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ANALISI DELLE STRUTTURE CHE POSSONO ESSERE INTERESSATE DA UN INTERVENTO

DI SANAMENTO O ADEGUAMENTO STATICO E STRATEGIA DI INTERVENTO:


Durante il periodo che va dalla realizzazione alla demolizione di una struttura, questa è sottoposta a delle
azioni che portano a un degrado della struttura in modo più o meno visibile. Chiaramente nel corso della
sua vita essa può cambiare destinazione d’uso oppure possono cambiare i livelli di sicurezza cambiati dalle
norme. Genericamente questo porta a fare una analisi dello stato di danneggiamento sia in termini di
danno causato che in termini di cause che lo hanno prodotto per poi andare a sviluppare una strategia di
intervento.

Questo problema del risanamento interessa:

1) Edifici di civile abitazione


2) Edifici per uffici
3) Edifici commerciali
4) Capannoni industriali
5) Ponti e viadotti
6) Muri di sostegno
7) Edifici monumentali
8) Parcheggi interrati o in elevazione.

Andandoci a concentrare sugli edifici di civile abitazione, uffici scuole e quindi ad uso pubblico, non
potendoli trattare tutti, ci si sofferma su questi in quanto sono le strutture più frequenti e quelle per cui
altresì si richiede o un ingrandimento in termini di volume o cambio della destinazione d’uso.

Le cause che portano ad intervenire per un adeguamento statico o risanamento si dividono in:

 Variazione della destinazione d’uso dell’edificio: nel caso, ad esempio, in cui si decide di
trasformare una caserma con carico variabile Q = 3kN/m 2 a una palestra con Q =5 kN/m2
 Innalzamento di un edificio (aumento del suo volume)
 Trasformazione dell’assetto statico, andando a costruire un piano di ammezzamento o eliminando
uno o più pilastri
 Adeguamento antisismico
 Danneggiamento della struttura

Valutazione dello stato di fatto

Bisogna prendere in considerazione che gli edifici costruiti su territorio nazionale sono realizzati con questi
materiali:

1) Muratura, che costituisce l’ossatura portante per edifici fino al 1950


2) Calcestruzzo che costituisce l’ossatura per tutte le nuove costruzioni
3) Acciaio utilizzato in capannoni industriali nonché uffici e edifici pubblici
4) Legno che costituisce l’ossatura portante di tetti e solai

Per poter fare questo tipo di valutazione e poi intervenire bisogna mettere a nudo la struttura portante
dell’edificio. Per quanto riguarda le strutture in calcestruzzo, che ora hanno sostituito le strutture scatolari
in muratura, possiamo distinguere due tipologie, le strutture a telai e le strutture a pareti.
Le strutture a telai sono le più utilizzate in Italia e sono costituite da elementi verticali, quali i pilastri e
elementi orizzontali, le travi e i solai che hanno il compito di sostenere il peso dell’edificio e scaricarlo sul
terreno, gli elementi in queste strutture sono legati tra loro e collaborano alla ripartizione di carichi e delle
spinte. In Italia la configurazione prevalente è proprio questa delle strutture a telai combinati con nuclei
ascensore. Bisogna però valutare che la presenza di elementi quali vano ascensore, vano scale (realizzato
con trave a ginocchio) risultano essere degli elementi fortemente irrigidenti e la loro posizione eccentrica
determina forti effetti torsionali. Nelle strutture intelaiate, sia tamponature che tramezzature in muratura,
che sono considerati elementi non strutturali, meritano l’attenzione. Questo perché se da un lato possono
accrescere la resistenza sismica delle costruzioni se disposte bene geometricamente e se robuste, d’altro
canto possono se disposte in modo irregolare andare a rappresentare gli elementi che subiscono per primi il
danneggiamento.

Per quanto riguarda le strutture a pareti, è fondamentale oltre a conoscere le caratteristiche geometriche
delle singole pareti, la loro disposizione in pianta secondo una o entrambe le direzioni ortogonali perché
possono influire sulla risposta sismica dell’edificio. il ruolo degli altri elementi strutturali non è di cruciale
importanza perché la rigidezza e la resistenza delle pareti determinano una minore interazione con pareti
non strutturali e una maggiore protezione quindi. È importante sottolineare che la connessione di pareti e
pareti-solai insieme a degli orizzontamenti di rigidezza adeguata consente il comportamento scatolare
dell’edificio e la trasmissione delle forze orizzontali a pannelli murari in modo tale che ciascuno di essi possa
agire in direzione parallela al proprio piano. Gli orizzontamenti possono essere deformabili, come i solai in
legno oppure rigidi, latero cementizi.
Valutazione dello stato di dissesto

Ci si concentra sul dissesto delle sovrastrutture o su quello relativo alle strutture portanti.

