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Le risorse firm specific o core o distintive:

Sono input del valore del processo produttivo, risorse rare, durevoli e difficili da
imitare e trasferire.
MVA (Market Value Added):
Differenza tra il market value ed il capitale investito
Secondo Barnard l’organizzazione è:
Una combinazione di elementi formali e informali scaturente dall’esigenza di
conseguire in una dimensione cooperativa risultati altrimenti irraggiungibili per i
singoli
Efficacia Barnard:
Capacità dell’organizzazione nel suo complesso di conseguire il fine che la
contraddistingue.
Efficienza Barnard:
Capacità dell’organizzazione di offrire incentivi in quantità soddisfacente a mantenere l’equilibrio di
sistema.
Simon giudizi:
Di fatto: sono descrizioni del mondo sensibile e del modo nel quale il oggetto opera e
sono giudizi di cui è sempre possibile verificare se sono veri o falsi;
Di valore: esprimono l’opzione per uno stato di cose ritenuto desiderabile ed hanno
valore etico ed ottativo;
In prospettiva strutturale:
la dinamica comportamentale di un’organizzazione si presta ad essere letta per
funzioni attribuibili alla struttura;
l’approccio riduzionista misura l’efficienza prestazionale
la sommatoria dell’efficienza delle singole componenti è il criterio per la misurazione
dell’efficienza complessiva
la funzione delle componenti è oggettiva;
In prospettiva sistemica:
la dinamica comportamentale di un’organizzazione si presta ad essere letta per
finalità attribuibili al sistema e per il ruolo degli attori;
l’approccio olistico sposta l’attenzione al risultato delle interazioni dei componenti;
il concatenamento sequenziale delle azioni svolte dagli attori comporta il
raggiungimento dei risultati.
Il ruolo degli attori risente delle interpretazioni di chi osserva
La prospettiva teleologica consente di leggere i processi del sistema
Orientamento al marketing o al cliente
Logica pull: capire il mercato e valutare ciò che il cliente desidera
Funzione finanziaria:
è l’area aziendale che si occupa del governo e della gestione delle risorse finanziarie
funzione strategica di supporto nella ricerca di nuove forme di finanziamento che
permettano un maggiore sviluppo dell’impresa
principio di investimento: investire in attività e progetti con rendimento atteso
superiore ad una certa soglia minima di rendimento;
principio di finanziamento: scegliere una struttura finanziaria che massimizzi il valore e sia in linea con la
tipologia di
investimento
principio dei dividendi: restituire il denaro ai proprietari dell’impresa quando non vi
siano opportunità alternative redditizie
M-form
Le divisioni sono costituite per creare output che sono utilizzati dal mercato
Vantaggi:
affrontare efficacemente i problemi di coordinamento e controllo organizzativo
Difetti:
ridondanza di unità organizzative che svolgono le stesse funzioni
Matrice di convergenza
Sottovalutazione impresa (percezione cliente alta, impresa bassa)
Convergenza negativa (percezione cliente bassa, impresa bassa)
Sopravvalutazione impresa (percezione cliente bassa, impresa alta)
Convergenza positiva (percezione cliente alta, impresa alta)
Autonomia finanziaria
Capitale proprio/capitale investito
Auto copertura dell’attivo fisso
Mezzi propri/immobilizzazioni nette
Indice indipendenza finanziaria
Mezzi terzi/mezzi propri
Current ratio
Attività a breve/passività a breve
Quick ratio
(Attività a breve – magazzino)/passività a breve
Acid test
Liquidità immediate/passività correnti
DAI VARI COMPITI
1. Nell’ipotesi di integrazione verticale ascendente, questa viene definita eccedente qundo = la capacità
produttiva del
nuovo stadio a monte è in eccesso rispetto al fabbisogno dello stadio preesistente.
2. Il modello T shaped = riassume e collega le fondamentali traiettorie del processo di apprendimento come
ciclo di
sviluppo verticale delle competenze e orizzontale delle capacità.
3. Nella fabbrica di stampo fordista i difetti = venivano ignorati per mantenere la linea di movimento.
4. L’attuale concezione di logistica integrata si è sviluppata grazie= alla possibilità di elaborare e scambiare
le
informazioni a costi sempre più accessibili e in tempi rapidi lungo tutta la catena logistica e commerciale,
sia di fornitura che
di vendita.
5. Il supply chain management si configura come un processo il cui obiettivo consiste essenzialmente
nell’ottimizzazione della delivery al cliente, tale obiettivo può essere perseguito attraverso = la riduzione
dei costi totali
di produzione, velocizzando il flusso di merci, all’interno del processo produttivo e migliorando il flusso
informativo tra
azienda, fornitori e distributori.
6. Quale delle seguenti definizioni fa riferimento alle decisioni di governo ? = una decisione che esula dal
prevedibile e
che in concreto determina un cambiamento, non ha importanza quanto significativo, rispetto ad un
processo definito e noto
all’organizzazione.
7. Le decisioni in ambito semplificato e complicato finiscono per ricondursi a = a processi di problem solving
8. Una delle seguenti informazioni è falsa, quale = il decisore impegnato nella soluzione di problematiche
complesse
riscontra che la bontà delle soluzioni ipotizzabili è verificabile attraversoo simulazione o sperimentazione.
9. Nella fase di abduzione = il decisore ha acquistato coscienza del problema da risolvere e attraverso un
processo non
razionalizzabile perviene ad una ipotesi risolutiva.
10. La coerenza tra scelte di copertura del fabbisogno e struttura operativa e finanziaria dell’impresa è
garantita dal
rispetto dei criteri di = omogeneità, elasticità, flessibilità ed economicità.
11. Un fabbigno straordinario = è di lungo periodo ma è destinato a cessare.
12. I punti di forza di una struttura a matrice sono = attenzione a due o più fattori critici di successo, pieno
sfruttamento
del binomio risorse/capacità.
13. I principi cardine su cui si basa la funzione finanza sono = principio di investimento, principio di
finanziamento,
principio dei dividendi.
14. Gli assetti di controllo delle imprese, in funzione del ruolo esercitato dalla proprietà, sono definibili =
proprietà
forte ( controllo ex ante), proprietà debole ( controllo ex poste)
15. La flessibilità permette ad una struttura finanziaria = di modificrsi in rapporto all’evoluzione del tipo di
fabbisogno,
in termini quantitativi e di tipologia di risorse.
16. Per orientamento al marketing si intende = un approccio pull incentrato sul principio “ascolta e
rispondi”
17. L’analisi della competitività può essere espletata tenendo conto di tre livelli di concorrenza =
concorrenza
orizzontale, verticale e allargata..
18. Le variabili decisionali commerciali che si includono nel marketing mix sono = prodotto, prezzo,
comunicazione e
distribuzione.
19. La comunicazione istituzionale è = l’insieme di pratiche tese a governare e migliorare la reputazione, la
visibilità e
l’immagine di un’organizzazione.
20. Facendo riferimento ai canali distributivi suddivisi per numero di stadi, il canale lungo indiretto è
caratterizzato
dalla presenza di = due intermediri ( grossista e dettagliante)
21. Facendo riferimento alla distribuzione commerciale, nella rete a stella = i vari nodi della rete si
relazionano
esclusivamente con un channel capital.
22. Il ragionamento induttivo = un procedimento che partendo da singoli casi particolari presume di poter
stabilire una
legge universale.
23. Le categorie variabili = rappresentano la resistenza che la conoscenza posseduta oppone al
cambiamento
24. Swhartz = il sistema valoriale non risulta indifferente alla sovrastruttura.
25. La dimensione epistemologica della conoscenza distingue tra = conoscenza tacita ed esplicita in base ai
modi di
espressione
26. La gestione integrata della logistica = è connota tra le altre da un’organizzazione basata su una visione
sistemica
incentrata sull’ottimizzazione dei processi informativi che accompagnano il trasferimento delle merci,
oppure maggior
controllo dell’output ha come obiettivo la gestione ottimale del flusso prodotto verso il cliente.
27. La produzione di massa= (in caso di prodotti difettosi ) gli errori si correggono alla fine, non si interviene
durante la
produzione ma solo al termine ( occhio al trabocchetto.. correzione errori sempre alla fine anche se c’è un
errore grande)
28. Stock opinion = l’azionista dà il contratto e le azioni ai manager, quindi convergono i loro interessi (
oppure dare a un
manager oltre al contratto delle azioni in gestione, affinchè gli scopi del manager e degli azionisti
convergano.)
29. Struttura a progetti comporta = uno dei vantaggi è la difficoltà di direzione ( o richiesta attenta di
attività di
organizzazione interna e capacità di coordinamento)
30. Il margine di sicurezza = indica di quanto il volume di produzione attuale supera il volume di pareggio
31. Le principali fonti della leadership di costo sono tecnologie esclusive, accesso privilegiato alle materie
prime,
economie di scala.
32. Tra le motivazioni strategiche alla base dell’adozione di una struttura multidivisionale vi sono (non si sa)
1-
integrazione verticale e diversificazione geografica.
33. Per co-maker si intendono quegli attori con cui l’impresa ha rapporti continui e rilevanti
34. Per supply chain si intende= rete di organizzazioni a monte e a valle coinvolti nei vari processi produttivi
35. Per orientamento al marketing si intende un approccio che studia i bisogni del consumatore attraverso
una strategia
ouside in
36. La politica di “Trade Marketing” implica implementare un sistema informativo di controllo dei processi
distributivi
37. Il modello innovativo T-shaped= riassume e colleg le fondamentali traiettorie del processo di
apprendimento come
ciclo di sviluppo verticale delle competenze e orizzontale delle capacità.
38. Il metodp del Valore Attuale Netto = considera il valore finanziario del tempo e il rischio associato ai
flussi di cassa
39. La concorrenza verticale definisce la rivalità tra imprese con interessi contrapposti all’interno di uno
stesso sistema
40. Il fabbisogno straordinario è legato ad eventi imprevistdi medio-lungo periodo.
41. Le caratteristiche delle scelte di capital budgeting sono bassa reversibilità, rilevanza monetaria,
incertezza
42. Tra gli strumenti di comunicazione, si raggiunge il maggior livello di persuasione nella vendita personale.
43. Il ruolo del progettista di rete è svolto da fourth party logistic provider.
44. Tra i principali svataggi dell’adozione di un assetto organizzativo per progetti vi sono maggiore entropia
e
maggiore difficoltà di direzione
45. Per struttura fisica si intende = un insieme di componenti fisiche descritte come capaci di svolgere un
determinato
ruolo nel rispetto di regole prefissate e con ben specificate capacità di collegamento con altre componenti.
46. Nel processo di innovazione open, per “coupled process” si intende un processo che prevede la
creazione di
alleanze e patnership con un’impronta collaborativa interaziendale.
47. I sistemi di marketing verticale (SMV) prevedono il coordinamento tra il produttore, uno o più grossisti
e uno o più
dettaglianti,
48. Nell’ambito della comunicazione istituzionale rientra = il bilancio sociale.
49. Tra i pilastri della produzione di massa troviamo : (non si sa) 1- l’organizzazione del corpo di fabbrica, il
rapporto
con i fornitori
50. Team task force interfunzionali= sono variabili di coordinamento laterali che abbassano il punto di
risoluzione del
problema laddove esso si manifesta senza risalire tutta la scala gerarchica.
51. Kaizen= miglioramento continuo della produzione
Il Decision Making si riferisce a:
Scelte riconducibili a problematiche poco circostanziate, in cui
l’applicazione di una qualsiasi
metodologia, indipendentemente dalla difficoltà tecnica e dalla
onerosità del calcolo diventa
difficile se non impossibile per mancanza dei presupposti fattuali.
Il problem solving si riferisce a:
Scelte riconducibili a problematiche ricorrenti, già praticate, e per le
quali sono individuate
