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DI CRISTINA BUCALA'
IL PARADOSSO DELL'INTEGRAZIONE
sociologia.
Nel libro l'autore inserisce una serie di paradossi riguardanti l'integrazione in Germania.
Inizia (con il primo e principale paradosso del libro) sostenendo che se l'integrazione o
l'inclusione o le pari opportunità avranno successo, la società non sarà affatto priva di
Dopotutto i conflitti sorgono perché due parti che prima non avevano nulla a che fare
Quindi i conflitti, per lui, non sono il male ma sono un'espressione di richieste, requisito
fondamentale per far si che la società cambi, per farla progredire ed innovare.
molto più alte rispetto al passato, sia per quanto riguarda il lavoro che per la formazione
e per la partecipazione politica.
Un esempio che l'autore fa è la disputa per il velo delle donne musulmane: non era un
stato quando alcune vollero esercitare professioni pubbliche come quella di insegnante o
avvocato.
Il fatto che l'integrazione in Germania sia spesso vista come problematica o addirittura
Mentre una parte della popolazione di lunga data si aspetta che gli immigrati si adattino,
Man mano che la società migliora, le aspettative crescono, difatti sempre più persone
anche questo un paradosso ma è proprio grazie al fatto che sempre più persone sono
L'autore usa la metafora del tavolo per spiegare il cambiamento della società tedesca
negli anni.
ai figli dei migranti viene dato un posto a tavola e un pezzo di torta e poi quando
arrivano i nipoti dei migranti non solo pretendono di sedersi e mangiare la torta ma
vogliono anche decidere in insieme agli altri quale torta mangiare.
La prima generazione infatti ha accettato di non partecipare perché il loro intento non era
quello ma semplicemente di essere considerati degli ospiti lavoratori, che in larga parte
inizialmente bramavano di tornare nella loro terra di origine appena possibile, mentre le
altre due generazioni si sentono già tedeschi perché ci sono nati, quindi si considerano
permanente dal tavolo favorisce la probabilità di cadere nel crimine e nella violenza.
Un'altra metafora che descrive la situazione dei tedeschi nei riguardi dell'integrazione è
quella dell'arrampicata in montagna: c'è sempre una fase intermedia della sofferenza
Alcuni vogliono tornare indietro anche se non sanno quanto sia limitato laggiù (in
quanto la Germania degli anni '60 era troppo autoritaria e chiusa), altri che invece
alimentando il nazionalismo.
Invece di desiderare una “cultura guida” ora sarebbe il momento di definire le regole per
“una cultura del dibattito” di crescere insieme, di costruire un nuovo “noi” che rispetti
Tutto ciò non vale solo per gli immigrati ma più in generale anche per le donne, disabili,
omosessuali.
L'apertura interna ed esterna porta a tendenze verso la chiusura quando essa raggiunge i
suoi limiti(confini) che sono necessari in quanto senza di essi non ci potrebbe essere un
La globalizzazione e/o i migranti non possono essere considerati motivi della perdita di
tradizioni.
I migranti infatti, essendo tali, hanno dovuto accantonare i loro valori e le loro tradizioni.
Per il resto la globalizzazione non centra in quanto siamo noi che modelliamo insieme il
Lo vede come una ribellione contro la generazione di genitori meno religiosi nelle
Il salafismo unisce due cose che attirano molti nella nostra cultura: nostalgia e
Secondo lui, le donne del movimento trovano attraente muoversi in una scena in cui le
regole sono tanto rigide per gli uomini quanto per loro.
L'attrattiva del salafismo è una sorta di ribellione contro le norme più liberali della
società.
Gli uomini provocano con la barba, abiti classici, usano espressioni arabe.
Ci sono anche casi limite, a volte non è chiaro: è una barba hipster moderna o una barba
salafita? Diverse culture giovanili possono operare con gli stessi simboli.
L'ALTRO – di R. Kapuscinski
Nel suo saggio raccoglie 4 conferenze tenute da egli nel 2004 che raccoglie il suo
testamento spirituale come reporter, dato che per lavoro ha sempre viaggiato.
La definizione di altro può essere usata per indicare una diversità di religione, sesso,
nazionalità.
