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Biotransenergetica: verso uno sciamanesimo moderno

P.L.Lattuada M.D., Ph.D.

Quando ami o canti la gioia, quando siedi in silenzio o piangi il


dolore, quando guardi le stelle o consumi il tuo pasto, quando parli
ad un amico o giochi con un bimbo, guidi la tua auto o respiri l‟aria
tersa del mattino, semplicemente vivi.
Il miracolo della naturalezza naturale si compie ad ogni battito
d‟ali, ad ogni cader di foglia, sorgere del sole, aprirsi di un fiore o
divampare di un incendio. Più difficile è cogliere la presenza del
miracolo quando la malattia ci prostra nel fisico o ci turba
nell‟animo, quando la persona amata ci abbandona, quando
perdiamo il lavoro o fatichiamo giorno dopo giorno nella nostra
quotidiana lotta per la sopravvivenza. Eppure anche in quelle
occasioni il miracolo si rinnova, la naturalezza naturale si rivela
secondo legge immutabili come quelle dell‟impermanenza,
dell‟interconnessione, dell‟autorinnovamento e
dell‟autotrascendenza dei sistemi viventi, per citarne alcune.
All‟uomo è dato conformarsi o contrastarle. All‟uomo è dato
ricordarsi di ricordare o dimenticarsi, dimorare nel cuore ed
osservare in modo consapevole o accecare il proprio sguardo con i
fantasmi delle propie proiezioni mentali.
La Biotransenergetica è una via tra le tante per dimorare nel cuore
ed osservare in modo consapevole la propria natura compiersi.
Impresa non da poco, direte voi. Io credo che vivere sia impresa
non da poco, ma che la fatica e la sofferenza siano proporzionali
alla mancanza di amore e consapevolezza.
L‟amore e la consapevolezza che non doni al mondo sono l‟unica
vera causa della malattia e della sofferenza.
La Biotransenergetica potrebbe venir definita una disciplina psico-
spirituale, oppure una tecnologia del sacro secondo gli orientamenti
emergenti, oppure ancora potrebbe essre considerata una graziosa
fanciulla un po' stupita per essere al mondo, con due occhi brillanti
ed un cuore puro, sospinta da un anelito di autenticità.
Tale fanciulla venne concepita una quindicina d‟anni fa da chi scrive
e da Marlene Silveira, psicologa e sensitiva.
La sua vita attuale è pertanto breve ma la sua giornata evolutiva
viene da lontano. Essa porta nei suoi geni un patrimonio ricco ed
articolato, oltre che selezionato da millenni di storia. Un patrimonio
responsabile, tra l‟altro, della brillantezza dei suoi occhi e della
purezza del suo cuore (qualità alle quali, si dice, non rinuncerebbe
per tutto l‟oro del mondo). Un patrimonio conferitole da antiche
tradizioni spirituali ed in primo luogo da quella che Alain Danielou 1
definisce la “tradizione primordiale”, più nota ai giorni nostri con
il termine di Sciamanesimo.
L‟essenza dello Sciamanesimo, e di conseguenza della
Biotransenergetica che può essere considerata una sua moderna
elaborazione, è la trasformazione dell‟energia e della materia
attraverso la “relazione estatica”(Transe) con il mondo
soprarazionale dell‟analogico e soprasensoriale dell‟ipersensibile.
Dove per trasformazione dell‟energia e della materia si intende,
prima di tutto, trasformazione della coscienza. L‟enfasi sulla
trasformazione della coscienza, raggiunta attraverso lo sviluppo
dell‟insight, del “potere personale” che deriva dalla realizzazione
spirituale e dal profondo rispetto per la natura e tutti i suoi
esseri visibili ed invisibili, accomuna la
Biotransenergetica allo sciamanesimo ma anche a discipline quali
l‟alchimia e lo yoga. Quest‟ultimo, intimamente legato allo
sciamanesimo, sopratutto nelle forme del tantra-yoga, praticato in
India e in Tibet, e dello Yoga Taoista praticato in Cina.
Procedendo dalla “tradizione primordiale” dello sciamanesimo
che postula l‟unità fondamentale del creato la Biotransenergetica
incontra nella visione energetica elaborata da W. Reich2 e seguaci,
dagli anni trenta del nostro secolo in poi, un valido contributo per
integrare l‟antica via della trasformazione con un moderno
approccio unitario al disagio psichico. Le pratiche dell‟estasi
incontrano così un modello psicodinamico strutturato, le
emanazioni del divino inerenti alle diverse forze elementali della
natura possono così riconoscersi negli atteggiamenti corporei e
caratteriali o nelle diverse modalità emotive e attitudini
comportamentali. La dimensione verticale del sacro può così calarsi
nella dimensione organismica conferendole un anima trascendente
e ricevendone una applicabilità pratica. La cultura del Transe può
così riunificare entità spirituali ed emozioni, divinità e qualità
umane, ossessori e conflitti psichici nell‟ambito unitario del flusso
interconnesso della coscienza.
Ritrovata l‟unità tra spirito e materia, tra tradizione e scienza,
mediante l‟incontro tra sciamanesimo e visione energetica, la
1
A. Danielou, Shiva e Dioniso, Astrolabio, 1980
2
W.Reich, L’analisi del carattere, Sugarco, Milano
Biotransenergetica trova sulla sua strada un terzo apporto
fondamentale nella Psicologia Transpersonale. La visione
transpersonale conferisce alla Biotransenergetica un ambito nel
quale riconoscersi e col quale confrontarsi oltre che una direzione
evolutiva nella cui traccia muovere i propri passi.

