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STUDI SU IRE DI

A cura di Enrico Cattaneo e Luigi Longobardo

ILPOZZODIGIJICOBBE
In copertina: Premessa
Merab Surviladze «Sant'Ireneo di Lione»

Volume parzialmente realizzato con il contributo di: Non sappiamo nulla circa l'anno della morte di Ireneo: in base ad
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL'ITALIA MERIDIONALE alcuni calcoli, gli studiosi la pongono verso l'anno 202-203. La datazio-
ISTITUTO "SAN CLEMENTEI PAPA E MARTIRE" ne, anchese incerta, è stata considerataun'occasionevalidaper celebra-
re il XVIIIcentenario della morte di uno dei piùgrandiPadridella Chie-
sa. Un gruppo di studiosi, appartenenti alla Pontifìcia FacoltàTeologica
dell Italia Meridionale, ha pensato che era opportuno non lasciarpassa-
re questa data senzauna qualche commemorazione. Di qui il Convegno
Internazionale,cheha raccolto specialisti di areaprevalentemente italo-
spagnola, svoltasi a Napoli il 4-5 dicembre 2003, il cui titolo, Consonan-
tia salutis ("Sinfonia della salvezza": A. h. IV,14, 2), vuole mettere in risal-
to una nota caratteristica della teologia di Ireneo: la categoria di "storia
della salvezza , che sa tenere insieme l'unità e il progresso del piano
salvifico. Lo scopo non era tanto quello di fare il punto sugli studi irene-
ani - il che sarebbe stata una pretesa eccessiva - ma di richiamare l'at-
tenzione su alcuni aspetti significativi dell'opera del vescovo di Lione.
Considerato il primo teologo della Chiesa cattolica, il suo pensiero
risulta ancora attuale, come ribadiva Giovanni Paolo II il 7 ottobre del
1986, in visita all'Università Cattolica di Lione:
«Si parla volentieri dell'attualità dei Padri della Chiesa: l'espressione vale in
modo tutto particolare per Ireneo di Lione. La sua grande voce si è fatta
sentire in modo nuovo nel nostro secolo. L'interesse da lui suscitato è al
©2005, by Di Girolamo Crispino
centro del rinnovamento patristica contemporaneo [... ]. Alla autoritàdi Ire-
ILPOZZODIGIACOBBE neo, il Concilio Vaticano II ha più volte fatto appello, specialmente per quel
Corso Vittorio Emanuele, 32/34 - 91100 Trapani cheriguardala dottrina della trasmissionedella divinaRivelazione(DeiVer-
Tel. /fax +39 923 540339 bum II). Nella sua opera, la giovinezza di una fede sempre viva si esprime in
formule scintillanti, che suscitano la nostra ammirazione e insieme la no-
www. ilpozzodigiacobbe. com
stra adesione.Anche il teologo moderno può attingere dal suo sforzo esem-
info@ilpozzodigiacobbe. com piare una ispirazione per le esigenze del nostro tempo. Ireneo, infatti, ha
saputo associare la fedeltà alla tradizione ad una inventività creatrice; egli è
Copertina: C. Martinico - Mood stato allo stesso tempo il teologo di Dio e dell'uomo, di un Dio che mette la
Impaginazione: Aloisiana Libri - Napoli sua gloria nell'uomo vivente, di un uomo la cui vita consiste nella visione di
Stampa: «Litotipografia Abate Michele» - Paceco Dio(cfA./z. IV,20, 7)».

CARATTERISTICHE
Non è nostra intenzione soffermarci a presentare i singoli contributi
Questo libro è composto in New Aster, corpo 10; è stampato su carta Palatina Ivory da 100 gr/m2 presenti in questo volume; ci limitiamo a sottolineare il taglio teologico
delle Cartiere Fabriano;le segnature sono piegate a sedicesimo - formato rifilato 14,5x21,50 cm che li caratterizza e l'ampio ventaglio che essi ricoprono: dal problema
- con legatura in brossura e cucitura a filo refe; la copertina è stampata su cartoncino M-Real
Euroart Mal da 300 gr/m2 plastificata opaca e soggetti con UV lucida. delle fonti ecclesiastiche di Ireneo, al suo rapporto con la Bibbia; dalla
Ireneo di Lione e la comunicazione
della fede cristiana in una coscienza
canonica delle Sacre Scritture
Silvio Barbaglio

l. Introduzione

Lacomunicazionedella fede cristiana e


la coscienza canonica delle sacre Scritture
AccostareIreneodi Lione,figuracosì imponentenon solo per la Chie-
sa del II secolo ma per l'intera storia della teologia e dell ermeneutica
biblica, è certo un'operazione di coraggio. Ci avviciniamo a questo pa-
dre della Chiesa antica sperando di non sminuire, nell'interpretarlo, la
forza argomentativa racchiusa nelle sue parole, nelle frasi e nell'intero
suo discorso apologetico A. h.. Certo non tratteremo genericamente di
Ireneo quale personaggiostorico o autore di testi patristici'. Tali contri-
buti sonopremessapreviaperunacomprensioneadeguatadellaseguente
ricerca che ha per oggetto un tema specifico e complesso, quello della
"coscienza canonica delle sacre Scritture" analizzato all'interno della
comprensione comunicativa della fede tipica del vescovo di Lione. Lo
svolgeremo tra i meandri dell'intera opera di questo patriarca della teo-
ria e della prassi della fede cristiana.
Per meglio comprendere il quadro entro il quale ci muoveremo è
necessario, in apertura, chiarire alcune questioni, ampiamente dibat-
tute in ambito storico ed ermeneutico, relative alla nascita di una co-
scienza canonica delle sacre Scritture cristiane" tra il II e il IV secolo
Priina però, proprio perché la cosa ha una funzione propedeutica, è
necessario richiamare, in massima sintesi, lo sviluppo della semantica
del termine Kavmv come si è manifestato nei primi secoli della nostra

' Peruna presentazioneglobale della figurae dell'attivitàteologicadi Ireneodi Lione


rimandiamo ad alcuni riferimenti essenziali: J. QUASTEN, Patrologia. Fino al Concilio di
Nicea, I, Marietti, Casale Monferrato 1980, 255-279; C. MORESCHINI - E. NORELLI, Storia
della Letteraturacristianaanticagrecae latina,l. DaPaoloall'etàcostantiniana,Morcellia-
na, Brescia 1995, 325-337; M. SIMONETTI - E. PRINZIVALLI, Storia della letteratura cristiana
antica, Piemme, Casale Monferrato 1999, 94-98; A. GRILLMEIER, Gesù il Cristo nella fede
della Chiesa,Iti, Dall'etàapostolicaal concilio di Calcedonia(451), Paideia,Brescia 1982,
278-287

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era2. Esso è implicato direttamente nella chiarificazione terminologica medie; in musica, il monocordo sul quale erano regolati gli altri rappor-
dell'oggetto che andremo ad analizzare. ti tonali, era chiamato "canone musicale"; infine, canone era anche la
Tra i vari significati del lemma greco Kavóvche un dizionario di set- tassa, il tributo dapagare,una quota fissata.Vainoltre ricordato chele
tore3 può riportare, compaiono quelli di canna, come asta diritta da dove attestazioni bibliche del lemma sono così scarse" da non costituire un
proviene la connotazione morale della rettitudine; oppure di livella, di osservatorio significativo per la storia del termine.
filo a piombo. Oltre alla dirczione "retta", il Kavcav non doveva essere In seguito, i valori traslati che qui abbiamo richiamato e che sono
flessibile, come la bilanciao il righello dello scrivano (la regula). I signi- stati elaborati in un contesto culturale profano, si affermarono progres-
fìcati traslati che provengono quindi dalle connotazioni legate alla mi- sivamente anche in ambiente cristiano. Tra le attestazioni più signifìca-
sura, alla rettitudine e all inflessibilità stanno ad indicare il valore di tivee importantiperil nostroscopo,vi sonoquelleindicatedalleespres-
norma, criterio e modello di riferimento4. sioni: o Kavmv ti\c, JIÌOTECOI;(regulafidei~)1 e o KCCVCÒVTr|(; aÀTieei.aq {regula
Anche B. Metzger nel suo celebre contributo sul canone del Nuovo veritatisY, espressionientrambi ampiamentedocumentateper la prima
Testamento5 ricorda alcuni ambiti fondamentali di connotazione del ter- volta in Ireneo di Lione e in Clemente Alessandrino9.
mine: esso era utilizzato per definire l'ideale del bene in una persona Unitamente all'uso ecclesiastico del termine, in materia dogmatica e
come modello da imitare; rispetto allo stile letterario i grammatici ales- giuridica, la semantica va ampliandosi in dirczione dei significati di
sandrini indicavano alcune opere classiche quali punti di riferimento e "lista, indice o tavola". Questi ultimi sviluppi di senso vengono progres-
modelli di purezza linguistica; anche in ambiente artistico si diffuse sivamente applicati all'uso delle Scritture. Infatti, dalla seconda metà
presto Fuso del termine per segnalare il modello di ispirazione ormai del IV secolo il termine o KOCVÓVe i derivati KavoviKÓqe Kavovi^eiv furono
canonizzato; addirittura in ordine alle cronologie antiche i canoni era- riferiti direttamente ai testi sacri. Èla stessaepocain cui vediamoemer-
no le epoche o le ere principali con le quali si calcolavano le date inter- gere i grandi codici dell'intera Bibbia dei quali ci resta abbondante do-
cumentazione nel Codex Vaticanus e nel Sinaiticus:

2 Dibattuta è l origine semantica del termine. Per la storia del concetto e gli aspetti
etimologici cfH. OPPEL,Kanon. ZurBedeutungsgeschichtedes Wortes und seinerlateini- 6 Essoricorre solo 4xin tutto il NT: 3xin 2Cor 10, 13. 15, dovesignificala provinciao la
schen Entsprechungen (regula-norma), Leipzig 1937; l'origine semitica del termine, dai regioneentrocuiannunciareil Vangelo,in sensogeograficoe Ixin Gai6, 16doveil termi-
sostantivi a radice qnh l qny, è contestata dall'opera di H. FRISK, Griechisches etymologi- ne staa indicareunanormadi vita, una regoladi comportamento secondouna semantica
sches Wòrterbuch, Band l: A - Ko (1954). ampiamente attestata anche in ambiente pagano. Per una documentata presentazione
3 Cfad es. H. HÙPFEL,«Canonicité», in L. PIROT (ed. ), Abdeh - Chronologie, Letouzey & terminologica che dal NT giunge alla Chiesa del IV sec. cf H.W. BEYER, «K(XVO)V»,in G.
Ané, Paris 1928, coli. 1022-1045. KJTTEL(ed. ), Theologisches Wòrterbuch wm Neuen Testament 3, Kohlammer, Stuttgart 1967,
4 Utile per un confronto semantico del termine tra le concezioni vicino-orientali anti- 600-606 (ed. it. GLNT 5, coli. 169-186).
che e quelle moderne è la sezionededicataal «canone»nel testo di: J. ASSMANN,Lam.e.mo- 7 Laprima volta che emerge tale espressione è in Policrate, vescovo di Efeso, Ep. ad
ria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica nelle grandi civiltà antiche, Einaudi, Victorem: «KaTàTÒVKavóvaTrii; nioTec); àKoXo'uOouvTEi;»citato da EUSEBIODI CESAREA,H.e.
Torino 1997, 74-98. In essa l'egittologo di Heidelberg distingue e approfondisce quattro V, 24, 6.
tratti individuatientro unacomprensioneetimologicae diacronicadel termine, dallacul- 8 Diciamosubito che gli studiosi sonoper lo piùconcordinel riconoscere che le due
tura ebraicaa quella greco-latina: «Laparola ha assuntovari significatitraslati, i quali si espressioni in Ireneo si equivalgono. L'espressione «Kavuv TTÌ^ ma've. wc, l regula fidei» ricor-
raggnippano attorno a quattro centri di gravita: a) metro, misura, linea direttrice, crite- re solo unavolta nel testo di Dem. 3 (analogoa Dem. 6,l Tà^i;tf[c, TIÌOTECOI;),mentre «Kavmv
rio; b) modello, prototipo; c) regola, norma; d) tabella, lista. [... ] Caratteristica degli im- Tfji; à^iieeias / regula veritatis» ricorre con una certa frequenza lungo il testo dell'A. /i..
pieghi antichi del concetto di canone è dunque la costante compresenza del riferimento Sebbene sinonimiche le due espressioni sono usate in contesti distinti dati dai diversi
concreto al "metro". A motivo di questo riferimento metaforico, nell'antichità l'aspetto destinatari delle due opere del vescovo di Lione. La Demonstratio/Epideixis è funzionale
strumentale del canone era quello decisivo. Il canone era anzitutto uno stmmento di orien- alla vita interna della Chiesa, come Ireneo l'ha recepita, YA. h. ha come interlocutori gli
lamento che rendeva possibile la precisione, dando punti di riferimento sicuri e linee di eretici con i loro sistemi interpretativi. Per un bilancio accurato e oculato sulla questione
condotta salde. Così si spiega il significato di "tabella", piuttosto marginale in antico, ma terminologica cf J. FANTINO,La théologied'Irénée.Lectures des Écrituresen réponse a
destinato a diventare un fulcro dello spettro moderno dei significati grazie alla sua appli- l'exégèsegnostique. Uneapprochetrinitaire, Cerf, Paris 1994, 18-22.In ognicaso, la pro-
cazione, da parte della chiesa, alla lista dei libri sacri» (77. 83). blematica verrà affrontata analiticamente più avanti.
5 Seguiremoper questarapidae sinteticarassegnal'Appendicen. l dedicataalla «Sto- '' Peruna disaminaaccuratadell'utilizzo dell'espressionenei primi secoli della nostra
ria della parola Kavmv», contenuta in B. M. METZGER, // canone del Nuovo Testamento. Ori- era cf B. HÀGGLUND, «Die Bedeutung der "regula fìdei" als Gmndlage theologischer Aussa-
gine, sviluppo e significato, Paideia, Brescia 1997, 253-256. gen», m Studia Theologica. 11 (1957) 1-44.

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«Nel 363 d. C. il concilio di Laodicea in Frigia dichiarò (can. 59) che solo i L'uso invalso di riferire al testo biblico il sostantivo Kavmv e i termini
libri canonici (Tà KavoviKoi), contrapposti ai non canonici (TOC àKavóvicy-ta),
dovevano essere letti in chiesa. Nel 367 Atanasio classifica i libri effettiva-
da esso derivati in senso prevalentemente materiale, ha contribuito a
mente canonici (pi pata Kavovi^ó^Eva) in opposizione agli apocrifi (àTiÓKp-u- occultare i contributi di ermeneutica biblica fortemente attestati in am-
(pa, ep. Fest. 39); questo è l'elenco più antico dei ventisette libri del Nuovo bito patristica e a relegarli entro i capitoli dedicati all'uso e alle citazio-
Testamento. L'uso della parola Kavmv per indicare l'intera raccolta è ancora nidellaScrittura. Inaltre parole, si è fattamoltafenomenologiadell'uso
più tardo: il primo esempio ricorre in un poema (lambi ad Seleucum) com- delle Scritture presso i padri, ma resta ancora da compiere un grosso
posto intorno al 380 d. C. da Anfilochio vescovo di Iconio. Al termine del- lavoro sulla teoria ermeneutica e testuale elaborata dagli stessi protago-
l'enumerazione dei libri dell'Antico e del Nuovo Testamento egli dichiara: nisti della coscienza ecclesiale nei primi secoli. D'altra parte, la com-
Questoè forse il canonepiùattendibiledelle Scritture divinamenteispira- prensione profonda dell'istanza canonica operata dalla Chiesa nei pri-
tè (Kavmv... TCOVeeoiiveÙCTTcovypacpmv). L'espressione "canone del Nuovo Te- mi secoli mostra implicitamenteun'operazionemolto complessae sofì-
stamento" (KOIVCOVTfji; Kaivrji; SiaeriKrii;) ricorre per la prima volta nell'Apocn- sticata sul fronte di una teoria dell'opera letteraria. Ireneo, qui lo voglia-
ticus (4, 10) di Macario Magnete, apologià scritta intorno al 400 d. C. »10.
mo sostenere, appartiene ad una scuola di pensiero che intuisce la for-
Le conclusioni che B. Metzger trae dalla disamina compiuta sul- ma dell'unità delle Scritture ma ha anche la capacitàe l'intelligenza di
l'evoluzione dei significati veicolati nel termine Koivmv sono preziose per non abbandonarla alla pura affermazione apodittica o all'edifìcante pen-
la riflessione che ci accingiamo a fare sull'opera di Ireneo di Lione. Egli siero spirituale. Egli intende mostrare "con" e "nelle" Scritture che il
dice infatti: criterio di unità esiste e lo si può ben indicare; e questa prospettiva, a
«Perriassumere, gli scrittori ecclesiasticideiprimi trésecoli usaronola pa- ben vedere, è la più radicale, la più profonda, la più vera e la meno
rola Kavmvper designareciòcheper il cristianesimoeraleggeinternae nor- formalistica degli approcci al problema canonico nella struttura tipica
ma vincolante di fede ("regola della fede" e/o "regola della verità"). Dalla dei sacri testi. Nel IV secolo, mentre cresceva una preoccupazione di
metà del quarto secolo in poi la parola venne a essere impiegata anche in delimitare e circoscrivere le Scritture cristiane, documentata dai pro-
connessionecon gli scritti sacri dell'Antico e NuovoTestamento. Oggisi di- nunciamenti ufficiali e dalla trascrizione di tutta la Bibbia nei grandi
scute se in coloro che per primi applicarono la parola alle Scritture fosse codici, rischiava però di venir meno, canonicamente parlando, quella
predominante il valore di "regola" (ossia "modello" o "norma") oppure di riflessione di carattere ermeneutico, più ampia e fondamentale, che era
'lista" [... ] Alla finesiail sensomaterialesiaquello formale furono conside-
rati appropriati perché la consuetudine, invalsa nella chiesa, di considerare stata creata o meglio, scoperta, dal grande genio di Ireneo di Lione.
un certo numero di libri come portatori di un modello di fede e di vita dove-
Latesi sostenutanelpresente contributo
va necessariamente produrre la registrazione in un elenco dei libri che si
conformavano a quel modello. E così il canone della Scrittura venne a equi- Lo studio della concezione biblico-canonica svolta attraverso la sto-
valere ai contenuti degli scritti compresi in quell'elenco»". ria della semantica dei termini utilizzati e, in specie del lemma Kavcòv,
In conclusione, secondo gli studi di storia e di ermeneutica del ca- hacerto il vantaggiodi segnalareconaggettivitàl'insorgenzadi un nuo-
none biblico, la compresenza dei due significati fondamentali del ter- vo valore semantico a partire dal IV secolo, ma questo non comporta
necessariamente l'esclusione dell'idea di canone per i secoli precedenti
mine in oggetto si ha solo nel corso del IV secolo; all'epoca di Ireneo,
sul finire del II secolo, emergeva sostanzialmente il primo significato, quando ancora, potremmo dire, non veniva utilizzato un vocabolario
tecnico. Owero, la ricerca della "coscienza canonica delle sacre Scrittu-
espresso nella formula tipica della "regola della fede" o "regola della
verità", come una sorta di sintesi della professione credente della Chie- re" non può e non deve essere ne circoscritta e, ancor mero, rinchiusa in
un mero approccio terminologico, anche se questo appare il più oggetti-
sa. Pertanto, secondo questa linea interpretativa parrebbe fuori luogo vo, il più immediato e il più semplice da realizzare.
presentare una ricerca sulla coscienza canonica delle sacre Scritture"
nell'ambito del II secolo! Una concezione teologica si sviluppa anche indipendentemente da
un vocabolario tecnico12. È evidente che una parola o più parole inizia-

10 B. M, METZGER, // canone del Nuovo Testamento..., cit., 255-256.


12 Basti pensare ad esempio all'uso dei termini "teologia oppure Trinità : essi non
"/fc., 256.
appaionomainelleoperediIreneosebbene,a ragione,siaritenutoil "padredellateologia
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no ad imporsi come termini tecnici solo quando vi è a monte - e questo lessicale alla ricerca del signifìcato-base (GrundbedeutungY5. Questo

soprattutto nell antichità - una riflessione che si struttura progressiva- aspetto non tiene in debita considerazione il fatto che la struttura del
mente e si dice con il linguaggio della fede13. Così, l'identifìcazione con linguaggiononè isomorfaa quella delpensieroe un campo concettua-
un preciso vocabolario è punto di arrivo di una costellazione di signifì- le" non coincide con un "campo lessicale". Conscguentemente, il lessico
cati espressi attraverso vocaboli comuni ad altri universi semantici. tecnico sul "canone" non corrisponde necessariamente alla coscienza
Tale precisazione metodologica dovrebbe essere tenuta presente ogni- canonica delle Scritture", ne prima della creazione di quello, ne dopo;
qualvolta si analizzi un tema o un "campo concettuale" rispetto ad un può essere uno strumento per la comprensione, ma non un indice deci-
corpus letterario storicamente collocato. La ricerca del vocabolario è solo sivo del senso.
una faccia del complesso "prisma semantico" nell'incrocio tra linguag- In questa linea, la tesi difesa dal presente contributo muove dalla
gio, pensiero e realtà14. Infatti, la metodologia invalsa negli studi delle constatazioneche Ireneo, nel suo redigere opere di carattere apologeti-
concezioni antiche attraverso i testi, e in special modo, nell elaborare co, esprimesseuna lampante "coscienzacanonica"sul fronte teologico,
una sintesi di pensieroper il mondobiblico, vede l'accessoal significato ecclesiale e biblico - come cercheremo di evidenziare- nonostante non
fondamentalmente attraverso lo spoglio e l'organizzazionesemantico- avesse formalizzato con vocaboli tecnici tali idee.
Per meglio comprendere il valore di queste affermazioni è utile ri-
chiamare la distinzione sopra elaborata sui due significati fondamen-
cristiana e, secondo alcuni, la visione trinitaria di Dio in Ireneo, molto ben documentata,
tali dell'utilizzo del termine Kavmv: l'uno, rappresentante un sistema
potrebbe esserela chiavedi lettura di tutta la suaapologeticateologica. Ed esempi analo-
ghi potrebbero moltiplicarsi nel tempo in cui si andava costruendo il vocabolario della delimitato di valori, di concezioni,l'altro, piùmaterialmente, un elenco
fede cristiana. di cose, di oggetti, di norme... La "regola della fede" o "la regola della
13Così osservaJ.Assmann: «NelIVsecolod.C., quandola Chiesacominciòad applica- verità", semantizza il termine KOtvmv nella direzione di una sintesi di
re il concetto di canone al complesso dei suoi scritti riconosciuti come sacri, si arrivò a
quel decisivo allargamento o slittamento semantico che ne ha determinato il significato
una visione teologica ed ecclesiale; d'altro canto esso assume anche il
odierno. Da allora "canone" si congiunse all'idea di un patrimonio sacro di tradizione - significatodi un elenco di libri ritenuti sacri e ispirati or quando è po-
"sacro" sia in quanto vincolante e dotato di autorità assoluta, sia in quanto intoccabile, sto in relazione al libro biblico. Entrambi i sensi tendono comunque
senzachesi possa"aggiungere,levare o cambiarenulla". L'oggettochedalIVsecoloin poi alla sintesi: la "regola della fede" o "della verità", mostra la sintesi nel-
viene chiamato canone naturalmente è piùantico di quell'epoca: nella Chiesaprimitiva l'ampio sistemadella fedeecclesiale, una "listacanonica"di libri santi,
il dibattito sul "corpus sacro" comincia già nel II secolo, e non sarebbe pensabile senza il
modello dell'ebraismo e della canonizzazione della Bibbia ebraica, conclusa nel I e II in quanto fotografiasinteticadelle molteplici attestazionidi ideedocu-
secolo» (J. ASSMANN, La memoria culturale..., cit., 87-88). mentaleneisingolilibri elencati. Sela sintesiè l'elemento in comune, li
14 La semantica assume nel corso del sec. XX una propria autonomia e imponanza distingueil sistema con il quale esercitanola stessafunzione:il primo,
rispetto alle scienzedel linguaggio:essaè collocatain tensionetra la struttura linguistica e infatti, guardaalla storia credente, incarnatada persone precise, il se-
il pensiero, le idee e i concetti: aspetti che rimandano alla "referenza" del linguaggio; e,
come terzo aspetto, il referente reale con il quale il linguaggio mantiene una relazione condo rimanda ad un mondo testuale circoscritto all'interno di un co-
complessa. La semanticaintesa come "scienzadel significato"si occupadello studio pro- dice o di piùcodici. Il guadagnodella storia dei significati assunti dal
duzione del senso oltre il suo universo lessicalizzato. Ovvero, essa non si esaurisce nel- termine Kavcbv non è certo da sottovalutare perché indica alla ricerca
l identificazionedel senso emergente da vocaboli affini o opposti, bensì colloca la propria una strada feconda da perseguire, strada che in qualche modo si è deli-
ricercain unarelazionecomplessatra linguaggio,pensiero/referenzae referente/realtà.In
tale relazione, comprendiamoquanto la lessicalizzazionesiasolo un momento della com- neata nei dibattiti dei primi secoli. Così il risultato che proponiamo è
prensione del significato. Si tratta della triangolazione approfondita e resa celebre dal- quello di mettere in evidenzai due mondi, tra loro potenzialmente in-
l'opera di C. K. OGDEN- I.A. RICHARDS, Thè Meaning ofMeaning. A Study of thè Influence of terfacciabili ma distinti: il "mondo dell'esperienza credente", concre-
LanguageuponThoughtandof thèScienceof Symbolism, Routledge & KeganPaul, Lon- lizzato da persone ed eventi e il "mondo del testo sacro che, in quanto
don 1956. Nel primo capitolo (1-23) ritroviamo il titolo: «thoughts,words andthings», tré
dimensioni iscritte nel triangolo raffigurato a p. 11 come «thought or reference, symbol, appartenente alla "testualità", è caratterizzato da una propria natura
referent», cioè, «pensiero o referenza, linguaggio o sistema simbolico, realtà o referente».
Perquesti aspetti cf anche K. BALDINGER,Semantic Theory. Towards a Modern Semantics,
Basii Blackwell, Oxford 1980, 1-138; S. ULLMANN, Semantics. An Introduction to thè Scien- 15Perun'ottima presentazionedi questi problemi rimandiamoalla parte inizialedel
ce of Meaning, Basii Blackwell, Oxford 1964, 54ss. e U. Eco, Trattato di semiotica generale, seguente articolo: A. S. Di MARCO, «nEMHfì: per una ricerca del "campo semantico" nel
Bompiani, Milano 1975, 89-93conl'equiparazionealle teorie di Ch. S. Peircee di G. Frege. NT», in Rivista Biblica 40 (1992) 385-419 in particolare fino a 403.

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ermeneutica1 6. Infatti, la trasposizione della realtà in racconto o in un Assumiamo, pertanto la categoria ermeneutica di "mondo dell'opera
discorso testualmente organizzato non puòessere intesa come un sem- o "del testo"19 quale punto di snodo; a partire daessa, possiamo identifì-
plice "precipitato dialagico" tra scrittore e lettore in virtù di un testo. care tré "mondi" distinti che rimandano rispettivamente a tré sistemi
l uno al cospetto dellaltro17; il testo scritto vanta un'autonomia nella diversi di relazioni: [l] il "mondo extra-testuale", owero tutto l'assetto
produzione del senso, con dimensioni proprie messe in evidenza dalle della storia che accoglie gli eventi che si susseguono; [2] il "mondo intra-
più importanti teorie testuali1 8. testuale", che si configura nelle coordinate narrative e discorsive stabili-
tè dall'autore di un testo e [3] il "mondo inter-testuale", che studia le
róSignificativo, al riguardo, un passaggio di Veritàe Metodo di H. G. Gadamer: «La relazioni tra "mondi testuali" distinti. Vaprecisato subito che la scelta di
. unpezzodiunmondopassato, mafindallasuaorigine si è innaÌ-
zataaldi_sopradi esso., nella. sferadel sensocheesprime. È la peculiare°ideaTita"deUa tale prospettiva che osserva la realtà a partire dalla categoria della te-
OIach_e-soueva ogni fatto lmguistico al di sopra della finita ed effimera'particolarità stualità"20 è dovuta all'interesse ermeneutico che connota la presente ri-
anaai ogni altro resto di una esistenza passata. II portatore della tradizione non cerca. A partire daquesta semplice tripartizione, collochiamo il termine
eowiamente il manoscritto, checometaleè anchessounrestodeÌpassato, "maTa"conta" Kavmv, nella sua prima accezione, entro il mondo della extra-testualità,
i memoria. Attraverso talecontinuitàlatradizione diventaunapanedelnostro
3,e ciòcheessacicomunicapuòvenireimmediatamenteadespressione'Unatradì" mentre il secondo valore semantico apre una finestra sul mondo della
zlone. scn.ttanon"fa. conoscere sol° qualcosa di particolare; in essa ci-si-fa'p'rese"nte testualità; in quest'operazione, siva a instaurare daunaparte, una dma-
lmmiera_umamtàstorica il mondo. Per questo la'no^
.

a generale rapporto
con suo verso
mica inter-testuale, offerta dai molteplici libri messi in relazione all in-
stracomprensionerimaneParticc)larmenteincertae frammentariaquandodiunadeter- temo del "canone/lista" e, dall'altra, anche una dinamica intra-testuale,
minataciviltànoncirimanenullanellaformadellinguaggio,masoÌo monumenti^mutì:
ria. [...]Èduna-uedi poichéil nome/titolo dellibrocitatonel"canone/lista" raccoglie insé,in
; ai testi scritti chesipone l autentico compito ermeneutico. Loscritto ^una'fomia massima sintesi, i contenuti "del" testo configurati "nel testo.
^autoestraniamento. Il superamento di esso, cioèla lettura del testo/èil compito'DHi L'esitodelcamminocercheràcosì dimostrarein Ireneolapresenzadi
spione»(H. G.G^AMER,Veritàe metodo,Fabbri,Milano19907,-448-449)~
lrimando alla seguentenflessione unaprecisa"coscienzacanonicadelleScritture", tesatrai trémondiche
',LI offre elementi'di intemgen~z7deÌ problem7se"
COI!do_la. nota. prosPettÌvadel fìlosofo Incese P. RICOEUR, Da77^o"a"^ztow. "Sae'aadi
.

abbiamo, per motivi metodologici, distinto. Infatti, l'apparente compli-


,ermT^ica;-Jaca_Book'Mllano 1989' 134:135: <<Lafissazione scritta so'praggiu~ng°e m
luogo della stessa parola^cioè là dove la parola avrebbe po7utonascere. T. J"DÌa6a6muocBhel ilÌ
cazione terminologica qui richiamata ha la funzione di coscientizzare
deilore-Infatti
postodellascoltatore propriocomelascritturaprendeilposto'deùaloc^u"
aT-edenocyt
particolare
n raPPOrtotra scriverc
eleggerenons7configu^aco"m^^^^^ 19L'elaborazione esplicita delle categorie teoriche si ritrova in P.RKOWV. Ermeneutica
del, raPPOrto tra Palare rispondere. Non°èunrapporto"dt 'HnterTocu^ion'e^
e filosoficaedermeneuticabiblica,Brescia19832,52.76:presentandoil contributodiH G.
n.on..èuncasodidialogo:NonbastadirechelaIetturaè ""dialogocon'ÌautoreTt'traw'rso Gadamer, egli afferma: «IIdominio della cosadetta sugli interlocutori diventa particolar-
suaopera;. bisogna riconoscere che il rapporto del lettore con'iÌ'Ìibro'è'di" tiiu'aTta mente evidente quandola Sprachlichkeit diventa Schrìftlichkeit, valea direquando sipas-
^tura; ìdmlogoeunoscambio di domande risposte, vi è"uno"scambro dFque'st^ sadallariflessionetramite linguaggioallariflessionemedianteil testo. Lacosadeltesto,
.

e e non

tipotra.scnttoree lettorc;!°scrittorenonrispondeallettore;piuttostova'dettocheiÌ'ÌFbro nonappartienepiùneall'autoreneallettore,permettelacomunicazionea distanza»(52);


separaindue versanti i due atti incomunicanti dello scrivere e deTleggere7iÌ"lettore^ «Termine di confronto dell'appropriazione è comunque soprattutto la cosa del testo, per
a!sentenella scritturae 10scnttore è assentenellale"ura-" testoproducTcosÌ undu'Dhce usarelaterminologia di Gadamer, oppure, impiegando lamia, il mondo dell'opera. Inulti-
. e dello scrittore; ed è in questo modo che esso si sostituisc'e'alla maanalisiciòdicuimi approprio è unaproposizione dimondo nonnascostadietro adun
sgicache^lega immediatamente lavoce dell uno alludito dell'altroT." testo come se si trattasse di un'intenzione riposta, ma situata davanti a lui, dispiegata,
ai tici a tali problematiche sarebbero infiniti nei dibattiti che si sono scoperta, rivelata dall'opera. Comprendere significa allora comprendersi davanti al testo,
swl^ppatciaparóredalropera che ha segnato
il. Passoperunanuova"con^zÌ'one'Ìmi gmustlÌJ valea direnonimporrealtestolaproprialimitatacapacitàdicapire,bensì esporsialtesto
ca:F.DESAUSSURE;Coursdelinguistiquegenerale,Payot,Paris1960'[or"Ì9T6]'. 'LauD6orto"a perricavarne unapiùampiadimensione di sé,quellaproposizione di esistenza checorri-
unavisionecomplessivadellatestualitànellmtentodielaborarneunateoriasièZfluDna" spondenella manierapiù appropriataalla proposizionedi mondo. Lacomprensione è
top^rtjroia mentemsenoauermeneuticafilosofica-NeIpresem^^^ alloraperfettamente l opposto diunacostituzione lacuichiavesitroverebbe nel^soggetto:
ma^tenmento sarà^quelloderivante dall'imponente contributo del filosofo'francese sarebbe pertanto più esatto dire che il séè costituito dalla "cosa" del testo» (76-77). Lo
>ure'mPartÌcolare; daalcumsuoiscrittifondamentalidoveeglielabora'e'con^ stessocontributoe pubblicatoanchein:P.RICOEUR,Daltestoall'azione.Saggidiermeneu-
ira una "teona dell opera letteraria": P. RICOEUR, La Metaforaviva. Dalla7e~torica7ua tica, cit., 71-129 e, come prima traduzione italiana, in P.RICOEUR- E. JUNGEL,Dire Dio. Per
poetira-:per»"nlinguaggiodi"velazione, JacaBook,Milano Ì98Ò;In.,Tempoewc'ont^. un'ermeneutica del linguaggio religioso, Queriniana, Brescia 1978, 19933, 41-107.
JacaBook;Milano.l986;ID;'Jempo_eracconto-ILLaconfigurazioneneÌra"ccon7o"dÌfìn; 20Ad es. si poteva partire dalla storia come rappresentazione del passato, oppure da
SoJ^a8?ok' Milano 1987; ID" Tempo mcconto-IIL "tempo raccontato~JacaBoZ
e
una categoria teologica legata direttamente al contenuto dei termini in gioco, pensiamo
all'idea di "Chiesa" o all'immagine di Dio; o dall'antropologia, ecc.