K. la usa per distinguere gli europei occidentali bianchi dagli extraeuropei non bianchi,
consapevole del fatto che questi ultimi possono riferirsi ai primi come “altri”.
Queste persone incontrate si compongono di due parti: una è uguale a noi con le sue goie
e i suoi dolori, l'atra parte invece è quella portatrice di caratteristiche razziali, culturali e
religiose.
Non tutte le civiltà hanno mostrato di voler conoscere il mondo esterno, infatti solo in
Infatti come afferma Erodoto, i greci, pur identificando come barbari chiunque non
Secondo Erodoto per conoscere se stessi bisogna conoscere gli altri, attraverso il
Sempre secondo egli la xenofobia è la malattia della gente spaventata dalla diversità
dell'altro, afflitta da complessi di inferiorità e dalla paura che si rifletta nella cultura
altrui.
Secondo Von Haller il pregiudizio può essere sconfitto dalla conoscenza di opinioni e
fase dei mercanti e degli ambasciatori, nella quale si entra in contratto per vie
commerciali
fase dell'illuminismo nella quale si inizia l'apertura verso l'altro e si tenta di capirlo.
1) fase degli antropologi, nella quale nasce l'interesse a conoscere l'altro accettando la
* s. dei diffusionisti/antiglobalisti, che vedevano gli altri come folla multiforme dove
Tuttavia questa ricerca aveva dei punti deboli, cioè il fatto di studiare una sola tribù e
quindi di non avere traccie delle altre e il fatto di studiarla non tenendo conto dei
2) Fase di Lévinas, che evidenzia il singolo in quanto individuo e il dovere verso di egli
di assumercene la responsabilità, compiendo uno sforzo, un desiderio di incontrarlo,
altrimenti ci sarebbe spazio solo per l'indifferenza. Osservazioni critiche a Levinas= dice
che uomo solo è più umano di quello inserito nella folla e “l'altro” di cui parla è bianco
3) Fase multiculturale, che inizia a fine 20esimo secolo in cui si passa dalla società di
massa a quella planetaria, finisce l'epoca dei colpi di stato, regimi militari e inizia l'epoca
della democrazia.
delle disuguaglianze (che gli individui ora vogliono assolutamente superare) si sta
verificando una febbre migratoria che porta ad un crescente rapporto con gli altri.
una parte li cerca perchè non può vivere senza di loro, dall'altra li guarda con diffidenza.
Se è vero che per “noi” “loro” sono gli “altri” allora per loro l'altro siamo noi.
La prima cosa che salta agli occhi quando consideriamo l'altro è il colore della pelle, poi
Tutti e tre hanno in comune una forte carica emotiva, difficile da controllare e per questo
avvicinamento.
Nell'incontro con l'altro può accadere di arrivare al conflitto (che è una sconfitta per tutti
in quanto l'uomo si rivela privo di empatia) , può accedere inoltre che la tribù decida di
cultura cinese) che ha scritto numerosi volumi dedicati alla comparazione della cultura
Jullien, convinto da tempo che la Cina rappresenti un'alterità radicale all'Europa, con il
suo lavoro cerca di superare l'indifferenza che essi intrattengono tradizionalmente l'uno
rispetto all'altro, per potersi finalmente chiedere che cosa accade al pensiero se si
pregiudizio perchè non c'è nessuna cultura primaria che può essere utilizzata come base
Jullien parla di una “decostruzione da fuori” che ha lo scopo di far emergere le fecondità
(produttività, risorse) delle culture: invece di considerarle dalla prospettiva delle loro
identità e delle loro differenze, fa lavorare degli “scarti” (in senso matematico), aprendo
reciproca.
Lo “scarto” infatti genera un “tra” che può svelare un'alterità in grado di far emergere
qualcosa di comune.
Per Jullien la filosofia greca si è sviluppata imponendo delle differenze perciò essa può
diverso.
