flames around the circle.

In the following movie we can see an interpretation of rotation:

in this movie the outocoming due to  some bad interpretation due to the lackness of information

Here below some examples of  electrostatic motors applications not suitable for industrial
application, but  simply for the purpose   of illustrating what I mean:

Project Nataraja is much more elaborate then is visible in the four movies showed above , in fact it
has multiples devices on the circumference that shall be studied longer
Scritto ilnovembre 17, 2014CategorieEnglish version,fisica,metafisica,Simboli & archetipiLascia un
commentosu Third force and electricity
Elettricità e terza forza.
Di Guglielmo Menegatti

Si dice che non c’è fumo senza arrosto e che molti indizi o  coincidenze fanno  una prova ed è con
questa consapevolezza che va giudicato quanto segue.

Molte sono le ragioni che ci fanno credere che nel passato fossero disponibili  informazioni
tecniche e scientifiche di cui abbiamo scoperto o recuperato solo recentemente conoscenza.

E’ noto il ritrovamento della pila di Bagdad:

e sono famose anche le immagini delle lampade di Dendera:

Abbiamo già esplorato in un precedente lavoro i possibili collegamenti tra antichi alchimisti e
conoscenze sull’elettricità e sui sistemi per produrla ed utilizzarla in questo lavoro:
http://digilander.libero.it/kems/appendiceAlchimia.htm.

La conclusione a cui siamo giunti in questo studio è  che alcune immagini raffigurate in  un libro
alchemico del  1400 sono in realtà  rappresentazioni allegoriche di circuiti elettrici.  Quello che è
ancora più interessante è che i  circuiti rappresentati,  lavorano sfruttando dei principi diversi di
quelli a cui i nostri libri di fisica ci hanno abituato. Il titolo stesso  del libro dal quale sono prese le
foto “book of the Holy trinity” ossia il libro della Santissima Trinità, è una conferma delle nostre
conclusioni.
Il nostro lavoro interpretativo si basano su una lunga ricerca relativamente ad un effetto quasi
sconosciuto e non studiato dalla fisica classica, che  denominiamo Terza Forza.   La Terza Forza è
storicamente un   elemento di grande rilevanza e lo si può trovare descritto da tutte le religione del
mondo.    Nelle religioni il suo simbolo è il triangolo e la suo nome è Trinità.

In generale e secondo la filosofia espressa da vari e più diffusi dogmi si può dire che l’unione di due
opposti genera un terzo elemento che compone la triade e quindi la
perfezione.    http://www.instoria.it/home/triade.htm

Questo terzo elemento inoltre è l’elemento operativo e intermediario per mezzo del quale si
realizzano e concretizzano i desideri di Dio.

Le nostre interpretazioni sono legate anche ad un  lavoro più ampio, che ci ha portato a delle


conclusioni in parte descritte nel sito dei gradienti temporali http://digilander.libero.it/kems/ .

Per capire di cosa stiamo parlando e come funziona la terza forza bisogna considerare che in un
sistema chiuso  ad ogni azione corrisponde sempre un’azione uguale e contraria. Nel nostro sistema
chiuso “Universo” esiste una specie di  volontà di mantenimento dello status quo che fa si che ad
ogni azione esista una contro-forza riequilibrante da parte dell’Universo stesso, che tenta di
ripristinare la situazione originale.

L’energia elettrica  è  una delle tante forme in cui si manifesta la forza  riequilibrante dell’Universo.
In altre parole l’energia elettrica non esiste ma esistono, sempre e solo, le due forza prime, quella
che noi provochiamo e poi di conseguenza la risposta dell’Universo (che viene interpretata come
corrente elettrica);  risposta che può apparire con diverse forme ma che in sostanza è sempre la
stessa (gravità, energia, suono etcc).

Per avere un’analogia si pensi al concetto di tensione e corrente e al suo processo funzionale. In un
circuito infatti prima s’instaura una tensione e poi con un ritardo, che è in funzione del tipo di
circuito, si genera una circolazione di corrente che è anche la causa che produce il lavoro. Quando
si pensa ad un circuito elettrico in genere si commette l’errore di associare in modo inseparabile il
movimento di una corrente con il conduttore che fa parte del circuito. Il conduttore invece, pur
avendo delle proprietà positive, non fa parte del circuito elettrico ma è solo un mezzo che consente
di concentrare in uno spazio determinato l’energia.
La mancanza di una piena conoscenza del funzionamento di  questi fattori ha portato fino ad oggi,
alla produzione di sistemi non efficienti. Nei nostri circuiti si crea prima una differenza di
potenziale e poi la si distrugge chiudendo il circuito tramite un conduttore.    Quando si crea un
potenziale non è assolutamente necessario chiudere il circuito per ottenere lavoro. Quello che si
dovrebbe fare invece è  il creare una perturbazione della quale sia possibile prevedere il
comportamento (riequilibrante) dell’Universo così da incanalare in modo favorevole il valore
energetico derivante .

La terza forza   si genera in  configurazioni (simmetriche) particolari, ed è praticamente


un”surplus” di  forza  riequilibrante dell’universo.

Per ciò che concerne l’energia che si rende disponibile dalla Terza Forza e comprendere il suo
meccanismo è indispensabile abituarsi a separare le due forze basilari che sono in gioco in un
sistema simmetrico qualsiasi.
Come abbiamo detto quando si compie un’azione si crea sempre una perturbazione nell’Universo il
quale tende a riportare il sistema nel suo stato precedente. Quando due elementi sono uguali
l’Universo tenta il controllo generando per ogni elemento una singola forza di opposizione ma in
più aggiunge, in molti casi, un’altra forza che ha lo scopo di controllare le due forze generate dallo
stesso universo. Quando questa forza è presente, se si perturba un elemento si ottiene una
perturbazione identica anche nell’altro elemento che è collegato. I due eventi però non sono
contemporanei, prima agisce la perturbazione, e poi, con un certo ritardo interviene il riequilibrio.

La Terza Forza se vista in una certa ottica può essere considerata come un imbroglio rivolto
all’Universo ma essa fra i metodi possibili è il  più naturale e non richiede componenti o dispositivi
aggiuntivi per la sua generazione. Essa sfrutta l’impossibilità dell’Universo di controllare due
elementi identici che convivono nelle vicinanze.

Nella cultura scientifica attuale questo elemento non viene preso in considerazione e quindi non
viene sfruttato adeguatamente, ma si possono trovare molte antiche rappresentazioni da cui si
può  dedurre che questo tipo di circuito fosse utilizzato.

Qui sotto una serie di immagine dal sito:

http://www.bibleorigins.net/illustrations.html

In questo sito ritroviamo molte immagini del   secondo millennio AC  dove viene riportato quello
che sembra  un sistema di produzione e sfruttamento di energia elettrica basato su due
elementi che ne genera un terzo.
Possiamo  confrontare il particolare di questa foto con altre immagini che ci sono familiari :
 
Un altro indizio che ci conferma le conoscenze  in campo elettrico dei nostri avi è la
rappresentazione della “Nataraja”:

In questo dispositivo possiamo vedere  un motore elettrico dotato di spazzola (mano con


fiamma) che funziona ad alta tensione (elettrostatico), come deduciamo  dalle fiammelle intorno al
cerchio.

