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24bis
Il cemento armato
Il problema dell’aderenza e la disposizione delle armature
Esempio di calcolo di una trave in C.A.
A
che saranno le modalità di esecuzione dell’opera (ossia le successive fasi di getto) per determinare
correttamente i cosiddetti “tagli” di armatura, ossia la conformazione delle armature e la definizione
delle zone di sovrapposizione.
Supponendo di operare con un elemento semplicemente inflesso (ad esempio, una trave), una volta
progettate le sezioni più sollecitate, il progetto dell’intera trave si effettua controllando che in ogni
sezione il momento resistente Msdu sia sempre superiore al momento esterno Mrdu di calcolo:
Msdu ≥ Mrdu .
ZZ
Il controllo si ottiene costruendo il diagramma dei momenti resistenti e facendo in modo che esso
“copra” il diagramma del momento esterno di calcolo.
In altre parole, è possibile ipotizzare delle riduzioni (o comunque delle modifiche) nelle armature
metalliche per “seguire” l’andamento dell’effettivo diagramma dei momenti sollecitanti al fine di
evitare un eccessivo spreco di armatura metallica. Occorre notare che, teoricamente, sarebbe anche
possibile ottimizzare la conformazione della sezione modificandone la geometria, adottando cioè
sezioni più grosse dove le sollecitazioni sono maggiori e viceversa operando delle riduzioni nelle
dimensioni nelle zone meno sollecitate. Di solito si opera, per facilità di esecuzione, con elementi a
sezione costante, quindi l’unica operazione di ottimizzazione possibile è offerta dalla modifica nella
disposizione delle armature resistenti.
O
Il calcolo effettuato nella sezione maggiormente sollecitata consente quindi la definizione della ge-
ometria dell’elemento, mentre l’andamento dei diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione
suggerisce la disposizione ottimale delle armature.
Si ipotizzano quindi modifiche delle armature nelle zone di inversione delle sollecitazioni flettenti,
e riduzioni delle stesse dove i momenti sono inferiori, sempre controllando che in nessuna sezione
si fornisca una resistenza alla sezione inferiore rispetto alla sollecitazione. È così possibile operare
B
“tagli” nelle armature (ossia interrompere alcune delle armature perché non necessarie nella zona
esaminata) oppure procedere ad “integrazioni” delle armature (ad esempio per coprire zone con
momento di segno diverso).
Nel caso in cui si proceda ad una riduzione delle armature presenti in una sezione occorrerà prolun-
gare le armature che non risultano più necessarie in termini di momento resistente della sezione ol-
tre la posizione in cui esse non vengono più utilizzate, di una lunghezza almeno pari a quella che è
definita “lunghezza di ancoraggio” (indicativamente, 40φ) che sarà introdotta nel paragrafo succes-
sivo.
Nel caso in cui (ad esempio nella realizzazione del primo pilastro che spicca dalla fondazione della
struttura o nella realizzazione della parte in elevazione di un muro di sostegno) si debba procedere
ad una “ripresa di getto”, ossia il getto avvenga in più fasi successive, l’ancoraggio delle armature
deve essere predisposto prima del getto della fondazione: può quindi essere opportuno “spezzare”
tali armature in due tratti, il primo dei quali predisposto all’interno della fondazione, ed il secondo
da disporre preliminarmente al getto dell’opera in elevazione. I due tratti devono essere sovrapposti
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE – 18.01.05
Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.2
per un tratto che garantisca la trasmissione dello sforzo di trazione da uno all’altro, secondo una
modalità analoga a quella già illustrata per l’ancoraggio delle barre. Di conseguenza si richiederà
ancora una lunghezza di sovrapposizione pari a 40φ (aumentata, come si vedrà, a circa 60φ se in
zona tesa) per permettere l’insorgere del meccanismo di trasmissione degli sforzi.
La necessità di fornire un opportuno confinamento al calcestruzzo, richiede inoltre la presenza di
armature lungo tutto il perimetro della struttura, per cui occorrerà aggiungere armature (seppure in
misura ridotta) anche nelle zone compresse.
Riguardo al progetto di travi in c.a. è necessario a tal fine premettere due osservazioni:
- la presenza di una staffatura (anche se minima) è obbligatoria: quindi la necessità di “sorreggere”
gli spigoli delle staffe comporta la disposizione di almeno quattro barre di armatura (due
all’estradosso e due all’intradosso della sezione) che svolgono il ruolo di “reggistaffe”(a); queste
barre, che dovrebbero essere costituite da parte dell’armatura prevista nel calcolo, vengono a vol-
te aggiunte indipendentemente dalle verifiche della sezione, nelle zone dove si è operato al pro-
A
getto (o alla verifica) con armatura semplice. In generale si preferisce ipotizzare che almeno que-
ste armature corrano lungo tutta la trave (e quindi eventualmente si aggiungono le armature ove
necessario), in modo da realizzare una “gabbia” di armatura (l’insieme delle armature più le staf-
fe) che può essere assemblata a “piè d’opera” esternamente alla zona del getto, e successivamen-
te collocata nelle casserature per procedere con il getto.
