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IL PRIMO INCONTRO

L’albero stava mettendo le prime foglioline; sotto, il tiepido sole già emanava il suo calore sulle piastrelle
rovinate del pavimento.

Prima di quel giorno non era mai entrata in quel bar e si domandò perché avesse deciso di dare
appuntamento a Marco proprio in quel locale così sudicio.
D’altra parte, quando aveva deciso di cedere alle sue pressanti richieste di poterla rivedere almeno una
volta, per l’ultima volta, aveva pensato di scegliere un posto che fosse il più vicino possibile all’uscita
dell’autostrada, ma allo stesso tempo anche un po’ appartato e quello era l’unico ritrovo di cui si fosse
ricordata il nome.
Era in anticipo come sempre(la puntualità era uno dei suoi pregi) sull’ora dell’appuntamento, lui non era
ancora arrivato, perciò scelse di aspettarlo seduta a un tavolino all’aperto; quando la cameriera le portò il
caffè che aveva ordinato mescolò a lungo e lentamente lo zucchero con il cucchiaino, pensando alla prima
volta che l’aveva incontrato.

Si erano conosciuti esattamente un anno fa frequentando una delle tante chat che si trovano su internet e,
per parecchi mesi, si erano incontrati solo di notte, come amanti clandestini, ciascuno chiuso nella propria
stanza davanti al proprio monitor.
Erano poi arrivati gli scambi di fotografie, di indirizzo, dei numeri di cellulare ai quali, in breve tempo, aveva
fatto seguito il primo appuntamento per incontrarsi nel mondo reale, anche se erano ben consapevoli che fra
loro non potesse nascere nulla, che erano entrambi impegnati, che amavano rispettivamente i loro partner e
che per nulla al mondo desideravano distruggere quel loro idillio.
Quella volta lui era arrivato in treno e anche quel giorno lo aveva aspettato dentro un piccolo bar nei pressi
della stazione, bevendo il suo solito caffè e mescolando lentamente lo zucchero, come se quello
rappresentasse per lei una specie di rito per rilassarsi e tenere a bada l’ansia del primo appuntamento.

“ Simona ”

Nei suoi trentadue anni di vita l’avevano chiamata spesso in molti e il suono del proprio nome lo conosceva
fin troppo bene, ma stavolta c’era qualcosa di diverso, sentiva qualcosa di diverso dentro di sé ed era la sua
voce che lo pronunciava per la prima volta.

“ Simona ”

Nel preciso istante in cui l’aveva sentito e aveva sollevato curiosa gli occhi dalla tazzina di caffè, aveva
capito quello che sarebbe successo tra loro e che le loro vite non sarebbero più state come prima.
In quella mattina di Maggio, nel piccolo bar vicino alla stazione, i loro sguardi si erano incrociati come per
magia e lei si era ritrovata all’improvviso con tutto il suo perfetto, tranquillo mondo completamente stravolto.
Il suo corpo aveva avvertito subito il desiderio irrefrenabile di essere completamente sua, in un brevissimo
istante tutte le sue difese erano crollate come un lieve castello di carta, non le era mai capitato di provare
sensazioni così brevi e intense.
Erano andati in un hotel e tra loro era subito scoppiata la passione…si amarono a lungo e tutto fu naturale,
meraviglioso, senza imbarazzo, come se si conoscessero e amassero da sempre.

Dopo quel primo e intenso appuntamento ne seguirono degli altri, ma ben presto si accorsero che la loro
storia non poteva continuare, erano troppo diversi caratterialmente, cominciarono ben presto a non capirsi
più, a non dialogare più, fino ad arrivare a odiarsi a vicenda.
Con il trascorrere del tempo si erano resi conto entrambi che non provavano più quel trasporto,
quell’emozione del primo incontro, quella voce che le aveva scaturito quella splendida alchimia se ne era
andata per sempre, si era affievolita del tutto fino a trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
Si domandava perché volesse rivederla ora,

“Come ci si sente quando finisce un amore? ” si chiese Simona giocherellando con il cucchiaino appoggiato
sul tavolino davanti a lei, perché non sapeva più ingannare il tempo dell’attesa.
Lei ora lo sapeva, non lo amava più, non lo aveva mai amato realmente, la loro era stata solo una passione
effimera scioltasi in breve tempo come neve al sole.

Finalmente, dopo un’altra interminabile ora, realizzò che restare ancora seduta lì ad aspettarlo era da
sciocchi, , l’ora dell’incontro era passata da un bel pezzo e sapeva benissimo che lui non si sarebbe
presentato, il suo cellulare ormai era inesorabilmente muto e l’unica cosa che poteva fare era quella di
dimenticare per sempre.
Pagò il caffè, si alzò e si avviò verso la sua auto.
Mentre camminava veloce verso il parcheggio, dove aveva lasciato la sua automobile, si accorse di avere
una voglia irrefrenabile di piangere ma di avere anche, nonostante tutto, una gran voglia di ricominciare tutto
daccapo.
Quella storia d’amore era finita per sempre, doverne prendere atto in modo così drastico le causava un
profondo dolore e tanta tristezza e malinconia, ma era del tutto inutile, ormai, piangerci sopra.
Era invece indispensabile dimenticare in fretta quello che era successo, rimettere insieme i minuti pezzetti
del suon cuore del suo cuore e riorganizzare di nuovo il suo tranquillo e piccolo mondo

Non era un’impresa facile, avrebbe dovuto lottare ancora per molto, ma ci sarebbe riuscita.

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