In questo film un’interpretazione della rotazione:

e in quest’altro film, ciò che ne hanno ricavato non disponendo di una cultura idonea
all’interpretazione.

Qui sotto alcuni esempi di applicazioni di motori elettrostatici non ovviamente per applicazioni
industriali ma con il semplice scopo di illustrare ciò che voglio dire:

il progetto nataraja è molto più elaborato di quanto è visibile nei quattro filmati proposti qui sopra
infatti dispone di dispositivi multipli sulla circonferenza che andrebbero più lungamente discussi.

 
 
Scritto ilnovembre 16, 2014Categoriefisica,metafisica,Simboli & archetipi5 commentisu Elettricità
e terza forza.
Simbologia esoterica
da LA DOTTRINA SEGRETA – Blavatsky

La Dottrina Segreta dice che all’inizio di un periodo attivo ha luogo un’espansione di questa
Essenza Divina dall’esterno all’interno e  dall’interno all’esterno, in conformità della legge eterna
ed immutabile; e l’universo fenomenico o visibile è il risultato ultimo della lunga catena di forze
cosmiche messe progressivamente in moto.

E così, tornando alla condizione passiva, l’Essenza Divina si contrae, e l’opera anteriore della
creazione viene gradatamente e progressivamente annullata. L’universo visibile si disintegra, i suoi
materiali si disperdono e “la tenebra” solitaria e unica aleggia ancora una volta sulla faccia
dell’abisso.”

Per usare una metafora tolta dai libri segreti e adatta a rendere l’idea ancora più chiara,
un’espirazione dell’“essenza sconosciuta” produce il mondo, ed una inspirazione lo fa scomparire.
Questo processo è in azione da tutta l’eternità, e il nostro universo attuale non è che uno delle
infinite serie che non hanno princìpio e che non avranno mai fine

La prima figura è un semplice disco    .

La seconda, nel simbolo arcaico, è un disco     con un punto al centro, prima differenziazione


nelle manifestazioni periodiche della Natura eterna, senza sesso ed infinita, “Aditi in QUELLO”, 1 o
lo Spazio potenziale entro lo spazio astratto.

Nella terza fase il punto si trasforma in un diametro    . Questo è il simbolo della Madre-Natura
divina ed immacolata, nell’Infinità assoluta che abbraccia tutto.

Allorché questo diametro orizzontale è attraversato da un altro verticale    ,  abbiamo la Croce


Terrena. L’umanità ha raggiunto la sua terza Razza-Radice; è il segno dell’origine della Vita umana.
Quando la circonferenza scompare e lascia solo la croce +, è il segno che la caduta dell’uomo nella
materia è compiuta, ed ha inizio la Quarta Razza.

La croce nel cerchio simboleggia il puro Panteismo; quando la croce non è circoscritta, il segno
diviene fallico. Aveva lo stesso significato, come pure altri, come un Tau iscritto nel cerchio,  ,o
come un “martello di Thor”, la così detta croce Jaina, o Svastika, dentro al cerchio   .

Il terzo simbolo,  il cerchio diviso in due da un diametro orizzontale — serviva a indicare la


prima manifestazione della Natura creatrice, ancora passiva perché femminile. La prima vaga
percezione dell’uomo, per quanto riguarda la procreazione, è femminile, poiché l’uomo conosce
meglio sua madre che suo padre. Per questo motivo le divinità femminili erano considerate più
sacre di quelle maschili. La Natura, dunque, è femminile e, fino ad un certo punto, oggettiva e
tangibile; e il Princìpio Spirito che la feconda è celato.

2 Aggiungendo una linea perpendicolare al diametro orizzontale del cerchio, veniva formato il tau,
la più antica forma di questa lettera. Era il glifo della terza Razza-Radice fino al giorno della sua
caduta simbolica, cioè quando ebbe luogo la separazione dei sessi per evoluzione naturale; allora la
figura divenne , o la vita asessuata, modificata o separata — un doppio glifo o simbolo. Con le
sotto-razze della nostra Quinta Razza esso divenne in simbologia il Sacr’ e in ebraico N’cabvah,
delle Razze formate per prime;

3 poi esso si trasformò nell’egiziano  l’emblema della vita, e più tardi ancora nel segno di

Venere  . Viene quindi la Svastika (il martello di Thor, o “Croce Ermetica”), che essendo
interamente separata dal suo cerchio diviene così puramente fallica. Il simbolo esoterico del Kali
Yuga è la stella rovesciata a cinque punte , , con le sue due punte (corni) voltate verso il cielo, il
segno della stregoneria umana, posizione che ogni occultista riconoscerà appartenere alla Magia
della “mano sinistra” ed usata in magia cerimoniale.

Nel libro di alchimia del 1738  “Catena Aurea Homeri”,  troviamo un  illustrazione  che dovrebbe
rappresentare  come parte di una Scala dell’ Essere che va dal Caos Universale sino alla
Quintessenza usando gli stessi simboli:
……….

Il Catechismo Occulto contiene le seguenti domande e risposte:


“Che cosa è ciò che è sempre?” 

“Lo Spazio, l’eterno Anupâdaka.” [Senza Genitori]


 “Che cosa è ciò che fu sempre?”

“Il Germe nella Radice.”

“Che cosa è ciò che va e viene continuamente?”


“Il Grande Soffio.”

 “Vi sono dunque tre Eterni?”

“No, i tre sono uno. Ciò che è sempre è uno, ciò che fu sempre è uno, ciò che sempre è e sempre
diverrà è pure
uno: e questo è lo Spazio.”
“Spiega, o Lanu, [discepolo].”

“L’uno è un Cerchio [Anello] ininterrotto, senza circonferenza, perché esso è dappertutto


ed in nessun luogo; l’Uno è il Piano illimitato del Cerchio, che manifesta un Diametro soltanto
durante i periodi manvantarici; l’Uno è il Punto indivisibile che non si trova in nessun luogo,
percepito ovunque durante quei periodi; è la Verticale e l’Orizzontale, il Padre e la Madre, la
sommità e la base del Padre, le due estremità della Madre, che non raggiungono in realtà nessun
luogo, perché l’Uno è l’Anello come pure gli Anelli che sono in quell’Anello. È la luce nelle Tenebre
e le Tenebre nella Luce: il “Soffio che è eterno”. Esso procede dall’esterno all’interno, quando è
ovunque; e dall’interno all’esterno, quando non è in nessun luogo — (cioè Mâyâ,1 uno dei
centri). 2 Esso si espande e si contrae [esalazione ed inalazione]. Quando si espande, la Madre si
diffonde e si dissemina; quando si contrae, la Madre si ritira e si raccoglie. Ciò produce i periodi
di Evoluzione e di Dissoluzione, Manvantara e Pralaya. Il Germe è invisibile e ardente: la Radice
[il piano del Cerchio] è fredda, ma durante l’Evoluzione e il Manvantara, la sua veste è fredda e
radiante. Il Soffio caldo è il Padre che divora la progenie dell’Elemento dalle molteplici facce
[eterogeneo], e lascia quelli che hanno solo una faccia [omogeneo]. Il Soffio freddo è la Madre che
li concepisce, li forma, li alleva e li riprende nel suo seno, per riformarli all’Aurora [del Giorno di
Brahmâ o Manvantara.]