- in zona sismica (e quindi praticamente su tutto il territorio italiano) è bene conferire una certa
ZZ
duttilità alle sezioni in c.a., caratteristica che si ottiene, tra l’altro, attraverso un buon confina-
mento del calcestruzzo compresso; è quindi generalmente previsto che, almeno alle estremità
delle travi, si abbia sempre la presenza di un’armatura compressa non inferiore della metà di
quella disposta in zona tesa, quindi implicitamente assumendo un rapporto di armatura pari a
α=0.5.
Nel paragrafo successivo si introdurrà il concetto di “lunghezza di ancoraggio”, mentre nel paragra-
fo ancora seguente si analizzerà il caso del calcolo completo di una trave in c.a., dove verranno evi-
denziati tutti gli aspetti legati alla disposizione delle armature longitudinali ed a taglio.
La lunghezza di ancoraggio
O
Procediamo alla determinazione della lunghezza di ancoraggio, considerando ad esempio
l’estremità sinistra di una trave come schematicamente rappresentato nella figura seguente:
L
Fa
La
A
F’a
B
Supponiamo che, a partire da una distanza L dall’appoggio, si abbia la necessità di utilizzare una
barra aggiuntiva di armatura, per cui sarà necessario determinare la distanza La alla quale è possibi-
le interrompere tale nuova armatura. La barra superiore sarà soggetta nel tratto compreso tra
l’estremo sinistro e la sezione C a una distribuzione di tensioni tangenziali, che per ipotesi si assu-
mono costanti sull’intero tratto La; la distribuzione di tensioni tangenziali fa equilibrio alla forza di
trazione Fa alla quale è soggetta la barra per effetto del momento flettente nella sezione C.
(a)
La normativa sismica richiede che “almeno due barre di diametro non inferiore a 12 mm devono essere
presenti superiormente ed inferiormente per tutta la lunghezza della trave”
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.3
L
τ Fa
τ
C
La condizione di equilibrio alla traslazione della barra è pertanto espressa dalla seguente relazione:
φ2
τ ⋅ π ⋅ φ ⋅ L a = Fa = f s ⋅ π ⋅
4
dove
π·φ·La è la superficie laterale del tratto di barra di lunghezza La,
φ2
A
π è l’area della sezione trasversale della barra.
4
La forza di trazione da considerare nell’equazione di equilibrio è quella che si ha nella sezione C,
tuttavia in sicurezza si può considerare il valore massimo della forza di trazione che la barra può
sopportare, pari a:
φ2
Fa ,max = f yd ⋅ π ⋅
4
ZZ
dove fyd è la massima tensione che può essere assorbita dell’acciaio.
Sostituendo nell’equazione di equilibrio il valore massimo di Fa ed un opportuno valore fbd per le
tensioni tangenziali ultime di aderenza si ottiene:
φ2
f ⋅ π ⋅
φ2 4 = f yd ⋅ φ .
yd
f bd ⋅ π ⋅ φ ⋅ L a = f yd ⋅ π ⋅ ⇒ La =
4 f bd ⋅ π ⋅ φ 4 ⋅ f bd
La Normativa fissa il valore delle tensioni tangenziali ultime di aderenza in
0.32
- f bd = R ck in N / mm 2 per barre lisce
γc
O
f
- f bd = 2.25 ⋅ ctk per barre ad aderenza migliorata
γc
Per cui, una volta nota la resistenza del calcestruzzo e dell’acciaio, è possibile individuare il valore
di La. Considerando un calcestruzzo con Rck 30 ed un acciaio FeB44k, si ottiene, per barre ad ade-
renza migliorata:
B
2
f ctm = 0.27 ⋅ 3 R ck = 0.27 ⋅ 30 2 / 3 = 2.61 N / mm 2
f ctk = 0.7 ⋅ f ctm = 0.7 ⋅ 2.61 = 1.83 N / mm 2
f ctk 1.83
f bd = 2.25 ⋅ = 2.25 ⋅ = 2.57 N / mm 2
γc 1.6
f yk 430
f yd = = = 374 N / mm 2
γ s 1.15
da cui, sostituendo nell’espressione sopra si ottiene:
f yd ⋅ φ 374
La = = φ ≈ 36φ .
4 ⋅ f bd 4 ⋅ 2.57
Il valore appena ricavato viene di solito arrotondato per eccesso a 40 φ.
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.4
A
L L
85 1φ16 85
Α Β
C D
ZZ
In alternativa si può piegare la barra verso la zona compressa, mantenendo la lunghezza di ancorag-
gio di 40 φ (= 40⋅1,6 = 64 cm ≅ 65 cm).
L L
65 65
1φ16
Α Β
C D
O
Esempio di calcolo di una trave in cemento armato utilizzando il meto-
do agli stati limite
q1k
B
gk
A B C
L L/2
A
acciaio per armature: FeB44k tensione di progetto
f yk 430
f yd = = = 374 N / mm 2 = 374 MPa
γ s 1.15
f yd 374
ε yd = = = 0.00182 =1.82‰
ZZ
Valutazione delle sollecitazioni
Es 206000
(1)
In assenza di un calcolo più preciso di predimensionamento, del resto spesso non necessario, è possibile
ipotizzare, per una trave su più appoggi e con sbalzi di lunghezza limitata (come ordine di grandezza, per
sbalzi con luce non superiore alla metà della luce della campata adiacente), una sezione di altezza intorno
ad 1/10 della luce.