Le trasformazioni del nostro pianeta sono cosi enormi e profonde che ci costringono tutti
innescato dall'odierna globalizzazione che sta ormai invadendo ogni settore della nostra
Il suo libro è una interpretazione personale de Qoèlet, un testo contenuto nella Bibbia
ebraica e cristiana che Bruni fa diventare uno strumento per porci delle domande e darci
Il testo Q. impedisce alla Bibbia di diventare un'ideologia, che è il male per la fede, in
quanto l'ideologia “cede” sempre nell'idolatria, ovvero nella “sostituzione” di Dio con
qualcos'altro che prende il suo posto e valore. (es. l'idolo del denaro).
Ed oggi può essere considerato un antidoto contro la nuova (-antica) idolatria che sta
invadendo ogni settore come la politica, le imprese, la Chiesa, senza trovare resistenze.
Qoelet è stato scritto in Israele durante la conquista greca, quando un grande impero
Alcuni intellettuali ebrei erano affascinati dal mondo (greco) e dai suoi valori di ricerca
C'era chi però vedeva in quella “globalizzazione” la crisi della cultura d'Israele.
Perciò Q. è utile anche oggi nella nostra nuova “globalizzazione” nella quale si verifica
La “casa senza idoli” dovrebbe essere la nostra casa liberata dagli idoli(ciò che si viene a
sostituire al vero Dio, cioè ciò che viene visto come una divinità), dalle illusioni
L'autore mette in luce e condanna la logica della “religiosità economica” che vede Dio
come un mercante che si presta allo scambio con il sacrificio di una persona.
Qualcosa di presente in molte culture del passato ma anche del presente è il consumismo
Con ciò oggi è facile dimenticarsi della resilienza, della gratitudine, non considerando un
Oggi, come ieri, la più grande illusione dell'uomo è di “vincere” la morte con la
Nel libro è presente infatti anche il tema del tempo. Oggi, il valore del tempo è cambiato.
È necessario riflettere su questo tema perchè per vivere bene servono anche dei
La cultura della vita deve amare la vecchiaia perchè senza la quale non si può avere un
buon rapporto neanche con la nascita, con i bambini, con la vita in generale.
anziché un'illusione.
lavoro che ci tiene impegnati e ci dà i frutti di cui godiamo e poi nella solidarietà,
condivisione e attenzione verso gli altri (e nel porsi delle domande senza pretendere di
Tutti i suoi titoli ruotano attorno allo stesso tema: l'impossibilità o la difficoltà di
relazione.
E' un neoilluminista perchè crede nella ragione che però nasconde diffidenza.
A. parla dei non-luoghi, nuovi spazi della socialità d'oggi, senza storia, memoria identità
Da una parte li considera spazi positivi perchè il fatto di non avere passato conferisce a
manifestano hanno a che fare per forza con l'acquisto di merce, quindi la socialità qui è
Alla base di tale differenza vi è il tempo, presupposto irrinunciabile per qualsiasi forma
di relazione.
Per questo dovremmo imparare a pensare di nuovo nel tempo, “prendere tempo”,
virtuale di istantanietà che è venuta sostituendosi all'esistenza nel tempo e nello spazio.
sentimento di abbandono e di paura che avvertono i giovani perchè tutto avviene sempre
di più senza contatto umano e in tempo reale, lasciando impotenti.
impiego ogni progetto educativo è destinato a fallire. (Questo infatti va incontro alla
Da questa consapevolezza nasce l'utopia di “un'educazione per tutti” utopia intesa come
qualcosa di fruibile in un futuro (che l'autore, essendo anziano, non potrà mai vedere).