Il Nihilo

Una visione innovativa dell’etere che può aiutarci a capire le forze che ci circondano e che
governano il nostro universo.
Il Nihilo

Tratto dal lavoro di Guglielmo Menegatti


Ex nihilo nihil fit o De nilo nil è una  frase in latino che letteralmente significa “Dal nulla viene
nulla” ma come vedremo meglio, è dal  nulla che viene tutto.

Una  “Cosa” esiste perché  ha in se un fattore che la distingue e la identifica da tutto il resto.

Qualsiasi “Cosa” ha un aspetto duale e questo fattore è ipotizzato e riconosciuto da diverse filosofie,
religioni ed è intuito anche dalla scienza classica.

E’ proprio la miscelazione di questi  due aspetti, il fattore che caratterizza e identifica le cose. 

La composizione delle due parti, ossia presenza/assenza dei due elementi, è l’essenza che
individua una specifica Cosa.

Come  esseri umani siamo in grado di percepire e concepire (potremmo dire che siamo
“sintonizzati”) solo con  uno di questi due aspetti, che chiamiamo “materia”; anche se in  realtà non
sappiamo bene cosa sia la .. “materia”.

Il nostro organismo (cosi come gli strumenti di misura che abbiamo costruito), è programmato per
percepire la materia in vari modi e il nostro pensiero ne è  completamente assuefatto. L’essere
umano vive in questo mondo materiale, che  è in grado di riconoscere e descrivere , e su esso
focalizza tutta la sua attenzione.
Ma dobbiamo tener conto, che oltre a quello che i nostri sensi  percepiscono,  c’è tutto il resto che ci
sfugge, una parte con cui possiamo interagire ma che non riusciamo a percepire. Useremo il termine
Latino “NIHILO”, che significa “Nulla” per indicare questo …  “tutto il resto”.

E’ difficile descrivere quello che non possiamo  percepire,  vedere, sentire o annusare e quindi
identificare.

Nonostante ciò il Nihilo pervade la nostra esistenza, essendo  la controparte, che definisce le
caratteristiche e i limiti della materia.

 Il Nihilo è l’elemento fondamentale che non solo governa ma è anche origine e costituzione del
tutto. E’ il substrato dal quale scaturisce, agisce e poi scompare tutto ciò che consideriamo
come Materia, Energia e Tempo.
Per comprendere questo concetto, possiamo pensare ad uno schermo che rappresenta tutto
l’Universo visibile ed invisibile, cioè che comprenda veramente TUTTO. Questo schermo
“perfetto” è costituito da un insieme di pixel che  lo riempiono completamente (senza lasciare
alcuno spazio o interstizio).  I pixel possono esistere in  due stati: acceso/spento (o
positivo/negativo). I pixel accesi rappresentano la materia,quelli spenti sono sfondo, substrato …
Nihilo.

rappresentazione simbolica di atomi in due diversi stati

Sia il NIHILO che  la materia sono costituiti dallo stesso elemento primario che ha la possibilità di
esistere in due diversi stati, e che possiamo chiamare  “Atomo”.
Gli Atomi del NIHILO sono uguali a quelli che costituiscono la materia ma si trovano in uno stato
particolare che definiamo  come “lo stato Zero”. 

L’insieme di questi Atomi”in stato zero” (o particelle elementari) che costituiscono il NIHILO
hanno una dimensione finita e costante ” e un comportamento assimilabile  ad un super fluido. La
superfluidità è uno stato della materia caratterizzato dalla completa assenza di viscosità,
dall’assenza di entropia e dall’avere conducibilità termica infinita e completamente mancanza
attrito (in fisica conosciamo per esempio il comportamento superfluido dell’elio liquido) .

Il NIHILO può per certi aspetti ricordare l’Etere tradizionale, si tratta però, di un concetto più
ampio, a differenza dell’Etere non è   un semplice elemento veicolante dell’energia ma è anche il
responsabile di ogni azione-reazione che percepiamo. E’ preferibile quindi indicarlo con il termine
Nihilo per evitare di  generare confusione.
Possiamo paragonare il NIHILO, ad un’enorme vasca riempita di un liquido superfluido; immerse
nel fluido esistono tutte le cose che percepiamo come oggetti, creature viventi etc; e ogni cosa ha un
suo periodo d’esistenza vincolato al Tempo che è specifico e diverso per ogni cosa. La Materia
immersa in questo fluido altro non è che una versione occasionale ed anomala del NIHILO stesso.

Come vedremo successivamente con esempi e similitudini, il NIHILO si comporta come un Super
Fluido, che però “non è perfetto” e i suoi “difetti” caratterizzano le sue proprietà dinamiche; una
volta compresi i principi che determinano il suo funzionamento, saremo in grado in un prossimo
futuro di sfruttare questi elementi in varie applicazioni tecniche.

Negli esempi che andremo a fare, faremo spesso un analogia tra “Nihilo” e la parola “Acqua”,
questo perchè l’acqua è un elemento che oltre ad esserci familiare e far parte della nostra esperienza
quotidiana, possiede molte proprietà in comune con il NIHILO.

Dobbiamo considerare che il NIHILO, ossia questa vasca-Universo, è dotato di una sua Gravità, che
funziona esattamente come la fisica classica insegna, ben definibile nell’orientamento o meglio
nella direzione della sua forza.

L’Universo si comporta come l’acqua sottoposta alla Gravità terrestre: come avviene in un qualsiasi
bacino, la gravità crea un gradiente di pressione in funzione della sua profondità.
http://www.crestsnc.it/divulgazione/media/idropdf/testo03.pdf
Rappresentazione ipotetica del
nostro Universo, i vari livelli indicati con L(x) determinano il Gradiente Gravitazionale e quindi la Pressione
locale.”

Nell’immagine vediamo evidenziati i diversi gradienti di pressione locale. Ogni livello dispone di
un suo “Tempo Unitario”, cioè il Tempo è uguale per la superficie completa di quel gradiente
gravitazionale.

In definitiva L1, L2, ecc. rappresentano differenti pressioni nella vasca d’acqua e nell’Universo
stesso.
Queste pressioni diverse sono appunto il gradiente di pressione che è in relazione con la profondità
o se preferite con l’altezza della vasca e quindi dell’Universo.
Per dirla in un altro modo: l’Universo ha tempo uguale su ciascuna delle superficie di ogni livello
ma il tempo cambia in funzione della profondità per cui L1 e L2 hanno tempi diversi.

Ogni livello “L” ha dimensioni enormi per cui dal nostro punto di vista il tempo del NIHILO ci
appare come se fosse uguale in tutte le direzioni.
Il concetto però di Gradiente Temporale è importante e non deve essere dimenticato perché ci
consente di comprendere molti meccanismi e comportamenti che la fisica ordinaria non riesce a
spiegare.
Ad esempio un qualsiasi corpo posto in rotazione è in realtà un’imitazione, seppur in piccolo,
dell’intero Universo e la teoria dei Gradienti si occupa anche di questa cosa.
La stessa forza di Gravitazione dell’Universo potrebbe essere generata dalla rotazione su un asse
determinato, si veda questo studio: RotazioneUniverso.pdf

L’universo è orientato rispetto ad assi universali che sono punti di riferimento stabili e vincolanti
non solo per la Materia ma per tutto ciò che esiste. La forza della “gravitazione universale” può
essere identificata tramite dei vettori direzionati stabilmente rispetto a questi assi.

