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LEZIONI N° 1 E 2

LA METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

La Tecnica delle Costruzioni è una disciplina di carattere professionalizzante che costituisce


l’applicazione dei metodi teorici sviluppati dalla Scienza delle Costruzioni e dalla Teoria delle
Strutture.
In sostanza si passa dall’impiego dei materiali ideali della Scienza delle Costruzioni, materiali che
sono omogenei, isotropi, illimitatamente elastici, a quelli effettivamente disponibili nella realtà ed
impiegati nella pratica professionale per la realizzazione delle costruzioni civili ed industriali, quali
l’acciaio da carpenteria, il cemento armato, il cemento armato precompresso, la tecnologia delle
strutture composte acciaio-calcestruzzo, le costruzioni in muratura e quelle di legno.
Per ragioni di tempo nell’ambito di questo Corso fisseremo l’attenzione essenzialmente sulle
costruzioni di acciaio e di cemento armato, che sono quelle maggiormente diffuse.
Sempre per ragioni di tempo, nel corso di Tecnica delle Costruzioni si sviluppa la progettazione dei
componenti strutturali (travi, pilastri, solai, balconi, scale, plinti, ecc..) e di qualche struttura
semplice di tipologia ricorrente (capannoni industriali, edifici per abitazione, ecc..).
Strutture più complesse (grandi coperture, serbatoi, silos, ponti) sono oggetto di altri Corsi nella
Laurea Magistrale. Riguardo all’Ingegneria antisismica vengono datti i primi cenni. C’è poi un
apposito corso specifico che fornirà ulteriori approfondimenti.
Compito della Tecnica delle Costruzioni è quindi quello di fornire agli Allievi Ingegneri gli
strumenti operativi per progettare e realizzare strutture sicure dal punto di vista della garanzia della
Pubblica Incolumità e che soddisfino i requisiti funzionali prefissati.
Di particolare rilevanza a questo proposito (e torneremo su questo aspetto nel seguito) è il rapporto
tra attività di progettazione e realizzazione delle strutture e la legislazione tecnica. Difatti in Italia il
settore delle costruzioni è regolato da normative cogenti.
Entrando più nel dettaglio negli argomenti del Corso, si può osservare che la struttura è la parte
staticamente efficiente di una costruzione, quella, cioè, che garantisce la resistenza e la stabilità
delle opere.
Occorre peraltro sottolineare che la resistenza non è la finalità primaria di una costruzione, ma solo
il mezzo per ottenere obiettivi diversi.
Le finalità funzionali primarie delle costruzioni sono altre, tra le quali:
 Isolare un certo volume di spazio per difenderlo dal vento, dalla pioggia, dalla neve, dagli sbalzi
di temperatura, dalla vista di altre persone;

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 Sostenere carichi fissi o mobili (piattaforme, pontili, ponti, ecc..);
 Contenere spinte orizzontali dei terreni;
 Resistere alle azioni sismiche;
 ecc..
Con questa premessa, restringendo l’attenzione alla strutture, possiamo individuare quattro requisiti
essenziali che esse debbono soddisfare:

 Resistenza
 Stabilità (sia globale che locale);
 Efficienza funzionale (intesa come capacità di manifestare un buon comportamento in servizio,
con deformazioni non eccessive, ridotto livello delle vibrazioni, fessurazione del calcestruzzo
contenuta o assente, ….);
 Durabilità (intesa come la capacità di mantenere nel tempo le proprietà favorevoli possedute al
termine della costruzione).

I requisiti sopra detti devono essere garantiti con un adeguato margine di sicurezza, stabilito dalla
legge.
La chiara identificazione di questi requisiti è conquista recente, anche se, fin dai tempi più antichi, i
costruttori hanno sempre tenuto presente questi aspetti nella progettazione e durante la costruzione.
A questo proposito è’ bene richiamare l’opera di Vitruvio, vissuto nel I secolo d. C., sotto
l’imperatore Augusto.
Nel suo monumentale manuale, De Architectura, l’Autore specificava (cap. III, par. 2) le qualità che
debbono essere proprie di una costruzione correttamente progettata ed eseguita e cioè:
firmitas,
utilitas,
venustas.

La firmitas è la qualità di essere stabile, intesa come resistenza e stabilità dell’equilibrio, qualità da
mantenersi nel tempo ed incorpora ciò che, con espressione moderna, chiamiamo durabilità;
la utilitas è l’efficienza funzionale e la venustas la gradevolezza a vedersi.

Si vede quindi che due millenni fa le esigenze dei costruttori e degli esseri umani erano, tutto
sommato, non troppo diverse da quelle di oggi.

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Naturalmente all’epoca di Vitruvio struttura e costruzione coincidevano, mentre oggi vi è, nella
maggior parte dei casi una specializzazione delle funzioni: la struttura è separata dalla costruzione.
Solo in alcuni casi si ha coincidenza e cioè in alcuni tipi di grandi strutture ed infrastrutture, quali i
ponti, le gallerie, le dighe, ecc…

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La metodologia delle progettazione strutturale

La progettazione strutturale avviene secondo un procedimento che si articola in fasi successive


secondo lo schema sintetico rappresentato nella figura seguente.

CONCEZIONE DEL SISTEMA STRUTTURALE

PREDIMENSIONAMENTO

AZIONI STRUTTURA = COMPONENTI + NODI RISPOSTA


(N,M,T,w)

CAPACITA’ DI DOMANDA DI
PRESTAZIONE PRESTAZIONE
R S

MODIFICA
DELLE CONFRONTO S≤ R SI
SEZIONI S (>,<,=)R ?
S> R NO

Come si può vedere si tratta di un procedimento iterativo di perfezionamento progressivo, che


applica una tecnica simile a quella del controllo automatico in controreazione, proprio della
Ingegneria dei Sistemi.
Tutto inizia con la fase di concezione del sistema strutturale. Si tratta di un passo cruciale, in quanto
tutti quelli successivi possono solo affinare la struttura di tentativo.
Successivamente si effettua il predimensionamento della struttura, basandosi sia su regole
empiriche, dettate dall’esperienza, sia su valutazione speditive della resistenza dei componenti
strutturali in rapporto alle azioni agenti.
Quindi la struttura, composta in generale di componenti collegati fra loro dai nodi, viene sottoposta
alle azioni previste e risponde a queste azioni esprimendo le sollecitazioni interne. Le sollecitazioni
corrispondono ad una domanda di prestazione S.
Simultaneamente la struttura esprime anche capacità di prestazione (R), resistenza. Quindi la
capacità di prestazione viene confrontata con la corrispondente domanda.

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Se il confronto è positivo (capacità non minore della domanda) il processo si conclude con
successo.
In caso contrario occorre modificare le sezioni e le azioni e ripercorrere il procedimento fino a
convergenza.

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