Sciamanesimo
 Il maestro dell’estasi
Quando si affronta l‟argomento dello sciamanesimo sembra
impossibile non citare Mircea Eliade, indiscussa autorità in
proposito. Egli ci ricorda che:”in ogni tempo e in ogni luogo lo
sciamanismo mantiene una sorprendente coerenza sia nelle
pratiche che nelle credenze”3. I suoi metodi, infatti, possono
ritenersi le pratiche di trasformazione della coscienza più antiche ed
universalmente diffuse fin dai tempi del Paleolitico superiore, vale a
dire dai cinquantamila a diecimila hanni fà. Metodi che, per un
periodo di tempo, dalle cinque alle venticinque volte superiore a
quello della “nostra storia”, sono stati praticati indistintamente
nelle tribù di tutto il pianeta. Sembrano fondati pertanto i motivi
che inducono gli studiosi a riconoscere nello Sciamanesimo la
“tradizione primordiale” basata sulla “magia naturale”, le pratiche
di guarigione e di divinazione e le “tecniche dell‟estasi”. La
maestria nelle tecniche dell‟estasi, sopratutto, sembrano
caratterizzare la figura dello sciamano, il quale, pur potendo
presentare nelle diverse culture aspetti specifici, non mancherà mai
di operare in una condizione di “trance estatica”. Condizione che
potrà venire raggiunta mediante un numero svariato di pratiche
quali: il suono del tamburo, la respirazione, le prove di
sopportazione fisica, il digiuno, la danza, l‟astinenza sessuale,
l‟utilizzo di sostanze enteogene psicoattive, ma che , in ogni caso,
dovrà essere raggiunta per consentire
l‟espletarsi di qualsivoglia lavoro sciamanico.
Un altro dato estremamente significativo per la
Biotransenergetica, che riguarda la condizione sciamanica è
l‟esperienza iniziatica di “morte e rinascita”. Le ricerche di Stan
Grof,4 insigne ricercatore sugli stati di coscienza, hanno infatti
consentito di osservare come il passaggio da una qualche forma di
esperienza di “morte e rinascita” si realizzi in tutti coloro che
3
M. Eliade, Sciamanesimo, le tecniche dell’estasi, Ed. Mediterranee, Roma
4
S. Grof, Oltre il cervello, Cittadella, Assisi
abbiano accesso alle dimensioni transpersonali (spirituali) della
coscienza. Allo stesso modo, diversi autori concordano nel
riconoscere la diade “morte simbolica/ resurrezione-trance estatica”
come la struttura generale portante dell‟esperienza sciamanica.
 L’eredità sciamanica
Detto questo possiamo aggiungere che la Biotransenergetica,
guardando alla storia con gli occhi della coscienza olistica, rivendica
delle radici transculturali e transpersonali che la collegano allo
sciamanesimo dal quale sono cresciuti e prosperati fino ai giorni
nostri almeno tre grossi alberi: l‟albero della “trance estatica”,
quello delle esperienze di “morte e rinascita” e quello della
valorizzazione della “malattia”.
La “trance estatica” è venuta ampliandosi in
Biotransenergetica nella elaborazione del concetto di Transe come
momento fondante di una metodologia basata sulla capacità di
espandere la propria coscienza e diventare l’altro, risolvendo così
la dualità di ogni conflitto nell‟unicità della trasformazione,
riconoscendo nel problema il messaggero delle qualità necessarie
per risolvero, attingendo al potenziale creativo insito in ogni
sintomo così come in ogni manifestazione dell‟esistenza.
Le esperienze di “morte e rinascita” hanno trovato una
collocazione centrale nella elaborazione di pratiche terapeutiche e
di accesso ad una dimensione spirituale.
La “valorizzazione della malattia” ha consentito alla
Biotransenergetica di considerare l‟ipersensibilità come un
momento essenziale in ogni processo di guarigione. Considerando
infatti ogni sintomo come un alleato da ascoltare anzichè un
nemico da combattere risulta evidente come l‟ipersensibilità non
riconosciuta, repressa o non gestita sia fonte di patologia e
squilibrio, mentre l‟ipersensibilità gestita e vissuta
consapevolmente diventi la sorgente di ogni processo di guarigione.
Guarigione non solo fisica ma, anche e sopratutto, intesa nel senso
lato di risveglio delle qualità e realizzazione del sè.
 Un nuovo sciamanesimo
Recuperando gli insegnamenti sciamanici la
Biotransenergetica, non propone, come ovvio, un ritorno all‟era
preindustriale e prescientifica, ma bensì un atteggiamento di umiltà
nei confronti dell‟Arcaico che ci faccia recuperare i tesori che, presi
dalla furia evolutiva, abbiamo perso per strada. Tesori a
disposizione di chiunque sia disponibile ad un rapporto sacro nei
confronti della natura e all‟esperienza diretta con le forze spirituali
inerenti ad ogni manifestazione del vivente. Tesori che, purificati
dalla polvere del tempo, liberati dall‟approssimazione delle origini
e dalle distorsioni della storia mediante il filtro inesorabile della
scienza e della consapevolezza, potranno tornare a brillare
illuminando il cammino dell‟uomo del ventunesimo secolo. Tesori
che potranno riconiugarsi, ad esempio, con le recenti
acquisizoni della scienza, che sostengono l‟unità fondamentale del
creato. I nuovi concetti, infatti, quali quelli di ritmo, di flusso
interconnesso, di interazione dinamica, di salto quantico, di
connessioni non locali e sincronicità sembrano avere abitato da
sempre il grembo antico della tradizione originaria. Ciò che ha
costituito per millenni il patrimonio delle conoscenze dello
sciamano, acquisite per intuizione diretta, guadagna ora dignità di “
nuove acquisizioni scientifiche”. Nello specifico la
Biotransenergetica opera coniugando le scoperte scientifiche che
stanno alla base del “nuovo paradigma olistico”e le applicazioni
terapeutiche conseguenti con alcuni aspetti dellla tradizione
sciamanica Afro-Brasiliana.

