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Ben Gurion

Roosvelt, Churchill, Gandhi e lui: Ben Gurion. Senza esagerare si può asserire che David
Ben Gurion sia sullo stesso piano degli altri nomi citati come i più grandi personaggi politici
del XX secolo. Essi hanno segnato non solo l'epoca in cui hanno vissuto ma hanno anche
influenzato positivamente la vita delle loro nazioni.

Nel 1700 in Polonia si diffuse nel mondo ebraico ad opera di Israel Ben EHeliezer un
movimento mistico denominato Chassidismo; questo movimento era basato sul seguente
principio: se si conosce il nome di Dio si può “possedere Dio stesso”, basato su un
approccio emotivo e immediato con la sfera divina: la religione doveva essere gioia e
partecipazione.
Lo Il Chassidismo si diffuse in tutta l’Europa Orientale oltre che in Polonia anche in Russia.
Una interessante prerogativa di questo Movimento è stata quella di avere ridestato messo
in primo piano il ricordo e la nostalgia tradizionale della “terra degli avi”, la terra di
Salomone, di David, ecc …; da qui il sorgere e il crescere del desiderio e della volontà di
ritornare nella terra di Israele dalla quale, a causa della diaspora, gli ebrei erano stati
allontanati e cacciati dai romani nel 70 d.C.

Alla fine del XVIII secolo la Polonia scompare dalla carta geografica in seguito alle
spartizioni che erano state operate dalla Russia, dalla Prussia e dall'Austria; nel 1807
Napoleone le restituì poi l'indipendenza, però alla caduta di Napoleone nel 1815 al
Congresso di Vienna la Polonia diventa “regno personale dello Zar”; in questo contesto
storico e politico nacque il 16 ottobre del 1886 in una cittadina polacca, (Plonsk) David
Grun. In seguito lui cambiò il proprio nome in David Ben Gurion. Rimase orfano di madre
molto giovane, e colpito dagli eventi, nei suoi desideri un'altra madre comincia a prendere
il suo posto: Eretz Israel, la terra di Israele. la Palestina. Nel 1897 a Basilea Hertzl
convocò il primo Congresso del movimento sionista. Gli echi del Congresso giunsero
anche in Polonia e il padre di Ben Gurion, Avigdor, fu tra i primi e più favorevoli sostenitori
della nuova ideologia ebraica del ritorno della patria biblica. Nello stesso anno Avigdor
passò a guidare la cellula sionista di Plonsk. Tutto ciò influenzerà enormemente David
facendo crescere in lui un grande amore per la terra degli avi; appena quattordicenne
fondò un'associazione giovanile sionista con due suoi compagni, Shlomo Zemach e
Samuel Fuchs; questa associazione si proponeva di diffondere la lingua e la cultura
ebraica tra i giovani della cittadina in cui vivevano; David era dotato di una memoria
prodigiosa, era intelligentissimo; si racconta che sapesse ripetere una pagina della Bibbia
Vecchio Testamento dopo averne ascoltata la lettura una sola volta.
Nel 1903 si recò a Varsavia dove però non gli fu concesso in quanto ebreo di iscriversi a
nessun Istituto Universitario; era già quello l'effetto dell’antisemitismo che pervadeva la
Russia zarista e di conseguenza anche la Polonia; i pogrom erano sempre più frequenti;
si iscrisse quindi al movimento Poalè Siòn (lavoratori di Sion). Nel 1904 a Vienna morì il
fondatore del sionismo, Hertzl, che fece rinascere nel cuore degli ebrei la speranza di
ritorno in Palestina nella loro terra.
Nel 1905 ci fu un tentativo di Rivoluzione in Russia che come sappiamo finì male; anche i
lavoratori ebrei furono attivi in quel tentativo che venne però soppresso dalla reazione
severissima zarista; molti giovani allora cominciarono ad emigrare verso l'America; altri
invece decisero di emigrare in Palestina e anche l'amico di David, Shlomo Zemach, partì.
Seguì una fitta corrispondenza tra i due amici; convinto dall'amico anche David prese la
decisione di partire nonostante l'opposizione di suo padre; tutto ciò accadeva nel 1906: a
soli vent'anni David coronò il suo sogno: tornare in Palestina Eretz Israel.
Così giunge in Palestina dove Vi trova il suo primo impiego come operaio agricolo, però
nel 1909 David dovette tornare in Polonia per assolvere all'obbligo del servizio militare
nell'esercito zarista; risolse subito il problema, presentandosi e subito dopo disertando per
ritornare al suo villaggio in Galilea in Palestina: non aveva tempo da perdere a servizio
dello zar, aveva altro da fare.