   Fabio Mosca è un assiduo, appassionato e cocciuto ricercatore indipendente, sconosciuto o meglio


ignorato dalla scienza ufficiale. E’ un tecnico estremamente esperto nel campo delle onde radio,
antenne e strumenti di misura. Per decenni ha eseguito puntuali sperimentazioni e misurazioni con
strumentazioni autocostruite o modificate, molto sensibili ed efficaci nella loro semplicità di
materiali. Purtroppo tutto questo lavoro non è stato capito e preso nella giusta considerazione, anzi
il ricercatore è stato spesso contestato e deriso. Fabio Mosca con i suoi strani strumenti ha fatto
misure molto attente sulle proprietà del gradiente gravitazionale riportandole in questo breve PDF .
Fabio Mosca ritiene di misurare un fenomeno che ha denominato “vento eterico”.
Abbiamo detto che il Nihilo si differenzia dall’etere per il fatto che ha delle proprietà aggiuntive e
non è quindi un semplice elemento di supporto alla movimentazione dell’energia, ma per certi versi
si comporta come un ” fluido”.

I “difetti” di questo fluido sono molti, per prima cosa, esso sembra avere un atteggiamento che
potremmo definire come “timido” o come “esageratamente gentile”.
Si comporta infatti come quelle persone educate che consentono agli altri di passare per primi
quando ci sono porte o passaggi stretti o comunque limitanti l’accesso (e questo è una  conseguenza
dei fenomeni di  capillarità e dell’effetto Casimir).

Iniziamo ora a descrivere il comportamento dinamico del NIHILO, con un esempio apparentemente
banale ma che rispecchia la realtà.

Consideriamo la nostra Vasca piena d’acqua, possiamo immaginare di immergere un dito e fare un
buco nel liquido; il buco però è solo un effetto temporaneo, perché appena togliamo il dito il buco
scompare, immediatamente riempito dal liquido circostante.
Il corpo introdotto nel liquido, va ad alterare l’equilibrio iniziale del sistema liquido-vasca, quando
si togliete il dito il sistema tende rapidamente e automaticamente a riportarsi al naturale equilibrio, e
cioè alla situazione iniziale.

L’Universo con il suo fluido “NIHILO” reagisce esattamente come l’esempio dell’acqua; se


qualcosa interviene per modificare un equilibrio iniziale, esso farà tutto ciò che è possibile per
ripristinare la situazione precedente al disturbo, opponendo un’azione contraria.  In definitiva  il
Nihilo è l’attore responsabile per la terza legge della dinamica che andrebbe così completata: “Ad
ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria .. messa in atto dal NIHILO”.
  
Il NIHILO  è dunque l’elemento agente che tende a mantenere in equilibrio il sistema
Universo, e si oppone alle modifiche del suo stato e e reagisce ad ogni azione con una reazione
speculare e contraria cercando di ripristinare lo stato precedente.

Nei libri di  fisica classica  troviamo enunciato il principio di Conservazione dell’Energia.


Questo principio ci dice che se lanciamo un oggetto nello Spazio cosmico, questo oggetto
continuerà a spostarsi in quella stessa direzione, con velocità costante per l’eternità;

La fisica classica spiega che essendo lo spazio “vuoto”, non c’è dissipazione di energia  per attriti o
altre cause e in definitiva l’oggetto conserverà la sua energia per sempre (o fino a quando non
incontrerà un ostacolo).
Questa spiegazione non tiene conto del fatto che il nostro oggetto è immerso nel Nihilo, e in realtà
c’è una  spiegazione  molto diversa. Per comprendere che cosa succede realmente immaginiamo
una barca che si muove su  un lago.

Quando la barca si sposta e lascia dietro di se un vuoto o meglio un buco,  che l’acqua  stessa,
richiuderà rapidamente. L’acqua dunque nell’azione di riempire il buco spingerà  indirettamente e
involontariamente  la barca nella stessa direzione del moto.

Nello spazio avviene la stessa cosa ma con la differenza è che al posto dell’acqua opera  il  fluido
che  abbiamo chiamato  “NIHILO”.
Non si tratta quindi di conservazione dell’energia ma è semplicemente un azione “meccanica” dello
Spazio stesso (NIHILO) che rinnova continuamente la spinta.

Le azioni di riequilibrio che accadono in una vasca d’acqua non sono molto diverse da quelle che
avvengono nello Spazio/Nihilo.  Pochi sanno che nelle gare di nuoto è vietato rimanere immersi per
più di 15 metri. In alcune discipline come quella con lo stile: “dorso” la spinta iniziale che si
imprime con le gambe può essere fondamentale per la vincita della corsa perché l’energia del
“vuota-riempi” opera come un vero motore.
http://www.nuotomania.it/nuototecnica6.html

Dopo questa spiegazione risulta facile capire cosa è e come funziona veramente l’Inerzia.


Per riferirci ancora all’esempio della barca si consideri che inizialmente per muovere la barca si
deve dapprima creare  anteriormente  un buco nell’acqua. Sarà quindi  necessario spostare una
massa d’acqua equivalente al volume immerso della barca.
Quando invece fermeremo la barca riceveremo l’equivalente della spinta iniziale perché il blocco
della barca non può fermare la spinta che è in atto nell’acqua.

Il NIHILO però non agisce istantaneamente e per quanto esso sia velocissimo il buco nell’acqua
rimane aperto per un certo “tempuscolo”, il tempuscolo ci aiuterà a capire l’importante concetto di
“sfasamento” che sarà spiegato più avanti.
  
L’esempio della barca oltre a dimostrare la presenza di un fluido che attivamente partecipa nel
movimento mostra anche come agisce il Nihilo per riequilibrare la situazione attraverso il metodo
chiamato “Trasferimento”.
In sintesi si ha “trasferimento” quando l’oggetto stesso è il ricevitore della risposta diretta o
indiretta proveniente dal NIHILO.

Nell’esempio della barca è intuitivo capire come si comporta il fluido Nihilo. Vediamo ora l’
esempio più “solido” di un sasso lanciato che impatta con il terreno o con un altro ostacolo; in
questo caso, il sasso impatta contro una superficie solida e crea un buco nel fluido-Nihilo  non
visibile ai nostri sensi, e il  NIHILO stesso poi provvederà a riempire.
L’azione dirompente del sasso non proviene quindi dal sasso stesso ma dall’Energia riequilibrante
del NIHILO.
Il concetto appena espresso è di fondamentale importanza e se compreso consentirà un livello più
elevato di analisi dei processi fisici.    E’ importante comprendere che gli effetti che noi
verifichiamo o misuriamo non sono mai il prodotto di un’azione diretta fra due oggetti ma sono
sempre il risultato dell’azione riequilibrante del NIHILO.
Una palla di cannone che urta un ostacolo rappresenta semplicemente una parte del processo
distruttivo perché essa innesca un’azione riequilibrante del NIHILO che poi agisce realmente
facendo crollare la casa.