metodiche risolutive sperimentate.
Incertezza:
Non vi è possibilità di effettuare calcoli di probabilità dei possibili esiti.
Rischio:
Le probabilità di ogni scelta sono note.
Entropia:
La tendenza del sistema al disordine e alla disgregazione.
Sintropia:
La legge della sintropia descrive energia che si concentra e che porta
all’aumento della
differenziazione, della complessità, delle strutture e dell’ordine.
La sintropia è un concetto che si riferisce a:
Fenomeni in cui l’entropia diminuisce al diminuire dell’energia
somministrata.
Nella fase del caos:
Non si è ancora focalizzato il problema. (Aumentare delle info aumenta
l’entropia)
Processo di apprendimento di un individuo al presentarsi di un
problema:
Caos, complessità, complicazione, certezza.
L’abduzione:
Segna il passaggio tra caos e la complessità.
Abduzione-complessità:
Forma alternativa di ragionamento sillogistico (ragionamento umano).
Nella fase di deduzione:
L’ipotesi confermata dall’esperienza ed affiancata attraverso
applicazione reiterata al problema
viene formalizzata in una tecnica o in un operativo.
Deduzione-certezza:
Ragionamento che discende da premesse universali portando a
conclusioni particolari.
Induzione-complicazione:
Procedimento che partendo da singoli casi particolari presume di poter
stabilire una legge
universale.
Induzione:
Segna il passaggio tra complessità e la complicazione.
Deduzione:
Segna il passaggio tra complicazione e la certezza.
Obbiettivo di un sistema vitale:
Le decisioni ed i processi di un’organizzazione devono essere orientati a
criteri di efficacia ed
efficienza per assicurare la sopravvivenza del sistema.
Gli interventi di riequilibrio sistemico sono (emergenze riscontrabili
nella dinamica
evolutiva del sistema vitale):
Business idea (riconversione), struttura logica (ristrutturazione),
struttura ampliata
(trasformazione), struttura specifica (adeguamento).
Struttura fisica:
Riportate le singole componenti disponibili con la descrizione della
funzione.
Struttura ampliata:
Sono analizzate le relazioni tra le componenti.
Struttura specifica:
La finalità è ricondotta ad una sequenza di obiettivi successivi.
Le teorie normative:
Esiste un decisore idealmente razionale e che sia disponibile e
formalizzato un metodo risolutivo
applicabile alle fattispecie problematiche. (deduzione)
Le teorie descrittive:
Analisi dei comportamenti dei decisori e presuppongono la possibilità di
individuare delle
regolarità. (induzione)
Le teorie predittive:
Comportano l’elaborazione di modelli finalizzati all’ottimizzazione
dell’approccio
Le unità informative all’interno della varietà informativa,
rappresentano:
La composizione strutturale della conoscenza.
Informazione elementare utile per assumere decisioni riguardanti l’area
della certezza.
Gli schemi interpretativi rappresentano:
Forme della conoscenza.
Utili per assumere decisioni riguardanti l’area della complicazione.
Negli schemi interpretativi di sintesi:
Trovano espressione i contenuti concettuali e simbolici di uno o più
schemi interpretativi
generali “contestualizzati” ad un determinato ambito di riferimento.
(Maglia stretta con cui
filtrare informazioni specifiche)
In contesti caotici o complessi il fattore maggiormente rilevante
nella risoluzione dei
problemi è quello:
Categorie valoriali
Le categorie valoriali rappresentano:
La resistenza che la conoscenza posseduta oppone al cambiamento.
La teoria di schwartz sostiene che:
Il sistema valoriale non risulterebbe indifferente alle sovrastrutture
culturali dell’individuo.
La consonanza:
Armonizzare la propria capacità con quella degli altri; grado
d’integrazione delle strutture.
Più c’è consonanza più la varietà informativa tende a modificarsi.
La risonanza rappresenta:
Il cambiamento che la consonanza può avere durante l’ampliamento
della varietà informativa
La risonanza:
Qualifica un’intenzione sistemica capace di generare armonia tra le
parti.
L’albero della conoscenza è la rappresentazione generale del
percorso che porta:
Dalla business idea all’emersione del sistema vitale. (Forse)
L’albero della conoscienza:
Evidenzia il processo di accumulazione della conoscenza riconducibile
alla tripartizione della
varietà informativa. (Probabile)
L’approccio Sistemico vitale ipotizza un percorso di conoscenza che,
attraverso l’intervento
di un fattore noto come potenziale intellettivo:
colmerà la crescente entropia, sviluppa una sintesi e consente lo
sviluppo progressivo della
comprensione delle problematiche cui le crescenti quantità di
informazioni si riferiscono.
(aumento info riduce entropia).
Data mining:
“Aiuta gli utenti ad attribuire ai dati estratti…”
Insieme di tecniche che hanno per oggetto l’estrazione di un sapere a
partire da grandi quantità
di dati.
Framing (effetto incorniciamento):
Uno stesso problema può condurre a scelte differenti in ragione della
descrizione che dello
stesso viene fornita.
Butler afferma che:
Le organizzazioni possono fronteggiare le crisi che mettono a rischio la
loro sopravvivenza, i
decisori diventano consapevoli del bisogno di cambiare struttura
(aspetto statico) ed ideologica
(aspetto dinamico, più importante, determina una
ristrutturazione/riconversione)
Le macro-categorie valoriali che impattano sui comportamenti
manageriali sono:
Condotta etica, desiderio di successo, senso del dovere, focalizzazione
sulle relazioni, ricerca
del consenso, orientamento opportunistico
Modello delle 5 forze di Porter:
E’ un modello di analisi strategica che ha l’obiettivo di determinare
l’attrattività di un settore e
di conseguenza stabilisce se all’impresa conviene o meno
entrare/investire in un settore
Secondo il modello di Porter l’attrattività deriva dalle c.d. 5 forze,
che sono:
Concorrenza interna (se bassa c’è attrattività), unica forza interna.
Minacce di nuovi entranti
(economie di scala, differenziazione, barriere), Minacce di surrogati
(espressa da prodotti
sostitutivi rispetto a quelli dell’impresa), Potere dei clienti, Potere dei
fornitori, quattro forze
interne.
Struttura:
Indica come è fatto un fenomeno, profilo statico
Sistema:
Indica come si manifesta il fenomeno, profilo dinamico.
Efficacia:
Grado di raggiungimento degli obiettivi. (Decisioni di governo, area del
decidere)
Efficienza:
Quoziente tra output ed input. Quando a parità di input si realizzano più
output si migliora
l’efficienza (Area del agire/gestione). Può essere economica o fisica.
Decisione:
Ogni atto aziendale che implichi una scelta tra almeno due
comportamenti alternativi.
La one best way è uno schema basato su?
Un approccio riduzionistico.
L’approccio riduzionista:
misura l’efficienza prestazionale; la sommatoria dell’efficienza delle
singole componenti è il criterio per la misurazione dell’efficienza
complessiva;
la funzione delle componenti è oggettiva.
L’approccio olistico:
sposta l’attenzione al risultato delle interazioni dei componenti;
il concatenamento sequenziale delle azioni svolte dagli attori comporta
il raggiungimento dei
risultati.
Il ruolo degli attori risente delle interpretazioni di chi osserva
La prospettiva teleologica consente di leggere i processi del sistema.
One best way:
Modalità unica e migliore per compiere un lavoro o risolvere un
problema.
RBV:
Si qualifica come un modello che attribuisce condizioni di vantaggio
competitivo durevole alle
imprese dotate di risorse produttive singolari, non imitabili, ne
sostituibili (sostituibili a costi
proibitivi).
(Spesso si tratta di risorse immateriali/non finanziarie)
Secondo la teoria delle riserve (rbv) risorse e capacità generano
valore se possiedono un
insieme di proprietà quali:
Durata, immobilità, eterogeneità, inimitabilità.
La teoria delle risorse RBV ruota attorno a 4 elementi cardine:
Le risorse e le capacità dell’impresa nella misura in cui godono della
proprietà della durata,
dell’eterogeneità, dell’immobilità, dell’inimitabilità possono essere
fonte di vantaggio
competitivo sostenibile di rendite.
L’idea della RBV:
Considera il patrimonio di risorse e capacità dell’organizzazione ed il
connesso potenziale
competitivo come fattori essenziali per determinare i percorsi evolutivi
dell’impresa.
Le risorse della RBV possono essere distinte:
Produttive, reputazionali, organizzative, finanziarie, individuali,
tecnologiche.
Strategia Chandler
Si può definire strategia la determinazione delle mete fondamentali e
degli obiettivi di lungo
periodo di un’impresa, la scelta dei criteri di azione e il tipo di
allocazione delle risorse
necessari alla realizzazione degli obiettivi suddetti.
Strategie deliberate (poco realistiche):
Strategie intenzionali che vengono realizzate come pianificato.
Strategie non realizzate:
Strategia non realizzata a causa di valutazioni errate o aspettative
infondate.
Strategie emergenti (rara):
Strategie realizzate che non sono mai state intenzionali.
Strategie ombrello (interazione tra deliberata ed emergente):
L’organi di governo fissa perimetri e linee generali di comportamento,
componenti struttura
specifica interpretano tali indicazioni; O.d.g. verifica comportamento di
tali componenti e se
queste si allontanano dalle indicazioni può: fermarli, ignorarli, adattarsi.
(Apprendimento
strategico: raccogliere i segnali dall’esterno per adattare strategia)
Livello business:
Formulazione della strategia finalizzata al conseguimento di un
vantaggio competitivo
sostenibile nel tempo in un mercato circoscritto e ben identificato.
(ASA)
Leadership di costo (vantaggio competitivo):
Posizione nel settore in forza della quale l’impresa offre prodotti simili
a quelli dei suoi
concorrenti ma a prezzi inferiori in virtù di una maggiore efficienza sul
versante dei costi.
Leadership di differenziazione (vantaggio competitivo):
L’impresa fornisce qualcosa di unico che ha valore per il cliente, al di là
di un’offerta a basso
prezzo.
Livello corporate:
Formulazione di una strategia di gruppo: insieme di decisioni orientate a
promuovere lo
sviluppo dell’impresa nel lungo termine. (Elaborazione di un piano
“globale” di un impresa
diversificata)
Integrazione verticale ascendente:
Si tratta di una internalizzazione di una serie di attività verticalmente
correlate a monte
(materie prime).
Porta l’impresa a produrre interamente o in parte l’input anziché
acquistarlo sul mercato.
Integrazione verticale discendente:
Si tratta di una internalizzazione di una serie di attività verticalmente
correlate a valle
(distribuzione).
Integrazione perfetta ascendente:
L’output soddisfa tutto il bisogno dell’impresa.
Integrazione perfetta discendete:
L’output generato viene assorbito totalmente.
Integrazione eccedente ascendente:
La capacità produttiva a monte è in eccesso. (Produco troppo rispetto al
fabbisogno)
Integrazione eccedente discendente:
La capacità produttiva a valle è in eccesso.
Integrazione parziale ascendente:
L’output a monte non è sufficiente. (Non riesco a coprire il fabbisogno)
Integrazione parziale discendente:
L’output generato non viene assorbito totalmente, è inferiore rispetto a
quanto lo stadio
successivo dovrebbe assorbire.
Strategie di quasi integrazione:
Accordi di collaborazione tra imprese sanciti da intese più o meno
formali, finalizzati al
raggiungimento di obiettivi comuni tramite la condivisione di materiali,
risorse finanziarie,
rischi e obblighi.
Diversificazione non correlata:
Ingresso in un nuovo business privi di legami con il business che si
svolgeva in precedenza.
Caratterizza le imprese in cui ciascun business genera meno del 70% dei
ricavi (non c’è
effettivamente un business dominante).
Diversificazione limitata:
Per le imprese single business (più del 95% dei ricavi in un solo settore)
e dominant business
(ricavi tra il 70 e 90% in un solo settore).
Diversificazione correlata stretta:
Ingresso in un nuovo business ricco di legami con quello iniziale.
Ciascun business genera meno
del 70% fatturato.
Diversificazione correlata collegata:
Minori legami rispetto la correlazione stretta. Ciascun business genera
meno del 70% del
fatturato.
Dimensione epistemologica della conoscenza:
Tacita (intuitiva, esecutore l’ha appresa mediante l’esperienza pratica e
ha difficolta nel
condividerla) ed esplicita (generata dalla deduzione, acquistata grazie a
studi formali,
codificabile e facilmente trasferibile).
Dimensione ontologica della conoscenza:
Individuale (parte della conoscenza che si trova nelle capacita
intellettuali e nelle abilità del
singolo individuo) e collettiva (conoscenza condivisa tra più membri,
data dalla conoscenza
accumulata nelle regole e dalla routine)
Conoscenza concettualizzata: individuale ed esplicita (conoscenza
scientifica)
Conoscenza incorporata: individuale e tacita
Conoscenza oggettivata: collettiva e esplicita (trasmessa mediante
segnali e simboli)
Conoscenza incastonata: collettiva e tacita (condivisione di credenze e
valori)
Conoscenza paradigmatica: Conoscenza ereditata culturalmente
(apprendimento fiduciario da
maestro)
Conoscenza critica: Nasce per qualche forma di inadeguatezzainsoddisfazione
del patrimonio
di conoscenze ereditato. (apprendimento consapevole)
Innovazione: Possibilità di concretizzare la creatività realizzando una
soluzione originale
Creatività: Attitudine di un sistema all’evoluzione e al cambiamento.
Invenzione: Sgorgare di una nuova idea, se non realizzata
materialmente è irrilevante
Innovazione: Applicazione della nuova idea per realizzare un nuovo
prodotto/processo/
modello.
Innovazione radicale: Implica drammatica rottura con
prodotti/processi/modelli esistenti.
Innovazione incrementale: Miglioramento rispetto agli standard
precedenti.
Marketing Concept:
Il marketing si occupa di individuare e soddisfare le esigenze individuali
e sociali con profitto.
(Professionista marketing studia bisogno e desideri del consumatori, per
soddisfarli)
Customer Satisfaction:
Soddisfazione del cliente
Evoluzione del Marketing:
Orientamento al prodotto (domanda > offerta), Orientamento alla
vendita (domanda = offerta,
nasce organizzazione commerciale, personal selling, pubblicità e
distribuzione), Orientamento
al cliente (si passa da push a pull, non è l’impresa a vendere ma il
cliente ad acquistare, cresce
sempre più l’offerta), Orientamento al mercato (offerta > domanda,
movimenti ecologisti,
marketing verde)
Marketing strategico:
Processo orientato all’analisi:
- Analisi dei bisogni
- Individuazioni delle ASA con la segmentazione del mercato
- Analisi attrattività
- Analisi competitiva
- Posizionamento e Sviluppo della strategia
Analisi dei bisogni:
Bisogni = Struttura (oggettivi, sono sempre quelli; soggettivi, momento
in cui si trova individuo)
Desideri = Sistema
Il bisogno (struttura) produce più desideri (sistema). Marketing crea
desiderio soddisfacendo il
bisogno.
Piramide di Maslow:
Teoria dei bisogni secondo la quale gli esseri umani cercano di
soddisfare in ordine crescente 5
livelli di bisogni:
Bisogni fisiologici, di sicurezza, di appartenenza (sociali, affetto,
amore), di stima e di
autorealizzazione.
Segmentazione del mercato:
Frazionare il mercato in sub mercati omogenei tra loro.
Macro-segmentazione:
Serve per individuare le ASA in cui l’impresa vuole competere.
(Modello di Abel)
Strumento per individuare l’area strategica d’affari:
Modello tridimensionale di Abel: Gruppi di clienti, funzioni svolte
(esigenze che prodotto
soddisfa), tecnologie adottate (per realizzazione del prodotto).
Micro-segmentazione:
Studia con particolare attenzione l’ASA, in particolare i gruppi di clienti
cosi da soddisfare
maggiormente i loro bisogni. Obiettivo di trovare all’interno dello stesso
gruppo di clienti, dei
sottogruppi con esigenze simili, e separarli da quelli con esigenze
diverse.
Variabili di micro-segmentazione:
Variabili demografiche (reddito, sesso, età), geografiche (rurali, citta),
più rare, poi abbiamo le
variabili psicografiche (personalità e stili di vita dei gruppi) e
comportamentali (il consumo,
fedeltà e sensibilità al prezzo)
Strategie di copertura del mercato:
Strategia di nicchia, Strategia di specializzazione del prodotto, Strategia
di specializzazione di
mercato, Specializzazione selettiva, Copertura totale
Strategie di nicchia:
Unico prodotto unico micro-segmento (mercato). Es. Cravatte Marinella
Strategie di specializzazione del prodotto:
Unico prodotto su diversi micro-segmenti.
Strategie di specializzazione del mercato:
Unico micro-segmento con produzione di molteplici prodotti.
Strategie di specializzazione selettiva:
Produzione di diversi prodotti per diversi micro-segmenti di mercato.
Strategie di copertura totale:
Impresa copre totalmente il mercato, offerta di diversi prodotti e ognuno
per tutti i microsegmenti.
Diversificazione:
Riguarda la produzione, non il prodotto. Impresa produce nuovi prodotti
rispetto agli originari.
(Fiat produce moto)
Differenziazione:
Prodotto differenziato che appare diverso agli occhi del cliente, non per
caratteristiche. Prezzo
superiore.
Posizionamento:
E’ la posizione che il prodotto occupa nella mente del cliente (cliente
target di un microsegmento).
Posizionamento reverse:
Strategia che elimina peculiarità classiche (consegna) ed aggiunge
elementi alternativi (caffe,
baby parking IKEA)
Posizionamento breakaway:
Intento di creare confusione nella mente del consumatore, associando il
prodotto ad una
categoria differente. (basato sull’asimmetria informativa, esempio
Swatch)
Posizionamento stealth:
Strategia mediante la quale si nasconde la vera natura del prodotto.
Marketing Plan:
Piano di Marketing che consente di tradurre le strategie di marketing in
azioni operative. Il
piano segue la progettazione, la promozione e la gestione di una nuova
idea.
Customer Relationship Management (CRM):
Rientra nell’ambito della Customer Satisfaction. Si pone l’obiettivo di
creare un rapporto
profittevole e duraturo con la clientela.
Relazioni individuali:
Reazioni con singoli clienti volti ad elevare la loro soddisfazione e
lealtà all’azienda. (Marketing
One to One, rapporto personalizzato tra azienda e cliente)
Customer Service:
E’ il reparto che si relazione con il cliente, si occupa di: servizi pre/post
vendita e gestione
reclami.
Il marketing mix definisce:
Le 4 P (Product, Price, Promotion, Placement).
Il ciclo di vita del prodotto CVP:
Si compone di varie fasi: Introduzione, Crescita, Maturità e Declino.
Fase di introduzione:
Fase difficile durante la quale si scommette sull’idea avuta quindi sul
nuovo prodotto. Vendite
basse, il mercato ancora non pronto a recepire il prodotto. Costi
piuttosto elevati e investimenti
dal rendimento incerto.
Fase di crescita:
Fase in cui le vendite aumentano, la domanda del prodotto cresce ed
entrano nuovi concorrenti.
Nel mercato in crescita l’impresa deve investire.
Fase di maturità:
Fase in cui le vendite si stabilizzano, diminuisce la crescita della
domanda. Concorrenza
aumenta con domanda stabile. Per aumentare le vendite data la stabile
domanda bisogna
rubare clienti ai concorrenti.
Fase di declino:
Prodotto è ormai superato, vi sono prodotti nuovi ed innovativi.
Alternativa è rappresenta
dall’innovazione del prodotto cosi da attuare la rivitalizzazione del
prodotto, ora innovato.
Analisi SWOT:
Composta da: Analisi interne, in merito alla forza/debolezza del sistema
vitale, ed analisi
esterne, in merito alle opportunità/minacce del contesto.
La struttura a matrice può essere immaginata come una matrice a doppia
entrata le cui
dimensioni sono rappresentate da:
Punti di forza/ debolezza e minacce/ opportunità.
Matrice BCG (Boston Consulting Group):
Matrice utile per analizzare il portafoglio prodotti, cosi da classificarli
secondo la redditività che
generano.
Matrice fa riferimento a due variabili: Tasso di crescita del mercato &
Quota di mercato
relativa.
Tasso di crescita del mercato:
Tasso che indica quanto cresce il mercato: è la variazione percentuale
della domanda.
Rappresenta l’attrattività del mercato.
Attrattività:
Mercato attrattivo se manifesta delle opportunità di entrata, espressa da
una forte domanda, da
bassi costi di produzione o da regime fiscale favorevole.
Quota di mercato assoluta:
Rapporto tra le vendite dell’impresa e le vendite totali del mercato.
Quota di mercato relativa:
Rapporto tra le vendite dell’impresa e le vendite del suo principale
concorrente.
Question marks
Prodotti inseriti in un mercato con un tasso di crescita alto, ma non si ha
una posizione di forza
sul mercato in quanto si ha una quota relativa bassa. Vi è l’opportunità
mista alla debolezza
interna. Fase di introduzione che richiede investimenti elevati per poter
crescere e diventare
stars.
Prodotti stars:
Prodotti di successo, si ha un tasso di crescita alto e una quota di
mercato relativa alta.
Situazione ideale, il mercato cresce e siamo leader. Vi è opportunità
mista alla forza interna.
Fase di crescita. I profitti ottenuti richiedono continui investimenti per
poi diventare cash cows.
Prodotti cash cows:
Prodotti che hanno un basso tasso di crescita del mercato ma un alta
quota di mercato relativa.
Ci troviamo nella fase di maturità, dove il prodotto diventa un prodotto
da reddito, che deve
produrre flussi monetari finche in grado.
I prodotti dog:
Prodotti marginali, cioè prodotti con una bassa quota di mercato e basse
prospettive di crescita;
Si tratta di attività che possono genare profitti appena sufficienti al
pareggio oppure addirittura
perdite, per cui il management potrebbe decidere di disinvestire. Fase di
declino.
Valore di scambio:
Il valore al quale il bene viene venduto sul mercato e quindi riguarda
l’esborso monetario che il
consumatore deve sostenere per poter acquisire il prodotto, quindi si
parla di Valore Monetario.
Valore percepito:
Il valore che il consumatore attribuisce al prodotto. Quindi tale valore
dipende dall’utilità che
ha il prodotto per il consumatore.
Valore reso:
L’impresa deve cercare di far si che il valore percepito sia maggiore del
valore monetario. Tale
valore reso è una scorta di profitto per il consumatore.
Valore Reso = Valore Percepito – Costi di Acquisizione ( Valore
Monetario + Costi di ricerca delle
informazioni + Costi legati al tempo + Altri), quindi possiamo ben
vedere che i costi di
acquisizione non sono rappresentati solo dal prezzo pagato per
l’acquisizione del prodotto ma
anche da tutti quei costi sostenuti dal consumatore per venire in
possesso del prodotto, quindi
tutti quei costi di ricerca delle informazioni, di trasporto.
L’impresa deve far si che il Valore Reso sia maggiore di zero, ma non
eccessivamente perché
questo potrebbe comportare problemi per l’impresa.
Cost-Plus Pricing:
E’ un approccio analitico alla determinazione del prezzo e si determina
il costo unitario di
prodotto e poi, per stabilire il prezzo, si aggiunge al costo unitario del
prodotto un ammontare
monetario o una percentuale desiderata sulle vendite.
Markup Pricing:
E’ un approccio analitico alla determinazione del prezzo e si determina
il prezzo di un prodotto
aggiungendo al prezzo caricato dal produttore una percentuale
desiderata detta markup ( o
ricarico o rialzo). Si applica un margine solo relativamente al prodotto
acquistato senza far
riferimento agli ulteriori costi, quali personale, locazione, ecc..
Prezzo del profitto massimizzato:
E’ un approccio analitico alla determinazione del prezzo e si presuppone
che l’impresa voglia
massimizzare il proprio profitto e che conosca le funzioni di domanda e
di costo di un
determinato prodotto. La funzione di domanda descrive la quantità di
prodotto (Q) richiesta nel
mercato ai vari livelli di prezzo (P). Per quanto riguarda la funzione di
costo, essa descrive il
previsto livello dei costi totali (CT) per le varie quantità che si
potrebbero produrre in ciascun
periodo.
Break Even Point:
E’ il punto che determina il confine tra l’area della perdita e l’area del
profitto (punto di
pareggio o BEP). L’utilità dell’analisi che individua questo punto
consiste nell’individuare il
grado di elasticità del profitto. Consiste nell’individuare il gradi di
elasticità del profitto.
Volumi di vendita per realizzare l’equilibrio tra costi totali e ricavi
totali?
È il BEP(Q)=CF/(P-CV).