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.6
A
A s ⋅ f yd 0.176
ω= = = 0.352
b ⋅ d ⋅ f cd (1 − α )
Se si assume l’acciaio compresso snervato (ossia con una deformazione maggiore dell’1.82 ‰), il
momento resistente assume il valore
α ⋅ 0.176 α ⋅ 0.176 '
M rdu = f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 0.158 + ⋅ d − ⋅d
[
ZZ (1 − α )
M rdu = f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 0.334 ⋅ d − 0.176 ⋅ d '
(1 − α )
]
Assumendo d’=40 mm, si ottiene
M rdu
= 0.334 ⋅ d 2 − 7.04 ⋅ d
f cd ⋅ b
Imponendo la condizione limite
M rdu = M sdu
O
si ottiene l’eq.ne di secondo grado in d
0.334 ⋅ d 2 − 7.04 ⋅ d = 55832
da cui si ricava la radice positiva
d = 420 mm
e quindi
B
ε s' =
3.5
x
(
⋅ x − d' =) 3.5
109
⋅ (109 − 40 ) = 2.22 ‰
quindi superiore al limite di snervamento. Una volta confermate le ipotesi, si possono scegliere le
armature:
ω ⋅ b ⋅ d ⋅ f cd 0.352 ⋅ 250 ⋅ 420 ⋅15.56
As = = = 1538 mm 2
f yd 374
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.7
A
Calcolo di Mrdu
Un’osservazione: avendo disposto un’armatura compressa corrispondente ad un rapporto α mag-
giore di quello previsto inizialmente, la rottura della sezione si sposta verso la rottura lato acciaio (si
è infatti aumentata, in rapporto, l’armatura compressa, e quindi si è dotata la sezione di una mag-
giore resistenza a compressione). Una situazione diversa si sarebbe ottenuta, come si osserverà alla
fine del procedimento, se si fosse scelto un rapporto di armatura minore di quello inizialmente pre-
visto (ossia α<0.5).
ZZ
Per le armature introdotte si ha, impostando l’equilibrio alla traslazione ed ipotizzando ancora
l’acciaio compresso snervato (α=0.60):
x
( )
0.8 ⋅ 0.85 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ = A s − A s' ⋅ f yd = A s ⋅ (1 − α ) ⋅ f yd
d
x A s ⋅ (1 − α ) ⋅ f yd 1570 ⋅ 0.4 ⋅ 374
= = = 0.211
d 0.8 ⋅ 0.85 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d 0.8 ⋅ 0.85 ⋅15.56 ⋅ 250 ⋅ 420
ossia
O
x = 0.211 ⋅ d = 89 mm
che corrisponderebbe ad una rottura lato acciaio con calcestruzzo ad una deformazione inferiore a
quella massima e pari a
10 10
εc = ⋅x = ⋅ 89 = 2.69 ‰
(d − x ) (420 − 89)
e nell’acciaio compresso
B
ε s' =
10
(d − x )
(
⋅ x − d' = ) 10
(420 − 89)
⋅ (89 − 40 ) = 1.48 ‰
Dal momento che l’acciaio compresso non risulta snervato, occorre ripetere il procedimento la-
sciando incognita la deformazione nell’acciaio compresso. Si ha quindi
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.8
e quindi
x 96
= = 0.229
d 420
La deformazione (e quindi la tensione) nell’acciaio compresso rispettivamente valgono
ε s' =
10
(d − x )
(
⋅ x − d' = ) 10
(420 − 96)
⋅ (96 − 40) = 1.73 ‰
A
C' = A s' ⋅ f s' = 942 ⋅ 358 = 3.345 ⋅ 10 5 N = 335 kN
Osservazione:
questo modo di procedere è valido soltanto nel caso in cui si ricavi, alla fine del procedimento, una
posizione dell’asse neutro per cui l’acciaio teso risulti ancora snervato, altrimenti occorrerebbe
operare diversamente. La posizione dell’asse neutro che corrisponde all’acciaio teso al limite ela-
O
stico è uguale a
3.5 : x = 1.82 : (d − x )
ossia
x 3 .5
= = 0.658
d 3.5 + 1.82
B
In generale, dal momento che le armature scelte saranno probabilmente poco diverse da quelle ot-
tenute dal calcolo, sarà comunque improbabile che l’acciaio teso risulti al di sotto del limite di
snervamento. Quindi, nel caso in cui si ottenesse una profondità dell’asse neutro più alta di quella
appena ricavata, potrebbe essere necessario modificare le equazioni di congruenza, in quanto
l’acciaio teso non è più alla massima deformazione.