In relazione al dissesto delle sovrastrutture, si sa che chiaramente se il danno non riguarda la struttura
portante, la situazione chiaramente è meno grave perché si riduce il pericolo del collasso dell’edificio. Tra
l’altro visto che negli edifici in c.a. gli elementi non strutturali tendono ad essere più rigidi, è proprio su
questi che si sviluppano le prime fessure

Nel caso in cui il danno si sviluppa sugli elementi portanti la situazione risulta essere più importante perché
la struttura rischia di collassare.

Valutazione delle cause di dissesto

Ciò che si può affermare è che il punto più importante per questa valutazione è l’osservazione delle lesioni,
potendo in questo modo trovare riscontro sul campo delle azioni che hanno sollecitato la struttura.
Chiaramente bisogna affermare che qualora le cause che hanno provocato i problemi sono maturate
lentamente nel tempo, l’analisi delle lesioni non porta a delle considerazioni univoche ed è per questo che
è di notevole importanza la raccolta di informazioni dalle persone che hanno visto l’evoluzione degli stati
fessurativi e delle condizioni di carico negli anni.

Genericamente si possono individuare varie cause di dissesto:

DIFETTI DEI I materiali possono essere inadatti allo scopo prefissato oppure per
MATERIALI l’utilizzo di materiali scadenti. Infatti le principali cause sono date da
mattoni mal lavorati con presenza di grani di calcare, malte scadenti, difetti
chimici dell’acciaio (presenza di zolfo e fluoro), calcestruzzi scadenti per:
leganti inadeguati, inerti con bassa resistenza meccanica, troppa acqua
nella miscela, acqua inquinata o uso di sabbia marina non lavata con acqua
dolce che genera il degrado dell’armatura.
DIFETTI DI Errata lavorazione e posa delle armature, errata impermeabilizzazione e di
ESECUZIONE conseguenza risalita dell’acqua dal terreno, cattiva esecuzione di giunti
nonché inadeguata maturazione del calcestruzzo 1
DEGRADO DEI Per quanto riguarda la muratura i problemi principali sono cicli di gelo e
MATERIALI disgelo e la presenza di sostanze aggressive nell’aria e nelle piogge che
possono portare a degradi. Nel caso di calcestruzzo armato, sempre come
problema principale vi sono i cicli di gelo e disgelo, come per le murature e
la presenza di sostanze aggressive nell’aria o nelle piogge come sostanze
acide,solfati o alcali. Infine la corrosione delle armature dovuta alla
carbonatazione o all’azione di cloruri che abbassando il ph del calcestruzzo
stesso, non può formarsi il film di ossido protettivo (fenomeno della
passivazione) e quindi può aderire il fenomeno corrosivo. Per il legno, i tarli
e gli altri insetti nonché microrganismi aerobici pericolosi in caso di alta
umidità che vanno ad indebolire la struttura. Per l’acciaio, la fragilità
dovuta alle basse temperature, infragilimento da idrogeno, forature
(pitting) e ossidazione.
EVENTI Scossa sismica, incendi, frana o valanga, fulmini, esplosioni interne o
ECCEZIONALI esterne, erosioni e pressioni generate dalla corrente dei fiumi in piena.
ERRORI DI Sbagli che si possono verificare sono relativi a carichi non compatibili con il
corretto esercizio della struttura, errori nella valutazione del
1
Questo viene realizzato con leganti cementizi acqua e inerti. Tra i leganti principali si hanno il cemento portland,
d’altoforno, pozzolanici. In generale il cemento si ottiene mediante la cottura di una miscela di pietre calcaree miste
ad argilla in forni rotanti.
PROGETTO comportamento in esercizio, nella valutazione della capacità resistente
ultima degli elementi o dei nodi strutturali, errori nella valutazione della
capacità resistente ultima o della deformazione delle fondazioni, errori nei
disegni esecutivi dei particolari costruttivi
ALTRE CAUSE Fratture generate da radici di piante, formazione di ghiacci, fenomeni di
fatica, scavi adiacenti la costruzione,modifiche strutturali, e variazione dei
carichi per cambio destinazione d’uso.

Interventi di emergenza

Si procede secondo un iter, dopo un crollo.

1) Isolamento zona a rischio


2) Ispezione struttura danneggiata
3) Progetto interventi di emergenza
4) Rimozione elementi strutturali e non pericolanti e utilizzo di opere provvisionali di sostegno
5) Determinare agibilità della struttura

Scelte progettuali

Non bisogna scartare l’opzione zero, sulla base dei dati raccolti, ossia la demolizione della struttura. Se si
decide per il recupero dell’edificio, bisogna evitare interventi dai costi contenuti che non risolvono il
problema e a lungo andare possono provocare dei costi di manutenzione altissimi.

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