 Orixàs, le forze che reggono il mondo


La tradizione sciamanica Afro-Brasiliana ha origine tra le
popolazioni Yoruba dell‟Africa sub-sahariana occidentale. Il
termine Yoruba si applica ad un gruppo linguistico di vari milioni di
persone che avevano in comune lingua, tradizioni e cultura e che
avevano la loro origine nella città di Ifè. Ai nostri giorni la regione
degli Yoruba comprenderebbe la Nigeria, il Togo e il Dahomey. Essi
hanno storie e miti che conferiscono una organizzazione unica e
identica ai loro Orixàs, i quali inzialmente erano “ancestrali
divinizzati” e divennero poi gli emissari di Olorum, il Dio unico. Essi
, in quanto forze soprannaturali popolano l’Orun, l‟universo
parallelo, mentre nell‟aiyè o mondo reale si manifestano nelle forze
elementali della natura. Tutto ciò che esiste nel nostro mondo,
pertanto, è riconducibile ad un Orixà. Gli Orixàs sono le forze che
reggono il mondo, in quanto tutto ciò che esiste contiene in sè
l‟energia degli elementi variamente combinati. Anche ogni
comportamento, ogni atteggiamento, ogni qualità degli esseri
viventi è riconducibile alla manifestazione di uno o più Orixàs.Così
concepiti, gli “emissari di Orun” possono facilmente venire definiti
“archetipi”. Archetipi ancestrali del mondo vivente, che la
tradizione Yoruba distribuisce nel suo pantheon di divinità nel modo
seguente: Olorum, il dio unico, colui che possiede l‟Orun(aldilà);
Oxalà, il figlio di Dio, il sole; Xangò, l‟orixà dei tuoni, dei lampi,
delle pietraie e per estensione della montagna; Ogun, orixà del
metallo; Oxossi, orixà delle foreste, di tutte le creature della
foresta e dei vegetali; Iemanjà, orixà delle acque salate, del mare e
di tutte le creature del mare; Oxum, orixà delle acque dolci; Iansà,
orixà dell‟aria, del vento, delle tempeste. E poi ancora: Exù, Omolù,
Obaluayè, Nanà Baruque, Ossain, Ifà, Dadà, Olokun, Oko, Olochà,
Obà, Oxumarè, Agè-Chalangà, Chapanà, Ossaè...
La Biotransenergetica ha ereditato da questi culti sincretici il
pantheon archetipico degli orixàs e le pratiche quali danze, canti,
mantras , simboli, utilizzo di colori, profumi, erbe, pietre per
l‟acquisizione della capacità di entrare in Transe con i diversi
Orixàs, armonizzarsi con essi e lasciare esprimere la loro forza che
abita in noi.
Ha compiuto poi una strada autonoma fondata sulla consapevolezza
che ogni forza della natura attua dentro di noi determinando la
nostra personalità, le nostre qualità, comportamenti, modalità
emotive, attitudini e potenzialità. Ha elaborato pertanto una
metodologia clinica basata sul Contatto e la ri-connessione con il
flusso delle forze elementali ed il risveglio delle relative qualità.

 Cristo
A molti verrà da chiedersi, quale sia la necessità di ricorrere
ad una tradizione spirituale così lontana e poco condivisa dalla
nostra cultura occidentale, come lo sciamanesimo e i culti sincretici
afro-Brasiliani. Quando ci poniamo questa domanda, la risposta è
che attraverso le esperienze autenticamente spirituali che abbiamo
