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Riassunto capitolo 6 - Verso l'inclusione

Sociologia del diritto ed elementi di informatica giuridica (Università degli Studi


di Modena e Reggio Emilia)

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Capitolo 6
Niklas Luhmann: la dissoluzione del l'istituzione e i limiti dei sensi
sociali di fronte all'esclusione
Niklas Luhmann (1927-1998) mantiene fede al principio della natura lira menare descrittiva
della sociologia e concepisce la sua come una teoria sistematiche che opera mediante
l'osservazione e la descrizione della società.
L'autonomia della sociologia non è garantita dalla peculiarità dell'oggetto di studio (i positivistici
fatti sociali o giuridici) -> la sociologia pone in questione ciò che secondo l'esperienza quotidiana
è già possibile, l'ordine sociale.
Se esiste la società esiste anche l'ordine sociale. L'ordine sociale esiste ma le condizioni
perché si realizzi sono incerte, altamente improponibili, eppure reali.
La questione sull'ordine sociale può essere scomposta in due tipi di problemi:
1. quello che riguarda la capacità relazionale dei singoli individui, esseri psicologicamente
autonomi che interagiscono con altri -> qui l'ordine è dato dalla stabilità delle relazioni, e il
carattere sociale dell'ordine della natura "socievole" delle persone

2. quello che concerne il rapporto individuo-società, cioè il fatto che a partire dalle relazioni
individuali si costituiscono "realtà sociali" che sopravvivono ai singoli individui -> l'ordine
sociale è dato dal grado di integrazione/socializzazione degli individui garantito da elementi
normativi.
L'ordine sociale è visto come un'esplicazione della "unità del differente". Per formulare il problema
dell'ordine sociale, secondo Luhmann, sono state usate tre strategie:
1. presupporre il problema dell'ordine sociale come risolto in un concetto -> si ricorre ad una
petitio principii; esiste un koinon, un gruppo, una comunità.
3. ricorrere ad una metafora che possa convincere e che si lascia facilmente intuire come ad
esempio la fusione.
4. stipulare un contratto ovvero gli individui stringono un patto in cui uniscono tutte le loro volontà
sociali -> contratto sociale. Il contratto è lo strumento per aggregare volontà autonome e
interessi individuali in quanto attraverso la fusione le varie volontà si confondono e con il
concetto di comunità non sarebbe più riconoscibile lo stesso individuo, non ci sarebbero
differenze tra l'individuo e la comunità stessa.
Per Luhmann, l'istituzione designa un complesso di reale aspettative di comportamento che
diventano attuali in connessione con un ruolo sociale e possono senz'altro contare sul consenso
sociale -> le azioni conformi a queste aspettative sono destinate ad avere successo.

Le comunicazioni si senso sono gli elementi che costituiscono il sistema dal momento in cui gli
uomini entrano in contatto tra di loro e agiscono. -> senza comunicazione non è possibile creare
dei sistemi sociali.
L'integrazione è un accadimento di tipo informativo; è la costruzione dei sistemi sociali mediante la
comunicazione di senso delle relazioni sociali. Attraverso i comportamenti viene implicata e
manifestata l'esistenza di determinati sistemi di azione che per, erroneo contemporaneamente lo
scambio di comunicazioni. Così ha luogo un accordo che si presuppone sia in grado di costituire
un sistema.

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Il processo di integrazione è visto come una generalizzazione di comunicazioni, attraverso il


quale gli aspetti espressivi del comportamento vengono sciolti da vincoli particolari e riferiti
all'interno del sistema sociale o ad un suo sottoinsieme (ad esempio quello della politica).