E’ da sottolineare che l’equazione di congruenza relativa alla deformazione deve essere impostata
dal lato acciaio teso per profondità dell’asse neutro inferiori a quella corrispondente a rottura bilan-
ciata (x/d<0.259) oppure dal lato calcestruzzo in caso contrario. A titolo di esempio, se avessimo
scelto la seguente armatura:
Zona tesa: 5Ø20 (As=5·314=1570 mm2)
Zona compressa: 2Ø20 (A’s=2·314=628 mm2)
e quindi α=0.4, operando come in precedenza si sarebbe ottenuto, ipotizzando inizialmente ancora
l’acciaio compresso snervato
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.9
0.8 ⋅ 0.85 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅
x
d
( )
= A s − A s' ⋅ f yd = A s ⋅ (1 − α ) ⋅ f yd
A
mentre per l’acciaio compresso
ε s' =
3.5
x
(
⋅ x − d' = ) 3.5
133
⋅ (133 − 40) = 2.45 ‰
confermando l’ipotesi di acciaio compresso snervato; il momento resistente risulta quindi pari a
(α=0.4)
α ⋅ 0.68 ⋅ (x / d ) α ⋅ 0.68 ⋅ (x / d ) '
ZZ
M rdu = f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 0.158 +
(1 − α )
⋅ d −
(1 − α )
⋅d
M rdu = 15.56 ⋅ 250 ⋅ 420 ⋅ [(0.158 + 0.149 ) ⋅ 420 − 0.149 ⋅ 40] = 2.009 ⋅ 10 8 Nmm = 201 kNm
In questo caso, quindi, il momento resistente risulta (anche se di poco) inferiore al momento solle-
citante; era del resto abbastanza ovvio aspettarselo visto che è stata disposta un’armatura inferiore
rispetto a quella inizialmente prevista.
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E’ ancora probabile che la sezione arriverà ad una rottura lato acciaio teso. Imponendo di conse-
guenza l’equilibrio alla traslazione si ottiene (nell'ipotesi di acciaio compresso non ancora sner-
vato):
A
d 420
che conferma l’ipotesi di rottura lato acciaio teso (x/d<0.259).
La deformazione e la tensione nell’acciaio compresso valgono rispettivamente
ε s' =
10
(d − x )
(
⋅ x − d' = ) 10
(420 − 78)
ZZ ⋅ (78 − 40) = 1.11 ‰
ε' 1.11
f s' = s ⋅ f yd = ⋅ 374 = 228 MPa
ε el 1.82
Riprova:
C = b ⋅ (0.8 ⋅ x ) ⋅ (0.85 ⋅ f cd ) = 250 ⋅ 0.8 ⋅ 78 ⋅ 0.85 ⋅ 15.56 = 2.064 ⋅ 10 5 N = 206 kN
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.11
x
M rdu = 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ ⋅ (d − 0.4 ⋅ x ) + A s' ⋅ f yd ⋅ d − d '
d
( )
sostituendo l’espressione precedente si ottiene (utilizzando la relazione A’s=αAs)
M rdu = 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d 2 ⋅
x x α
⋅ 1 − 0.4 ⋅ +
d
x
(
⋅ 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ ⋅ d − d
d 1− α d
'
)
x x α d '
M rdu = 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d 2 ⋅ ⋅ 1 − 0.4 ⋅ + ⋅ 1−
d d 1 − α d
Uguagliando l’espressione precedente al momento sollecitante, fissando il rapporto di armatura (ad
esempio ponendo α=0.5) ed utilizzando i valori geometrici ricavati in precedenza (d=420 mm,
d’=40 mm) si ottiene l’equazione di secondo grado in x/d
A
x α d ' x
2
M sdu
− 0.4 ⋅ + 1 + ⋅ 1− ⋅ − =0
d 1 − α
d d 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d 2
2
x x
− 0.4 ⋅ + 1.452 ⋅ − 0.262 = 0
d d
x 0.190
=
d 3.440
ZZ
da cui si ricavano le due radici
la radice corretta è ovviamente la prima (nel secondo caso si avrebbe l’asse neutro esterno alla se-
zione) e quindi siamo nel caso di rottura lato acciaio teso (x/d<0.259), con corrispondenti deforma-
zioni nel calcestruzzo e nell’acciaio compresso pari a
x = 0.190 ⋅ d = 0.190 ⋅ 420 = 80 mm
10 10
εc = ⋅x = ⋅ 80 = 2.36 ‰
O
(d − x ) (420 − 80)
ε s' =
10
(d − x )
(
⋅ x − d' = ) 10
(420 − 80)
⋅ (80 − 40 ) = 1.18 ‰
dal momento che ε’s è inferiore alla deformazione corrispondente allo snervamento dell’acciaio, oc-
corre effettuare di nuovo il procedimento imponendo la condizione di acciaio compresso entro il li-
B
mite elastico.
