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Questa è la domanda: si può cantare l’indicibile male che nei campi è stato? Si può
fare poesia, alta poesia, cercando di dare voce alla terribile, insensata sofferenza dei
sommersi che, in quanto tali, solo con il loro silenzio possono testimoniare ciò che
hanno subito?
Noi crediamo di sì! Anzi, riteniamo che il canto della poesia sia uno strumento
insostituibile e potentissimo per cercare di comprendere ciò che a prima vista, e forse
troppo frettolosamente, viene liquidato come irrazionale “male assoluto”.
Il “Canto del popolo ebraico massacrato” del poeta polacco Yitzhak Katzenelson ne
è un esempio altissimo. Il suo poema epico in yiddish testimonia l’ostinata decisione
di resistere allo sprofondare nel silenzio della follia attraverso uno straziante,
“disperato e talora grezzo lamento” che tramandi lo sterminio degli ebrei dell’est
Europa.
[X esce di scena sulle note della tromba di Frank London. La musica accompagna
l’entrata in scena di A, B, C, D, E e F che si posizioneranno in semicerchio sul palco
posizionando il loro leggio. La musica sfuma e U entra in scena]
C: 1
A: 2
Ma come posso cantare? Come posso aprire la bocca,
io che sono rimasto così solo?
Mia moglie e i miei due bambini... Che orrore!
Rabbrividisco... E sento piangere, piangere dappertutto.
C: 3
E: 4
F:5
E: 6
C: 7
B: 8
E: 10
Gridate dalle viscere delle bestie nella foresta, dei pesci nell'acqua -
vi hanno divorati. Gridate dai forni. Gridate, piccoli e grandi.
Voglio sentire le vostre grida, le vostre voci, i vostri singhiozzi.
Grida, popolo ebraico massacrato, grida, grida più forte!
B: 11
D: 13
E: 14
C: 15
[I inizia la lettura]
I: 1
H: 2
G: 4
I: 5
M: 6
N: 7
G: 11
L: 12
Voi tornate dall'altro mondo, lo so. Non dev'essere lontano. Solo ieri siete
partiti carichi, e oggi siete già di ritorno!
Perché questa fretta? Avete cosi poco tempo?
Presto sarete vecchi come me, logori e grigi.
H: 13
M: 14
I: 15
[Inizia la musica e i ragazzi sul palco escono lentamente mentre O, P, Q, R, S, e
T si posizionano nei loro rispettivi leggii. La musica sfuma e Z entrando sul palco
si posiziona al centro]
[Q inizia la lettura]
Q: 1
O: 2
Non una nuvola ha coperto il vostro vile azzurro, che come sempre mostrava il
suo
falso splendore;
il sole, rosso come un carnefice feroce, ha continuato il suo corso;
la luna, come una vecchia puttana, come una peccatrice, è uscita di notte a
passeggiare,
e le stelle ammiccavano luride come occhi di topi.
Q: 3
T: 4
Q: 5
Basta! Basta! Vi siete presi gioco di noi, del mio popolo e della mia stirpe!
Da sempre ci avete preso in giro - anche i nostri padri, anche i nostri profeti!
Verso di voi hanno alzato i loro occhi, nella vostra fiamma si sono accesi;
sempre fedeli, per nostalgia di voi si sono consumati.
P: 6
S: 7
O: 8
Q: 9
S: 10
Come Saul, il mio re, andrò nella mia pena dalla evocatrice di spiriti,
troverò la strada disperata e oscura per En Dor,
e chiamerò fuori dalle tombe tutti i miei profeti: alzate lo sguardo
verso i vostri cieli chiari e sputate loro in faccia: «Al diavolo, maledetti!».
O: 11
Siete rimasti a guardare quando hanno portato a morire i figli del mio popolo,
per mare, sui treni, a piedi, al chiaro del giorno e al buio della notte.
Milioni di bambini hanno teso le mani verso di voi prima di venire massacrati,
milioni di nobili madri, di padri - nulla ha fatto tremare il vostro impassibile
azzurro.
P: 12
T: 13
S: 14
Q: 15
[inizia sottofondo la musica e tutti i ragazzi salgono sul palco e tenendosi per
mano fanno tre inchini verso il pubblico]