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Significato storiografico
2. L’uomo e Dio
3. L’uomo e la libertà
Tutto questo non avviene all’improvviso. Già a iniziare dall’XI secolo si era avviato
un graduale rinnovamento in tutti i campi e una progressiva autonomia della
ragione nei confronti delle grandi istituzioni medievali: Chiesa, Impero, Feudale-
simo. Con l’Umanesimo rinascimentale, tuttavia, questa autonomia viene ricono-
sciuta ed affermata in modo più radicale.
UMANESIMO E RINASCIMENTO
La visione rinascimentale dell’uomo
2. L’uomo e Dio
Mentre nelle filosofie contemporanee la concezione dell’uomo come artefice del
proprio destino assume spesso significati antireligiosi, nel Rinascimento essa
coesiste con una concezione religiosa che nell’uomo plasmatore vede l’immagine di
Dio creatore. Per i rinascimentali non si pone l’alternativa: o l’uomo, o Dio.
Da questo punto di vista essi si differenziano sia dal futuro umanesimo ateo, sia
dalla religiosità teocentrica medievale.
Quello dei rinascimentali è un antropocentrismo tendente a rivalutare il ruolo attivo
dell’uomo, senza per questo negare i propri limiti e la dipendenza ontologica da Dio.
UMANESIMO E RINASCIMENTO
La visione rinascimentale dell’uomo
3. L’uomo e la libertà
Infatti, chi più chi meno, tutti gli individui sono condizionati da forze reali,
casuali o soprannaturali, che, anche se non annullano la libertà, la circoscrivono
o la limitano (il caso, i capricci umani, le passioni, le forze soprannaturali, il
potere della magia).
UMANESIMO E RINASCIMENTO
La visione rinascimentale dell’uomo
4. Rifiuto dell’ascetismo medievale ed esaltazione della vita attiva
Da ciò l’elogio