CF=impianti e macchinari CV=materie prime+accessori+lavorazioni
esterne
CT=RTCF+CVT=p*Q…BEP
Promotion:
Communication mix detto anche Promozione è composto da: pubblicità,
vendita personale,
promozione alle vendite, pubbliche relazioni
Pubblicità:
La pubblicità è una comunicazione impersonale a pagamento
riguardante un’organizzazione e i
suoi prodotti trasmessa a un’audience obiettivo relativamente grande
attraverso i mass media.
Vendita Personale:
La vendita personale è una comunicazione personale a pagamento che
cerca di informare i
clienti e di persuaderli ad acquistare prodotti in una situazione di
scambio (più specifica diretta
a una o alcune persone).
Promozione delle vendite:
La promozione delle vendite è un’attività o un materiale che agisce da
induzione indiretta
all’acquisto, offendo del valore aggiunto o un incentivo per il prodotto
ai rivenditori, ai
venditori o ai consumatori (incentiva le vendite).
Pubbliche relazioni:
Le pubbliche relazioni sono delle attività che mirano a creare e
mantenere relazioni favorevoli
(consonanza) tra il sistema impresa e i sovra sistemi di contesto. Il
mantenimento di una
relazione positiva, attraverso il meccanismo dell’interazione
(risonanza), può influenzare le
vendite e i prodotti attuali di un’impresa, oltre che la sua sopravvivenza
nel lungo periodo.
Canale di distribuzione:
è un gruppo di individui e di organizzazioni che dirige il flusso dei beni
dai produttori ai clienti
con l’obiettivo di rendere disponibili i prodotti al momento giusto, nel
luogo giusto, nelle
quantità e nelle qualità richieste.
Distribuzione:
La distribuzione può essere: commerciale e fisica.
La distribuzione commerciale:
riguarda tutte le problematiche legate alla vendita (canale da scegliere,
numero e tipo di
intermediari, il tipo di rapporto commerciale, di comunicazione e di
controllo che lega l’azienda
all’intermediario). Rientra nel marketing.
La distribuzione fisica:
riguarda il movimento fisico di materie prime e beni (mezzi con i quali
trasportare i beni,
dislocazione di impianti magazzini e punti vendita).
Distribuzione commerciale come sistema:
le componenti basilari del sistema di distribuzione commerciale sono: il
commercio, la
distribuzione, il sistema distributivo, le strutture commerciali, gli
operatori commerciali e i
canali commerciali.
Il sistema distributivo:
è il trasferimento fisico-economico-giuridico dei beni della produzione
al consumo finale.
Supply chain (catena di distribuzione):
E’ la rete globale composta da entità economiche distinte, quali ad
esempio: fornitori aziende
manifatturiere, magazzini, criteri di distribuzione.
Commercio e operatori al dettaglio:
è l’ultimo anello della catena distributiva commerciale, cioè quello
direttamente legato al
consumatore o utilizzatore finale.
Dettaglio tradizionale (o piccolo dettaglio):
la dimensione del business è molto contenuta e l’organizzazione
gestionale è quasi sempre in
mano dello stesso imprenditore-proprietario.
Grande distribuzione organizzata (o grande dettaglio):
è l’evoluzione del commercio al dettaglio all’ingrosso. E’ composta da
grandi strutture o grandi
gruppi con molte strutture distribuite su tutto il territorio nazionale,
internazionale o mondiale.
Grandi magazzini:
sono strutture commerciali operanti prevalentemente nel campo non
alimentari, di dimensioni
grandi (+ di 30.000 mq), e la caratteristica è la combinazione logistica di
parecchie decine di
reparti che pongono in vendita merci diversi.
Ipermercato:
è un’area attrezzata per la vendita al dettaglio ( + 2.500 mq), e si
contraddistingue per l’ampio
assortimento di scelta ed è composto di generi alimentari e non.
Supermercato:
è un punto vendita al dettaglio a libero servizio di prodotto di largo
consumo (tra i 400 e 2.500
mq), si vendono non solo prodotti alimentari ma anche altri generi come
cosmetici o farmaci da
banco.
Discount Store:
è un punto vendita al dettaglio a libero servizio di prodotti di largo
consumo ad assortimento
ristretto, (meno di 1.000 mq). E’ possibile trovarci merce a prezzi più
bassi rispetto ad analoghi
prodotti venduti in altre tipologie di negozi.
I super store:
Sono punti di vendita al dettaglio giganti che offrono prodotti alimentari
e non, (fino a 20.000
mq).
Magazzino Showroom:
è un punto vendita al dettaglio e presenta: edifici grandi di basso costo,
tecnologia di
movimentazione di materiali di magazzino, display verticali delle merci,
grandi scorte nei locali
del punto vendita e servizi minimi.
Grossista:
E’ chiunque professionalmente acquista merci a nome e per conto
proprio e le rivende o ad altri
commercianti grossisti o dettaglianti, o a utilizzatori professionali, o ad
altri utilizzatori di
genere.
Grossista indipendente:
Sono imprese autonome che acquistano il titolo di proprietà dei beni che
trattano, assumendo i
rischi associati alla proprietà, e che generalmente acquistano e
rivendono quei beni ad altri
grossisti, a clienti business o a dettaglianti.
Grossista a servizio completo:
comprendono la gamma più ampia possibile di funzioni d’ingrosso. I
clienti si rivolgono a loro
per disponibilità dei prodotti, gli assortimenti appropriati, l’assistenza
finanziaria, consulenza,
suddivisioni di grandi quantità in quantità più piccole. Fanno parte di
questa categoria: grossisti
generalisti, grossisti a linee limitate, grossisti specializzati, Rack Jobber.
Grossista a servizio limitato:
Sono specializzati solo in alcune funzioni e quelle restanti sono svolte
dai produttori. Fanno
parte di questa categoria: grossisti cash & carry, grossisti con consegna
al punto vendita,
grossisti per corrispondenza.
Agenti e Broker:
negoziano gli acquisti e facilitano le vendite ma non acquistano il titolo
di proprietà dei
prodotti.
E-commerce ( o commercio elettronico):
è stato definito come la condivisione di informazioni commerciali, il
mantenimento di relazioni
commerciali e la conduzione di transazioni commerciali mediante reti di
telecomunicazioni. E’
considerato un nuovo canale di distribuzione.
Consumerismo:
movimento dei consumatori come sovrasistema influente nei confronti
delle decisioni
dell’impresa.
Investimento:
Operazione di trasferimento nel tempo di risorse finanziarie,
caratterizzata da uscite in una
prima fase e da entrate in una fase successiva. (Scadenza media uscite <
scadenza media
entrate)
Elementi necessari per la valutazione di un investimento:
Flussi di cassa, Valore finanziario del tempo, Costo del capitale.
Valore attuale (VA):
Sommatoria dei flussi di cassa futuri attualizzati.
VAN (Valore attuale netto):
Rappresenta la ricchezza generata da un progetto, espressa come se
fosse disponibile. Somma
algebrica di tutti i flussi di cassa attualizzati, al netto dell’uscita di cassa
iniziale.
VAN:
E’ utile per valutare la convenienza di specifici investimenti in un’ottica
pluriennale.
Limiti: Durata del progetto, Van preferisce progetti più duraturi.
REA:
Differenza tra il valore attuale dei costi ed il valore economico dei
ricavi, scontati in base ad
uno stesso tasso.
TIR:
Il tasso che rende nullo il REA e il VAN per cui è il massimo costo del
capitale sostenibile da
un’iniziativa economica. Si sceglie il progetto con TIR più elevato.
Il metodo del TIR calcola il tasso di attualizzazione che uguaglia i flussi
di cassa in entrata a
quelli in uscita.
Periodo di recupero:
Tempo entro il quale l’investimento si trasforma in forma liquidita.
Pay-back period:
Metodo che valuta la rischiosità di un investimento misurando il tempo
in cui gli incassi da esso
derivanti reintegrano completamente il capitale iniziale investito.
Nella funzione finanziaria:
Si comprende il complesso di decisioni e di operazioni volte a reperire e
ad impiegare i fondi
aziendali.
Finanza tradizionale:
Ha il compito di reperire le fonti utili per effettuare determinati
investimenti e valutarne la
convenienza.
Gestione finanziaria:
Inquadrata sotto il profilo strategico (decisioni medio-lungo termine) e
gestionale (decisioni
operative)
Equilibrio finanziario:
Equilibrio tra fonti e impieghi. (Solvibilità)
Equilibrio economico:
Equilibrio tra costi e ricavi. (Economicità)
Equilibrio monetario:
Equilibrio fra entrate e uscite. (Liquidità)
Fabbisogno finanziario:
Fabbisogno di capitale fisso + fabbisogno capitale circolante.
Classificazione del fabbisogno finanziario:
- Strutturale: fabbisogno permanente di lungo periodo, legato alle
caratteristiche della
struttura dell’impresa.
- Corrente: fabbisogno permanente di breve periodo e legato al volume
di attività di
gestione.
- Straordinario: Fabbisogno legato ad eventi imprevisti di medio-lungo
periodo, non
permanente.
- Occasionale: Come lo straordinario è legato ad eventi imprevisti, ma
di breve periodo.
Capitale fisso:
Immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie per lo svolgimento
dei processi di
produzione, commercializzazione e amministrazione. Si trasformano in
forma liquida
lentamente.
Capitale circolante:
Alimenta il ciclo di acquisti, produzione, vendite; si trasformano in
capitale liquido entro
l’anno.
Criteri per la copertura del fabbisogno finanziario:
- Omogeneità: omogeneità tra fonti e impieghi dal punto di vista
temporale.
- Elasticità: intesa come possibilità di ampliare le fonti di
finanziamento;
- Flessibilità: Possibilità di variare la struttura finanziaria secondo il
fabbisogno;
- Economicità: scegliere fonti che massimizzano lo spread tra costo e
rendimento delle
fonti.
Rischio finanziario:
Incapacità di alimentare i processi di gestione caratteristica sotto il
profilo finanziario
Rischio strutturale:
rischio di insolvenza. (Fonti di finanziamento < Impieghi)
Rischio congiunturale:
Rischio di illiquidita, collegato a carenze di cassa.
Incapacità di bilanciare entrate ed uscite. (Saldo cassa < uscite
monetarie)
Movimenti finanziari:
Due macro categorie:
- Flussi legati alla gestione corrente (relativi all’attività tipica
dell’impresa);
- Flussi estranei alla gestione corrente (relativi a tutti quei movimenti
che non sono riconducibili
all’attività tipica dell’impresa come gestione patrimoniale e finanziaria)
Prospetto delle fonti e degli impieghi:
Costruito per periodi biennali o triennali e riporta l’andamento dei flussi
finanziari con
indicazione specifica degli impieghi e delle fonti di capitale. Permette di
valutare l’equilibrio
tra fonti e fabbisogno oltre che l’omogeneità della struttura finanziaria.
16
CROCETTE MANAGEMENT
Nell’ambito del prospetto delle fonti e degli impieghi, le fonti della
gestione corrispondono
Al cash-flow finanziario (autofinanziamento). Indicano la capacita
dell’impresa di generare
nuove fonti tramite la propria gestione operativa.
Il piano di cassa permette di determinare:
Il saldo monetario previsto e valutare la possibilità di coprire gli
eventuali saldi negativi o
individuare opportunità di impiego a brevissimo termine.
Il piano dei flussi di cassa previsionale permette di determinare:
Le entrate e le uscite monetarie che si prevede deriveranno dalla
gestione del progetto
d’impresa. Evidenzia la capacità dell’impresa di sostenere le uscite e
sostenere l’equilibrio
monetario.
Cash flow finanziario:
Indicatore della capacità dell’impresa di generare nuove fonti tramite la
propria gestione
operativa.
Autofinanziamento:
Utilizzare parte dei profitti conseguiti per lo sviluppo dell’attività
d’impresa ed ha come scopo
trattenere parte del reddito positivo conseguito non distribuendolo.
Budget:
Strumento di programmazione e controllo. Ha la funzione di
predeterminare obbiettivi
quantitativi di periodo che si traducono in misure economiche e
consentano l’assunzione di
decisioni tempestive.
Saldo di fine periodo cassa e banche:
Esprime i movimenti finanziari con riferimento a periodi molto brevi.
L’impresa nello scegliere la sua struttura finanziaria può ricorrere
a:
Capitale proprio (Investimenti strutturali, costo misurato in termini di
costo opportunità) e
capitale di terzi (investimenti a lungo/breve, costo espresso dal tasso di
interesse)
Rapporto mezzi propri/mezzi di terzi dipende dal costo che le due fonti