potuto vivere grazie agli insegnamenti di queste “religioni della
natura” abbiamo potuto riscoprire e riavvicinarci al messaggio di
Cristo. Messaggio dal quale, in seguito alla nostra lunga e
diversificata esperienza vissuta in contatto con religiosi, educatori e
praticanti della Chiesa Apostolica Romana, ci eravamo allontanati.
Personalmente, per almeno due decenni la mia vita fu scandita da
insegnamenti sessuofobici ed oscurantisti, e da un dogmatismo
dottrinario la cui unica preoccupazione sembrava fosse quella di
soffocare sotto il peso della colpa e del peccato ogni anelito di
qualità e creatività che sorgesse nel mio animo di giovane assetato
di vita. La storia del mio risveglio spirituale, pertanto, è scritta con
il ritmo dei tamburi, l‟estasi della danza, la gioia dei canti, il
profumo della foresta, la freschezza di un bagno di cascata o di un
immersione tra le onde, il silenzio di una notte sulla neve o sotto le
stelle, l‟incanto di un tramonto od il soffio del vento sulla pelle. La
storia della Biotransenergetica non poteva che venire scritta dallo
stesso linguaggio insofferente alle imposizioni morali e a tutto
quanto impedisse i diretto contatto col divino. Tanto più che,
l‟esperienza estatica della natura e delle sue forze ci ricondusse,
come detto, nel grembo salvifico di Cristo. Così la mente
condizionata del piccolo uomo che è in me, ed in molti di coloro che
leggeranno si trovò e si troverà rassicurata. Il lungo e travagliato
cammino verso Cristo ci insegnò l‟imprescindibile necessità
dell‟umiltà e della spontaneità: Se non tornerete bambini non
entrerete nel regno dei cieli. Ci sconvolse ogni punto di riferimento
lasciandoci come unica indicazione la resa alla“via del cuore”: Sia
fatta la tua volontà. Ci insegnò che la “via del cuore” non è fatta di
condizionamenti culturali o regole morali dietro le quali
nascondersi, ma che parlava forte e chiaro in ogni istante avessimo
voluto ascoltarla: Lascia tutto e seguimi. Ci diede il coraggio di
buttare a mare la colpa, il peccato e la mortificazione per accogliere
il rispetto per se stessi, la libertà di esistere e la responsabilità nei
confronti degli altri e delle proprie scelte: Ama il tuo prossimo
come te stesso. “Come” te stesso. Quando poi cercammo ancora
qualcosa da imparare ci rendemmo conto che l‟insegnamento di
Cristo era tutto qui e che ora si trattava di trovare il coraggio, la
fiducia e la consapevolezza per “impararlo di nuovo” in ogni attimo
della nostra vita. Ci ricordammo allora di una frase che doveva
avere pronunciato qualche santo cristiano: “La via per il paradiso è
il paradiso.”Con la Biotransenergetica cercammo di mettere a punto
la nostra via, tra scienza e consapevolezza, tra terapia e
spiritualità. Una via per tutti coloro che, come noi, si dimenticano
troppo spesso di ricordarsi. Ricordarsi di “imparare di nuovo” che
nel cuore c‟è ogni risposta e che la causa prima di ogni nostra
malattia è la nostra incapacità di amare.