Imponendo sempre la rottura lato acciaio teso e lasciando incognita la deformazione nell’acciaio
compresso, si perverrebbe alle equazioni di equilibrio seguenti:
εs' =
10
(
⋅ x − d' ) ⇒ f s' =
εs'
⋅ f yd =
10
⋅
x − d'(⋅f
)
(d − x ) εs,el (d − x ) 1.82 yd
equilibrio alla traslazione:
0.8 ⋅ 0.85 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅
x
+
10
⋅
(
x − d' )
⋅ A s' ⋅ f yd = A s ⋅ f yd
d (d − x ) 1.82
( )
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ (d − x ) + 5.50 ⋅ A s' ⋅ f yd ⋅ x − d ' = A s ⋅ f yd ⋅ (d − x )
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x x d' x
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 1 − + 5.50 ⋅ A s' ⋅ f yd ⋅ − = A s ⋅ f yd ⋅ 1 −
d d d d
x x x d '
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 1 − = A s ⋅ f yd ⋅ 1 − − 5.50 ⋅ α ⋅ −
d d d d
x x
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 1 − 0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 1 −
A s ⋅ f yd = d = d
x x d ' d' x
1 − − 5.50 ⋅ α ⋅ − 1 + 5.50 ⋅ α ⋅ − (1 + 5.50 ⋅ α ) ⋅
d d d d d
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ (1 − y )
A
A s ⋅ f yd =
A − B⋅ y
dove si è posto
d'
A = 1 + 5.50 ⋅ α ⋅
d
B = 1 + 5.50 ⋅ α
y=
x
d
ZZ
equilibrio alla rotazione:
d' d'
1.47 ⋅ (A − B ⋅ y ) ⋅ µ rdu = (A − B ⋅ y ) ⋅ y ⋅ (1 − 0.4 ⋅ y ) + 5.50 ⋅ α ⋅ 1 − ⋅ y −
d d
dove si è posto
M rdu
µ rdu =
f cd ⋅ b ⋅ d 2
Quest’ultima espressione rappresenta un’equazione di terzo grado nell’incognita y=x/d. Risolvendo
si ottiene un’unica radice reale compresa tra 0 e 0.259, ossia
x
= 0.136
d
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.13
di conseguenza
x
0.68 ⋅ f cd ⋅ b ⋅ d ⋅ 1 −
1 d
As =
f yd d' x
1 + 5.50 ⋅ α ⋅ − (1 + 5.50 ⋅ α ) ⋅
d d
A
0.68 ⋅15.56 ⋅ 250 ⋅ 420 ⋅ 0.864
As = = 463 mm 2
40
374 ⋅ 1 + 5.50 ⋅ 0.5 ⋅ − (1 + 5.50 ⋅ 0.5) ⋅ 0.136
420
f s' = ⋅ f yd =
ZZ
Si può controllare la correttezza del risultato verificando l’equilibrio alla traslazione
ε s' 0.47
⋅ 374 = 97 MPa
ε s, el 1.82
Commento:
Il secondo modo di procedere, per quanto formalmente corretto, è in generale abbastanza impegna-
tivo dal punto di vista del calcolo, e, nonostante conduca ad una scelta ottimizzata di armature per
il momento ricercato, non comporta un effettivo miglioramento delle prestazioni della sezione pro-
gettata in quanto a controllo della profondità dell’asse neutro. In altre parole, è sostanzialmente
inutile, operando ad altezza fissata, cercare di minimizzare a tutti i costi l’armatura disposta nella
sezione, in quanto comunque si ottiene una rottura sbilanciata dal lato acciaio teso (se la sezione è
più alta di quello che sarebbe strettamente necessario per resistere al momento di progetto) o dal
lato calcestruzzo (in caso contrario). In ultima analisi, è preferibile, una volta che è fissato il valore
(b)
In realtà sarebbe meglio disporre, nella sezione, un’armatura di area equivalente ma costituita almeno da
due barre di armatura, ad esempio scegliendo 2Ø14 (As=2·154 mm2=308 mm2), in modo da realizzare un
valido sostegno per le staffe
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.14
dell’altezza, scegliere un’armatura in base ad altri criteri (rispetto dei minimi di normativa, facilità
di disposizione delle armature, continuità di alcune barre rispetto alle sezioni più sollecitate) e
quindi verificare l’effettivo valore del momento resistente. Si prosegue quindi utilizzando le arma-
ture scelte nella prima procedura.
A
zona tesa (sup.): 5Ø20 (A’s=5·314=1570 mm2)
momento resistente: Mrdu=224 kNm
Sezione max M+: armature: zona compressa (sup.): 2Ø20 (As=2·314=628 mm2)
zona tesa (inf.): 3Ø20 (As=3·314=942 mm2)
momento resistente: inferiore: Mrdu=135 kNm
superiore: Mrdu= 92 kNm
ZZ
Si può quindi ipotizzare lungo tutto l’asse della trave un’armatura composta da 3+2Ø20 (3 ferri in-
feriori e 2 ferri superiori), e cercare di individuare la zona in cui disporre i restanti 3Ø20 superiori
per coprire la massima zona di momento negativo.
Costruendo un grafico con i momenti flettenti di progetto ed i momenti resistenti, si può individuare
tale zona come quella compresa tra 35 cm prima dell’appoggio e 45 cm dopo di esso.