di finanziamento hanno.
Se conviene indebitarmi si usa la leva finanziaria.
Leva finanziaria o effetto leva finanziaria:
Aumento della redditività del capitale di rischio che si verifica con
l’aumento
dell’indebitamento, quando la redditività degli investimenti è superiore
al costo delle fonti di
finanziamento utilizzate. (ROI > i)
Quando è conveniente indebitarsi con capitali di terzi?
Quando ROI > i oppure ROI > 1. Se ROI = gli effetti leva nullo, non
influenza il ROE.
ROI < gli effetti leva negativo sulla redditività complessiva, riduce il
ROE. ROI > 1 effetti positivi
ROE sale.
Indicatori di redditività del capitale proprio e del capitale investito
sono:
ROI (RO reddito operativo gestione caratteristica/CI capitale investito
gestione caratteristica)
(return on investment). ROE (RN reddito netto finale del CE/CN
capitale netto, mezzi propri
impresa) (return on equity). ROE = RO/CI * CI/CN * RN/RO
Il reddito operativo:
E’ il risultato della gestione operativa o caratteristica, il primo risultato
che viene evidenziato
nel conto economico scalare tradizionale.
ROI:
Rappresenta la redditività della gestione caratteristica, se positivo
significa che l’investimento
rende in maniera superiore al costo.
ROE:
Misura della redditività del capitale proprio, misura in che modo gli
investimenti effettuati
generano redditività in termini di capitale di rischio (dividendi)
Leverage:
CAPITALE / CAPITALE PROPRIO. = 1 impresa non ha debiti, no
mezzi di terzi.
compreso tra 1 e 2, capitale proprio > capitale di terzi. Superiore a 2
capitale terzi > proprio
Il diagramma di redditività è utile:
Per verificare la capacità reddituale dell’impresa in considerazione della
struttura dei costi,
ovvero rapporto tra costi fissi e variabili e dell’entità dei ricavi.
Cosa rappresenta il margine di sicurezza (diagramma reddittività,
area del profitto)?
La differenza (espressa solitamente in percentuale della capacità
massima di produzione) tra il
previsto volume di utilizzo dell’impianto (quantità) e quello a cui
corrisponde il punto di
pareggio (BEP).
Cosa rappresenta il margine di deficit (diagramma reddittività,
area della perdita)?
La differenza tra il punto di pareggio (BEP) e la quantità minima di
produzione.
Il grado di leva operativa:
E’ calcolato come rapporto tra la variazione percentuale del reddito
operativo e la variazione
percentuale delle vendite.
ROS:
Return on sales dato dal rapporto tra reddito operativo e ricavi dalle
vendite. ROS = RO/V
Margine di struttura:
MS differenza tra Mezzi propri ed impieghi fissi.
Margine di tesoreria:
Utile per controllo liquidita. MT = liquidita immediate + liquidita
differite – passivo corrente
L’economic value added (Eva) è dato:
Si definisce valore economico aggiunto, consiste in una metodologia per
il calcolo del
rendimento di un investimento. Misura i risultati dell’impresa in termini
residuali.
Consiste nella differenza tra reddito operativo al netto dell’imposizione
fiscale, e costo del
capitale investito;
Rappaport:
L’obbiettivò dell’impresa è la creazione di valore che interessa a tutti i
soggetti coinvolti nella
vita d’impresa. Otteniamo due misure di flussi di cassa, uno per gli
azionisti, FCFE (free cash
flow to equity) ed uno operativo, FCFF (free cash flow to firm).
Secondo rappaport il valore di un’impresa:
Può essere determinato sulla base dei flussi di cassa operativi che
l’impresa è in grado di
generare, attualizzati ad un tasso che esprime il costo medio ponderato
del capitale.
La funzione di produzione:
Riguarda l’insieme di attività integrate che consentono di ottenere,
secondo cicli di lavorazione
prestabili, partendo dalle materie prime, prodotti finiti richiesti dai
clienti.
Paradigmi tecnico-economici relativi alla funzione di produzione:
Produzione artigianale, produzione di massa, produzione snella, peer
production.
Produzione artigianale:
Prodotti differenti l’uno dall’altro, produzione su scala ridotta, costi di
produzione elevati.
Figura chiave dell’artigiano il quale opera sulla base dell’esperienza, e
svolge tutte le attività
per realizzare il prodotto.
Innovazioni tecnologiche che hanno portato alla produzione di
massa:
Standardizzazione dei prodotti e dei mezzi di produzione, produzione
sistematica di pezzi
intercambiabili, specializzazione delle macchine utensili (per lavori
particolari o per una
produzione più efficiente).
Conseguenze dell’innovazione tecnologica:
Ingrandimento dei complessi industriali, aumento di forza lavoro,
aumento degli sprechi in
azienda.
Organizzazione scientifica del lavoro (Taylor):
Task management (Misurazione Tempi e Metodi), procedure da
rispettare per eliminare i
problemi che si erano creati con l’innovazione. La mano d’opera deve
essere selezionata ed
istruita, e collaborare con i dipendenti. Analisi dei movimenti.
Correlazione dei movimenti falsi
e inutili. Ricomposizione del comportamento lavorativo. Fissazione di
un tempo teorico di
lavorazione.
Task management:
Definizione quotidiana delle operazioni che l’operaio deve compiere,
raggiungendo un lavoro
standardizzato, valorizzando ed incentivando la prestazione.
One best way:
Modalità unica e migliore per compiere un lavoro o risolvere un
problema, definendo le
operazioni da compiere, i ritmi e i tempi di lavoro.
Impoverimento in termini di skill della massa operaio:
Massa operaia preposta alla costante ripetizioni di compiti elementari
prestabiliti.
Fordismo:
Tutto viene prodotto all’interno della fabbrica.
Ingloba e supera il taylorismo, rendendo oggettiva e astratta
l’erogazione della forza lavoro.
Caratteristiche del sistema di produzione di massa (pilastri Ford)
Intercambiabilità, lavoratore, organizzazione del corpo di fabbrica,
politica delle scorte,
gestione dell’errore, rapporto con i fornitori (coordinamento supply
chain).
Intercambiabilità:
Catena di montaggio propiziata dall’Intercambiabilità completa di pezzi
e dalla semplicità di
incastro/montaggio alla base della produzione di massa.
Lavoratore impresa fordista:
Parcellizzazione delle mansioni degli operai e dei tecnici di
progettazione. (Unica mansioni,
infilare ruote sulla vettura, se sbaglia viene sostituito, Intercambiabilità
dei lavoratori).
Operaio alienato non interviene nella produzione.
Nel fordismo l’organizzazione del corpo di fabbrica si caratterizza
per:
L’integrazione all’interno della propria fabbrica di tutte le attività
necessarie alla produzione di
un determinato bene. (Impresa verticalmente integrata, dimensioni
notevoli)
Politica delle scorte impresa fordista:
L’impresa fordista nella produzione di massa affronta costi elevati per i
macchinari, tanto
elevati da evitare i fermi di produzione, si creano quindi ampie scorte di
materie prime, semi
lavorati e prodotti finiti (Slack).
Gestione dell’errore:
Ampi spazi dove venivano portati prodotti difettosi a fine lavorazione,
da riparare, prima della
spedizione, altrimenti verranno eliminati. (Operaio fordista non può
interrompere la linea di
montaggio, se l’errore sta nella fase iniziale di produzione la riparazione
potrà richiedere
ingente lavoro, errore amplificato)
Rapporto con fornitori-impresa fordista:
Prezzo, qualità, sicurezza della consegna e durata del contratto sono i
quattro elementi chiave.
L’impresa fordista si avvale di un elevatissimo numero di fornitori che
mette in feroce
competizione tra loro (contratti di breve termine, per aumentare la
pressione).
Attrezzature e mezzi di produzione:
Ogni macchina destinata ad eseguire unica operazioni. Operaio per
utilizzare macchina ha
bisogno di poche ore di addestramento. Attrezzature messe in
successione in base alle fasi della
produzione per accelerare tempi.
Produzione snella:
Snella in quanto mira all’azzeramento dell’eccesso, dello Slack. Zero
scorte, zero difetti, zero
tempi morti di produzione e zero tempi di attesa per il cliente. Ridotta
scala produttiva
concepita per abbattere costi e realizzare livelli di redditività
competitivi. Crescita lenta o
nulla.
Slack resources:
Sono risorse ridondanti ossia risorse accumulate in eccesso rispetto ai
bisogni correnti.
Lean production (Produzione snella):
Sistema produttivo concepito per condizioni di crescita lenta o nulla.
Fabbrica degli zeri.
Pilastri produzione snella:
Just in time (JIT), qualità totale, l’autonomazione, spirito di squadra e
rapporto con la catena
di fornitura.
Il just in time:
È un sistema produttivo che garantisce la continua e perfetta simmetria
tra l’offerta dei beni
prodotti e la domanda che proviene dal mercato. (No magazzini, no
scorte, no party)
Qualità totale:
Ricerca della qualità lungo tutto il processo lavorativo e produttivo.
Abbandonata la pratica dei
controlli ex post fordista. Qualità dei prodotti e servizi è il risultato della
qualità complessiva.
(miglioramento continuo, kaizen, TQM Total quality management)
Nel paradigma della produzione snella, l’automazione:
Fa riferimento al coinvolgimento e al controllo diretto dei lavoratori,
della quantità del
prodotto. (Operaio deve arrestare la linea se vi è un problema per
correggerlo immediatamente)
Autonomazione:
Leva su cui agire per motivare e responsabilizzare la forza lavoro, gli
operai. E anche principio
su cui far affidamento per evitare la ripetizione di errori sistemici e
suggerire miglioramenti.
Tecnologia user friendly.
Rapporti con la catena di fornitura:
Rapporti vissuti come un gioco a somma positiva (win-win) orientati
alla cooperazione e alla
condivisione di informazioni. Accordo lungo termine.
La peer production:
Prende forma dai principi del p2p (peer to peer, condivisione di risorse
fra pari)
È un modello economico di produzione nel quale l’energia creativa di
un grande numero di
persone è coordinata in grandi e significativi progetti, per di più senza la
tradizionale
organizzazione gerarchica.
Peer production (3 principi):
Rete paritaria, nessuna gerarchia ne dipendenza dal manager; Nodi
equivalenti; Point to point
(equi potenza dei partecipanti con organizzazione collaborativa);
Peer production (2 logiche):
Prima logica vede la peer come modalità di organizzazione della
produzione di beni immateriali,
no ricerca del profitto. Seconda logica vede la peer per arrivare al
profitto, in caso di
problematiche l’impresa mobilita la sua conoscenza che la rete mette a
disposizione.
Nel processo produttivo denominato “ciclo tecnicamente
obbligato”:
Il ciclo di produzione è impostato dalla tecnologia di trasformazione,
come avviene per le
industrie petrolchimiche, siderurgiche, dove esiste una stretta
interdipendenza tra prodotto e
processo.
Strategia di produzione: Woodward individua 4 tipologie di sistemi
produttivi
Su progetto (Scarsa produzione, prodotto speciale, non continua), su
modello (Scarsa-media
produzione, non continua ma meno di prima), su grandi lotti (media-alta
produzione, prodotto
standardizzato, quasi continua), continua (alta e continua).
NB: Woodward non considera la complementarità esistente tra
flessibilità ed efficienza delle
strutture produttive.
Autorganizzazione:
Processo di divisione del lavoro e coordinamento emergente bottom up,
basato sulle interazioni
locali e privo di un controllo centralizzato
I sistemi produttivi secondo l’approccio sistemico:
Un processo produttivo è un reticolo di operazioni (nodi) che si
dispongono in sequenza e sono
collegate tra loro da flussi previsti dal ciclo di lavorazione (segmenti).
Si distinguono, secondo l’approccio sistemico:
Sistemi flessibili (sistemi produttivi su progetto), Sistemi
tendenzialmente flessibili (piccoli
lotti), Sistemi poco flessibili (grandi lotti) e sistemi rigidi (sistemi
produttivi continui).
La tipologia di sistema produttivo intermittente per grandi lotti
prevede:
Un processo intermittente, con attrezzature dedicate e poco fungibili,
svolti su grandi quantità.
Una classificazione generale che esprime le tipologie di processo
produttivo si basa su tre
variabili:
Tecnologia del ciclo di produzione, natura merceologica del prodotto da
realizzare, volume di
produzione.
L’impianto:
Bene materiale nel quale investe l’azienda industriale per svolgere la
propria attività
economica.
Il layout dell’impianto:
Disposizione delle macchine “per reparto”, “a catena”, “a isole”.
Disposizione delle macchine per reparto:
Macchine disposte in gruppi funzionali: il singolo lotto di pezzi segue il
percorso prestabilito
passando da una funzione all’altra.
Disposizione delle macchine a catena:
Macchine specializzate e disposte in base alla sequenza tecnologica
delle operazioni richieste
per la fabbricazione e per l’assemblaggio. Movimento dei pezzi
continuo.
Nella distribuzione delle macchine “a isola” (group technology):
Le macchine vengono disposte in gruppi ciascuno dei quali viene
costituito in base alla sequenza
delle fasi più complesse del ciclo di lavorazione.
Il grado di flessibilità dell’impianto è?
La capacita dell’impianto di adattarsi a produrre beni differenti senza
incorrere in costi non
sopportabili.
Il grado di elasticità dell’impianto è?
La capacità dell’impianto di rimanere competitivo anche in condizione
di parziale utilizzazione.
Dimensionamento dell’impianto:
Tale problema riguarda l’individuazione della dimensione ottimale
dell’impianto, definibile a
livello teorico come la dimensione idonea a minimizzare il costo
unitario di produzione.
La programmazione della produzione:
Consiste in un complesso di decisioni e di attività, aventi lo scopo di
armonizzare le richieste
provenienti dal mercato con le potenzialità del sistema produttivo, con
l’obiettivo di produrre
ciò che serve, nei tempi e nelle quantità giuste, al minimo costo.
La programmazione della produzione si sviluppa:
Secondo un approccio gerarchico: Pianificazione strategica della
produzione, Programmazione
aggregata della produzione, Programmazione operativa della
produzione, Controllo della
produzione.
Pianificazione strategica della produzione:
Il manager programma l’intero processo produttivo per un ampio arco
temporale e decide la
quantità di ciascun prodotto da produrre, l’utilizzo della manodopera, il
livello di qualità del
prodotto e pianifica gli interventi di manutenzione degli impianti.
La programmazione aggregata della produzione:
Il manager bilancia la Capacita produttiva necessaria con la Capacita
produttiva disponibile. (Si
accerta che il sistema ha le risorse necessarie per soddisfare le richieste
del mercato)
La programmazione operativa della produzione:
Ha come obbiettivo l’individuazione delle specifiche risorse produttive
su cui devono essere
effettuate, dei lotti di produzione, della sequenza di lotti e delle singole
operazioni da
effettuare.
Ha come obiettivo l’assegnazione ai singoli centri di lavoro il “periodo
di tempo” necessario per
svolgere le varie attività produttiva, che sono richieste dall’esecuzione
degli ordini di
produzione.
Il controllo della produzione:
Verificare giornalmente lo stato di avanzamento delle lavorazioni,
correggendo eventuali
scostamenti tra l’andamento effettivo e quello programmato. Fornisce
feedback informativo al
manager, utile per apportare miglioramenti/correzioni.
PULL/PUSH DIPENDE DA TALE CONFRONTO:
Production time:
Intervallo temporale che intercorre tra il momento in cui si avvia il
processo operativo ed il
momento in cui è realizzato l’output finale.
Delivery time:
Intervallo temporale che intercorre tra il momento in cui il cliente
effettua l’ordine ed il
momento in cui egli si aspetta che il prodotto sia effettivamente
consegnato.
Logica Push (programmazione a spinta):
Manager definisce i fabbisogni di acquisto ed i programmi di
produzione in base alle previsioni di
vendita. Si creano scorte e vi è un rischio di mercato (domanda effettiva
diversa da quella
prevista)
Logica Pull (programmazione a trazione):
Gli ordini effettivi “tirano la produzione” e quindi l’acquisto per i
materiali necessari per la
fabbricazione del prodotto. Riduzione del livello di scorte e aumento
della flessibilità del
sistema produttivo.
Logistica:
Comprende l’insieme delle decisioni e attività che sono finalizzate ad un
efficace ed efficiente
gestione del flusso dei materiali.
Logistica (Approccio tradizionale):
Intesa come la scienza dei movimenti e degli approvvigionamenti.
Scarsa attenzione tra
produzione e distribuzione.
Logistica (Gestione integrata):
Ha come obiettivo la gestione ottimale del flusso di prodotti verso i
clienti.
Integrazione delle attività fisiche, gestionali e organizzative che
governano il flusso fisico dei
beni e delle necessarie informazioni per l’acquisizione delle materie
prime e dei materiali
ausiliari dall’ingresso in azienda fino alla consegna dei prodotti finiti.
È connotata tra le altre da un’organizzazione basata su una visione
sistemica incentrata.
Logistica (Il supply chain management) (SCM):
Gestione (management) della catena (chain) di fornitura (supply).
Orizzonte si allarga
dall’interno all’esterno dell’impresa, includendo fornitori, sub fornitore
e passando per il
processo produttivo arrivando al consumatore finale.
Abbraccia la pianificazione e la gestione di tutte le attività inerenti alle
risorse e agli
approvvigionamenti, alla conversione di esse e a tutte le attività di
gestione logistica.
Generalmente le imprese affidano ad una singola unità
organizzativa, la singola attività di:
L’approvvigionamento, la gestione delle scorte e la distribuzione fisica.
La politica di approvvigionamento:
Comprendere l’insieme di decisioni e strumenti manageriali attinenti
alla gestione del rapporto
con le imprese fornitrici.
La matrice di Kraljic:
Individua 2 variabili l’importanza del materiale acquistato (Y) ed il
rischio di
approvvigionamento (X).
4 sono le tipologie di acquisti: Materiali non critici, materiali con effetto
leva, materiali colli di
bottiglia, materiali strategici.
Articoli strategici:
Materiali rari e di grande valore, molto importante, situati in mercati
altamente rischiosi a
livello di approvvigionamento; sono i più critici per l’azienda.
Articoli con effetto leva:
Caratterizzati cioè da un alto impatto economico (il loro costo incide in
modo rilevante sul costo
totale del prodotto o servizio realizzato), ma con una bassa complessità
del mercato di fornitura
(abbondanza di fonti alternative, basso rischio).
Articoli non critici:
Le caratteristiche standard di questa tipologia di acquisti ne riducono la
complessità dal punto
di vista del mercato di fornitura (numerose alternative di fonti di
fornitura e facile
individuazione di prodotti sostitutivi). Articolo poco rilevante a livello
di importanza dunque di
costo.
Articoli collo di bottiglia:
i prodotti e i servizi che generano colli di bottiglia sono caratterizzati da
un basso livello di
impatto sul profitto aziendale, articoli posto costosi e poco rilevanti, ma
sono indispensabili per
assicurare la continuazione dell’attività, alto livello di rischio.
Le scorte:
Sono tutti i materiali di diversa natura che si trovano fisicamente in
locali di produzione
dell’impresa.
Stock control (look back):
Viene prevista una scorta che viene reintegrata quando si accerta che il
livello dello stock è
diminuito rispetto al fabbisogno previsto.
Si distingue in: modelli a quantità fissa (controllo continuo dello stock,
se scende ad un
determinato livello avviene il reintegro a quantità fissa) e modelli a
periodo fisso (controllo
dello stock a intervalli di tempo costanti ma per quantità variabili).
Flow control (look ahead):
L’attenzione si sposta dal controllo dello stock al controllo del flusso dei
materiali. Tale modello
s’incentra sulla pianificazione ed il controllo del flusso che attraversa i
vari stadi della supply chain.
Comprende il Just in Time e Kanban.
Le scorte di ciclo:
Derivano dal fatto che l’azienda produce o acquista in lotti e che sono
collegate alle entità dei
lotti stessi, nonché alla diversa durata delle fasi di lavorazione.
Scorte di transito:
Materiali che devono essere trasferiti da un luogo all’altro all’interno o
all’esterno dello
stabilimento.
Scorte di sicurezza:
Dirette a fronteggiare gli effetti negativi di variazioni non previste
nell’andamento della
domanda.
Kanban:
Kanban (􁍡􁍡), termine giapponese che letteralmente significa
"cartellino/insegna", indica un
elemento del sistema Just in time di reintegrazione delle scorte mano a
mano che vengono
consumate.
Distribuzione fisica:
Conservare e assicurare il tempestivo collocamento dei prodotti finiti
sui mercati, portando il
prodotto appropriato al posto, nel momento e nella qualità e quantità
giusta.
PARTE 6 – IL CONTROLLO
Programmazione:
Processo di predeterminazione degli obbiettivi da compiere entro un
determinato periodo di
tempo.
Previsione:
Consente di prevedere come si svolgeranno in futuro gli eventi sulla
base di indizi più o meno
sicuri.
Programmazione:
Schema interpretativo utile alla gestione aziendale, favorendo essa gli
step necessari da
implementare al fine di raggiungere gli obbiettivi aziendali.
Programmazione di esercizio:
Consente di ottimizzare le azioni aziendali utilizzando le risorse
disponibili.
Programmazione di lungo periodo:
Si preoccupa di integrare le risorse esistenti per garantire il
perseguimento degli obiettivi di
medio-lungo termine.
Piano strategico:
contiene, sia in senso qualitativo che in senso quantitativo, utili
indicazioni circa il governo e la
gestione aziendale, rappresentando l’anello di congiunzione tra tutti i
piani di funzione
compreso il piano operativo.
Il piano operativo:
è un documento di medio-breve termine che focalizza l’attenzione sulle
funzioni aziendali.
Budget economico o bilancio preventivo:
documento idoneo a segnalare profitti e perdite e di conseguenza
l’andamento anticipato della
gestione futura.
Budget di cassa:
utile per governare il flusso monetario e, quindi, di supporto nel
processo di bilanciamento delle
entrate e delle uscite.
Budget finanziario:
atto ad enfatizzare le esigenze finanziarie dell’impresa.
Gap analysis:
tecnica che le imprese utilizzano per determinare quali step devono
essere implementati al fine
di consentire il raggiungimento dello status desiderato (TO-BE),
abbandonando le condizioni
attuali (As-Is).
Controllo strategico:
controllo volto a recuperare margini di efficienza operativa e efficacia
nel raggiungimento degli
obbiettivi.
Obbiettivo esplicativo delle performance e quantificabile:
una relazione causale tra l’obbiettivo prefissato ed il comportamento del
management.
PARTE 7-LA COMUNICAZIONE
Tra le tipologie di comunicazione d’impresa rientra la
comunicazione istituzionale che
consiste:
Nello studio di tutte quelle pratiche tese a governare e migliorare la
reputazione, la visibilità e
l’immagine di un’organizzazione.
Tra le tipologie di comunicazione d’impresa rientra la
comunicazione istituzionale che
consiste:
Nel trasferire più garanzie e certezze sull’andamento futuri e sulla
sopravvivenza dell’impresa
nei confronti degli azionisti, obbligazionisti, clienti, banche, fornitori,
etc.
Comunicazione economico finanziaria:
Destinata al vasto pubblico, trasferisce più garanzie e certezze
sull’andamento futuro e sulla
sopravvivenza dell’impresa.
Comunicazione organizzativa o manageriale:
Il trasferimento di conoscenza sottintende non solo flussi informativi,
ma anche schemi e
procedure, valori e aspetti della cultura organizzativa.
Comunicazione di marketing:
Processo manageriale rivolto ai clienti finali ed intermedi, mediante il
quale l’impresa
trasferisce al cliente un’offerta di valore.
Livelli di comunicazione di shannon e weaver:
Livello semantico, livello di sintassi, livello di efficacia/efficienza.
DOMANDE SPARSE:
Studi cognitivisti:
Il comportamento organizzativo viene considerato come una rete
complessa di decisioni, tesa ad
influenzare la condotta di coloro che operano all’interno
dell’organizzazione.
SSMED service science:
Investiga la caratterizzazione e l’evoluzione di servizio, focalizzandosi
sul ruolo attivo di
componenti chiave quali persone, conoscenze, tecnologie ed
informazioni condivise.
Sistema:
E’ una struttura organizzata per essere finalizzata al raggiungimento di
uno scopo, attraverso la