89
l'interprete a collocaredivoltainvoltaleaffermazionidiIreneonelpro- 2. Ireneo di Lione e il superamento di una strumentale
pno contesto ermeneutico. Così facendo emergerà maggiormente il con- semantica della parola o della frase in dirczione di una
tributoinnovativoinmateriabiblicadiquestograndepadredellaChiesa. semantica del discorso: la "regola della fede" e "della verità
La tesi di fondo che andiamo a mostrare potrebbe essere così espo-
sta: il "canone della verità nell'esperienza credente", che si riceve dalla Il procedimento ermeneutico di Iremo
celebrazione battesimale e che, in quanto evento, appartiene al mondo L'ambito di analisi nel quale ci muoveremo è essenzialmente quello
della extra-testualità, vienea corrispondere al "canonedellaveritàbibli- del trattato sullo "Smascheramento e confutazione della falsa gnosi"11, in
ca", appartenente al mondo della inter- ed intra-testualità; ovvero, la cinque libri, più comunemente conosciuto come Adversus Haereses2 1,
"dimensione della verità dell esperienza credente" (contro la falsità deÌ- conÌ'aggiunta diqualche accenno all'altra operadi Ireneo,ì'Esposizione
le esperienze eterodosse) si relaziona direttamente con la "dimensione della predicazione apostolica".
della testimonianza scritturistica" vetero - e neotestamentaria. Alla de-
limitazione"e "armonizzazione"dellesperienzadifedecomsponderebbe In A. h. 1, 8, 1 Ireneo di Lione smaschera il metodo di indagine dei
un operazione di "delimitazione" e "armonizzazione" del wrpus testua- valentiniani24 sintetizzandolo con espressioni che paiono di estrema mo-

le a partire da una centro: il Vangelo di Gesù Cristo. demità rispetto alla teoria ermeneutica dell'atto interpretativo:
Il cuore della tesivuole difenderelaprospettiva secondola qualeil
sistemateologico unitamente a quello ecclesiologico con-isponderebbe, " A proposito deltitolo occorre ricordare leseguenti note contenute in IRÉNÉEDELYON,
.

in nuce, al sistema biblico-canonico. Questo significa che Ìreneo, nella Cantre lesHérésies, Livre I, Tome I, 31-33: «Acet accident et cette intervention, nous de-
sua riHessione elabora rincontro e la fusione o, meglio, larmonizzazio- vonspeut-étred'avoirperdu,entéledesmanuscrits,letitreauthentiquepour^iésigneren
ne'd[àueformaementis plasmate l unasullaltra. L'operazione apologe- latinÌ'ouvrage d'Irénée,titre qu'Eusèbede Cesaree,Sevèred'Antioche,JeanDamascène,
Anastase le Sinaite, Photius et d'autres nous ont conserve en grec: "EÀ,E7xo<;Kal àvaTpottr)
ticadelvescovodiLioneè tralepiùraffinatedelmondoantico7sip^n- .
n\c, \y£v6mvv\lov YVUOECÙ^.Onremarquera en effet, a l'apparat, quele titre desmanuscrits
gono le basi di un autentica teologia ecclesiale dove la "formad'ella^ede les'moins touches dansleurs premières pages, Q S e, n'est qu'un titre partiel, annonce
ecclesiale" - fondata sulla Verità di Cristo trasmessa dalla tradizione d'un élémentde l'ouvrage: Incipiuntcapitulalibrorum Irenaei,titre qui se retrouve, avec
apostolica - e la "forma della Scrittura" si incontrano e dialogano alla unmeilleurajustementauLivreI,dansA,aprèslaPraefatio:Incipiuntcapitulalibriprimi;
luce del mistero trinitario che vede in GesùCristo, il Verbo di Dio, il suo mais cette variante mèmelaisse supposer que ces titres, ainsi que les mots annexesqui
massimo svelamento. Ìeur sontapposésontétéforgéspourlesbesoinsdelatraditionlatine,besoinsdelibrairie
etrelativement tardifs. C'estpourquoi l'on trouve sous lapiume du "titulateur", quand il
Ritornando al metodo: la relazione profonda tra i mondi extra-te- s'agitde designerl'ouvrage tout entier, ces formules artificielles, qui ne sant qu'unrac-
stuale, inter- e intra-testuale è alta in Ireneo come, forse, in nessun altro courci commode, d'ailleurs spontanémentemployéespar les grecs eux-mèmesen leur
padre^della Chiesa. È lui chehaposto le basiper unaretta conce'zione langue:ContrahereticosA;AduersushaeresesS (ContraSb);Contrahaeresese (Aduersus e
in fine); Contraomnes haereses C V'""';Contraomnes hereticos V».
della forma canonica delle Scritture e che la tradizione successiva, ci 22Seguiremo l'edizione critica di Sources chrétiennes curata daA Rousseau e L Dou-
I)a_re'_semPlificheràrischiandodiperderequalcosadiessenziale.Inque- treleau neivoli. 263-264 (I libro); 293-294 (II libro); 210-211 (IIIlibro); 100/1-/2 (IVlibro);
sto senso la teoria e la pratica teologica, biblica ed ecclesiale trovano m 152-153(Vlibro). L'edizionein traduzioneitaliana,basataessenzialmentesull'edizione
Ireneo_il precursore e l'ideatore della più alta "coscienza canonica delle criticaquirichiamata,d^llaqualeassumiamolacitazionedeitesti,salvoindicazionidi-
verse, è IRENEODI LIONE,Contro le eresie e gli altri scritti, E. BELLINI(ed. ) e per la nuova
sacre scritture" divinamente ispirate. Egli, senzapreoccuparsi di ofìri- edizione G. MASCHIO(ed. ), JacaBook, Milano 19972. Tra gli strumenti elaborati sul lessico
real iste" complete di testi, punta al del problema,
cuore aÌla~radice
va di A. h. ricordiamo: B. REYNDERS, Lexiquecompare du texte grec et desversions latine, anné-
del discorso, coglie l anima fondativa dell'intera testimonianza biblica e nienne et syriaque del'Adversus Haereses desaint Irénée,I. Introduction. Index des mots
grecs, arm'éniens et syriaques, Durbecq, Louvain 1954;ID.,Lexiquecompare dutexte grec
?_a^ PreParalazioneanalitìca che altri faranno circa due secoli più et des versions latine, annénienne et syriaque de l'Adversus Haereses de saint Irénée. II.
tardi nello stilare un elenco di testi biblici "canonici". Indexdes mots latins, Durbecq, Louvain 1954.
23«Demonstratioapostolicaepraedicationis/ Eli;èiiiSei^ivTOUàiiooToXiKouKryv{\imoc, »:
cfIRÉNÉEDELYON,Démonstrationdelaprédicationapostolique,Cerf, Paris 1995;le citazioni
deltestoinlinguaitalianaprovengonodall'edizionecitataa curadiEnzoBelimi,485-528.
24Tragli studipiùapprofonditi deivari sistemi dellagnosivalentiniana cfA. ORBE, La
teologiadeisecoliHe.III.Il confrontodellaGrandeChiesaconiognosticismo,I-II,Piemme-
90 91
«Tale è dunque la loro [dei Valentiniani] dottrina, che ne i profeti annuncia- l'esposizione del concetto, utilizza un'immagine a forma policroma e
rono ne il Signore insegnò ne gli apostoli trasmisero: una dottrina riguar- poliedrica: l'immagine è catturata da un'interessante forma di testuali-
dante tutte le cose, che si vantano di conoscere più di tutti gli altri: leggono tà, quelladelmosaico27,anch'essacapacedi farvederecosesemprenuove
qualcosa da ciò che non è stato scritto e adoprandosi, come si suoi dire, a grazie alla policromia delle tessere, come in una lingua, le parole in una
intrecciare funi con la sabbia, tentano di mettere d'accordo con quanto è frase o in un discorso:
stato detto, in maniera verosimile, le parabole del Signore, gli oracoli dei
profeti o i discorsidegli apostoli, affinchèle loro invenzionisianoconfortate «Immaginiamocheuno, avendodinanziunabella immaginedel re, fatta con
da testimonianze bibliche. Calpestando l'ordine e il collegamento delle Scrit- tesserepreziosedaun abileartista, nedistruggala figuraumanachenecosti-
ture [ordinem quidam et textum Scripturarum supergredientes l TT|V\iè. \ Tà^iv tuisce il soggetto, sposti le tessere e le rimetta insieme per rappresentare un
Kai TÒVeip^òv TCOV ypaipcov U7iEp|ìaivovtei;] e, per quanto sta in loro, dividendo caneo unavolpe, e per di piùrappresentatimale. Immaginiamochea questo
le membra della verità [solventes membra veritatis l ^.VOVTEI; Tà ^£^. T| TTÌ; punto affermi decisamente che questa è la bella immagine del re fatta dal-
àÀr|6eiai;], le riferiscono ad altro e le trasformano, e di una cosa facendone l'abile artista, mostrando le tessere che il primo artista aveva disposto bene
un'altra, ingannano molti con la mal combinata sapienza dei detti del Si- per rappresentare il re e che l'ultimo ha disposto diversamente per rappre-
gnore adattati da loro» (A. h. 1, 8, 1). sentareun cane, e che, facendolevasullabella apparenzadelle tessere, riesca
ad ingannaregli inesperti chenon conoscono la fisionomiadel re e a persua-
Il procedimento che Ireneo stigmatizza in dirczione dei discepoli di derli che la bmtta figura della volpe è la bella immagine del re... Allo stesso
Valentino è emblematico per ogni forma di interpretazione preconcet- modo costoro, cucendo insieme favole da vechiarelle, tolgono le parole, le
ta: adattare il senso di un testo autorevole strumentalizzandone l'inten- frasi e le parabole [sermones et dictiones et parabolas l pr||xaTaKal ÀE^EK;Kal
zioneoriginaria, generalmente a vantaggiodi chi la compie. Questame- jiapapo^à;]dall'uno e dall'altro contesto della Scrittura e tentano di mettere
todologia interpretativa era molto diffusa e facilmente riscontrabile d'accordocon le loro favole le paroledi Dio. E giàabbiamodetto quantipassi
anche all'intemo dello stesso discorso biblico nei fenomeni delle rilettu- riescono a mettere d'accordo con ciò che sta entro il Pleroma!» (A. h. 1, 8, 1).
re e riscritture25. Lo studio dei procedimenti interpretativi delle Scrittu- "Parole, frasi e parabole" stralciate dall'uno e dall'altro contesto della
re negli ambiti giudaico, greco-ellenistico e latino richiama il dato se- Scrittura e ricucite entro un sistema diverso rispetto a quello originario
condo cui l approccio esegetico dei discepoli di Valentino non era così
originale e neppure rifiutato dall'esegesicorrente26. Ireneo, efficacenel- biblici sia come nascosto dietro il velo del significato letterale, individua in ogni parola
della Scrittura un rimando ad una realtà del mondo spirituale, attraverso associazioni e
accostamenti di vario tipo. Non si tratta quindi soltanto di applicare il passo dell AT così
PUG, Casale Monferrato-Roma, 1995; H. JONAS, Lo Gnosticismo, SEI, Torino 1991; G. com'è ad un referente diverso da quello presupposto dal contesto, ma di smontare, per
FILORAMO, L'attesa della fine. Storia della gnosi, Laterza, Bari 1987; ID., Luce e Gnosi. Sag- così dire, il testo nei suoi vari elementi, per individuare dietro ogni termine le relative
già sull'illuminazione nello gnosticismo, Institutum Patristicum Augustinianum, Roma corrispondenze. Questo metodo, molto diffuso nel mondo antico sia in ambienti pagani
1980;ID., «Lescuole catechistichee la Gnosi», in G. CAMBIANO- L. CANFORA- D. LANZA(ed. ), siain ambientigiudaico-ellenisticie cristiani, è documentato, perquantoriguardalo gnosti-
Lo spazio letterario della Grecia antica, I. La produzione e la circolazione del testo. III/I. cismo, soprattutto nella letteratura eresiologica»: C. GIANOTTO,«Glignostici e Marcianela
Greci e Roma, Salemo, Roma 1994, 559-585. risposta di Ireneo», in E. NORELLI (ed). La Bibbia nell'antichità cristiana, I. Da Gesù a Ori-
25Basti pensare alle metodologie di rimandi e di citazioni presenti nel tessuto testuale gene, EDB, Bologna 1993, 245. Alle pp. 265-273 di questo prezioso articolo viene presen-
neotestamentario da tempo studiate in ambito giudaico ed ellenistico, collocate in un tata la posizione esegetica di Ireneo rispetto allapproccio tipologico alle Scritture. Per
contesto probante di carattere retorico; per questi fenomeni interpretativi in tensione tra una sintesi dei procedimenti esegetici di Ireneo rimandiamo anche a B. DE MARGERIE,
cristianesimo e giudaismo cf M. WILCOX, «On Investigating thè Use of thè Old Testament Introduzionealla storiadell'esegesi,I. I Padrigrecie orientali, Boria, Roma 1983, 62-89;R.
in thè New Testament», in E. BEST- R. McL. WILSON(edd. ), Text and Interpretation. Studies TREVUANOETCHEVERRÌA, La Bibbianel cristianesimo antico. Esegesi prenicena, scritti gno-
in thèNewTestamentPresentedto MatthewBIack,CambridgeUniversityPress, Cambri- stici, apocrifi del Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 2003, 127-128.
dge 1979, 231-243. Inoltre, il fenomeno della riscrittura è documentato anche nello stesso 27 È certamente utile ricordare che la stessa immagine del mosaico fu usata da G.
Ipsen nel 1924 (e successivamente da J. Trier nel 1931 ) in relazione al conio dell'espressio-
mondogiudaicoedellenisticoveterotestamentarioin continuitàconle culturedeltempo:
S. BARBAGLIA(ed. ), Deuteronomismoe Sapienza.Lariscrittura dell'identitàculturale e reli- ne «Bedeutungsfeld l campo semantico» (ingl. : senwntic field; fr. : champ sémantique; spa-
giosa di Israele (Atti del XII Convegno di Studi Veterotestamentari, Napoli, 10-12 settem- gn. : campo semàntico), che rappresenta uno dei luoghi di massimo interesse dello studio
bre 2001), EDB, Bologna 2003. della semantica nel sec. XX (cf «Der Alte Orient und die Indogermanen», in Standund
26Bastipensareall'utilizzodell'allegoriacomemetodointerpretativoapplicatoaitesti Aufgaben der Sprachwissenschaft. Festschrift fur Wilhelm Streitberg, Heidelberg 1924,
veterotestamentari: «Usiamo qui il termine allegoria in senso ristretto, ad indicare quel 225, citato in H. GECKELER, Semantica eslructuraly teoria del campo léxico, Editorial Gre-
dos, Madrid 1976, 103 e n. 20.
processo interpretativo che, partendo dal presupposto che il significato profondo dei testi

92 93
nel quale erano collocate: da ciò emerge che la mutazione indebita del diversi spiriti erronei. In tal modo si potrà scoprire perfettamente, anche
sistema di riferimento è oggetto di un giudizio fortemente negativo da prima della dimostrazione, la saldezzadella verità predicata dalla Chiesa e
la falsità delle favole inventate da loro» (A. h. 1, 9, 4).
parte di Ireneo. Le tessere sono d'artista, sono belle e vengono sottratte
all'opera d'arte per ricollocarle in un altro mosaicoilludendo gli astanti Ancor prima di ritornare sull'espressione centrale - "regola della ve-
sul soggetto rappresentatoperchésedotti dalla bellezzadelle tessere, no- rità" - e chiarirne il senso alla luce di studi approfonditi, occorre defìni-
nostantelo scarsovalore del soggetto. Così facendo,i discepolidi Valen- re con esattezza le conseguenze metodologiche che emergono dalle af-
tino mostranoun significatoradicalmentediversodaquello chele paro- fermazioni di Ireneo.
le avevano all'intemo del sistema semantico originario del testo biblico. Gli esempi formulati dal vescovo di Lione e ora ricordati si riferisco-
Piùoltre, in A. h. 1, 9,4, Ireneoriprendela stessaproblematicaoffren- no uno alla composizione di un mosaico, uno ad un testo poetico in
doun altro esempio, questavolta tratto daqueitesti classicicheveniva- versi, i poemi omerici. Nel primo esempio le tessere, belle nella loro
no trasmessioralmentee memorizzati:sitratta deiversipoeticidi Ome- singolarità, stralciate dal disegno originario venivano spostate per un
ro28. Infatti, Ireneo riporta il racconto di un tale29 che compose un di- altro disegno; nel secondo, sono versi singoli che vengono separati dal
scorso di sapore allegorico stralciando per ogni frase un verso preso ora contesto d origine. Certo nessun esempio calza alla perfezione quando
da\Ylliade, ora da\YOdissea creando così un messaggio quasi incompren- si vuoi far comprendere un'idea non immediatamente perspicua e non
sibile. E così argomenta: sempre tutti gli elementi del paragonesi sovrappongono alla realtàevo-
«Oraquale persona semplice non si lascerebbe ingannareda questi versi e cata. In questo senso, tentando di interpretare, Ireneo sembra dire che
non penserebbe che Omero li abbiascritti per trattare questo argomento? ogni tessera di mosaico e ogni verso hanno un valore in sé, portano un
Ma chi conosce l'argomento dei poemi omerici riconoscerà bensì i versi, ma significato potenziale che diventa comunicabile in modo nuovo solo
non riconoscerà l'argomento, ben sapendo che, di quello che si dice, qualco- quando è collocato in relazione con altre tessere o altri versi poetici. I
sasi riferisce ad Ulisse, qualcosa adEracle stesso, qualche altra cosa a Pria- due esempi richiamati raccontano di situazioni in cui ne tessere di mo-
mo o a MenelaoedadAgamennone.Perciòspostandoi versi e ricollocando- saico, ne versi di Omero sono raccolti allo stato brado, quasi vi siano a
li ciascuno al suo posto, toglierà di mezzo questo argomento che hadinanzi. disposizione mucchietti di tessere colorate appéìia intagliate o versi sciol-
Così chi conserva salda in se stesso la regola della verità [regula veritalis l ti con i quali lavorare. Siale tessere, sia i versi sono giàparte precisa di
Kavmv T:r[q àKf]Qew<:,], che ha ricevuto per mezzo del battesimo, riconoscerà
un insieme, sono già stati collocati e il sistema nel quale sono collocati
bensì le parole, le frasi e le paraboledelle Scritture[ex Scripturisnominaet
dictiones et parabolas cognoscet l TU ^èv ÓK TUV
Ypaipmv òvó|^aTOt Kaì Tat i; Xé^eii;
pare, nell'esempio di Ireneo, essere la vera fonte di senso di quei bran-
Kai Tati; TiapapoÀài;èjityvci)0£Tai], ma non riconoscerà questo blasfemo inse- delli singoli. Egli non afferma che stralciando tessere o versi dal loro
gnamento Perché se anche riconoscerà le tessere, non accetterà la volpe al habitat questi automaticamentevengano depotenziati di significato:in-
posto dell'immaginedelre (cfA.h. 1, 8, 1); ma, ricollocandoal proprioposto fatti, ogni tessera continua a splendere con il proprio colore e ogni verso
ciascuna delle cose dette e adattandole al corpo della verità [veritatis corpu- si mostra per la sua bellezza stilistica, ma sia le une come gli altri hanno
scolo l TU TT]^ àÀ.r]9eia<; CTCo^aTÌcp], metterà a nudo la loro invenzione dimo- perso la loro compagnia, la loro casa, il loro contesto e sono tessere e
strandone l'inconsistenza. 9, 5. Poichéperò a questa rappresentazione man- versi stranieri in una nuova terra, sradicati.
cal atto finale, checioèqualcunoriveli laloro farsadandoleil colpodi gra- Tale operazione si sottopone a un giudizio di merito: chi sradica ha il
zia crediamo necessario mostrare in primo luogo quelle cose sulle quali i potere di far funzionare il particolare in un sistema nuovo e di attribui-
padri di questa favola sono in disaccordo tra loro, tributar! come sono di
re ad esso un significatochenel suo contesto originario non possedeva.
Ireneo non condanna l operazione di selezione - anch egli lattua conti-
«Poi, mettendo insieme frasi e parole collocate in punti diversi, le trasferiscono, nuamente citando le Scritture - bensì la modalità arbitraria, selvaggia e
come abbiamodetto prima, dal loro giusto significatoad un significatoerrato, facendo disonestanel far mutare radicalmente il senso della verità a partire dal-
pressappococomequelli chesipropongonoalcuniargomentiqualunquee poi cercanodi la manipolazione delle Scritture.
svolgerli poeticamente conversi di Omero» (A. h. 1,9,4) Così, fecalizzando l attenzione su questi aspetti, egli opera un supe-
SecondoJ.DANIÉLOU,Messageévangéliqueetculturehellénistique,Desclée,Toumai 1961,
82-84 sarebbe lo stesso Valentino; opinione rifiutata e contestata da R. L. WILKEN, «ThèHo- ramento di una strumentale "semantica della parola o della frase" in
mene Cento in Irenaeus Adversus haereses 1, 9, 4», in Vigiliae Chrìstianae 21 (1967) 25-33. direziono di un'autentica "semantica del discorso". Prendiamo queste
94 95
distinzioni dalla teoria dell opera letteraria di Paul Ricoeur: egli nella di fondo è il tipo di inter-testualità utilizzata: un'inter-testualità bizzar-
sua opera La Metafora viva e, in particolare, nell'"opera gemella", la tri- ra e falsa, tipica dei procedimenti presi in esame da Ireneo, finalizza
logia di Tempo e racconto riflette sulla struttura originaria del senso, nel- l'operazione di selezione a proprio vantaggio, senzarispettare la natura
la tensione tra linguaggioe realtà30. La necessitàche Ricoeur avverte di originaria e l'intenzione del testo sacro. Per contrapporsi a tale prassi,
riconfigurare le categorie veritative all'intemo di una semantica del di- ecco che il vescovo di Lione fa emergere l'unica alternativa: un inter-
scorso che superi quella della parola e della frase produce conseguenze testualità regolata" e, quindi, non arbitraria!
profondecheritroviamoin nuceanchein Ireneo.In altreparole:peruna Per "regolare" ovvero "canonizzare" l'intertestualità biblica occorre
coerente e retta comprensione di un messaggio testuale è necessario ac- comprendere quale sia la natura della "regola della verità" o altrimenti
cogliere la dimensione stessa della testualità dove ogni parte si relaziona detta nelVEsposizione della predicazione apostolica. "regola della fede"32.
all insieme. Come la semantica della frase non si riduce alla sommatoria Quindi, lo ripetiamo, il livello testuale entro il quale si muove la compren-
dei significati delle singole parole, così, analogamente, la semantica del siane della regola della verità" o "della fede" è, concludendo, quello di
discorso non è il semplice calcolo di tutte le espressioni particolari delle una"semanticadel discorso", come Ireneoha argomentatomA. h. 1,9,4.
singole frasi. La creazione di un discorso comporta il crescere di una
dimensione che trascende le singole parti. Quando il segmento viene La "regola della fede" o "della verità"
stralciato dall'insieme ed è collocato in altro contesto, questo concorre Lo studio delle espressioni"regoladella fede" o "dellaverità è stato
nuovamente a dar vita a una nuova dimensione di senso. affrontato a più livelli e in più contributi generali e specifici su Ireneo33.
Ogni azione di selezione e di ricomposizione è sempre una nuova
creazione di senso: il punto delicato e discriminante è il tipo di relazìo-
ne esistente tra i testi in un contesto di controllo del significato. diimmagini mutuate dallaBibbiadifficilmente comprensibili cherimandano adunafor-
Ireneodenunciala trasposizioneselvaggiadi «parole,frasie parabo- matraslatadellinguaggioa partiredall'utilizzochenefannoi profeti,finoalleparabole o
discorsi di Gesù e l'uso delle immagini nell'Apocalisse. Sulle parabole di Gesù ripresentate
le»31manonla trasposizionein quantotale. In questosensoil problema daIreneo nel quarto libro della suaopera, cfA. ORBE, Paràbolasevangélicas en San Ireneo,
I, BAC, Madrid 1972;ID., Pardbolasevangélicasen SanIreneo,II, BAC, Madrid 1972.
32In Dem. 3 Ireneoafferma: «Ora,pertimore di qualchecosadi simile, noidobbiamo
30P.RICOEUR,LaMetaforaviva..., cit. ; ID.,Tempoe racconto, cit.. Lostudio sullametafora mantenere inalterata la regola della fede e adempiere i comandamenti di Dio credendo in
detta"viva"porteràP.Ricoeura comprendereinprofonditàe a liberarequestamanifesta- lui, temendolo come Signoree amandolocome Padre.Talecomportamento, allora, è una
zione del linguaggio da una comprensione riduttiva. L'avere rinchiuso la forma metaforica conquistadellafede,poiché,diceIsaia,"senoncredetenoncomprenderete (LXXxs7,9);
dellinguaggionell'ambitodi una"semanticadellaparola",sull'asseparadigmatico,haim- la fede è data dalla verità, poichéla fede si fonda sulla verità. Infatti noi crediamo ciòche
pedito di cogliere la vera "innovazione semantica" che risiede sull'asse sintagmatico, in una realmente è. e come è; e, credendo ciò che realmente è, come sempre è, manterremo la
'semanticadella frase". Lì è il vero habitat della metafora. A panire da questo punto, da nostra ferma adesione. Ora, poiché la fede sostanzia la nostra salvezza, è necessario pre-
dovehalasciatoil guadagnoteorico, Ricoeurriprendel'itinerarioe lo sviluppanello studio starvi molta attenzioneper ottenere una vera intelligenzadella verità. È la fede che ci
della forma del discorso narrativo. Il passaggio è dalla "frase" al "discorso", dauna "seman- procura tutto questo, come ci hanno comunicato i presbiteri, discepoli degli Apostoli.
tica della frase" ad una "semantica del discorso": le due opere sono gemelle, pensate in Innanzituttola fedeci invita coninsistenzaa ricordareche abbiamoricevuto il battesimo
continuità:«LaMetaforaviva e Tempoe raccontosonodueoperegemelle:pubblicatel'una perla remissionedeipeccatinelnomedi DioPadree nel nomedi GesùCristo, Figliodi
dopo l altra ma concepite insieme. Anche se la metafora fa parte, tradizionalmente, della bio incarnato, mono e risuscitato, e nello Spirito Santo di Dio; che il battesimo è il sigillo
teoria dei "tropi" (o figure del discorso) e il racconto della teoria dei "generi" letterari, gli della vita eterna, la nuova nascita di Dio, cosicché non siamo più figli di uomini mortali,
effetti di senso prodotti dalla metafora e dal racconto dipendono dal medesimo fenomeno ma di Dio eterno e indefettibile». Inoltre anche in Dem. 6 dichiara: «Ecco l'ordine (ordo-
centrale:l'innovazionesemantica.In entrambii casiquest'ultimaè prodottaesclusivamen- dispositionis l Tà^ii;) della nostra fede, il fondamento dell'edificio e la base della nostra
tèal livello del discorso, ovvero degli atti linguisticiche hannodimensioneegualeo supe- condotta» e lo spiegain relazioneal Padre,al Figlioe allo Spirito Santo.
riore alla frase. [... ] È questa sintesi dell'eterogeneo che avvicina racconto e metafora. In 33Laquestioneinteressatrasversalmentepiùdisciplineteologiche.Cilimitiamoa qual-
entrambi i casi, qualcosa di nuovo - di non ancora detto, di inedito - sorge nel linguaggio: che segnalazione bibliografica per un contributo relativo all'ermeneutica biblica e agli
da un lato la metaforaviva, cioèuna nuova pertinenza nella predicazione, dall'altro un aspetti metodologici: V.AMMUNDSEN, «ThèRole ofTmth in Irenaeus» in Joumal ofTheolo-
intrigo simulato, cioèuna nuova congmenzanella connessionedegli accadimenti» (7-8). gical Studies 13 (1912) 574-580; J. LAWSON, Thè Biblical Theology of Saint Irenaeus, Thè
Vannoancheaggiuntitutti gli spuntipreliminaririflessiinP.RICOEUR,InterpretationTheory. ÈpworthPress,London1948;B. HÀGGLUND,«DieBedeutungder"regulafidei"alsGrund-
DiscourseandthèSurplus ofMeaning(FortWorh), ThèTexanChristianUniversity Press, lage theologischerAussagen», in StudiaTheologica 11 (1957) 1-44; A. BENOÌT, Saint Irénée.
Texas 1976, in particolare il primo studio: «Language as discourse» (1-23). Introduction a l'étude de sa théologie, PUF, Paris 1960; PH. HEFNER, «Theological Metho-
31 Sul tannine "parabole" Ireneo preciserà la dimensione poliedrica del senso: si tratta dology and St. Irenaeus»,in Joumalof Religion 64 (1964) 295-309; V. GROSSI,«Regula
96 97
Come primo approccio per la comprensione del problema assumia- Tralasciando le attestazioni armene della Demonstratio, i vocaboli
mol analisicondotta coninteresse dall'ampia e accuratamonografìa di selezionati dal testo greco sono tré, KKVCOV, UTióeeoiq e tcify.c,; i tré lemmi
J. Fantino34. Il procedimento è analogo a quello della costituzione di un del testo greco vengono tradotti nei frammenti che ci sono pervenuti
"campo lessicale" di termini che illustrano la realtà evocata dall'espres- con cinque altri vocaboli latini: regula traduce sia Kavdov (ad es. A. h.
siane "regola della verità"35. J. Fantino, dopo avere operato un confron- 1, 9, 4) sia vnóQEcic, (ad es. A. h. 1, 20, 3); argumentum (ad es. A. h. 1, 8, 1) e
to tra le antiche versioni3 6 propone il
seguente prospetto terminologico argumentatio traducono UTcóGeoii;; ordo (ad es. A. h. 1, 8, 1) e ordinatio tra-
avendo come punto di riferimento il termine Kavàv: ducono TÓ^iq.
Versione armena Versione greca Versione latina Versione armena
a. Riguardo al primo gruppo di termini, in A. h. 1, 10, 3 troviamo un
Demonstratio A. h~ A. h. A. h. testo molto interessante che usa lo stesso termine -UTióGeoii; indistinta-
kanown Kavmv regula storadrowt'wn mente per i sistemi dottrinali gnostico cristiano:
.