Ricordando che occorre comunque prolungare i ferri almeno 40Ø (quindi nel caso in esame, 80 cm)
oltre la zona in cui devono effettivamente resistere a trazione, si decide di disporre l’armatura ag-
giuntiva costituita da 3Ø20 da una distanza pari a 120 cm prima dell’appoggio fino ad una distanza
di 130 cm oltre l’appoggio.
O
Osservazione:
l’armatura disposta rispetta il limite minimo previsto di normativa. La disposizione normativa reci-
ta infatti che il minimo di armatura in zona tesa, deve risultare maggiore dello 0.15% dell’area del-
la sezione trasversale, quindi
0.15
ρ min = 0.15% ⋅ b ⋅ h = ⋅ 250 ⋅ 460 = 173 mm 2
100
B
Nel caso in esame, la condizione risulta soddisfatta essendo l’armatura minima in zona tesa pari a
3Ø20 (As=3·314=942 mm2), ossia pari ad una percentuale di armatura
As 942
ρ= = = 0.0082 = 0.82%
b ⋅ h 250 ⋅ 460
(2)
Come si vedrà nel seguito, le staffe effettivamente disposte saranno proprio del diametro 10 mm. Questo
è sostanzialmente ininfluente nel calcolo che si sta effettuando: anche non operando una specifica verifica
a taglio, e quindi non conoscendo il diametro effettivo delle staffe, è comunque presumibile che il diame-
tro delle staffe sia compreso tra 8 e 12 mm (come accade nella grande maggioranza dei casi di interesse
comune) e procedere come indicato, ossia ipotizzando un valore intermedio (10 mm appunto).
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.15
-250
3Ø20+2Ø20
2 Ø20+5Ø20
kNm
-200
-150 2 Ø20+2Ø20
3Ø20
-100
-50
A
0
50
100
ZZ 23Ø20
Ø20
150
0 100 200 300 400 500 600 700 cm 800
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.16
A
Nel primo caso occorre verificare che
Vsdu ≤ 0.30 ⋅ f cd ⋅ b w ⋅ d
Nel caso in esame si ha
Vrdu = 0.30 ⋅ f cd ⋅ b w ⋅ d = 0.30 ⋅ 15.56 ⋅ 250 ⋅ 420 = 490140 N = 490 kN
effettivamente maggiore del valore di progetto (Vsdu=217 kN).
s 300
Vwd = 47124 N = 47 kN
in cui β (inclinazione delle armature trasversali rispetto all’asse della trave) è stato posto pari a 90°.
Complessivamente si ha quindi
Vrdu = Vcd + Vwd = 72 + 47 kN = 119 kN
che risulta inferiore al valore di progetto. Occorre quindi aumentare il diametro delle staffe e/o il lo-
ro passo.
Le staffe possono quindi essere progettate imponendo che
Vcd + Vwd ≥ Vsdu
o anche (dal momento che il termine Vcd non dipende dalla disposizione di armatura trasversale)
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.17
A
Ø8 2br. s<97 mm Ø8 2br./95
Ø10 2br. s<153 mm Ø10 2br./150
Ø12 2br. s<219 mm Ø12 2br./210
Si dispongono quindi staffe Ø10 2br./150. Per verifica si può controllare che effettivamente il taglio
Vwd = A sw ⋅ f ywd ⋅
s
ZZ
resistente superi il valore della sollecitazione di progetto
0.90 ⋅ d
= (2 ⋅ 79 ) ⋅ 374 ⋅
0.90 ⋅ 420
150
= 148910 N = 149 kN
taglio da A verso B il valore del taglio di progetto in A (130 kN) è già inferiore al taglio resi-
stente appena ricavato: in corrispondenza dell’appoggio in A non occorrereb-
be disporre staffe a passo superiore a 300 mm; va tuttavia ricordato che, in
prossimità degli appoggi, il passo non può superare 240 mm, per cui occorre
comunque procedere ad una diminuzione del passo.
5
taglio da B verso A T(x ) = ⋅ q ⋅ l − q ⋅ x ⇒ T(x1 ) = Vrdu
8
217.2 − 69.5 ⋅ x1 = 146.3 ⇒ x1 = 1.250 m
4
taglio da B verso C T(x ) = ⋅ q ⋅ l − q ⋅ x ⇒ T(x1 ) = Vrdu
8
173.8 − 69.5 ⋅ x1 = 146.3 ⇒ x1 = 0.626 m
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.18
Il raffittimento del passo da 300 a 150 mm è quindi effettivamente necessario per una zona intorno
all’appoggio B pari a 1.25 m verso sinistra e 0.63 m verso destra. A favore di sicurezza si estende
tale zona a 1.35 m verso sinistra e 0.75 m verso destra (in modo da avere un numero di staffe a pas-
so più fitto multiplo del passo, 150 mm). Inoltre, alla destra dell’appoggio in A, si dispongono staf-
fe a passo 200 mm per i primi 60 cm (basterebbe infittire il passo per una zona pari all’altezza della
trave: per facilità di disposizione si estende tale zona alla lunghezza indicata).
