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Della Valle
Nota bene: non è vera, in generale, l’implicazione inversa. Se infatti il momento angolare è
costante, avremo certamente che il momento della forza risultante si annulla, ma ciò può
corrispondere a due situazioni differenti:
! ! !
a) F (r )|| r ! il punto materiale P si muove effettivamente in un campo di forze centrali
di centro O.
b) il punto materiale P non è soggetto ad alcuna interazione e quindi si muove di moto
rettilineo uniforme.
Consideriamo, ancora, il momento angolare del punto materiale rispetto al centro delle forze:
! ! ! ! ! d!
L = m r " v = m (r " v r uˆ r + r " v! uˆ! ) = m r v! uˆ r " uˆ! = m r 2 uˆ z
dt
e quindi l’ultimo termine nell’espressione dell’energia può essere scritto in termini di modulo
del momento angolare, e prende il nome di energia potenziale centrifuga del punto materiale
2
1 ' d( $ L2
P nel campo di forze centrali: m r 2 % " = 2
! E p(centr)
2 & dt # 2m r
Poiché infatti questo termine non dipende esplicitamente dal modulo della velocità scalare,
ma solo dalla distanza r, come l’energia potenziale, può essere interpretato come se fosse
un’energia potenziale, benché in realtà sia stato ricavato dall’espressione dell’energia cinetica.
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FISICA a.a. 2009-2010 Prof. G. Della Valle
Il suo effetto è lo stesso che avrebbe una forza repulsiva (centrifuga, appunto) apparente (in
un sistema non inerziale). Se infatti scegliamo un sistema di riferimento con l’asse z parallelo
all’asse di rotazione di P e che ruota con la stessa velocità angolare (istantanea) di P, in tale
sistema di riferimento abbiamo effettivamente una forza apparente centrifuga, e la sua
energia potenziale ha proprio l’espressione introdotta sopra, e il moto di P, in questo sistema
di riferimento, diventa monodimensionale, diretto lungo l’asse r. Per dimostrare l’asserto,
calcoliamo l’energia potenziale della forza centrifuga:
! L2
#
L2 L2
Fcentr = m% 2 r uˆ r = uˆ
3 r
! L r $# = " 3
dr = 2
= E p(centr) (r )
mr r mr 2m r
2
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distanza dal centro delle forze varierà tra un valore minimo ed un valore massimo (vedi
figura); la traiettoria, pertanto è una curva chiusa, che si dimostra essere una ellisse.
Il perielio e l’afelio si trovano alle distanze rper,af tali che sia:
k L2
E p(eff ) ( rper,af ) = ! + 2
= ! E1 => E1 2m rper,af
2
! 2kmrper,af + L2 = 0 =>
rper,af 2m rper,af
2 2
k " k % L2 k " k % L2
=> rper = ! $ ' ! ; raf = + $ ' !
2 E1 # 2E1 & 2m E1 2 E1 # 2E1 & 2m E1
k2m
con: E p,min
(eff )
= ! " E1 < 0
2L2
Se, in particolare, l’energia totale (negativa) coincide con l’energia potenziale efficace
minima, la traiettoria è una circonferenza, ed infatti le distanze corrispondenti al perielio e
all’afelio vanno a coincidere perché la radice si annulla, ed entrambe valgono proprio rmin .
Oss.3 Se l’energia totale è positiva ( E = E2 > 0 ) , il punto materiale P è libero di sfuggire
alle forze del campo (vedi figura), la traiettoria è aperta, e si dimostra essere un’iperbole; il
massimo avvicinamento consentito al centro delle forze si determina imponendo velocità
radiale nulla e quindi uguaglianza fra l’energia potenziale efficace e l’energia totale. Si ottiene
il valore:
2
! k $ L2 k
r0 = # & + ' con E2 > 0
" 2E2 % 2mE2 2E2
(l’altra soluzione dell’equazione va scartata perché risulta negativa)
Oss.4 Se infine l’energia totale della particella è nulla, avremo che essa possiede l’energia
minima necessaria per sfuggire al campo, e la sua traiettoria si dimostra essere una parabola.
Il punto di massimo avvicinamento è a distanza rz , ove l’energia potenziale efficace si
annulla, e quindi coincide con l’energia totale.
Velocità di fuga
La velocità minima che un corpo deve possedere sul suolo di un pianeta per poter sfuggire al
campo gravitazionale del pianeta prende il nome di velocità di fuga.
Per calcolarla, in base a quanto visto sulla forma delle orbite, basta imporre che l’energia
totale del corpo sia nulla.
Infatti, all’istante iniziale (corpo sulla superficie del pianeta), avremo:
M m 1 M m 1
E p ,i = ! # T ; E c ,i = m vi2 " Ei = ! # T + m vi2
RT 2 RT 2
All’istante finale (corpo all’infinito), avremo invece:
E p, f = 0 ; Ec, f = 0 ! E f = 0
MT m 1
Poichè il sistema di forze è conservativo, dovrà essere ! " + m vi2 = Ei = E f = 0 ,
RT 2
2! M T
equazione che fornisce la soluzione: vi = v fuga = circa uguale ad 11.2 km/s per la
RT
Terra.
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Oss. La velocità di fuga rappresenta la minima velocità iniziale che il punto materiale deve
avere al suolo per poter sfuggire all’attrazione gravitazionale del pianeta.
Oss. La velocità di fuga è la stessa in tutte le direzioni, essendo stata ricavata da un’equazione
scalare.
Oss. Notiamo infine che, per come è stata ricavata, la velocità di fuga è misurata rispetto ad
un sistema di riferimento assoluto, fermo rispetto al pianeta, che invece è in rotazione su se
stesso. Quindi la velocità di lancio rispetto alla superficie (SdR relativo) necessaria per la fuga
è inferiore alla velocità di fuga sopra calcolata, perchè un corpo fermo sulla superficie del
pianeta possiede già una velocità ben maggiore di zero nel SdR assoluto (fermo rispetto al
pianeta), pari alla velocità di trascinamento del SdR relativo, che ha modulo ! RT cos(" ) ,
direzione tangente al parallelo locale di latitudine ! e verso da ovest ad est. Poichè tale
velocità di trascinamento è massima all’equatore ( ! = 0), pari a circa 0.465 km/s per la Terra,
è più conveniente effettuare lanci spaziali da regioni equatoriali in direzione est (chiaramente
lanciare in direzione ovest non conviene se si vuole raggiungere la velocità di fuga!).