Augè immagina così una società nella quale l'essere umano “planetario”
Il primo passo sicuramente dovrebbe essere quello di assicurare l'accesso alle fonti del
sapere, poiché l'aumento delle diseguaglianze economiche crea ignoranza che può
Il tema della società complessa assume connotazioni che richiedono riflessioni da parte
caratterizzato in modo particolare gli anni 80 del 900. Un primo aspetto da analizzare
riguarda la natura stessa della globalizzazione e la sua origine, come un fenomeno legato
globalizzazione:
negativi;
odierne per cui incide in maniera contraddittoria e conflittuale. È un fenomeno che porta
con se delle criticità e dei rischi connessi ai benefici: l’emergenza di un nuova forma di
malattia sociale diffusa soprattutto tra i giovani. Essendo la società liquida, anche
differente rispetto al passato in quanto coinvolge l’essere umano più da vicino nascendo
che coinvolge la sfera personale e i cambiamenti psichici del singolo. Quindi, prendendo
produce angosce, la paura invece deve avere una conoscenza alla base. Il compito dello
stato era quello di esorcizzare la paura. Questo atteggiamento porta all’isolamento e tale
intesa in termini in chi detiene il potere economico, ovvero un’ élite che definiamo
finanziario globali, persegue degli obiettivi di interesse come l’abbattimento del sistema
dei diritti sociali e dei lavoratori. La globalizzazione e le nuove esigenze di accumulo del
instaurare all’interno dei luoghi di lavoro e tra lavoratori, finendo per minare le pratiche
di vita e la qualità della vita dei soggetti. Un’ulteriore rischio riguarda il rapporto tra
valori e oggi si dimostra bloccata, formale e senza strumenti. Gli altri fenomeni connessi
scelte morali. Ci troviamo in una società senza “centri” in cui ognuno è chiamato a
filosofo Morin esprime una forte critica alla società moderna e alla sua impossibilita di
progresso. In ambito educativo, la complessità, che per sua natura è creativo perché apre
ha indotto il soggetto a credere che la complessità sia un modo di intendere la realtà a cui
egli però non ha accesso, poiché il sistema educativo lo ha preparato a pensare per
nei contesti educativi e attraverso tutti i media. La forma di intelligenza cieca, che Morin
descrive, chiama in causa il sistema educativo e i soggetti che ne fanno parte. Questo
tipo di intelligenza non creativa produce un pensiero anch’esso sconnesso dalle altre
forme di conoscenza. È quindi complessa, non lascia spazio alla critica, non crea
strutture di pensiero. Si delinea quindi una nuova forma d’essere al punto che il soggetto
interiorizza queste modalità come universali, applicabili a tutti i contesti ma che in realtà
sono decontestualizzate e slegate le une dalle altre, cioè fini a se stesse. La teoria di
Morin si potrebbe applicarla anche in tutti quei campi della vita che non sono
dovere di essere un’individuo critico, quindi di possedere una struttura di pensiero che
gli permetta di spaziare tra le sue conoscenze per poter agire in maniera critica e
cosciente in quanto la sua naturale evoluzione è essere cittadino, cioè membro di una
società che lo comprendo. Per fare ciò l’uomo ha bisogno di essere educato e formato.
incertezza non a causa delle istituzioni educative in quanto tali, ma a causa degli
Bauman descrive il fenomeno come una modernità liquida, per spiegare la situazione di
la società anche l’individuo è liquido, si sente smarrito perché perde riferimenti valoriali.
soggetto. Il pensiero di Bauman richiama alla mente l’idea di una crisi axiologica della
ridotto da una parte la capacità del soggetto di sperare e scegliere in maniera critica,
dall’altra ha reso più complessa la struttura sociale. La società cosi strutturata rende le
L’individuo vive in una situazione di incertezza costante, che lo priva della progettualità,
della speranza verso il futuro e vero l’altro. L’assenza di progettualità e l’aumento della
che più contraddistingue la società del XXI secolo. L’anali dal punto di vista culturale
diventa centrale nella ridefinizione di una nuova società. Partendo dalla cultura e
confronto con le diversità, si offre agli uomini la possibilità di reinventare e creare una
