Sei sulla pagina 1di 10

Ruolo dei nodi intermedi

(cap 2.1.1)
Ruolo dei nodi intermedi (1)
Consideriamo una semplice rete a 3 livelli:
- nodi di produzione (primo livello)
- nodi di distribuzione (livello intermedio)
- nodi di domanda (terzo livello)

Nella pratica posso avere più livello intermedi.


I nodi intermedi sono di fatto magazzini e rappresentano un costo sia perché li dobbiamo
costruire o affittare, sia per quanto in esso contenuto.
Questi nodi svolgono però delle funzioni molto importanti. In particolare, come detto
precedentemente, i nodi intermedi svolgono 2 funzioni principali:
1) riduzione dell’incertezza della domanda (effetto risk pooling - 2.1.1);
2) gestione della varietà e dei trasporti (già visto nella prima settimana di corso - 2.1.2).

2
Effetto risk pooling
Consideriamo il caso di scorte gestite con politica a quantità fissa (Q,R), in cui la quantità
Q è ordinata ogni volta che l’inventory position scende sotto il livello R.
Assumendo una domanda normalmente distribuita con media d e deviazione standard
𝜎, ed una probabilità di stockout pari ad 𝛼, il costo totale per unità di tempo, TC, è dato
dalla seguente equazione (non si considera il costo di stockout):

Consideriamo ora una rete con n negozi (i=1,…,n) , ognuno con le sue scorte, e la sua
domanda, normalmente distribuita, con media di e deviazione standard 𝜎𝑖 , indipendente
da quella degli altri negozi.
Confrontiamo i due casi in cui:
a) Gli n negozi sono riforniti direttamente dallo stabilimento;
b) Lo stabilimento serve un centro di distribuzione che, a sua volta, distribuisce ai negozi.

3
Caso a): no nodo intermedio
1

.
.
.
n

In questo caso, non considerando, come prima, i costi di stockout, ed assumendo che i
costi A ed h siano identici per tutti i negozi, il costo totale 𝑇𝐶𝐷 della rete è l somma dei costi
totali 𝑇𝐶𝑖 dei singoli nodi:

𝑇𝐶𝐷 = 𝑇𝐶1 + 𝑇𝐶2 + … + 𝑇𝐶𝑛 = 2𝐴ℎ𝑑1 + ℎ𝑧1− 𝛼 𝜎1 + 2𝐴ℎ𝑑2 + ℎ𝑧1− 𝛼 𝜎2 +…+ 2𝐴ℎ𝑑𝑛 + ℎ𝑧1− 𝛼 𝜎𝑛 =
= 2𝐴ℎ ∙ 𝑑1 + 𝑑2 + … + 𝑑𝑛 + ℎ𝑧1− 𝛼 ∙ 𝜎1 + 𝜎2 + ⋯ + 𝜎𝑛 =

4
Caso b): nodo intermedio (1)
1

.
.
.
n

In questo caso, con le stesse ipotesi di prima, il nodo intermedio, per ordinare allo stabilimento,
considera la domanda aggregata dei negozi, ovvero, indicate con 𝑑ሚ e 𝜎෤ la media e la deviazione
standard della domanda aggregata, si ha:

Il costo totale 𝑇𝐶𝐷 della rete è quindi

5
Caso b): nodo intermedio (2)
Le formule sviluppate per il nodo intermedio assumono implicitamente che:
- i lead time visti dal nodo intermedio e dai singoli negozi siano identici, e siano
deterministici, il che non è necessariamente vero;
- la domanda di tutti i negozi sia soggetta allo stesso tipo di incertezza, ed anche questo
può non essere vero.

Date queste assunzioni, e quindi la validità delle formule della slide precedente, si può fare
un confronto tra il costo totale della rete senza nodo intermedio (caso a) e con nodo
intermedio (caso b).

6
Considerazioni (1)
Poiché

il costo totale del caso a (n rosso) è maggiore o uguale a quello del caso b (in blu).

Le diseguaglianza sopra riportate derivano dal fatto che dati 𝑛 termini:

𝑎12 + 𝑎22 + ⋯ + 𝑎𝑛2 ≤ 𝑎1 + 𝑎2 … + 𝑎𝑛 2 .

7
Considerazioni (2)
Osserviamo che:

2𝐴ℎ 𝑑ሚ ≤ 2𝐴ℎ σ𝑛𝑖=1 𝑑𝑖 (eq 1)

ℎ𝑧1−𝛼 𝜎෤ ≤ ℎ𝑧1 −𝛼 σ𝑛𝑖=1 𝜎𝑖 (eq 2)

L’eq. 1 rappresenta le economie di scala indotte dal nodo intermedio sul trasporto e il
processamento degli ordini.
L’eq. 2, invece, rappresenta il fatto che la domanda aggregata tende ad essere più
stabile, con una conseguente riduzione delle scorte di sicurezza (rappresentate dal
termine 𝑧1−𝛼 𝜎).

8
Limiti
L’analisi fatta è però troppo semplicistica.

1) Occorre considerare se le domande dei negozi sono veramente indipendenti oppure


hanno correlazione positiva o negativa. Infatti, il legame tra la deviazione standard della
domanda aggregata e quella risultante dalle singole domande è la seguente
(assumendo due soli negozi):

Se il coefficiente di correlazione 𝜌 è nullo o negativo, vale il confronto fatto. Se però 𝜌


fosse positivo, la riduzione di variabilità sarebbe molto piccola (al limite nulla per 𝜌 = 1).

2) Occorre valutare se i clienti finali sono disposti ad aspettare che i prodotti vengano
trasferiti dal magazzino centrale (nodo intermedio) al negozio.

9
Conclusioni
L’introduzione di nodi intermedi può apportare benefici alla supply chain, ma è
necessario considerare il trade-off tra:
1) i benefici della centralizzazione in termini di riduzione delle scorte di sicurezza;
2) la potenziale riduzione del livello di servizio al cliente.

A seconda della tipologia di prodotto/bene, configurazioni intermedie, tra i due casi


considerati, potrebbero essere la migliore soluzione per la rete.

10

Potrebbero piacerti anche