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Simone de Beauvoir, 1945. (Denise Bellon, Akg-Images/Mondadori Portfolio)

LIBRI

La seconda sessualità di Simone de


Beauvoir Leggi anche
Paul B. Preciado, filosofo
31 ottobre 2020

Il 7 ottobre è uscito Le inseparabili, un inedito di Simone de Beauvoir. Prefazione e


Il vaccino
titolo sono stati scelti dalla figlia ed esecutrice testamentaria, Sylvie Le Bon de
antinfluenzale è
Beauvoir. Anteprima: colpo di fulmine lesbico e delusione amorosa tra due giovani un’arma indiretta
borghesi cattoliche nel fucking heart della filosofia francese tra le sue guerre. contro il covid-19
Sviluppo: Sylvie (Simone de Beauvoir) incontra Andrée (Elisabeth Lacoin, detta Pascale Santi
Zaza) alla scuola cattolica quando entrambe hanno appena nove anni. Tra le due Chloé Hecketsweiler
bambine nasce un’amicizia che, seppur infantile, non può essere definita
platonica, perché Sylvie e Andrée hanno un bisogno fisico l’una dell’altra. Le due Gli effetti collaterali
diventano inseparabili. Sylvie si innamora di Andrée e lo comunica con della legge Zan
dichiarazioni effusive e passionali. Ma Andrée, cresciuta in una famiglia cattolica Ida Dominijanni
conservatrice, non accetta le conseguenze di un amore lesbico con Sylvie.
Rifiutando le avance dell’amica, si getta (abbastanza castamente) tra le braccia di
Pascal (Maurice Merleau-Ponty).

Sylvie subisce il primo trauma amoroso, e capisce che l’unica strada socialmente
accettabile per una donna negli anni venti passa dall’amore eterosessuale. Articolo successivo
Per questo motivo, poco a poco, Sylvie comincia a interessarsi a uno studente di
filosofia di tre anni più grande. Si tratta di Jean-Paul Sartre, di cui non si parla mai Anche i ricchi
direttamente nel racconto anche se è menzionato nelle Memorie e nelle lettere a devono fare la loro
Zaza. La giovane Sylvie si rende conto che esattamente come quello femminile è il parte
secondo sesso rispetto alla mascolinità dominante, il suo amore lesbico non è altro Thomas Piketty
che una seconda sessualità, una posizione marginale e rischiosa rispetto alla
norma eterosessuale.

Doppio desiderio
I lettori di de Beauvoir conoscono bene la storia di Zaza, grazie alle Memorie di una
ragazza per bene. La differenza è che nelle memorie de Beauvoir non parla né del
suo desiderio sessuale per Zaza né della conseguente delusione. Perché de
Beauvoir non ha voluto pubblicare il romanzo quando era ancora in vita? Forse
temeva che la diffusione della sua prima storia d’amore lesbica, cinque anni dopo
la pubblicazione del Secondo sesso, le attirasse altre critiche e altri insulti? Ma se
davvero non voleva che fosse pubblicato, allora perché ha battuto il romanzo a
macchina, con estrema cura, anziché distruggerlo? Perché questo doppio desiderio
contraddittorio, salvare e cancellare, da parte di un’autrice che ha dedicato più di
tremila pagine al racconto della sua vita con dettagli ossessivi, dalla nascita il 9
gennaio del 1908, alle quattro del mattino, fino quasi al giorno della sua morte, il
14 aprile 1986? Qual è il rapporto, per Simone de Beauvoir, tra il flusso di parole e il
silenzio, tra la scrittura e il controllo, tra l’archivio e la censura?

De Beauvoir è come uno specchio


capace di ri ettere i cambiamenti
storici del femminismo
Si dice che sia stato Sartre a consigliarle di non pubblicare il racconto, perché lo
considerava incompiuto e poco interessante. Qual è stato il ruolo di Sartre nel
limitare la critica di Simone de Beauvoir al patriarcato, l’espressione del suo
pansessualismo (o della sua alternanza tra il lesbismo e l’eterosessualità, per usare
i termini dell’epoca) e la sua pratica di quello che oggi chiameremmo poliamore e
che allora si chiamava amore libero? Perché il racconto è stato pubblicato proprio
ora, sessantasei anni dopo essere stato scritto e nascosto?

Il testo che abbiamo tra le mani è la versione completa (alcune lettere del
quaderno interiore sono tagliate) o ci sarà una nuova edizione porno tra altri
sessantasei anni? Sartre si sta rivoltando nella tomba? O forse è de Beauvoir ad
aver lasciato definitivamente il tumulo di Sartre? Ricordiamo che è stata sepolta
nella tomba di Sartre a Montparnasse, sei anni dopo il filosofo. Questa
pubblicazione è l’ultima rivelazione della leader del femminismo bianco
occidentale? De Beauvoir è come uno specchio capace di riflettere i cambiamenti
storici del femminismo. Negli anni settanta è stata considerata la leader delle lotte
per l’aborto, negli anni ottanta l’iniziatrice del femminismo costruttivista e negli
anni novanta la voce premonitrice del femminismo queer. E ora? Diventerà la
regina delle Amazzoni?

Identificazione lesbica
Al suo meglio, il nuovo racconto di de Beauvoir ricorda Ogni cosa è da lei
illuminata di Annemarie Schwarzenbach o il classico dimenticato Risposte nella
polvere di Rosamond Lehmann, che sicuramente Beauvoir conosceva. Al suo
peggio, fa pensare a La volpe, film di Mark Rydell del 1967 in cui il desiderio
lesbico è seguito dalla frustrazione, la punizione e la morte. Come in La volpe, la
storia delle Inseparabili si conclude tragicamente con la morte di Andrée, un
riferimento diretto alla morte brutale di Zaza, a ventidue anni. L’amore per Zaza e
la sua scomparsa hanno sempre tormentato de Beauvoir, che disse: “Avevo pagato
la mia libertà con la sua morte”.

Ma al centro di quell’esperienza non c’è solo la terribile morte di Zaza. Per de


Beauvoir a morire è stata anche la possibilità di un’identificazione lesbica. Quella
che chiama “libertà” è la sua vita pubblica di filosofa compagna di Sartre, che pur
essendo il suo partner sessuale soltanto per un breve periodo ha ricoperto il ruolo
pubblico di “compagno”, garantendo a de Beauvoir un’identificazione
eterosessuale normativa per tutto il corso della vita.

Non cercate trasgressione sessuale o letteraria, in questo romanzo. Simone de


Beauvoir non è Violette Leduc, così come Sylvie e Andrée non sono Thérèse e
Isabelle. Non ci sono cinquanta sfumature di de Beauvoir. Il sesso ardente di
Andrée è rappresentato solo in una forma indiretta: la cicatrice lasciata da una
bruciatura alla coscia destra, che invisibilmente attira Sylvie come un magnete.
“Pensavo alla sua coscia gonfia, sotto la sua piccola gonna”. Dietro le gonne della
femminilità eterosessuale si nasconde l’ardore del desiderio lesbico. Ma è Simone,
e non Zaza, a bruciare per una passione che deve sublimare in quella che Sylvie Le
Bon de Beauvoir definisce “una grande ed enigmatica amicizia”. No, non era
un’amicizia. Era un amore lesbico.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è uscito sul quotidiano francese Libération.

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