La visione energetica
Nel bel mezzo della rivoluzione dei quanti, un geniale quanto
ribelle ex-allievo di Freud ebbe l‟intuizione di imitare
l‟atteggiamento dei suoi pazienti per sentire su di se come si stava
in quel corpo. In termini Biotransenergetici, potremmo dire che il
dott. W. Reich,5 così si chiamava il signore in questione, avesse
compiuto un parziale approccio di transidentificazione. Questo

5
W. Reich, L’analisi del carattere, Sugarco, Milano
bastò, comunque, alla fervida intelligenza di Reich per rivoluzionare
la teoria e la prassi psicoanalitica, postulando l‟esistenza di una
“identità funzionale”tra atteggiamenti caratteriali ed atteggiamenti
corporei. Con l‟accesso al corpo, la psicoterapia, peraltro appena
bambina, smise di rappresentare un fatto puramente mentale per
divenire una questione energetica. Quando si concepisce
l‟organismo umano dal punto di vista dei suoi processi energetici si
creano le condizioni per una esperienza unitaria del sè e, pertanto,
per il salto dalle istanze della mente duale a quelle della coscienza
olistica. La stessa possibilità di comprendere cosa significhi
“processi energetici” è vincolata alla disponibilità di passare da una
esperienza intellettuale ad una esperienza interiore. Sarà infatti
attraverso il “sentire come” e non il “capire perchè” che potremo
raggiungere la consapevolezza del fatto che è la “energia vitale” a
muovere il nostro respiro, accendere il nostro sguardo, animare la
nostra voce, muovere i nostri muscoli, fare pulsare i nostri organi,
fluire i liquidi nel corpo, risvegliare i nostri desideri e le nostre
emozioni, produrre i nostri pensieri, immagini, fantasie o intuizioni.

 Il moto espressivo biologico


L‟accento sull‟esperienza interiore basata sul “sentire come”,
unito alla comprensione di sè stessi in quanto “processi energetici”,
costituisce la struttura essenziale dell‟apporto Reichiano alla
metodologia Biotransenergetica. La possibilità di trascendere la
mente duale e di “danzare nei diversi Transe”è infatti vincolata alla
capacità di connettersi al flusso dell‟esistenza che è, prima di tutto,
movimento. Movimento dotato di polarità e ritmo. Le intuizioni di
Reich forniscono una base biologica al concetto di Transe
consentendoci di collegare il movimento dell‟energia vitale al
linguaggio del vivente. “Il vivente” infatti” funziona al di là di tutte
le idee e di tutti i concetti di parole. Il linguaggio parlato è una
forma di espressione biologica a un livello già molto superiore di
sviluppo. Non è una caratteristica indispensabile del vivente
perchè il vivente funziona molto tempo prima che vi sia un
linguaggio e formazione di parole”6. Il suo funzionamento si
realizza attraverso movimenti espressivi mediati da quella che
Reich chiama la “pulsazione biologica”,vale a dire la modalità
primaria di movimento di ogni sistema vivente nella sua relazione
con gli