nuova società. È un processo che parte dal singolo soggetto ma allo stesso tempo da tutta
la comunità visto il carattere globale del cambiamento che non è riducibile solo
condivisione di spazi e tempi tra diverse soggettività che coabitano, ma che non
dialogano, per produrre un nuovo concetto axiologico fondato sulla relazione con l’altro
mediante l’esercizio di decostruzione che è un processo iniziato alla fine dell’ 800 da
Nietzsche poi ripreso da Derrida e Foucault. Tale processo si sofferma sul superamento
del logocentrismo nella società occidentale: l’assegnazione del primato del logos si è
convertito in un vincolo dal quale la società non riesce ad uscire. Venirne fuori
problematiche che possono emergere durante l’azione educativa, rilegge questo rapporto
quindi la filosofia dell’educazione stanno soffrendo una crisi che prende avvio da una
di relazione che devono essere socialmente accettate e valide per compiere cosi le
aspettative sociali. Dagli anni 70 ad oggi si sono creati dei modelli di interpretazione
della realtà che cercano di capire da dove provenga questa crisi del mondo educativo:
nel tempo;
• Modello conflittualità che vede appunto nel conflitto tra le classi la vera natura del
problema, spiegando che i processi educativi, messi in atto nelle istituzioni sono
Nell’eta post-moderna questi due modelli non sono più applicabili per cercare di
spiegare la realtà. Cosi prende forma un nuovo modello che sembra proporre una
realtà e per riordinare la società. Questa porta con se due componenti molto importanti:
l’intersoggettivita e l’interdipendenza che favorisce la valorizzazione dell’esperienza ed
avanti è stato fatto a partire dagli anni 90 con la teoria interazionalista-comunicativo che
fonda nella valorizzazione del soggetto e delle relazioni la sua tesi dando importanza alla
nuova forma in rapporto all’educazione viene descritta come un luogo della mediazione
culturale e viene anche definita come una relazione simmetrica dove la comunicazione è
per cui l’educazione ha il dovere di saperla leggere al fine di costruire nuove strategie
d’azione utili per la formazione delle nuove generazioni. Quindi il compito della
disparita tra gli individui che sono la conseguenza diretta di una società capitalista e
all’educazione non sia sfruttabile da tutti allo stesso modo. Per poter creare le condizioni
è fautore di una scuola popolare, sostenuta da nuovi valori e nuovi contenuti come il
lavoro e la vita comunitaria nella solidarietà. Questo cambiamento deve partire da una
riorganizzazione della scuola. Le tecniche devono essere “orientate”, così che il fine
stratificazione sociale, erigendo così un muro tra un ristretto numero di detentori della
conoscenza stessa e la massa, nuovo proletario del capitale mondiale. Attraverso questi
che contrariamente viene legittimata ad essere un bene di luogo a cui solo pochi possono
accedere. In questo modo si delinea un sistema di caste, tale per cui vengono esclusi tutti
naturale, perciò egli è l’unico attore che può intervenire per ridurre le differenze che ha
creato e per fare ciò deve rileggere i bisogni della società nell’ottica del bene comune.
Gramsci sosteneva che la rivoluzione educativa trova le basi nel proletariato. È proprio
da questa classe sociale che dovrebbe iniziare il cambiamento interno alla società,
creando una sua classe di intellettuali. Il cambiamento educativo-politico della società e
e fare i conti con diversi aspetti della società stessa, come per esempio l’ambito
economico, della politica e della cultura. Elemento che unisce queste tre dimensioni
occidentali è l’etica. La dimensione etica deve essere una guida non solo nel mondo
carattere etico dovrebbe delinearsi come una direzione che possa guidare la vita
dell’uomo all’interno dei differenti aspetti cioè quello economico, lavorativo, sociale,
uno dei pilasti su cui si fonda l’idea e l’azione politica. La disuguaglianza sociale,
che non essendo eticamente diretti finiscono per perdersi e destrutturare l’azione
comunicazione, fornendo gli strumenti affinché l’altro possa soddisfare i propri bisogni.
