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titolo provvisorio:
“Com’è nata e com’è morta l’utopia comunista. Breve corso di storia dell’Unione Sovietica.”
Il ciclo di lezioni proposto vuole descrivere le vicende dell’URSS senza seguire l’impostazione
apologetica degli “amici della Russia” di stretta osservanza comunista, ma senza neanche allinearsi
allo schematismo anticomunista tipico del periodo della guerra fredda. Insomma, né tutto bianco, né
tutto nero.
L’esperimento sovietico non ha seguito le forme canoniche previste dall’ideologia marxista, poiché
la rivoluzione socialista si era affermata in un paese piuttosto arretrato, con una notevole
prevalenza contadina nella popolazione lavoratrice, anziché trionfare nei paesi capitalisti più
avanzati e con una forte classe operaia. E forse non a caso alla testa dell’URSS non sono rimaste
figure di spietati idealisti come Vladimir Ilic Ulianov (“Lenin”) e Lev Davidovic Bronstein (“Trotsky”),
ma si è affermato un personaggio malsano come Iosif Vissorionovic Djugashvili (“Stalin”).
Proprio Stalin, il potente “segretario generale del partito comunista” diventato poi “padre dei
popoli”, ha perpetrato una gigantesca falsificazione del marxismo con l’invenzione del “marxismo-
leninismo” (una quasi-religione), mediante l’adozione del “socialismo in paese solo” che ha generato
una vasta burocrazia sovietica e un regime totalitario, in una vera e propria antitesi all’utopia della
rivoluzione socialista mondiale come strumento di liberazione dell’umanità.
Contraddizioni di ogni genere hanno contraddistinto l’esistenza dell’Unione Sovietica, tanto nelle
scelte economico-produttive come nella vita quotidiana – da un lato Yuri Gagarin, primo uomo nel
cosmo, e una potente industria di armamenti; dall’altro la penuria di scarpe, calze di nylon, penne
biro, automobili e altri beni di consumo per la popolazione imprigionata nelle maglie di un regime
totalitario. Ed è stato così anche nel mondo, col ruolo determinante e contraddittorio che l’URSS ha
giocato nella storia del XX secolo, nel bene e nel male.
Mentre infatti l’URSS è stata decisiva nella sconfitta della Germania nazista pagandone un prezzo
altissimo (oltre venti milioni di morti); ha costruito un vasto universo concentrazionario (il “Gulag”),
ha eretto muri e “cortine di ferro”, e in generale ha diffuso sul pianeta vari cancri ideologici.
Una particolare attenzione verrà rivolta alla questione culturale, con qualche inevitabile incursione
nella storia precedente della Russia. La ricchezza e la bellezza della lingua russa, che sottende
l’immenso contributo che ha dato alla cultura umana universale – si è espressa in una lunga lista di
autori da Anton Cechov a Lev Tolstoy, da Dostoevsky a Puskin, da Gogol a Cernishevsky.
Nel periodo sovietico ha trovato espressione anche in altre forme artistiche, dal cinema realistico-
rivoluzionario-patriottico al Simbolismo, dal Futurismo al Costruttivismo, con personaggi come
Eisenstein, Malevic, Chagal, Esenin, Sklovsky, Gorky, Majakovsky, Bulgakov, Soljenitsin, Anna
Achmatova, Bebel, Larissa Reisner, Pasternak, Evtuscenko, Shatrov e tanti altri.
In questo ciclo di lezioni si propone un tentativo di analisi della società sovietica che prende spunto
dagli aspetti essenziali dell’impostazione tratteggiata nelle opere di Trotsky, in particolare “La
rivoluzione tradita”. Da solo questo materiale è però insufficiente per comprendere l’URSS, poiché
le analisi e le previsioni di Trotsky erano fatalmente condizionate dalla sua visione marxista, che lo
portava a interpretare la realtà mediante categorie quali “formazione economico-sociale”, “classe
sociale”, “dittatura del proletariato”, “stato operaio degenerato”, “rivoluzione politica”, ecc.ecc. –
ovvero astrazioni prive di valore scientifico (al di fuori delle chiese e chiesuole che si rifanno a Marx,
a Trotsky, a Bordiga e ai loro seguaci).
I trotskisti, ovvero i comunisti “puri e duri”, hanno pagato un prezzo altissimo in Unione Sovietica
per la propria opposizione a Stalin, deportati e massacrati a migliaia a Vorkuta e negli altri campi del
Gulag; ne rimane traccia nei racconti di deportazione di vari autori russi e sovietici, e in questa loro
tragica epopea si incarna la sintesi crudele della fine di un progetto utopico. Questa culmina quando
il crollo dello stalinismo in URSS – invece di avverare le previsioni di Trotsky secondo il quale si
sarebbe aperta una nuova fase rivoluzionaria – porta allo smantellamento dell’URSS sancendo il
fallimento dell’utopia comunista.