realizzazione di una sequenza di obbiettivi successivi.
In prospettiva strutturale:
La dinamica comportamentale di un’organizzazione si presta ad essere
letta per funzioni
attribuibili alla struttura.
In prospettiva sistemica:
La dinamica comportamentale di un’organizzazione si presta ad essere
letta per finalità
attribuibili al sistema e per il ruolo degli attori.
Spostando il focus dal concetto di “risorsa” al concetto di
competenza possiamo identificare
una evoluzione:
Da struttura ampliata a struttura logica.
Il modello single loop Learning:
È un apprendimento conservativo in forza del quale il sistema può solo
mantenere il corso
d’azione all’interno dei binari definiti dalle regole e dagli standard
operativi che lo governano.
Il modello del double loop Learning:
E’ un apprendimento scardinante perché rimette in discussione le regole
del gioco sia a livello
strategico che operativo.
Tra i punti di debolezza della struttura per programmi troviamo: (forse)
Maggiore difficoltà di direzione.
Dimesioni critiche della transazione:
- Frequenza: misura il livello di volte che l’evento si verifica in un
determinato arco
temporale;
- Specificità: è il grado con cui un investimento può essere reimpiegato
in usi alternativi;
- Incertezza: probabilità di realizzazione di un nuovo evento.
Approccio costi di transazione:
Struttura per individuare scopo e relazioni dell’organizzazione; attività
che possono essere
internalizzate o esternalizzate; componenti umane e interconnessioni.
Secondo la versione “forte” del modello struttura-condottaperformance:
Esiste una casualità unidirezionale (e i risultati dipendono unicamente
dalla struttura del
sistema). Le strategie non contano.
l’approccio economico-strategico-costruttivista:
La capacità dell’impresa di esprimere nei periodi di riferimento una
reddittività elevata e
durevole.
Secondo Guatri il valore:
R/I= reddito medio normale atteso/ tasso di attualizzazione dei flussi
reddituali; deve essere
quantificato tramite i metodi reddituali nella variante della rendita.
Il capitale di comando:
E’ il capitale azionario a cui è connesso il potere di governo.
SVA (shareholders value added):
Considera il modello d’impresa a proprietà forte tipico del capitalismo
industriale domestico
dall’impresa a capitale debole con titoli quotati; rappresenta il rapporto
tra il risultato netto
dell’impresa ed il capitale allocato meno il costo del capitale proprio * i
mezzi propri
dell’impresa.
Il capitale controllato:
E’ la quota di capitale conferita da terzi che non partecipano alla
gestione.
Impresa a controllo proprietario forte:
Tipicamente individuali, società di persone e società di capitali in cui
emerge un nucleo di
comando forte e stabile.
Impresa a controllo proprietario debole:
Il comando è affidato ai manager che si auto perpetuano attraverso il
meccanismo della
cooptazione, consolidando lo scollamento dalla proprietà.
Secondo jensen e mekling:
Una relazione d’agenzia è un contratto in base al quale una o più
persone condizionano un’altra
persona a ricoprire per suo conto una data mansione, che impiega una
delega di potere.
Lo stakeholder come sovra sistema:
- include qualsiasi entità che rientra nella struttura ampliata del sistema
che si prende a
riferimento.
- Rilevante quando si prende a riferimento la sopravvivenza del sistema.
La rilevanza è composta da:
- Criticità che riguarda il rapporto che si instaura col soggetto
- Influenza che riguarda l’entità stessa con cui si instaura un rapporto.
Elementi stakeholder:
- Potere: relazione tra attori in cui uno può obbligare l’altro a fare
qualcosa che non
avrebbe fatto
- Legittimità: percezione generalizzata secondo cui le azioni di un’entità
sono desiderabili
- Urgenza: il grado con cui le aspettative degli stakeholders richiedono
un’immediata
attenzione.
La selezione avversa si verifica nel momento in cui:
L’agente fornisce informazioni non verificate circa la propria esperienza
e le proprie capacità
pur di farsi assumere.
L’azzardo morale:
E’ dovuto alla possibilità, per l’agente, di non rispettare i vincoli e le
clausole imposte dal
mandante nonché le obbligazioni in funzione della mancata esistenza di
meccanismi di controllo
vincolante.
Costi di agenzia:
Costi sopportati dai principali per la messa a punto e l’applicazione di
sistemi di controllo,
monitoraggio e incentivo sull’operato del management, nel tentativo di
ridurne il
comportamento opportunistico ed allineare interessi di manager ed
azionisti.
Costi di controllo:
Derivano dall’attività dei principali volti a monitorare i comportamenti
dell’agente.
Costi di riassicurazione:
Derivano dall’attività dell’agente, volta a convincere il principale della
bontà del suo
comportamento.
Costi residuali:
Derivanti da altri conflitti di interesse che le suddette attività di
controllo e di riassicurazione
non sono in grado di ricomporre.
Dimensioni della teoria degli stakeholders
- Normativa:
la teoria è utilizzata per interpretare la funzione dell’impresa, compresa
la definizione di linee
guida morali che ne indirizzino la gestione.
- descrittiva/empirica:
si descrivono ed esplicano comportamenti e caratteristiche specifici
dell’impresa.
- Strumentale:
si studia a relazione tra lo stakeholder management ed il raggiungimento
di determinate
performance da parte dell’impresa.
La capacità core:
E’ ciò che l’azienda fa particolarmente bene.
Una competenza core:
E’ difficile da limitare o replicare ed è sviluppata tramite il
coordinamento delle risorse interne.
Il REI (risultato economico integrato) è dato dalla somma tra:
Somma di reddito normalizzato, di variazione periodale delle
plusvalenze o minusvalenze
contabilmente inespresse relative ad alcune tipologie di beni oppure
alcune poste del passivo,
variazione periodale dello stock di beni immateriali; può essere
trasformato in un indicatore di
creazione del valore aggiungendo gli interessi passivi al netto dello
scudo fiscale e sottraendo il
costo medio ponderato dei capitali investiti.
Il modello organico:
metodi tecnici e poteri relativi di ciascuna posizione sono disciplinati
capillarmente tramite
regole e procedure codificate e formalizzate. La flessibilità è la
prerogativa saliente ed il suo
fondamentale vanataggio, la conoscenza organizzativa si presume
distribuita in tutta la
struttura, idoneo in ambienti instabili. svantaggi: si rischia di perdere il
controllo dei processi
decisionali.
Il modello meccanico:
l’autorità formale, i requisiti informativi, le attività, le competenze
tecniche di ogni posizione
sono definiti in modo dettagliato e rigoroso. Idoneo in ambienti stabili.
Svantaggi: può impedire a causa della rigidità di reagire con prontezza a
situazioni impreviste.
Il principio di investimento, uno dei tre principi cardine su cui si
basa la funzione finanza
afferma:
investire in attività e progetti con rendimento atteso superiore ad una
certa soglia minima di
rendimento.
Il principio di finanziamento afferma:
scegliere una struttura finanziaria che massimizzi il valore e sia in linea
con la tipologia di
investimento.
Il principio dei dividendi afferma:
restituire il denaro ai proprietari dell’impresa quando non vi siano
opportunità alternative
redditizie.
Le crisi economico-ambientali:
sono principalmente pressioni e/o disposizioni di natura normativa che
impediscono o limitano
fortemente lo svolgimento dell’attività d’impresa così come essa era
stata prevista e sviluppata.
La strategia denominata scrematura rapida prevede:
elevati livelli nelle politiche di prezzo e di promozione.
Struttura organizzativa d’impresa:
è il fascio di strumenti e meccanismi di varia natura deliberatamente
scelti per garantire
armonia e coerenza alla pluralità de processi che l’impresa pone in
essere per la realizzazione
dei propri obbiettivi.
Mansione:
l’insieme dei compiti opportunamente aggregati in modo da poter avere
uno scopo o un
significato che viene attribuito ad una posizione organizzativa o
lavorativa.
Dimensioni della progettazione della mansione:
- Varietà: deriva dalla divisione orizzontale (numerosità ed eterogeneità
dei compiti)
- Autonomia: deriva dalla divisione verticale (libertà, indipendenza e
discrezionalità del
lavoro).
- Interazione sociale: funzione socializzante del lavoro.
- Significatività: influenza la costruzione del sé sociale del lavoratore.
Interdipendenza:
- Generica: legame tra i membri dell’organizzazione
- Da condivisione delle risorse: accentramento o decentramento dei
servizi.
- Sequenziale: transnazionale e unidirezionale, una parte alimenta l’altra
con il proprio
output
- Reciproca: transnazionale e bidirezionale: l’’output di una parte è
l’input di un’altra
parte
- Reciproca: transazionale e bidirezionale, l’output di una parte è l’input
dell’altra
- Di gruppo: cooperativa, lega le persone che hanno il bisogno di
lavorare insieme.
Adattamento reciproco
il controllo del lavoro resta nelle mani di chi lo esegue.
Standardizzazione del lavoro:
normalizza le modalità di svolgimento di un’attività e limita la
discrezionalità
dell’operatore.
Gerarchia:
definisce le linee di autorità formale di ciascun componete
dell’organizzazione.
Struttura:
complesso di strumenti di diversa natura idonei ad espletare i compiti
funzionali agli
obiettivi prefissati.
Struttura polifunzionale:
le attività omogenee sono affidate ai dipartimenti funzionali diretti dai
manager
genericamente dipendenti della direzione centrale o generale;
concentrazione di attività
omogenee e manager altamente specializzati; M-Form; Le divisioni
sono costituite per creare
output che sono utilizzati dal mercato. Vantaggi : affrontate
efficacemente i problemi di
coordinamento e controllo organizzativo. Difetti: ridondanza di unità
organizzative che
svolgono le stesse funzioni.
Struttura a matrice (matrice a doppia entrata):
i manager sono fortemente specializzati sia per risorse/funzioni (input)
che per prodotti/
progetti (output). Vantaggi: possibilità di dedicare attenzione a più
fattori critici di successo,
opportunità di sfruttare appieno le risorse/capacità. Difetti: scontro tra
manager funzionali
e di prodotto/progetto, tensione delle risorse umane immesse in un
contesto ambiguo e
conflittuale.
Struttura per progetto:
richiesta attenta attività di organizzazione interno e capacità di
coordinamento. Vantaggi:
controllo degli output, monitoraggio dei risultati, ottimizzazione dei
tempi e delle risorse,
miglioramento della qualità delle attività. Difetti: maggiore entropia,
difficoltà di direzione,
eccessivo numero di spostamenti delle risorse umane, duplicazione delle
specializzazioni.
Struttura per processo:
basata sul ciclo input-trasformazione-output.
Process owner:
coordina i team operativi stabili e trasversali.
Process driven:
riunite le risorse umane che si occupano di uno stesso processo,
presenza di culture cross
functional, aumento dei processi trasversali dell’organizzazione.
Team e task force interfunzionali:
sono variabili di coordinamento laterali che abbassano il punto di
risoluzione del problema
laddove esso si manifesta senza risalire tutta la scala gerarchica.
Parco ricorso alla specializzazione:
attività di job design che portano alla frantumazione del processo
lavorativo e del contributo
dalla parte al tutto.
Corporate identity:
Definizione univoca di ciò che l’impresa è e di cosa essa fa.
Omeostasi:
Volontà di un sistema di rimanere vitale cercando di mantenere le
variabili critiche stabili.
Stock option (B):
Le stock option sono state ideate come strumento per retribuire e
fidelizzare i manager,
considerati strategicamente rilevanti per una società. Attraverso
l’assegnazione gratuita di
stock option (opzioni call), l’impresa concede ai propri collaboratori il
diritto ad acquistare
azioni della stessa società, ad un prezzo predeterminato (strike price).
Le stock option
saranno esercitate se il prezzo predeterminato è inferiore al valore
corrente dell’azione
sottostante. In caso contrario le opzioni perdono di ogni valore.
Struttura a progetti comporta:
Difficoltà di direzion

