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Esercizio n. 3, p.

339 del manuale scolastico

Approvo questa convinzione che esprime nell’opera Tractatus theologico-politicus


dove dimostra proprio come il libero pensiero e la libertà di espressione siano i
requisiti di base necessari al fine di ottenere la pace sociale. Quindi lo stato non
deve essere quell’ente che frena gli uomini, modificandoli, ma al contrario deve
impegnarsi a far sì che questi ultimi riescano a ultimare le proprie capacità mentali,
critiche e razionali. Grazie a queste premesse Spinoza ci fornisce degli importanti
strumenti per combattere contro gli estremismi e fanatismi che ancora oggi sono
presenti in Europa e in tutto il mondo. Per questo appoggio il suo pensiero e ritengo
sia ancora di grande attualità, non dobbiamo infatti dimenticare il contributo che la
sua filosofia diede alla nascita dell’illuminismo, ma dando un'occhiata al presente
vorrei ricordare la storia e la detenzione di Patrick George Zaki.
Lui è un attivista e ricercatore egiziano e studente dell Università di Bologna che è
stato arrestato il 7 febbraio in Egitto dopo esser arrivato in aeroporto e senza un
motivo particolare; successivamente è stato interrogato e portato nella sua città
natale.
Durante queste ore si ritiene sia stato picchiato, minacciato e interrogato su varie
questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo. Nel corso dell’interrogatorio sono
state presentate un elenco di accuse, fra cui «pubblicare voci e false notizie che
mirano a disturbare la pace sociale e seminare il caos; istigazione alla protesta
senza il permesso delle autorità competenti allo scopo di minare l’autorità statale;
chiedendo il rovesciamento dello stato; gestire un account di social media che ha lo
scopo di minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica; istigazione a commettere
violenze e crimini terroristici».

Ma per l’Amnesty International, Patrick George Zaki è un prigioniero di coscienza


detenuto solo per la sua attività in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche
espresse sui social media e quindi ne richiede la liberazione immediata ed
incondizionata.
Lo scorso novembre, inoltre, l’Egitto è stato sottoposto all’Esame periodico
universale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, che in sostanza fa un
bilancio della situazione di ogni Paese membro: nel report ufficiale dell’Onu sono
state denunciate gravi restrizioni delle libertà e migliaia di persone rinchiuse in
carcere in maniera preventiva, e pure in stato di isolamento.
L’Egitto nonostante questo vuole presentarsi alla comunità internazionale come un
Paese moderato, una sorta di gigante buono che fa da paciere tra Israele e
Palestina, ma la verità è che la repressione interna è molto forte. Ecco perché
queste persone diventano estremamente scomode per lo stato che perciò
abbandona lo stato ideale di Spinoza, andando a reprimere le persone piuttosto che
liberarle.

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