Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Gli storici concordano nel collocare la prima tappa della migrazione verso sud, la
"Scoringa", presso le coste sudoccidentali del Mar Baltico, identificandola forse
con l'isola di Rügen[15], forse con la Zelanda o Lolland[16]. Tale movimento
migratorio avvenne con ogni probabilità ancora nel I secolo a.C.[13]; poco dopo si
stabilirono prima in "Mauringa" e poi in "Golanda"[17]. L'identificazione di questi
territori è ancora oggetto di dibattito tra gli storici, ma si tratta comunque di
aree comprese tra le sponde del Baltico e il fiume Elba[18]. Mentre erano in queste
aree avvennero i primi contatti con i Germani occidentali e, nel 5 d.C. durante la
campagna germanica di Tiberio, con l'Impero romano, che li sconfisse in
battaglia[19]. Si allearono in seguito, sempre in opposizione ai Romani, prima con
la lega germanica guidata dai Cherusci di Arminio[20][21]., prendendo parte alla
battaglia di Teutoburgo; poi con Maroboduo, re dei Marcomanni[20]. Tacito, nel suo
saggio Germania (98 d.C.), confermò lo stanziamento alle foci dell'Elba (come pure
Strabone[22]), inserendoli tra le popolazioni suebiche.[23]
Tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, i Longobardi tornarono a darsi un re,
Agilmondo[33], e dovettero confrontarsi con gli Unni, chiamati "Bulgari" da Paolo
Diacono[34]. Sempre tra IV e V secolo ebbe avvio la trasformazione
dell'organizzazione tribale longobarda verso un sistema guidato da un gruppo di
duchi; questi comandavano proprie bande guerriere sotto un sovrano che, ben presto,
si trasformò in un re vero e proprio. Il re, eletto come generalmente accadeva in
tutti i popoli indoeuropei per acclamazione dal popolo in armi, aveva una funzione
principalmente militare, ma godeva anche di un'aura sacrale (lo "heill",
"carisma"); tuttavia, il controllo che esercitava sui duchi era generalmente
debole[35].
Stanziamento in Pannonia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra gotica
(535-553).
Un'alleanza con Bisanzio e i Franchi permise al re Vacone di mettere a frutto le
convulsioni che scossero il regno ostrogoto dopo la morte del re Teodorico nel 526:
sottomise così i Suebi presenti nella regione[40] e occupò la Pannonia I e Valeria
(l'attuale Ungheria a ovest e a sud del Danubio)[41][42]. Alla sua morte (540) il
figlio Valtari era minorenne; quando, pochi anni dopo, morì, il suo reggente
Audoino usurpò il trono[43] e modificò il quadro delle alleanze del predecessore,
accordandosi (nel 547 o nel 548) con l'imperatore bizantino Giustiniano I[43] per
occupare, in Pannonia, la provincia Savense (il territorio che si stende fra i
fiumi Drava e Sava) e parte del Norico, in modo da schierarsi nuovamente contro i
vecchi alleati Franchi e Gepidi e consentire a Giustiniano di disporre di rotte di
comunicazione sicure con l'Italia[44][45].
Invasione dell'Italia
Sconfitti i Gepidi, la situazione era cambiata assai poco per Alboino, che al loro
posto aveva dovuto lasciar insediare i non meno pericolosi Avari; decise quindi di
lanciarsi verso le pianure dell'Italia, appena devastate dalla sanguinosa guerra
gotica. Nel 568 i Longobardi invasero l'Italia attraversando l'Isonzo[53]. Insieme
a loro c'erano contingenti di altri popoli[54]. Jörg Jarnut, e con lui la maggior
parte degli autori, stima la consistenza numerica totale dei popoli in migrazione
tra i cento e i centocinquantamila fra guerrieri, donne e non combattenti[53]; non
esiste tuttavia pieno accordo tra gli storici a proposito del loro reale
numero[55].