INTEGRAZIONE

L’equilibrio tra entrate ed uscite misura:


Il livello di liquidità dell’impresa (eq. Monetraio)

L’equilibrio tra fonti ed impeghi misura:


il livello di solvibilità (eq. Finanziario)

L’equilibrio tra costi e ricavi misura:


il livello di economicità (eq economico)

Le categorie valoriali rappresentano:


La resistenza che la conoscenza posseduta oppone al cambiamento.

La risonanza rappresenta:
Il cambiamento che la consonanza può avere durante l’ampliamento
della varietà informativa

Margine di contribuzione:
q=cft/mdc ---- mdc=p-cvu

I fattoti (elementi) componenti di una varietà informativa sono:


categorie valoriali, schemi interpretativi (generali e di sintesi), unità informative

I punti di forza della struttura plurifunzionale sono:


concentrazione di attività aziendali omogenee nei diversi dipartimenti e forte specializzazione dei manager

due varietà informative sono tanto più consonanti tra loro tanto più sono coincidenti:
le categorie valoriali

tra i pilastri della produzione di massa troviamo:


l’intercambiabilità, l’organizzazione del corpo di fabbrica, il rapporto con i fornitiri
secondo la service-dominant logic, il servizio:
consiste in un output composto da soli elementi immateriali.

il metodo del payback period,:


non tiene considera il valore finanziario del tempo ma considera il rischio associato ai flussi di cassa di un
progetto di investimento

il marketing management si fonda sulle attività di:


analisi, pianificazione, azione, controllo

per corporate identity s’intende:


l’insieme di tutti gli elementi percepibili che l’impresa trasmette al pubblico

tra i principali vantaggi di un assetto organizzativo per progetti vi sono:


maggiore controllo degli output e miglioramento delle qualità delle attività espletate

si conseguono economie di varietà quando:


l’impresa ottiene riduzioni di costo operando in più business

fabbisogno strutturale è:
fabbisogno permanente di lungo periodo, legato alle caratteristiche della struttura dell’impresa.

Il fabbisogno Corrente è:
fabbisogno permanente di breve periodo e legato al volume di attività di gestione.

Il fabbisogno Straordinario:
Fabbisogno legato ad eventi imprevisti di medio-lungo periodo, non permanente.

Il fabbisogno Occasionale:
Come lo straordinario è legato ad eventi imprevisti, ma di breve periodo.

Il grado di leva operativa:


esprime quanto è sensibile il reddito al variare dei ricavi

per struttura ampliata s’intende:


una struttura fisica aggiuntiva di un insieme di componenti esterne in modo da ampliare l’intero di risorse
utilizzabili dall’organo di governo per l’attivazione del sistema (scritta male anche nel compito!!)

la consonanza rappresenta: la maggiore o minore potenzialità che le due Varietà Informative hanno di
allineare la propria conoscenza

ROI= RO/CI

ROE= RN/CN --- CN=RN*ROE

La strategia ad ombrello è un tipo di strategia:


deliberatamente emergente

le principali fonti della differenziazione sono:


il tipo di produzione, sistema di distribuzione, prodotto non standardizzato

nell’ambito della progettazione organizzativa il compito è:


l’insieme delle attività umane necessariamente collegate, in relazione alla proprietà del lavoro umano e
della tecnica impiegata.

La strategia distributiva push, mira a:


massimizzare l’efficienza basandosi su un miglior coinvolgimento del mercato

la concorrenza orizzontale studia:

per comunicazione istituzionale s’intende:


lo studio di tutte quelle pratiche tese a governare e migliorare la reputazione, la visibilità e l’immagine di
un’organizzazione

il processo logistico comprende le attività di:


approvvigionamento, gestione delle scorte e distribuzione fisica

attraverso il targeting avviene:


la scomposizione del mercato in sottosistemi di clienti omogenei

la distribuzione esclusiva ha la finalità di:


esaltare il valore del prodotto

il montante è:
l’equivalente monetario futuro di una somma disponibile oggi
la logic dell’open innovation:
fluisce lungo tre dorsali di permeabilità: outside-in process, inside-out process, coupled process

i punti di forza di una struttura a matrice sono:


attenzione a due o più fattori critici di successo e pieno sfruttamento del binomio risorse/capacità.

la strategia distributiva "pull" mira:


a massimizzare l'efficienza basandosi su un miglior coinvolgimento del mercato

le principali fonti della focalizzazione sono:


i peculiari bisogni dei clienti negli specifici segmenti

la concorrenza allargata studia il rapporto tra:


un'impresa operante in un settore ed una potenziale entrante

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