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Dario Ziarati 2C 14/12/2020 TRACCIA 2

«Che cosa non è un viaggio? Per poco che si dia un’estensione figurata a questo termine – e non ci
si è mai trattenuti dal farlo – il viaggio coincide con la vita, né più né meno: essa è forse altra cosa
che un passaggio dalla nascita alla morte? Lo spostamento nello spazio è il primo segno... Il viaggio
nello spazio simboleggia il passaggio del tempo, lo spostamento fisico, a sua volta, il cambiamento
interiore; tutto è viaggio».

T. TODOROV, Le morali della storia, Torino, 1995

Dopo aver analizzato la frase di Todorov, esprimete la vostra opinione su queste affermazioni
argomentandole sulla base della vostra esperienza e /o delle vostre letture.

ELABORATO
“Tutto è viaggio” scrive Todorov in “Le morali della storia”, nel tentativo retorico di spiegare che
cosa non sia un viaggio. Lui stesso dice che il viaggio coincide con la vita, con lo spostamento dei
corpi nello spazio, con il nostro cambiamento interiore. Tutto è regolato dall’inarrestabile
dimensione del tempo, che agisce come legge inviolabile dell’universo e trova sempre il modo di
ricordare a noi, essere umani, quanto siamo succubi di essa.
Ormai da 2500 anni l’uomo si è reso conto di essere in viaggio, quando Eraclito, filosofo greco,
scrisse la frase che sconfisse il tempo e riuscì a trascinarlo nella imensione immortale del ricodo,
“Panta rei”. Tutto scorre, tutto mutà continuamente, nulla rimane immobile. Una volta compreso
qusto dinamicismo della reltà, spetta a noi individui capire che direzione prendere, trovare la nostra
strada. Perché inevitabilmente la meta è comune a tutti, ma abbiamo il potere di scegliere come
arrivarci.
“Ma cosa dovei fare della mia vita, che via dovrei prendere?” si interrogano molti, tra cui io stesso.
Si, perché nessuno ha chiesto esplicitamente di intraprendere questo viaggio, nessuno ha sfogliato
un catologo per scegliere la metà esotica in cui sarebbe nato, non c’è stato un “pacchetto vacanze
all-inclusive” che ti proponeva la migliore qualità/prezzo, con volo aereo e albergo 5 stelle
prenotati, taxi che ti viene a prendere all’aeroporto, suite lussuosa con vista mare. Ci siamo ritrovati
qui tutto d’un tratto, alcuni nell’albergo 5 stelle, altri in quello 3 stelle, altri ancora non hanno
nemmeno l’albergo. La differenza che distingue molti giovani credo sia la velocità con cui si
rendono conto di dove sono capitati, comprendono la realtà che li circonda, trovano una strada da
intraprendere. Alcuni si demoralizzano già da subito e non accettano o capiscono come gira il
mondo; rimanendo assorbiti da una spirale di disperazione e disillusione, cercando
compulsivamento tutto ciò che possa dar loro una veloce botta di piacere, per nascondere
momentaneamente il timore e l’ansia di dover affrontare questo viaggio.
“Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” dice Odisseo con le
parole di Dante Alighieri. E credo sia questo il senso del viaggio, intraprendere un percorso
conoscitivo alla scoperta della complessità delle cose, perché ci dà un senso di soddisfazione
impagabile fare ciò. Ma perché deve essere così, perché non posso provare una soddisfazione
impagabile nel poltrire a letto tutto il giorno? Penso che la risposta possa essere trovata nella
scienza o nella fede. La fede mi dice che la vita terrena è difficile e devo affrontarla come mi viene
detto di fare, con la promessa che una volta terminata potrò poltrire finalmente per l'eternità ed
essere immensamente appagato di ciò. La scienza mi dice che la vita terrena è l’unica cosa che ho e
mi spiega che l’evoluzione ha fato si che il nostro cervello sia programmato per “farci stare bene”
(rilasciare dopamina) se facciamo determinate cose. Stiamo bene se mangiamo, beviamo,
dormiamo, facciamo sesso (tutte cose che piacciono molto al nostro cervello, perché grazie a queste
la specie riesce ad andare avanti, così per stimolarci ci premia se le facciamo). Anche con una botta
di cocaina mi sentirei immensamente felice, il mio cervello sprizzerebbe dopamina da tutti i pori;
purtroppo però non è sano e non è un’attività che posso perpetrare a lungo. Ciò che posso perpetrare
a lungo è lo studio, la ricerca, la scoperta, le relazioni umane, tutte cose che mi faranno stare bene e
sono sostenibili a lungo termine. Ogni individuo sceglie se seguire la fede o la ragione, si impegna a
seguire la via che crede sia migliore per lui, cercando di trarre il meglio da questa esperienza. La
vita, infatti, è l’esperienza per eccellenza, con la caretteristica di essere unica e completamente
plasmabile.
Nel viaggio della vita c’è chi è alla ricerca di qualcosa e chi fugge. Mi viene in mente l’Orlando
Furioso di Ludovico Aoriosto, dove questa differenza si può cogliere a pieno.

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