6
W. Reich, La funzione dell’orgasmo, Sugarco, Milano
altri sistemi viventi. La pulsazione biologica rappresenta
l‟espressione più diretta, del concetto di Transe sul versante del
processi interni all‟organismo vivente, ed è determinata a livello
cellulare da movimenti del protoplasma centrifughi e centripeti.
Reich considera questi movimenti protoplasmatici, che chiama
“moto espressivo biologico” la base biologica, appunto, dei
movimenti espressivi del vivente. Secondo le sue teorie, lo
“sgorgare fuori del protoplasma” a livello cellulare è legato, sul
piano del comportamento , all‟espressione emozionale. Il libero
fluire delle emozioni si rende, pertanto, responsabile di quella
spontaneità nell‟agire e naturalezza nel sentire che , in
Biotransenergetica, definiamo con il termine di Transe
equilibrato.
Il mantenimento o la realizzazione di un Transe equilibrato,
vale a dire il rispetto o il ripristino dell‟ originaria pulsazione
biologica in ogni distretto dell‟organismo o “corpomente”,
costituiscono l‟intento primario della metodologia
Biotransenergetica

L’aproccio transpersonale

Così Anthony Sutich, antesignano della Psicologia


Transpersonale, la descrive nel primo numero del Journal of
Transpersonal Psychology nella primavera del 1969:”Con il nome di
Psicologia Transpersonale si definisce una forza emergente
composta da un gruppo di psicologi ed altri professionisti
interessati alle facoltà e potenzialità umane „ultime‟, cioè a quelle
facoltà che non trovano spazio all‟interno di sistemi quali il
positivismo e il comportamentismo (prima forza), la psicoanalisi
tradizionale (seconda forza) e la psicologia umanistica (terza
forza). L‟emergente psicologia transpersonale (quarta forza)
s‟interessa specificamente, oltre che dell‟indagine empirica e
scientifica, anche dell‟implementazione responsabile delle scoperte
relative a: trasformazione, meta-bisogni individuali e della specie,
valori ultimi, consapevolezza dell‟unità, esperienze di vetta, valori
B, estasi, esperienze mistiche, venerazione, esistenza,
autorealizzazione, essenza, felicità, miracoli, significato ultimo,
trascendenza del sè, spirito, unità, consapevolezza cosmica,
sinergia individuale e della specie, incontri interpersonali profondi,
sacralizzazione della vita quotidiana, fenomeni trascendentali,
umorismo interiore e giocosità, coscienza sensoriale ottimale,
ricettività ed espressione; ed inoltre i concetti, le esperienze e le
attività a tutto questo collegati. Per quel che riguarda l‟accettazione
del suo contenuto-come essenzialmente naturalistico,
sovrannaturalistico, teistico, o comunque lo si voglia catalogare-
questa definizione va lasciata alla libera interpretazione, totale o
parziale, dell‟individuo o del gruppo”.7
L‟approccio Transpersonale venne definendosi nel campo della
Psicologia e della Psicoterapia a partire dagli anni trenta ad opera
di autori quali A.Maslow, R.Assagioli e lo stesso C.G Jung.
Negli ultimi decenni si è sviluppata in modo notevole soprattutto ad
opera di autori quali: S. Grof, P. Weil, K. Wilber, C. Tart, C.
Naranjo, M. Harner, L. LeShan etc...
L‟ approccio umanistico e transpersonale venne definendosi
nel campo della psicologia a partire dall‟opera di A. Maslow, 8 il
quale per primo mise l‟accento su una psicologia “evolutiva” che
considerasse lo “sviluppo delle potenzialità”, “la soddisfazione
graduale dei bisogni” la relazione tra “persona e persona” nel
rapporto terapeutico, l’esperienza mistica, come momenti
fondanti di un percorso di autorealizzazione.
La Biotransenergetica aderisce totalmente a questa “psicologia
delle qualità”, che grazie alle ricerche ed ai modelli teorici degli
autori sopracitati condusse alla definzione di un preciso modello
fondato sull‟ esperienza transpersonale orientata alla realizzazione
del sé.