A
A s,min ≥ = = 347 mm 2
f yd 374
Tale limite risulta inferiore rispetto all’armatura effettivamente disposta (pari a 3Ø20,
As=3·314=942 mm2).
Osservazione:
occorre comunque verificare che la resistenza di calcolo dell’armatura d’anima risulti non inferio-
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.19
5.00 2
M sd, rara = M B, rara = 4812 ⋅ = 1.504 ⋅10 4 kgm = 1.504 ⋅108 Nmm = 0.151 MNm
8
5.00 2
M sd, q.perm = 3212 ⋅ = 1.004 ⋅105 kgm = 1.004 ⋅108 Nmm = 0.101 MNm
8
La prima verifica da effettuare è controllare se la sezione, per la combinazione di carico rara, è in
regime fessurato o meno, controllando il valore della massima tensione nel calcestruzzo teso in ipo-
tesi di sezione interamente reagente.
Ricordano le caratteristiche della sezione adottata:
Zona tesa: 5Ø20 (As=5·314=1570 mm2)
Zona compressa: 3Ø20 (A’s=3·314=942 mm2)
d=420 mm
h=460 mm
A
d’=40 mm
si ha
A ci = 250 ⋅ 460 ⋅ +15 ⋅ (942 + 1570 ) = 152680 mm 2
460
250 ⋅ 460 ⋅ + 15 ⋅ (942 ⋅ 420 + 1570 ⋅ 40 )
2
xG =
ZZ A ci
= 218 mm
dove si è assunto n=15 (coeff. di omogeneizzazione) e si è indicata con xG la posizione del baricen-
tro della sezione rispetto al lembo teso.
Di conseguenza il momento di inerzia della sezione in regime non fessurato vale
[ ]
2
250 ⋅ 4603 460
J ci,1 = + 250 ⋅ 460 ⋅ − x G + 15 ⋅ 942 ⋅ (420 − x G )2 + 1570 ⋅ (x G − 40 )2 =
12 2
J ci,1 = 3.367 ⋅ 109 mm 4
In corrispondenza del momento sollecitante si avrebbe una tensione massima nel calcestruzzo teso
O
pari a
M sd 1.504 ⋅ 108
fc = ⋅ xG = ⋅ 218 = 9.74 MPa
J ci,1 3.367 ⋅ 109
che risulta sensibilmente maggiore del limite imposto dalla normativa, pari a fctm (2.61 MPa).
Di conseguenza la sezione è in regime fessurato: occorre quindi calcolare la posizione dell’asse
B
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.20
A
1
[
J ci = ⋅ 250 ⋅ 1763 + 15 ⋅ 1570 ⋅ (420 − 176)2 + 942 ⋅ (176 − 40)2 = 2.118 ⋅ 109 mm 4
3
]
E’ possibile a questo punto effettuare le verifiche richieste: le limitazioni imposte dalla normativa
sono le seguenti (nel caso di ambiente poco aggressivo)
Per la combinazione di carico rara:
calcestruzzo: f c, rara = 0.60 ⋅ f ck = 0.60 ⋅ (0.83 ⋅ 30) = 14.94 MPa
acciaio:
ZZ f s, rara = 0.70 ⋅ f yk = 0.70 ⋅ 430 = 301 MPa
Per la combinazione di carico quasi permanente:
calcestruzzo: f c,q.perm = 0.45 ⋅ f ck = 0.45 ⋅ (0.83 ⋅ 30 ) = 11.21 MPa
Si ottiene:
combinazione di carico rara:
M sd, rara 1.504 ⋅108
fc = x= ⋅176 = 12.50 MPa (< fc,rara )
J ci 2.118 ⋅109
O
M sd, rara 8
fs = n ⋅ (d − x ) = 15 ⋅ 1.504 ⋅10 9 ⋅ (420 − 176) = 260 MPa (< fs,rara )
J ci 2.118 ⋅10
combinazione di carico quasi permanente:
1.004 ⋅108
fc =
M sd, q.perm
x= ⋅ 176 = 8.34 MPa (< fc,q.perm )
2.118 ⋅109
J ci
B
Osservazione:
la combinazione di carico rara corrisponde di fatto alla combinazione che si sarebbe adottata ope-
rando secondo il metodo alle tensioni ammissibili. In questo caso però la verifica avrebbe imposto i
seguenti limiti (vedi DM 14.2.1992), rispettivamente validi per il calcestruzzo e l’acciaio FeB44k
R ck − 15 30 − 15
σc = 6 + =6+ = 9.75 MPa (≈ 0.33 ⋅ R ck ≈ 0.39 ⋅ f ck )
4 4
(
σs = 255 MPa ≈ 0.59 ⋅ f yk )
quindi sensibilmente inferiori. In altre parole, una sezione verificata secondo il metodo delle ten-
sioni ammissibili risulta in genere sempre verificata se controllata attraverso il metodo degli Stati
Limite.