ùiióeeai^ arumentum ent'adrowt'wn


Testo greco
argumentatio
orda
Tò SéTiÀ.eìov f| 'é^wwv KaTa CTDVEOIV eiSévai Tivà;, OÙKèv TU TIÌV v?ró0eaiv avr^v
kargem à^^àooeiv yivetai, Kaì a.K\o\ Qeòv napemvoeiv iiapà TOVA^ioupyòv, Kai noiT|Tr|v,
das kargi T.Òfy.C, das
ordinario hraman KUÌ Tpo<péa Tou5e wv Tiav-iòi;, mi; |ÌT) àpK ou|xévo-u^ TOUTU), .n a\'kov XpiOTÒv, T\
uXXov MOVOYEVTÌ- à^a èv TU Tà eoa èv Ttapapo^aÌi; ei;pT )Tai npooeTtepyà^eoeai,
Kal o'uvoiKEioOv TS T^$- dÀriffEiagvxoQéaer Kai èv TCO TT)V TÈ iipa'y^aTeiav Kat
veritatis e narratiobattesimalein sant'Ireneo»,in Augustinianum 12 (1972) 437-463;G. oÌKOVop, iav TOUQeov, XT)Vènì TTÌ àv9p(oiiÓTr|'tiYevo^évTivèK5iTi7eTCT6ar
BENTIVEGNA,Economiadisalvezzae creazionenelpensiero diS. Ireneo, Herder, Roma 1973:
M, JOURTON';<samtIren_éelit 1S1Bible»,in C. MONDÉSERT(ed.). Lemondegre'c'ancienet h Testo latino
z,Paris 1984,}45_-151; C. GIANOTTO, «Glignostici e Marciane larisposta diIreneo», in
?r, ^OR>E. LJLI. (^d'); ^ Bibbiamlrantichità cristiana, I. Da Gesù Origene, 'EDB, Bofogna
a Plus autem aut minus secundum prudentiam nasse quosdam [intellegen-
1993, 235-273;^. FANTINO,£a théologie d'Irenée..., cit. ; B. SESBOÙÉ,«Dela confesión de fé tiam] non in eo quod argumentum immutetur efficitur et alius Deus excogi-
primhiva a la fòrmula del dogma trinitario», in Estudios Trinitarios 29 (1995) 387-418: tetur praeter Fabricatorem et Factorem et Nutritorem huius uniuersitatis,
^^DSN0^' 9ne /?^Af Reading?A Guide to Irenaeus, Liturgical Press, CollegeviÌle'(MN) quasi non ipse sufficiatnobis, aut alius Christus, aut alius Monogenes, sed
T1T997LTH'C'. K\FERGUSON' "The Rule_ofTruth and Irenaean Rhetoric in'BookTofAgaìnst in eo quod. omnia quae in parabolis dieta sant exquirere et adiungere uerita-
Heresies», m Vigiliae Christianae 55 (2001) 356-375; E. PAGELS,«Irenaeus,'the "CaiTonof tis argumento et in eo uti instrumentum et dispositionem Deiin generehu-
Trut ;.andtheGospelofJohn:"Makinga Difference"throughHermeneuticsandRitual». mano factam enarret.
mviylwechri^tianae 56(2002)339-371; A. Y.REED,«EYArrÈAION:Orafity, -TextuaUty"and
t.ech^istian Truth inIrenaeus'Adversus Haereses», in VigiliaeChristianae56(2002)n-
46; R. TREVUANO ETCHEVERRÌA, LaBibbianelcristianesimo antico, cit., 127-128.' Versione italiana di Enzo Bellini
34Cfinpanicolare ilprimo capitolo «Laréflexion théologique etsamiseenoeuvre» (7-
83),inJ.F^wo. Lathéohgied'Irenée...,cit.; segnaliamoanchajunaltroarticoloaltrettan- Èvero che si può avere una conoscenza più o meno vasta secondo la diversa
topreciso nell'mdividuare le corrispondenze semantiche deitermini che"ruotano attorno intelligenza: ma ciò non consiste nel cambiare il contenuto essenzialedella
«regoladellaverità»:PH HEFNER,«TheologicalMethodology...»,-ri?.- fede; vale a dire nell'escogitare un altro Dio oltre il Demiurgo, Creatore e
35Traleposizionicheritengono dicogliereunadifferenzapercepibile tra"regoladella Padre di questo universo - quasi che non ci si accontentasse di questo - o un
'" e "regoladellaverità"ricordiamo G'. -BENTIVEGM,Economia disalvezzae crwione'neÌ altro Cristo, o un altro Unigenito, ma nell'esaminare accuratamente tutto
pensiero diS. Ireneo^, cit. Eglidistingue le affermazione, mutuandole dairattestazioneÌati^ quello che è stato detto in parabole e collegarlo con il contenuto essenziale
nain£)em.3,^ "RegoladiFede"e greca"CanonediVerità".Cosieglisiesprime:«[.7]siVono della-fede" e nell'esporre il modo di agire di Dio e la disposizione nei con-
costituiti nella Chiesasindall'etàapostolica unsiRegola di Fedee un Canone diVerità, che fronti dell'umanità.
i'!lT^^UI?-l^to,.cioffr?n,0 unsommariodelleveritanellequalidobbiamocredere(Rego-
Fede) dallaltro stabiliscono lanorma chiave conlaquale i risultati diogniindagii
d!vonoaccordarsi. (canonedi verità)- Media"te questa Regola di Fede nef^ampo"de"ÌÌa 37 La traduzione di Bellini dipende dalla scelta testuale dei manoscritti Vaticanusgr.
no_straattività Pratica-e mediante questo CanonediVeritànellanostraattivitàspeculativa, 503 (IX sec.) e Marcianus 125 (anno 1057) cheriportano l'espressioneTT)TIII;nioTEtoi;viio-
avremAO^^^Ìd^s. i^ra?ernon,'?ev;are mai d^ ?ostro cammin0 la salvezza»~(23')!
verso
eéoei. In questo senso Bellini espande alla prima ricorrenza del termine ùnóeeoi^ / argu-
36AnalizzalaterminologianelledueoperediIreneonelleversioniantichegreca,lati^ mentum il significato di «contenuto essenziale della fede» sebbene non ricorra l'espres-
naearmena. -----c,----,
siane in quel passaggio.
98 99
J. Fantino afferma che i due vocaboli Kavmv e vnòQEaic, significano «Ora, per timore di qualche cosa di simile, noi dobbiamo mantenere inalte-
entrambi "dottrina" o "sistema dottrinale" e sono usati in senso sinoni- ratala regoladella fede [àKXivfjTÒVti\c, TIÌOTECO;KavóvaKatéxei-vòyei^o^ev] e
adempierei-comandamentidi Diocredendoin lui, temendolocomeSignore
mica da Ireneo, tradotti in latino ora con regula, ora con argumentum o e amandolo come Padre».
argumentatio. Bellini traduce "contenuto essenziale della fede" perché
segue il testo greco che, diversamente dalla proposta dell'edizione di Accanto a questi testi contenuti nella Dem. ne richiamiamo altri tré
Sources chrétiennes che corregge il greco con il latino, riporta l'espres- dall'A. /i. che rimandano alla stessa immagine delle membra e del corpo
sione "Tfì TS\C, TCÌOTECO^ .UTToeéoei".In sintesi, nell'esempio qui segnalato il della verità.
termine UTIÓGECTK;può essere utilizzato per indicare indistintamente il InA. h. 1, 8. 1 contro i valentiniani si afferma:
sistema gnostico o quello ecclesiale. «Calpestandol'ordine [TÓI^K;]e il collegamento delle Scritture e, per quanto
Invece, nel passo diA.h. 1, 9,4 Ireneo utilizzai due temimi nello stes- sta in loro, dividendo le membra della verità [la ^EÀ,T| TTÌ<; àXrieeiui;], le riferi-
so ragionamento: l'uno (KOCVÒVtr\c, aXr|9eicci;/ regulaveritatis) riferito al scono ad altro e le trasformano, e di una cosa facendoneun altra, ingannano
sistema ecclesiale, l'altro (wóQeaì. c, /argumentum) riferito al sistema gno- molti con la mal combinata sapienza dei detti del Signore adattati da loro»
stico. Alla luce di questa ulteriore distinzione Fantino conclude: In A. h. 1, 9, 4 Ireneo dopo aver espresso l'idea della "regola della veri-
«Ledeuxvocables grecs désignentlamèmeréalité,la doctrine, et onnepeut tà" ricevuta per mezzo del battesimo, aggiunge:
pas dire que l'un est employépour signifìer l'enseignement de préférence «[... ] ma, ricollocando al proprio posto ciascuna delle cose dette e adattan-
vnòQeaiq pour parler des systèmes gnostiques. Peut-étre alors veut-il sug- dole al corpo della verità [TU TTJI;à^Tieeiai; CT(ù|iaTÌU)], metterà a nudo la loro
gérerqueVKÒQEC\. C,signifìe aussil'argumentd unepiècede théàtreet parFa invenzione dimostrandone l'inconsistenza».
quela doctrinegnostiqueest "montéedetoutepièces"[cit. : M. Harl]»38.
Infine, inA./i. 11, 27, 1 afferma:
b. Il secondo gruppo di termini ruota attorno alla nozione di "ordi-
ne (Tà^iq / ordo, ordinatio). L'avere accostato questo vocabolo ai prece- «Perciò le parabole debbono essere comprese alla luce di insegnamenti non
denti ha la funzione di ampliare il campo lessicale per arricchire la co- ambigui,perchéchile spiegacosì lespiegasenzapericolo e le parabolerice-
veranno da tutti una spiegazionesimile e il corpo dellaveritàrimane intatto
stellazione terminologica che rimanda all'espressione "regola di verità". [a ventate corpus integrum], armonioso quanto al collegamento delle mem-
Il lemma pone l'accento sulla relazionetra realtàdistinte, in armonia e bra e senza sconnessioni».
in coerenza interna. InA./i. IV,4, 2 afferma:
La concezione che emerge, in sintesi, è quella di un sistema organi-
«Dio infatti fa tutte le cose con misura ed ordine ("AjiavTa ^éxpcpKal Ta^ei o co, richiamato dall'immagine classicae biblicadel corpo e delle mem-
Geòi;noieT)e niente è presso dilui senzamisura, perchéniente è senzanumero».
bra40. In questo senso la "regola della verità/della fede" appare come la
In Dem. 6, come abbiamo giàsegnalato, ricorre il termine TU^K;unito massima sintesi del "corpo delle verità della fede
a TtioTis. Dem. 6 richiama altri due testi all'interno della stessa opera:
Dem. 1, 1 e 3, 1. Ireneo, aprendo il suopiccolo trattato catechisticoe in-
dirizzandolo a Marciano afferma:
«Quello che ti inviarne è una serie di annotazionisu punti fondamentali, 40Cfancheil seguentetestoparticolarmenteilluminanteinA.h. IV,33, 10:«Orai profe-
ti, con tutto il resto, profetizzarono anche questo, che coloro sui quali si sarebbe posato lo
cosicché in poche pagine possa trovare molta materia avendo raggruppato Spirito di Dio e avrebbero obbedito al Verbo del Padre e l'avrebbero servito secondo la
in breve le linee39 fondamentali del corpo della verità [Tiav-ca W^T} wv loro capacità,sarebberostatiperseguitati,lapidatie uccisi:infattii profetiprefiguravano
oùl^aTOi;Tfi<;àÀ,ri9eia<;/ omniamembracorporisveritatis]» (Dem. 1, 1) in se stessi tutte queste cose per l'amore di Dio e per il suo Verbo. Essendo anchessi
Concludendo la sua introduzione in Dem. 3, 1 dice: membra di Cristo, ciascuno di loro manifestava la profezia in quanto era un membro, e
tutti, sebbenefossero molti, prefiguravanouno solo ed annunciavanole vicendedi uno
solo. Infatti, come attraverso le nostre membra si manifesta l'attività di tutto il corpo, ma
l'atteggiamento di tutto quantol'uomo non si manifestaattraverso un solo membro, ma
38J. FANTINO, La théologie d'Irenée..., cit., 18. attraverso tutti, così anche i profeti prefiguravano tutti uno solo, ma ciascuno di loro, in
39Sarebbepiùcoerentetradurre«tuttelemembradelcorpodellaverità»mantenendo quanto era un membro determinato, compiva l'economia e profetizzava l'opera di Cristo
viva la metafora. riguardantequel membro».

100 101
I passi più significativi nellA. h. compendio sintetico della fede cattolica: esso rappresenta, retoricamen-
tè41, l'espressione di contenuto della "regola di verità" annunciata nel
Riportiamo in questasezioneanaliticaaltri passiutili percatalogare paragrafo precedente appena ricordato (A. /i. 1, 9, 4). Gli studi sulla storia
tutti i testi di Ireneo che, in contesti diversi, fanno emergere l'espressio- dell'evoluzione del simbolo di fedevedono in questi passaggiuno stadio
ne "regola della verità". Occorre però ricordare che accanto a questi avanzato di riflessione trinitaria e cristocentrica42.
testi espliciti ve ne sono moltissimi altri che, pur non usando diretta-
mente l espressione, ne presentano lo stesso contenuto. b) Dal Secondo libro: la "regola della verità" come criterio esegetico
per interpretare le Scritture "ambigue"(A. h. 11, 10, 1; 11,27, 1-28, 1)
a) Dal Primo libro: la "regola della verità" come il compendio «Nel loro proposito di spiegare le Scritture ambigue (che sono ambigue non
delle Verità della fede (.A. h. 1, 9,4; 10, 1; 22, 1)
perché si riferiscono ad un altro Dio, ma perché si riferiscono alle economie
«Così chi conserva salda in se stesso la regola dellaverità[regulaveritalis t di Dio) hanno inventato un altro Dio; ma come abbiamo detto prima intrec-
ha ricevuto del battesimo, riconoscerà
T-qi; àA. rieeiai;], che per mezzo
Kavoiv ciano una fune con la sabbia [cf 1, 8, 1] e per risolvere una questione minore
bensì le parole, le frasie le paraboledelle Scritture[ex Scripturisnominaet ne suscitano una maggiore. Ora nessuna questione si può risolvere ponendo
dictiones etparabolas cognoscet l TU^èv ÒKTUVypatpmv òvó^iaTaKaì TCK;Xè^eii; un'altra questione, ne un'ambiguità si può risolvere con un altra ambiguità,
Kailai; napapoÀài;èniyvcboeTai], ma non riconoscerà questo blasfemo inse- per coloro che hanno un po' di intelligenza, ne un enigma con un enigma più
gnamento» (A. h. 1, 9,4). grande; ma tutte le difficoltà di questo genere si risolvono in base ai testi
«LaChiesa,benchédisseminatasututto il mondoabitatofinoaiconfinidella chiari, coerenti e intelligibili» (A. h. 11, 10, 1).
terra,ricevettedagliapostolie dailorodiscepolilafedeinunsoloDio,Padre «27,l. Perciòle paraboledebbonoesserecomprese allaluce di insegnamenti
onnipotente, "chehafattoil cielolaterrai marie tutto ciòcheè inessi ; e m non ambigui, perché chi le spiega così le spiega senza pericolo e le parabole
unsoloGesùCristo, il FigliodiDio,incarnatesiperlanostrasalvezza;e nello riceveranno da tutti una spiegazionesimile e il corpo della verità [a ventate
Spirito Santo, cheper mezzo deiprofeti haannunciato le economie, levenu- corpus integrum] rimane intatto, armonioso quanto al collegamento delle
tè, la nascita dalla Vergine, la passione e risurrezione dai morti, l'assunzione membra e senza sconnessioni. Ma è una stoltezza usare per le spiegazioni
alcielonellacarnedell'amatoGesùCristonostro Signoree il ritorno dalcielo delle parabole, che ciascuno trova come vuole, ciò che non è stato detto
nella gloria delPadre, per "ricapitolare tutte le cose"e risuscitare ogni carne chiaramente e non ci è stato posto davanti agli occhi. Così infatti nessuno
di tutta l'umanità:affinchèdavantia Cristo GesùSignorenostro. Dio Salva-
tare e Re, secondo il beneplacito del Padre invisibile, "si pieghi ogni ginoc-
chic delle creature celesti terrestri e sotterranee, e ogni lingua lo riconosca .
41 Sulle finalità retoriche della "regola della verità" nel contesto del primo libro (A. h.
Egli farà un giusto giudizio tra tutte le creature: manderà nel fuoco eterno 1, 1-10) cfTn. C. K. FERGUSON, «TheRuleofTruthandIrenaeanRhetoricinBook l ofAgainst
"gli spiriti malvagi", gli angeli trasgressori e divenuti apostati e gli uomini Heresies», in VigiliaeChristianae55 (2001) 356-375;ancorasull'approccioal metododella
empi, ingiusti, iniquie blasfemi; a coloro chesonogiusti e santi, cheosserva- retorica classica in Ireneo cfJ. LAWSON, Thè Biblical Theology ofSaint Irenaeus, cit. ; H. A.
noi suoicomandamentie persevererannonel suoamore- alcunifin dall'ini- WOLFSON,Thè Philosophy of thè Church Fathers, Harward University Press, Cambridge
zio altri dalla conversione - dopo aver conferito la vityi come un atto di gra- 1956;W.R. SCHOEDEL,«PhilosophyandRhetoricin thèAdversusHaeresesof Irenaeus», in
zia. donerà l'incorruttibilità e procurerà una gloria eterna» (A. h. 1, 10, 1). Vigiliae Christianae 13 (1959) 22-32; PH. PERKINS, «Irenaeus and thè Gnostics: Rhetoric
and Composition in Adversus HaeresesBook One», in VigiliaeChristianae30 (1976)193-
«Noi teniamo salda la regola della Verità [Cum teneamus autem nos regu- 200; K.M. TORTORELLI,«Some Methods of Interpretation in St. Irenaeus», in VeleràChri-
lam veritatis], che c'èun solo Dio onnipotente, che per mezzo del suo Verbo stianorum 30 (1993) 123-132; sull uso della tipologia cf L.J. VANDERLOF, «Irenaeus' and
ha fondato, ordinato e creato dal nulla tutte le cose, perché tutte le cose Augustine's UseofTypology», in Augustiniana 48 (1998) 107-129; particolarmente prezio-
esistessero, come dice la Scrittura [... ]. Tenendo salda questa regola [hanc so per gli aspetti metodologici dei procedimenti di Ireneo è il primo capitolo introduttivo
ergotenentesregulam], anchesepresentanoinsegnamentimolto numerosi su: «Criteriologiadi S. Ireneoper una indaginesul mistero della salvezza» in G. BENTFVE-
e diversi, è facile per noi dimostrare che si sono allontanati dalla Verità» GNA, Economia di salvezza e creazione nel pensiero di S. Iremo, cit., 1-37.
42Perunapuntualizzazioneefficacedel problema e le citazionidei luoghi piùsignifi-
(A. h. 1, 22, 1).
calivi in Ireneo doveemerge la struttura di sintesi del simbolo della fede, cf Y.-M. BLAN-
Il testo, qui brevemente richiamato di A. h. 1, 9, 4 costituisce il primo CHARD,Aux sources du canon, le témoignaged'Irénée,Cerf, Paris 1993, 285, n. 4. Per ulte-
riori approfondimenti cf J.N.D. KELLY,II pensiero cristiano delle origini, II Mulino, Bolo-
ingresso alla concezione espressa dalla formula "regola della verità", gna 1984, 130-135; B. SESBOOÉ, «De la confesión de fé primitiva a la fòrmula del dogma
come abbiamo giàsottolineato. Invece, il testo di A. h. 1, 10, 1 è un buon trinitario», in Estudios Trinitarios 29 (1995) 387-418.

102 103
avrà la regola della verità [regula veritatis], ma quanti saranno coloro che c) Dal Terzo libro: la "regoladella verità" come criterio di lettura
spieganole parabole, altrettante apparirannole verità, contrastanti tra loro, delVangeloe dell'Apostolo (A. /z. 111, 1,2-2, 1; 11, 1; 12, 6; 15, 1)
che stabiliscono dottrine opposte tra loro, come le questioni dei filosofi pa- «1, 2. E tutti costoro [i quattro evangelisti] ci hanno trasmesso questo inse-
gani". [... ] 2. Pertanto secondo questo criterio l'uomo cercherà sempre, ma gnamento: un solo Dio creatore del cielo e della terra, annunciato dalla Leg-
non troverà mai, perché rifiuta proprio la norma della ricerca [quod ipsam gèe daiprofeti, e un solo Cristo Figlio di Dio. Chinon da il proprio assenso
inventionisabieceritdisciplinam}.[...] 3. Èverocheleparabolepossonorice- a questiinsegnamenti,disprezzacolorochesonodiventatipartecipidelSi-
vere molte spiegazioni: fare quindi un'affermazione sulla ricerca di Dio in gnore, disprezzail Signoree disprezzaancheil Padree si condannadasé
base ad esse, lasciando ciò che è certo, indubitabile e vero, chiunque ami la perché resiste o si oppone alla propria salvezza, come fanno tutti gli eretici.
verità deve riconoscere che è proprio di gente irragionevole, che si getta 2, 1. Quando sono confutati in base alle Scritture si mettono ad accusare le
decisamente nell'abisso. Non significa forse costruire la propria casa non su Scritture stesse affermando che non sono corrette e non danno garanzie,
una roccia salda, resistente e ben visibile, ma sulla instabilità della rena
che il loro linguaggioè equivoco e non si può trovare la verità a partire da
sparsa? Perciò è facile abbattere un edifìcio siffatto. 28, 1. Pertanto, avendo esse. se non si conosce la Tradizione. Essa infatti - dicono - è stata trasmes-
la regola stessa della verità [habentes itaque regulam ipsam veritatem} e la sa non mediante gli scritti ma mediante la viva voce; e per questo motivo
testimonianza su Dio collocata alla vista di tutti, non dobbiamo dirigerei Paolohadetto "trai perfettiparliamosì di sapienza,madiunasapienzache
attraverso le spiegazionidelle questioniora in una dirczioneora in un'altra, non è di questo mondo" (ICor 2, 6). E questa sapienza ciascuno di loro dice
rifiutando la salda e vera conoscenza di Dio» (A. h. 11,27, 1-28, 1) che è quella che ha scoperto da sé: una fantasia evidentemente, così che
In questi due passi è affrontato il punto delicato dell interpretazione giustamente secondo loro la verità è ora in Valentino ora in Marciane ora in
dei testi biblici qui e altrove chiamati "parabole"; ovvero, si tratta di Cerinto; poi fu in Basilideo in un altro disputatore, chenon hapotuto dire
nulla di salutare. Ciascunodi loro e così pienamentepervertito che, corrom-
testi che non sono immediatamente comprensibili ma abbisognanodi
pendo la regola di verità [regulam veritatis depravans], non si vergogna di
un'intelligenza spirituale capace di decodificare immagini e simboli.
predicare se stesso» (A. h. 111, 1, 2-2, 1) -> in relazione ai quattro evangelisti.
Basti pensare al linguaggio apocalittico, al linguaggio profetico in alcu-
ne sue parti e allo stesso linguaggio parabolico usato da Gesù43. La for- «Dunqueil discepolodel Signore[Giovanniapostolo edevangelista],volen-
ma linguistica della parabola , così intesa, è per sua natura multi vaca, do eliminare tutti questi errori e stabilire nella Chiesala regoladella Verità
ma può degenerare in significati equivoci (ecco il senso dell espressio-
[et regulamverìtatis constituerein Ecclesia}- chevi è un solo Dioonnipoten-
tè, il qualemedianteil suoVerbohacreatotutte le cosevisibilie invisibili-,
ne "Scrìpturae ambiguae"),Èancorala "regoladellaverità"checonsen- per indicare che in quel Verbo, mediante il quale Dio ha portato a compi-
tè all'interprete di non appoggiarsi su realtà oscure per chiarire quelle mento la creazione, ha anche procurato la salvezza agli uomini, che sono
poco chiare, ma di fondarsi su ciò che è evidente per illuminare quel nel mondo creato, così cominciònell'insegnamento, cheè secondoil Vange-
che appare ambiguo. L'accusa più volte rimarcata nei confronti dei di- lo: "Inprincipioerail Verbo..."» (A. h. 111, 11, 1)-> inrelazioneall'apostoloed
scepoli di Valentino di tralasciare ciò che è certo per affidarsi all'incer- evangelista Giovanni.
to fa bene percepire la critica che Ireneo rivolge alla gnosi di essere «Per cui, secondo questo ragionamento, la regola della verità non saràpres-
«doppia» e di riferirsi ad una dottrina segreta sottraendosi all'evidenza so alcuno[apudneminemerit regulaveritatis]e tutti attribuiranno a tutti la
della tradizione. conoscenza della verità, perché la parola si sarebbe rivolta a ciascuno secon-
do il suo modo di pensare e la sua capacità di comprendere. E superflua e
inutile appariràla venuta del Signore, se è venuto per autorizzaree conser-
vare l'opinionesu Diocheciascunoavevagiàprima insitanell'animo» (A. h.
43 Cf anche A. h. 1, 3, 6: «Cosi essi si esprimono sul loro Pleroma e sulla creazione di 111, 12, 6) -> in relazione alla predicazione degli apostoli.
tutte le cose, sforzandosi di adattare ciò che è detto bene a ciò che da essi è malamente
«Forseil Signore ha fatto in modo che per mezzo di Luca fossero rivelate
escogitato. E non solo cercano di trarre dimostrazioni dagli scritti evangelici e apostolici,
stravolgendo le interpretazioni e manipolandoalla leggerale spiegazioni,ma anchedalla
molte parti del Vangelo, di cui sono costretti a servirsi tutti gli eretici, affìn-
Leggee dai profeti, quasi che siano lì espressi molti simbolismi e allegorie e molti punti che tutti possano essere salvati seguendo anche il resto della sua testimo-
possanoesseretirati a piùsensiconl'interpretazione. Così adattandoliabilmente e ingan- nianza circa le azioni e l'insegnamento degli apostoli e conservando inalte-
nevolmente alle loro finzionitraggonoa séprigionieri, staccandolidallaverità, coloro che rata la regola della verità [regulam veritatis inadulteratam habentes]» (A. h.
non sanno custodire salda la fede in un solo Dio Padre onnipotente e in un solo signore 111, 15, 1) -> in relazione alla testimonianza di Luca e di Paolo.
Gesù Cristo Figlio di Dio»

104 105
I quattro passi riportati stanno a documentare che nell ambito del tempimanifestòil suoFiglioperconfonderei disobbedientie cercareil frut-
terzolibro, quellodedicatoalleproveprovenienti daUeScritture44, respres- to della giustizia» (A. h. IV, 35, 4).
?OI^_'regoladellaverita"trovalasuamassimaattestazionedituttal^ope- Quest'ultimo testo, ancorauna volta in polemica coi discepoli di Va-
ra Essa è riportata nel contesto della testimonianza evangelica, della lentino, pone l'accento sull'infondatezza della pretesa veritativa di chi
Scrittura e della Tradizione apostolica (111, 1,2-2, 1); inoltre è°richiamata non ha alcun punto di riferimento senon la propria soggettività che pro-
espressamente in relazione all evangelista caro ai valentiniani, Giovar duce opinioni meramente arbitrarie nell'interpretazione delle Scritture.
ni, per mostrare la coerenza del suo Vangelo con l'intero corpo della
testimonianza di fede (111, 11, 1); è interessata complessivamente anche La "regoladellaverità"nelcontesto diunasemantica
testimonianza sinfonica degli apostoli (111, 12, 6)^ per concludere con del discorso biblico
a diPaoloe delsuodiscepoloLuca(111, 15, 1).Inquestolibrocent'ra-' Tirando un rapido bilancio attorno alle attestazioni in cui compare
le dell'A. h., centrale è anche l'importanza della "regola della verità". Le "regola della verità", appare immediato il dato secondo cui l'espressione
^ proveprovenienti dalleScritture", a benvederesonodiffuselungotutta in séassuma un'importanza qualitativa maggiore nel contesto dell inte-
i suaopera: il terzo libro diviene il luogo delfondamento, a partile dalla ra opera, nonostante il prospetto quantitativo di citazioni esplicite non
evangelica, in una relazione unica con la "tradizione apostohca:; sia così ampio. In effetti, a fronte della fondamentale importanza di
comevedremopiùoltre (111,2, 1-4,2). Il testodiA. /z. Ili,11,l YparticoTar- questo criterio discriminante tra la prospettiva ecclesiale e quella degli
mente prezioso perché ci informa sul soggetto che ha introdotto la "re- eretici ci aspetteremmo una frequenza maggiore di attestazioni. Ma
k della venta" e,
accanton questa informazione, anche Ìa modalità
.
a
occorre sempre ricordare che il significato veicolato attraverso il lin-
coniaqualel'haintrodotta. Sitratta dellapostolo edevangelista G'iovan" guaggio puòpassare mediante distinte formulazioni indipendentemen-
m:checontro tuttlcoloro che si rifacevano a Cerinto eancor~prima"ai tè dal linguaggio tecnico. Effettivamente, il bilancio fin qui esposto,
Nicolaiti, ha stabilito nella Chiesa la "regola della verità'7attraverso11 ampiamente documentato anche in diversi altri studi, aiuta a percepire
suoVangelocitato daIreneonel suoincipit («Inprincipio eraU'Verbo e solo il quadro fondamentale entro il quale collocare il valore dell'espres-
l Verboerapresso Dio... »)capacediprovare che^«viè un'soloDi'oonn^- siane "regola della verità .
potente il quale, mediante il suo Verbo, ha creato tutte le cose-visibm"e Gli approcci scientifici alla comprensione del significato dell'espres-
l>>-La "regoladella verità" assume nel libro terzo un rapporto siane "regola della verità" sono generalmente posizionati entro una ri-
. e stretto conlaformaevangelicachepiùavantiapprofondiremo. cerca testuale nell'opera di Ireneo o al massimo nel confronto con altri
autori lui coevi4 5. La collocazione dell'espressione nel ipotetico
d) Dal Quarto libro: la "regola della verità" come criterio di unicità a suo

nell'interpretazione contro i valentiniani (A. h. IV, 35, 4) Sitz im Leben potrebbe aiutare a comprendere meglio la preoccupazio-
ne di Ireneo e le sue scelte strategiche sul fronte argomentativo. Un arti-
«Quando,^ dunque, saranno d'accordo [i discepoli diValentino] su ciòche è colo molto illuminante, a questo proposito, è quello di V. Grossi4 6 che
!tat^prcdetto dallescritture-. allorasaranno confutati anchedano^perché cercadi contestualizzarel'espressioneregulaveritatis all'internodi quel-
30;pur avendoopinioni erronee, siconfutano dasé,nonessendo
co ncordi sugli stessi testi. Noi, invece, seguendo il Signore", umcoe"solo"v^o la che era la prassi battesimale, come ci è dato di ricostruire nell'ambito
Maestr0' e avendo le
sue.Parole come regola deìl&v°enta[et7eguia wntatis del II secolo47. Se il contesto di comprensione della "regola della verità'
], diciamo sempre tutti lestesse cose sugli stessi testì,
conosciamo un solo Dio Creatore di questo universo, colui ch^ha mandato 45 Cf ad es. : A.C. OUTLER, «Origenand thè Regulae Fidei», in ThèSecondCentury 4,3
fatto uscire il popolo dalla terra di Egitto, che negli'ultimi (1984) 133-141; W.R. FARMER, «Galatians and thè Second-Century Development of thè
Regula Fidei», in Thè Second Century 4, 3 (1984) 143-170.
ll rcl ;neulprefazroneal libro'. così afferma: <<In questo te"o libro aggiungeremo 46V. GROSSI,«Regulaveritatis e narratio battesitoale in sant'Ireneo», in Augustinia-
k. ^wed.elvlt e. da}ksm"ure:affinche"^^^^^
,

num 12(1972)437-463.
t^matun"vadanoi;più diquanto pensavi, i mezzipersmaschCTTrTeconfutare'^oro 47 P. DE PUNIET, «Apertio aurium», in F. CABROL(ed. ), Amende - Azymes, Paris 1907
^m qualullquemod0 insegnano l errore» (dalla prefazione aÌTmibrodeTlTA. '). v'A'b
'
2523-2537: sostiene che la Traditio Evangelii come prassi contenuta nell'istituzione del
ssss^^aatuttoilquartolibro:'apr;ndosi:w:h:^ek^ battesimo è documentata solo a partire dal V sec. e pertanto il riferimento alla "regola
dellaverità" non andrebbeinteso come la consegnadel Vangelo.
106 107
e laprassibattesimale, è evidente il collegamento futuro conlastruttura La dirczione della riflessione si dirige ora nella ricerca delle conse-
di fede, ma soprattutto con il cammino catecumenale"dÌ guenzedi unaprassibattesimalerispetto ad una regolamentazionedel-
iniziazione cristiana. Il contesto dell'istruzione è quello della prepara-'
zione ad
l'"atto di lettura della Scrittura". La "regola della verità" potrebbe ap-
accogliere la vita nuova attraverso'Ìa'me^orra
nel battesimo
punto volgersi in "regola dell'atto di lettura delle Scritture, poste a og-
opere di salvezza di cui la Scrittura è testimone, una'na^riofon"
.

getto di contestazione particolare nei confronti di Marciane e degli gnosti-


chespiegherebbe il valore dellaregulaveritatis: ' ci. In questaprospettiva, l'espressione idiomaticachiamain causadiret-
^lr esulawntatis cioè
viene. ^segnata nella chiesa durante la preparazione tamente l'ermeneutica biblica: bibbia e teologia in Ireneo non si presen-
s.Inquestosensodobbiamointenderel'indicazionedilreneoche tano come binari paralleli, tra loro incomunicanti, sono invece stretta-
\re8ulaveritatis vienericevutac01battesimo. Questa'considerazione è n'ec mente intersecati l uno sull altro: non c è giustapposizione o, peggio, so-
cessariap.erk comPrensione inIreneodelsignificatoe del'contenmo delTa vrapposizione indebita, tra pensiero teologico e testo biblico, bensì un
[wrltat^Lespressìone' m concomitanza conl altra diregulafideFedi riconoscimento in re biblica della stessa logica sottesa alla "regola della
i, ebbepo^iun posto sempre piùaccentuato nella co'mum"tàrós^-' verità". Questo è ciò che tenteremo di mostrare in seguito; ma per ren-
nadopolreneo;. [-:l Lanarratio sisviluppava dallacreazione affarisurre'zi^ dereevidenteil passaggioinferenzialenonè sufficientelimitarsi adun af-
nLegiudizioattraverso. il PeccatodiAdamo, il-diluvio"ranean^^^N^'
^amoLl?°_do dall'Eg,itto- n Patto sinaitico (Legg"ee"car7tà)"'irtutto1 vLTo formazionedi principio secondola quale la "regola/canonedella verità
ite nel realizzarsi del compiersi in Cristo e nella Chiesa deÌÌe corrisponde alla "regola/canonedelle Scritture", in quanto l'asserzione,
e degli antichi misteri»48. se pur interessante, rischiadi limitarsi al solo enunciato. Infatti, quando
il discorso diviene pratico emergono le vere questioni metodologiche:
^ La polemica con lo gnosticismo va anche compresa nella dialettica come far sì che sia perspicua e stabile tale regola così enunciata?
[^ confronto tra diverse_forme di iniziazione: queUa'deTgruppTg no"
un

