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YSL- SAFARI

COLLECTION
Andrea Vittoria Valeriano
II° culture e tecnologie della moda
“Ad ogni angolo di strada a
Marrakech, incontri gruppi di
uomini e donne
sorprendentemente vividi,
che si distinguono in una
miscela di caftani rosa, blu,
verdi e viola. È sorprendente
rendersi conto che questi
gruppi, che sembrano disegni
o dipinti e che evocano gli
schizzi di De Lacroix, sono in
realtà solo improvvisati dal
vero. "
1966
Nel 1966, Yves Saint Laurent e
Pierre Bergé fecero il loro primo
viaggio in Marocco. Si sono
subito innamorati del paese e
hanno accettato di acquistare
una piccola casa nella medina:
Dar el-Hanch (la casa del
serpente). Saint Laurent andava
in Marocco alcune volte all'anno
per disegnare le sue collezioni. Il
Marocco era dove ha detto di
aver imparato a conoscere il
colore.

Viaggio istruttivo in tutte le sue colorate


sfumature tanto che Pieree Bergé inaugurò,
dopo la scomparsa dello stilista, un museo a
Marrakech nell’ottobre 2017 aprendolo al
pubblico lo stesso mese.
1967
1968
Yves Saint Laurent ha introdotto per la prima volta la
giacca safari nelle sue sfilate del 1967. Tuttavia, è stato un
design unico creato per un saggio fotografico
per Vogue (Parigi) l'anno successivo che ha reso famoso il
design e lo ha trasformato rapidamente in un classico.

Con la sahariana, Saint Laurent ha continuato a definire il


suo stile, che ha mutuato i codici di abbigliamento
maschili per rivoluzionare la moda femminile. È stato
ispirato sia dalle uniformi indossate dagli Afrika Korps
sia, più in generale, dagli abiti indossati dagli uomini
occidentali in Africa. Realizzata in gabardine di cotone,
incarnava perfettamente lo spirito di libertà scatenato
dagli anni '60 e una nuova forma di seduzione. Già nel
1969, la giacca safari era disponibile anche in versione
prêt-à-porter presso la boutique rive gauche di SAINT
LAURENT é stato un successo immediato.
Caratteristiche
Com’è fatta la Sahariana? Parto dai tessuti. I più utilizzati
sono il lino e il cotone per via della leggerezza. Ma oltre a
questo ci sono altri segni particolari che la distinguono: la
lunghezza fino e oltre ai fianchi, le ampie tasche (da 2 a
4) e la cintura all’altezza della vita, proprio per la sua
origine “militare”.

I colori sono tradizionalmente tenui: caki, marrone e


beige, ma esistono anche altre varianti cromatiche. Stesso
discorso per gli altri particolari: il polsino può essere a
camicia oppure liscio, mentre il numero dei bottoni è
variabile: da un minimo di 4 a un massimo di 5.
Afrika korps
Il berretto è dotato di due fori di areazione su ciascun lato. Le insegne sono
ricamate su fondo rossiccio; l’aquila in filo grigio-azzurro, e la coccarda con i
colori nazionali del Reich. Inizialmente di colore verde oliva come tutti i capi
dell’esercito, il berretto si sbiadisce rapidamente sotto l’effetto del sole. La
camicia, anch’essa di cotone, è del tipo da infilare dal capo ed è chiusa da
quattro bottoni di cartone passato.

La giacca, in tela di cotone a collo aperto, ha il distintivo per assalti di fanteria


appuntato, sul taschino e la fascetta da braccio con la scritta ‘Afrikakorps’, cucita
nella parte bassa a destra della manica.

Cinturone in canapa munito di fibbia di colore verde oliva.

Le spalline sono molto importanti, con filettatura tipica della fanteria, con
doppie cinghie degli spallacci lasciati libere in quanto non è indossato
‘equipaggiamento da combattimento’. Le cinghiette di chiusura sono in cuoio,
spallacci in tela l’unico elemento in cuoio è il disco posto all’unione delle tre
cinghie.