 La Biotransenergetica e le altre metodiche ad


orientamento transpersonale
Il movimento transpersonale, come abbiamo visto, è nato in
tempi molto recenti, per questo, mentre le sue linee essenziali sono
ormai consolidate, i modelli terapeutici che da queste procedono
presentano diversi stadi di definizione ed di affermazione negli
ambiti professionali e scientifici. Qui di seguito prenderemo in
considerazione i modelli che potremmo definire storici del pensiero
transpersonale quali la Psicologia analitica Junghiana e la
Psicosintesi di Assagioli, unitamente ad un modello emergente
quale l‟integrazione olonomica di Grof. Valuteremo i contributi che
queste hanno fornito alla Biotransenergetica, le differenze esistenti
7
A. Sutich, Journal of Transpersonal Psychology, 1969
8
A. Maslow, verso una psicologia dell’essere, Astrolabio, Roma
e, di conseguenza, gli aspetti innovativi contenuti nel modello che
stiamo presentando.
Jung9 per primo ampliò gli spazi dell‟inconscio non
considerandolo, come Freud, una sorta di cantina della mente dove
venivano depositate le istanze rimosse, ma bensì un principio
creativo ed intelligente che connette l‟individuo agli altri esseri
umani, alle forze della natura e all‟universo intero. Secondo Jung,
inoltre, i complessi psicologici legati alla storia personale
dell‟individuo erano da fare risalire a schemi primordiali che definì
archetipi. Tali elementi archetipici appartenevano ad un
“inconscio collettivo”luogo della forza creativa cosmica e
condiviso da tutta l‟umanità. In questo modo, egli riconosceva, in
quella che Freud definiva libido, l‟espressione di forze archetipiche
transpersonali diretta emanazione della forza creativa della natura
e, nell‟analisi del simbolo, uno strumento per accedere a quella
dimensione spirituale autentica che egli considerava parte
integrante della psiche, e che sarebbe emersa spontaneamente alla
coscienza in seguito ad una esplorazione sufficientemente
approfondita. Esplorazione che eglì chiamò “processo di
individuazione” e che si definisce nel percorso di trascendenza
dei confini dell‟io e dell‟inconscio personale verso la connessione
con i contenuti transpersonali del sè.
L‟esperienza Biotransenergetica riconosce una piena
corrispondenza dei concetti Junghiani qui esposti con le sue
osservazioni cliniche. La definizione di “archetipi” viene a coincidere
con le diverse emanazioni del “flusso delle forze elementali” e la
loro funzione creativa rende ragione della concezione
Biotransenergetica per la quale le diverse forze esprimono qualità
spirituali che possono venire risvegliate nell‟individuo quando
questi impara ad “entrare in Transe”ed “incorporare” tali
emanazioni. Il processo di individuazione viene a coincidere in
questo modo con la connessione e l‟ armonizzazione con le diverse
forze archetipiche e con la conoscenza, il risveglio e la padronanza
delle loro caratteristiche specifiche. Diversamente, però, dell‟analisi
junghiana che riconduce l‟esperienza archetipica alla dimensione
psicologica focalizzandosi sugli aspetti emotivi, percettivi e
cognitivi, la Biotransenergetica centra il processo di trasformazione
sulla totalità del campo di coscienza, comprendendo quindi anche
gli aspetti organismici bio-psico-fisici e quelli autenticamente