Il cammino che ci rimane ancora da compiere dovrà andare a ricer-


s^i'peraìtr0' mo!to benelaborata e quella della'tradiz~ionoeercTes£'iaÌe care in Ireneo una coscienza tesa a "normare un atto di lettura del testo
fesa. d.avedevano
lreneo- z così
contenuti della fede e lemìeneu~tica'apP^ata°aU^ biblico, cioè mostrare il "come" della lettura delle Scritture: da dove
scrltture. n pr°Prio contesto genetico nella
la consegna nel battesimo della formula
prrass'i"del^ iniziare a leggere, come orientarsi nel vasto orizzonte biblico, come com-
tecumen. T. con
tnnitana"sln- prendere ciò che appare chiaro e ciò che resta oscuro, ecc.
tesi della fede confessante, ovvero la regulaveritatis. ---"-"'
Il nostro punto di partenza è il semplice risultato finora acquisito:
^QL!esto.peTette
della
dicomPrenderefinteràoperateologicadiIreneo a contro una semantica della parola o della frase, Ireneo difende, per la
^ostegno prassi iniziatica della Chiesa che sY radicai"
op^n~e^a retta comprensione del senso biblico, una semantica del discorso , ov-
mentea_quelle adottateda vari gruppi che si ispYravano"a'tradrz Ìoum
vero dellintero discorso biblico. Tale posta in gioco appartiene allo spe-
_e, in specialmodo, ai discepoli diValentino delcuisistema'teo-*
.

cifico della "teologia biblica", nel far emergere il dato significativo se-
ric,OJreneos_ioccupaamPlamente;AnchelafiguradeÌ-"dLcepoÌo^pÌri- condo il quale non è possibile comprendere il senso delle Scritture smem-
tualeoLcreataadhocper^dare formaadu"ermeneutica"tes^ak tTaVe
.

brandone il corpo. Il "corpo della verità" ritrova il suo corrispettivo nel


Lscritture'diviene testimonianzadellacriteriolog^usat^Ìor^. "corpo delle Scritture" e Ireneo, pur non avendone stilato una lista (alias
. Permtrodurre allamistagogiabattesimale (cfA.A." 1^33)'. canone ) ben delimitata, utilizza ampiamente e nella quasi totalità lo
.
per. lo. scopo della nostra analisi. ~comunque, non'possiamo'soffer-
ne sulle stesso corpo delle Scritture49.
marci
gr oppo questioni contenutistiche appartenenti allesDres-
lon.e2eguÌa wr!tatis" nepPure e
indagare il contesto vItale"d'o%Tne
fo
rmula, bensì necessita una rilettura profonda e'ntro^na^os6pel tc 49 Oltre al prospetto dettagliato delle citazioni bibliche collocato al termine di ogni
tivadi-carattere ermeneutic° relativa alla quaÌÌtadeira ^c:os^?a"clJ nco-' volume dell edizione critica di Sources chrétiennes, rimandiamo anche alla celebre rac-
nica delle Scritture. colta di citazioni patristiche contenuta in: AA. VV., Biblia Patristica. Index des citations et
allusionsbibliquesdansla littérature patristique, I. Desoriginesa Clémentd'Alexandrie
et Tertullien, CNRS, Paris l 986 e, per il NT, in particolare: A. CAMERLYNCK, Saint Irénée et
le Canon du Nouveau Testament, Louvain 1896, studio che ha avviato la problematica;
W. L. DULIÈRE, «Le Canon néotestamentaire et les écrits chrétiens approuvés parIrénée»,
V.GROSSI,«Regulaveritatis e narratio battesimale insant'Ireneo», cit.,441. 449. inNouvelle Clic 6 (1954) 199-224, articolo che riprende il contributo di Camerlynck; ma
108
109
Maritorniamo al problema:affermarechele Scritturesonoin armo- Scritture e forma materiale del codice delle Scritture50. La raccolta di
nia l una con l'altra, o che appartengono ad un unico corpo come tante tutti gli scritti biblici, appartenenti ai dueTestamenti fu un evento cer-
membra, o che non è possibile stralciare o smembrare una parte di esse tamente straordinario e ancora poco studiato di cui ci restano eccezio-
se non si comprende il senso globale dell'insieme, o che la regola della nalmente, nel corso del IV secolo, due grandi testimoni: il codice Vatica-
il Codice Sinaitico5 2 illuminati dalla testimonianza contenuta nel-
verità sostenga chevi è un solo Dio, il Padre creatore, il Figlio suo Gesù no51 e

Cristo e lo Spirito Santo... tutto questo cosa comporta sul piano prati-
co? Le Scritture, come molti hanno detto, sono un mare magnum dal 50La relazione tra storia del canone e storia del/i codice/i biblici è estremamente com-
quale è possibile estrarre di tutto, sulla base di opinioni bizzarre, come plessa e interessante a partire dalla forma dei quattro Vangeli e dall'epistolanopaolmo.
stanno a dimostrare le posizionidegli eretici contrastati da Ireneo. T. C. SKEAT,«ThèOriginof thè Christian Codex», in Zeitschriftfur Papyrologieuna Epi-
Esistein Ireneo, seppurin modononesplicitamentetematizzato,un graphik 102(1994) afferma: «Ofcourseother Gospels stili circulatedfreely, andcontinued
toibereadandquoted.ButinevitablythèselectionofthèFourandtheirphysicalunityin
tentativo di istruire un "atto di lettura credente" che approdi a confer- thèCodexgavethem,rightfromthèstart,anauthorityandprestigewhichnocompetitor
mare quel che la "regola della verità" afferma mediante la forza della couldhopetorivai.ThèFour-GospelCanonandthèFour-GospelCodexarethusinsepara-
tradizioneapostolica? Èquello che andiamoora a osservare. ble» (268).
51 II Codice Vaticano (B), databile attorno alla metà del IV sec. è monco sia nel suo
inizio, con il libro della Genesi (comincia con Gen 46, 28, p. 4l, ed. facsimile) sianella sua
3. Laforma della "triplice testimonianza" nella comprensione conclusione,il testogiungeinfatti sinoa Eb9, 14(p. 1518/284,ed. facsimile). Questepani
canonica delle Scritture in Ireneo di Lione furono completate in minuscolo nel sec. XVcon ('aggiuntadelI'Apocalisseal seguitodi
Ebrei. Invero, il manoscritto originario aveva quasi certamente anche i testi delle lettere
Laforma materiale del libro tra rotoli e codici: pastorali e di Fm: cfl'edizione facsimile: Bibliorum SS. GraecommCodex Vaticanus 1209
\Cod. B) denuo Phototipicae Expressus iussu et cura praesidum Bibliothecae Vaticanae.
il contesto concreto della biblioteca di Ireneo di Lione ParsPrima.TestamentumVetus. TomiI-III(pp. 1-1234), Codicese VaticanisselectiPhoto-
A partire dal terzo libro Ireneo affronta il tema scritturistico in modo typice expressi iussu Pii PP. X consilio et opera curatorum Bybliothecae Vaticanae iy
Mediolani: Ulricum Hoepli 1905-1907; Bibliorum SS. Graecorum Codex Vaticanus 1209
piùdiretto. Nonlo fa, chiaramente,tenendounaBibbiatrale manicome (Cod. B) denuo Phototipicae Expressus iussu et cura praesidum Bibliothecae Vaticanae.
oggi siamo soliti pensare, poichénon esisteva ancora nessunaraccolta Pars Altera. Testamentum Novum, Codices e Vaticanis selecti Phototypice expressi iussu
ampia dei testi biblici che potesse assomigliare a un nostro libro rilega- PiiPP.X consilioetoperacuratorumBybliothecaeVaticanaeIV,Mediolani:UlricumHoe-
to. Esisteva una relativa diffusione e opera editoriale di rotoli e soprat- pii 1904;anchel'edizionea coloriperil soloNT:TAIEPABIBAIA.CodexVaticanus^rae-
cus 1209 (Codex B). H KAINH AIAQHKH (Phototypice Expressus lussu Pauli PP VI, Ponti-
tutto codici che contenevano corpora distinti, siaprovenienti dalla scrit- fìcis Maximi;In CivitateVaticana 1965); oppure, daultima, la recenteedizionefacsimile
tura ereditata dall'ebraismo di lingua greca, sia dagli scritti della tradi- dell'anno 2001, con foto a colori, identica per dimensione e forma all'originale antico con-
zione cristiana. Questo dato è importante per comprendere la stretta servato nella biblioteca Vaticana; cf anche: T. C. SKEAT, «Thè Codex Vaticanus in thè Fifte-
relazione cheè cresciuta fino al IVsec. tra composizione canonica delle enthCentury», inThèJoumalofTheological Studies 35 (1984) 454-465; J. SAGI,«Problema
Historiae CodicisB», in Divus Thomas 75 (1972) 3-29; PH.B. PAYNE- P. CANART,«ThèOrigi-
nalityofText-criticalin CodexVaticanus»,in NovumTestamentum42 (2000)103-113.
52II codice Sinaitico (N) è carente di molti fogli nell'AT: esso ha in tutto 72 "quatemio-
soprattutto l opera documentatissima di: J. HOH, Die Lehre des HI. Irenaus iiber das Neue ni" per un totale di 576 fogli e 1168 pagine. Il NT comincia con il 73° "quaternione al
Testament, MUnster 1919.In questopera, ritroviamoyn'infinitàdi informazioniutili al foglio 577 alla pag. 1169 secondo la numerazione che risale all'VIII sec. precedentemente
nostroscopo. Cilimitiamosoloa segnalareil numerodellecitazionineotestamentariedi vi eraun "quaternione" inpiùtra l'AT e il NTandatoperduto, il 73° appunto poiché Giobbe
Ireneo[A. h., Dem , Frag. ] presentate nelle tavole molto preziose alle pp. 189-199, distin- si chiudeva con il 72°. Quindi secondo la numerazione antica il NT cominciava con il 72° al
guendole in citazioni dirette [=dir. ] o indirette [=ind. ]. Verranno conteggiati tutti'i riferi- foglio569.L'edizionefacsimileè laseguente:CodexSmaiticusPetropolitanuset Friderico-
melltl'-an<::he .quelli doppi per la stessa citazione biblica: quattro Vangeli [dir. 555,'ind. AugustanusLipsiensis.ThèOldTestamentpreservedinthèPublicLibraryofPetrograd in
275=830]; Atti degli apostoli [dir. 143, ind. 31]; lettere paoline [dir. 365, ind. 95=460];'l thèLibraryof thè Societyof AncientLiteraturein Petrograd, and in thèLibraryof thè
pt [,d!r:?'jrlli-, 10];-/Gy[dir- 8'.md- 1\2GV [dir. 3, ind. ÓJ;Eb[dir. 0,ind. 4?];Ap [dm45-, University of Leipzig, NowReproduced in Facsimile from Photographs by Helen and Kir-
md^l. 5]' Totale comPl.e_ssivodel NT:dir. 1122,ind. 431=1553' Suun totale complessivo sopp Lake with a Description and Introduction to thè History of thè Codex by Kirsopp
di 7846versetti del NTIreneonecitaben 1311! Infine, perla conoscenza eieideecondi- Lake (Oxford 1922); Codex Sinaiticus Petropolitanus. Thè New Testament, thè Epistle of
visedalreneo relative aitesti apocrifio pseudoepigrafì, cfD.R. SCHULTZ,«ThèOrigYn'of Barnabas, and thè Shepheredof Hermas. Preserved in thèImperiai Libraryof St. Peter-
smin^IrenaeusandJewishPseudepigraphycalLiterature»,inVigiliaeChristianae32(1978) sburg,NowReproducedinFacsimilefromPhotographsbyHelenandKirsoppLakewith
a DescriptionandIntroductiontothèHistoryofthèCodesbyKirsoppLake(Oxford1911).

110 Ili
la Vita Constantini di Eusebio di Cesarea secondo la quale l'imperatore ta, soprattutto in codici che raccoglievano libri singoli o sezioni testuali
Costantino aveva ordinato ad Esusebio la copiatura di cinquanta esem- decisamente minori rispetto a quelle dei Vangeli e Atti5 7 o dell'Apostolo.
plari completi delle sacre Scritture per le chiese di Costantinopoli da Dall'AT, soprattutto il libro dei Salmi e i testi profetici furono piùvolte
realizzarsi presso lo Scriptorium di Cesarea53. La complessa documenta-
zionemanoscritta54mostra questo evento editorialetra il IVe il V secolo
come assolutamente straordinario, atto a unificare materialmente tutte Standard Papyms Roll and thèCost-Advantage ofthèCodex», in Zeitschrift fur Papyrolo-^
quelle scritture originariamentedispersein piùrotoli, codicio fascicoli. gieund Epigraphik 45 [1982] 169-175: i risultati approdano aduna misura standard del
rotolo di papirodi 20 fogli (ciascunfoglio misuravacm. 18o 20 in larghezza)conuna
Al tempo d'Ireneo,nellasecondametàdelII secolo, è possibilededur- lunghezza complessiva da m. 3, 2 a m. 3, 6; oppure, il rotolo di massima lunghezza, con
re dalla documentazione manoscritta la probabile esistenza di alcuni co- 160fogli, poteva raggiungere le dimensioni di m. 27, 20. Seconsideriamo che il rotolo di
dicicontenentigiàampiesezionitestuali, qualiquelle deiquattro vange- pergamenadiIsaiaritrovatonellaprimagrottadiQumran(IQIs")è compostoda17fogli
li (con Atti) e dell'Apostolo, owero delle lettere paoline55. Tutte le altre dipelledipecora,conun'altezzadicm.26,2 e unalunghezzacomplessivadim. 7, 34(cf
F.J. GONCALVES,«ThèIsaiahScroll (IQIsa)»,in ThèAnchorBibleDictionary,111,Double-
parti della Scrittura - e si intende complessivamente l'AT e le piccole day,GardenCity,NewYork1970,470-472)possiamocalcolarelalunghezzaipoteticadi
raccolte delle lettere cattoliche e delVApocalisse - erano ancora in forma un rotolo di tali dimensioni contenente tutta la Tomh. Se Isaia conta 1291 versetti, la
di rotolo56 o, in accordo con la documentazionemanoscritta a noi giun- Torahne conta 5846, ovvero è all'incirca 4, 5 volte piùampia. Ora, il rotolo completo della
Torah poteva misurare circa m. 33 (il calcolo dei versetti è dedotto dal «textus receptus»
e calcolato con il software Bible Codes, Computronic Corporation, Israel; per calcoli di-
53EUSEBIODICESAREA,Vita Constantini IV, 36-37. Ladiscussionesulla comprensione versi secondo la letteratura rabbinica e le testimonianze manoscritte della tradizione
precisadel raccontodi Eusebioè molto complessa;rimandiamoadalcunipuntidi riferi- masoretica, cf G. E. WEIL, «Les decomptes de versets, mots et lettres du Pentateuque se-
mentobibliograficoutili: K. LAKE,«ThèSinaiticandVaticanManuscriptsandthèCopies lon le Manuscrit B 19a de Leningrad: Un Essai d'Arithmétique Sommaire des Scribes et
sentbyEusebiustoCostantine»,m HarvardTheologicalReview 11 (1918)32-35;T. C. SKE- desMassorètes»,in P.CASETTI- O'.KEEL- A. SCHENKER(edd. ), MélangesDominiqueBarthé-
AT, «ThèUseof Dictationin AncientBook-Production»,in Proceedingsof thèBritishAca- lemy. Étudebibliques offertes a l'occasion de son 60eanniversaire, Vandenhoeck & Ru-
demy, voi. 42, Thè British Academy, London 1956, 179-208; F. WINKELMANN, «Zur Geschi- precht, Fribourg-Góttingen 1981, 651-703. Un rotolo della Torah e dei Profeti poteva
chte des Authentizitatsproblems der Vita Constantini», mKlio 40 (1962) 187-243; G. CA- misurarecircam. 86, quello dell'interoTaNaKcircam. 132!In conclusione,l'ipotesidi
VALLO,«Scuola, scriptorium, biblioteca a Cesarea», in ID., (ed. ). Le bibliotechenelmondo riunire inun solo rotolo tutto il TaA'aKè pressochéirrealizzabile,comeirrealizzabileera
antico e medievale, Laterza, Bari 19933, 65-78; T. C. SKEAT, «Thè Codex Sinaiticus, thè Co- anchequelladi riunireTorahe Profeti.Restail problemaconcreto, storico, seeffettiva-
dexVaticanusand Costantine»,inJoumalofTheologicalStudies 50 (1999) 583-625. mentelaTorahfossestatariunitain unsolo rotolo a partiredalletestimonianzedell epo-
54 Per cataloghi di riferimento rimandiamo a J. VANHAELST, Catalogne des Papyrus catannaita oppure il fenomeno si spiega come retroproiezione di una prassi successiva.
littéraires Juifset Chrétiens, Publications dela Sorbonne, Paris l 976; K. ALAND(ed. ), Reper- Infatti,parechea Qumrani testidellaTorahfosseroconservatiin rotoli distinti. Abbia-
torium der Griechischen Christlichen Papyri. I. Biblische Papyri Altes Testament, Neues mo solo un'attestazione che ci permette di ipotizzare l'unità dei libri di Genesi ed Esodo
Testament, Varia, Walter de Gmyter, Apokryphen, Berlin - New York 1976; J. K. ELLIOTT, A in un unico rotolo, ma non su tutta la Torah, cf E. ULRICH, «Pluriformity in thè Biblical
Survey of Manuscripts Usedin Edition ofthè Greek New Testament, Brill, Leiden-New York- Text, Text Groups, and Questions of Canon», in J. TREBOLLEBARRERÀ- L VEGASMONTANER
Kebenhavn-Kòln1987. (edd.) ThèMadridQumran Congress. Proceedingsof thèInternationalCongresson thè
55Talideduzionisonofondatesull'attestazionedi due manoscrittidatati all'inizioo alla Dead See Scrolls, Madrid 18-21, March 1991, I, Brill, Leiden-NewYork-Kóln-Madrid
prima metàdel III secolo: il P45ChesterBeatty-WienPapyrusI, del III secolo d.C. conte- 1992. 33: «ThèFive Books of Moses, for example, were clearly viewed as a connected
nentei quattroVangelie gliAtti (cfF. G. KENYON,ThèChesterBeatty BiblicalPapyriDescrip- group, andsometimesoneofthesebookswascopiedon thèsamescroll withanother
tions and Texts of Twelve Manuscripts on Papyrus of thè Greek Bible. Fasciculus II. Thè (e.g.,~4QGen-Exod-andprobably4QpaleoGen-Exod');I donotknowofanancientexam-
Gospels andActs. Text-Paltes, EmeryWalker, London 1933-34) e il P46ChesterBeatty Papyrus pie of all fìve books being copied together on a single scroll, though thè Pentateuchal
II (Beatty-MichiganPapyrus) contenente le epistole paoline (cf F. G. KENYON,ThèChester Paraphrases(4Q364-367)may indicatesuch. At anyrate, it is clearthat thèTorahwas
Beatty Biblical Papyri Descriptions andTexts ofTwelve Manuscripts on Papyrus o f thèGreek considered a unii of combined sacred books». Il codice del P45 con i Quattro Vangeli e
Bible. FasciculusIII. PaulineEpistlesandRevelation, EmeryWalker, London 1934). Atti complessivamente contienepiùtesto di tutta la Torah.
56In relazione alla discussione sulla lunghezza che potevano raggiungere i rotoli nel- 57SoprattuttoT.C. Skeathasottolineatoinpiùoccasionilanecessitàdiriportarel at-
l'antichità esistono pareri non concordi. Seconsideriamo che il rotolo piùlungo ritrova- tenzionesullacapienzamaterialedelcodiceinrelazioneaitestievangelici.Infatti,secon-
to all'intemo della cultura egizia è di 42 m. restiamo perplessi di fronte ai risultati della do il calcolo da lui offerto, il numero della pagine del codice del P45, limitatamente ai
ricerca relativa alla lunghezza del rotolo in epoca greca e romana. Occorre rifarsi per quattro Vangeli, è pari ad una lunghezza di circa 30 m., decisamente esagerata per un
questi dati agli studi di E.G. Turner, C.H. Roberts e T. C. Skeat(cfil cap. «Manufacture rotolodipapiro L'autoreproponeil seguenteprospettocherisultadalladimensionedi 18
and Size», in E.G. TURNER,Thè Typology of thè Early Codex, Pennsylvania 1977, 43-54; cm.perlalarghezzadiognipagina:Mt49x18=882cm. ; Me32x18=576cm.;£c48x18=864
C.H. ROBERTS- T. C. SKEAT,ThèBirthofthèCodex, Oxford University Press, Oxford 1985, cm. ; Gv38x18=684cm.peruntotaledi 3006cm., cioè30m. e 6 cm. (cfT. C. SKEAT,«Thè
47-48; T. C. SKEAT,«ThèOriginof thè Christian Codex»,cit., 264; ID., «ThèLengthof thè Origin of thè Christian Codex», cit., 263.

112 113
copiati;tipicatendenzadiinteressedell'ermeneuticacristianadelleScrit- coscienzadellatestualitàbiblicaeracertamenteattestatapressole Chiese
ture: la lettura messianicadi Salmi e Profeti. principali nel corso di questo stesso secolo.
Dobbiamo così immaginare una biblioteca di testi che la tradizione L'opera di Ireneo documenta che egli aveva a disposizione se non
ecclesiale andava consacrando e che erano raccolti in più codici messi a tutte le Scritturela quasitotalità61e chefosseabbastanzasemplice, ma-
disposizione per la liturgia5 8
e, probabilmente, di proprietà del presbite- terialmente parlando, dividerei carperàtestuali tra quelli ricevuti dalla
ro/vescovo nelle Chiese locali. Il possedere tutti gli scritti della tradizio- tradizione giudaica e quelli nati in seno alla Chiesa. Tale operazione
ne giudaica ed alessandrina in lingua greca e tutti i testi che venivano produce una coscienza materiale e testuale molto semplice ma fonda-
riconosciuti "Scrittura" dalla tradizione ecclesiale era cosa alquanto rara mentale: due insiemi di testi nati in seno a due distinte tradizioni tra
nell'ambito del II sec. per quel che ci è dato supporre. loro in polemica giàa partire dal I sec.
A questo riguardo si inserisce l'ipotesi dei cosiddetti Testimonia, ipo- Lapreoccupazionedi fondodi Ireneo- contro Marcianee gli gnosti-
tesi secondo la quale gli autori cristiani delle origini disponevano" di ci, da una parte, e in polemica con l'ebraismo dall'altra - era quella di
prontuari di citazioniutili, prese da Scritture sacre e autorevoli e fìna- mostrare un'assoluta identità e continuità dello stesso Dio fautore delle
lizzate ad una rilettura e a un'interpretazione ecclesiale. Lo stesso caso due alleanze testificate nelle Scritture. Il Dio di Gesù Cristo è lo stesso
di Ireneo è stato studiato in questa dirczione a motivo dell'immensa che ha creato il mondo e tutte le cose e suo Figlio Gesù, il Verbo di Dio,
mole di testi citati che prevede uno strumentario certamente avanzato era con lui presente nell'atto di creazione. Alla dualità delle Scritture
rispetto alla prassi della critica letteraria antica59. Complessivamente, corrisponde un'unitàprofonda del messaggio. La partizione delle due
sebbene i processi editoriali di libro fossero Scritture assunse ufficialmente il nome di «Antico» e «Nuovo Testamen-
un complessi e lenti6 0, la
to»qualche decennio più tardi62.
58Moltointeressanteè anchelostudiodelruolodeilezionarinellaChiesaanticaperla
comprensionedellosviluppodellacoscienzacanonicadelleScritture.A questoproposito 1986. 83-172; A. PETRUCCI, «Dal libro unitario al libro miscellaneo», in A. GIARDINA (ed. ),
rimandiamoalleriflessioniconclusivedellottimostudiodiY.-M.BLANCHARD,Awsource's Tradizione dei classici, trasformazioni della cultura, cit., 173-187; P. FEDELI, «I sistemi di
ducanon.. cit 295ss.Perladocumentazionemanoscrittae il rapportoconitestineote- produzionee diffusione»,in G. CAVALLO- P.FEDELI- A. GIARDINA(edd. ). Lospazioletterario
stamentari, cfB. M. METZGER, «Greek Lectionaries and a Criticai Ed'ition ofthèGreek New di Roma Antica, II. La circolazione del testo, Salerno, Roma 1989, 343-378; L. CANFORA,
Testament», in K. ALAND (Hrsg. ), Die alten Obersetzungen des neuen Testaments, die Kir- «La biblioteca e il museo», in G. CAMBIANO - L. CANFORA - D. LANZA (ed. ), Lo spazio letterario
chenvaterzitateundLektionar.DergegenwanigeStandFhrerErforschungundihreBedeu- della Grecia antica, I. La produzione e la circolazione del testo, Tomo II. L'Ellenismo,
tung ftir die griechischeTextgeschichte, De Gruyter, Berlin-NewYork 1972, 479-497 e. Salemo, Roma 1993, 11-29; G. CAVALLO,«Discorsisul libro», in G. CAMBIANO- L. CANFORA -
nella stessa miscellanea: H.J. PREDE,«DieZitatedes neuen Testaments beidenlateini- D. LANZA(ed.), Lo spazioletterario della Greciaantica, I. Laproduzionee la circolazione
schen Kirchenvatern», 455-478. del testo. Tomo III. I Greci e Roma, Salemo, Roma 1994, 613-647; J.R. ROYSE, «Scribal
59 Per una presentazione globale del problema e dei dati, cf E. MORELLI, «II dibattito Tendencies in thè Transmission of thè Text of thè New Testament», in B. D. EHRMAN - M. W.
con il Giudaismonel II secolo: Testimonia; Barnaba; Giustino», in ID. (ed. ), La 'Bibbia HOLMES(edd.). Thè Text of thè New Testament in Contemporary Research. Essays on thè
nell'antichtìàcristiana,I.DaGesùa Origene,EDB,Bologna1993,199-233;per'unostudio Status Quaestionis, Grand Rapids, Michigan 1995, 239-252; K. HAINES-EFTZEN, Guardians
T??r.o^nd^.°. e^an.alitic,?. de}Problema. _con unasezione dedicata ancheadÌreneo allepp. ofLetters. Literacy, Power, and Transmitters ofEarly Christian Literature, Oxford Univer-
n2^119, cf M. C. ALBL, "And Scripture Cannot Be Broken". Thè Form and Function of Ae sity Press, New York-Oxford 2000.
Early Christian Testimonia Collections, Brill, Leiden-New York-Kòln 1999; cf anche 61 Pur tenendo sullo sfondo l'ipotesi dei Testimonia, quale strumentario a disposizione
l'^Annexe1^: Lessourcesd'Irénéeet leur influencesur sathéologie»,in J. FANTINO, ^ per facilitare le operazioni di citazione delle Scritture, Ireneo tralascia di citare pochi
théologied'Irenée...,cit., 399-409. libri tra l'AT e il NT: nell'edizione critica di Source chrétiennes sono oltre 2600 i riferimenti
60L.D.REYNOLDS- N.G.WILSON,Copistie filologi.Latradizionedeiclassicidall'antichi- biblici rilevati nei cinque libri. Per il NT sono 1800 di cui 950 citazioni dirette e 820
ta ai tempi moderni, Antenore, Padova 1973, or. ingl. 1968; C. H. ROBERTS, «Books in thè rimandi all'AT di cui 450 citazioni dirette. Il termine Scriptura/ae è impiegato ampiamen-
Graeco-romanWorld and in thèNewTestament», in P.R. ACKROYD- C.F. EVANS(edd.), tè nell'intera opera- 163x dove 108x al plurale e 55x al singolare: Y.-M. BLANCHARD,Aux
CambridgeHistoryofthèBible voi. l: FromthèBeginningstoJerome, CambridgeUniver^ sources du canon..., cit., 123. Si possono confrontare questi dati con quelli di J. HOH, Die
sity Press, Cambridge 1970, 48-66; G. CAVALLO(ed. ). Libri, editori e pubblico nel mondo Lehre des Hi. Irendus tlber das Neue Testament riportati qui nella nota n. 49 oppure con
antico. Guida storica e critica, Roma-Bari 1975; P. PETITMENGIN- B. F'LUSIN, «Lelivre antT- quelli riportati da A. BENOÌT, Saint Irénée...,cit., 75, n. 4: secondoHarvey 1075 passi del
que et la dictée: Nouvelles recherches», in E. LUCCHESI - H. D. SAFFREY(edd. ), Memoria/ NT o secondo Burgon 1819 citazioni.
André^JeanFestugiere.Antiquitépaienneetchrétienne,PatrickCramer,Genève'1984.-247^. 62 Per una presentazione sintetica della posizione teorica di Ireneo sull armonia dei
262; G. CAVALLO, «Conservazione e perdita dei testi greci: fattori materiali, sociali, cuft due Testamenti cf H. GRAF REVENTLOW, Storia dell'interpretauone biblica, I. Dall'Antico Te-
ura-

li», in A: GIARDINA(ed. ), Tradiyone deiclassici, trasformayoni dellacultura, Laterza. Ba.ri stamento a Origene, Piemme, Casale Monferrato 1999, 203-230.