Al suo ritorno viene chiamato da Itzak Ben Zvi a fare parte della redazione di un nuovo
giornale che stava nascendo proprio quel momento: Ha Achdut (l'unità) in lingua ebraica;
egli inoltre in quel periodo entrò in contatto con le autorità turche e cercò di creare dei
rapporti giuridici tra l'amministrazione turca (infatti allora in quel periodo la Palestina
faceva parte dell’Impero Ottomano), e la minoranza ebraica.
Va detto però che non tutti gli ebrei aderivano all'ideologia sionista: alcuni ebrei infatti,
anche le famiglie insediate lì da secoli, pensavano che l’esilio del popolo ebraico fosse
una punizione divina e che non bisognava cercare l’indipendenza ma sottomettersi al
dominio turco. Il territorio era sostanzialmente spopolato, desertico o paludoso; ma mentre
nelle città principali (soprattutto a Gerusalemme) gli ebrei erano più numerosi, nei piccoli
villaggi predominavano i beduini. L’immigrazione ebraica, col suo successo economico,
richiamava inoltre una immigrazione araba, proveninte soprattutto dall’Egitto e dall’Arabia
Saudita. giungendo in Palestina si resero conto che essa era già occupata da secoli da
un'altra popolazione e che la Patria ebraica in Palestina si sarebbe limitata ad una sola e
imprecisabile parte che avrebbe dovuto coesistere con un'altra nazione, quella araba.
Nel frattempo scoppiò nel 1914 la prima guerra mondiale; in quel momento in Palestina
vivevano da 80.000 a 100.000 ebrei circa; avevano già fondato la prima città nel 1909, Tel
Aviv. La Turchia, ben conscia della pericolosità del Sionismo, nel 1915 decise di espellere
dalla Palestina tutti i capi sionisti; in realtà l’impero ottomano non si fidava molto di chi non
professava la fede islamica, quindi non si fidavano nè degli ebrei ma neanche dei
cristiani;

Ben Gurion e Ben Zvi si recarono ad Alessandria Egitto dove furono arrestati dagli inglesi
come sudditi dell'impero ottomano (ricordiamo che nella prima guerra mondiale Gran
Bretagna e Ottomani Turchia erano avversari). Vennero poi rilasciati e Ben Gurion decise
di raggiungere gli Stati Uniti nell'estate del 1915. Egli capì che doveva prodigarsi per
acquisire alla causa sionista il maggior numero di ebrei americani che fino ad allora erano
indifferenti o comunque disinteressati alla causa. Si mise così in contatto col capo del
sionismo americano, il giudice Louis Brandeis. Girò per molte città tenendo conferenze e
partecipando a dibattiti molto molto accesi. Nel 1917 poi gli Stati Uniti decisero di entrare
in guerra a fianco della Gran Bretagna. Ben Gurion contribuì a costituire un corpo militare
ebraico che combattesse a fianco degli Stati Uniti.

Stesso accordo ci fu a Londra dove una brigata ebraica avrebbe dovuto combattere in
Palestina contro l'impero ottomano a fianco degli inglesi. Intanto il 2 novembre 1917 con la
dichiarazione di Balfour fu promessa ai sionisti la formazione di un focolare ebraico in
Palestina in cambio dell'appoggio ebraico nella guerra contro l'Impero Ottomano.
Ben Gurion però non si mostrò entusiasta di ciò infatti ebbe a dire:

“ l'Inghilterra non può restituirci Israele


e questo non perché non sia ancora nel suo controllo
…una terra può essere conquistata solo con la lotta e gli sforzi di tutto un popolo”
La dichiarazione Balfour sarebbe diventata legge internazionale nel 1921,quando la
Società delle Nazioni stabilì il Mandato Britannico di Palestina con lo scopo esplicito di
dare una patria al popolo ebraico “favorendo l’immigrazione e l’insediamento degli ebrei”.
Nel frattempo a dicembre del 1917 a New York David sposò Paoline Munweis, ebrea nata
in Russia e emigrata negli USA; dopo il matrimonio Ben Gurion fu arruolato in un
battaglione dei Fucilieri Reali che era uno dei quattro battaglioni che costituivano la
Legione Ebraica. Terminata la prima guerra mondiale tornò alla sua occupazione politica e
nel 1919 fondò il movimento socialista Achdut Havoda (unione del lavoro); lo scopo era
quello di conseguire la massima unità del movimento operaio ebraico. Nell'aprile del 1920
la Gran Bretagna ricevette dalla Società delle Nazioni il mandato sulla Palestina. A causa
di ciò partire dal 1921 si verificarono aggressioni e pogrom contro gli ebrei da parte degli
arabiaspri scontri fra arabi ed ebrei. Cominciavano a sorgere problemi di convivenza fra i
due popoli. Durante gli scontri gli inglesi arrestarono sia ebrei che arabi e per dare più
vigore al movimento sionista, Ben Gurion si fece eleggere delegato del movimento operaio
al congresso di Londra del 1920. Durante il congresso sferrò un durissimo attacco politico
a Weizman accusandolo di essere troppo morbido nel difendere la causa sionista in
Palestina. Alla fine di quell'anno ben Gurion fu uno dei fondatori del sindacato dei
lavoratori ebrei in Israele, Histadrut. Inoltre contribuì alla costituzione dell’Haganah,
importante gruppo militare clandestino ebraico in Palestina. Lo scopo era quello di
difendere militarmente gli ebrei dagli assalti arabi. Era clandestino in quanto gli inglesi
non vedevano certo di buon occhio che ci fosse un'entità ebraica militare. Nel 1921 la
Gran Bretagna decise di dividere il mandato di Palestina in due stati, riservando due terzi
del suo territorio per uno stato riservato agli arabi, l’attuale Giordania. Gli anni ‘30 videro la
definitiva affermazione politica di Ben Gurion, che era diventato ormai il leader
incontrastato del partito solo socialista ebraico. Nel movimento sionista mondiale si
andava sempre più affermando il laburismo di Ben Gurion. In Europa nel 1933 si verificò
l'ascesa al potere, in Germania, di Hitler; la prima conseguenza fu una notevole crescita
del flusso migratorio in Palestina dalla Germania e anche da altri paesi europei; questi
flussi migratori acuirono la crisi tra ebrei e arabi.

Ben Gurion ne era convinto: arabi ed ebrei dovevano risolvere tra di loro i problemi senza
la mediazione inglese e allo scopo fece molti incontri e colloqui con diversi leader arabi;
queste trattative però vennero bruscamente interrotte nell'aprile del 1936 quando alcuni
arabi uccisero diversi esponenti del movimento ebraico; già prima del ‘36 in realtà bande
armate arabe avevano attaccato diversi coloni ebrei; gli arabi chiedevano di indire elezioni
democratiche in Palestina, richiesta a cui Ben Gurion si oppose fermamente visto il
maggior numero di arabi rispetto agli ebrei; questo ovviamente avrebbe dato origine ad
uno Stato arabo.
I disordini fra arabi ed ebrei si intensificarono al punto da costringere l'Inghilterra ad
approvare il cosiddetto “libro bianco” nel 1939 con il quale veniva accantonata la vecchia
Dichiarazione di Balfour, l’immigrazione ebraica veniva impedita, condannando di
conseguenza moltissimi ebrei europei a morire nei campi di sterminio nazisti, e veniva
invece pronunciata la costituzione entro 10 anni di uno Stato palestinese sulla base del
principio secondo il quale esso doveva essere l'espressione della maggioranza della
popolazione e quindi doveva essere uno Stato palestinese arabo nel quale gli ebrei
avrebbero fatto parte.
E’ evidente che questa proposta inglese fu un colpo durissimo per i sionisti. Ben Gurion
dichiarò a nome dell’Agenzia ebraica:

“Nell'ora più scura del popolo ebraico il governo britannico vuole togliere agli ebrei
l'ultima speranza e chiudere davanti a loro la strada del ritorno nella terra di Israele.
Il colpo è duro e crudele. … Questo colpo pero’ non abbatterà lo spirito del popolo ebraico:
il legame storico tra il popolo di Israele e la terra di Israele non sarà spezzato”