sociali e politiche per delineare un nuovo profilo nelle generazioni future. La pedagogia
deve prendere parte a tale processo, costruendo dei modelli partecipati e offrendo come
educativo che diventa ora quello di contribuire alla formazione di una società con una
come dover- essere della società stessa. L’individuo grazie alla conoscenza è dotato degli
formazione durante tutto l’arco della vita; • L’intensificazione delle misure e delle risorse
quello delle nostre società occidentali, tanto che la sua pedagogia prende vita
livelli oggi è in periodo. L’investimento culturale ed economico per una formazione per
tutta la vita è scarso o in alcuni casi inesistente. Tale atteggiamento rende ancor più
formazione del cittadino è assunto privato e non più dello stato come invece dovrebbe
L’educazione e l’istruzione diventano cosi una merce in vendita nel mercato dove il
potere d’acquisto non è la qualità del prodotto ma, al contrario, una mancanza di
conoscenza che rende il cittadino inattivo dal punto di vista politico. M. Mata
pedagogista spagnola, dice che la città educatrice deve proporre una formazione ai
cittadini in tutti i suoi linguaggi che attraversano il sito spazio sociale. È proprio in
formazione dell’individuo e poi del cittadino. Nella società odierna, si parlano diversi
linguaggi, ed è quindi compito della pedagogia ri-pensare linguaggi adeguati per educare
le nuove generazioni a essere parte attiva della loro comunità. A tal proposito è
importante, per far maggior chiarezza, fare un riferimento alle idee di Marx il quale
sostiene che la questione essenziale per capire lo stretto rapporto che lega il mondo del
soggetto con la società, il lavoro, la politica e l’economica sono da ricercare nel valore e
nel ruolo che ha la prassi. La relazione che si sviluppa tra soggetto e oggetto mediante la
prassi è la conoscenza. La teoria della conoscenza nella tradizione filosofica materialista
viene indicata come teoria del riflesso. La prassi umana deve confrontarsi
necessariamente con il contesto materiale, cioè con i vincoli della realtà sia fisica che
consapevole che i processi di riproduzione sociale hanno un’eco anche nei contesti
porta l’uomo a vivere una trasformazione umana durante tutta la vita e un cambiamento
L’idea dell’educazione come merce di veniva nel mercato viene ripresa anche
• Decentralizzazione si debilita il potere degli stati per far si che siano i mercati
• Privatizzazione che muove dall’idea che l’educazione sia compito della famiglia e non
Altro aspetto dei contesti scolastici è la duale relazione tra mondo del soggetto e mondo
del gruppo o comunità. In questa dialettica prende vita il concetto di “intelligenza etica”
che consente la realizzazione del “buon lavoro”. Il compito della scuola, dunque, è
quello di preparare futuri cittadini che siano in grado di realizzare un buon lavoro. Il
sociale che si traduce in un comportamento, un carattere che coincide con l’agire del
pedagogia moderna si fa spesso richiamo a una struttura di pensiero che sia precostituita
come base per l’intelligenza etica. Per richiamare il carattere etico, bisogna ricondotte
bene, di cui facevamo riferimento prima, non si stingue con i bisogni primari, ma
piuttosto mira alla piena realizzazione dell’uomo e della comunità. L’individuo educato
dovrebbe possedere una capacita critica fondata sulla conoscenza di criteri cosiddetti
nel secolo scorso la visione di Makarenko delineava il ruolo educativo e politica della
educativa consiste nel fare dei giovani dei nuovi uomini, persone che siano un modello
per la società. I fini dell’educazione sono dettati dalla politica, mentre i mezzi
rivoluzione in quanto risponde ai bisogni del popolo per costruire una nuova umanità.
di Freire, cosi come per Gramsci è una formazione di cittadini critici, soggetti le cui
preparano all’azione, alla vita pubblica. L’educazione nel senso Freireano è una presa di
persona. L’educazione deve insistere nella formazione di essere creatori e umili. Questa
subisce o si avvale di decisione politiche e da queste dipende il suo sviluppo nelle varie
pensiero critico, fornendo gli strumenti come ad esempio la conoscenza che renderà gli
nell’individuo una coscienza di se stesso come uomo e poi come cittadino e in ultimo
fornisce gli strumenti utili a comprendere le scelte politiche operate dai governi. Si tratta
formazione è un processo che dura tutta la vita e che comprende sempre l’altro come
tutti i tipo ti comunità. L’attuale società complessa porta con se un’emergenza educativa
società. A. Porcarelli, docente di pedagogia generale, sottolinea come ci sia una necessità
critico. Per questo bisogna ripartire dal concetto di educazione. Il fine ultimo della
l’esterno e gli altri. Per queste ragioni, è importante che le istituzioni educative, come la
scuola, rivedano i loro piano didattici all’interno di un’ottica di sviluppo dell’alunno, che
includa quindi il perfezionamento del sapere unito allo sviluppo del pensiero critico.