114 115
"ATe NT" o "Antica e Nuova Alleanza"? l'espressione "dueTestamenti"67in Ireneo, quindi, continuaa signifìca-
re le "due-Alleanze".
Una questione chefa la differenza
Come la storia della semantica del termine Kavmv passa da un idea
Il termine 5io(9TiKr|tradotto in latino con testamentum rischia di trar- collegata ad un ambito dottrinale alla lista dei libri del testo biblico,
re in ingannoa motivo del significatoche ha assunto nelle nostre lingue così, quasidue secoli prima, il termine testamento l alleanzatransitada
moderne che, praticamente, equivale alla concreta dimensione testuale: un'accezione teologica extra-testuale ad una di tipo inter- e intra-testua-
AT e NT sono, secondo un dato da noi acquisito, sostanzialmente due le. I motivi del passaggio secondo W. Kinzig68 sono riconducibili essen-

parti di un libro. All'epoca di Ireneo, invece, il significatofondamentale zialmente a due: il primo, è la necessità di avere a disposizione un corpo
dei termini qui richiamati era quello biblico di alleanza : le due allean- testuale di scritture unitario creato dalla tradizione cristiana denomi-
ze63,quella anticae quella nuova, stavano ad indicaredue centri propul- nandolo "Nuovo Testamento"; il secondo, è dato dalla polemica con il
sari di istanze teologiche: dall'alleanza che ha come locatore primige- giudaismo69 e con le istanze ereticali rappresentate in primis dalla teo-
nio Mosé, all'alleanza in Cristo, in una relazione di continuità64.
L'identifìcazione dei termini 5i.a6T)Kr| / testamentum65 con la forma
bipartita del testo biblico inizia ad affacciarsi, secondo le ricostruzioni 67 Basti citare questi esempi: A. h. 111, 12, 11-12: «12, 11. Quando avrà allontanato dal
più affidabili66, solo alla fine del II secolo e inizio del terzo, con Clemen- suopensiero un tale errore e una tale bestemmiacontro Dio, ne troveràdaséla ragione,
tè Alessandrino, Tertulliano, Origene e Novaziano. Pertanto, sia Giusti- riconoscendo che la legge di Mosè[secundum Moysen legem] e la grazia della Nuova Alle-
no sia Ireneo non usano i termini 5ia6r|KT|/ testamentum nel senso della anza[gratiamnovitestamenti], ambedueadatteai tempi[utraqueaptatemporibus^, sono
statedispensatea vantaggiodel genereumanodaun soloe medesimoDio. 12, 12.Infatti,
testualità biblica in quanto tale anche se, come abbiamo detto, la parti- tutti coloro chehannofalseconcezioni,impressionatidallalegislazionedi Mosè,pensano
zione materiale degli scritti tra le due tradizioniera alquantoprobabile: che essa sia contraria all'insegnamento del Vangelo, ma non si sono mai applicati a cerca-
re le cause della differenza tra i due testamenti [utriusque testamenti}^, IV.32, 1-2: «32, 1.
Questo insegnava sui due Testamenti [de duobus Testamentis] il presbitero, discepolo de-
gliapostoli,dimostrandocheambeduederivanodaununicoe medesimoDio.Perchénon
ne esiste un altro all'infai ori di quello che ci ha fatto e plasmato, e non ha consistenza

l'insegnamentodi chidice che il nostro mondo è stato creatopermezzodegliangelio di


63In A. h. Ili, 11, 8 nel contesto dell'illustrazione del "Vangeloquadriforme"Ireneopre- qualchealtra potenzao daun altro Dio. [... ] 32, 2. Oraa chetutti gli apostoli hannoinse-
senta «quattro testamenti», ovvero quattro alleanze con il genere umano così disposte gnato che ci sono stati due Testamenti in due popoli [duoquidam.Testamentoin duobus
secondo il testo latino: una prima del diluvio, al tempo di Adamo (che corrispondea Gv); populis], ma che vi è un solo e medesimoDioche li hadispensatiad utilitàdegliuomini
una dopo il diluvio, al tempo di Noè (che corrisponde a Le); una, che è la legislazione, al che,quandovenivanodatii Testamenti,avrebberocredutoinDio,lo abbiamodimostrato
tempo di Mosè (che corrisponde a Mt); la quarta è quella che avviene grazie al Vangelo e inbaseallostessoinsegnamentodegliapostolinelterzolibro.Abbiamoanchedimostrato
solleva gli uomini verso il regno celeste (che corrisponde a Me). Più avanti cercheremo di
che non inutilmente ne invano ne a caso fu dato il primo Testamento: esso da una parte
rendere ragione di questo aspetto così particolare. doveva piegare quelli, ai quali era dato, al servizio di Dio - a loro vantaggio, perché Dio
MCfA. /i. IV,2. 3. non habisognodel serviziodegli uomini - e dall'altra dovevamostrare una figura delle
65 Le Decorrenze in Ireneo sono le seguenti: A. h. 1, 10, 3; 11, 24, 3; 111, 10, 5; 11, 8; cose celesti, perché l'uomo non poteva ancora vedere con i suoi occhi le cose di Dio, dove-
12, 5. 11. 12. 14. 15; 17, 2; IV,4, 2; 8, 3; 9, 1 (2x); 9, 3 (2x); 11,3; 12,3; 15, 2; 17, 1; 17, 5 (2x); 16,3; va poi prefigurare le immagini delle cose che sono della Chiesa, affinchè diventasse sicura
16, 5; 25, 1. 3; 28, 2; 32, 1. 2; 33, 14; 34, 2 (2x); 34, 3. 4; 36, 6; V, 9, 4; 34, 1. la nostra fede, e infine doveva contenere la profezia delle cose future, affinchèl'uomo
"' Rimandiamoper questo argomento specificoa W. KINZIG,«Kaivf)6ia6rtKT|:ThèTitle impari cheDio conoscein precedenzatutte le cose»;oppureIV, 15, 2: «[...] percui avevano
of thè New Testament in thè Second and Third Centuries», inJoumal of Theological Stu- ricevuto da Mosè il precetto del ripudio adatto alla loro durezza. Perché diciamo questo
dies 45 (1994) 519-544. Studiando le varie attestazione dell'espressione nell'ambito dei dell'Antico Testamento[deveteri Testamento], quando, nel Nuovo[in novo], vediamo che
primi secoli l'autore così conclude: «Ouranalysis of thèusageof 5ì. a6i\Kr[ttestamentum as gli apostoli fanno lo stesso per il predetto motivo?».
68 W. KINZIG, «Kaivri 5ia6riKT|», cit.
a book title hasyielded some surprising results: 5ia8T)KTiand/ortestamentum arenot atte-
sted as book titles before thè end of thèsecond century, but then appearalmost simulta- 09Cf per queste tematiche: R. S. MACLENNAN, Early Christian Texts on Jewish and Judai-
neously in Alexandria (Clement and, a little later, Origen) and North Africa (Tertullian), sm (Scholars Press, Atlanta, Geòrgia 1990), analizza la posizione di Bamaba, Giustino,
Melitene e Tertulliano; O. LIMOR - G. G. STROUMSA (edd. ). Contra ludaeos. Ancient and Me-
and soon occur in Rome (Novatian) also. At thè same lime, leading theologians both in
thè East and in thèWest caution againstthè unqualifieduse of thèterms in this sense. It dieval PolemicsbetweenChristianandJews(J. C.B. Mohr, Tubingen 1996) conunaraccol-
ta di contributi su Giustino, Melitene, Eusebiodi Cesarea, Cirillo di Gerusalemme, Chro-
looks, therefore, as if these titles had become popular among simple believers. Thus, pres-
sure was exerted on thè leading theologians in thè Church lo take them over, which they nicon Paschaleed altri contributi relativi alla polemica medievale e moderna; G. M. VIAN,
did with sorte hesitation. This reserve calls far an explanation» (534). «Leversioni greche della Scrittura nella polemica tra giudei e cristiani», in Annali di storia

116 117
ria di Marciane. L'uso da parte di Marciane del termine Kaivr) 5ia9T|KT| tica duale del testo biblico? Anzitutto dalla coscienza maturata entro la
opposto a na'katà §ia6T)Kr| - in senso testuale secondo la sua coscienza tradizione ebraica del corpo scritturistico ritenuto "sacro . Il cristiane-
canonica70- ha offerto alla Grande Chiesa la possibilitàdi assumerne simo delle origini considera sacre Scritture proprio quelle ereditate dal-
l'enunciato rifiutandone però il contenuto. La Chiesa così accolse pro- l'ebraismo: esso stesso si autocomprende nella fase iniziale di defìnizio-
gressivamente dall'inizio del III sec. l'espressione "Nuovo Testamento" ne della propria identità come uno dei giudaismi del I secolo74.
e corrispettivamente "Antico Testamento" per indicare due grandezze Con l affermarsi di un'autocoscienza della differenza rispetto alla ma-
testuali che facevano capo alle scritture ereditate, ora, dal giudaismo trice comune giudaica, il cristianesimo delle origini acquisisce sempre
gerosolimitano di matrice ebraica, ora, da quello alessandrino di lingua piùlapercezionedellapropriaalterila finoa posizionarsiinapertapole-
grecae, per l'altra grandesezione, dai testi della tradizionecristianadel mica con la sua stessa radice originaria, a causa delle posizioni teoriche
primo secolo. Da una contrapposizione non solo "anti-giudaica" ma e pratiche sempre più divergenti. L'azione polemica e apologetica nei
anche e soprattutto "anti-marcionita" nasce l'"accezione bipartita" del primisecolidellanostraerafaaccresceretalecoscienzadelladifferenza
testo biblico identificata con un nome che ne definisce il contenuto sin- dell'alterità rispetto alla tradizione ebraica7
5
e obbliga la stessa tradi-
e

letico: ciò che prima apparteneva al piano della Parola e dell'Annuncio, zione cristiana e ripensarsi nella relazione con quei valori dai quali era
inizia ad essere valido anche per la "cosa del testo"71. scaturita. La fedeltà al suo Signore, alla figura storica di Gesù di Naza-
In sintesi: Ireneo avrebbe coscienza di un ampio corpo di scritti ap- reth impedisce allo sviluppo della tradizione cristiana di dissociarsi dal
partenenti, da una parte, ad una tradizione ebraica e greco-alessandri- mondoculturale chehaprodotto le sacreScritturedi Israele.Maqueste,
na72 e, dall'altra, alla tradizione cristiana e di questi fa uso continuo a ben vedere, apparivano sempre più distanti rispetto ad un mondo pa-
lungo la suaopera. Ireneoperònon denomina i testi appartenenti origi- la gran parte di quei contenuti7 6.
gano che ignorava radicalmente
nanamente a queste due tradizioni con le tipiche espressioni "Antico" e Da qui la necessità di approfondire un'ermeneutica finalizzata al tra-
Nuovo Testamento che entreranno in uso solo successivamente, qual- sferimento di significati dall'una all'altra tradizione, tesa alla conferma
che decennio più tardi, con Clemente Alessandrino, Tertulliano, Orige- nella prospettiva "della promessa e del suo compimento", attenta a re-
ne e Novaziano. cepire procedimenti già in atto nella tradizione ebraica nel leggere le
Lo sviluppo semantico del termine §ia6f)KT| / testamentum prelude Scritture come, adesempio, latipologia. Quest'azione complessa fuopera
alla configurazione di un'ermeneutica biblica bipartita: l'uno e l'altro dei grandi personaggidei primi secoli e, tra questi, certamente emerge
Testamento, l'una e l'altra Scrittura". Da dove ha origine tale ermeneu- la figura eminente di Ireneo di Lione.
In sintesi, l'ermeneutica bipartita delle Scritture sacre è originata
sostanzialmente sul piano storico dal confronto dialettico tra due tradi-
dell'esegesi14/1(1997)39.54;G.OTRANTO,«LapolemicaantigiudaicadaBamabaa Giusti-
no», in Annali distoria dell'esegesi 14/1(1997) 55-82; ID., Esegesibiblicae storiain Giustino
(Dial. 63-84), Istituto di letteratura cristiana antica - Università di Bari, Bari 1979: E. sostanzialmente di \m ermeneuticabipartita:basti pensare all'imponente contributo sul
PRINZIVALLI,«"Sicubidubitas, Hebraeosinterroga".Girolamotra difesadell'Hebraicaveri- pianoteoricodi P.BEAUCHAMP,L'unoe l'altro Testamento.Saggiodilettura, Paideia,Bre-
tas e polemica antigiudaica», in Annali di storia d&ll'esegesi 14/1 (1997) 179-206; M. SIMO- scia 1985; ID., L'uno e l'altro Testamento. 1. Compiere le scritture (Introduzione di A. Ber-
NETTI,«Eusebiotra ebrei e giudei»,in Annalidi storia dell'esegesi 14/1 (1997) 121-134;E. tuletti), Glossa, Milano 2001; oppure si può richiamare la teologia biblica del Canonica;
NoRELLi,«IIdibattitoconil GiudaismonelIIsecolo:Testimonia;Barnaba;Giustino»,cit., Criticism,inauguratadaB. S. Childs;tratutti i testidiquest'autoree dellasuascuolache
199-233;Radicidell'antigiudaismoin ambientecristiano. ColloquioIntra-Ecclesiale(Atti possonoesserericordatisegnaliamo:B.S. CHILDS,Teologiabiblica.Anticoe NuovoTesta-
del Simposioteologico-storico, Cittàdel Vaticano,30ottobre - l novembre 1997. Grande mento. Flemme, Casale Monferrato 1998.
Giubileo dell'Anno 2000; Atti e documenti), LEV, Città del Vaticano 2000. 74 Cf G. BOCCACCINI, 11 medio Giudaismo. Per una storia del pensiero giudaico tra il
70Gli scritti ritenuti sacriper Marcianeerano:Le e diecilettere di Paolo(Gai; ICor; terzo secolo a. e'v. e il secondo secolo e. v., Marietti, Genova 1993.
2Cor, Rm; ITess; 2Tess; Lao[=Ef], Col; FU; Fm).
71
75II giudaismodelII secoloricominciaa leggerelepropriescritture in ebraicoa mo-
CfW. KINZIG, «Kaivri 6iaeT|KTi», cit., 534-544. tivo dell uso cristiano del testo della LXX. Per questi aspetti cfY. -M. BLANCHARD, A.UXsour-
72LastimaperlaversionedeiLXX,ritenutaispirata,benemergenelladiscussionesul c&s du canon..., cit., 65-1 10.
controversotestodi/s 7, 14nelladizioneebraica(giovanedonna)e nellatraduzionegreca 76Ireneoin A. h. IV.24, 1-2riportaunariHessionemolto interessantesu Paolodi Tarso
(vergine): cf A. /;. 111, 21, 1-6. che ha faticato più degli altri perché ha dovuto annunciare il Vangelo ai pagani senza
73È interessante osservare quanto la maggioranza delle proposte attuali di teologia poterusufruiredell'ausiliodelle Scrittured'Israele.Conquestetutto apparivapiùfacile,
biblicametodologicamentecollocateentrounavisioneunitariadelle Scritturesi servano in esse era giàpreannunciato il Messia, era giàpreparato il piano di salvezza.

118 119
zioni che sono alla base della redazione degli stessi testi. La matrice La"triplicetestimonianza"consistein tutti queitesti chepresentano
storico-genetica e il confronto dialettico danno quindi origine e fonda- uno schema tripartito: AT: [l] i profeti o lo Spirito Santo, NT: [2] gli
mento, giàa partire dalle prime polemiche con l'ebraismo, a questa er- apostoli, [3] il Signore; la "duplice testimonianza" si presenta così: AT:
meneuticabipartita che si affermeràsempre di piùfino ad esserecodi- [l] le Scritture profetiche o i profeti, NT: [2] il vangelo o gli scritti degli
fìcata nel IV secolo. apostoli. Su queste riflessioni si è inserito Y. -M. Blanchard8 affrontan-
3

Ireneo di Lioneoltre alla polemica con la matrice giudaicache resta do il tema in un capitolo intero del suo approfondito studio su questi
sostanzialmente sullo sfondo muove passi decisi in dirczione delle pole- aspetti. I risultati delle rispettive analisi di B. Sesboué e di Y. -M. Blan-
miche interne alla Chiesa che sostanzialmente tendevano a disgregare la chard paiono diametralmente opposti. B. Sesbouéafferma che la forma
tradizione e a liberarsi del corpus scritturistico proveniente dall ebrai- della "triplice testimonianza" in Ireneo è più antica ma presto egli si
smo. Questo fatto ha comportato non solo uno scontro interpretativo sui rivolse alla "duplice testimonianza". Y. -M. Blanchard invece ritiene ori-
testi della prima scrittura, bensì anchesu quelli della secondascrittura. ginariae innovativala formula legataalla triplice testimonianza .
Ireneo, diversamente da Giustino, non doveva confrontarsi con la Apriamo la presentazionedi queste idee riportando due testi fonda-
tradizione che si riteneva matrice originaria delle sacre Scritture e che tori della"triplicetestimonianza"chevieneampliatadall'ulteriore testi-
contestava al cristianesimo il fatto di essersene appropriato. La logica monianza della Chiesa stessa (alias "Tradizione apostolica"). Essi pro-
di una contrapposizione tra le due tradizioni sarebbe stata contropro- vengono, l'uno dalla prefazione al libro quinto dell'A. /i. e l'altro daDem. :
ducente, in quanto gli interlocutori di Ireneo erano fautori della diffe- «Abbiamofatto conoscerela veritàe manifestatala predicazionedella Chie-
renza e della distanzatra le due prospettive. In sintesi: un'ermeneutica sa, che i [l] profeti predicarono, come abbiamo mostrato, che [2] Cristo
meramente duale non avrebbe prodotto grandi frutti nella polemica con portòa compimento, gli [3] apostolihannotrasmessoe la Chiesa,dopoaver-
Marciane e gli gnostici. la ricevuta da loro, custodisce essa sola fedelmente e trasmette ai suoi figli»
(A. h. Pref. Libro V).
Laforma della "duplice"o della "triplicetestimonianza"
rispetto alle due Alleanze «Mio caro, questa è la predicazione della verità e l'immagine della nostra
salvezza, tale il cammino della vita che [l] i profeti hanno annunciato, il [2]
E a questo punto che si pone il complesso tema della concezione bi- Cristo confermato, [3] gli apostoli trasmesso su tutta la terra e la chiesa
partita oppure tripartita delle Scritture in Ireneo. B. Sesboué77 in un suo offre ai suoi figli» (Dem. 98).
articolo del 1981volendo mostrare quanto inIreneoil termine "Scriptu- Questi sono i due testi più emblematici, collocati in seno alla tradi-
rae corrisponda ancora in buona parte alle scritture dell'AT78, richiama zione ecclesiale, che ben riassumono la struttura triplice della rivelazio-
un passo emblematico di A. h. Ili, 5,l e ne dibatte un problema di tradu- ne configurata attraverso le Scritture: propheticaM, dominica, apostoli-
zione79. L autore ricorda comunque che lo stesso termine in Ireneo con- ca. I passi che meglio documentano tale scansione, dove i tré elementi
notaancheil sensodi "tutte le Scritture"nel loro insieme80,a volte indi- della struttura non restano fissi nella loro successione, sono i seguenti:
ca solo gli scritti del NT81, o solo quelli dell'AT82. Dopo il sondaggio sui A. h. 1, 8, 1; 3, 6; 11, 2, 6; 28, 7; 111, 5, 3; 6, 1; 8, 1; 9, 1; 17, 4; IV, 1, 1. Dopo tutto il
testi, B. Sesbouéindividua in Ireneoun duplice schemanel comprende- sondaggioanaliticoY.-M. Blanchardconclude affermando:
re le Scritture: la triplice e la duplice testimonianza.

CfB. SESBOOÉ,«Lapreuve parles Écritureschez santIrénée:A propos d un texte 83 Y. -M. BLANCHARD,Aux sources du canon..., cit., 132-145.
difficile du livre III de l'Adversus Haereses», in Nouvelle Revue Théolosiaue 103 84L'accezione elaborata da Ireneo relativa all'antica alleanza intesa come «prophetia»
872-887. è molto forte, corrisponde al senso di kerygma nella predicazione apostolica. Egli utilizza
78Secondola tipicaaccezioneelaboratadaitestidelNTe daipadriapostolici. termini come «praedicatio» oppure «praedicare» per significare «prophetare»; inoltre Fuso
79La questione sarà illustrata più avanti. chefadellatipologiaè radicale,intendendolacomeunasortadiprofezia.Perquestiaspetti
80A. /z. 11, 27, 2; 30, 7; 111, 5, l. cfL. J. VANDERLop, «Irenaeus' and Augustine's Use ofTypology», in Augustiniana 48 (1998)
81 A. h. 111, 1, 1 (2x); 4, 1; V, 30, l; 30, 2. 107-129 e, in particolare, alle pp. 117-119. Inoltre rimandiamo per uno studio preciso
s2A. h. 11,22,2; 35,2; 111, 12, 8; 16, 3; 19, 2; 21, 1-5;IV, 11,3; 23, 2; 24, 1;24,2 (2x);26, 1 (2x); sull'utilizzo del concetto di profezia nell'opera di Ireneo a R. POLANCO FERMANDOIS, El con-
27, 1-31, 1 (7x); 34, 1; 34, 5; 35, 4 (2x); V, 17, l; 21, 2. cepto de profecia en la teologia de san Ireneo, BAC, Madrid 1999.

120 121
«Cette liste non exhaustive suffit a établir que, lorsque Irénée parìe de Vangelo di Cristo Gesù. Strutturare un atto di lettura dei testi biblici
l essentiel, c est-à-direl'unitéet l'unicitédu Dieucommun a la tradì tionjudéo- avendo come comprensione la struttura binaria richiede un movimento
chrétienne, il ne fonde pas son affirmation sur la confrontation binaire des dall'AT al NT, cioèdallaprima alla secondaalleanza.
deux volets quel nous appelons Ancien et Nouveau Testament, mais Così ci appare la prima concezione biblico-teologica. Ireneo, dun-
argumente a partir d'un triple témoignage: [l] celui de l'ancien livre qu'il que, promuove tale approccio alle Scritture? Così sembra affermare in
nomme indifféremmentLoi, prophètes, Esprit-Saintou encore Écriture;[2] alcuni passaggicheabbiamogiàrichiamato sui "testamenti" malacom-
celui du Christlui-mème,probablementliéa la transmissiondeses "paroles";
[3] celui des apótresa travers les lettres pauliniennes, des écrits révélateurs prensionedellinsiemedellasuaposizionesulletestimonianze delleScrit-
de la première expérience chrétienne (Actes, Apocalypse), peut-étre mème ture ci spinge a vedere oltre.
lespassagesrédactionnelsdesévangiles.[...] A ladivisionbinairefondéesur Il vescovo di Lione sa ben distinguere la struttura della storia della
la dualité des Écritures, Irénéepréfèredonc une partition ternaire, reposant salvezza, che si presenta in divenire dall'Antica alla Nuova Alleanza, e la
sur le principe de trois prises de paroles: celle du Christ lui-méme, qui est struttura della comprensione teologica dello stesso mistero della salvezza.
le coeur de la Révélation; celle de "prophètes antérieurs", que constitue Potremmo dire che la storia, nel suo crescere, ha forgiato quell'intelli-
lAncien Testament dans san ensemble; celle de "prophètes postérieurs", que genza che, successivamente, l'ha aiutata a ricomprendersi radicalmente.
sant les apòtres et leurs disciples, auteurs de tout ce qui, dans le Nouveau Questo è contenuto nello schema della "triplice testimonianza . La
Testamenti n'est pas strictement constitué de paroles de Jésus»85.
successionedeitré segmentichedefinisconola "triplicetestimonianza
Concordiamo con Y. -M. Blanchard nell'attribuire grande importan- non ha una scansione fìssa, sovente dominica e apostolica sono inter-
za a questo aspetto e nel ritenere la forma della "triplice testimonianza" cambiabili. Quali sono, se ci sono, le regole della relazione tra le tré
lo stmmentario fondamentale per comprendere l'unità delle Scritture grandezze «prophetica, dominica et apostolica»^
in Ireneo e quindiperconvalidareil sensodella "regoladellaverità".Ciò La testimonianza profetica cristiana, diversamente dall ermeneutica
significache nelle due alleanze, le testimonianzesono complessivamen- ebraica88delle scritture, è strutturata in tensioneverso l'evento cristolo-
tè tré:la profezia, l'evento cristolagico e la testimonianzaapostolica. gico, nell'annuncio messianico del compimento delle promesse. Come
Due strutture di pensiero sono poste a confronto: quella binaria delle Paoloaffermache «Cristoè il TE^OI;del vó^oq»(Rm 10,4), Ireneolo con-
alleanze e quella ternaria delle testimonianze. Per studiare la intersezio- ferma rispetto a tutta la testimonianza della prima Scrittura e che egli
ne necessaria tra questi due schemi, occorre scorgerne la dinamica in- chiama, più significativamente, "prophetia .
tema. Per la prima struttura la dinamica è chiara ed è lineare, secondo Osserviamo dunque gli altri due cardini della "triplice testimonian-
la concezione temporale della profezia: dalla promessa al compimento, za". Mentre la storia della salvezza e la struttura diacronica della tem-
daun "meno"ad un "più",dove il compimento indicala pienezzanella poralità dispongono l'evento di Cristo prima della testimonianza apo-
coerenza dell economia divina. Il movimento temporale che vede la pri- stolica, l'ermeneutica cristiana, qui rifìgurata, converte la testimonian-
ma alleanza rivolta alla seconda plasma pure una dinamica narrativa zaapostolica, cronologicamente successiva, indirczione dell'evento cri-
che va a configurarsi testualmente come tempo raccontato: dalla crea- stologico. Questa operazione coinvolge non solo la testimonianza origi-
zione86 al compimento della promessa, dal Protovangelo nell'Eden87 al naria, quella degli apostoli, bensì anche quella deisuccessori degli apo-
stali che Ireneo chiama normalmente "presbiteri .
85 Y. -M. BLANCHARD, Aux sources du canon.... cit.. 139-140. La struttura cristolagica e concentrica della temporalità (la «pienez-
86A ben vedere, come preciseremo più avanti, la creazione appartiene al tempo della za dei tempi» di Gai 4,489) contribuisce all'innovazione di senso della
prima delle quattro alleanze, come sono presentate nell'ambito del "Vangelo quadrifor-
me" secondo il testo latino. La struttura a quattro alleanze amplia il discorso biblico in
dirczionedelle origini. 88L'ermeneutica ebraica ha sviluppato attraverso la pratica sinagogale una visione
87 «Ricapitolando tutte le cose in se stesso, ha ricapitolato anche la guerra contro il centrata sulla Torah: i libri profetici, anteriori e posteriori sono rivolti verso la Torah e
nostro nemico: haprovocato e vinto colui che all'inizio in Adamo ci fece schiavi, e ha calpe- anchel'ultimapartedellaMikràebraica,glialtri Scritti,riconosconoil primatodisacra-
stato il suo capo, come sta scritto nella Genesi che Dio disse al serpente: "Porrò inimicizia lità dei libri di Mosè.
tra tè e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza: questa ti insedierà la testa e tu 89CfinparticolareA.h. Ili,16, 7: «"Quandovennelapienezzadeltempo, Diomandòil
le insidieraiil calcagno".Findaallora, infatti, si preannunciavachecolui chedovevanasce- Figlio suo". Perciò è chiaro che tutte le cose conosciute in precedenza dal Padre le ha
re dalla Vergine a somiglianzà di Adamo avrebbe insidiato la testa al serpente» (A. /i. V, 21,l ). portate a compimento, secondol'ordine il tempo e l'oraconosciuti inprecedenza e adatti,

122 123
stessa storia dellasalvezza; quasia direcheil tempo cheinesorabilmen- dalla fede ecclesiale alla testualità biblica e, da questa alla vita della
te, SCFOrreinavanti:verso i! futuro attinSe da quel ce"tro il significato Chiesa.
3:_centralltà dauevento cristologico. dalle "paTabo'ire
narrata
Al centro della triplice testimonianza vi sta la "testimonianza di Gesù
dal!!p.arrol^deÌsignore\cioèdalvangelo-Ynv^"de1oschTmlTt^ Cristo", che attira su di sé, da una parte, la prophetia e, dall'altra, fa
^o-salTro_dellatemporalità
che fa scoprire
vienerivelata lacentralità cristologica, 'ma scaturire la "testimonianza apostolica"; esercita un duplice principio di
i
nuovo significato salvifico'a'cru eUa97
un
causalità: portando a compimento le attese fondate sulla promessa e
L'ermeneuticacristologicae V'atto diletturacristiano delleScritture" inaugurando i tempi nuovi della Chiesa. La "testimonianza di Gesù Cri-
sto" sta all'origine del Vangelo e ha dato fondamento al kerygma. La
LllT
OCeJro.ne.qui Presentata che ha cercato di approfondire le idee forma testuale narrativa dei quattro vangeli costituisce, in analogia al-
^pressedaabituati
Y.M.Blanchardappartieneadunadinamk:ap-ropriadiqudÌa
.

l'immagine dei cherubini dell'Apocalisse elaborata in A. h. 111, 11, 8-9, il


chesla mo chiamare "Teologia biblica7tentaSvoTsFnt4eusrd?
a
trono su cui stanno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo perchénarrano
s^gnÌficati che;1testobiblicogeneramache""acoscÌenza^men7uticua la storia di colui che è il Verbo di Dio, la pienezza della rivelazione.
lentltlica_eorganizza- così ^concezione della "duplicealleanza-TdeT Dunque il "Vangeloquadriforme" sta al centro e ad esso tende tutta la
^plice testimonianza" all'interno diununicaeconomia^sal'vifìc7si
ale griglia interpretativa dell'intera
prophetiae daessoprendeil viala storiadellatestimonianzaapostolica.
lacunella testuali'ta'bibl^a/Come1 La dimensione inter-testuale, documentata ampiamente dall'uso della
guÌdfl lettura questo^"re m^nMm~neTquare7sen^lalc
una
entro
tipologia, nella tensione tra promessa e compimento, permette ad Ire-
cun nocchiero, si perde l orizzonte del senso. " "' "" ~1^"^' neo di attraversare le Scritture avendo sempre fisso il faro della centra-
In^\e contesto
visione
il vescovo diLione, negliultimi decenni delIIsecolo. lità dell'evento cristologico al fine di evitare interpretazioni equivoche
ls poneuna bibhco-teologica non'solo più articolata e più ricca^ al di fuori dell'ermeneutica cristiana92. Così, mentre la relazione duale
T soprattutto più autentica rispetto alla vita, alla prassi ecdesÌale"e di promessa e compimento tra le due alleanze continua a permanere
logLcadeltesto sacro- QualchedecenniopiùtardiaÌloperaTÌre^ nella dinamica intertestuale, il cuore o il centro propulsore da cui par-
neosl. !mporràunermeneutica cheandràmaterialmente a : tono le "regole della ricerca" risiede nella storia di Gesù,primo e auten-
semprepm. la"wioneduale. de"ealleanze"alcomspetti"vo"tesSdI
e Nuovo Testamento".
tico interprete del Padre, creatore di tutte le cose. Gesù Cristo, il Verbo
di Dio è il maestro di ogni discepolo che voglia imparare a comprendere
SLtT,iamo.diaPPlicareleriflessionidicarattereextra-testualeal le Scritture e il "Vangelo quadriforme" è la dimensione testuale che do-
T^deua, mter: e_intra-testua!. ità>SCOPriamo~q^^^^^^^^^^
.

aumenta tale ermeneutica del Maestro che rivela e conferma il volto


?STPOnda'nellasuamateria1^, alloschemachel;TnteuTgenza'e'ccÌ^Ìla'k
.

dell'unico Dio, il Padre e dona lo Spirito Santo che guidòi profeti e ora
i Ireneoavevaindividuato.Potremmodisegnareun''du&pTic7cammT;oc regge la Chiesa di Dio. Il senso pieno delle Scritture resta nascosto a chi
non accoglie tale processo, che come vedremo, riconferma e aiuta me-
glio a comprendere la "regola della verità .
Come Gesù, ebreo tra ebrei, ha portato a compimento le promesse e
ha rivelato il senso profondo e unico delle Scritture inaugurando il tran-
sito da una testualità appartenente alla tradizione ebraica in dirczione di
S^^SS±:nnelapienezzadeltem^^"^^S^d:S quella della tradizione cristiana, così il testo del "Vangelo quadriforme"
rappresenta, analogamente, l'istanza del passaggio tra una Scrittura e
£SS!SSS^S^=£SSh ?S
^s^s^s^?^^^^^^^^^
un'altra, un ponte di comunicazione tra due storie che diventano, nell'in-
terpretazionecristiana, un'unicastoriadellasalvezza.DalVangeloviene
conosciuta e interpretata l'economia di salvezza, la fonte dalla quale ri-

del slTo£e%;POSS ta terminologia del piano di salvezza ritroviamo


in Ire"- ^ 92J. LAWSON,ThèBiblicalTheology ofSaintIrenaeus, cit., in particolare 21-111;L.J. VAN
DERLop,«Irenaeus'and Augustine'sUseofTypology», in Augustiniana48 (1998) 107-129.
124 125
leggere tutta la storia salvifica93. Il "Vangelo quadriforme", come la per- niale e testo biblico da essa generato. La semantica dell'intero discorso
sona di Gesù, non sta, a ben vedere, nella seconda parte delle Scritture, biblicocheè al di sopradelle singoleparole, delle espressionio delle im-
ma è la condizione senza la quale non si danno le seconde Scritture! magini, inizia a prendere corpo grazie adun'istruzione del senso globale,
Anzi, in virtù di tale dinamica, si potràparlare di un'unica Scrittura se- a un aiuto nella lettura complessanel vasto panoramabiblico-testuale.
condo il contenuto che il termine pipala inizierà ad assumere, non più
entro unasemantica delplurale, bensì del singolare analogamente a come 4. La teoria comunicativa della fede in Ireneo di Lione
Ireneo significa i termini "Scriptura l Scripturae". Possiamo anche ag-
giungere,secondolaterminologiadellerecentiteoriedellatestualità,che I tratti complessi dell'ermeneutica biblica finora evidenziati ci con-
GesùCristo ebreo tra ebrei, è il "personaggio narrativo" chepermette al ducono a osservare più da vicino gli elementi strutturali che emergono
lettore implicito" dellaprima Scrittura (alias "ilpopolo ebraico") ditran- negli ultimi tré libri dell'A. /i. destinati alla comprensione profonda del
sitare nel "lettore implicito" della seconda Scrittura (alias "la comunità testo biblico nella sua totalità e alla pratica esegetica in atto95.
ecclesiale cristiana") e il "Vangeloquadriforme" diviene, rispettivamen- Dovendo operare una scelta e trovare una linea sintetica di lettura
tè,la dimensione testuale e il controllo critico di tale passaggio. proponiamo un'organizzazione tematica che simuli la dinamica della
In sintesi, affermare che il testo biblico cristiano è semplicemente comunicazione, da un mittente a un ricettore, trascrivendola entro i
diviso in "Antico e Nuovo Testamento" vuoi dire perdere buona parte tratti della testualità biblica. Ogni opera letteraria, ogni scritto procede
deivalori ermeneutici a cui Ireneo hadato fondamento, significa sem- da un mondo originario, quello dell'autore e del contesto storico entro
plificare eccessivamente la comprensione cristiana delle Scritture, si- cui è stato concepito il testo, quindisi passaalla creazionedelloperain
gnificaanchecorrere il rischiodi occultare la centralità evangelica sof- quanto scritto e, da ultimo, questa è consegnata all'atto di lettura. In
focata da una visione diacronica tipica della comprensione duale delle altre parole, vogliamo qui applicare la tripartizione classica alla teoria
Scritture. Infatti, così pensatala Bibbia, nel suo "atto di lettura cristia- della testualità biblica in Ireneo riletta nella tensione tra mittente, mes-
namente istruito", dovrebbe cominciare dalla lettura del "Vangelo qua- saggio e destinatario,
driforme":così Ireneoconcretamente operanell'assumere laprovascrit- La questione si pone nei termini seguenti: ci domandiamo se esista
turistica all'inizio del suo terzo libro94. nell'opera di Ireneo una riflessione relativa al mondo che ha generato il
Man mano che cresce l approccio complesso alla Scritture attuato da testo biblico e, se c'è quale (=mittente/autore); in secondo luogo, se il
Ireneo diviene piùchiaro il senso dell'espressione iniziale dalla quale sia- testo generato è concepito come un mondo di relazioni interne, tipiche
mo Portiti: "comprensione canonica delle Scritture". Non è solo questio- di una visione riflessa tra inter- e intra-testualità (=messaggio/testo); e,
nedi "lista" comeabbiamodetto, maditeoriaaltaallaricercadellospi- infine, se egli elabori anche una sorta di vademecum per il lettore del
rito che da forma alle Scritture e istruisce sulla dirczione della lettura testo biblico (=destinatario/lettore), un'istruzione che renda possibile
entro unintelligenza normata, "canonica" appunto. In tutto questo Ire- una relazione diretta tra il mondo che ha originato il testo e il mondo
neo è maestro insuperato nell'ambito del II secolo e invita a vigilare nei del lettore, in virtù della testimonianza configurata nell'opera stessa.
confronti di una visione meramente "testuale" delle Scritture in direzio- P. Ricoeur, nel primo volume della sua trilogia Tempo e racconto96,
ne di una dimensione ermeneutica completa nella relazione tra mondo denomina queste tré fasi dell'opera letteraria la "triplice mimesis", ispi-
della extra-testualità, dell'inter- e dell'intra-testualità, tra storia testimo- randosi alla Poetica di Aristotele. A ciascuna mimesls corrisponde una
fase dello sviluppo e della comunicazione dell'opera letteraria. I mo-
menti sono: [l] la "pre-figurazione", [2] la "con-fìgurazione" e [3] la ri-
93In panicolareil testo di A. h. 111, 1, 1: «Nonattraversoaltri noi abbiamoconosciuto
1'economia dellanostra salvezza, maattraverso coloro attraverso i qualiilVangeÌo è giunto figurazione".Trémondi di senso in relazione tra loro che comunicano
finoa noi. QuelVangeloessialloralo predicarono, poiperlavolontàdiDiocelotrasmisero in virtù della testimonianza «con-figurata» nello scritto. L'autore tra-
in Scritture perché fosse fondamento e colonna della nostra fede»; in III,11, 8 afferma'che
«Colonnae sostegno dellaChiesasono il Vangeloe lo Spirito divita» edè chiaro^afferma
pocooltre- chelecolonnedisostegnodebbanoesserequattrocomeilvangeloè quadnfor- 95Per comprendere l'intenzionalitàdell'autore sui cinque libri è utile considerarele
me:^c^?nne che"soffiano" da ogni parte l'incorruttibiÌità vivificano giru omim»'.
e rispettive prefazioni e conclusioni.
94Cf la prefazioneal libro III. 96 P. RICOEUR, Tempo e racconto, I, cit., 91-139