Seguiranno così azioni di rappresaglia contro gli inglesi compiute dall’Haganah. La lotta
così si spostò e cominciò ad essere non più tra palestinesi arabi ed ebrei ma tra ebrei e il
governo mandatario britannico; intanto nel settembre del ‘39 scoppia la Seconda Guerra
Mondiale e a quel punto anche gli ebrei di Palestina capendo il pericolo del nazismo e del
fascismo mettono da parte lo scontro con la Gran Bretagna; non si poteva perdere tempo;
gli ebrei palestinesi organizzarono una Brigata Ebraica che si schierò a fianco degli inglesi
nella lotta alla furia nazista; nel 1941 Ben Gurion si recò negli Stati Uniti dove fece
un'opera di persuasione a favore dell'intervento americano a fianco degli inglesi nella
guerra; le capacità di ben Gurion furono riconosciute e apprezzate a tal punto che gli
venne affidato l'incarico di rappresentante degli ebrei di Palestina nel contesto
internazionale. Nel Maggio del 1942 a New York fu organizzato un congresso straordinario
del movimento sionista; oltre a Ben Gurion era presente anche Weizman; alla fine dei
lavori si arrivò alla condanna del Libro Bianco del ‘39 e si chiese che l'immigrazione
ebraica in Palestina fosse liberamente diretta dall'agenzia ebraica, alla quale doveva
essere riconosciuta da parte degli alleati l'autorità di portare la terra d'Israele
all'indipendenza.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale gli ebrei non ebbero modo di rallegrarsi per la
sconfitta del nazismo; la tragedia dell'Olocausto prendeva dei contorni sempre più chiari e
precisi; Ben Gurion capì che la Gran Bretagna era contraria alla tiepida verso la creazione
di uno Stato ebraico, decise quindi che bisognava appoggiarsi agli Stati Uniti e al riguardo
dichiarò:

“Per mio conto non dubito che il centro di gravità del nostro lavoro politico
sia passato dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti”

Nel 1946 entrò in azione la “Commissione dei 12” composta da 6 americani e da 6 inglesi.
Essa aveva il compito di elaborare un progetto definitivo sulla Palestina; vennero concessi
100.000 certificati di migrazione in Palestina ad ebrei vittime delle persecuzioni naziste; il
premier inglese Atlee però fece sapere che questi certificati erano subordinati al fatto che i
coloni ebrei avessero sciolto le organizzazioni armate e consegnato tutte le armi; questa
dichiarazione ovviamente accrebbe il risentimento di ebrei; gli inglesi si rendevano ormai
conto che la questione territoriale in Palestina era sempre più intricata per loro, decisero
quindi di affidare all'ONU (che aveva sostituito la società delle nazioni) la “questione
palestinese. Dal 28 aprile al 25 maggio 1947 si tenne a Flashing Medows vicino a New
York una sessione speciale in cui fu esaminato il problema; venne istituita una speciale
commissione composta da 11 paesi neutrali e presieduta dallo svedese Emile Sandstrom;
seguirono lunghe e accese discussioni e si arrivò poi la decisione di dividere la Palestina
in due Stati: uno arabo e uno ebraico; il 29 settembre del ‘47 il Segretario Generale
dell'ONU, che all'epoca era il brasiliano Osvaldo Aranha mise ai voti la proposta di
spartizione della Palestina; il risultato fu di 33 voti favorevoli e 13 contrari; dopo circa due
mesi di discussioni sul voto il 29 novembre ‘47 ci fu finalmente l'approvazione ufficiale
dello Stato Ebraico in Palestina con la famosa risoluzione numero 181; Ben Gurion accettò
senza condizioni e con evidente soddisfazione, gli arabi rifiutarono ogni accordo e ogni
convivenza con gli ebrei. Il 30 novembre la Lega Araba comunicò che i paesi arabi
avrebbero occupato la Palestina e avrebbero impedito con le armi la costituzione di uno
Stato ebraico. l'8 gennaio del ‘48 Ben Gurion dichiarò:
“l'amministrazione inglese è neutrale solo quando attaccano gli arabi
e noi dobbiamo ubbidire; se invece succede il contrario
loro intervengono a difesa degli arabi”

Il più attivo e propositivo nella preparazione e organizzazione del nuovo Stato fu


sicuramente Ben Gurion, divenuto ormai leader indiscusso del Movimento ebraico; egli,
assiduo lettore della Torah e del Vecchio Testamento, non poteva fare a meno di pensare
allo stato biblico di al grande Israele biblico: per questo il nome, per il nuovo Stato, di
Israele.
Stava per realizzarsi ciò che per secoli era stata solo una speranza e faceva pronunciare
la famosa frase “l'anno prossimo a Gerusalemme”.