 Tutta la fenomenologia fisica è soggetta alla regola della dualità: gli elementi che devono
concorrere alla produzione di qualsiasi cosa o fenomeno sono sempre due, il risultato della
combinazione dei due da origine ad  un terzo elemento di durata transitoria che è conseguenza dalla
reazione e che prima non esisteva (la combinazione di  due elementi genera la nascita di   un nuovo
elemento, vedi “ terza forza“).
 Ad esempio una tensione elettrica è l’innesco indispensabile per ottenere energia, l’energia è
prodotta da una corrente e la corrente è generata dall’azione riequilibrante proveniente dal NIHILO.
In sintesi la corrente è ancora il NIHILO e l’energia è una funzione del Tempo.
   Se è vero che l’energia è una funzione connessa al Tempo deve essere vero che l’energia non ha
un valore assoluto ma un valore relativo; possiamo aggiungere che almeno per similitudine (e se
vale la regola della dualità) si può dedurre che una tensione è l’inverso speculare di una

corrente    

La “pulsazione”.  

 La parola “Pulsazione”ricorda un movimento ritmico e ripetuto.     La “Pulsazione” non e l’onda


ma e la causa che genera l’onda.
  
Un movimento ritmico o impulsivo, sia di tipo meccanico che elettromagnetico può essere la causa
generatrice delle onde. La forma dell’onda e/o del suo fronte sono dipendenti dalla forma e velocità
del “Pulsore” e quindi non esiste una propagazione o una forma standard dell’onda.

S’immagini di inserire e poi estrarre in maniera ritmica e continua un cilindretto in una vasca con
dell’acqua. Intorno al cilindro si formeranno delle onde che si sposteranno verso la periferia del
recipiente.
Se sostituiamo la forma cilindrica con un’altra forma, ad esempio un parallelepipedo non
produrremo le classiche onde circolari ma onde che pur essendo in sequenza saranno di forma
quadra e ancora: se useremo una lamina produrremo onde parallele con direzione determinata, ecc.

Il generatore di “pulsazione” crea una perturbazione e il NIHILO risponde generando una seconda
pulsazione che ha forma speculare e direzione identica alla perturbazione d’origine.

La continua e ripetitiva controreazione del NIHILO nel ciclico tentativo di riportare la situazione in
equilibrio, creando un movimento di tipo elastico.
Un’onda è il risultato dei singoli Atomi che spingono gli Atomi vicini e che a loro volta spingono i
loro vicini; è una reazione a catena che si propaga nelle tre dimensioni spaziali e senza alcun
trasporto di Materia.

Le onde  non sono continue e il moto di un’onda è solo apparente, ma allo stesso tempo è in grado
di essere il mezzo che permette di spostare energia. In pratica si può utilizzare il NIHILO come
mezzo di trasporto.

Osservando un onda molto ingrandita vedremo dunque una serie di punti che si sollevano e si
abbassano mantenendo però quella distanza fissa che è pari alla dimensione del granulo stesso.

La novità che vogliamo introdurre con questo concetto di “Pulsazione”, è che quanto avviene è
prodotto da un’azione del NIHILO, quando viene stimolato non da un’onda ma da una
perturbazione , che può avere qualsiasi forma (non obbligatoriamente simmetrica) e delle variazioni
di velocità durante il ciclo (sia irregolare che impulsivo)

possiamo immaginare che il comportamento del Nihilo sia molto simile a questo movimento dell’acqua

Conoscendo i dettagli d’azione appena spiegati è possibile progettare con maggior stato di
“coscienza” qualsiasi dispositivo tecnologico.

 Il NIHILO reagisce sempre e comunque a qualsiasi azione che perturba il suo stato con una contro
azione di segno contrario.

La distinzione fra “pulsazione” e “riempimento” ci consente di comprendere meglio il


funzionamento di alcuni dispositivi tecnici come ad esempio un motore elettrico o un apparecchio
elettrico qualsiasi.

Ci piace ricordare che anche Tesla parlava di questo argomento. Tesla ha espresso la sua opinione
riguardante l’Etere nel suo documento “Man’s Greatest Achievement” pubblicato agli inizi del 1900
da cui abbiamo estratto una parte del suo pensiero.

…… molto tempo fa l’uomo ha riconosciuto che tutta la materia percettibile deriva da una sostanza
primaria che ha una sottigliezza oltre la concezione la quale riempie tutto lo spazio.
Chiamata Akasa o Etere luminifero la sostanza agisce come vivificante o forza creativa la quale
con cicli senza fine produce tutte le cose e i fenomeni che percepiamo…..

Quando l’uomo imparerà a controllare questo grande e più imponente di tutti i processi in natura
egli potrà sfruttare le sue energie inesauribili……
……Allora riuscirà a creare e annientare la Materia, oppure farla aggregare secondo il suo
desiderio.

STRANE PROPRIETA’ DEGLI SPECCHI


DI KOZYREV
24 dicembre 1990 h 19:00  quartiere  Dikson vicino al circolo polare.

Nel dispositivo  dello specchio è disegnato un antico simbolo  di trinità che rappresenta il passato il
presente e il futuro. Tre cerchi contenuti in un a sfera.

Quello che è successo  in seguito ha lasciato stupiti gli scienziati. Attorno al dispositivo dello
specchio si è formato un forte campo:   un campo di paura. Chi si avvicinava allo specchio era
immediatamente preda di un ingiustificata paura e se si allontanava  la paura spariva.

Le prime manifestazioni di paura sono avvenute nel mezzo della notte del 25  dicembre.

Inoltre, in modo inaspettato, dallo spazio dentro allo specchio gli scienziati hanno notato un
bagliore inaspettato  e  luce. L’ago della bussola ha cominciato a girare attorno impazzito e i
testimoni che erano in a strada hanno parlato di strane luci polari, come un’aurora boreale sopra
alla zona, causata dalle operazioni con gli specchi. Oltre a questo non appena iniziarono gli
esperimenti, nel luogo dove questi si svolgevano,   è apparso un oggetto misterioso sopra al
villaggio.  Si trattava di un disco luminoso che aveva dietro di se una lunga coda di luce.  Le 8
persone nel gruppo che lavoravano su questo progetto  sono stati testimoni degli strani eventi che
si sono verificati non appena sono iniziate le operazioni con gli specchi Kozyrev.

Quando si è interrotta  la sperimentazione il disco misterioso è sparito lasciandosi dietro però la


scia luminosa.  I misteriosi avvenimenti sono tuttora inspiegabili.

un’interpretazione è che il simbolo dentro al dispositivo a specchio   risponda in qualche modo con


il campo di informazione della terra.

(leggi anche sugli esperimenti di A. Trofimov)

Il segreto degli specchi concavi

212 BC centinaia di piccoli soli  illuminarono tutto ad un tratto le mura della fortezza . All’inizio
erano solo  dei riflessi ma poi successe l’impossibile.  Le barche della flotta romana  che stavano 
andando verso Siracusa, una dopo l’altra immediatamente iniziarono a bruciare come torce. I
romani fuggirono nel panico.
L’ideatore di tutto questo era un matematico il grande Archimede aveva costruiti la sua nuova
brillante invenzione. Si trattava di specchi concavi vatti da molti piccoli specchi.

Al giorno d’oggi specchi di questo genere sono usati normalmente nei telescopi nelle batterie solari
e nei pannelli solari etc.

Questi possono focalizzare una grossa quantità di energia luce e calore.