126 127
smette e il lettore riceve attraverso un testo e graziea questo si instaura diquestitesti- perlastoriadelcanone,perlastoriadellaChiesae per
una comunicazione tra un versante e l'altro, tra l'autore e il lettore nella le questioni dello sviluppo della tradizione sinottica del I sec.della
- haoc-
forma tipica della testualità. In tutto questo, il fenomeno della tradiziò- alit ato la dinamica retorica sottesa tutta l argomentazione
a se^
ne e della trasmissione è di capitale importanza perchédefinisce il mo- zione secondo il noto procedimento di estrapolazione di un testo dal
dello comunicativo della fede. suo contesto originano. ^
Come si colloca Ireneo in relazione a questiproblemi chedanno fon- La dialettica "Vangelo e Vangeli" è un tema noto in questi passi
damento al rapporto complesso tra testualitàe storia in unaprospettiva Ireneo: le occorrenze e le alternanze dei termini non sono casuali, ma
referenziale e veritativa dell'esperienza credente? intenzionali. L'espressione nella forma singolare- "Vangelo"- e benpiù
Questo è quel che andiamo ad osservare analizzando alcuni passaggi eloquente di quel chepossaapparire a unaprima e superficiale lettura
dal terzo al quarto libro. gia'troppoviziatadallusocomunedeltermine98.Comunementedel
siaffer-
Si che'la forma singolare
a
Van-
è funzionale all'illustrazione originaria
Dalla storia al testo: il passaggio dalla "pre-figurazione orale" gelocomeoralità, mentre quellapluralevieneusatadaIreneoPerdescn-
alla "con-figurazione scritta" del Vangelo (A. /I. 111, 1, 1-5, 3) verne la testualità quadruplice. E tutto questo è vero, ma occorre non
«In questo terzo libro aggiungeremo le prove derivate dalle Scrittu- sottovalutare un aspetto decisivo che, se non esplicitamente richiamato,
re»97: con queste parole Ireneo, nella prefazioneal terzo libro, come ab- rischiadi restare in ombra e di non essere sufficientemente considerato.
biamo ricordato, introduce la finalità del suo trattato lungo l'impervio Ci riferiamo al fatto che Vangelo è comunicazione dell'evento salvifico
itinerario argomentativo. L attesa del lettore rispetto all'enunciazione nella forma dell'annuncio e la sua originaria definizione non risiede nel-
di Ireneo dovrebbe essere rivolta al "come" realizzerà tale esposizione l'atto comunicante, bensì nell evento comunicato. La forza e la dinamica
della prova scritturistica. Se ragionassimo all'intemo della comprensio- delVangelononsono fondate sull'annunciatore bensì sulla cosaannun-
ne ermeneutica dei Testamenti di tipo "duale", l'approccio più logico datae,conseguentemente, laformamolteplice delVangelo, datadaimolti
sarebbequello di verifìcare la parolaprofeticanella suavalenzadi pro- annunciatori (gli apostoli o i quattro testi evangelici), è pensata al servi-
messa divina e, solo conseguentemente, mostrarne la realizzazione. Ire- zio dellunica Veritàsalvifica, oggetto diretto dellannuncio. Detto diver-
neo, condividendola prospettiva della "triplice testimonianza",conosce samente, il Vangelo assume la sua centralità nella riflessione di Ireneo
beneil punto di partenzadella teologiadella salvezzae il suo corrispet- perchéè testimonianza diuneventoe noninquanto è azionediparola:la
tivo testuale dati dalla testimonianza di Gesù Cristo. Con il libro terzo salvezza, infatti, non si daa motivo diun annuncio, bensì in virtù dellay-
Ireneo svilupperà un'ampia e distesa argomentazione sul "Vangelo" che venimento che è annunciato. Lapotenza di Diosimanifesta nelVangelo
non trova paragone in nessun altro punto non solo nei suoi scritti ma delFigliosuoinquantolastoriavissutadalFiglioè "Vangelo .Insintesi,
anche in tutte le opere a noi pervenute dalla tradizione patristica. Stra- il "Vangelo" prima ancora di appartenere aduna modalità comunicativa
ordinariaè la teoriaespressain questasezione:certo in molti altri punti dell'oralità ose lla scrittura, è l'evento che viene raccontato. Questa sotto-

nei successivi libri Ireneo parleràdel Vangelo e della testimonianza de- lineatura pone in massima evidenza la questione della referenza storica
gli apostoli, ma solo qui il tema diventa oggetto di teoria, e per questo
attira la nostra attenzione. 98J.HOH, DieLehre des HI. Irenaus uberdas NeueTestament, cit., 5 segnalatrésignifì-
Di questa sezione, che complessivamente si estende su undici capi- cati fondamentali del termine VangeloWangeli in Ireneo : l) come insegnamento, ^ come
tali (A. /i. 111, 1-11),sononotitrépassaggi:dueriguardantii Vangeli(quello ^ntenutre vangeÌici'(A"A 1, 27, 2; 11, 22, 5; ffl,ì, l; 11. 7. 8. 9; 12, 13^iy9, ^35, 2; 37, 4; y, 16, l^
^'c'ome'N'uov^Patto, Nuova Alleanza (A. h. 111, 11,8; 22, 4;IV,9, 1;12^Y. 22,^ 9, 4)^3)
della testimonianzastoricadei quattro evangelistiinA. /!. 111, 1, 1 e quel- rome'scrittievangelici(1,3, 6; 11,22,3; 27,2;111, 1, 1; 5, 1;9, 2; 10,2.6; 11,2.7.8.9; 14,4;^15, 1;
lo del "Vangelotetramorfo" in A. h. 111, 11, 8) e uno avente a tema la Tra- 16. 8: IV.2, 3; 20,6.9; 29, 1; 32, 1; 34, 1). Diversamente Y. -M. BLANCHARD,Aux sources du ca-
dizione apostolica (A. h. 111, 2, 1-3, 4). Purtroppo, l'interesse immediato non.'..,c'it., 157affrontail problemaosservandolaformasingolaree pluraledelvocabolo
evi denziando ildato7secondo cui, nel III libro su 75 ricorrenze del termine solo 5 sono
al

plurake tuttenellasezionedel"Vangelotetramorfo" (A. h.111,7-9);questodatoumtamen-


97 A commento di questa sezione rimandiamo anche a C. MORESCHINI- E. NORELLI, tèalla forma argomentativa conduce l'autore a vedervi unamarcata intenzionalità sul-
Antologiadella letteratura cristianaanticagrecae latina, I. Da Paolo all'età costantiniana, l unicitàdellostessoVangelochesimostranelsuoaspettoquadriforme.I quattroriman-
II. Dal Concilio di Nicea agli inizi del Medioevo, Morcelliana, Brescia 1999, 185-197. danoall'unicoVangelo.

128 129
evangelica: l'originarietà del dato è fondata sulla storia di Gesù, del Ver- allo spazio dell'annuncio («andarono allora fino all'estremità della terra
bo incarnato e non su quella di coloro che l'hanno trasmesso. ad annunciare il Vangelo dei beni») ad una collegata con il tempo che
cresce nella forma della traditio. Lasecondadifferenzaè legataai prota-
a. Dal comando del Signore rivolto agli Apostoli ha inizio la trasmis-
siane dell'evento: gonisti: nell'annuncio orale sono tutti gli apostoli, nella fasescritta solo
quattro apostoli, anzi, Ireneo andrà anche oltre gli stessi apostoli, nel
«Il Signoredi tutte le cose diedeai suoiApostoli il potere di annunciareil riferimento ai due discepoli di apostoli.
Vangelo e attraverso di loro noi abbiamo conosciuto laVerità, cioèl'insegna- Si tratta dell'apostolo Matteo1 00, di Pietro, di Paolo101 e, infine, di Gio-
mento del Verbo di Dio. A loro il Signore disse: "Chi ascolta voi ascolta me e vanni. Costoro, secondol'argomentazione,sono garantidell'unitàdello
chi disprezza voi disprezza me e colui che mi ha inviato"» (A. h. IH, Pref. ). stessoVangelo.Così, mentrel'apostoloMatteopubblicatra gli ebreiuna
Dallavolontà del Signore, quindi, prende forma quell'evento comuni- "formascrittadelVangelo"comesuccessivamentefaràGiovanniin Asia
cativo chehanome di "Vangelo";lo stesso Signore haplasmato gli apo- ad Efeso, Pietro e Paolo predicavano il "Vangelo" a Roma102. Della pre-
stali a sua immagine, quasi una forma di "alter Christus", secondo i con- dicazionedi Pietro a Roma, Marco, discepolo e interprete delFapostolo,
tenuti missionari sovente evocati nei testi evangelici". L'adempimento ci ha trasmesso uno scritto evangelico; così Luca103, rispetto alla predi-
dellavolontà del Signore daparte degli apostoli, quali testimoni di Cristo, cazione di Paolo.
hacosì permesso la diffusione del messaggio di salvezza incarnato in loro In questa presentazione sintetica ritroviamo il secondo anello della
perché forgiati a immagine del Maestro («Chi ascolta voi, ascolta me... »). catena della trasmissione: in Marco e Lucasi stabilisce il passaggiodal-
Seguono nella riflessione le due mediazioni comunicative realizzate l'identico "Vangelo"predicatodagliapostoli ai discepolie interpreti de-
dall'annuncio apostolico, quella dell'oralità e quella della scrittura: gli apostoli. Lachiusura riprende il contenuto della "regola della verità
«QuelVangelo essi allora lo predicarono [praeconaverunt], poi perlavolontà a due mèmbri accanto al contenuto de\Vincipit dell'argomentazione in
di Diocelo trasmisero in Scritture [in Scripturis nobis tradiderunt] perché principio alla sezione:
fosse fondamento e colonna della nostra fede» (A. h. 111, 1, 1). «E tutti costoro ci hanno trasmesso questo insegnamento: un solo Dio crea-
In polemica con gli eretici Ireneo si preoccupa di garantire che la tare del ciclo e della terra, annunziato dalla Legge e dai profeti, e un solo
predicazione degli apostoli sia awenuta nella forma perfetta, secondo Cristo Figlio di Dio. Chi non da il proprio assenso a questi insegnamenti,
la rivelazione piena della Verità; dopo la resurrezione essi furono rive-
stiti di potenza dall'alto e con il dono dello Spirito Santo annunciarono 10°D. J. BINGHAM, Irenaeus'Use ofMatthew's Gospel in Adversus Haereses, Peeters Press,
^<vangel° dei beni"in tutta la terra- n "Vangelo di Dio" venne loro Louvain 1998.
affidato in virtù della discesa dello Spirito Santo e così, tutti e singolar- "" «Apostolo delle genti», in Rm 11, 13; così nel saluto d'apertura delle epistole e in
mente, avevano il "Vangelodi Dio". ICor 15,9 come «l'infimodegliapostoli».Infattilaletteraturalucanaidentificagliapostoli
coni dodiciescludendoviPaolo. Èchiaro chePaoloricevette il dono dello Spiritoin segui-
Riprendiamo l'argomentazione svolta: essa si apre con una tesi di to e diversamente dai dodici apostoli ma Ireneo lo considera, a motivo dell ampia testimo-
fondo: «ilSignore hadato agli apostoli il potere di annunciare il Vange- nianza scritta, l'«Apostolo». Ireneo fa ampio uso della letteratura paolina e la relazione
lo»;cometalepoteresiagiuntoloroè spiegatosoloalterminedellargo- testualedelcorpuspaulinumnell'operadelvescovodi Lioneè stataampiamentestudiata.
mentazione: attraverso la legittimazione proveniente dal dono dello Citiamo due testi significativi: E. PERETTO, Lalettera ai Romani cc. 1-8nell'Adversus Haere-
ses di Iremo, Istituto di letteratura cristiana antica - Università di Bari, Bari 1971; R.
Spirito Santo a Pentecoste. Ladimensione orale del Vangelo raggiunge NOORMANN,Irenaeusals Paulusinterpret. ZurRezeptionundWirkungderpaulinischeund
i confini della terra, ma resta ancora da spiegarne la sua mediazione deuteropaulinischenBriefeim WerkdesIrenàeusvonLyon,J.C.B. Mohr, Tubingen 1994.
testuale. Passandoa questaemergono duedifferenze. Laprima: l'unico 102Per una riflessione storica sulle datazionideivangeli tra i diversi studi segnaliamo
Vangelo" chegli apostoli "tutti insieme e ciascuno singolarmente" ave- J. L. CURRAN, «St. Irenaeus and thè Dates of thè Synoptics», in Catholic Biblical Quarterly 5
(1943) 34-46; 161-178; 301-310; 445-457; G. G. GAMBA, «La testimonianza di S. Ireneo in
vanoricevuto e annunciatoci è stato trasmesso "in Scripturis".Passan- Adversus Haereses III,l, l e la data di composizione dei quattro Vangeli canonici», in Sale-
dodalloralità allascrittura il "Vangelo" passa daunaprospettiva legata sianum 4 (1977) 545-585; A. C. PERUMALIL, «Are not Papias and Irenaeus competent to
report on thè Gospels?», in Expository Times 91 (1979) 332-337.
103A. GREGORY,ThèReceptionofLukeandActinthèPeriodBeforeIrenaeus.Lookingfor
"Lc9, 48;-10, 16;M( 10, 40; Me 9, 37; Gv 13. 20. Luke in thè Second Century, J.C.B. Mohr, Tubingen 2003.

130 131
dKpr^alo lorlc he sowdivenuti partecipi del signore- disprezza il Signo- c. Èsu questosviluppo chesi apre il terzomomento dell'argomenta-
:?, : d?.prczza^nche upadre c°"danna d~asépDerché r"esTsteT:il opp8on°e
e si
zione finalizzato a stabilire una catena di collegamento tra la dinamica
alla propria salvezza, come fanno tutti gli eretica (A^h. 'm^2). originaria dell'annuncio evangelico daparte degli apostoli e la ricezione
,.c.on!a.l'regoladeuaverita".' richiamataa conclusionedelloperadei della Chiesa nella storia; si tratta appunto della "successioneapostoli-
quattroevangelistl-Ireneo delinea-Potremmo dire,lo «statutoIeTrice't-1 ca"107. Infatti nessuno degli eretici può vantare una "successione apo-
tore>lmnegativolo4:. nondareasse"so alleveritàdiDioPadre'edeÌFÌglTo stolica", come è precisato prima della conclusione di questa sezione:
^^^^;terl ^^o";sn ific::^;l:a^^^^?^ «Prima di Valentino, infatti, non c'erano i discepoli di Valentino, prima di
T.TÌÌ-J1 dLTez,zode^annuncioevan~^^^^^^^^^^ Marcianenon c'eranoi discepoli di Marcianee non c'erano affatto altri so-
I;^o.degll.apostohstess1'. laqualcosa-°i"accordo'conÌ'm^deir^ stenitori di false opinioni che abbiamo elencato sopra, prima che esistessero
^menSne;J^ascoka voiasc°ìta "^."^ctoen^n^SlZ^
onfrontidel signore Gesù da ultimo; c^frolnItildl
i mistagoghi e gli inventori della loro perversità. Valentino, infatti, venne a
^eir nei
^ e;PuaZeecz^ Roma... » (A. h. 111,4, 3).
^?U̱lohamandato-. QUesto-lnfìne' I-od'^Ìafin^p^p^ Ireneo riconosce che sarebbe troppo lungo enumerare le successio-
^S^nS)^S'^afu tod;lriM^rèar= ^^ ni apostoliche" di tutte le Chiese e sceglie di illustrare quella Chiesa che
^^^:S^^MWar;^e3^m^^ egli stesso aveva conosciuto da vicino la «grandissima e antichissima e
a tutti nota, la Chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosissimi
^,N^£onelu cceslv a(A;/!. m'2'l-3)-Ireneo Prende in esame la apostoli Pietro e Paolo» (A. /i. 111, 3, 2).
q.u^tnlle nÌUTevolezza dell^scritturee deìla^^^^
,
L'aspetto interessante di questa affermazione è che, presentata la suc-
^^loÌtra. chelaposizionedegliereticich;COIT°I"P^a'^^^ cessione della Chiesa di Roma, contrariamente all'affermazione fatta,
k/^SìalS^pettosiaauwasróa^^^^^^^^^^^^
neo'vlenetra^^^^
egli passa all'illustrazione delle Chiese dell'Asia Minore mediante il ri-
onio/ìffema. zlCTediIre.
c::ir chiamo alla figura amica di Policarpo di Smirne. Il gioco si spiega nella
^i^^s^^^et^^^^reT^^;;rd
.

s)1^^ logica dell'argomentazione: si era partiti dall'annuncio del "Vangelo" per


tluraJ.d.el!aTradÌzione. vantanon P°^essodÌdottrine^egretTsi tTatta' opera di tutti gli apostoli e, attraverso lo scritto, solo di qualcuno di
t ^tI^^Se. nspettoaquelia^ostoì^z^^e^£ questi. L'annuncio orale o le quattro scritture sono due modi per dire lo
?ehs^^s^uLellelwo Ira^o^^cÌòd. :é'l:dÌ^^
esattamente la "successione dei presbiteri"106.
stessocontenuto delVangelo.Gli ereticihannoanch'essile Scritture e le
proprie tradizioni e si oppongono a quel che appartiene all originario
apostolico. Come dimostrare il collegamento con ciò che è originario,
rituZye dremo più avanti 10 statuto positivo del
ricettore nella fìgura del "discepolo spi- quindi vero? Attraverso la "successione apostolica". Quale? Di tutte le
Chiese!Masarebbetroppo lungo enumerarla, allora Ireneoesemplifica
^ Jp.e^roso;^la m^nte. laclogli!nza. del. van?e1. 0 comPorta ^ salvezza. su due fronti: Roma e Asia Minore. Perché solo su questi due fronti? Che
cosa portano queste due tradizioni? Che relazione esprimono con la
"Tradizione apostolica"? Larisposta emerge dallavalutazione della pre-
sentazione delle Scritture evangeliche108. Oltre alla dimensione diacro-
nicadella prima disposizionedeiVangeli,da Matteo a Giovanni, emer-

107CfA. EHRHARDT,ThèApostolic Successionin thèFirst Two Centuries of thèChurch,


Lutterworth Press, London 1953.
108Per questi aspetti rimandiamo ad un altro nostro articolo che tratta più analitica-
mente la questione: S.BARBAGLIA, «Larilevanza ermeneutica delle disposizioni canoniche
dei testi nelle sacre Scritture: Metodo ed esemplificazioni», in ID. (ed. ), "E fu per la mia
bocca dolce come il miele" (£z 3, 3). Il testo biblico in tensione tra fissitàcanonica e mobilità
storica.Atti dell'XIConvegnodi StudiVeterotestamentari(Torreglia, 6-8Settembre 1999),
EDB, Bologna 2001, 185-268, in particolare 228-268.
132 133
£l^cl;e.una. dimensÌonegeografica chemostraladiffusionedelVan- dati complessi avendo chiara la coscienza della differenza: come la po-
St^^^au^o^riglnario^ra5ieb;;i^^^1^ sizione dei-sinottici non è la stessa di quella di Giovanni, così la prassi
inMa^Luca. eGlovanni- Questitre'^olÌodÌsce^oÌIdi'apoZlT della Chiesa di Roma non può corrispondere a quella dell'Asia Minore,
sonopresentati rispettivamente a Romae in AsiaMinore"' "' """^""' sullo stesso punto: la data della Pasqua. La via risolutiva di Ireneo è
^diacronicodella"successioneapostolica^èfondatosulla condotta sia sul fronte storico-teologico, siasul fronte testuale: nel testo
st zn s^ì"3i^pS=T^^^^^ di A. h. 111, 1-11 egli dimostra l'assenza di contraddizione nel «Vangelo
^TeLAÌla ^ffusÌone-geografìca del va^°'con"Pi^ro^MarToT lPlaoTo quadriforme» che, nella differenza, testimonia l'unica Venta dell'evento
^^SS ^O^CÌ;a;succ?sronedei^bi^^e?^
rante della fedeltà originaria del "Vangelo".
salvifico del Verbo di Dio; nella storia, Ireneo racconta di Policarpo di
Smirne, discepolo dell'apostolo Giovanni quando sotto papa Aniceto
ta a1laq^f.lm^gml?p^eunteTnte"^llró di ""ita ecclesiale, lega- vennea Roma:nonostantei contrasti sulla datadella Pasquacondivise-
Saua'Lsuiccessi.onedeiPresbiteri" intutteleCMese, "dobbÌa^oTolS£-- ro le esperienze testimoniando la pace all'interno delle rispettive diffe-
rcn^,p±^alTma,, allaGrandechró7as^^^
w;e^^^
renze che si mantennero113. Nella relazione tra i due fronti della proble-
clm u^glovwneedelr^ matica, quello ecclesiologico e quello testuale, emerge il dato di sintesi
?'"°r?sSS5^, E°Ta=a^
ie.Il,n,scìiodìdividere delIIsec"oTo. ^enTamaol cche'
la chiesa nel COTSO
chevedeconfermarel'unitànelle differenze,la complessitànella comu-
nione, l'armonia del Vangelo in una molteplicità regolata di Vangeli e
^^ dlS^apJ^neuecww^d^ s^r^T^^. l'armoniadellunicaChiesadi Cristo nella complessitàdellevarietradi-
^^^^:^^gmpp[gi^^t;a;;^^lS£1^: zioni. In sintesi, la prospettiva extra-testuale (la polemica quartodeci-
^OeS^llpas^^aróopmrtosto^^^^^^^^^^ mana) conferma quella inter- e intra-testuale (la differenza tra i sinotti-
tT^it"^T^G^anm sullaj ci e Gv sulla data della Pasqua) e viceversa.
^^^^^z^rs^^^^^^^- Ireneo, come dicevamo, non potendo documentare la successione
Ss^iZÌlI nltlTo ^lc o. deu^polTicaqua^^^^^^^^ apostolica" presso tutte le altre Chiesesi è limitato solo a quelle m cui
£^<^<^^^t^ÌSS !zróIlesinottic^gi;;an;tó:i?ua^^
t',Tqu.aappa!.ono analogicamente simili considerato'iffatto"^he7ia
"Scrittura" e "Tradizione apostolica" erano compresenti: Roma (Pietro
e Paolo) e le Chiese dell'Asia Minore (Giovanni). È facile capire quanto
^t;,Id^°.l°d°zS^ep^"^Ta k"p^^^^ l'ampiezza e la diffusione della "Tradizione apostolica" fosse maggiore
LVIta^euachiesa- un contrasto sulpuntoo focafec^^onae^ di quella delle "Scritture evangeliche". L'annuncio del "Vangelo" fu por-
tato "fino all'estremità della terra" ed ha raggiunto anche i popoli bar-
bari incapaci di comprendere le Scritture: essi accolsero lo stesso Van-
gelo" in virtù della predicazione apostolica; esso, addirittura, era già
inscritto nei loro cuori1 14:

«Perché è lei [la Chiesa] l'ingresso della vita, mentre "tutti" gli altri "sono
ladri e predatori". Perciòsi devono rifiutare quelli e amare con grandissimo
zelo ciò che appartiene alla Chiesaed afferrare la Tradizionedella Verità
[apprehendereveritatistraditionem}.E che?Seci fossequalchecontroversia
su una questione di poca importanza, non si dovrebbe ricorrere alle Chiese
SEI"^^^^^^^^^ nellaChiesaantìca, più antiche, nelle quali vissero gli apostoli, e prendere la dottrina esatta sul-
^r=om^^aSB33^7)2?3in^^ laquestione presente? AnchesegliApostoli nonci avessero lasciato le Scrit-

^;£S^^S^^2^^SSCS "3L'episodioè citatodaEusebiodi Cesareaneldocumentare laquestione quartodeci-


mana: H. e. V, 24.

^S=S£^S=, ^^s^-S^^ "4 Un chiaro richiamo alla riflessione paolina inRm 2, 15 oltre che 2Cor 3, 3; così pure
lateologiadellaLeggescrittasulcuoree nonpiùsutavoledipietra,secondolatradizione
profetica di Geremia e Ezechiele ripresa da Paolo in Rm 2, 25-29.
134 135
t'ilrei. nonsi. dovrebbe seguire l ordine della Tradizione [ordinem traditionis^ gelo". Ireneoaffermache qualoragli apostoli non ci avesserolasciatole
. trasmesso a coloro a cui affidavano le Chiese? 4, 2. A quest ord7njp Scritture occonreva seguire l'"ordine della Tradizione", quella apostolica
?>bedÌsconomolti popolibarbarichehannocreduto'mCr^to"elp^si*eduo^ trasmessanelle Chieselocali fedelmente conservatadaipresbiteri. Il mi-
^custo.d!STOno.scmpolosamenteranticaTradizione:~^^^^^ nistero della predicazione è più ampio e supera quello della scrittura-
D^^^e^wloe della terraedi t""°^tòcheèm~essÌ:7i^ri^ lettura: l'ostacolo linguistico puòesseresuperato nella forma dell oralità
^liodi Dio^che, a causadelsuosovrabbondante"amore"ver:sooÌ^ ma non nella scrittura. Infatti, come per la festa di Pentecoste a Gerusa-
suaCTeatura'accettò laSenerazionedallaVergine, unì eglistessomediana lemme, molta gente proveniente da ogni dove comprese nella propria
se^°JuomLawo:patì. sotto ponzio pilato
verrà nella gloriac°^ Salvatore'd'i
fu~risvSi a7o7foeTe^toc
e
lingua nativa ciò che era annunciato (A; 2, 1-13, A. h. 111, 17, 2) così è per il
ne!!aÌloria. coloro che6'salrannous^Z^
kerygma apostolico che raggiunge anche i popoli barbari che parlano
getterànelfuocoeternoglisfìg"ratori dellaverità, 'ei dispre^atorfdeTpac lingue diverse da quelle conosciute. Ireneo pare far percepire una diffe-
suo e della sua venuta» (A. h. 111,4, 1-2).
renza tra l'approccio al Vangelo mediante l'oralità (tutti gli apostoli in
»Lespressime"TradizionedellaVerità"è moltoefficace,è pensatain dirczione di tutti gli uomini) o mediante la scrittura (quattro apostoli
opposizione alle tradizioni chenonservono laVerità. Questarparo1a"aT
.

con due discepolidi apostoliverso destinataripotenzialie indefiniti). La


tTentesignifìcativaln Irene0' _amante della tradizione~giovanneadaUa forma orale della comunicazione del Vangelo è primigenia ed è quella
quaksidella
_efomlaton,ella fede>è n terminechefa'discemi^ento"^'^ra" che continua a permanere graziealla "successionedei presbiteri", la for-
dizio Verità" è quella fedele al
ne

di Gesù Cristo
"Vang~eTo'deUaVeri'tà'r<quelfo
vero ma scritta del "Vangelo" è quella nata in seguito alla predicazione orale
contro^discepoli di Valentino"cIe'affermavanoudiTwl au per "volontà di Dio" (A. h. Ili, 1, 1: «posteavero per Deivoluntatem in Scrip-
essi stessi di un "Vangelodi Verità"115: turis nobis tradiderunt») per essere - il Vangelo - fondamento e colonna
della fede della Chiesa. Ancora una volta la forma della comunicazione è
^perquanto poirlguarda i discePoli diValentino, essiponendosi aldifuori
^i^ogni tim ore, pubblicano scritti propri e si vantano di possedere ^ù"vanee-± relativa rispetto alla centralità della "cosa del Vangelo .
l^^eu^hees;stono- Essl'ilmfatt^onoam^atÌ'a t^^^^Z:;^ I barbari vengono alla fede e professano la "Verità perché trovano
int\tolare,
"vange10 di verità".
scritto vangel° da loro'no7moÌto>teu mP^faa scritta la salvezza non su carta con inchiostro ma nei loro cuori e custo-
^.vange!o.. chln onconcorda affatto Vangeli'degh"apostoliì'pe7c^Ì
.

con i disconoquel che la "TradizionedellaVerità"ha comunicato loro: la loro


pre,sso-dnui neppure ilvangel° da bestemmia:!nfaurseÌl"lVan^1
è esente
professione di fede ricalca il dettato conosciuto della "regola della veri-
l?.vln tàlda/OTO_pubblic~atoediversodaquemche"ci^n^s^^ tà" con l'interessante ampliamento narrativo sui niisteri fondamentali
^S^O^Sa ?prcI^rechÌVUOÌe:;he: ^-sTdÌm^a^^ dell'attività del Signore. Il sensus fidei, \a forma mentis della fede cristia-
au^ST. re'. uyaTLOquellid^eritànon. èquelioche'^ na è così possibile ancheindipendentementedalle Scritture perché,pur
apo.stoll. M^che_s010 s°"o. verie7oÌÌdre ^he Ì ^ngeliTonc^o"s^ol
.

s^s°^SC ni^bb=d"^ola"b=o°0^^^^^^^^ volute da Dio, non sono, in quanto Scritture, indispensabiliper la fede.
Lo ripetiamo: ciò che è fondativo resta l'evento e non la forma comuni-
cativa del Vangelo.
^esempio dellaccoglienza dellafedepresso i popoli barbariarricchi- Il branochesegueA. /I. 111,4, 3 - giàrichiamatosopra- dimostrachegli
sce^chiarisceilpensiero
gelo
diIreneosullarelazionetra"Scrittura"del^a^ eretici non hanno radici e non possanoappellarsiall unicitàdella Tradi-
tetramorfo" "Tradizione apostolica"'neFannunciodeÌl'Iun°i^I"V^n1 -'
e
zioneapostolica", vero elemento chefa la differenzatra Chiesae gli altri.
d. ConA. /i. 111, 5, 1 giungiamo a concludere queste sezioniprelimina-

=SlS±£^^^^^'ss ri e fondative rivolte alla relazione tra "Tradizione e Scrittura", entro la


prospettiva extra-testuale e quelle inter- e intra-testuali.
Il passo è molto complesso ed è stato analizzatocon particolare pro-

^^^^sì^sss. fondita da B. Sesboué in un suo articolo1 16. Egli dibatte e contesta la

^^^s^SSS^^^^^' "6B. SESBOUÉ,«Dela confesiónde féprimitiva a la fòrmuladel dogmatrinitario», cit.,