Nell'anno 5708 del calendario ebraico nacque lo Stato di Israele: era il 14 maggio del
1948; capo del governo provvisorio fu Ben Gurion che così iniziò la sua carriera di
Premier; si trattava di una Repubblica democratica alla cui presidenza fu nominato Cheim
Weitzaman.

Gli arabi però non proclamarono lo Stato Arabo di Palestina secondo i dettami della
risoluzione 181: essi pensavano che avrebbero potuto avere tutta la Palestina se avessero
buttato a mare gli ebrei; otto ore dopo la proclamazione dello Stato d'Israele infatti
scatenarono la prima Guerra Arabo Israeliana. La coalizione araba era costituita da
Libano, Siria,Egitto, Iraq e Giordania; la risposta ebraica fu organizzata e rapidissima:
molto utili furono le armi che Ben Gurion era riuscito a fare giungere dall’estero. Quelle
armi dovevano servire a difendere e fissare le nuove frontiere dello Stato di Israele che
non erano state indicate nel testo della dichiarazione di indipendenza; una dimenticanza
sicuramente voluta da Ben Gurion che ebbe a dichiarare:

“Avendo gli arabi dichiarato che avrebbero abolito con le armi la decisione dell'ONU io ho
sostenuto che lo Stato sarà stabilito con la forza delle nostre armi e che le nostre armi
fissano le frontiere”

I paesi arabi dovettero constatare che Israele era molto più forte di quanto potessero
prevedere: il conflitto si conclude all'inizio del ‘49 con una importantissima vittoria ebraica
e con un nuovo assetto territoriale che lasciava solo il 21% della Palestina in mano araba;
Gerusalemme fu divisa in due parti: a ovest quella ebraica e ad est quella araba.

Il primo governo del neonato Stato a guida Ben Gurion si conclude nel ‘53 quando lo
stesso leader decide di ritirarsi a vita privata; i suoi primi anni di governo sono stati tesi a
un radicamento territoriale del popolo ebraico costruendo alloggi, infrastrutture e
favorendo l'immigrazione; 1956 ritorna poi alla vita politica alla vigilia della crisi di Suez;
il presidente egiziano Nasser decide di nazionalizzare il Canale di Suez ( che fin dalla sua
apertura nel 1886 era sotto il controllo della Francia e della Gran Bretagna). Questa cosa
naturalmente mise in allarme sia le due potenze europee che Israele in quanto la manovra
di Nasser aveva l'intento di soffocare economicamente Israele.

L’attacco preventivo scagliato dagli anglo-francesi ed esercito israeliano è rapido e


vincente; nel 1957 infatti Israele abbandona il Sinai precedentemente che aveva occupato
durante la guerra ricevendo in cambio dell'Egitto precise garanzie di navigabilità.

Nel 1963 Ben Gurion rassegna le dimissioni da Primo Ministro e a quel punto si dedica
all’attività di partito contribuendo all’unificazione di tutte le forze socialiste e operaie sotto
l'unica bandiera del partito laburista; nel 1970 David si ritira definitivamente a vita privata
morendo poi il 1 dicembre del 1973.

David Ben Gurion è, accanto a Theodor Hertzl, un padre nobile della causa sionista
mondiale: un uomo che ha fatto propria un'idea abbracciandola fino in fondo e
consegnandola alla storia non senza ombre, non senza morti, e non senza dolore, ma
Israele avrà per lui eterna gratitudine.

La biografia di Ben Gurion è un insegnamento: lui guidò il suo popolo con grande
decisione attraverso vittorie militari, ma seppur in divisa il suo orizzonte rimase sempre la
pace e il sogno realizzato di far fiorire il deserto.
Egli sognò di costruire uno Stato che potesse rappresentare un faro nella difesa dei diritti
umani in Medioriente; questa è la vera eredità di Ben Gurion.
La vita gli ha concesso la sorte di Mosé e gli ha dato il privilegio di vedere realizzata
edificazione della sua patria.

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