I pantaloni tubolari sono dotati di una cintura incorporata con fibbia di metallo
verniciato. Posteriormente, vi è una quarta tasca chiusa da una pattina; mentre
alle cinghiette posteriori vengono abbottonate le bretelle. Fodera e tasche sono
in tela grigia. Alla base del pantalone non vi è nessun sistema di chiusura.

Gli scarponcini sono dotati di sette occhielli per i lacci, composti da un gambale
in tela e da una tomaia e suola in cuoio, presenti da 48 a 50 chiodi mentre il
tacco è dotato di un tacco metallico a forma di U. il marchio di fabbrica è
riportato con un timbro a inchiostro all’interno della linguetta e l’anno di
produzione è punzonato sulla suola.
LA SAHARIANA
SARTORIALE E
LA DIVISA
AFRIKA KORPS
o I canonici 4-5 bottoni vengono lasciati
invariati

o Presenti le tasche sul petto

o Le spalline rimangono e sono nella


forma tradizionale

o La cintura funge ora da elemento


decorativo

o I pantaloni non sono più tubolari ma


qui si stringono per evidenziare le
forme
First Safari Jacket La Sahariana ha origini maschili, ma
negli anni ha saputo ritagliarsi uno
spazio consistente anche nel mondo
femminile. Nasce nella seconda
metà del XIX secolo in piena epoca
coloniale, quando le grandi potenze
europee si lanciano alla conquista
del “posto al sole”. Ad aprire danze
nel “grande gioco” è l’Inghilterra
vittoriana. Da Il Cairo a Città del
Capo, da Bombay a Calcutta
sventola la Union Jack. Ma il clima
nei nuovi territori dell’Impero è
molto diverso dall’Inghilterra
insulare. Niente nebbia o più leggera e più adatta alle condizioni
pioggerellina. In compenso tanto atmosferiche. Ma ben presto la divisa
caldo tropicale. militare invade il campo e finisce
Dal momento che il sole picchia per rivestire sia l’amministrazione civile
forte e le temperature sono alte, sia i coloni inglesi. Proprio questi ultimi si
l’esercito comincia ad adoperare adattano al mutato stile di vita e scoprono
una nuova divisa, nuovi hobby.
Saharienne

Le collezioni di YSL conferiscono al sesso femminile libertà,


dignità e maggiore sicurezza, tanto da divenire, grazie anche ai suoi
tailleur, l’icona del movimento femminista dell’epoca; ha traslocato
il guardaroba maschile nella cabina armadio della donna. Ha avuto
l’intuizione di adattare la sahariana sulle morbide linee femminili
sia per assegnare un tocco di grazia al capo, sia per assecondare il
desiderio di emancipazione delle donne.

La versione femminile della giacca Safari venne indossata per la


prima volta dalla top model Veruschka in un numero di Vogue del
1968. La giacca da safari da uomo era famosa già negli anni Trenta,
quando la indossava lo scrittore Ernest Hemingway; negli anni
Sessanta e Settanta tornò di moda quando venne indossata da
Roger Moore nei film di James Bond. Saint Laurent la introdusse
nella sua collezione per la primavera/estate del 1968, dedicata
all’Africa, ed è uno dei tanti esempi in cui gioca con i generi
introducendo capi maschili nella moda femminile.
YSL’s
Sahariana
o È facoltativo l’utilizzo della camicia sottostante

o La giacca presenta due tasche sul petto

o I bottoni da 4-5 aumentano a 6

o La cintura non è munita di fibbia, legandola


attraverso un nodo

o Le spalline abolite

o Il revers della giacca e molto particolare, è


classico/ dentellato assume una forma molta più
spigolosa mentre il collo della giacca si allunga
notevolmente

o Il polsino è a camicia
Lembo
antipioggia

Impuntura zig
zag con
dettaglio di
allacciatura con
occhielli in
metallo

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