I Maghi hanno sempre ritenuto che gli specchi concavi focalizzassero l’attenzione per vedere il
mondo astrale, migliorando le capacità di chiaroveggenza dell’uomo.
E per questo essi  fissavano  nel fondo della ciotola aspettando di avere manifestazione e  immagini
meravigliose del passato presente e futuro.

Tutto può essere rilevato dall’osservazione

In modo incomprensibile centinaia di anni fa Roger Bacon così facendo,  ha visto varie immagini.

Nel lontano tredicesimo secolo egli predisse l’invenzione del microscopio e del telescopio, delle
auto, delgi aerei delle navi a motore. Duecento anni prima dell’invenzione della polvere da sparo
egli scrisse la sua composizione e le sue conseguenze. Sapeva molto prima cose che la scienza
doveva ancora scoprire.  Conosceva la struttura biologica delle cellule e il processo di formazione
embrionale.  Da dove veniva questa conoscenza?  Si dice che il monaco imparò queste cose con
l’aiuto di uno specchio misterioso.

Lo disse Bacon stesso “l’ho visto su uno specchio concavo”

Le stelle in una forma a spirale che si trovano tra il busto di pegaso, androdmeda  e la testa di
kasiopea.

Informazioni che sarebbero state viste 400 anni dopo con la scoeprta della nebulosa a spirale di
andromeda

Il grande scienziato medioevale provo a combinare fisica e magia, medicina etica matematica e
visioni mistiche.

Facendosi naturalmente un sacco di nemici sia scienziati che persone di chiesa.

La storia è mantenuta negli archivi .

Egli fece due specchi all’università di Oxford, in uno in qualsiasi momento poteva accendere una
candela  e nel secondo poteva vedere cosa stavano  facendo  le persone in qualsiasi parte del paese.

.Esperimenti con i primi studenti risultarono nella perdita dei loro specchi. Dedicavano più tempo
alla luce delle candele che a studiare sui libri.  Per questo ci fu un accordo con l’università di
distruggere entrambi gli specchi.

Come riusciva a superare i confini del mondo  per vedere cose inaccessibili normalmente all’occhio.

Sembra che lo specchio agisca su speciali zone psicofisiche che si attivano in stati alterati di
coscienza .

In questi stati differenti le persone non rispondono più alla realtà che li circonda. Entrano in uno
stato alterato di consapevolezza . Le sue capacità si estendono oltre alla materia e riescono  ad
avere accesso a tutte le informazioni

Per avere le giuste risposte bisogna risuonare e sintonizzarsi su un problema specifico


Si ritiene che l’uomo possa  in questi casi entrare in collegamento con una banca dati , e facendo
una domanda specifica egli riceva una risposta auto  da questo sistema per ricevere una risposta.

Dai tempi antichi In una situazione simile le persone sono introdotte deliberatamente usando 
svariate tecniche e capacità tra le quali quella di usare superfici di specchi.

Negli anni recenti gli scienziati russi hanno concluso dopo sperimentazioni che gli stati alterati di
consapevolezza  possono avvenire sotto influenza  di appropriate configurazioni di specchi.

Prima di tutto in uno specchio concavo si  focalizza l’energia invisibile e si attivano appropriate aree
del cervello cheportano il cervello umano a diversi stati di consapevolezza.

Questa situazione non è rara, ma è spontanea e involontaria nelle persone.

La visione della natura fa si che si possa entrare in contatto con la mente cosmica.

E’ possibile che il ruolo speciale avuto dalla forma  del cranio umano nel quale c’è in un certo senso
una specie di specchio concavo.

Alcuni ritengono che il teschio circondato dal tessuto interno possa giocare il ruolo di risuonatore.

Ma cosa succede dentro al cranio in uno stato alterato di coscienza?

Nel laboratorio di Ulnik joken (ndr probabilmente il nome non è completo)   sono stati eseguiti
esperimenti per valutare   capacità estrasensoriali, sciamanesimo e chiaroveggenza con persone
particolarmente dotate. E’ successo che l’attività del cervello di queste persone agiscono in modo
molto diverso dall’attività del cervello normale.  Con moderni sistemi che riuscivano a vedere come
lavorava il cervello in differenti stati coscienza.

Punti luminosi mostravano nello schermo le aree più attive del cervello . in uno stato normale
l’immagine sembra ad un cielo stellato.
Ma in stati di coscienza alterata le stelle cominciano ad accumularsi per formare delle dense nuvole
di forme differenti. Questi punti luminosi si raggruppano formano isole a forma di differenti canali.

La concentrazione si focalizza su specifiche forme . Questi ricercatori russi hanno fatto per primi al
mondo questa scoperta. Si possono considerare attività del  cervello simili che portano come
risultato uno specifico stato della mente.  Questa scoperta ha portato un idea allettante, provare ad
attivare certe aree del cervello cambiando le proprietà riflettenti del cranio umano e In questo
modo riuscire a risvegliare  dei poteri supernaturali dell’uomo antico . Guardando bene questa idea
non è così originale, infatti nel passato non era un abitudine così strana:

Questo veniva fatto su bambini di tutti i continenti, dove si deformava artificialmente il cranio nel
tentativo di avvicinarsi o di somigliare a Dio.
Per alcune di queste teste di cui  gli archeologi hanno trovato resti  con crani particolarmente
deformati o allugati si presume che essi avessero ben sviluppato l’intuizione e i sensi telepatici ed
altre possibilità

Forse  è per questo motivo che gli antichi egizi i mai e altri popoli forse a causa dei loro governanti
inventarono un incredibile nuovo strumento per la testa.

Simili crani sono stati trovati dagli archeologi principalmente in tombe dei preti, che forse
sapevano come creare in modo specifico delle attività in certe aree del cervello incrementando le
capacità paranormali legati a profezie doni telepatici e ipnotizzazione.

O forse lo stesso effetto può essere raggiunto con altri mezzi…


Guardando ai copricapi del clero ciascuno ha il suo carattere (modello)

La tiara, il mitra la corona. Alcuni credono che l’apparenza e la bellezza della costruzione metallica
con pietre preziose serva solo come decorazione, ma anche come scopo personale.

La distribuzione dell’energia nel cervello umano


Essi sono in grado di risvegliare le capacità soprannaturali dell’uomo.

Conoscete lo scienziato di Pietroburgo  Aleksander Barchenko?

E’ difficile da dire ma ancor prima della rivoluzione lui aveva condotto degli esperimenti.

Di trasmissione di pensiero a distanza usando elmetti telepatici che aveva inventato lui stesso.
Speciali strutture riflettenti fatti di vari metalli. Si deve ricordare che gli esperimenti di Barchenko
diedero stupefacenti risultati.
Presentando immagini telepatiche ottenute con il 100% di compatibilità.

GLI SPECCHI DI KOZYREV

E’ stato probabilmente l’esperimento di Barchenko a portare  agli eventi che sono avvenuti in
Siberia negli anni 80. Anche i ricercatori siberiani hanno deciso di usare uno specchio concavo per
attivare abilità supernaturali, non  focalizzandosi  solo sulla testa ma anche su tutto i loro corpo.
L’ispirazione per questo tipo di esperimento fu data da un idea dell’astrofisico Kozyrev (1908-
1983).