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.21
Verifica a fessurazione
Nel caso di ambiente poco aggressivo ed armature poco sensibili alla corrosione, le verifiche da ef-
fettuarsi sono le seguenti
combinazione di carico quasi permanente: w k < 0.2 mm
combinazione di carico frequente: w k < 0.4 mm
Il momento della fessurazione, corrispondente al raggiungimento della tensione fctm nella fibra di
calcestruzzo più sollecitata a trazione vale (in sezione parzializzata)
J ci,1 3.367 ⋅109
M cr = ⋅ f ctm = ⋅ 2.61 = 4.031 ⋅10 7 Nmm = 0.040 MNm
xG 218
dove si sono utilizzate le due grandezze Jci,1 e xG relative al regime non fessurato. In corrispondenza
di tale momento, la tensione nell’acciaio teso vale
A
M cr 4.031 ⋅107
σsr = n ⋅ ⋅ (d − x ) = 15 ⋅ ⋅ (420 − 176 ) = 69.7 MPa
J ci 2.118 ⋅ 109
dove, questa volta, si sono utilizzate le due grandezze Jci e x relative al regime fessurato. Nelle due
combinazioni di carico si ottiene quindi:
ZZ
Combinazione di carico quasi permanente
Il momento di progetto vale
M sd,q.perm = 1.004 ⋅ 108 Nmm = 0.101 kNm
In corrispondenza di tale azione si ha una tensione nell’acciaio teso pari a (in regime fessurato)
M sd,q.perm 1.004 ⋅108
σs = n ⋅ ⋅ (d − x ) = 15 ⋅ ⋅ (420 − 176 ) = 173.5 MPa
J ci 2.118 ⋅ 109
Le armature disposte in zona tesa (5Ø20, corrispondenti ad As=5·314=1570 mm2) sono comprese
all’interno di una staffa di diametro 10 mm (Øst=10 mm). Di conseguenza si ottiene un ricoprimento
di armatura pari a
O
Ø 20
c = d ' − − Øst = 40 − − 10 = 20 mm
2 2
ed una distanza relativa tra le armature pari a
b − 2 ⋅ c − 2 ⋅ Øst − Ø 250 − 2 ⋅ 20 − 2 ⋅10 − 20
s= = = 42.5 mm
n a −1 5 −1
B
dove si è indicato con na il numero delle barre presenti. L’altezza della zona efficace è pari a
d eff = c + s + 7.5 ⋅ Ø = 20 + 42.5 + 7.5 ⋅ 20 = 212.5 mm
e quindi si ha
A c, eff = b ⋅ d eff = 250 ⋅ 212.5 = 53125 mm 2
È possibile a questo punto procedere alla quantificazione dei vari termini nelle espressioni che co-
stituiscono la verifica in oggetto.
Distanza media tra le fessure
s Ø
s rm = 2 ⋅ c + + k 2 ⋅ k 3 ⋅
10 ρr
dove
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.22
σ σsr
2
σ
εsm = s
⋅ 1 − β1 ⋅ β 2 ⋅ ≥ 0.4 ⋅ s
A
Es
σs Es
dove
β1 = 1.0 (barre ad aderenza migliorata)
β 2 = 0.5 (azioni ripetute)
e quindi
εsm =
173.5
206000
ZZ 69.7
⋅ 1 − 1.0 ⋅ 0.5 ⋅
2
= 7.74 ⋅ 10
173.5
−4
dal momento che la grandezza ricavata risulta maggiore del limite
σ 173.5
εsm, min ≥ 0.4 ⋅ s = 0.4 ⋅ = 3.37 ⋅ 10 − 4
Es 206000
il valore ricavato può essere utilizzato nella verifica.
Valore caratteristico di ampiezza delle fessure
O
w k = 1.7 ⋅ w m = 1.7 ⋅ s rm ⋅ ε sm = 1.7 ⋅ 82.3 ⋅ 6.73 ⋅ 10 −4 = 0.094 mm
che risulta sensibilmente inferiore rispetto al limite fissato (0.2 mm).
nazione frequente.
Il carico di progetto vale
q freq = g k + ψ1 ⋅ q k = 2500 + 312 + 0.5 ⋅ 2000 = 3812 kg / m
in cui si è assunto per ψ1 il valore corrispondente ad un carico variabile per abitazioni. Il momento
di progetto, nella sezione maggiormente sollecitata, vale
5.00 2
M sd, freq = M B, freq = 3812 ⋅ = 1.191 ⋅10 4 kgm = 1.191 ⋅108 Nmm = 0.119 MNm
8
In corrispondenza di tale azione si ha una tensione nell’acciaio teso pari a (in regime fessurato)
M sd,freq 1.191 ⋅ 108
σs = n ⋅ ⋅ (d − x ) = 15 ⋅ ⋅ (420 − 176) = 205.8 MPa
J ci 2.118 ⋅ 109
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Lezione n. 24bis – pag. XXIVb.23
A
w k = 1.7 ⋅ w m = 1.7 ⋅ s rm ⋅ ε sm = 1.7 ⋅ 82.3 ⋅ 9.42 ⋅ 10 −4 = 0.132 mm
ancora inferiore rispetto al limite fissato (0.4 mm).
ZZ
O
B
Gianni Bartoli/Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni BOZZA SOGGETTA A REVISIONE – 18.01.05