387-418.
136
137
soluzione di una congettura apportata dall'edizione critica francese di L'esito dell'ermeneutica praticata dagli Apostoli che hanno scritto il
A. Rousseau e L. Doutreleau a A. /;. 111, 5, 1 che così si presenta: Vangelo è il "pensiero su Dio" (de Beo sententiam) che consiste nel fatto
«Traditione igiturquaeestabapostolis sicsehabenteinEcclesiaetperma- che «il nostro Signore GesùCristo è la Veritàe in lui non vi è menzo-
nente apud nos, revertamur ad eam quae est ex Scripturis ostensionem eo- gna»119. Questa, secondo la lettura fornita, sarebbe la sintesi dell'atto di
rum qui Evangelium conscripserunt apostolorum: exquibus conscripserunt redazione dei Vangeli da parte degli apostoli che hanno attinto alla pro-
de Dea sententiam, ostendentes quoniam Dominus noster lesus Christus va delle Scritture veterotestamentarie. Il risultato è la coerenzadel pen-
Veritas est et mendacium in eo non est».
siero su Dio secondo il quale la "Verità"per definizioneè GesùCristo
«Telleetant donclamanièredontlaTradition issuedesapótressepresente stesso! E gli Apostoli sono chiamati "discepoli della Verità", cioè "disce-
dans l'Égliseet perdure au milieu de nous, revenons a la preuve tirée des poli di Cristo" come Ireneo afferma subito al seguito:
tures qui nous viennent de ceux d'entre les apòtres qui ont mis par écrit
et danslesquelles [in quibus]ils ont exposéla doctrinesurDieu. «Oraanchegliapostoli,essendodiscepolidellaVerità,sonoaldifuoridiogni
Orilsy ont bienfait voir quenotre Seigneur Jésus-Christ estlaVéritéetquii menzogna: perché la menzogna non ha nulla in comune con la Verità, come
n'y a pas de mensonge en lui»"7. la tenebra non ha nulla in comune con la luce, ma la presenza dell'una esclu-
del'altra. Essendo dunque laVerità, il Signorenostro nonmentì» (A. h. 111, 5,l ).
La congettura corregge il testo latino "ex quibus" che crea difficoltà
n,^ ^ntest0' c.on "^ ciuibus"' facendo corrispondere tale espressione L'importanza di questo passo è straordinaria per il nostro interesse.
alle "Scritture" «nelle quali (m quibus) gli apostoli hanno esposto la L'uso del termine a^r)9Eia / veritas nella nostra tradizione occidentale
dottrinasuDio».MaqualisonoquesteScritture?Essendocitatigliapo- richiama essenzialmente il livello logico e si oppone a falsità; si diffe-
stali che hanno scritto il Vangelo, le "Scritture" verrebbero identificate renzia alquanto dalla semantica biblica dove espressioni di questo tipo
con il "Vangelo" stesso: così ugualmente si deduce anche la versione legate alla radice ebraica 'mn/ 'mt andrebbero meglio tradotte con «fe-
italiana di Bellini. B. Sesboué invece ritiene che il termine "Scripturae" deità,fiducia, fede» opposte ad «infedeltà,tradimento, adulterio, ecc. »,
m questo passo stia a indicare quel che generalmente si intende per spostando così l'accento da un registro logico a uno relazionale e inter-
Antico Testamento". In questa prospettiva, allora, gli apostoli che han- personale120.
no scritto il Vangelo si sono appoggiati alla prova delle Scritture vetero- Finora Ireneo ha lasciato intendere di volersi occupare di questioni
testamentarie perla redazione degli stessiVangelie queste prove giun- logiche, meglio "teo-logiche", contro le menzogne degli eretici che pro-
ducono dispersione della "Verità" nelle singole opinioni1 21. Il livello
gono a noi grazie allo loro prassi interpretativa'"8. La differenza è note- una

vale poiché il testo così inteso farebbe cadere l accento sul metodo di entro cui Ireneo pare collocarsi per comprendere il valore semantico
redazione biblica usato dagli evangelisti, metodo che lo stesso Ireneo del termine "Verità" pare essere quello teorico e logico essendo fìnaliz-
imiterà in tutta l opera, fondato sulla stessa tradizione apostolica. B.
Sesbouédunque propone di tradurre come segue: "'' I rimandi a Gv 14, 6 e IGv 2, 21. 27 sono evidenti.
^Telle^etant donc la manière dont laTradition issue des apótres sepresente 120Perun'analisiapprofonditae piùdettagliatasu questotemarimandiamoa R. PEN-
dans l'Éghse^etperdure au milieu de nous, revenons a la preuve tirée des NA, «II concetto biblico di "Verità": Alcuni aspetti semantici», in Path l (2002) 203-219. In
conclusione l'autore afferma: «La verità biblica, dunque, è fatta di rapporti interpersona-
i^ritures [AT]quinousvientdeceuxd'entrelesapótresquiontmisparécrit li. SeGesùè la verità,lo è in quantoegli sta in relazioneal Padrechelo hamandatoe in
s;a partir de ces Écritures [exquibus^AT] ils ont exposé la doctrine relazione a coloro che egli vuole inserire nello stesso dinamismo» (219). Cf G. QUELL- G.
sur Dieu. Or ils y ont bienfait voir que notre SeigneurJésus-Christest la KlTTEL R. BULTMANN, «U^f|eE lU OI'>.Ì]QT\I; à\r\6ì. vòi., à^. r|9EÙ(o», in G. KITTEL (ed. ), Theologisches
Véritéet qu'il n'y a pas de mensonge en lui».
-

Worterbuch zum Neuen Testament l, Kohlhammer, Stuttgart 1933, 232-252 (ed. it. GLNT,
I, coli. 625-674); A. JEPSEN, «'aman, 'emùna, 'amen, 'Èmet», in G. J. BOTTERWECK - H. RINGGREN
"7jRÉNÉE LYON, Cantre les Hérésies. Livre HI. Tomo II, 53. Anche la traduzione di
DE
(ed. ), Theologisches Worterbuch w.mAlten Testament l, Kohlhammer, Stuttgart 1973, coli.
EnzoBelliniseguetaleinteipretazione:«5, 1.TaledunqueessendonellaChTesaÌaTradizio^ 313-348 (ed. it. : GLAT, I, coli. 625-696). Attorno alle precisazioni metodologiche su questo
li apostoli e perdurando essafino a noi, ritorniamo allaprova tratta'daUe problema, in polemicacon il TWNTedito da G. Kittel, rimandiamoall'ampio capitolo
ScntturedegliapostolichehannoscrittoilVangelo:inessescrisseroilloropensierosu"Dio^ ('Faith'and'Tmth'-an Examinationof some LinguisticArguments) del celebretestodi J.
iicTndlocheunostro signore Gesùcristoe laverità e inlui nonvi è menzogna» (22'Ì)" BARR, ThèSemanticofBiblicalLanguage,OxfordUniversity Press, Oxford 1961, 161-205
-pas!i_cheseguìranno nella sezione ditesto diA. h. 111, 6, 1-8, 2 sono'un'Jse'mpIffìca- (tr. it. : Semantica del linguaggio biblico. II Mulino, Bologna 1968).
zione ermeneutica dell'armonia tra le due Scritture che mostrano l unità di Dio." 12'CfA. /i. 11, 27,1

138 139
zato all'argomentazione. Come sappiamo, le espressioni finora emerse prendiamo la forza mistagogica di iniziazione nel trasformare l uomo,
sono: "regola della verità", "membra" e "corpo della verità", "Tradizione rendendolo incorruttibile a immagine di Cristo125. Nel battesimo la re-
della verità"122.
gola della verità" non si limita ad essere una professione di fede bensì
In questo nostro testo, invece, Ireneo, appellandosi ancora una volta appartiene all'azione mistagogica stessa nella consegna della vita di Cri-
all'evangelista Giovanni (Gv 14, 6)123,cambiale carte in tavola, spostan- sto al catecumeno, come Cristo stesso si era consegnato agli Apostoli1 26.
do il termine "Verità" da un piano "logico", finora maggioritario, a uno Possiamo infine affermare che se GesùCristo è il vero "canone", cioè
ontologico" o, meglio ancora, di un'ontologia cristolagica chevede nel- il nuovo punto di riferimento da cui apprendere le "regole" sicure sulla
la persona stessa di Gesù Cristo la "Verità tutta intera Tale mutazione verità di Dio, allora egli è colui che getta le fondamenta per la costitu-
provoca un arricchimento nella comprensione del termine unitamente zione di una "coscienza canonica delle sacre Scritture . La consapevo-
alla dislocazione di livelli, dal logico all'ontologico narrativo. lezzadel mistero cristolagicodivienecosì, in Ireneo, il centro propulso-
Serecepiamo tale affermazione come centrale e non semplicemente re della "coscienza canonica delle Scritture": la "misura delle Scritture
unasorta diparentesi retorica, biblicamente evocativa, allora anchetutto è la "misuradi Cristo", ovvero, il "canonedelle Scritture" è il "canonedi
quello chefinorasiè capitosulla "Verità"inIreneoandrebberipensato. Cristo". È evidente la necessità di centrare l'attenzione sul "Vangelo e i
Come il "Vangelo" non è semplicemente un evento di comunicazione Vangeli" perché da lì scaturisce la comprensione cristolagica dalla qua-
bensì una comunicazione dell'evento di Gesù Cristo, così la "Verità" non le cresce e prende il via Finterà opera di interpretazione autentica di
è un pensiero logico su Gesù Cristo, ma è l'evento di Gesù Cristo stes- tutte le Scritture. Così fino adA.h. 111, 11 il vescovo di Lione resterà con-
so124 che da a pensare smascherando l'errore. Se dunque "Cristo è la centrato sulla testimonianzadegli evangelisti e del "Vangeloquadrifor-
Verità", allora la "regola della Verità" è la "regola di Gesù Cristo", è Lui me" poichéin quell'ambito, in modo speciale rispetto a tutti gli scritti
la misura, la dimensione autentica della fede; è Lui che ha rivelato nella sacri, è racchiuso il mistero di Cristo.
pienezza il volto^del Padree che ha inviato lo Spirito; è Lui il Vangelo
annunciato; la "Tradizione della Verità" è la "Tradizione di Gesù Cristo" // Vangelo quadriforme: la "con-figurazione scritta'
e il "corpo della Verità" è il "corpo di Cristo" che non può essere smem- del Vangelo (A. h. 111, 11, 8)
brato ma va difeso nella sua piena armonia; così le Scritture, a partire Lasecondatappadellateoriasullacomunicazionedellafedechean-
da quelle che annunciano Lui come centro, ovvero il "Vangelo quadri- diamo ad evidenziarenelle paginedi Ireneo appartiene, secondola ter-
forme", sono il "suocorpo". minologia adottata, al mondo della "con-figurazione", cioè al mondo
Daquestopunto divista, sevalequelcheabbiamodedottodalleaffer- del testo. Come è noto nella sezione iniziale del terzo libro Ireneo pro-
mazioni qui discusse, Ireneo non si limita ad un'accezione meramente pone ben tré disposizioni diverse dei Vangeli1 27.
Nelle prime due Ireneo
cognitiva di "regoladellaVerità",unpo'comepenseràla teologia in se- non si riferisce direttamente ai Vangeli, bensì al "Vangelo .
guito, ovverounafidesquaecreditur bensì difendeunavisionecompleta
diadesionea "veritàdifede"soloall'intemo diunappartenenzaallaper-
sona di Cristo stesso (fides qua creditur). È Lui il vertice della rivelazio- 125 In Dem. 3 Ireneo afferma: «Innanzitutto la fede ci invita con insistenza a ricordare
che abbiamo ricevuto il battesimo per la remissione dei peccati nel nome di Dio Padre e
ne. Luiè il Verbodi Dio;è Luichesi consegnaallaChiesanello Spirito. nelnomedi GesùCristo, Figliodi Dioincarnato,morto e risuscitato, e nello Spiritosanto
Ecco che l'espressione enigmatica contenuta in A. h. 1,9,4 «regola della di Dio; cheil battesimo è il sigillo dellavita eterna, la nuovanascitain Dio, cosicchénon
verità ricevuta per mezzo del battesimo» appare più chiara se ne com- siamopiùfiglidi uominimortali, madi Dioeterno e indefettibile».Cfanchele riflessioni
di Y. DE ANDÌA, Homo vivens. Incorruptibilité et divination de l'homme selon Irénée de
Lyon, Etudes Augustiniennes, Paris 1986; A. ORBE, «Gloria Dei vivens homo: Anàlisis de
Cf sopra la presentazionedei testi. Ireneo, adv. haer. IV, 20, 1-7», in Gregorianum 73, 2 (1992) 205-268.
., . su questo versetto rimandiamo alla bibliografia citata da R. PENNA, «II concetto 126ComeIreneoaffermaall'iniziodel IIIlibro: «Chiascoltavoi ascolta me chi disprez-
li "Verità"...», cit., 215, n. 27.
zavoi disprezzame e colui che mi ha mandato».
124Èpossibileampliareilquadroosservandoilcontributodeipadrineiprimisecolisu 127Cf su questo aspetto lo status quaestionis in D.J. BINGHAM, Irenaeus' Use of Mat-
questi aspetti. Rimandiamo a E. DALCOVOLO,«"Egosum Viaet Veritas" (Òv14, 6): ArKO- thew's Gospel in Adversus Haereses, cit., 89-94 e, per un'interpretazione di carattere retori-
mentazioni patristiche di verità», in Path l (2002) 221-238: l autore dopo essersi soffer- codellaproblematica,cfS.BARBAGLIA,«Larilevanzaermeneuticadelledisposizionicano-
mato su Origene e Agostino conclude accennando adIreneo alle pp. 236-23~8. niche dei testi nelle sacre Scritture», cit., 238-261.

140 141
Nella prima disposizione (A. h. 111, 1, 1-5, 3: Mt, Me, Le, Gv~) il "Vange- nelle sue opere fa riferimento alle due alleanze, l'alleanzaantica e quel-
lo" è stato annunciato e trasmesso "in Scripturis" dagli apostoli e, tra la nuova che rimandano a quella con Mosèe il popolo d Israele (allean-
questi Matteo, Pietro (Marco), Paolo (Luca) e Giovanni. Sianella prima za che corrisponde alla terza nel testo del "Vangelo tetramorfo ) e a
disposizione, che mette in luce la dimensione diacronica e geografica quella in Cristo (la quarta nel testo in oggetto). Le altre due stipulate da
dellannuncio della fede, come nella seconda, con finalità teologico-ar- Dio non vengono considerate da Ireneo in tema di relazione profetica
gomentativa (A. h. 111, 8, 3-11, 7: Gv, Mt, Le, Me, Gv), Ireneo fa riferimento con la nuova alleanza; esse, qui recuperate e citate esplicitamente, ar-
agli apostoli ed evangelisti entro un profilo extra-testuale intendendoli ricchiscono ulteriormente la visione ermeneutico-biblica di Ireneo che
come "autori reali"128 del testo. si configura alla forma del "Vangelo"nella corrispondenzacon le quat-
Il vero passaggio ad una coscienza inter- e intra-testuale si ha solo tra "attivitàdi Cristo". Èessenzialmenteil "Vangelodi Giovanni",collo-
con la terza disposizione (A. /z. Ili, 11, 8: Gv, Le, Mt, Me): in questo punto cato in principio al tetramorfo, a dare il "la" alla sinfonia evangelica,
Ireneoiniziaadusareil termine al plurale (euaYyé^ia),transitandocosì che allargala scenaverso una comprensione totale della creazione, del-
da un accezione extra-testuale di "Vangelo" ad una esplicitamente "te- la storia e della natura tutta in Cristo: «In principio era il Verbo... tutto
stuale"129. È soqirendente come in questi passaggi Ireneo intrecci rela- fu fatto per mezzo di lui... » (Gv l, l ss). Il Vangelodi Giovanniè posto da
zioni quaternarie tra natura, cosmo, storia delle origini, della salvezza e Ireneo in relazione alla "regola della Verità" nel testo di A. h. 111, 11,1
testo1 30: un intertestualità estesa a livello universale, comprensibile solo quando il vescovo di Lioneci infornia chel apostolo, volendo contrasta-
se il contenuto testuale è il "Vangelo di Gesù Cristo" che è la Verità, che re l'eretico Cerinto e i Nicolaiti ha stabilito nella Chiesala "regola della
è il Verbo di Dio e che da sempre è presente nel seno del Padre, abbrac- Verità", e qui rimanda esplicitamente al suo Vangelo. Questo è decisivo
eia tutta la storia, tutto il cosmo e tutta la Scrittura. per la prova scritturistica e per l'organizzazionedel "Vangelotetramor-
La corrispondenza ermeneutica su ogni punto è bene riassunta in fo": esso è spiegato alla luce della teologia del Logos giovanneo e la re-
una delle frasi finali: goladellaVerità",in accordoconl'apertura del Vangelo,così si esprime:
«Che vi è un solo Dio onnipotente, il quale mediante il suo Verbo ha
«Quale è l'attività del Figlio di Dio, tale è la forma dei viventi, e quale è la creato tutte le cose visibili e invisibili».
formadeiviventi, taleè ancheil carattere delVangelo. Quadriformisonogli
animali, quadriforme è il Vangelo e quadriforme è l'attività del Signore» I Sinottici invece presentano la figura di Gesù Cristo secondo quel
(A. /!. m, ii,8). che Ireneo chiama la prophetia: Mt fa iniziare la storia dell attesa del
Messia da Àbramo, Marco da Isaia e da Malachia, Luca circa sei mesi
In questa prospettiva può essere intesa anche l'affermazione. unica
in Ireneo, secondo la quale esistono quattro testamenti/alleanze131. Egli
uomini verso il regno celeste» (A. h. 111, 11, 8). Questo testo presenta un problema testuale
se raffrontato con il fr. greco 11 proveniente da Atanasio Sinaita, Quaestio 144 che così si
128Secondo l'accezione in uso nello studio dell'istanza dell'autore nei testi, che distin- esprime: «Kul8iàTOUTOTéooape^E5ó6r|oavKaBoXiKal8ia9f|KaiT-nàvepmnÓTrixr(ila (lèv <^ETà>
gue tra «autoreimplicito, autore ideale, autore realeo scrittore»: cf ad es. : A. MARCHESE. TÒVKaTaK^,uop.òv tai NOIE,Enl TO-UiòS,o\r SE-UTÉpa5èTm 'Appaà|i,ènl TOVorip.eio'u Trii; iiEpiTop,f|<;-
Dizionariodi retoricae stilistica. Arte e artificionell'uso delle parole retorica, stilistica TpÌTT) 8è T) TTII; vo^o9eoiai; 6ià Mcouoécù;- TETàpT ri Sé T) TO-U Evay{e\'\. ov Sia TOU Kvplov f)^uv
metrica, teoriadella letteratura, Mondadori, Milano 19844,2l7-22Q-, lD., L'officinadelrac- 'IriaoOXpioxoO». La rilevante variazione di questo testo rispetto alla versione latina è la
conto. Semiotica della narratività, Mondadori, Milano 1990, 76-80. disposizionediversa delle prime due alleanze. Infatti, la prima è quella con Noè, in rela-
'29Per una diagnosi delluso delle citazioni dei quattro evangelisti in Ireneo cf W. C. zione all'arcobaleno; la seconda con Àbramoin relazione al segno della circoncisione.
PRICETheTextualRelationshipsofQuotationsfromthèFourGospelIrenaeus AganstHe- Questavariazione ritenuta non autentica dall'analisi di critica testuale di A. Rousseau (cf
nsis": A_?issertation presented to the Faculty of thè School of'Theology Southwestem note giustificativeal III libro, SCh210,286) benesi accompagnaconil testo di A. /i. IV,25,1
Baptist Theological Seminary, FortWorth, Texas, May 1989, University Microfìlms Inter- dove Ireneo richiamaesplicitamente l'«alleanzadella circoncisione». Àbramo,dopo aver
national, Ann Arbor (Michigan) 1990. ricevuto la giustificazionedella fedesenzaesserestato ancoracirconciso, ricevel'alleanza
PerunavisionesinotticarimandiamoalloschemaripoUatoinS.BARBAGLIA,«Larile- (i<c/ui et accepit testamentum circumcisionis post eam justificationem quae fuerat in prae-
vanzaermeneuticadelledisposizionicanonichedeitestinellesacreScritture»,cit.,257-258. putio fidei, ut praefigurareturin eo utraque testamento»). Questo, secondo l'interpretazio-
Traduzionedaltestolatino:«Perciòfuronodatiquattrotestamentialgenereuma- ne paolina, permette di vedere in Àbramoprefigurate entrambe le alleanze. Egli, come
no:unoprima deldiluvio, altempo diAdamo; il secondo dopo il diluvio, altempo di Noè; Cristo, è «padredi quelli che vengono dall'incirconcisionee dalla circoncisione» (hoc est
il terzo, che è la legislazione, al tempo di Mosè; il quaUo è quello che rinnova f'uomo e eorum qui ex. circumcisione et eorum qui ex praeputio fideles sunt), in lui vengono ricom-
ricapitolainsétuttelecose,quellocheavvienemedianteilVangeloe sollevae favolaregli presi anche i pagani (cfA. /i. IV, 24, 1).

142 143
prima della nascita di Gesù con Zaccaria ed Elisabetta132. Solo Giovanni Laconclusione di queste rapide note è sorprendente sul piano della
va oltre la storia del popolo d'Israele, in dirczione delle origini, presen- teoriadellacomunicazione dellafede:così operando Ireneohastabilito
tando il Verbo attivo nella creazione. Egli è all'inizio del tetramorfo come iTnarelazione diretta e "mimetica" tra il mondo della extra-testualita e
è all'inizio del tempo e della storia. Ben si comprende che in virtù di FdelHnter- e dell'intra-testualità: al mistero divino e universale del
questa apertura evangelica di Gv, tutte le Scritture che narrano la sal- VerbodiDio, nella persona umana diCristo, corrisponde l'annuncio del
vezza, ovvero le alleanze, sono raccolte, dalla Genesi a Malachia, dalla "Vangelo nella sua struttura testuale quadriforme. l, fedel
comunicare a

Torah ai Profeti. La forma cristolagica del "Vangelo quadriforme" inclu- significa allora comunicare questo mistero cristolagico dalquale pro-
de nel progetto di Dio l'intera umanità ancor prima dell'alleanza con il viene il volto trinitario di Dio che piùvolte Ireneo richiama.
popolo d'Israele: la figura di Cristo, come Àbramo nella tipologia, rac- La "regola della Verità" assume, al termine di questo itinerario, una
coglie i due popoli degli incirconcisi e dei circoncisi (cfA. /i. IV,24, 1). struttura benpiùcomplessa di quella chepareva presentare all'inizio: si
Tale fotografìa scattata sul "Vangelo quadriforme" ha lo scopo di in- identifica con il mistero di "Cristo che è la Verità"_e per ciò stesso è
scrivere il mistero di "Cristo che è la Verità" su un piano "testuale". La "inscritta" nella forma quadruplice del Vangelo di Gesù Cristo e viene
continuità strutturale tra forma testuale del "Vangelo tetramorfo", la consegnata (traditio) nella mistagogia
battesimale. Cristologia, teolo^-
personadi GesùCristo e le dimensionispazio-temporaliuniversalmen- gia7e(!clesiologiaedermeneuticabiblicasonoarmonizzatenellostesso
tè concepite definisce un criterio estremamente coerente e ben regola- mistero testimoniale.
to, un criterio dell'armonia salvifica. Se l'analisi precedente aveva con-
dotto a riconoscere che la "regola della verità" veniva a corrispondere
/; "Discepolospirituale":la "ri-figurazione"dell'annuncio evangelico
alla "regoladi Cristo" cheè la "Verità",ora scopriamochela personadi {A. h. IV, 33)
Cristo, nelle sue attività salvifìche, viene descritta in relazione diretta a) II "lettore ideale" del testo biblico
con il "Vangelo tetramorfo". E quindi la stessa "regola della verità" con- Nellascansionetripartita delprocesso comunicativo dellafederesta
siste, nella sua struttura di fondo e da un punto di vista testuale, nel da analizzare l ultima tappa, quella del destinatario, del catecumeno,
"Vangelo tetramorfo"! Occorre precisare che non è il testo scritto del del discepolo. Ogni comunicazione porta in séun progetto: un messag-
Vangelo" tout court ad essere la "regola della Verità", bensì la forma ?io che si sviluppa entro un contesto, con un codice, con un-immagine
definitae testualmente configuratadel "Vangelotetramorfo", cioèquel- Fpotetka di destinatario ideale nella mente deu'autore"; ,certo non_è
lo strutturato dalla terza disposizione133. possibiYe prestabilire deicriteri validi perogniricettore delmessaggró:
ciascuno riceve ciò che vuole e come vuole, ma ogni progetto comym ca-
132A benvedere dopo il battesimo di Gesù, Lucapresenta una genealogiaascendente tivo porta generalmente inséunimmagine conscia o inconscia delsuo
chegiungefino ad «Adamofiglio di Dio» (Le 3, 23-38) e Ireneo in un altro testo del III libro ricettore. E quellocheintermini tecnicivienechiamatoil "lettoreidea-
così commenta: «PerciòLucapresentauna genealogiacheva dallanascitadel Signoreno- le"134,presente nellamente dell'autore quando elaboraun testo
stro fino adAdamoe comprende settantaduegenerazioni:congiungela fineal principio e Gli'eretici, destinatari della polemica di Ireneo, sono concepi ti come

-dimostracheeglistessoharicapitolatoin sestessotutte le gentidisseminatefin daltempo coloro che si rifiutino radicalmente di accogliere l'istanza pragmatica
di Adamo e tutte le lingue e generazioniumane insieme ad Adamo stesso. Per questo lo
stesso Adamo è stato denominato daPaolo "figura di Colui che doveva venire"» (A. h. 111, 22, 3). insita nel progetto comunicativo della fede cristiana. Le loro posizioni
133H. HÒPFEL,«Canonicité», cit., col. 1023, dopo aver affermato che il contenuto del- sono molto distanti, se non diametralmente opposte, da quelle istituite
l espressione «oKavmvTf|i;à\T\6£\. a.c,» corrispondeal sensodifidesquaecreditur riporta la dalprogetto di fedeecclesiale. L'immagine del "discepolo", ^ di colui che
tesidi alcuniautori secondoi qualiinveceil contenutodi talelocuzionecorrisponderebbe nella dinamica
alVangelodi GesùCristo:J.CH.KUNZE,Glaubensregel, hi. SchriftundTaufbekenntnis,DOrf- accoglici annuncio della fede, è dunque ben presente
comun icativa della tradizione: diversamente si non prassi
darebbe alcuna
fling & Franke, Leipzig 1899, l O l ss; ID., Dietibergabe der Evangelien beim Taufunterricht,
Leipzig 1909, 24ss; S. A. BEKER, o Kavuv .ci\c, à\T\6e{a. c,, Copenhagen 1910 e V. AMMUNDSEN, capace di condurre alla fede. Ogni processo comunicativo per essere
«ThèRuleofTruthinIrenaeus»,inJoumalofTheologicalStudies 13(1912)574-580.Come
ben si coglie la posizione che qui difendiamoriconosce il contenuto della "regola della
verità all interno di unaprecisaforma evangelica:quella dellaprospettiva inter- e intra-
testuale del "Vangelo quadriforme" configurato sulla missione e la persona stessa di Gesù 134Cfleindicazionisoprapresentaterelativeall'autore:ancheil destinatariopuòesse-
Cristo, Verbo del Padre in una continuità tra extra-testualità, inter- e intra-testualità. re intesocome "implicito, idealee reale .

144 145
efficaceabbisognadi unaconclusionee i passinecessaripossonoessere b) II "discepolo veramente spirituale
codificati. Il processo comunicativo del "venire alla fede" vede in Ireneo Selezioniamo una sezione di testo contenuta all'intemo del quarto
unpuntodiriferimentosicuroperlasua"canonizzazione".Questoaspet- libro'deU opera di Ireneo135 che ci pare emblematica per il nostr scapo. o

to emerge ancor più forte in contrasto critico con le prassi di iniziazio- E"queUa"de"dicataallafiguradel«discepolospirituale» (A. /i^Iv'33^^pre-
ne e di mistagogiadegli eretici entro una visione distorta della comuni- feriamo questasezionea'quella dell' «esegesidelpresbitero» (A-/l-w^1-
cazione della fede. 32, 2): quest ultima descrive un'azione interpretativa del testobl&ilco, re^
Questo ultimo stadio, quello del destinatario dell'atto comunicativo Ìizzata'da una persona concreta, un "presbitero" appunto, discepolo ai
della fede, corrisponde, a livello testuale, a quello genericamente chia- li di cui non si fa il nome; si tratta dunque di un "discepolo reale",
mato dellettore. Comesipuònotareanchela figuradellettore puòesse- ii, di un "lettore concreto delle Scritture" che può essere sì preso a
re sdoppiata: da una parte si ha il lettore reale, appartenente al mondo m"odelÌo7"canonizzato" ma resta pur sempre una persona concreta. In-
extra-testuale, con la sua storia personale, dall'altra vi è il progetto di vece'iltesto'di A. h. IV,33 mostra tutto il suo interesse perché Ireneo
lettore avanzatodall'autore nella sua azionedi scrittura che diventa "let- un "modello di discepolo" che chiama "veramente
tare implicito e ideale" quando il testo è redatto. Esiste nel "Vangelo [verespfntófcrecipiens Spintum Dei);egliche.si è messo,alll,
tetramorfo" un progetto di lettore come, analogamente, nella prassica- dei'"presbiteri"136, ed è rappresentato secondo il modella
tecumenaleesistevaunprogetto di "discepolo"?Ladomandapuòessere tracciato da san Paolo che vive immerso nello Spirito di Dio; infatti, a
così criticamente riformulata: il progetto di discepolo che il "Vangelo ; da ICor 2, 15 - «L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, sen-
tetramorfo" plasma nell'istituire l'istanza del suo "lettore implicito", rapoteresseregiudicatodanessuno»-, Ireneosviluppaunottimo in^1-
corrisponde o non corrisponde a quello che la Tradizione della Chiesa ceper tutto ì'Adversus Haereses, in un confronto continuo tra "vero ai-
riconosceva attraverso l^i prassi battesimale? scepolo" e "falsidiscepoli", cioècolorocherifiutanoil veromo^
Ora, sela rispostaè positival'atto comunicativodella fedeè "perfor- il "discepoloveramente spirituale" giudicai paganie i giudei^1V'-)Z'1J'
mante" e prende la forma di una "pragmatica della comunicazione", ladottnna'di'Marcione (IV,32, 2),i discepolidiValentinoe tutti gliGnosti-
come cambiamento effettivo di un'esistenza, dalla storia al testo e dal ci(TV, 32, 3), gliEbioniti (IV, 33, 4), quelli cheintroducono lapura appare^
testo alla storia. E lo strumento del "Vangelo quadriforme" non è uno ^rc ioTiD'ooceti(IV, 33, 5), i falsi'profeti (IV, 33, 6), quelUche provoca gli no

strumento tra gli altri, ma è la realtà codificata per eccellenza che docu- scismie quellichesonofuoridallaverità,cioèfuoridallaChiesa(IV,3^7).
menta "in Scrìpturis" la forma del contesto comunicativo originario, Ireneo propone unamirabile sintesi dellastmt-
quello dell'annuncio Apostolico. hira"deUa'comunicazione della fede che Giovanni Damasceno m Sacra
Ireneo, evidentemente, pur non ponendosi i termini del problema Pam/feZacihalasciato inunframmento inlinguagreca(Fr. gr. 17).
come qui sono esposti, mostra di preoccuparsi non solo negativamente
della stmttura del destinatario della comunicazione della fede {alias, gli '" peruncommentario completo e approfondito all'intero quartoUbrodell-opera di
eretici), ma anche positivamente. In questo senso, tutte le osservazioni Ireneo'cfPH. BACO, De l'ancienneà la nouvelle
AllianceselonS. tédul^
Irénée.
ym
'adversus haereses" documentano una coscienza nei confronti di un «de- \:AdwrswHaereses~(Prét&ce deA.Rousseaumoined'Orval),Lethielleux,Paris- Namur
stinatario del processo di comunicazione della fede "negativamente
definito". 136InA. h.IV.26, 2 Ireneo avevaaffennato: «Perciòsidebbono ascoltare i presbiteri che
sononeTlaChiesa;essisonoi successoridegliapostoli,comeabbiamodimostrato, ^
Visonoinvecedellesezionidi testo, soprattutto nel quartolibro, che successioneneÌrepiscopato hannoricevutoil carismasicurodellaveritàsecondo^bene;
possono essere intese come esemplificazione diretta del "destinatario "del Padre;'mentretutti gli altri, che si separanodallasuccessioneorigmanae^si
della comunicazione della fede", dell'autentico "lettore della Scritture", riuniscono in qualunque modo, sidevono guardare con sospetto, o come eretlclcnem^e;
in altreparole, del"verodiscepolo".Ireneostesso,inprimis, così sicom-
porta: tutta la sua opera è documento magistrale di che cosa significhi
£vaor^peì:guadagno~evanagÌoria». Questotestotratteggia benel^fìsion^omi^^o
unito alla
, Fo7e Sef^Sso discepolo», quello che ascolta
i presbiteri, «Tradizione
divenire discepolo di Cristo. ^oTtZ>>7q^eÌlTche7aU"ontana'daquesta. CfE. CATNE^<<Iln^^^
tepruo°-v"esI ^vosTcondoS~ÌreneodTLione>:,
mA.
AsaoN^^M^Gi^
'tua. St'udTin onore'defCardinale Michele Giordano, D'Auria, Napoli 1997, 157-166.