Il consenso, per Luhmann, è un'esperienza di senso attuale e consapevole che si


accorda con quella degli altri.
Luhmann si concentra soprattutto sulla funzione che svolgono le istituzioni. L'istituzionalizzazione
serve a stabilizzare la selezione delle aspettative che sarebbero esposte alla contingenza e al
rischio di essere deluse a causa dello svolgersi dell'agire umano che ne rende l'esito incerto ->
successo improbabile.
In una società altamente differenziata gli individui conferiscono un senso diverso alle azioni e
alle esperienze simili.
Come sia possibile produrre il necessario consenso sulle aspettative e sui comportamenti? ->
mediante l'istituzionalizzazione che generalizza il consenso sopravvalutandolo. Allo stesso tempo
viene stabilizzato il senso dell'agire istituzionale e resa più onerosa la manifestazione del
dissenso poiché questo si scontra con qualcosa che viene compreso come scontato, normale,
condiviso.
Le istituzioni sono quindi per Luhmann dei depositi di senso costituiti dall'istituzionalizzazione.
La loro affidabilità, omogeneità è garantita dalla indeterminatezza e impossibilità di interrogare
i terzi interessati e questo impedisce quindi che gli interessati le neutralizzino attraverso la
manifestazione delle loro opinioni.

A partire dai primi anni Ottanta, Luhmann cambia la sua teoria e la chiama "teoria dei sensi
autopoietici" (cambio di paradigma nella teoria dei sistemi).
Con questa nuova teoria egli intende dire che i sistemi sociali producono autonomamente
(autopoiesi) gli elementi comunicativi di cui sono costituiti mediante stimoli informativi che
provengono dal loro ambiente esterno. I sistemi li traducono nel proprio linguaggio specifico
trasformandoli in comunicazioni che ogni sistema può rielaborare in conformità alla propria
specifica funzione.
Il sistema del diritto stabilizza aspettative normative regolando la loro generalizzazione
sotto l'aspetto temporale, materiale e sociale, cioè per un certo tempo, secondo determinati
contenuti di senso che si presumono condivisi.
Esso può operare in questo senso sulla base delle leggi che fungono da programmi condizionali
che regolano le decisioni giuridiche di applicazione del codice diritto/non diritto.

Luhmann rielabora i concerti di integrazione e inclusione.

Per integrazione intende la riduzione del grado di libertà dei sistemi parziali dovuta alla pressione
dell'ambiente esterno o del sistema sociale complessivo sui confini operativi dei sistemi
interessati. Non ha un valore positivo ma concerne l'autonomia dei sistemi sociali nei loro rapporti
reciproci. Un sistema si dice integrato quando la sua capacità operativa è già determinata e non
possiede spazio di manovra. I rapporti più integrati sono quelli di cooperazione e quelli conflittuali.
-> i conflitti sono sistemi sociali estremamente integrati dal completamento quasi coercitivo. Sono
loro che conducono all'agire di vincere o perdere.

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Perciò il problema di una società complessa è quello di provvedere ad una sufficiente


disintegrazione in quanto solo un grado di indeterminatezza consente ai sistemi si svolgere
adeguatamente le proprie funzioni.
Luhmann non dà una definizione di inclusione, parla solo di polo della differenza
inclusione/esclusione.
Si può pensare che in una società differenziata per funzioni chiunque è in grado di produrre
comunicazioni. Non esistono infatti criteri per l'inclusione nella società e nei suoi sottosistemi
funzionali. Eppure in realtà esistono perché spesso una parte della società resta comunque
esclusa. L'inclusione è vista da Luhmann come una sorta di restrizione della libertà
(come l'integrazione) in quanto se si è inclusi in una determinata funzione si è esclusi in
un'altra.
Gli esclusi vengono visti come dei corpi, non delle persone -> ciò comporta una regressione
evolutiva, un ritorno al privilegio delle discriminazioni su base istituzionale tra persone e corpi e
tutto ciò che segue per quanto riguarda il modo in cui vengono trattati e percepiti.

Per Luhmann la società è vista come il luogo della compresenza di modi di vita differenti in
cui riaffiora la vigenza di comportamenti istituzionalizzati che trovano consenso all'interno
delle diverse minoranze sociali che la compongono.

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