Egli prevedeva  la presenza di uno “spazio” speciale nello spazio, un flusso pieno di energia
contenente informazioni.  Sperimentazioni scientifiche provarono che questo flusso può essere
assorbito riflesso e focalizzato.  Risultò che il materiale che ha la più grande capacità riflettente è
l’alluminio.  Le idee di Kozyrev  furono riprese dagli scienziati di Novosibirsk, che costruirono uno
speciale strumento che chiamarono Specchio di Kozyrev
(http://en.wikipedia.org/wiki/Kozyrev_mirror).  Sulla base delle idee di Kozyrev  a Novosibirsk si
costruirono  degli strumenti  a forma di un cilindro di alluminio.

Ne è  risultato che il cilindro di alluminio in questo modo riflette e focalizza l’energia , e questa idea
iniziale di specchio è stata chiamata specchio di Kozyrev. Questo sistema fu seguito da una seconda
serie di specchi che fu spostata a Dikson.
Fu fatta una versione diversa di questi specchi:  verticali orizzontali a spirali e che giravano a destra
o a sinistra.  La scelta della configurazione dipendeva da cosa si voleva ricercare con l’esperimento.
Lo scopo che era stato scelto dai rircercatori di Novosibirsk era molto inusuale.  Essi cercavano di
intercettare flussi di informazioni nella vasta aria del pianeta.  Il metodo è semplice, veniva chiesto
ad un operatore all’interno dello specchio Kozyrev di spedire nello spazio informato specifici
simboli grafici. Mentre il secondo uomo  a molta distanza doveva ricevere questo messaggio.  Per
questo scopo  furono  stabiliti dei   simboli particolari in modo da facilitare la localizzazione  da
dove venivano spediti i messaggi  così  il rispondente poteva  ritrovarli.  Si trattava di una specifica
serie di 77 simboli e segni di varie culture e nazioni,

Quindi su un computer veniva visualizzata una serie di questi simboli in modo casuale.

Il computer generava una serie di tre o cinque simboli  che  venivano mostrati all’uomo all’interno
dello specchio e lui doveva pensare di spedire queste informazioni  nel campo del pianeta.
Egli non sapeva se questa cosa avrebbe funzionato e non sapeva neppure a chi o cosa avrebbe
dovuto spedire queste informazioni.  Il messaggio dalla zona polare di Dikson sarebbe stata
amministrati in punti diversi dell‘unione sovietica per un anno e mezzo, si trattava di un compito
complicato.  I messaggi venivano spediti da due posti da Dikson e Novosibirsk e ricevuto in vari
punti in europa, Asia e America.  Erano coinvolte molte persone, si parla di 5000 persone  da 12
paesi diversi.

E’ stato il più grande esperimento di sincronizzazione del pensiero mai realizzato.

I risultati superarono  le  aspettative de i più grandi i scettici. Nella maggior parte dei casi le
informazioni delle  forme pensiero spedite erano esattamente corrette dopo aver viaggiato per
migliaia di kilometri.

Il numero di ricezioni dei simboli corrette fu del 95%.   Un tale numero di coincidenze non poteva
essere casuale. Fu dimostrato al mondo con un  nuovo metodo di  prova scientifica che esiste uno
spazio informato.

A seguito di questo esperimento gli psicologi urali hanno così posto le loro speranze sugli specchi di
Kozyrevin  di Novosibirsk ma in  modo differente.  Sapendo come erano costruite queste strutture
hanno  deciso di  modificarli, inotre  anziché utilizzare l’alluminio hanno optato per una lega
particolare   di acciaio.

Gli specchi di Kozyrev degli urali sembrano più alla tiara papale  ma molto più in grande
Non c’era niente di molto complicato nella costruzione, ma il risultato che questo aveva nell’uomo
era di grande interesse per i ricercatori. Cominciarono subito ad esserci degli effetti  e a succedere
cose stupefacenti alle persone che vi entravano.

Una delle configurazioni previste è  stata quella di uno specchio orizzontale a forma di cilindro in
cui viene fatto coricare una persona. I soggetti che hanno  provato questo tipo di specchio  hanno
raccontato di strane sensazioni. Tra le varie esperienze vediamo alcune  testimonianze:

 qualcuno ha parlato di un benessere generato da un flusso di energia originaria, un’energia


pulsante che si addensava e poi tornava ad espandersi.
 altri hanno descritto la sensazione come un effetto di calore; un sentimento di vibrazione
dell’intero corpo e di ogni singola cellula. In ogni caso una sensazione molto confortevole e
piacevole.
 Altri hanno avuto esperienze di volare in piedi verso l’alto sempre più in alto fino a volare
nell’universo tra stelle immense incredibilmente belle.
 Qualcuno si è visto circondato da  una grande cupola rossa. Ritrovandosi in un posto dove
tutto era diviso come su una scacchiera, e si vedeva circondato da complessi geroglifici rossi .

Chi ha avuto l’esperienza di stare negli specchi ha riportato dei segni molto profondi, e delle nuove
capacità straordinarie.

– una persona ha detto che dopo essere stata nello specchio ha presentato delle interessanti
capacità. Ha iniziato a sentire i confini delle cose viventi e inanimate. Queste impressioni e
sensazioni sono state poi confermate  da opportuni dispositivi.   Esiste infatti un dispositivo che
misura i confini dei campi energetici umani e incredibilmente le rilevazioni fatte con questo
dispositivo  hanno confermato al centimetro le impressioni provate dal soggetto.  Si tratta di una
conoscenza conscia che deriva direttamente dal lavoro dentro allo specchio.

– una persona che è stata cinque volte nello specchio ha detto che a seguito di queste esperienze ha
avuto un’apertura delle capacità intuitive.  Sapeva esattamente quello che le stava succedendo
come se qualcuno la stesse aiutare a prendere le decisioni della vita, aumentando le proprie
comprensioni  di tutto e  del fatto che la vita non è solo ciò che è visibile.

La natura del fenomeno degli specchi è un grande quesito per gli scienziati. E’ chiaro che nello
spazio concavo degli specchi influenza i  nostri meccanismi del sonno. La scienza deve ancora
spiegare come funzionano questi meccanismi e come sono collegati al campo delle informazioni.
L’uomo all’interno dello specchio concavo acquista speciali conoscenze.   Si tratta di un tipo 
esperienze  che hanno una forma simbolica. Questo simbolismo può essere molto profonda e
personale

Cose di cui gli uomini alla fine non sono consapevoli.

Abbiamo per esempio  l’esperienza di una persona che ha provato la sensazione di essere un pesce,
si trattava di una sensazione positiva in cui essa si sentiva bella e luccicante, e allo stesso tempo
manteneva la consapevolezza di essere se stessa. Racconta come questa sensazione l’ha resa più
consapevole e più a suo agio  anche nella sua vita ordinaria, perché più in controllo del suo destino
e delle sue capacità.  Il pesce rappresentava per lei in questo senso la sua voglia di esplorare nuove
situazioni e la sua voglia di  conoscere soprattutto  nel  suo movimento verso l’alto verso la luce
solare.

Questo tipo di fenomeno può essere spiegato in molte maniere, come autosuggestione,
visualizzazione causata dall’apertura di alcune zone nascoste della complessità del subconscio
(dovute all’ansietà).

Questo è l’approccio tradizionale e ci sono casi in cui questo approccio non può essere spiegato, ed
è questo quello che è successo per tre settimane  nella zona  polare di  Dikson.  Entro gli specchi di
alluminio di Kozyerev si è creato un vero spettacolo.