147
146
c) Un testo emblematico: A. h. IV. 33, 7-8 La traduzione proposta da A. Rousseau, sostanzialmente seguita dal
Bellini1 40 e dalla gran parte delle edizioni in lingua moderna, è frutto di
Per l importanza ricoperta da questo passo, riportiamo il testo nelle una valutazione critica tra il testo della versione latina, armena e, solo
due versioni antiche, la latina137 e la greca138 e svolgeremo alcune osser-
vazioni di carattere testuale. in parte, del frammento greco.
La struttura offerta è la seguente. Con variazioni al fa-ammento greco
«Ipseautem a nemine judicabitur. Omnia enim ei Constant: et <in> unum dedotte dalle versioni armena e latina:
Deum omnipotentem, exquo omnia, fides integra; et in Filium Dei Christum
nàvTa Y&p autco ouveoTT|Kev
Jesum Dominumnostnim, perquem omnia, et dispositiones ejus, per quas
homo factus est Filius Dei, assensio firma, quae est in Spiritu Dei, qui prae- - Kai eli; èva Oeòv navTOKpcctopa...
stai agnitionem veritatis, qui dispositiones Patris et Filli exposuit secundum 7IÌCTTII; ÓÀ,ÓK?.T|pO I;,
quas aderat generi humano, quemadmodumvult Pater. 33, 8. Agnitio vera - Kal eli; TÒVYiòv TOU Qe.ov...
est Apostolorum doctrina, et antiquus Ecclesiae status in universo mundo.
TCEia^ovri pepata,
et character corporis Christi secundum successiones episcoporum quibus
illi eam quae in unoquoque loco est Ecclesiam tradiderunt, quae pervenit - <Kal> eli; TÒnve'5|ia TO'O Qeo'u ...
usque adnoscustoditio sinefìctione Scripturamm, plenissima tractatio neque yvmoii; àÀ.r|efi<; ...
additamentum neque ablationem recipiens, et lectio sine falsatione, et se-
cundumScripturasexpositiolegitimaetdiligensetsinepericuloetsinebla- Come si puòosservare comparando il testo del frammento greco n. 17
41
le variazioni apportate da A. Rousseau1 viene meno l'articolo o prono-
sphemia, etpraecipuum dilectionis munus, quod estpretiosius quam agni- e

tio, gloriosius autem quam prophetia, omnibus autem reliquis charismati- me relativo femminile " T)" ed è sostituito con la congiunzione" Kai 142
bus supereminens»
Fr. gr. 17, ed. KARL HOLL, Fragmenta vomicànischer Kirchenvàter aus 140«33,7. "Malui nonè giudicatodanessuno"[ICor2, 15],perchétuttoinlui è solido,
la suafede integrain un solo Dio onnipotente "dalqualevengono tutte le cose ; la sua
den SacraParallela, Leipzig 1899, 62-63: adesionefermaalfigliodiDioGesùCristo,il Signorenostro,"permezzodelqualevengo-
no tutte le cose", e le sue economie per cui il Figlio di Dio si fece uomo; la vera gnosi nello
«nàvTaCTUvéoTTiKEvEÌC,èvaeeòvnavTOKpaTOpaèi,ovm iiàvTa.moni;ó5iÓK?iT|po<; SpiritodiDio[yvmoii;àÀ,r|er|i;],chedalaconoscenzadellaverità,chepresentaleeconomie
i]eie,TOVYiòvTOVQs.ovÌT)OO-UVXPICTTOVTOVKùpiovr||i(ovSi'o-uTànàvfaKalTÒK; delPadree delFiglio,secondoognigenerazione,pergliuomini,comevuoleil Padre.33 8.
oiKovoj^iasaÙTOO5i' mv mQpwnoc,èyévETOo Yiò^TOO©eo0.TCICT|IOVTIpepalaTI Èla dottrina degli apostoli, l'antico organismo della Chiesain tutto il mondo, il marchio
eiS TÒnveu^a TOU Qeofi TÒ Tat i; oÌKOvo|iia? Ha'cpói; TÈ Kal YioO CTKT|vopaTouv KUG' delcorpodiCristosecondole successionideivescovi,aiqualiessiaffidaronoognichiesa
EKdCTTnv YEveàv ei<; TOÙSàvOpcbTtoui; Ka9ùi;poù^ETai o namp. YVIÒOII;àÀ,Ti9f|; T) locale: la conservazionenon finta delle Scritture giuntafino a noi (quepervenit usquead
TUV ÓITIOOTÓÀCOV
5i5axT i Kai TÒapxaìov TIÌ<; EKK^OWC, OWTI\^O. wcà. Kavwc, nos custoditione sinefictione Scriptumrum tractatioplenissima), la raccolta completa sen-
TOU
KÓCTIXO-U». zaaggiuntae senzasottrazione(neque additamentumncqueablationemrecipiens), una
lettura senza frode e, conforme alle Scritture, una spiegazionecorretta, armoniosa, esen-
E un testo difficile da interpretare e le motivazioni sono varie e sono tèdapericolo e dabestemmia;e infinel'eminentedonodellacarità,che è piùprezioso
state raccolte nel volume di note di commento di A. Rousseau nel quale, della gnosi, più glorioso della profezia e superiore a tutti gli altri carismi».
straordinariamente, dedica ampio spazio a questo passo. 139Esso è ricor- I4rLapropos'ta testuale appare nel testo completo della ricostruzione greca in:IRÉNÉE
DE LYON, Cantre les Hérésies. Livre IV. Tome II, 818-821.
dato come il passaggio in cui Ireneo elabora la categoria della "vera 142Lavariazioneè sostenutadaA. Rousseauperchésul manoscrittooriginalela lette-
Gnosi" avversa alle false gnosi; si tratta della "Gnosi cristiana" in oppo- ra " T)" si può confondere nella grafìa con la lettera " K " usata dal copista quale abbreyia-
sizione alle varie scuole eterodosse del II secolo. zione per la congiunzione " Kai " e come tale è stata interpretata sia da Petrus Halloix
(Illustrium Ecclesiae Orientalium scriptorum secundi seculi vitae et documenta, Tomo II,
Douai1636,402-694)siadalledizionediW.W.Harveydel 1857,mentreK. Hall (Fragmen-
(avomicanischerKirchenvateraus denSacraParallela,J.C. Hinrichs'scheBuchhandlung,
Leipzig 1899, 58-84) sostiene che vada interpretata come una " T)"; tale variazione fino
Secondo l'edizione di A. Rousseau in SCh 100/2. 818. 820. allora non considerata ha portato K. Hall a modificare la puntuazione e, conseguente-
mente, il senso del brano. indebolendo il riferimento trinitario tradizionale secondo l'opi-
"slì. testogrecoe secondol edizionedeiframmentidi K. Hall (Leipzig1899)sulla nione di A. Rousseau e di L. Doutreleau; tale è la proposta di K. Hall: «nàvTa ouveoiTiKev
quale fondiamo le riflessioni successive.
139IRÉNÉE^DELYON,ContrelesHérésies.LivreIV.TomeI, 270-273conl apportodisette Eli;EVO6EÒV ...n'IOTll;b\ÒK\r[poc, f) eii;TÒVYiòv ...neio|xovr|pepaicif| ei; TÒnv£U[ia ...Tv&aii,
àÀ,ii8r|i; T) Tmv ànooTOÀtov 5i5axT ) .. ». A. Rousseau, restando ancorato alla tradizionale inter-
motivi giustificativi delle scelte testuali.

148 149
Traduzione
con una struttura trinitaria caratterizzatada tré atteggiamenti attribuiti
al "discepolo spirituale": una fede integra, un'adesioneferma e una vera IV,33,7
gnosi collocati al termine delle tré espressioni della formula trinitaria. La Ognicosa sussiste
nostra proposta si appoggiainvece su quella che A. Rousseauscartaper o ~ per l'unico Dio onnipotente
. dal quale (deriva) ogni cosa,
motivi sostanzialmente teologici, ritenendo che farebbe venir meno la
scansione trinitaria in coerenza con le letture tradizionali e, forse, l'in-
tenzione dello stesso Giovanni Damasceno che ha conservato il testo nel-
r^edl?ainnteelgFragliodiDio,GesùCristoSignorenostro
la sua opera SacraParallela. Riteniamo invece che la dimensionetrinita- . daI.q::!:yo;^D?o8S'pi. n-..l.&l.,.- I ,u.,i «FW-odi
ria non solo non verrebbe meno ma, secondo la proposta dell'editore K. Dio è divenuto uomo,
Hall, verrebbe arricchita di maggiorguadagnosemantico. Per facilitare . un'adesione ferma
la lettura, disponiamo il testo strutturato con una nostra traduzionedal
greco e, oltre la dimensione del frammento, con la traduzione dal latino:
°

r;a, uT^"p?LT»-., fici d. I P. d»


efe IW.^^.
la volontà del Padre
zio. e ,"

gela zione perni i uomini secondo


Testo greco a partire dallaproposta di K. Hall IV,33, 8 . , . _"
IV,33,7
x.1 "unaconoscenza dallaVerità(=veragnosi)
'

. nàv-ia CTUV£OTT)KeV
o gii; èva Qeòv navTOKpàTOpa
. è^ oS TOC iiàvTa.
TIÌOTII; ÓÀ.ÓKÀTlpOI;
°

. T} eie, TÒVYiòv TOU QEOU 'Irioo'Ov XpioTÒv TÒVK'upiov T)|IUV


e che è giunta fino a noi, ^
o Si' ov TU TiàvTa
. Kai Tà; oÌKOVO)iia; auToO 81" uv av9p(OKO^ èyéveTO o Yiòi; TOU ©eo'u.
° ^^£^S=. faS. ^un, eo^l-.
. JIEIO^OVT)jìepaia
o TI ei<; TO nveG|ia TOU Oeou
: ^^:S^'^^. ^T^Wewrw
. TÒTà<; oÌKovo^iat; naTpói; TÈKai Yiou oKT|vopaTouv Ka6' èKÓtOTTivyevECtv
eli; TOÙI;àvepcbiio'ui;KaBdx;|ìou^eTai o FIaTTip.
" .,,^=S=t£$^=»°»»». p^orio8°
IV, 33, 8143 della profezia e superiore a tutti gli altri carismi.
.
yv&a\. <, a^. r|eT|<;
O T)T(OVàTIOOTÓ^COVSlÒaXT)Kal TÒàpxotìov Tf|(;èKKÀ.rioiai; o'uoTr|[iaKaTàjiavTÒi; d) Commento al testo
TOU KÓO^OU.
; cheapreil frammento (nàvTa"UVEOT11KEV^èlnteIprc:

prelazionedel testo (dall'edizionedi HalloixdelXVIIsec. fino all'edizionedi W.W. Harvey


del 1857) ritiene che tale lettura, pur più precisa grammaticalmente, sia meno aderente
allateologiatrinitariadiIreneo,infatti, così facendo,glielementiin giocosarebberoquattro
e non tré e così conclude con L. Doutreleau, autore della presentazione della tradizione
manoscritta greca: «Aussi,tout en gardantle passagetei que Hall l'a lu matériellementet
tei que nous l'avons contrólé (sur le manuscrit pour C et sur photographie pour les au-
tres), sommes-nousrevenu a la ponctuationde Halloixet des éditeurs,qui offre moins de
difficulté pour la grammaire que celle de Holl pour la théologie» (IRÉNÉEDE LYON, Cantre
hoc est qui
les Hérésies,Livre IV. Tome I, 71).
143 Così si esprime A. Rousseau sulla divisione del paragrafo: «Au début de IV,33, 8,
^^^dYcaaUra ultemet~omnes'eos quisunt extra veritatem,

aucune conjonction, ni dans le grec, ni dans le latin, ni dans l araménien, n indique qu une
phrase novelle commence, et il n y a pas d èoTiv dans le grec» (IRÉNÉEDE LYON, Cantre les
'44CfA. h. IV, 33,l
Hérésies,Livre IV. Tome I, 271-272).
151
150
sunt extraEcclesiam: ipseautema nemine Judicabitur (ICor 2, 15)!». Dopo
le economie sia del Padre sia del Figlio, rivolti allumanità ma tutto in
accordo con la volontà originaria del Padre.
tutta l'esposizione in cui Ireneo ripete tantissime volte: «egli giudica... »,
si giunge ora alla sintesi affermando che essere fuori dalla Chiesa signi- c. Lultima piccola sezione dipende dall'espressione yv6oi<; a^9nq.
fica essere fuori dalla Verità, cioènon essere "in Cristo" e il "discepolo Questa defìnisce un approccio "gnostico;' nuovo, quello segnato dallau-
spirituale" ha la facoltà, in virtù dello Spirito di Dio, di giudicare e non ^'ti'c^VeruZcheprovTene daldonodeUoSpirito^anto'47 ch^da^te^n-
essere giudicato da nessuno! Conclusa la sezione, l'affermazione succes- >lderprofetifino adoggiharivelato all'umanità i Pianisalvifìcldi, Dio
sivaemerge come unacitazione nuovamente paolina, nonpiùriferita ad FdefFTgUo'suo. Perché'questo si compia vengono elencate^alcune di-
un uomo, discepolo nello Spirito, come in ICor 2, 15, bensì a Cristo stes- m^nsio^i chedannostruttura allacomunicazione dellafede.Ogniuomo
so. La citazione è tratta dall'inno di Col 1, 12-20 dove Paolo afferma: Kai anzitutto è raggiunto dall annuncio: nella prima alleanza graziea^Pro;
aùtòc,èonv TipoTiavTcov Kal TU TiàvTaèvauTCùCTIIVEOTTIKEV(yulg-. et ipse est feti,"neUaVeronda grazie agli apostoli. Sono questiche testmomano
ante omnes et omnia in ipso Constant). È difficile pensare che Ireneo, r'primi questa'nuova rivelazione che è continyi tà
m
queuaanti^ con

grande maestro nella citazione della Scrittura, abbia usato questo testo ^, l^':ver^gnosi>7unaconoscenzadallaVerità:sulla il}oromsegnamentoJ
"Verità dì Cnsto"
m funzione del "discepolo spirituale" sottraendolo dal contesto paolino iTpunto~'dT pa rtenza, dottrina (5iSaxn) fondata in tutto il
dell'inno teologico e cristologico; in quel passo Dio Padreè in relazione ^d'dlon"odeU^SpirkorQ uindi la struttura della Chiesa,
mon^-
profonda con il Figlio; questi, inoltre, è lì raffigurato come «immagine do',èTfcorpo di^Cristo, secondo la teologiapaolinabenconosciutaj
del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, per mezzo di lui sono Freneo'; vFè'un mistero della Chiesa una e santa e un manifestarsi della
statecreatetutte le cose[... ] è ancheil capodelcorpo, cioèdellaChiesa». stessanellospazioe neltempoattraversola"successionedeivescovi^ai
Ottimo incipit per un affresco trinitario del volto di Dio e del compito IHa Chiesa fu affidata in ogni luogo e quella attraversa tutta la sto-
della Chiesa! Pertanto l'espressione HàvTaouvéoT^Kev va riferita anzitut- ?ila";8. Da'Ua";trad^ione apostohca" la" Chiesa ha ricevuto il compito ^
to a Dio come appare dal contesto originario paolino, peraltro in accor- custodireÌe Scritture attraverso tré momenti fondamentali. In accodo
do con la struttura sintattica proposta da K. Hall. confa'logicadel"Vangelotetramorfo", il "corpodellascrittura_comel
b. Questasezionetestuale è stilisticamente diversadalla precedente. "corpodi'Cristo" nonpuòesseremutato a proprio Piacimento:_nonson,0
In quella, il "discepolo spirituale" era descritto nella sua azione di giudi- accokeaggiunteo smembramenti; unalettura istruita secondotóreg0^
zio; in questa tutto appare schematico, più che una sintassi si impone
della verFermeneutica cristologica e m armonia^ con ^ Scrittura
co ntesto di'una ""semantica dellmtero discorso biblico" unesposizione
unaparafassi,owerocomeun"prontuario sintetico" dell'essenziale. Sono
scomparse quasicompletamente leformeverbali, quelle chedannostrut-
tura sintattica al periodo: tutto è sospeso come un proclama essenzia- septbranchesimagedel'église,selonIrénéedeLyon^m3^VM^D^W^3^ S-G-
le1 45. In una riflessione retorica, il presente passo vuole inquadrare sinte-
^^^ZSS^'U^ersÌdadP^tif^a^Salama^a^^^^
ticamente la fisionomiadel "discepolospirituale", potremmo dire, og- ''«R'iDOrt'mmoil commentodiA.Rousseau: «S'étonnera-t-ondevolrlrenee_ralla,c"
gettivandola", cioèrendendola visibile e ben delineata in tutti i suoi aspet- delas^^I^^Sii'àIrEspn^Samt?-Ma^notre ^em^co^e^we^^
ti. Proprio per questo il principio assoluto è in Dio e non nelluomo: è ^^^^^b^en^en^TEspnt^^yd^^^^
rounn<a^an^et delra v7nté'"(Tompéxovèm7v»aw
^^^^
DansD^é,
à^ee'la^). i^ec^ .^a-
Dio Padre che è presente in tutta la struttura del testo, nel Figlio, attra- ^^:^arkq'ael:::Ìes pères'oiUappmk chos^^Die^^^ayz ^^^^^^
verso lo Spirito. Infatti, la "fede integra" non è solo nel Figlio di Dio, ^r^TTpes'^vTaTOOeeo'0)\Enmj47l:^aisantallusion^etónnan^^
bensì anche nei piani salvifici del Padre all'interno dei quali il Figlio è ^eEp^^ruoduu^cuonnals "sanc7(^o^onentéeye rsrEspri^tou^
divenuto così pure l'"adesione ferma" nello Spirito di Dio1 46 rivela Suu^t:foi'l(^OTUi^s^d^sant au'Pere d'uneadhesion^eioiiovn) sadressant Fils?»:
et
au

uomo;
iRÉNÉEDE'LYON/Confre lesHérésies.LivreIV.TomeI, 272. ^ ^ ^ ^^^ ^ .. i,,,,,,,^,. .""?.
'^Preferiamo'attnbuireÌ'espressione .quaepervenitusqueadno, » a «£ccte»a»_lOTe-
145Lastruttura sintatticaprecedente, infatti, riprenderàal termine del paragrafoin cedirifecn^oa"^. tó^o~.m7^tìo^S^p^mm^, ^o^
LenlI ^amlm^IcTlmTnteVossAÌk'apport^
A. h. IV, 33, 9.
i4»SulruolodelloSpiritoSantoe laChiesanelloperadiIreneocfM.BALWIERZ,ThèHoly
^ls\ue"ne&iIel a'nIc'heIp^run'motìvo"eccTesiologico; diffusa
è la Chiese intutto u
mondo^mma;
SpiritandthèChurchos a Subject ofEvangelisation Accordingto St Jrenaeus, Studiaanti-
£eSan^Tc^T^CUnlsTocAeTg^^^^^^^^ cuiil'presbiteroo ilvescovoè in
relazione con la successione apostolica.
quitatis christianae 6/1985;Y.DEANDÌA, Homovivens..., cit., 205-255;ID., «Lecandélabre a
153
152
corretta, armoniosa, esente da pericolo e da bestemmia. L'ultimo ele- strando a quale aspetto delleconomia del Signore si riferisce ciascuna delle
mento che caratterizzala "conoscenzachevienedallaVerità"è relativo cosechesonostatedettee l'interocorpodelloperadelFigliodiDio.Ricono-
all'àyótTiTichein ICor 12, 31-13, 13 rappresenta la "viaperfetta", potrem- scerà'sempre [l] il medesimo Dioe sempre riconoscerà[2] il medesimo^Ver^
mo dire il "canone" del vero cristiano: «Aspirate ai carismi piùgrandi e bo di Dio, anche se ora si è manifestato a noi. E sempre riconoscerà [3] il
di
io vi mostrerò la "via" per eccellenza» (ICor 12, 31). Laffermazionedi medesimo Spirito di Dio, anche negli ultimi tempi as tato effuso
se no j
su

in maniera nuova, e, dall origine del mondo fino alla fine riconoscerà [4] il
Ireneo secondo la quale Vci.janr{ è «piùpreziosa della conoscenza/gnosi» medesimo genere umano,
dai quale quelli che credono in Dio e
seguan o
il
nonvuole direcheessasuperila"veragnosi",mavuoleriferirsi all'espres- suoVerbo ricevono lasuasalvezza [4a: «discepolo ideale»], mentre quelli che
siane paolina di ICor 13, 8 laddove Paolo afferma che le «profezie scom- si allontanano da Dio, disprezzanoi suoi precetti e disonorano per mezzo
pariranno, il dono delle lingue verrà meno e la scienza/gnosi svanirà». delleoperecoluicheli hacreati,bestemmiando colpensierocoluicheu nu-
La vera gnosi è invece quella sapienza che permette di conoscere il trée accumulano sudiséil piùgiusto giudizio[4b: «anti-discepolo»]. ^Questi
primato della via dell'àya7ir|. [«discepolo spirituale=discepolo ideale»], dunque^ "giudica tutti, malui non
e giudicato danessuno": nebestemmia il proprio Padre, nerifiuta lesueeco-
d. Lastruttura cheabbiamo analizzatonel testo presenta unadisten- n^mie7né-accusa i padri, ne disonora i profeti dicendo o che vengono_da un
sione diacronica, dal principio della creazione fino ai giorni nostri, dal- altro Dio o anche cheleprofezie derivano dasostanze diverse» (A. h. IV, 33, 15).
l origine in Dio, fino alle Chiese locali. L'immagine del "discepolo spiri- Il "discepolo spirituale" nell'immagine di "destinatario ideale" della
tuale emerge come colui che, collocandosi nell'ultimo anello della ca-
tena, accogliendo l'annuncio e vivendo la fede nella Chiesa di Cristo.
comunicazione della fede, del "lettore ideale e implicito" del testo bibli-
riconosce tutta la "Verità" che è il "corpo di Cristo", trasmessa nella
co, altro non è che il "cristiano" tour court configurato a Cristo attraver-
so il battesimo. Il testo qui citato presenta una struttura tipica delle
nuova "gnosi" dello Spirito santo di Dio. Tale sapienza del "discepolo formule trinitarie della "regola della Verità" ma vi aggiungeun punto
spirituale" è messa alla prova anche nell'interpretazione delle Scritture ulteriore alla struttura, quella del "medesimo genere umano" distinto
profetiche, tra le due alleanzesecondo il discernimento delle "membra
nell'intero corpo", immagine tipica del "corpo della verità" e della "re-
tra coloro che [4a] accolgono la fede e [4b] coloro chela rifiutano. Non
gola della verità": va trascurato il collegamento con il testo proposto secondo la stmttura
diK. Holl chemostrava unascansione a quattro, esattamente nellastes-
«Orai profeti,contutto il resto,profetizzaronoanchequesto,checolorosui salinea qui evidenziata per definire l'identità del "discepolo spirituale",
quali si sarebbeposato lo Spirito di Dio e avrebbero obbedito al Verbo del
"alter Christus" come gli apostoli in virtù della vera gnosi .
Padre e l'avrebbero servito secondo la loro capacità, sarebbero stati perse- Nell'altra operadi Ireneopensatacome catechesiecclesialeadintra,
guitati, lapidati e uccisi: infatti i profeti prefiguravano in sestessi tutte que-
ste coseper l'amore di Dio e per il suo Verbo. Essendoanch'essimembra di la Demonstratio, vi è un punto in cui si sintetizzano tutti questi elementi
Cristo, ciascuno di loro manifesta la profezia in quanto era un membro, e cheabbiamorecuperato nellafigurasintetica del"discepolo spirituale
tutti, sebbenefosseromolti, prefiguravanouno solo ed annunciavanole vi- mostrando i due momenti, quello dei tré articoli della fede trinitaria e
cende di uno solo. Infatti, come attraverso le nostre membra si manifesta l accesso alla vita di Dio grazie al battesimo nella fede della Chiesa:
lattivitàdi tutto il corpo, mal'atteggiamentodi tutto quantol'uomononsi «6.Eccol'ordine della nostra fede, il fondamento delledifìcio e labasedella
manifesta attraverso un solo membro, ma attraverso tutti, così anche i pro- nostra condotta.
fetiprefiguravano tutti unosolo, maciascuno diloro, in quanto eraunmem-
brodeterminato, compival'economiae profetizzaval'operadiCristoriguar- [l] Dio Padre, increato, incircoscritto, invisibile unico Dio creatore del-
dante quel membro» (A. h. IV, 33, 10). Ì'universo. Tale è il primo e principale articolo della nostra fede. [2]IIsecon-
do è: il Verbodi Dio, figlio di Dio, GesùCristo nostro Signore, è apparsoai
Laconclusione della sezione diA. h. IV,3 3 è altrettanto eloquente nel profetisecondoil disegnodellaloroprofeziae secondoilmododispostodal
"mostrare la "regola" del "discepolo spirituale", del discepolo pensato Padre;persuo mezzo è stato creatoluniverso. Inoltre «allafinedeitempi»
dalla fede della Chiesa, il discepolo "ideale", in altre parole, il divenire perricapitolare ogni cosasiè fatto uomo tra gliuomini visibile e tangibile
cristiano in Ireneo:
perdebeUareÌa morte, farrisplendere lavita e ristabilire lacomunione di
«Anchetutte le altre cose che, come abbiamo dimostrato con tanti esempi, i Dioe delluomo. [3] Come terzo articolo: lo Spirito santo, pervirtùdelquale
profeti hanno detto, le spiegherà un uomo che è veramente spirituale, mo- i profeti hanno pronunciato le loro profezie e i padri hanno appreso ciòche
.

154 155
riguardaDioe i giustisonostati condottiperla viadellagiustizia;allafine tempo" con l'awento del Signore Gesù, Figlio di Dio e una Scrittura
dei tempi è stato effuso in modo nuovo sull umanità per tutta la terra rinno- che, parimenti, ha lo stesso centro nella narrazione dell'unico Vangelo
vando l'uomo per Iddio. di Gesù Cristo. Così facendo Ireneo prepara la strada alla Chiesa dei
7. Per questo il [4] battesimo che ci fa nascere di nuovo passa attraverso secoli successivi per fondare la scelta dei libri sacri su una criteriologia
questitréarticolie ci consentedirinascerea DioPadretramitesuo Figlio e intrinsecae, nel contempo, estrinsecarispetto al testo biblico. Lacorri-
nello Spirito santo. Perciòcoloro cheportano lo Spirito di Diosono condotti spondenza della forma della fede con quella delle Scritture pennette al
al Verbo, cioè al Figlio, che li accoglie e li presenta al Padre e il Padre dona vescovo di Lione di sintetizzare nell'espressione "canone della verità
loro la incorruttibilità.Senzalo Spiritosantonon si puòvedereil Verbodi tutti quei significati che, come abbiamo mostrato, sono collocati a livel-
Dio e senza il Figlio nessunopuò accostarsi al Padre, perchéil Figlio è la li diversi di comprensione. Dalla storia al testo e dal testo alla storia: è la
conoscenzadel Padree la conoscenzadel Figlio avvienetramite lo Spirito sintesi dell'itinerario tracciato lungo questo scritto nella ricerca del va-
santo. Ma il Figlio, secondo la benevolenza del Padre, dispensa come mini-
stro lo Spirito a chi vuole e come il Padrevuole» (£>em. 6-7). lare semantico dell'espressione tecnica "canone della verità" che ha ca-
ratterizzato il nostro cammino. Solo una "semantica del discorso , pe-
Testo di magistrale chiarezza e di altissima sintesi tra teologia trini- raltro difesadallo stesso Ireneo contro i valentiniani, è capace di riscat-
tana e spiritualità cristiana in virtù del battesimo che fa «rinascere a tare il valore insito alla terminologia che definisce il quadro ermeneuti-
Dio Padre tramite suo Figlio e nello Spirito santo» e ottenere dal Padre co dell'istanzacanonicadelle Scritture. Esse, secondola teoria dell ope-
l incorruttibilità" dono supremo di Dio all'uomo vivente149. ra letteraria sottesa alla riflessione di Ireneo, non sono un mondo a sé,
Perrealizzareil ritorno al Padrequi delineato in schemasintetico è come le moderne teorie della semiotica e dello strutturalismo vogliono
quindi necessario osservare la descrizione "canonica" del "discepolo sostenere, bensì opera aperta, tra la "pre-figurazione"e la "ri-fìgurazio-
spirituale", rappresentante dello stadio della "ri-fìgurazione" dell'annun- ne", destinate alla salvezza perché da quella provengono: Scrittura e
ciò evangelico nella comunicazione della fede in Ireneo. Parola al servizio dell'unica salvezza in Cristo.
Come per il tanto amato e citato Giovanni apostolo ed evangelista
5. Conclusione che, secondo il racconto riportato da san Girolamo nel suo commento
alla Letteraai Calati, in fin di vita altro non ripeteva che «Figlioli, ama-
La coscienzacanonica"delle sacre Scritture che siamo andati ricer- tevi l'un l'altro!», 150 così lungo tutta l'articolazione dell'A. /z. altro non
cando nell'opera di Ireneo appare così disseminatain tutto l'itinerario pare di sentire che la sintesi dell'annuncio cristiano, nella forma tipica
della triplice mimesis, per dirla con P. Ricoeur: dal mondo dell'autore a della "regola della verità". Leultime parole del trattato di Ireneo ribadi-
quello del lettore, dagli apostoli ed evangelisti alle comunità credenti di scono ancora una volta questo mistero:
ogni tempo e di ogni luogo; il mondo dell'opera, quello della testualità
biblica, è il testimone-ponte che è garante della relazione storica tra «Intutte questecosee attraverso tutte questecosesi rivelaun solo e mede-
simo DioPadre,chehaplasmatol'uomoe hapromessolaereditàdellaterra
testimonianza apostolica e vita della Chiesa. La stretta relazione, in or-
ai padri, che la darà alla resurrezione dei giusti e porta a compimento le
dine alla "coscienza canonica delle sacre Scritture", che è emersa entro promessenelregnodelsuoFiglioe poioffre, parternalmente, queibeniche
le prospettive extra-testuale, inter- e intra-testuali, permette di cogliere occhio non vide e orecchio non udì ne salirono nel cuore dell'uomo. C è,
la qualitàdel contributo di Ireneo all'ermeneuticaecclesiale e biblica. infatti, un solo Figlio, che ha compiuto la volontà del Padre, ed una sola
L'evento cristolagico, collocato al centro della triplice testimonianza
delleScritture, conducea ripensareentrambile dimensionientro un'in-
navata ermeneutica: una storia che ha un centro, nella "pienezza del 150«Beatus Joannes evangelista cum Ephesi moraretur usque ad ultimam senectutem,
etvix inter discipulorum manus ad ecclesiam deferretur, necposset in plura vocem verba
contexere, nihil aliud per singulas solebat proferre collectas, nisi hoc: Filioli, diligile alte-
149Cf Y. DE ANDÌA, Homo vivens..., cit. ; A. ORBE, «Gloria Dei vivens homo: Anàlisis de mtrum. Tandem discipuli et fratres qui aderant, taedio affecti, quod eadem semper audi-
Ireneo, adv. haer. IV, 20, 1-7», in Gregorìanum 73, 2 (1992) 205-268; A. -L. FENGER, «Gloria rent, dixerunt:Magister, quaresemperhocloqueris?. QuireponditdignaJoannesenten-
Deivivens Homo - vita hominis visio Dei: Menschiches Lebenals Teilgabe anderHerrli- tiam: QuiapraeceptumDominiest, etsisolumfìat, sufficit.HocpropterpraesensAposto-
chkeit Gottes bei Irenaus von Lyon», in M. -B. VONSTRITZKY (ed. ), Garten des Lebens, Oros li mandatum : Operemur bonum ad omnes: maxime autem ad domesticos fidei» (HIE-
Verlag, Altenberge 1999, 85-101. RONYMUS, Commentarium in epistulam ad Galatas, 6, 10: PL XXVI, col. 433).

156 157
comunità, nella quale si compiono i misteri di Dio. In essi "gli angeli deside- La Chiesa nell'economia di Dio
rano fissarelo sguardo",pur non potendo scrutare la Sapienzadi Dio, gra- secondo Ireneo di Lione
zie alla quale l'opera da lui plasmata diviene conforme e concorporea al
Figlio di Dio, affinchèla sua Progenie, il VerboPrimogenito, discendaverso
la sua creatura, cioè verso l'opera plasmata, e sia accolta da questa, e a sua Giuseppe Laiti
volta la creatura accolga il Verbo e salga a lui oltrepassando gli angeli e
divenendo ad immagine e somiglianzàdi Dio» (A. h. V,36, 3).
... e tutto questo per Ireneo è il vero esito e l'autentico compimento Introduzione. Lasituazione ecclesiale di Ireneo
della "comunicazionedella fede cristianain una coscienzacanonicadelle
sacre Scritture"
LariHessionediIreneosullaChiesavacompresaall'interno dellasua
visione'defl economia di Dio: il significato della Chiesa, ^ suoi compme
laÌorma della sua organizzazione sono determinati dal P0stocheessa
oc cupa nd'la"economla di Dio. L'economia è lasse Portanted^tutt^
^fleTsron^e^oÌogÌca "ci è il contenuto delle Scritture^l^tra-
reneo: essa

mTcTe"reróe'deÌfeazi~om deiPadre,delFiglioe dello^SpiritoSanto


di
per^la
s^ve^rd rt utti'gli'uomini e dell uomo nella sua
integralita, cor^0:
a^ima^spirko7.FaChiesaè precisamenteil luogonelqualeleconomm
dl"DÌ^, compiutam Cristo,sirendericonoscibilee d^pombile^p^tutó,
GrazieaÌranmTncio chenehanno fatto gli apostoli e aldono dello Spirito.
"Determinata dalleconomia, leccles'iologia diIreneo è tuttavia forte-
me^tesoUecTta"ta~e-condizionata dallapolemicaconMarcianee gligno^-
stTcTlreneo"Ma~rcione e glignosticihannodi^fronteall'incircale^stesse
dkoma^nde alle quali danno risposte diverse alla fine in^mPatibill-_P0^-
e

Aé muovono da'presupposti differenti. Lascomparsa della generazró-


n7dei"testìmoni oculane dei loro immediati discepoli^il progressivo
distanzìamento dalle origini, pone a tutti l urgenza di chiarire in quale
mod'o"siipossibile accedere correttamente al messaggio di Gesu'^u
Assodato che il tramite
sarv ezza"recata dalla sua parola e dalla sua vita.

è la testimonianza degli apostoli, dove e come


ere'dkrn manTacc'essibiTe, dove viene custodita^ garantita? Muovendo
da'UaTneditos'ituazYone che si andava delincando^ pertutti i credenti in
GesùCristo, sitrattava dielaborare il tracciato dellatradizionediGesù;
della tradizione di cui Gesù è origine e fondamento2. Attraverso

. LacentralitàdiquestotemanelloperadiIreneo^èbenmessiapuntoda^F^N^
M ^SlS^^p^w-^erto^^e^d":a^fl ;::aI^^S^S
^c'on^^Essah^il^^centroneUmcarnazionechenecostituiscek^capUol^
Fcalnutinuol^nTv'olgel tut't^i7il momento della Chiesa (se si eccettuano gli elementi richia-

mati'nel primo capitolo dedicatoalmetodo teologicodi^neo). ^^^


w Iren^oè'benTonsapevoÌe dellasituazione nuovacheviene a crearsiconlascomp^»a
deUa^^Ì^e^^lKri "^"mA3, -accennandoalkChie^
S^aI ccolmeuÌacSau ch^vÌ've'i'"tempi'mtermedi". Essa conosce tré tempi: quelli degli
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