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IL DECADIMENTO DEL MUONE

ASPETTI TEORICI

SPERIMENTALI

Presentato da

Classe V AA

Anno scolastico 2019/2020

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1 Aspetti teorici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

1.1 Origine dei muoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

1.2 Effetti relativistici sui muoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

1.3 Vita media dei muoni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5

2 Aspetti sperimentali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

2.1 Traccia del muone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

2.2 Applicazione di un campo magnetico uniforme e costante. . .7

2.3 Prodotti del decadimento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

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Introduzione
In questo elaborato è stato posto l’ accento sulla prima particella instabile scoperta
nel 1937: il muone, che ha contribuito a dare validità empirica alla teoria della
relatività ristretta formulata da Einstein nel 1905. Inoltre viene presentata l’ influenza
dei campi magnetici sulle particelle cariche che gioca un ruolo importante in fisica
nucleare, in particolare per l’identificazione della massa di particelle la cui traiettoria
sia tracciata all’interno di una camera a nebbia.

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Aspetti teorici
Il muone μ è una particella che ha la stessa carica e spin dell'elettrone, ma
che pesa circa 200 volte di più, è altamente energetica e penetrante ma
essendo carica interagisce solo debolmente ed è influenzabile dai campi
elettrici e magnetici.

1.1 Origine dei muoni

Quando i raggi cosmici primari entrano nell’atmosfera terrestre, entrano in


collisione con gli atomi e le molecole nell’aria con conseguente
produzione di raggi cosmici secondari.

1.2 Effetti relativistici sui muoni

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1.3 Vita-media del muone

I tempi del decadimento del muone si descrivono matematicamente.


Supponiamo che all’istante t abbiamo N(t) muoni. Se la probabilità che un
muone decada in un piccolo intervallo temporale dt vale λdt, dove λ è la
costante di decadimento che caratterizza la rapidità di decadimento del
muone, allora la variazione dN nella nostra popolazione di muoni
dN =−N (t ) λ dt  

N=N ' e− λt
N è il numero di muoni ancora esistenti all’istante di tempo t
N’ è il numero di muoni all’istante t = 0
1
N=N ' e¿ ¿ ; τ=
λ

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Aspetti sperimentali
2.1 Traccia del muone
Lo studio del mondo microscopico ha richiesto nel corso del tempo la
necessità di sviluppare opportuni strumenti per poter individuare il
passaggio di particelle. In particolare, alcuni dei primi rivelatori costruiti
erano in grado di rendere visibili le tracce del passaggio di particelle. Il
principio di funzionamento di un qualsiasi rivelatore si basa sul fatto che le
particelle interagiscono con la materia. Tra i rivelatori che storicamente
sono stati utilizzati per visualizzare le tracce delle particelle vi è la camera
di Wilson , detta anche comunemente camera a nebbia. Questo rivelatore
è stato utilizzato per la prima volta dal fisico britannico C.T.R. Wilson nel
1911 per studiare la formazione delle nubi; solo successivamente egli
adoperò questo strumento per visualizzare le particelle cosmiche.

Scia di condensazione che si crea all’interno di una camera a nebbia

Traccia lunga e dritta tipica del muone

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2.2 Applicazione di un campo magnetico uniforme e costante

Una sperimentazione della camera a nebbia può essere ottenuta applicando un campo
magnetico uniforme verticale attraverso di essa. Infatti, quando una particella
elettricamente carica si muove sul piano perpendicolare rispetto alla direzione delle
linee di flusso del campo magnetico1, viene contrastata dalla forza di lorentz che
devia il moto della particella stessa, incurvandone la traiettoria.
F L =q ⃗v ⃗
⃗ B

Quindi il moto di un muone di massa mμ e carica elettrica −e in un campo magnetico


B0 è descritto dalla legge

ⅆ ⃗p
=q ⃗v ⃗
B
ⅆt

v2
qvB=m
r

mv
r=
qB

2.3 Prodotti del decadimento

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