Lo spazio si era riempito di luce e sono apparse masse luminose con segni e simboli che potevano
essere ammirati da tutti.  Si trattava di simboli reali e visibili che continuarono a essere visibili per
parecchio tempo dalle 9 alle 16 ore.  Non si tratta di una sensazione soggettiva delle persone che
vedevano questi caratteri. Non era una cosa interiore della consapevolezza, ma si trattava di una
cosa oggettiva e  reale. Ciascuno dei ricercatori che entrarono negli specchi senza avere parlato o
avere avuto contatti tra di loro, riportava gli stessi simboli che erano visibile nello spazio degli
specchi

Incredibilmente persone diverse vedevano esattamente gli stessi simboli. Poi nel giro di qualche
ora il numero di simboli  in un certo senso diminuirono, ma la struttura simbolica rimaneva una
struttura stabile.
 

Per sei mesi sono state registrate come si sono  succedute  le serie dei simboli. Si trattavao di più di
2000 simboli e segni simili. Percepiti indipendentemente  da ciascuna delle differenti persone, il
che significa che si tratta di una realtà oggettiva. Il dipartimento di storia e linguistica dell’istituto 
siberiano dell’accademia russa sapeva che l’80% di questi simboli, risultava che essi appartenessero
a varie antiche civiltà. Simboli che possono essere trovati sui megaliti, sulle pietre e sui mosaici di
roccia.

Dopo  qualche anno  nel 1997 gli scienziati do Novosibirsk hanno compiuto  gli esperimenti locali
con  amici inglesi.  A parte il misterioso Stonhenge  oltre duecento persone  hanno cercato di
ottenere informazioni che erano state  spedite dagli specchi di Kozyreve di Novosybirsk. Si trattava
dei simboli sumeri che provenivano dalle tavolette di argilla. Gli inglesi hanno adottato questi
simboli
 

IL VIAGGIO NEL TEMPO

Pertanto, per  gli esperimenti con gli specchi gli scienziati di Novosybirsk hanno scelto la zona
polare Dikison e sapevano anche che cosa li aveva spinti a lasciare il  laboratorio attrezzato per
andare  nella zona di  permafrost  che si puo trovare sulla mappa.   I ricercatori erano interessati
sulle informazioni  del passato del nostro pianeta.  In questa situazione sono statati studiati i
comportamenti degli specchi di Kozyrev sul ghiaccio eterno.  Ottenendo informazioni relativi a
conoscenze molto profonde.  Queste informazioni sono state tenute nel ghiaccio per dozzine
centinaia e migliaia di anni .

Quando l’acqua si trasforma in ghiaccio è il ghiaccio diventa  il guardiano di queste energie

Gli scienziati speravano che usando gli specchi di Kozyrev  potevano mostrare  il passato.

In un esperimento i simboli sono inviati da una persona all’interno dello specchio di Kozyrev in
Dikson . Mentre i riceventi erano dei ragazzi dei villaggi della costa  che si trovavano a 400 km da
Dikson.   Ai ragazzi fu chiesto di disegnare cosa si era  creato nella loro mente durante le sessioni.
Tutti i ragazzi erano isolati tra di loro e non sapevano niente sui simboli che stavano vedendo. I
risultati eccedevano tutte le aspettative. Il  numero simbolico 63 aveva causato nelle menti  di molti
ragazzi uno stesso disegno.

La tenda tradizionale che si usava nel nord

Un ragazzo che discendeva da una dinastia sciamanica diede delle immagini più dettagliate. Uno di
loro disegnò lo “stato sciamanico” un posto rituale sul fiume, dove una volta abitava solo uno dei
suoi bisononni, uno shamano

E per la nipote di un altro famoso shamano  ha ben raffigurato  il simbolo  n. 32 rappresentante
un disegno di tre  cime di montagne che non aveva mai visto,

Si ha l’impressione che  gli specchio attraverso i simboli riescano a  recuperare  parte delle antiche
informazioni e i bambini discendenti degli antichi abitanti della regione polare hanno visto molto
lontano nel passato e le persone che furono in quel posto .
La loro coscienza si è trasferita nel medio evo e  anche alcuni anche prima.

Anche chi ha fatto delle esperienze all’interno degli speciali  specchi di Kozyrev  nelle
configurazioni previste dal prof. V Trofim , che bloccano il campo magnetico terrestre ha avuto
visioni di altri tempi.

Abbiamo l’esperienza di una studiosa di storia che dice di avere  visto un uomo, l’immagine di un
uomo , un uomo vestito molto bene come un guerriero.  Aveva in testa una cosa simile ad un elmo 
riccamente decorato nella parte esterna con della pelliccia .  Quando si è chiesta chi fosse, ha  avuto
immediatamente la consapevolezza e la   risposta che si trattava di Genghis-khan.  Egli stava con un
altro uomo, e  ha avuto l’informazione che questo uomo era un astrologo. Si trattava di uno speciale
aiutante di Genghis Kan che lo  stava assistendo  per  stabilire l’impero. Questa immagine e queste
informazioni erano molto in linea con il tipo di  esperienza  personale del soggetto.

Un altro soggetto che ha deciso di stare alcune ore dentro agli spedcchi si è visto come  soggetto che
pateciipava a degli eventi  che sono successi nell’impero romano. Egli ha descritto il corso degli
eventi a cui ha partecipato.

Il viaggio nel tempo in questi casi è in un certo senso spinto dalle esperienze personali e dalle
attitudini e desideri del percepiente.

Queste immagini dal passato non sono spiegabili. E non si può sapere se sono vere .

Un soggetto aveva dei problemi nella famiglia in particolare con suo  figlio e   con il proprio nipote.
Aveva una domanda a tal proposito a cui aveva bisogno di dare una risposta.  Quando si fece questa
domanda si ritrovò in mezzo ad una  una chiara giornata d’estate con dell’erba in mezzo al verde. Si
trovava da una parte come osservatore dell’immagine.  Vedeva solo il nipote e il figlio. Stuperfatta
stava guardando la casa ma sapeva che il figlio non aveva una casa ma solo un appartamento a
mosca, non aveva neanche un piano per avere la casa. Letteralmente in pochi mese si spostò
esattamente in questa casa. Il problema di cambiare abitazione era collegata alla salute di suo
figlio.  Ad una specifica domanda corrispondeva una specifica informazione.  Certo si puo trattare
di una casualità, ma quante casualità sono avvenute di questo tipo.

Gli scienziati di Novosibirsk hanno trovato qualche cosa di simile nel lontano nord durante
l’esperimento delle immagini mentali spediti dalla città di Dikson e il villaggio che porta lo stesso
nome della terra.

Entrambi i gruppi erano negli specchi di Kozyrev . mentre la trasmissione sincronica veniva
ricevuta  un terzo di tutto i simboli.

I due terzi sono stati persi . La matrice era memorizzata nell’ora 1,3,5,7 per qualche ragione un 
gruppo di caratteri arrivò molto tardi. Sembrava che tutto il tempo il pensiero dei messaggi fosse
memorizzato in qualche luogo.

Ma dove? Non c’è una risposta razionale di questo fenomeno . ma questo non basta.

La vera sensazione doveva ancora arrivare. E l’un terzo poteva essere trovato in anticipo.

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