9
C.G. Jung Opere, Boringhieri, Torino
transpersonali. Per aspetti organismici intendiamo le trasformazioni
che avvengono nei processi energetici responsabili delle
manifestazioni sulla totalità dei livelli del corpomente.
Trasformazioni riconoscibili, come già accennammo, attraverso un
“sentire come” piuttosto che un “capire perchè”. Con il termine
“autenticamente transpersonali” vogliamo sottolineare una
differenza fondamentale tra la Biotransenergetica e la psicologia
analitica di Jung o, come vedremo, la psicosintesi di Assagioli.
L‟analisi Junghiana e la psicosintesi sembrano infatti considerare le
esperienze transpersonali come, ad esempio, il dialogo con un
entità spirituale od un angelo, oppure l‟incontro con un alleato
ancestrale o un archetipo guaritore come delle esperienze
intrapsichiche frutto cioè della elaborazione simbolica della psiche
del soggetto. La Biotransenergetica, in accordo con il modello
dell‟integrazione olonomica di Grof , con le risultanze dell‟auto-
esplorazione psichedelica e le asserzioni delle più svariate tradizioni
spirituali, ritiene che molte delle esperienze definibili transpersonali
siano il riflesso diretto di elementi specifici del mondo fenomenico o
della dimensione spirituale. L‟esperienza autenticamente
transpersonale, in definitiva, sembra connotarsi come una “reale
esperienza”di entità spirituali, o di matrici ancestrali, di incarnazioni
passate o di altre persone, di animali, di forze naturali o di altri
piani di esistenza raggiungibile mediante la coscienza olistica
attraverso la quale la psiche individuale, come ricorda Grof:”
sembra in grado di attingere a informazioni memorizzate
olograficamente sull‟intero mondo fenomenico, passato, presente e
futuro”.10
Roberto Assagioli 11 ebbe il grande merito di riconoscere già
nella sua tesi di laurea nel 1910 i limiti della psicoanalisi Freudiana
e di suggerirne delle modificazioni, che culminarono alcuni anni più
tardi nella elaborazione della Psicosintesi. Una teoria e una tecnica
psicoterapeutica che considera l‟individuo in un processo costante
di crescita evolutiva e che mira allo sviluppo del suo potenziale
operando prevalentemente mediante la volontà e gli elementi
positivi e creativi della natura umana. Contributi significativi della
psicosintesi alla psicologia transpersonale sono da ritenersi il
concetto di “superconscio”, luogo delle capacità più elevate,
dell‟intuizione e delle ispirazioni, il concetto di “sub-personalità” e
10
S. Grof, Oltre il cervello, Cittadella, Assisi
11
R. Assagioli, Principi e metodi della psicosintesi terapeutica, Astrolabio, Roma
la conseguente necessità di disidentificazione dalle stesse per il
pieno compimento del processo di auto-realizzazione e integrazione
del sè intorno ad un nuovo centro unificante: il “sè superiore.”
La Biotransenergetica condivide tali concetti anche se li
sviluppa, come già accennammo a proposito della psicologia
analitica in una direzione più “olistica”.
Condivide meno, l‟enfasi esclusiva sugli elementi positivi della
personalità, ritenendo, in accordo con l‟integrazione olonomica, che
il confronto diretto con i “fantasmi del lato oscuro”, qualora questi
si presentino, rappresenti una fase fondamentale del processo di
trasformazione della coscienza. Un altro aspetto non condiviso con
la psicosintesi è l‟impiego di esercizi altamente strutturati, dal
momento che la Biotransenergetica, anche in questo caso in
sintonia con il metodo di Grof, preferisce operare sui contenuti
della coscienza emersi in modo spontaneo.
Per quanto riguarda l‟integrazione olonomica, il metodo di
auto-esplorazione di Grof 12 basato sulla sua lunga esperienza con
la terapia psichedelica, e costituito dalla triade respirazione
olotropica, musica ad alto volume e lavoro corporeo, la
Biotransenergetica ne condivide pienamente i presupposti, già
indicati nel corso di questa esposizione, tanto che alcune pratiche
come “In viaggio per risvegliarsi”13 e “Libertà dal conosciuto”14
utilizzano, tra gli altri, strumenti molto simili. La Biotransenergetica
però presenta un corpo di pratiche molto più articolato ed un enfasi
più spiccata nei confronti della dimensione spirituale mediante
l‟allenamento al Contatto e al Transe con le forze elementali. La
Biotransenergetica, inoltre, ritiene importante per l‟uomo moderno
mantenere o recuperare il legame con una tradizione arcaica.
Legame che ,come per l‟albero le radici o per il fiume la sorgente,
conferisce forza ad una disciplina e connessione a chi la pratica.
Come sappiamo, il fiume della Biotransenergetica, in rotta verso
l‟oceano della coscienza, procede, nel suo corso più antico, dalle
sorgenti dello sciamanesimo afro-Brasiliano.

12
S. Grof, op. cit.
13
(10) P.L. Lattuada, In Viaggio per risvegliarsi, Meb, Padova
14
(10) P.L. Lattuada, Biotransenergetica, Xenia, MIlano

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